Crossover I
di Naika
Pow Hanamichi
Finalmente la Golden Week!
Mi ci voleva un po’ di riposo.
Che bello!!
Da stasera... ben sei giorni senza scuola, senza
allenamenti e soprattutto... senza l’orrida volpe!!
Non lo sopporto!!
Ogni volta che lo vedo mi prudono le mani!
Possibile che me lo debba sempre ritrovare tra i
piedi?
Sembra che
sia destino!!
Mi innamoro della dolce
Harukina e...
Chi ama lei?
No, dico, di tutti quelli che ci sono...
Di chi è innamorata lei???
Di Rukawa!!!
Mi iscrivo al club di basket
e...
Chi è iscritto allo stesso club?
Non ne poteva scegliere un’altro?
Ce ne sono tanti!!
E invece no: rieccolo!!
Lui, la volpe!!!
Insomma Kami lo fai apposta?
Vuoi proprio che lo maciulli?
Guarda che io lo faccio eh?
Però poi non mandarmi in prigione!
Sei tu che me lo metti sempre davanti!!
Che poi non capisco...
E’ da un paio di mesi che me lo ritrovo appresso.
Cioè già prima era continuamente in mezzo ai
piedi ma ora...
...cavoli sembra che abbia studiato i miei orari
solo per darmi fastidio!!!
La mattina arriva quando
arrivo io.
E puntualmente mi tira sotto con la bicicletta.
A pranzo si appollaia sulla
terrazza poco distante da dove io e il Guntai mangiamo.
E puntualmente si addormenta (almeno così non
rompe).
Il pomeriggio arriva in
palestra quando arrivo io.
E puntualmente facciamo a pugni.
E insomma basta!!
Vedo più il volpino che
qualsiasi altra persona che conosco!
E’ mai possibile?!
Mi sono stufato di avere davanti quella sua
brutta faccia.
Bhe brutta...
Va bene, va bene... almeno quando brontolo tra me
e me posso ammetterlo.
Brutto non è.
Però ciò non toglie che sia O.D.I.O.S.O!!
Lo detesto!!
Bah!! Ora non pensiamoci.
Sorrido raggiante mentre accelero il passo.
Non vedo l’ora di togliermi la divisa scolastica
e buttarmi sul divano.
Ho una decina di fumetti in arretrato da
leggere!!
Finalmente una SANA lettura.
Altro che filosofia.
Tsè!!
Un gorgoglio basso proveniente dal mio stomaco mi
ricorda che non solo la mia mente ha bisogno di nutrimento.
Anche perchè quella scrofa di Takamya si è
pappato tutto il mio bento mentre io ero preso da Rukawa.
Tutta colpa del maledetto
volpino!!
Lui e i suoi: “Non perdono chi disturba il mio
sonno...”!!
Solo perchè, arrivati in terrazza, abbiamo fatto
un casino infernale e lo abbiamo svegliato.
Naturalmente io gli ho risposto con un bell’insulto
colorito.
E da lì... rissa!
Mi massaggio il mento che ancora mi duole un po’.
Quel maledetto non se la cava niente male tra
l’altro.
Lo odio!
Lo odio sempre di più!!!
La lotta si è conclusa senza ne vincitori ne
vinti, anche se almeno ho avuto la soddisfazione di vederlo andarsene dalla
terrazza.
Purtroppo in guerra ci sono sempre delle
vittime...
In questo caso il MIO pranzo!!
Perchè quei quattro deficienti, che ho per amici,
si sono accomodati a godersi lo spettacolo e nel frattempo si sono mangiati il
loro e poi anche il MIO pranzo!!!
Fameeeeeeee....
Frugo nelle tasche dei pantaloni traendone
qualche spicciolo e una banconota.
Non è un capitale ma per mangiare basterà.
Cambio direzione imboccando una viuzza laterale,
virando verso il centro, dove so che hanno aperto un nuovo take away.
Il sole sta tramontando ma mi scalda ugualmente
la pelle, quando esco dal vicolo catapultandomi nel via vai di gente che bazzica
per la città.
Oggi in particolar modo sembrano tutti più
felici.
Sarà che cominciano le vacanze!!
E poi, oggi, la maggior parte delle persone che
stanno vagabondando tra i negozi sono studenti.
Le risate e le esclamazioni riempiono l’aria di
entusiasmo.
Ah... che belle le vacanze!
Sono quasi giunto a destinazione, sento già un
delizioso odore di cibo nell’aria, quando un raggio di sole mi acceca.
