Cronache parte
IX
di Naika
Dal Libro dei Luoghi
Le Dimore Celesti
Capitolo terzo
Il cuore della rosa* sia scolpito nella pianura di Zagor luogo di ognuno e
di alcuno, confine tra i quattro regni, punti cardinali dell'uomo e del
mondo.
A Nord si stagli limpida e scintillante An'tar, la capitale del Ghiaccio.
Il suo castello dalle slanciate, candide, torri come pinnacoli di ghiaccio
tra la neve pallida riflettano i raggi argentei della Madre Luna affinché
ogni imbarcazione che solchi i mari scuri e impetuosi possa scorgerla come
baluardo nella notte, come luce nel buio, vita nella morte.
Che i maghi rivestano le pareti del castello delle pietre scintillanti che
sbocciano nelle loro miniere affinchè la luce rifulga sulla capitale in
mille arcobaleni, a scacciare il nero della notte.
A Est si eriga alta e leggera Evrest, la capitale dell'Aria.
Il suo castello fatto di marmo roseo sia leggera pennellata sul cielo
accarezzato dall'alba, leggiadro come il volo della piuma sospinta dal
vento giocoso, come il soffice, carezzevole, abbraccio dei nembi che lo
cela alla vista degli uomini.
Che i guaritori dell'Est coltivino i fiori variopinti dalle proprietà
curative che intrecceranno le loro corolle sui prati della tenuta affinché
qualsiasi viaggiatore possa avvertire il loro profumo anche da lontano,
perchè il vento mattutino sospinga nell'aria limpida i loro pollini dorati
purificando gli animi e i cuori.
A Ovest s'innalzino le possenti mura di Rocrast, la capitale della Terra.
Il suo castello fatto di granito scuro s'incassi nelle possenti montagne
alle sue spalle.
Il sole alto di mezzogiorno scintilli sui suoi bastioni enormi traendo
riflessi bronzei dalle solide torri.
Che i costruttori dell'Ovest lo edifichino grande e accogliente affinché
il pellegrino stanco possa trovarvi riparo e rifocillazione, affinchè tra
le sue mura non debba temere nulla.
A Sud risplenda sgargiante e luminosa Sah'ar, la capitale del Fuoco.
Le flessuose torri arabesche dipinte di rosso ed oro, ad immagine di
fiamma, scintillino, tra le sabbie dorate come la lava che gorgoglia nei
vulcani.
Rifulga rossa com'è rosso il sole del tramonto, dorata com'è dorato il
calore del fuoco.
Che i guerrieri del sud innalzino le loro lame lucenti i suoi bastioni
affinché esse siano visibili dai luoghi più remoti a promessa di giustizia
e pace.
Dal Libro dei Luoghi
Capitale del regno dell'Acqua
Centocinquantesimo giorno del quinto millennio dal Patto di Zagor
Mitsui osservò la lana colorata arrotolata attorno alle sue braccia con
una smorfia mentre Akira mostrava l'ennesimo disegno di una culla alla
regina, che sferruzzava allegramente, seduta poco lontano dal letto, dove
Hanamichi osservava con un sorriso tranquillo i due guerrieri schiavizzati
dalla sua piccola mamma.
Dopo le prime settimane di caos totale che l'avevano completamente
travolto nella frenesia della sua genitrice per i preparativi alla
nascita, sua madre si era infine tranquillizzata.
Dato che ormai aveva messo all'opera tutti i sarti del paese e aveva
incaricato i pittori e i falegnami per la preparazione della nursey, si
era placidamente insediata nella camera del figlio a preparare completini
per il suo futuro nipotino o nipotina che fosse.
Il fatto che Otis non fosse stato in grado di dirle con sicurezza se si
trattava di un maschio o di una femmina l'aveva mandata su tutte le furie,
obbligandola a stravolgere metà dei suoi piani.
Hanamichi posò una mano sul ventre gonfio.
Aveva passato i due mesi successivi all'arrivo di sua madre a lottare con
lei su quasi tutto mentre la volpe se la dava a gambe nel momento stesso
in cui la piccola donna piombava nella camera, senza preavviso,
naturalmente.
Tuttavia la presenza della madre era per lui motivo di conforto, la prima
volta che aveva avuto i crampi, cosa che Otis gli aveva detto essere
normale durante i primi mesi di gravidanza, era caduto nel panico a causa
del dolore e della paura che potesse succedere qualcosa al bambino.
