Crossover X
di Naika
Pow Rukawa
Cioè... Hanamichi... il mio candido, innocente.. do’aho... faceva.. faceva...
L’attore porno!?
E con che tranquillità me l’ha detto poi!!!
“Ho smesso da diversi mesi ormai..” mormora con una scrollata di spalle,
indifferente alla mandibola di Sendoh che poggia sul pavimento e ai miei occhi
che rotolano sul tavolo della cucina.
Oh Kami... Hana che... che....
Non posso pensarci!
“Io... io... decisamente devo andare...” mormora Akira retrocedendo verso
la porta “..vi.. vi lascio soli..” sussurra.
Non faccio in tempo a dirgli di non farsi strane idee che se n’è andato.
Maledizione anche a lui!
E adesso sono solo con un rossino porno star...
Kami...
Sbuffo cercando di mantenere il sangue freddo, passandomi una mano tra i
capelli, stancamente.
“Anche nella mia dimensione conosci Akira..” se ne esce, pensierosamente, il
rossino “..siete colleghi di lavoro..” mormora.
“Davvero?” chiedo quasi spaventato “E che lavoro faccio?”
Non so se voglio saperlo in effetti...
“Il giornalista..” dice lui con un sorriso “...ci siamo conosciuti perchè la tua
collega che si occupava di gossip si è ammalata e hanno mandato te a fare
l’articolo sul mondo della pornografia maschile..” mi racconta ricordando.
Tutto questo è assurdo ma.. tanto vale...
Mi siedo al tavolo e lo ascolto mentre mi racconta di come ci siamo conosciuti,
dell’equivoco che c’è stato all’inizio per colpa di... Haruko!
Sempre lei!
Almeno in quel mondo ha fatto qualcosa di utile.
Alla fine passiamo metà giornata a parlare.
O meglio, lui parla io l’ascolto.
Purtroppo, come gli ho già spiegato, io posso fare ben poco per rimandarlo
indietro.
Spero che il do’aho, dovunque si trovi, scopra il modo per tornare a casa.
Ormai ho deciso!
Basta, mi sono stufato di guardare da lontano.
Mi sono stancato di immaginare di chiamarlo per nome.
Sono Kaede Rukawa e quello che voglio... lo ottengo!
Ci dev’essere un motivo se sta succedendo tutto questo, no?
Ci dev’essere una ragione per cui ho dovuto incontrare tutti questi Hanamichi!
E poi.. negli altri mondi stanno tutti insieme!
E che cavolo, l’Hanamichi di Zagor ha dato addirittura dei FIGLI all’altro me
stesso!!
Possibile che io non possa avere nemmeno un bacio!
Ce la farò!
Ce la farò assolutamente!
“Stai bene?” la voce del rossino mi riporta al presente.
“Hm..” mormoro.
Ho un sonno tremendo.
Ormai è metà pomeriggio e la stanchezza si fa sentire.
Sono a pezzi.
Il combattimento con l’Hanamichi in versione demoniaca, le emozioni
dell’Hanamichi in versione ‘volpetta’, tutte le spiegazioni che ho dovuto dare,
le decisioni che ho dovuto prendere... senza contare che, per una ragione o per
l’altra, è un bel po’ che non dormo.
Cado dal sonno...
Per fortuna che il do’aho è meno do’aho di quel che credevo e se ne accorge.
“Kit... stai dormendo in piedi..” mi sussurra con gentilezza passandomi una mano
tra i capelli corvini.
Farei le fusa...
Presto.. torna presto Hanamichi.
Voglio te.
Voglio che sia tu, il mio rossino, il do’aho di questa dimensione ad essere così
dolce con me!
“Non posso permetterti di andare in giro..” mormoro stancamente.
Lui annuisce tranquillamente “Lo so da me, baka kitsune..” borbotta “...va a
dormire non scapperò..” mi assicura.
Sbadiglio, sollevando una mano pigramente e poi mi dirigo nuovamente verso il
divano.
Un bel sonno...
Tutto quello che mi serve è un bel sonno... e magari domani mattina mi sveglierò
nel mio letto e scoprirò che avevo davvero sognato tutto...
Pow Hanamichi
Apro gli occhi guardandomi attorno perplesso.
Ecco.. lo sapevo!
Mi sono addormentato ma non è servito a niente.
Sono ancora a casa del volpino giornalista.
Ma perchè!
Eppure mi pareva di aver fatto tutto giusto!
Ma il tensai non si arrende!
Stringo il medaglione tra le mani e sto per provare nuovamente a cambiare
dimensione quando mi accorgo del poster appeso in un angolo.
Aspetta un momento!
Quello prima non c’era, ne sono sicuro!
