Crossover VIII

di Naika

Pow Hanamichi

 

La situazione sta degenerando...

Calma Hana calma...

Allora...

Riassumiamo...

Prima un Rukawa vampiro tenta di succhiarti a morte e adesso..

Bhe adesso un’altro Rukawa mi sta succhiando il collo... ma per altri motivi!!

 

Aaarggh!

 

Non ci si può distrarre un secondo qui!!

Quando ha cominciato a slacciarmi la camicia???

“Aspe... Ru... aspet...” cerco di fermarlo tentando di bloccare la mano che ha spinto tra le mie gambe e quella che sta aprendo la mia camicia, dovrei anche riuscire a spostare la sua bocca dal mio collo...

 

E che cavolo!

Per tenere fermo questo qui dovrei essere la dea Kalì!!

 

Per non parlare poi che... bhe... la sua bocca... le sue mani....

 

Kami....

 

Non è esattamente... spiacevole...

 

Perchè fa così caldo qui dentro?

Non riesco a ragionare bene e....

 

Dalle labbra mi esce un sussulto incredulo.

 

Il cuore mi martella nelle orecchie mentre io fisso il soffitto di questa camera con gli occhi sbarrati.

Lui... lui... lui...

Lui ha chiuso quelle sue labbra calde, morbide e umide sul mio petto...

 

La sua lingua sfiora delicatamente il mio capezzolo spingendolo dolcemente a tendersi per lei e io non riesco a far altro che inarcare la schiena con un altro lamento.

 

Nooooo!!

Non va, non va, non va!!!

Hanamichi calma e sangue freddo!!

 

La mia autoimposizione funziona poco.

Sarà perchè di ‘freddo’ non ho poi molto.

E la calma non è mai stata una mia alleata....

 

Basta!

Non posso continuare a tergiversare.

Non posso lasciare che lui continui a... a... ahhhhhh....

 

Kami, kami, kami....

 

Le mie gambe tremano...

Devo appoggiarmi alla scrivania per non cadere...

 

Basta... devo fermarlo.

 

DEVO.

 

Hai capito!!

Hana?

Hanamichi?

 

Mi sembra di guardarmi da un’altezza incredibile.... lì... appoggiato alla scrivania... le gambe leggermente divaricate, nel tentativo di reggermi in piedi e lui...

 

Quel ragazzo che ho sempre detto di odiare...

Quella persona che sembra indissolubilmente legata a me attraverso lo spazio e le dimensioni...

Lui... Kaede Rukawa... mi sta baciando... o meglio mi sta divorando....

 

E io?

 

Io che grido ai quattro venti di odiarlo...

Io che non ero mai riuscito nemmeno a dare un bacio...

Io ora.. sono lì... tra le sue braccia... il capo reclinato, la camicia aperta sul petto ansante....

 

Basta... è ora di mettere la parola fine a tutto questo.

 

Non posso andare avanti così...

Non posso continuare a chiedermi come sarebbe con lui...

Non posso più stare qui ad arrovellarmi per cercare di capire che cosa provo per lui....

SE provo qualcosa per lui...

 

E va bene...

A problemi drastici.. drastiche soluzioni...

 

“Kaede...” lo chiamo piano, rifiutandomi di notare quant’è roca la mia voce.

 

Lui solleva il viso dal mio petto fissandomi con intensità.

I suoi occhi sono così blu che mi sembra di annegarci dentro.

 

E’ innegabilmente stupendo...

 

Con le labbra umide, i capelli neri arruffati e il viso appena, appena arrossato.

Allungo le mani e circondo con delicatezza questo suo volto angelico, tirandolo dolcemente verso il mio.

Lui mi asseconda spingendosi su di me, facendo combaciare i nostri corpi.

Allargo le gambe per aver maggior capacità di movimento, per lasciare che si sistemi meglio su di me.

Il suo viso è ora a pochi centimetri dal mio.

Quei suoi occhi insondabili mi fissano carichi di passione e desiderio ma non solo...

In essi c’è anche amore.

 

Un amore forte e profondo per me.

 

Nessuno mi ha mai guardato così.

Nessuno.

 

E ora... ora lui che è bellissimo, ammirato e corteggiato da tutta la scuola...

Lui che potrebbe avere chiunque....

 

Lui... vuole me....

 

Reclino il capo all’indietro, piano, prendendo un profondo respiro.

La volpe mi fissa sorpreso da questa mia resa incondizionata e io chiudo gli occhi.

 

Non voglio guardarlo.

 

Lui non è il mio Rukawa.

Lui ama un altro Hanamichi.

E quello che sto per fare non è giusto...