La regina invece aveva cortesemente sbattuto fuori tutti dalla stanza del
figlio, calmandolo con sicurezza, facendolo sdraiare a letto in modo che
stesse più comodo, tranquillizzandolo finchè non era giunto il medico e
gli aveva somministrato un antidolorifico che l'aveva fatto scivolare in
un sonno esausto.
Quando Rukawa aveva saputo che si era sentito male era piombato nella sua
stanza come un fulmine facendo sorridere la regina che li aveva lasciati
soli.
Hanamichi emise un flebile sospiro.
Ormai riusciva a vedere l'amante solo la sera quando questi tornava nella
loro camera per coricarsi e sua madre se ne andava nei propri
appartamenti.
Aveva la brutta impressione che il loro rapporto si stesse raffreddando.
Si vedevano sempre meno a causa dei suoi impegni come re e della sua
immobilità forzata.
E poi non potevano fare l'amore.
Il medico era stato tassativo sull'argomento e l'imperatore aveva scosso
le spalle con indifferenza.
Però più passava il tempo, più il terrore che Rukawa cercasse da altri
quello che lui non poteva dargli gli corrodeva la mente, come un acido che
si fa pian piano strada sulla pelle rilasciando un odore spiacevole di
carne bruciata.
Un giorno in cui Hikoichi era venuto a portargli la corrispondenza il
segretario si era lasciato sfuggire un'indiscrezione sul fatto che a
castello fossero giunti delle donne e degli uomini particolarmente belli
appositamente per vedere il re, l'occhiata ammiccante del segretario e il
fatto che non fosse riuscito a vedere il marito per tutto il giorno
l'aveva messo decisamente sulle spine.
Tuttavia quella notte Rukawa era tornato da lui come sempre, l'aveva
baciato con dolcezza coricandosi accanto a lui e addormentandosi poco
dopo.
Hanamichi era rimasto silenziosamente a guardarlo riposare con quell'aria
innocente che il sovrano del nord assumeva solo quand'era addormentato e
si era detto che le sue erano paure inutili.
Ma il dubbio tornava di tanto in tanto a fargli visita con la sua vocetta
insinuante e il fatto di non poter far altro che stare a letto a pensare
non migliorava certo la situazione.
"Hai detto qualcosa tesoro?" gli chiese sua madre che aveva sentito il suo
sospiro alzando lo sguardo dal suo sferruzzamento per osservare un altro
disegno, piuttosto intricato, di una raffinata culla di legno.
Hanamichi scosse le spalle appoggiandosi meglio ai cuscini. "No niente"
mormorò.
Non ne poteva più di stare sdraiato in quel letto.
Aveva una disperata voglia di uscire e fare due passi, ma il volpino, sua
madre e Otis erano stati categorici nella loro risposta: non se ne parlava
nemmeno.
Qualcuno bussò alla porta distraendolo dai suoi pensieri e poco dopo una
cameriera fece il suo ingresso inchinandosi con grazia.
"Mia signora..." disse rivolgendosi alla regina del Sud "...il sarto
vorrebbe da voi un parere sul colore della stoffa." La informò con garbo.
Roxane annuì lasciando il maglioncino su cui stava lavorando tra le
braccia di Akira.
Seguì la cameriera fino alla porta prima di voltarsi verso i due
cavalieri.
Hanamichi fissava intenzionalmente la finestra per non far vedere alla
madre il luccichio che gli aveva acceso lo sguardo.
Quella era l'occasione che stava aspettando!
Rukawa era impegnato nella sua mensile riunione con i maggiori
rappresentati politici del paese, su madre sarebbe stata distratta dal
sarto e Mitsui e Akira non avrebbero osato fermarlo.
Dopo tutto era colpa loro se si ritrovava bloccato a letto, il minimo che
potevano fare era dargli una mano a scappare alle grinfie di quei due
tiranni per permettergli di farsi un'innocente passeggiata all'aperto!!
"E mi raccomando, voi due, controllate che non si alzi per nessuna
ragione!!!" ordinò la donna con aria minacciosa rivolta ai due capitani
della guardia, che annuirono seri in risposta, mentre Hanamichi sollevava
gli occhi al cielo esasperato.