Scuoto il capo guardandomi attorno notando che
non il sole, ma il suo riflesso su un piccolo specchietto, mi ha colpito.
Fisso cupo l’oggetto, poco lontano, abbandonato
su una coperta colorata, prima di partire a passo di marcia, deciso a punire
l’impudente che ha osato offendere il tensai.
Sorpasso altre bancarelle simili, davanti alle
quali sono ammassate diverse studentesse, fino ad arrivare a quella incriminata.
Con mio sommo dispiacere noto, però, che non c’è
nessuno.
Certo che non è stato prudente lasciare tutto
qui, così, ed andarsene.
Forse il proprietario è a cena.
Bhe... ora che osservo meglio la ‘mercanzia’...
In effetti credo che abbia ben poco di cui
preoccuparsi.
Medaglioni, collane, orecchini, specchietti.
Cianfrusaglie in poche parole.
Sembrano quelle carabattole che vendono le
chiromanti convincendo gli ignari compratori che si tratti di oggetti magici o
porta fortuna.
Le osservo più per curiosità che per vero
interesse quando il suono lieve di un miagolio mi spinge a spostare lo sguardo
un po’ più indietro.
In una grossa cesta di vimini, foderata con
stoffe di vario colore, riposano due micini.
Uno rosso e uno nero, accoccolati uno contro
l’altro.
Sono un amore!!
Chissà se vendono anche quelli.
Il micetto rosso, quasi avesse avvertito il mio
sguardo solleva il musetto che teneva infilato sotto la zampetta del gattino
nero e solleva il capo socchiudendo le palpebre.
Mi fissa per un momento prima di sbadigliare e
alzarsi sulle zampine.
Il micio nero socchiude un occhio solo,
fissandolo, mentre questi zampetta fuori dal suo abbraccio.
Non sembra molto contento di aver perso il calore
del suo compagno ma il micetto rosso scavalca con un balzello la cesta e
trotterella al centro della coperta, ignorandolo.
Si ferma davanti a me sedendosi sulle zampine
posteriori piantandomi due occhioni verde acqua sul viso.
E’ veramente un gattino bellissimo.
Allungo la mano e accarezzo la testolina rossa
delicatamente.
Non vorrei farlo scappare ora che si è
avvicinato.
Ma il micino sembra abituato ad avere a che fare
con gli estranei perchè non scappa e anzi, prende beato a fare le fusa finche un
piccolo suono acuto, di rimprovero, non ci fa sobbalzare entrambi.
Il micio si volta e, seguendo il suo sguardo
noto, solo ora, che dietro la cesta c’è un grosso trespolo di legno levigato.
Con uno sfarfallio di piume bianche un magnifico
gufo delle nevi vi si adagia con eleganza posando i grandi occhi dorati su di
noi.
O meglio... sul gattino.
Il micio rosso fissa il gufo per un lungo momento
e, se non fossi certo che è impossibile, direi quasi che stanno dialogando
telepaticamente.
Il gattino emette un miagolio e abbassa le
orecchie con aria vagamente colpevole mentre il gufo si limita a scuotere piano
le ali.
Che buffo!
Sembra una zia che rimprovera il nipotino perchè
ha combinato qualche pasticcio.
Il micio nero salta fuori dalla cesta a sua
volta, prima di infilare le zampine tra le coperte su cui stava riposando.
Lotta per qualche minuto con le stoffe colorate
prima di afferrare tra i denti qualcosa di luccicante che, con una discreta
fatica, riesce poi a tirare fuori dalla cesta.
Lo trascina fino a noi, e poi me lo porge posando
su di me i suoi enigmatici occhi d’agata.
Mi volto verso il micio rosso e noto che anche
questi mi fissa.
“Miao...” mormora invitante toccando il
medaglione con una zampina.
Non ho il coraggio di controllare ma giurerei che
anche il gufo mi sta guardando.
Che strana situazione.
Sembra che vogliano darmi il medaglione però...
Se quelle disposte sulla coperta sono tutte
stupidaggini...
Bhe... questo è un vero e proprio gioiello.
Allungo la mano titubante e lo prendo.
E’ di un metallo levigato e lucente.
Sembra argento appena lucidato anche se...
A guardarlo più da vicino ha addirittura delle
venature dorate.
Al tatto risulta tiepido.
Forse perchè era sotto le coperte.
Forse...
Lo rigiro tra le mani e noto che sulla superficie
sono incisi strani disegni.
Sono cerchi.
