Note: Per vostra comodità nella lettura sappiate che quando scrivo Pow di
Hanamichi intendo l'Hanamichi Sakuragi di Kanagawa, idem quando scrivo Pow
di Rukawa mi riferisco sempre a quello di Kanagawa ^^
Crossover II
di Naika
Pow Hanamichi
Il tocco leggero di dita sottili mi riporta
lentamente alla realtà.
Stavo facendo un sogno assurdo...
Mi ero svegliato in un altro mondo!!
C’erano Mitsui e Sendoh vestiti da cavalieri e...
Rukawa... no dico... R.U.K.A.W.A... la volpe
malefica in persona... nel MIO letto!!
E mi stava pure baciando!!
E... cavoli... mi piacev... no no no!!!
Un incubo!
Era un incubo!!
Apro gli occhi e incontro i familiari contorni di
un grande letto a baldacchino.
Ecco lo sapevo che...
AAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHH!!!
Kami no!!
Non era un incubo!
“Stai meglio?”
La voce che ha parlato è inconfutabilmente quella
della volpe.
La mano che mi stava accarezzando era la sua!
Adesso svengo di nuovo.
Sì perchè devo aver perso i sensi quando..
quando... lui.... lui...
“Tesoro..?” mi chiama di nuovo attirando la mia
attenzione.
Ecco appunto!!
Quando ha detto QUELLA parola!!
Lui ha chiamato.. me... tesoro???!!!
Lo fisso con occhi sbigottiti e lui si alza
lentamente dal letto sul quale mi hanno nuovamente sdraiato.
Noto distrattamente che Akira e Hisashi sono
scomparsi.
Si...siamo.... SOLI.
Aiutoooo!
Questo è un maniaco, un hentai!!
Chissà cosa potrebbe farmi e... eh no! calma!
Io sono il Tensasi.
L’unico e il solo duro e puro!
Non ho paura della stupida volpe.
Fosse anche la volpe di un’altra dimensione!!
“Scusami....” mormora voltandosi verso di me dopo
aver posto pochi passi di distanza tra noi “...non dovrei chiamarti così, vero?”
dice fissandomi intensamente per un lungo momento.
“Chi sei tu? E che ne è stato del mio Hana?”
domanda piantando i suoi occhi nei miei.
Come sarebbe a dire il ‘suo’ Hana???
Vuol dire che... il me stesso di questa
dimensione e.. Ru..rukawa.. stanno insieme???
IO CON LA VOLPE????
Rabbrividisco sotto il suo sguardo grigio
ghiaccio.
Voglio tornare a casaaaaaaaaaaa!!!
Le mie dita si stringono inconsapevolmente sul
medaglione.
Ma certo!!
Questo maledetto affare!!
Se mi ha portato qui deve poter anche riportarmi
in dietro no?
“Allora..?” sussurra lui gelido e io sussulto
quando mi accorgo che è di nuovo qui, di fianco a me.
Ma non può fare più rumore quando cammina!!
E’ silenzioso come un gatto!!
“Non hai la cicatrice...” sussurra facendo
scorrere delicatamente l’indice e il medio sopra il mio ventre.
Tremo inconsapevolmente mentre una violenta
vampata di calore mi scuote il corpo per poi lasciarmi improvvisa così com’era
giunta, facendomi rabbrividire di freddo.
Non ho mai provato una sensazione così...
devastante.
Ecco questa è la parola giusta.
Sono così sconvolto che lo sento appena ripetere:
“Chi sei tu?”
Pow Rukawa
L’aria profuma dei primi raggi di sole e del
delicato aroma che i fiori appena sbocciati regalano a quest’aria limpida, così
azzurra e tersa da risultare quasi abbagliante.
Esco di casa richiudendomi la porta alle spalle
con delicatezza.
Mio fratello è tornato tardissimo dalla
discoteca, ieri sera, e non voglio correre il rischio di svegliarlo.
Diventa insopportabile quando dorme poco.
Io invece ieri mi sono coricato presto proprio in
vista di questa levataccia.
La brezza profumata mi accarezza le guance,
infilandosi tra i miei capelli, portandomeli in dietro con la dolce riverenza di
una madre.
Sistemo meglio la sacca sulla spalla e, sistemato
il walkman nella tasca della giacca leggera inforco la bicicletta avviandomi
verso il mio posto preferito.
Mi ci vogliono diversi minuti per giungere a
destinazione ma questo esercizio fisico ha scaldato i miei muscoli impedendomi
così di dover perdere tempo in un noioso riscaldamento.