Lei gli sorrise tranquillamente prima di andarsene chiudendosi la porta
alle spalle.
Hanamichi si adagiò contro i cuscini con un sospiro.
Il suo piano di fuga era andato all'aria prima ancora di cominciare.
Ora che sua madre aveva minacciato i due, difficilmente sarebbe riuscito a
convincerli a lasciarlo andare, a meno di non riuscire a distrarre anche
loro.
Stava rimuginando su che tattica adottare, le mani negligentemente
abbandonate sul ventre, quando avvertì distintamente un piccolo movimento
dentro di se.
Mitsui, che aveva tirato un silenzioso sospiro di sollievo, quando la sua
regina era uscita, scambiando un'occhiata complice con Akira, impallidì
violentemente quando sentì Hanamichi sussultare.
Il figlio del ghiaccio si voltò di scatto verso il letto, balzando in
piedi come una molla, quando notò che il consorte reale aveva gli occhi
spalancati e entrambe le mani appoggiate sul ventre.
"Hanamichi che c'è ti senti male?" chiese preoccupato Mitsui lanciando di
lato la lana colorata per avvicinarsi al letto.
Il principe spostò lentamente su di lui gli occhi spalancati dallo
stupore.
"Scalcia" sussurrò.
Mitsui lo fissò senza capire prima di sgranare gli occhi a sua volta.
"Il bambino..." mormorò Hanamichi incredulo "...si muove. L'ho sentito"
mormorò mentre le iridi dorate diventavano improvvisamente liquide.
Akira lo fissò raggiante mentre sul volto di Mitsui si disegnava un
sorriso dolce.
"E' magnifico" esclamò.
"Devo andare da Kaede" sentenziò il rossino scattando in piedi e
afferrando la vestaglia di damasco rosso appoggiata accanto al letto prima
di dirigersi velocemente verso la porta.
Mitsui fece un passo in avanti per fermarlo ma Akira glielo impedì
posandogli una mano sul braccio.
"Lascialo andare, questa è una cosa che devono condividere ora" mormorò
scuotendo piano il capo.
Mitsui annuì lasciando che il suo amico sparisse oltre la soglia mentre la
sua attenzione veniva catalizzata dalla mano candida che era ancora ferma
sul suo braccio.
Il calore di quell'arto, chiaramente percepibile anche attraverso il
tessuto spesso, gli dava una strana sensazione.
Sollevò il capo incontrando gli occhi blu del figlio del ghiaccio che lo
fissava in silenzio.
Non avevano più parlato di quello che era accaduto nella prigione.
Hisashi aveva cercato di evitarlo il più possibile o di essere sempre in
compagnia di altre persone quando lo incontrava ma il magnetismo che
sembrava legarli li attirava uno verso l'altro in continuazione e non
riusciva più ad ignorare quei pozzi blu sempre fissi su di lui.
"Maestà aspettate, non potete! E' una riunione importante..." il
ciambellano cercava invano di arrestare l'avanzata del consorte reale
zompettandogli davanti finchè Hanamichi, stancatosi delle sue continue
lamentele, lo spostò di lato con un braccio, spalancando la porta della
sala delle udienze senza preoccuparsi minimamente del fatto che indossava
soltanto una vestaglia sopra il pigiama.
Nella sala, in cui una decina di uomini, tutti riccamente vestiti, stavano
discutendo, cadde il silenzio mentre i volti, per lo più sconosciuti al
rossino, dei più importanti rappresentanti politici del paese, si giravano
a fissare stupiti il nuovo arrivato.
Rukawa seduto sull'alta poltrona, riservata al sovrano, dall'altra parte
della stanza, alzò il capo sorpreso dalle carte che il ministro dei
trasporti aveva sottoposto alla sua attenzione, per osservare il suo
sposo.
I capelli scarmigliati, la vestaglia allacciata in fretta sul pigiama di
seta bianco.
"Che diavolo ci fai in piedi tu?" tuonò preoccupato balzando in piedi.
Hanamichi mormorò un: "Scusatemi" rivolto ai ministri prima di raggiungere
il consorte, afferrarlo per una mano, e trascinarlo nello studio
adiacente.
"Hana ma che..." Rukawa non riuscì a finire la frase.