 

Ma  non posso... non posso comportarmi diversamente...

 

Sento il suo fiato accarezzarmi le guance...

E’ vicino...

 

Mi dispiace...

Davvero...

 

“Gomen...” sussurro piano e poi sollevo il capo di scatto regalandogli la migliore delle mie testate.

 

 

Pow Rukawa

 

Hanamichi si china sulle mie labbra, accarezzandole sensualmente con le sue, strofinando il corpo contro di me...

Sembra un gatto che fa le fusa...

 

Kami...

 

Gli metto le mani sui fianchi cercando, almeno nelle mie intenzioni, di allontanarlo ma lui si abbandona contro di me soffiandomi un gemito roco direttamente nell’orecchio.

 

Kami!

Kami!!

Kami!!!

 

“Sak.. sakuragi...” faccio un disperato tentativo di richiamarlo all’ordine.

 

Dei... era la mia voce quella?

Quel rantolo roco e quasi isterico???

 

“Hmmm?” mugola lui strofinando la punta del naso contro il mio collo socchiudendo le labbra per posare un lieve bacio sulla mia pelle tesa.

Il suo ventre strofina allusivo contro il mio mentre io cerco disperatamente di ritrovare il mio sangue freddo.

 

Ma come faccio!!

 

Ho un rossino eccitato, accaldato e poco, davvero poco, vestito che mi ansima nell’orecchio!!

 

Nemmeno nei miei sogni ero arrivato a tanto!

Visto che non ottiene risposta al suo miagolio, il do’aho prende a succhiarmi dolcemente il collo mentre le sue mani s’intrufolano sotto la mia maglia.

“Toccami...” mi sussurra contro l’orecchio allungando la lingua per spingere meglio quest’unica parola nel mio padiglione auricolare.

 

Ai tuoi ordini....

 

Noooo!!
Kaede, calma, calma!!

Non farti tentare!!!

 

Devo staccarlo!

Devo...

 

Lo sento sussurrare un gemito contro i miei capelli mentre inarca la schiena, sfiorando il mio petto con il suo, tendendosi con una grazia sensuale che non gli avrei attribuito mai.

“Non vuoi scartare il tuo regalo volpetta...” mormora gettando indietro il capo, lasciando che i capelli rossi gli frustino la base del collo lampeggiando per un momento nell’aria densa.

 

Dove diamine ha imparato ad essere così... così... COSI’!!!

 

Insomma non vale!

Già con un do’aho ‘normale’ era difficile trattenersi...

Questo... questo qui... sembra essere nato solo per questo!

Fisso con bramosia la sua pelle ambrata umida e lucente...

Le sue labbra turgide, gonfie e rosse...

I suoi occhi così liquidi.. languidi.... che mi chiamano in silenzio....

 

E se io...

 

Un trillo violento attraversa tutta la casa facendomi sobbalzare.

 

Ecco lo sapevo.

E’ la sveglia.

Adesso mi ritrovo nel mio letto e scoprirò che è stato tutto un sogno...

 

Chiudo gli occhi per un momento... li riapro.... Hanamichi è ancora davanti a me.

 

Non  ha funzionato...

Devo essere sincero?

Non mi dispiace poi così tanto....

 

Il suono, di quello che si rivela essere il campanello, si ripete ancora una volta e io tento di alzarmi mentre Hanamichi mi fissa imbronciato.

“Mandalo al diavolo e torna da me...” mi sussurra in un orecchio prima di scostarsi per lasciare che mi alzi.

Gli lancio un’ultima occhiata e devo deglutire a vuoto due volte quando lo vedo accasciarsi con grazia e un casto gemito di soddisfazione sulla stoffa candida del divano.

Allarga le gambe sul lenzuolo stropicciato, su cui ho dormito, sistemandosi meglio, tra le lunghe dita della mano destra un lembo della coda rossa che fa roteare piano, fissandomi con occhi maliziosi.

 

Per fortuna il trillo del campanello mi salva dalla morte per disidratazione e affrettandomi a darmi una riassettata mi precipito alla porta d’ingresso.

 

“Ciao Rukawa!” mi saluta un, più che mai sorridente, Akira sventolando un sacchetto da cui proviene un profumo di briosche calde.

“Lo sapevo che eri in casa!” dice soddisfatto “Stavi dormendo come al solito eh? Ma hai visto che ore sono?” mi fa la solita predica avanzando di un passo.

Sono ancora così stordito da tutto quello che sta succedendo che non mi accorgo che mi ha sorpassato e ha cominciato a togliersi le scarpe.

“Sono venuto a salvarti dalla noia!” mormora mostrandomi la sacca che si porta a presso, al cui interno intravedo il rigonfiamento familiare del pallone da basket.