Giro intorno al campetto e appoggio la bicicletta
in un angolo un po’ riparato prima di gettarvi sopra la giacca della tuta e
appoggiare a terra la sacca sportiva.
Prendo la palla e un asciugamano che incastro tra
i fori della recinzione, per non poggiarlo a terra, e poi comincio finalmente a
palleggiare.
Mi piace il ritmico suono della palla sul
cemento.
Ha un che di ipnotico e intenso come il battito
di un cuore antico.
Poco lontano il mare infrange le sue onde sulla
battigia mentre il vento scuote piano le foglie degli alberi che ombreggiano
questo mio remoto angolo di pace.
Amo questo luogo.
E’ vicino al mare ma non troppo da farvi giungere
le voci chiassose dei bambini e dei bagnanti.
E poi è abbastanza distante dalla strada da non
far arrivare fino a qui il suono del traffico e l’odore di gas che puntualmente
lo accompagna.
Respiro a pieni polmoni l’aria salmastra tendendo
le braccia e il corpo nel momento in cui mi lancio a canestro, librandomi per un
infinito momento tra cielo e terra prima d’insaccare la palla nel canestro.
La frangia mi frusta delicatamente la fronte e io
la soffio indietro con uno sbuffo leggermente divertito e un pallido sorriso.
Comincio a tirare provando varie posizioni, con
calma.
Non ho fretta.
Oggi sono in vacanza.
Lo sarò per tutta la settimana.
Se da un certo punto di vista questo mi permette
di dedicarmi totalmente alle mie due passioni: dormire e giocare, dall’altro un
po’ mi dispiace.
Niente do’aho per i prossimi
sei giorni.
Mi chiedo se quello scemo si è accorto di
qualcosa.
Storco a malapena le labbra mentre un’altro
canestro scivola dentro la retina producendo appena un lieve fruscio.
No, credo proprio di no.
Non per niente lo chiamo do’aho.
Non so da dove arrivi questo mio interesse per
lui e non voglio ancora dargli un nome preciso.
E’ troppo presto e io amo riflettere a lungo
quando si tratta di una cosa importante.
Sì perchè.. in qualche modo importante lo è...
Vorrei riuscire a capire quanto.
E’ solo desiderio...?
Di quello non mi stupirei tanto.
E’ da un po’ che ho capito che non sono le
ragazze a piacermi e, di Sakuragi, ...bhe si possono dire tante cose, ma non che
abbia un brutto corpo.
E’ alto, muscoloso, abbronzato.
Tonico... sodo... hemm.. ok ok... basta con gli
aggettivi che sono in un luogo aperto e soprattutto PUBBLICO!
Quello che vorrei davvero capire e se c’è
dell’altro.
Lui è il primo con cui ho un, seppur strano,
rapporto, per cui non ho parametri per sapere come identificare quello che
sento.
Ohhh! Basta Kaede, non pensare a lui anche oggi!!
Questa pausa mi aiuterà a schiarire la mente e
quando ci rivedremo, allora in base a quello che sento deciderò come muovermi.
Non posso fare altro.
Mi concentro sul canestro lanciando la palla
volutamente contro il ferro per poi spiccare un balzo e schiacciare a canestro.
Atterro con grazia andando a recuperare la palla
che è scivolata fino alla recinzione ma mi blocco quando noto una sagoma
famigliare vagare sul marciapiede, guardandosi forsennatamente attorno.
Ecco fantastico!
Che cosa mi ero appena detto?
Non lo vedo.. non ci penso.
Ma no!
E ti pare che per una volta mi andasse dritta??
Eccolo lì!
Proprio lui!!
Kuso!
Lo sapevo che abita in questo quartiere ma non
poteva scegliere un altro posto per andare a passeggiare!!
Lo spio assumendo la mia solita aria indifferente
quando noto una cosa strana.
Sembra... spaventato?
No, la parola esatta è smarrito.
E poi... dove cavolo va in pigiama?
Sì perchè quello che indossa è un pigiama... un
pigiama bianco con degli orsacchiotti marroni.
La maglia mezza slacciata gli accarezza il torace
muscoloso.
Fa uno strano contrasto... l’innocenza di quel
tessuto morbido e candido sul suo corpo abbronzato, da uomo.
Fa... tenerezza.
Scuoto con forza il capo scacciando l’ultimo
pensiero quando lui si volta verso di me.