La porta si era chiusa alle spalle del rossino con un tonfo da pochi
secondi che il ragazzo gli aveva gettato le braccia al collo chiudendogli
la bocca con la sua.
Rukawa dopo il primo minuto di stupore e confusione generale lo strinse
dolcemente se ricambiando il bacio.
Si separarono dopo alcuni istanti.
L'imperatore lo accompagnò fino al divano facendolo accomodare e sedendosi
accanto a lui.
Si sentiva un po' in colpa, negli ultimi mesi non gli era stato molto
vicino.
Riuscivano a vedersi sempre meno.
Però la reazione del suo sposo gli sembrava esagerata!!
Lo fece accoccolare tra le sue braccia accarezzandogli una gota con le
labbra.
"Hai interrotto la riunione solo per farti coccolare un po'" gli sussurrò
Rukawa che nonostante le parole proferite non era affatto arrabbiato.
Hanamichi gli sorrise raggiante afferrando una delle mani del sovrano e
slacciata la vestaglia gliela fece posare sulla leggera seta candida che
copriva il suo ventre.
"Ascolta" gli sussurrò fissando il volto del compagno per coglierne ogni
piccola espressione.
Rukawa corrugò la fronte senza capire che cosa doveva ascoltare, ne perchè
Hanamichi gli aveva fatto mettere una mano sullo stomaco, quando sotto il
palmo avvertì distintamente un piccolo colpo.
Spalancò gli occhi incredulo voltandosi verso Hanamichi che gli sorrideva
euforico.
"Hana..." mormorò in un soffio.
Il rossino annui piano "Si muove" rispose.
Rukawa rimase immobile per un momento, fissando l'amante negli occhi,
prima di chinarsi a chiudere nuovamente le sue labbra con le proprie in un
lungo bacio.
Si staccarono lentamente, Hanamichi appoggiò il capo sulla sua spalla con
un sospiro.
Era da tanto tempo che lui e Rukawa non avevano occasione di restare
semplicemente da soli.
Il figlio del ghiaccio gli accarezzò i capelli con dolcezza stringendolo
possessivamente a se rimanendo in silenzio per alcuni minuti semplicemente
godendo di quella sensazione di piacevole tranquillità finché d'un tratto
Hanamichi non sollevò il capo stupito.
"Che cosa c'è tesoro?" gli chiese un po' preoccupato Rukawa.
"Io... io..." balbettò Hanamichi portandosi entrambe le mani al ventre.
"Ti senti male?" gli chiese apprensivo Rukawa ma Hanamichi scosse il capo.
"No.. però... Chi... chiameresti Otis per favore?" gli chiese.
Sembrava... confuso.
L'imperatore allungò la mano sempre più preoccupato scuotendo con forza un
piccolo campanellino d'argento posato accanto al divano.
Un paggio comparì immediatamente dinanzi a loro, entrando da una piccola
porta laterale, inchinandosi con grazia.
Rukawa gli ordinò di chiamare immediatamente il medico di corte e il
ragazzo con la divisa bianca e argento della casata reale sparì
velocemente dalla stesa porticina da cui era venuto con l'ennesimo
inchino.
I minuti passarono pesantemente silenziosi, finchè l'inconfondibile rumore
della porta che si apriva non annunciò l'arrivo del mago, accompagnato dal
suo solito assistente.
"Mi avete fatto chiamare maestà?" chiese inchinandosi.
Hanamichi fissò l'uomo prima di parlare con voce tesa.
"Il bambino ha cominciato a muoversi" disse e il medico annuì.
"E' un buon segno maestà non vi dovete preoccupare." lo rassicurò ma
Hanamichi non aveva terminato di parlare.
"E' solo che ho sentito..." mormorò abbassando lo sguardo sul ventre.
"Cosa?" chiese il medico curioso
"Due calci." mormorò il rossino.
Rukawa sollevò un sopracciglio sorpreso mentre il mago corrugava la
fronte.
"Intendete uno dopo l'altro?" chiese poggiando il borsone sul tavolino di
vetro dinanzi al divano prima di appoggiare a sua volta le mani sul ventre
del ragazzo che scosse il capo.
Otis spalancò gli occhi incredulo mentre Rukawa passava lo sguardo
dall'uno all'altro sempre più pallido.
"Lasciatemi controllare ancora un volta" mormorò il medico concentrando il
suo potere.