Un’infinità di cerchi che si intrecciano gli uni
negli altri, le circonferenze che si toccano in punti precisi traendo strani
disegni geometrici sulla sua superficie.
E’ bello.
Anche se il disegno non sembra avere un
significato comprensibile, almeno per me.
Tutt’attorno al bordo spiccano le lettere di una
parola.
Lo giro cautamente cercando di capirne il senso
finchè riesco a leggere: CROSSOVER.
Non ci capisco niente.
E poi mi sento stranamente inquieto.
Meglio che lo restituisca e me ne vada.
Non vorrei che qualcuno pensasse che stavo
cercando di rubarlo!!
Alzo il capo porgendo il medaglione davanti a me
ma...
...non c’è più nessuno.
Ne i gatti, ne il gufo.
Nemmeno la bancarella.
Niente.
Niente di niente.
Mi guardo attorno forsennatamente ma nessuno
sembra aver notato qualcosa di strano.
La gente continua a fluire attorno a me con
indifferenza.
Fermo una studentessa che stava parlando con
un’amica a pochi passi da qui e le chiedo stranito se non ha visto una
bancarella con un gufo e due gatti.
Lei mi fissa come se fossi pazzo e poi se ne va
in fretta, con la sua amica, borbottando sui teppisti ubriachi già la sera
presto.
Non è possibile!
Nessuno ha visto niente?
Forse ho sognato.
Forse ho preso un colpo di sole.
Forse...
Abbasso lo sguardo sulle mie mani e le trovo
vuote.
Libero un sospiro di sollievo scuotendo il capo.
Che stupido!
Per un momento mi ero fatto prendere dal panico.
Sospiro di sollievo entrando nel take away.
Ordino e pago alla cassa, cercando di dimenticare
quanto accaduto, ma noto che la commessa mi fissa in modo strano.
“Che c’è?” chiedo, senza capire il motivo del suo
interesse.
Lei arrossisce violentemente “Scusa...” mormora
“... guardavo il tuo medaglione... è bellissimo!” dice entusiasta.
Sbarro gli occhi incredulo portandomi una mano
alla gola.
Ce l’ho al
collo!
Sento distintamente la catenina leggera contro i
polpastrelli.
Afferro il pranzo e schizzo via come una saetta.
Smetto di correre solo quando sono arrivato a
casa.
Abbandono la cena sul tavolo e mi precipito in
bagno.
Lo specchio fuga ogni mio ulteriore dubbio:
...eccolo lì.
In tutta la sua argentea bellezza.
Cerco a tentoni un gancio per slacciarlo ma non
trovo assolutamente niente.
Provo a sfilarlo per la testa ma è troppo
stretto.
A mali estremi, estremi rimedi!
Trovo una pinza e cerco di rompere la catenella.
Si rompe la pinza.
Calma... cerchiamo di mantenere la calma..... CHE
FACCIO!?
Forse a stomaco pieno riuscirò a pensare con più
calma.
Mangio la mia cena ormai fredda accarezzando
distrattamente il medaglione.
Mi faccio una doccia e poi mi stendo a letto.
Non riesco a capire che diamine sia successo.
Strattono un po’ la catenella ma questa non cede
di un millimetro.
Non ho molta scelta.
Domani mattina, presto, tornerò in centro e
cercherò la bancarella e la sua proprietaria.
Dovessi girare tutta la città la troverò e mi
farò togliere questa cosa.
Sì farò così!!
“E magari mi farò spiegare anche cosa vuol dire ‘Crossover’...”
sussurro tra me e me lasciandomi scivolare nel sonno.
...
Avverto una strana sensazione.
Sono avvolto da un torpore piacevole.
Sotto il capo avverto la morbida, profumata,
consistenza dei cuscini.
Contro la pelle nuda la carezza lieve delle
lenzuola di seta.
Dev’essere un sogno.
Io non ho lenzuola di seta.
Una bocca vellutata sfiora la mia in un bacio
leggero e riverente.
Dolce.
Un sospiro di piacere mi spinge a dischiudere le
labbra mentre avverto il tocco gentile di una lingua calda, bagnata, che scivola
dolcemente sul mio viso.
Ho caldo.
Mani sottili mi accarezzano i fianchi e io gemo
piano.
Dev’essere uno di QUEI sogni.
Eppure le sensazioni non erano mai state così
piacevoli.
Così intense.
Reclino il capo all’indietro offrendo la gola a
questa bocca morbida, che sta dolcemente accarezzando la mia pelle mentre un
gemito e un flebile “Haruko...” mi scivolano tra le labbra.