In un primo momento il suo sguardo mi oltrepassa
come se non mi avesse visto mentre cerca disperatamente qualcosa che gli sia
vagamente familiare.
Che si sia perso?
Ma non abita qui vicino?
Io stesso l’ho visto di sfuggita, che rientrava a
casa, una sera, tornando da un allenamento durato più del previsto.
Non capisco.
Poi il suo sguardo si posa su di me e i suoi
occhi si spalancano di scatto.
Prevedo la solita sparata megalomane o la
consueta sequela d’insulti quando invece lui sorride sollevato.
Un sorriso luminoso e dolcissimo che non gli
avevo visto mai.
Sembra quasi splendere...
“Kaede!” esclama riportandomi con i piedi sulla
terra, entrando nel campetto di corsa.
“Meno male!” mormora sollevato, avvicinandosi a
me.
Hey... non si sta avvicinando troppo...????
Tutti i mie pensieri si azzerano quando lui si
fionda contro di me, stringendomi in un abbraccio caldo e profumato di sole.
“Kami Kaede.. allora sei qui anche tu! Mi sono
svegliato in una stanza assurda, con questi vestiti strani!! Ho provato a
chiamare qualcuno ma non c’era nessuno!! Allora sono uscito da quel posto, sono
arrivato in strada e mi è passata davanti una cosa che correva... ma SENZA
CAVALLI!!!” esclama staccandosi leggermente da me, sommergendomi con questo mare
di parole senza senso.
Che c’è, ha sbattuto la testa? Non ha mai visto
una macchina in vita sua?
No, no qui c’è una sola spiegazione.
E’ uno scherzo.
Lo fisso deciso a smascherarlo quando mi accorgo
di una cosa.
Mi tiene ancora abbracciato.
Il suo viso è a meno di un
centimetro dal mio.
Ho le sue braccia allacciate
al collo.
Il suo corpo appoggiato
contro il mio.
Kami...
Calma Kaede... respira... espira....
C’è qualcosa che non mi torna!!!
Cioè... siamo ragionevoli... questo non può
essere lo stesso ragazzo che ieri mi ha quasi sfasciato la mascella!!
E’ decisamente uno scherzo.
“Smettila do’aho!” gli ringhio contro con un tono
più duro del voluto, volto a nascondere il fatto che la mia voce si è arrochita.
Lo allontano bruscamente da me facendo un passo
indietro e lui mi fissa stupito, inclinando il capo di lato, perplesso.
Una ciocca carminio gli accarezza la fronte
abbronzata scivolando a velargli lo sguardo dorato.
Hey!! I suoi occhi sono dorati!!
Non solo nocciola ma proprio dorati!!
Da quando ha gli occhi dorati?
Ci dev’essere qualcosa che mi sfugge.
“Chi sei tu?” mormoro prima ancora di
rendermene conto.
Pow Hanamichi
“Io.. io sono Hanamichi Sakuragi e vengo da
Kanagawa” mormoro un po’ titubante.
Questo Rukawa ha l’aria altera e fredda di un
sovrano eppure nei suoi occhi si accende una luce calda quando si posano su di
me.
Mi fa uno strano effetto essere guardato così.
Gli racconto quel poco che ho capito e quello che
mi è successo ieri.
Rukawa rimane in silenzio finchè non ho finito il
mio breve racconto.
Mi si avvicina e allunga una mano per prendere
tra le dita il medaglione ma io scatto indietro come una molla.
Non voglio che mi tocchi di nuovo!
Mi ha fatto provare strane sensazioni prima..
quando.. sì quando...
Arrossisco e lui sbotta un “Do’aho...” lievemente
divertito.
E’ bastardo uguale anche in questa dimensione!
Deve averlo drogato il mio alter ego per riuscire
a portarselo a letto!!
Oddio.. io e la volpe.. a letto... no, no, no,
no!! Non ci voglio pensare!!
“Dunque se tu sei qui... mio marito è in quel
posto... Kanagawa giusto?” mormora perplesso riportandomi al presente.
“Sì.. bhe penso di... TUO COSAAAAAAAA????”
esplodo non appena il mio cervello capisce il significato delle sue parole.
Il volpino mi guarda sollevando un sopracciglio
con grazia.
“Mio marito.” ripete come se fosse la cosa più
semplice del mondo.
“Il mio compagno, il mio amante, la persona che
divide la sua vita con me...” infierisce mentre io sento ogni traccia di calore
lasciare il mio corpo.