Le sue mani presero a scintillare candide mentre il rossino chiudeva gli
occhi attendendo.
"Per la Madre Luna!" esclamò il mago impallidendo violentemente.
Hanamichi emise un sospiro stringendo la mascella.
Non aveva bisogno che il medico dicesse altro.
Otis sollevò lo sguardo per fissare il suo re che aveva assistito immobile
a quello scambio di battute.
Rukawa conosceva quello sguardo negli occhi del medico di corte.
L'aveva già visto una volta sul suo volto e pochi minuti dopo gli era
stato comunicato che Hanamichi aspettava un bambino.
Non osava immaginare cosa...
"Ecco perchè non riuscivo a capire se era maschio O femmina!" disse il
medico incredulo.
"Sono un maschio E una femmina!"
Hanamichi emise un lamento mentre Rukawa spalancava gli occhi.
"Du.. due?" balbettò.
Otis annuì con il capo, a sua volta troppo stupito per aggiungere altro.
Rukawa passò lo sguardo dal medico pallido al ragazzo accoccolato tra le
sue braccia, gli occhi chiusi e la mascella serrata come se stesse
cercando di trattenersi dall'esplodere.
Due.
Hanamichi aspettava due bambini.
"AKIRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!"
tuonò il sovrano con un urlo che fece tintinnare le pesanti vetrate delle
finestre.
"Akira io..." mormorò Mitsui mentre le sue gambe si muovevano quasi
inconsciamente verso l'altro.
Gli occhi del figlio del ghiaccio scintillarono.
"Hisashi qualsiasi cosa tu pensi di me, a torto o a ragione... voglio che
tu sappia che con te non sto giocando." gli disse serio il capitano della
guardia imperiale.
Mitsui sorrise al ragazzo dai capelli a punta.
Che cosa provava per lui?
Attrazione, certo.
Desiderio, non poteva negarlo.
Ma quella luce che brillava nei suoi occhi blu...
Quella sicurezza che conteneva la sua voce per una volta seria...
Quel sentimento che l'altro gli porgeva...
Poteva ricambiarlo?
Voleva ricambiarlo?
Akira aveva detto che con lui non stava giocando.
Doveva rischiare?
Sendoh gli sorrise di rimando prima di chinare, lentamente, il capo verso
di lui.
"Niente sfide questa volta..." sussurrò ad un soffio dalle sue labbra.
Mitsui rimase immobile gli occhi scuri in quelli blu del figlio del
ghiaccio.
Niente sfide aveva detto.
Niente giochi...
Le labbra del moro ad un soffio dalle sue...
Niente giochi, ripetè a se stesso prima di allungare il viso verso di lui.
"AKIRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!"
L'urlo del sovrano del ghiaccio fece sobbalzare i due che si affrettarono
ad allontanarsi fissandosi sorpresi.
"Che... che cosa?" balbettò Sendoh incerto.
Aveva già sentito quell'urlo una volta e aveva dovuto passare i tre giorni
successivi in carcere.
Deglutì mentre entrambi si dirigevano ai piani inferiori.
Trovarono il ciambellano che fissava tremante la porta dello studio.
Sendoh guardò il suo compagno prima di appoggiare la mano sulla maniglia
lentamente.
Ebbe appena il tempo di aprire la porta che si ritrovò gli occhi
incandescenti del suo sovrano puntati in viso.
"Mi... mi avete chiamato?" chiese, come se tutto il castello non fosse
rimbombato a quella convocazione.
Mitsui osservò attentamente il re adirato, il suo principe seduto accanto
a lui sul divanetto le mani strette intorno al ventre e gli occhi chiusi.
Otis lanciò un'occhiata ai quattro prima di decidere saggiamente di
togliere il disturbo.
"Cos'è successo?" chiese Mitsui preoccupato per la salute del suo sovrano
che gli sembrava un po' pallido.
"Maestà state bene?" chiese rivolto al rossino avvicinandoglisi.
Hanamichi aprì gli occhi e fissò il suo capitano delle guardie con un
sorriso strano.
"Sì sto bene Hisashi" lo rassicurò "E' solo che abbiamo appena scoperto
una cosa.." mormorò passando lo sguardo da lui a Sendoh che li guardava
senza capire.
"Cosa?" chiesero in coro i due.