Balzo a sedere sul letto e mi guardo di nuovo attorno.
La stanza assomiglia moltissimo a quella di prima ma non è la stessa!
Ho cambiato dimensione!
Lo sapevo!
Sono un genio!!!
Adesso devo capire dove sono.
Balzo giù dal letto e mi guardo velocemente attorno.
Fuori dalle finestre vedo una strada e delle macchine passare.
Benissimo.
Il tempo sembra quello giusto.
Esco cautamente dalla stanza guardandomi attorno finchè non arrivo in un piccolo
salotto.
Sul divano, addormentato, c’è il volpino.
Ecco... lo sapevo.
Ho sbagliato di nuovo!
Maledizione.
Sì, perchè se sono a casa della volpe questa non può essere la mia dimensione.
La volpe non mi avrebbe mai invitato a casa sua.
Figuriamoci!
“Maledizione!!” sbotto dando un calcio al divano.
Non so perchè ma pensavo, speravo...
Credevo che questa volta fosse quella giusta!
E invece niente.
Perchè?
Che devo fare per riuscire a tornare a casa?
“Do’aho..?” la voce dei Rukawa mi arriva impastata dal sonno.
Ha i capelli arruffati e l’espressione confusa, tipica di chi viene svegliato di
soprassalto.
Il pigiama è spiegazzato.
Fa tenerezza.
Mi viene voglia di avvicinarmi e passargli una mano tra i capelli.
Se solo questa fosse la MIA dimensione!!!
Ma non lo è... e io sono stufo di girare.
Voglio tornare a casa.
Adesso che ho capito.. adesso che ho bisogno di vedere lui....
Tuttavia questo Rukawa continua a fissarmi stranito e io mi lascio cadere su una
poltrona con uno sbuffo.
“Senti..” comincio prima ancora che lui apra bocca “...non sono quello che
credi, per quanto ti può sembrare impossibile vengo da un’altra dimensione,
quanto al ‘tuo’ Hanamichi...” mormorò calcando il ‘tuo’ con rabbia “..tornerà
non appena io cambierò di nuovo tempo, ok?” sbotto frustrato.
Lui mi fissa con occhi enormi e io scuoto le spalle con indifferenza.
Non me ne frega niente se mi crede o no, non ho davvero voglia di ricominciare
con le spiegazioni!
“Quindi adesso lasciami lavorare!” dico deciso, chiudendo gli occhi e serrando
le mani sul medaglione.
Forse riesco ad addormentarmi di nuovo e a cambiare dimensione ancora una volta.
“Do’aho...”
La voce del volpino suona strana.
Non lo so come se...
Ecco.. come se fosse più familiare di tutte le altre.
“Sei nel posto giusto..” la sua voce mi riscuote da ogni pensiero.
“Eh?” chiedo perplesso.
Questo qui non ha capito niente di quello che gli ho detto!!
“E’ la dimensione giusta..” ripete lui mettendosi a sedere “...ho conosciuto
l’Hanamichi di Zagor, quello demone e anche la porno star..” mormora facendomi
diventare scarlatto in volto.
Oh kami...
Kami...
KAMI!
Come fa a sapere queste cose?
Come fa a conoscere....
Allora..
Sono..
Sono a casa!
Sono davvero tornato!!
“So..sono a casa..” mormoro incredulo.
“Sì..” sussurra lui, fissandomi negli occhi “..sei a casa...”
Perchè mi sento arrossire?
E’ che l’ha detto in un modo...
Guardandomi come...
Mi alzo lentamente e mi avvicino a lui, “Toglimi il medaglione..” mormoro piano.
“Cosa?” chiede perplesso.
“Il medaglione..” ripeto indicandogli il ciondolo.
“E’ lui che...” lascia la frase in sospeso ma io capisco cosa intende.
“Sì... è colpa sua...” sussurro.
Pow Rukawa
E’ lui...
E’ il mio Hanamichi.
E’ tornato a casa.
Da me...
Allungo le mani lentamente, sfiorando la superficie tiepida del ciondolo
d’argento.
E’ stato questo gioiello a farlo viaggiare tra le dimensioni.
“E’ lui che..” la domanda lascia le mie labbra, esitante.
Lui annuisce.
“Sì... è colpa sua..”
Le sue parole mi gelano.
E’ colpa sua.
Colpa.
Perchè ‘colpa’?
E’ stato così terribile?
E’ stato un’esperienza così tremenda?
Ti ha sconvolto tanto scoprire che potresti amarmi se solo lo volessi?
“Kitsune..” lui mi richiama al presente fissandomi in attesa.
E’ così vicino... ma probabilmente non è mai stato lontano come ora.