Le mani che tanto gentilmente mi stavano
sfiorando si irrigidiscono di scatto e la bocca che mi stava, così
piacevolmente, venerando, si stacca violentamente dalla mia pelle.
“Chi ca**o è Haruko!?” tuona una voce
fredda, bassa e decisamente... MASCHILE.
Sbarro gli occhi ritrovandomi un volto fin troppo
conosciuto a due centimetri dal mio.
Un volto che mi tormenta tutti i santi giorni.
Un volto che speravo di non vedere per tutta la
prossima settimana!!
No... no... calma... non è possibile... io..
io... sono a letto con... “Ru..rukawa...?” ansimo piano incredulo.
“Do’aho...” sussurra lui fissandomi con la fronte
aggrottata, come se non riuscisse a capire il perchè del mio comportamento.
Ok... sono calmo... calmissimo...
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHH!!!”
Il mio è un grido di puro terrore che fa tremare
tutto il castello.
Castello??????
Mi guardo attorno incredulo.
Questo è un letto a baldacchino?!
Oddio e quei mobili in stile ottocento da
dove sbucano?
E quello fuori dalla finestra... è il mare!
Un mare ghiacciato.. solcato da... velieri??!!
CHE DIAMINE STA SUCCEDENDO!!
“Hana...” la voce del volpino suona preoccupata e
dolce.
“...che cos’hai...?” mormora cercando di
avvicinarsi a me ma io schizzò indietro fissandolo con occhi dilatati dal
terrore.
“Maestà abbiamo sentito un urlo!!” esclama una
voce vagamente familiare da dietro la porta.
L’uscio si spalanca di scatto facendo entrare...
SENDOH???
Oddio quello che è appena piombato nella camera
da letto della volpe è l’orrido porcospino!!!
E’ vestito da cavaliere ma è lui!!
CHE DIAMINE CI FA QUI SENDOH??????
E’ un incubo... non c’è altra spiegazione....
E poi... ecco tutto trafelato spunta anche... non
ci posso credere... MITSUI?!?!
Anche lui è vestito da cavaliere ma mentre
l’abito di Sendoh è bianco e azzurro quello di Mistui è rosso e nero.
Non capisco nienteeee!!!
“Credo sia sotto incantesimo...” mormora Rukawa,
un espressione preoccupata nei suoi occhi grigio ghiaccio.
Hey!! Da quando Rukawa ha
gli occhi grigi???
“Che sia opera di qualche seguace di quel
bastardo di Takano?” sussurra Mitsui fissandomi, senza muoversi, quasi temesse
che io tenti di buttarmi da una finestra.
Siamo pazzi da sulla scogliera la finestra se mi
butto da qui ci rimetto sicuramente le penne!!
Sendoh si accarezza il mento pensieroso mentre
io, rannicchiato in un angolo del letto, il lenzuolo stretto contro il petto, li
fisso, troppo stupito per riuscire anche solo a muovermi.
E poi che c’entra l’allenatore del Ryonan??
“Ma sono passati due anni da quando è morto, dopo
che noi e Honoo abbiamo distrutto l’abitazione estiva di Otis!!”
Gli ricorda Akira.
E chi cavolo è Otis?? E
questo Honoo???
Ci capisco sempre meno!!
Rukawa si muove cautamente verso di me e io
stringo più forte il lenzuolo al petto mandando le mie dita a cozzare contro
qualcosa di caldo e circolare.
Il Medaglione!!!
Oddio... dubbio... terribile dubbio...
“Dove.. dove siamo...?” ansimo piano portando
l’attenzione dei tre su di me.
“Questa è An’tar Hana, la capitale del regno del
Ghiaccio, il più grande dei quattro continenti che formano Zagor.” Sussurra
Rukawa, fissandomi preoccupato “...non lo ricordi... tesoro?”
Continua....
H: aspe... aspetta un attimo
fammi capire bene... tu mi hai.. spedito dentro un’altra fic?! O_O
N: esattamente!!! Cronache
per la precisione! (per chi non l’aveva capito ^_-)
H: ma tu sei malata!!! è_é
N: ^_^ ma nooo! Sarà
divertente vedrai ^_^
H: Ma se io sono qui...
N: ^_______^ L’Hanamichi di
Cronache è a Kanagawa!!!
H_Cronache: che posto è
questo!! Dov’è mio marito?
R: TUO COSA??? O_O
Questo e altro nel prossimo
capitolo.... ^___^
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