“Adesso facciamo colazione e poi andiamo al campetto per un ‘one on one’, che ne dici?” mi propone allegramente avviandosi per il corridoio.

 

Sendoh ormai conosce la mia casa molto bene.

I nostri padri sono colleghi di lavoro, all’ospedale, e ci è capitato più volte di passare qualche domenica insieme.

Poi una volta cresciuti ci siamo persi di vista per reincontrarci dopo quella prima amichevole che abbiamo giocato l’uno contro l’altro.

Da allora la nostra conoscenza è diventata quasi un’amicizia anche se si limita al basket e a qualche uscita occasionale.

Se non fosse che, almeno secondo lui, si vede lontano un miglio che ‘sbavo’, per usare i suoi termini, per Sakuragi, non saprebbe nemmeno che sono gay, cosa che, tra l’altro, l’ha reso molto felice dato che lui è bisessuale.

 

“E poi così non penserai a chi sappiamo noi..” continua a dire, riscuotendomi dai miei pensieri, mentre si avvia, a passo spedito, verso la cucina.

 

Solo che...

Per arrivare in cucina... deve per forza passare per il salotto!!

 

Oh ca**o!!

 

“Akira! Aspetta!!” cerco di fermarlo mentre lui piomba nella stanza continuando il suo monologo senza ascoltarmi e, fortunatamente, senza guardarsi attorno.

 

“Che poi... detto tra noi Ru...” borbotta avanzando ancora di qualche passo, proprio verso il sofa “...non so che ci trovi in lui...” dice prima che la sua attenzione venga attirata dalla forma sdraiata sul mio divano “...è carino ma...” mormora prima che i suoi occhi comincino a mettere a fuoco “Non sa va...lo...ri...zza...rsi...”.

 

L’ultima parola l’ansima appena.

 

D’altronde... come non comprenderlo.... il ragazzo ‘che non sa valorizzarsi’ è steso sul mio divano, un metro e ottantasette di pelle dorata, lucente e... nuda.

 

 

Pow Hanamichi

 

Mi dispiaceeee!!

Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!!!

Lo so che lui non ha colpa!

Lui è convinto che io sia il SUO Hanamichi ma mica posso fare l’amore con lui per questo!

 

Soprattutto per questo!!!

Sarebbe come tradire l’altro me stesso!!

 

Fisso il volpino che ho trascinato fino al letto.

Speriamo di non avergli fatto troppo male...

 

Oddio e se non ha la testa dura come il Mio Rukawa?

 

Nooo... che vado a pensare....

Sono sicuro che TUTTI i Rukawa hanno la testa dura.

 

Bene, bando alle ciance!

Adesso devo svignarmela!

E prima che si svegli!!

 

Un mugugno proveniente dal letto mi fa sussultare.

Cavolo si sta già riprendendo!!

 

Devo agire in fretta.

 

Il medaglione!

 

Giusto! Devo trovare il modo di farlo funzionare ed andarmene da qui!!

Porto una mano al petto, laddove mi aspetto di trovare la superficie tiepida e intarsiata del pendente e....

 

....NON C’E’!!!

 

Mi tasto forsennatamente il petto, il collo e poi di nuovo il petto.

 

Non c’è!!

 

Non c’è!!!!

Com’è possibile!

E’ sparito!

 

Ma ce l’avevo quando sono arrivato qui!!!

Dov’è finito?!

Ok... calma.. niente panico...

 

“Do’aho....!!”

 

Panico!

Panico!

Panicoooooo!!!

 

Rukawa è già sveglio!!

Ca**o!!

 

Altro che preoccuparsi!

Quello ha la testa di cemento armato!!

Lo vedo sedersi tra le lenzuola spiegazzate massaggiandosi la fronte piano.

“Che diavolo ti è preso!” mi ringhia contro, arrabbiato.

 

Ma non gli posso rispondere.

Adesso non posso preoccuparmi anche per lui.

Mi sono fiondato davanti allo specchio attaccato ad un lato dell’armadio e fisso cinereo il mio petto abbronzato.

 

Non c’è...” è tutto quello che riesco ad ansimare.

 

“Che diamine stai borbottando?!” sbotta lui che vorrebbe delle spiegazioni.

Ma io davvero, ora, non posso dargliele.

 

La mia mente è un muro bianco.

Vuoto assoluto.

 

Fisso la mia immagine allo specchio, immobile.

Un solo, terribile pensiero:

 

...non c’è....

 

Il medaglione non c’è più....

Sono.... sono... bloccato qui?!

 

Continua....

 

 


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