Crossover III
di Naika
Pow
Hanamichi
Seguo Rukawa che avanza
sicuro per il lungo corridoio di marmo candido senza nemmeno guardarsi
indietro per accertarsi che io lo segua.
Certo che questo
palazzo è veramente enorme!
Abbiamo già svoltato
per tanti di quei corridoi che se non avessi fatto attenzione mi sarei
sicuramente perso.
Lancio uno sguardo alle
ampie spalle del sovrano che mi precede.
Per quanto mi
dispiaccia ammetterlo la carica di re gli sta davvero a pennello.
Il suo sguardo
insondabile, quella sua nobile carnagione alabastrina, le sue eleganti mani
lunghe e sottili, quella forza sopita e quell’autorità silenziosa che emana
tutta la sua figura... viene quasi automatico inchinarsi ancor prima di
conoscere il suo rango.
Io non potrei mai
emanare un rispetto simile....
ARGGGH!!
Ma che sto dicendo!
Il tensai non è
inferiore alla volpe in niente!!
Anzi!
Semmai sarà lui a
doversi inchinare di fronte a me!
Sì perchè io riuscirò a
tornare a Kanagawa e lo straccerò a basket!!
Gli farò vedere io
quanto valgo!!
Avrò la mia vendetta
per tutte le volte che mi ha ignorato!
I mie propositi di
rivalsa si concretizzano in uno sguardo assassino alle spalle che mi hanno
ispirato tutti questi pensieri.
Ho una voglia di
pestargli quel suo lungo, altero, mantello bianco per vederlo spiaccicarsi a
terra!!
Quasi quasi lo faccio.
Un volpaccia
spalmata... che bella idea....
Una cameriera passa
accanto a noi, fermandosi per inchinarsi con rispetto, una luce di profonda
riverenza negli occhi prima di ritornare ai suoi compiti.
Ridacchio tra me,
felice.
A questo mi potrei
abituare....
L’urto contro qualcosa
di morbido e candido mi riporta bruscamente alla realtà.
La stupida volpe si è
fermata davanti ad una porta senza avvertire!!
“Senti un po’...” parto
in quarta, pronto a riempirlo d’insulti per la sua brusca frenata, quando il
mio piede s’infila sotto il suo mantello bianco.
Perdo pericolosamente
l’equilibrio, sbilanciato in avanti, ma lui dimostra riflessi pronti come in
partita perchè mi afferra, attirandomi protettivamente contro di se.
“Do’aho...” mi sussurra
all’orecchio “... guarda dove vai...”
Vorrei mandarlo a quel
paese.
Vorrei tanto, giuro.
Ma
non ci riesco.
Il suo sussurro,
dolcemente divertito, è scivolato leggero come un soffio di vento sulla mia
pelle.
Sento le guance
accaldarsi senza che possa fare niente per impedirlo mentre ogni cellula del
mio corpo ansima nell’avvertire il contatto con il suo.
Avverto dolorosamente
la liscia freschezza della seta sotto le mie dita, appoggiate al suo petto,
i pantaloni strofinano gli uni contro gli altri facendomi avvertire il
calore della sua pelle, al di la del tessuto che ci divide.
Sollevo il volto
perdendomi completamente in quei suoi occhi abissali.
Kami... è.. è...
così.... dannatamente.... affascinante...
Socchiudo le palpebre
senza nemmeno rendermene conto mentre il suo viso si avvicina
inesorabilmente al mio.
La lingua scivola a
lambirmi le labbra, bagnandole, quasi volesse prepararle, ammorbidirle, per
lui.
“Che cosa c’è tesoro?”
soffia Kaede, sulle mie labbra, fissandomi con una luce rovente in quegli
occhi d’argento.
Kami.. kami... kami...
adesso mi bacia.
E se mi bacia?
Voglio che mi baci?
Sì....
....No!
No! No!
Volevo dire no!
Non voglio!
Allora perchè non mi
sposto.
Perchè non mi muovo?
“Bhe... ti sei
addormentato?” mormora lui e mi accorgo con sgomento che si è separato da me
e che è tornato davanti alla porta come se nulla fosse.