Hanamichi lanciò un'occhiata al suo sposo le cui iridi era passate
violentemente dal blu al grigio intenso.
"Quante misure di Maternis hai messo nella pozione, Akira?" chiese Rukawa,
lo sguardo argenteo piantato sul volto sempre più pallido del suo
capitano.
"S..sei" balbettò questi.
Rukawa strinse la mascella "Il doppio di quello che era indicato nel libro
degli incantesimi" constatò con voce pericolosamente bassa.
"Sì ma.."
"Hanamichi non aspetta un bambino..." gli disse gelando le sue proteste
sul nascere.
Mitsui e Sendoh lo fissarono sgranando gli occhi.
"Ma come? " protestò il primo "E le nausee, i malori allora a cosa erano
dov.."
"...ne aspetta due!" lo interruppe Rukawa.
Mitsui aprì la bocca un paio di volte boccheggiando senza trovare niente
da dire.
"Ge...gemelli?" ansimò invece Sendoh.
"Un maschio e una femmina pare" specificò Hanamichi scuotendo il capo come
se con quel gesto cercasse di scacciare la confusione che doveva regnare
nel suo animo in quel momento.
Rukawa gli accarezzò la vita dolcemente per rassicurarlo prima di tornare
a fissare cupo il suo capitano.
Akira fece un passo indietro lentamente mentre con la stessa gelida
lentezza Rukawa si alzava.
"Ru..." cercò di richiamarlo Hanamichi senza molto successo mentre l'altro
avanzava verso Sendoh che, in perfetta sincronia con lui, retrocedeva.
"Comincia a correre" sussurrò gelido Rukawa mentre l'aria attorno a lui
scricchiolava ghiacciandosi.
Akira non se lo fece ripetere due volte fiondandosi fuori della porta
mentre un inferocito imperatore gli si lanciava all'inseguimento.
Mitsui restò a fissare la porta spalancata e il ciambellano, che si era
bruscamente fatto da parte per far passare i due, prima di voltarsi verso
il suo signore.
"Credi che l'ucciderà?" chiese lievemente preoccupato.
Hanamichi lo osservò, inclinando il capo di lato con curiosità, notando la
sua apprensione e il capitano si affrettò ad aggiungere "Non che mi
interessi beninteso!"
Il principe corrugò la fronte ma scosse le spalle.
"No, non lo ucciderà" disse tranquillamente prima di alzarsi e stringersi
la vestaglia introno al corpo.
Mitsui tirò un sospiro di sollievo prima di indicare la porta all'amico.
"E' meglio se torniamo di sopra." mormorò "Se la regina Roxane torna e non
ti trova a letto succederà il finimondo!!" borbottò.
Hanamichi emise una piccola risatina scuotendo le spalle "Aspetta che
sappia che sono due..." mormorò passandosi una mano tra i capelli carminio
con fare rassegnato.
Sembrava che niente riuscisse più a sconvolgerlo ormai.
Mitsui invece spalancò gli occhi al pensiero della reazione della madre
del rossino.
Ripercorse, con un brivido di terrore, quei due mesi fatti di preparativi,
sarti, pittori, artigiani che andavano avanti e indietro e provò
mentalmente a moltiplicare quel caos per due.
"E se chiedessimo asilo politico a Fujima?" gemette.
Le previsioni di Mitsui non vennero deluse.
La madre di Hanamichi quando seppe che i nipotini erano due e non uno
rivoltò l'intero castello come un calzino mobilitando persino gli
stallieri perchè portassero messaggi ai sarti più lontani.
Hanamichi stava seduto sul grande letto osservando diversi campioni di
stoffa colorata che sua madre gli mostrava, Mitsui era appena stato
spedito a contattare il fabbro, mentre Akira era uscito a cavallo per
andare a prendere un famoso artigiano del legno che sarebbe giunto
dall'Ovest quando decise di provare a valutare la veridicità di un'idea
che si stava facendo strada nella sua mente da un po'.
"Mamma?" la chiamò distraendola dalle sue valutazioni.
"Dimmi tesoro?" disse lei posando i campioni di stoffa per fissare il
figlio.
Hanamichi le sorrise "Mi aiuteresti a fare una cosa?" le chiese mentre gli
occhi dorati gli scintillavano furbescamente.