“Come lo chiamate voi?” termina sinceramente
perplesso nel vedermi boccheggiare come un pesce scaraventato fuori dall’acqua.
Non.. non solo.. stia..mo.. insieme... ho pure
sposato la volpe???
Voglio morire!!
Com’è possibile?
Forse in questa dimensione Hanamichi non ha
incontrato Harukina!
Ma certo non ci dev’essere altra spiegazione!!
Ma anche così... io e la volpe... sposati...
“..impossibile...” ansimo a malapena.
“Nella tua dimensione non siete sposati?” chiede
sinceramente curioso.
“MA SEI FUORI DI TESTA???” esplodo “CHE SCHIFO!!”
Rukawa mi fissa con uno sguardo gelido e sento un
improvviso freddo avvolgermi.
Dev’essere la luce che brilla nei suoi occhi che
mi da quest’impressione....
Eh no cavoli!!
Qui si gela!
Il mio fiato si condensa davanti alle mie labbra
in piccole nuvolette pallide e poi.. le iridi della volpe... scintillano!
Fino a ieri avrei asserito con convinzione che la
magia non esiste... ma ora.
Il volpino scuote le spalle con un moto di stizza
e la temperatura nella stanza torna normale mentre lui si dirige a passo deciso
verso un grande armadio, ne trae degli abiti d’altri tempi e me li getta.
“Vestiti...” ordina con tono imperioso “...c’è
qualcuno che ti devo presentare!”
“Non prendo ordini da te!” gli ringhio contro
afferrando i vestiti e cominciando a rigirarli tra le mani per capire come
cavolo vanno infilati. Faccio per scostare il lenzuolo e mettermi addosso questa
roba quando mi accorgo che lui mi sta fissando.
“Ti dispiace...” ringhio facendogli cenno di
voltarsi.
“Non c’è parte del tuo corpo che io non abbia
guardato, toccato o... leccato...” sussurra lui con aria sorniona,
facendomi avvampare.
Stringo con forza le mani sugli abiti mentre
Rukawa abbandona la stanza con un lieve sorriso soddisfatto e la, lenta, grazia
altera di chi sa di aver appena schiacciato il suo nemico.
Pow Rukawa
Lui mi fissa per un momento sperduto per poi
abbassare lo sguardo su di me.
Fa scorrere gli occhi su tutta la mai figura
dall’alto in basso prima di puntare nuovamente i suoi occhi nei miei.
Mi da una stranissima sensazione avere il suo
sguardo fisso nel mio.
Soprattutto perchè... nei suoi occhi non c’è
sfida, non c’è rabbia o odio... c’è calore.
Un calore che sembra avvolgermi e proteggermi
nascendo al contempo in lui solo quando mi guarda.
“Ti hanno cancellato la memoria?” chiede
preoccupato avvicinandomisi e allungando una mano per sfiorarmi una guancia con
dolcezza.
Mi ritraggo di scatto più per riflesso
condizionato che per volontà.
Lui abbassa il braccio mentre negli occhi gli
lampeggia un’espressione ferita.
“Non ti ricordi di me...?” mormora piano
abbassando il capo mentre le sue mani prendono a slacciare la giacca del
pigiama.
Oddio.. si spoglia?
Si sta SPOGLIANDO????
Ok.
Ho capito tutto.
La sveglia non è suonata stamattina e io sto
sognando.
Non c’è altra spiegazione plausibile.
La maglia del pigiama si accascia a terra con un
fruscio lasciando che il sole riverberi sul suo petto nudo, tracciando le linee
decise dei muscoli, la morbida curva dei fianchi e...
...una sottile cicatrice?
Quella da dove spunta?
Ho visto il do’hao farsi la doccia tante volte ma
non c’e l’ha mai avuta.
Lui mi si avvicina e presa la mia mano destra se
la posa delicatamente sul ventre proprio sopra quel segno che ha attirato la mia
attenzione.
“Non ricordi Kaede... sono
io... Hanamichi... tuo marito... da questo ventre sono nati i nostri figli...”
Continua....
R: Fi..fi..fi...
N: f.i.g.l.i ^^ Non è difficile
da pronunciare Ru!
R: O_O
N: ^^’’ Ru?
R: O___O
H: Perchè sono ancora quiiii!
Voglio tornare a casaaa!!
N: Non vuoi conoscere Koori
e Hi? ^_^
H: chi???
R_cronache: do’aho! I nostri
figli!
H: fi.. fi.. fi...
N: ma che ha questa parola
di così difficile???
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