Ma dico...?
Io stavo qui a
sconvolgermi?
A lambicarmi il
cervello?
E lui... lui si
allontana come niente fosse????
Bastaaaaaaardo!!
Torna immediatamente qui che...
No, no, no!
Hana calma, sangue
freddo.
Respira, espira....
Pensiamo ad altro.
Ecco... sì... ha detto
che deve mostrarmi una cosa. Vediamo questa cosa e poi scappiamo da qui il
prima possibile.
No, no... il tensai non
scappa!
Giusto.
Non scapperò.
Semplicemente me ne
andrò.
E
non è la stessa cosa!!
La porta si apre
riscuotendomi dal mio litigio interiore con la mia coscienza, rivelando una
bella stanza ampia e luminosa, arredata nei sobri toni del panna.
A terra su un enorme
tappeto sono sparsi diversi giocattoli colorati, poco distante due
bellissimi cavallucci di legno fanno splendida mostra di se insieme ad una
variopinta serie di scatole, bauli e peluche.
Sembra la vetrina di un
negozio di giocattoli antichi.
Un gridolino felice
attira la mia attenzione sul soffice tappeto dove una bella bambina dai
capelli rossi sta guardando me e Rukawa con occhi splendenti di gioia,
tendendo smaniosamente le manine verso di noi.
La volpe le sorride
dolcemente chinandosi per prenderla tra le braccia mentre noto una donna
mora, che prima non avevo visto, avvicinarsi, da un angolo della stanza,
dove sono disposti quelli che devono essere i lettini dei bambini...
Hey... i letti sono
due!
La ragazza si avvicina
a noi e io spalanco gli occhi riconoscendola.
“Ayako..?” sussurro
incredulo.
Lei mi guarda
sollevando un sopracciglio prima di porgermi un fagottino azzurro.
Lo prendo tra le
braccia, sotto la vigile sorveglianza dello sguardo acuto della volpe,
accorgendomi solo quando questo si muove leggermente, che si tratta di un
bambino.
Deve avere ad occhio e
croce la stessa età della bimba che tiene in braccio Rukawa.
“Koori si è
addormentato subito dopo aver mangiato...” mi informa la nostra manager,
affidandomi il neonato, prima di lanciare uno sguardo alla bimba che invece
sembra sveglia più che mai e sta tirando giocosamente i capelli neri della
kitsune, ridendo felice.
“Hi invece non ne vuole
sapere di dormire...” mormora divertita dai gridolini entusiasti della
piccola peste.
“Pensiamo noi a loro
ora... puoi andare Ayako...” la congeda gentilmente Rukawa e la nostra
manager esce dalla stanza con un inchino aggraziato, chiudendosi la porta
alle spalle.
“Era ‘loro’ che volevi
mostrarmi?” chiedo indicando i bambini.
Koori si è accoccolato
meglio contro il mio petto, ha allungato una manina fuori della copertina
che l’infagotta, stringendola sulla mia veste, quasi ad accertarsi che non
mi allontanerò da lui.
E’
così carino...
Rukawa annuisce
avvicinandosi e Hi mi fissa con due occhioni splendenti, regalandomi un
sorriso felice.
“Ha i capelli rossi...”
noto distrattamente, osservando i riccioli morbidi che accarezzano la fronte
candida della bambina.
“Li ha presi da
te....” annuisce Rukawa, passando con delicatezza le lunghe dita pallide
tra le ciocche rosse della piccola.
E’ incredibile la luce
che gli si accende negli occhi quando guarda questi pargoletti... sembra...
sembra...
...un padre orgoglioso.
Ecco.. è strano...
insomma.. questo Rukawa dimostra la stessa età del Rukawa che io detesto,
vederlo con in braccio un bambino... mi fa uno effetto....
Ho già detto che è
strano?
Provo una senso di
rimescolamento.
Direi quasi che la
volpe... mi fa tenerezza.
“...d’altronde sono
i nostri figli...” mormora Rukawa, con voce tranquilla,
interrompendo i miei pensieri.
Ah bhe giusto, allora è
normale che... “I NOSTRI
CHE????” ansimo, spalancando gli occhi.