Bhe.. questa è l’unica occasione che avrò per toccarlo senza scambiarci pugni o
calci.
Allungo ancora le mani facendole scivolare dietro la sua nuca, lasciando che le
mie dita sfiorino i suoi capelli rossi, permettendomi di gioire di questo lieve,
morbido, contatto.
Faccio scendere le dita sulla catenella finchè non trovo un piccolo gancio.
Solo questo ci tiene ancora uniti.
Solo questo piccolo fermaglio.
Nel momento in cui io lo libererò lui non avrà più bisogno di me.
Nessun Hanamichi mi guarderà più con affetto.
Nessun rossino tenterà di distruggermi la cucina o di sedurmi sul divano di
casa.
Sarà tutto finito.
Le mie dita esitano un momento e poi si muovono piano.
Con un tintinnio, che sembra rifrangersi all’infinito nel silenzio del salotto,
la catenella scivola sul collo del do’aho, attirata verso il basso dal peso del
medaglione e poi, con un tonfo sordo, cade sul tappeto.
Ecco..
Sei libero Hana...
Libero...
Pow Hanamichi
E’ caduto.
Il medaglione è caduto.
E’ tutto finito.
Sono libero.
E sono a casa.
Sì, qui, con le mani di Rukawa appoggiate alle mie spalle, qui sono a casa.
Tra le braccia di questa volpe che credevo di odiare.
“Sono a casa..” mormoro cercando i suoi occhi blu.
Il suo viso.
Il suo viso è così vicino.
Non me ne rendo nemmeno conto.
La distanza tra noi diminuisce fino ad annullarsi.
Non so se si è mosso lui o se mi sono mosso io.
Non m’importa.
Avverto la carezza delle sue labbra sulle mie.
Sollevo le braccia e gliele stringo alla vita mentre lui mi attira a se e le
nostre labbra si socchiudono per permettere alle nostre lingue di incontrarsi e
di conoscersi.
Lo sto baciando.
Sto baciando il mio Kaede.
Mio.
Stavolta davvero.
Pow Rukawa
Mi sono mosso senza nemmeno accorgermene.
Lui ha detto “Sono a casa...” con un tono.. così.. dolce.
Non sembrava riferirsi alla nostra dimensione.
Al nostro tempo.
Sembrava riferirsi a... me.
E i suoi occhi.. questi suoi occhi nocciola mi hanno fissato con una tale
intensità....
Ho letto nelle loro profondità di cioccolato una domanda inespressa, un
desiderio da esaudire.
Mi sono chinato e l’ho baciato.
E lui.. lui sta rispondendo al mio bacio!!
Ha socchiuso le labbra per me e allacciato le braccia alla mia vita.
Kami.. lo sto baciando.
Sto baciando il mio Hanamichi.
Mio.
Stavolta davvero.
Pow Hanamcihi
Non so per quanto restiamo allacciati.
Così.
Quando riapro gli occhi sono tra le sue braccia, sul divano.
“Ben tornato Hana...” sussurra passandomi una mano tra i capelli.
“Grazie..” gli rispondo piano appoggiando la fronte contro la sua spalla.
E’ allora che lo avverto.
Di nuovo.
Un tintinnio argenteo che s’infrange nell’aria.
Un suono conosciuto.
Abbasso lo sguardo ma sul tappeto non c’è più traccia del medaglione.
Mi guardo attorno sorpreso finchè non la noto.
Sul davanzale della finestra c’è un gatto.
Ma non un gatto qualsiasi.
No!
Quel gatto lo conosco.
E’ il micetto rosso.
E tiene in bocca il medaglione.
La vedo spingerlo oltre il davanzale e lasciarlo cadere dalla finestra.
Con uno sfarfallio di piume una saetta bianca scende in picchiata dal cielo
azzurro, cattura il luccichio del medaglione e vola via con il gioiello tra gli
artigli mentre il micetto rosso ci lancia un’ultima occhiata.
“Miao..” mormora, prima di balzare oltre il davanzale.
Scatto in piedi raggiungendo in fretta la finestra, in tempo soltanto per vedere
la coda rossa sparire appresso ad una più lunga e sottile, nera come la pece.
Se ne sono andate.
Così com’erano venute.
“Che succede?” mormora Kaede raggiungendomi alla finestra, cingendomi la vita
con le braccia.
“Niente..” mormoro appoggiandomi alla sua schiena, osservando l’angolo dietro il
quale i due gatti sono scomparsi.
“Niente...” ripeto intrecciando la mia mano con quella del mio volpino
mentre tra me e me sussurro un: “Grazie..” che sono sicuro... in un modo o
nell’altro... arriverà loro.
Fine.
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