Koori mugugna tra le
mie braccia stringendo gli occhi come se stesse per svegliarsi o mettersi a
piangere e senza nemmeno rendermene conto lo cullo piano, avvolgendolo
meglio nella copertina azzurra.
Lui si tranquillizza
subito afferrando saldamente la mia maglia, nascondendo il visetto contro il
mio petto.
Rukawa si gode la
scena, guardandoci con un sorriso dolce e divertito al contempo.
“Smettila di ridere e
spiegami!!” protesto io, a bassa voce.
Non vorrei svegliare
Koori.
I bambini sono noiosi
quando piangono.
E’ solo per questo
che non voglio disturbarlo.
“Do’aho!” borbotta la
volpe, sedendosi sul tappeto e prendendo un gioco con cui attira
l’attenzione di Hi.
“Non c’è niente da
spiegare. Sono i nostri figli, punto.” dice tranquillo, con una scossa di
spalle.
A me sembra che ci sia
moooolto da spiegare!!
“Kitsune nostri e DI
CHI?” chiedo deponendo con cura Koori nel lettino, lotto per un momento con
la sua presa ferrea, però per essere così piccolo ne ha di forza e
ostinazione.
L’angioletto fa una
piccola smorfia nel sonno quando riesco a liberare la mia camicia dal suo
pugno, mettendogli accanto lo scoiattolo di peluche, che occupa un angolo
del lettino, e che lui abbraccia stretto, stretto, lasciandosi nuovamente
scivolare in un sonno tranquillo.
Strano mi sembra di
aver già visto questa espressione sul volto di... di RUKAWA!!
Adesso che lo guardo
bene.. Koori sembra la copia in miniatura della volpe!
Se non fosse per la
pelle dorata...
Mi volto verso la
kitsune in attesa di spiegazioni ma noto che lui mi guarda con un
sopracciglio sollevato, perplesso.
“Come sarebbe a dire ‘nostri
e di chi’?” ripete, senza capire.
“Sì insomma chi li ha
partoriti?” chiedo io arrossendo violentemente.
Però... che brutte
usanze che hanno da queste parti.
Insomma l’Hanamichi di
quest’epoca è sposato con Rukawa giusto?
Ma hanno delle
concubine per avere dei figli?
Che tristezza.
Io non ci riuscirei
mai.
Insomma il mio compagno
è mio e basta...
AAARGGHHH!!!
Volevo dire... la mia
compagnA.
E poi Rukawa può avere
tutte le concubine che gli pare!!
L’importante è che stia
lontano da me!!
Rukawa lascia ad Hi il
giocattolo e si alza avvicinandomi.
“Do’aho... li hai
partoriti TU!” mormora fissandomi tranquillamente.
...?
......??
.........????
no... devo aver capito
male....
... ha detto che....
“I...i... i... i... o?”
ansimo a malapena, pallido come uno straccio.
Lui annuisce.
“Vu..vu... vuoi.. di...di....re...
Hanamichi... ha...” ansimo ancora.
Lui annuisce di nuovo,
con un po’ più di veemenza.
Oh kami....
“Que...questo vuol
dire...?” lo guardo incredulo e lui mi fissa attendendo di vedere se sono
riuscito a giungere alla giusta soluzione.
“Questo vu...vuol dire
che.. in questa dimensione... Hanamichi è una donna?????” esclamo
incredulo.
Rukawa mi fissa per
mezzo secondo con gli occhi sbarrati.
“Do’aho!!” esplode poi
passandosi una mano, esasperato, tra i capelli scuri.
Pow
Rukawa.
“Non ricordi Kaede...
sono io... Hanamichi... tuo marito... da questo ventre sono nati i nostri
figli...”
La brezza leggera porta
le parole di Hanamichi alle mie orecchie, accarezzandomi il volto con il suo
soffio leggero.
Lo fisso per un momento
mentre lui ricambia il mio sguardo, attendendo.
Ma non può aver detto
quello che ho sentito.
Non avrebbe senso.
Sarebbe inconcepibile.
Quindi riflettiamo con
calma e scomponiamo la frase.
Ha detto: “Non
ricordi Kaede...”
No, io non ricordo...
da quando mi chiama per nome??
Ma su questo potrei
anche sorvolare....
Poi ha aggiunto: “sono
io... Hanamichi...”
Che lui sia Hanamichi
io ho dei dubbi... e poi... da quando non si rivolge a se stesso chiamandosi
‘genio’?
Ma anche questo
potrebbe essere ignorato....
“...tuo marito...”
Ha detto così.... “...tuo
marito...”
Cioè... lui intende...
il ‘marito’ come lo intendo io?
Quella persona che si
SPOSA???
Io non mi sono
sposato!!!!
“...da questo ventre
sono nati i nostri figli...”
Fi...fi...
gli??
Cioè dei bambini?
Quei noi stessi in
miniatura???
Intende quelli?
Ok.. calma...riassumiamo:
Kaede + Hanamichi + marito + figli = ..... black-out.
....
Socchiudo lentamente le
palpebre e mi guardo attorno.
Sopra di me le fronde
del grande albero che mi protegge con la sua ombra oscillano dolcemente.
Lo sapevo!!
Mi sono addormentato!!
Era un sogno!!
Cavoli!
Che sogno!
Devo aver mangiato
qualcosa di pesante ieri sera!!
Certo... un po’ mi
dispiace... Hana era così dolce...
Sospiro chiudendo
nuovamente gli occhi godendomi la lieve carezza del vento sulla pelle del
viso.
Però... il vento è
stranamente caldo e profumato oggi e...
Sbarro gli occhi quando
un paio di labbra umide e dolci accarezzano lievemente le mie.
Quello chino su di
me...
Il ragazzo con gli
occhi socchiusi sdraiato al mio fianco...
L’angelo che mi sta
baciando...
... E’ HANAMICHI!!!!
Resto immobile, basito,
mentre sento la sua lingua scivolare dolcemente sulle mie labbra, le
socchiudo inconsciamente e le mie mani salgono ad affondare tra i suoi
capelli.
Morbidi....
Come sono morbide le
sue labbra.
Kami....
Ribalto le nostre
posizioni con un guizzo, affondando nella sua bocca calda con tutto il
desiderio che ho conservato dentro di me tanto a lungo.
Sakuragi non mi
rifiuta, anzi, mi accoglie, mi cerca.
Allarga le gambe
lasciandomi scivolare tra esse, facendo venire i nostri bacini a contatto.
Gemo contro la sua
bocca, stringendolo più forte a me.
Voglio ogni centimetro
del suo corpo contro il mio.
Ansimo pesantemente
quando pochi minuti più tardi mi stacco dal suo volto, quel poco che basta
per farci riprendere fiato, i nostri occhi fusi gli uni negli altri.
Blu e... oro.
ORO?
Maledizione!
Scatto indietro e lui
mi fissa perplesso.
“Kaede?” mormora.
“Chi sei tu? Da dove
vieni?” sussurro piano.
Lui mi guarda stupito
prima di mettersi a sedere sull’erba, riassettandosi un po’ i pantaloni che
gli sono scivolati sulle anche scoprendo la pelle dorata, liscia, morbida...
sembra così delicata lì...
Kaedeeeee! Concentrati
sulla sua faccia!!!
“Tu non sei il mio Ru
vero?” mi chiede lui a sua volta, perplesso.
“C’è qualcosa di
impercettibilmente diverso in te... questa non è Zagor?” chiede guardandosi
attorno.
“Questa è Kanagawa” gli
spiego “Vieni da un’altro pianeta?” ipotizzo cercando di capire.
Lui scuote le spalle
“Un’altro pianeta, o un’altro tempo, o forse un’altra dimensione...” mormora
“...non lo so... e non ho idea di come io sia finito qui!!” borbotta
passandosi una mano tra i capelli rossi.
Dei ragazzini passano
correndo per il vialetto e io mi guardo intorno preoccupato.
Comincia ad esserci
troppa gente in giro.
E’ meglio se non
restiamo qui.
“Vieni...” mormoro
alzandomi e tendendogli una mano “...andiamo a casa mia.. non oso pensare
che cosa ipotizzerebbe la gente vedendoci insieme...” mormoro raccogliendo
la sacca.
“Perchè?” chiede lui
perplesso seguendomi mentre spingo a mano la bicicletta verso la strada di
casa.
“Bhe...” adesso come
glielo spiego....?
“L’Hanamichi di questa
dimensione è innamorato di una ragazza che è innamorata di me... quindi lui
mi odia..” riassumo.
Il rossino si volta
sorpreso a guardarmi “Davvero?” chiede stupito.
Annuisco senza riuscire
a nascondere un po’ di tristezza.
“Mi dispiace...”
mormora lui “...a dire la verità nemmeno io e Kaede siamo andati d’accordo
subito...” ricorda con un certo imbarazzo.
“Sai, il nostro è stato
un matrimonio organizzato...” mi spiega quando lo fisso perplesso.
“E come vi siete
innamorati?” chiedo interessato.
Magari c’è un modo particolare per conquistarlo...
Lui arrossisce e scuote
il capo senza rispondere.
Hmmm... ho come il
dubbio che il mio ‘sosia’ non sia andato molto per le sottili.
Bhe loro erano sposati
e poi hanno anche....
Mi gelo sul posto
ricordando.
“I bambini..:” sussurro
tra me e me.
Hanamichi si volta a
guardarmi portando inconsciamente le braccia a stringersi il ventre.
“E’ una lunga lunga
storia..:” mormora piano.
“Ho tempo!” sentenzio
mentre riprendo a fare strada.
Lui sospira ma poi
comincia a raccontare.
Siamo finalmente
davanti alla porta di casa quando lui pone fine al suo racconto.
Kami... certo che ne
hanno passate!!
Lo faccio accomodare
dentro, notando divertito come lui si guardi in giro curioso.
Da quel che ho capito
la loro è una specie di società feudale basata sulla magia.
Mi ricorda tanto quei
libri fantasy che piacciono a mia madre.
Lo accompagno in cucina
e gli indico una sedia prima di avvicinarmi ai fornelli e mettere l’acqua a
bollire per il the.
Lui guarda affascinato
la fiammella azzurra, prodotta dal gas, ma io gli intimo di non toccare
niente.
Ha detto di essere uno
dei discendenti del Signore del Fuoco, per questo ha dovuto sposare il mio
‘sosia’ che invece appartiene alla casata del Ghiaccio, ma non ho capito
esattamente cosa intendesse quando parlava dei ‘poteri’ legati alla loro
carica.
Dopo glielo chiederò...
“Aspetta qui....”
mormoro “...vado a prenderti dei vestiti...” lo informo prima di cominciare
a salire a due a due i gradini che portano alla mia camera.
Frugo velocemente
nell’armadio cercando qualcosa di comodo da fargli indossare e raccolti gli
abiti tra le braccia riprendo a scendere.
Sono, ormai, quasi in
cucina, quando sento la teiera fischiare allegramente avvertendomi che
l’acqua bolle.
Quello che invece non
mi aspettavo di sentire è il singulto spaventato di Hanamichi.
Mi precipito in cucina
dandomi dello stupido per non averlo avvertito, è logico che lui non abbia
mai visto una teiera!!
Penserà che sia un
qualche genere di ‘mostro’.
Sorrido all’idea di
salvare Sakuragi dalla teiera quando giungo sulla soglia della stanza e mi
paralizzo.
La figura di Hanamichi
è interamente avvolta da un alone di fiammeggiante luce scarlatta, i suoi
occhi sono due polle d’oro incandescente.
E’ magnifico e
terribile mentre solleva la mano destra puntandola contro la teiera che
continua a gridare stridula.
Ipnotizzato dalla sua
bellezza non mi rendo conto di quello che sta esattamente succedendo finchè
non lo vedo allargare le dita della mano, la luce attorno a lui viene
risucchiata nel palmo destro dove si condensa in una roboante palla di
fuoco.
L’ultima cosa che sento
prima di lanciarmi verso di lui è la sua voce ringhiare l’ordine: “Fire
Destruction!!”
Continua....
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