La donna inclinò il capo di lato curiosa.
Conosceva quel ghigno sul volto del figlio.
Stava meditando qualcosa.
"Ma certo!" esclamò con un sorriso luminoso.
"CHE COSAAAAAA?" tuonò Mitsui fissando l'amico incredulo.
Hanamichi annuì felice "Mi sembra un'ottima idea no?" chiese allegramente
sondando con attenzione le reazione del suo capo delle guardie.
Come aveva previsto nel suo sguardo c'era sgomento e preoccupazione.
"Lord Sendoh non ha una fidanzata ufficiale quindi perchè non fargli
sposare mia sorella?" disse ripetendo la sconvolgente proposta che aveva
fatto con casualità quel pomeriggio quando si erano ritrovati, per
l'ennesima volta, tutti nella camera reale a seguire le direttive della
vulcanica regina del Sud.
Mitsui fissava allibito il suo sovrano che sorrideva tranquillo.
Roxane fissò prima uno poi l'altro con un sorriso radioso.
"Mi sembra una splendida idea!" disse battendo le mani con l'entusiasmo di
una bambina "Certo ne devo ancora parlare con mio marito e Hana-chan non
ha chiesto niente a Kaede però mi sembrerebbe un'ottima manovra politica
vi pare?" disse scambiando un occhiolino con il figlio quando Mitsui si
voltò a fissare Akira deglutendo a vuoto.
"Non... non mi sembra una buona idea..." mormorò questi prima di rendersi
conto di aver parlato a voce alta.
"No?" gli chiese innocentemente Hanamichi "Perchè?"
Ora tutti e tre fissavano lui.
La sua regina con la stessa espressione innocente del figlio, Akira con
curiosità.
"A meno che lei, Lord Sendoh, non sia innamorato già di qualcuno..." disse
candida la regina fissando il ragazzo che lanciò uno sguardo intenso al
figlio del fuoco prima di rispondere.
"In effetti sì... però non so se questa persona mi ricambia" mormorò senza
staccare gli occhi da quelli scuri del capitano della guardia reale.
Hanamichi dovette mordersi le labbra per non ridere apertamente, mentre
sua madre continuava imperterrita il suo piano.
"Oh beh allora tanto vale che tu sposi mia figlia no?" disse entusiasta.
"Così potremmo preparare il battesimo in concomitanza con il matrimonio!
Sarebbe bellissimo non vi pare. E poi quando anche voi avrete dei bambini
potranno giocare con quelli di Hana-chan che così non si sentiranno soli
in quest'immenso castello."
Programmò allegra la donna mentre Mitsui diventava sempre più pallido.
Hanamichi annuì cercando di rimanere serio "Sempre naturalmente che quella
persona non ti ricambi..." disse allusivo.
Hisashi strinse i pugni nervosamente.
Se Sendoh avesse accettato?
Infondo si trattava davvero di un'ottima mossa politica che sarebbe stata
vantaggiosa per entrambi i regni.
Però allora lui...
Si rese conto improvvisamente che la sola idea del moretto legato
indissolubilmente a qualcuno che non fosse lui non solo gli dava
fastidio... lo mandava letteralmente in bestia.
Ma perchè diavolo Akira non diceva niente?!?!?
"No" disse serio.
Akira che aveva fissato la madre di Hanamichi con un sorriso
accondiscendente si voltò sorpreso, verso il guerriero del fuoco
mortalmente serio.
"Cioè volevo dire sì" si confuse Mitsui mentre Hanamichi sorrideva
soddisfatto.
"Sì cosa?" gli chiese fingendo di non capire Roxane.
"Sì, io credo che quella persona ti ricambi" mormorò fissando Akira negli
occhi.
Sendoh sorrise.
Un sorriso dolcissimo molto diverso da quello che gli incurvava
solitamente le labbra.
"Allora dovrò per forza rifiutare la vostra proposta maestà" mormorò
rivolgendosi alla donna che si finse dispiaciuta.
"Oh è un vero peccato." Mormorò infatti Roxane.
Hanamichi sorrise allegramente "Già. Sarebbe stato divertente averti come
cognato" disse scuotendo le spalle.
"Oh beh poco male" disse Roxane alzandosi dal divano sul quale era seduta
e spolverandosi l'ampia gonna di velluto rosso trapuntata d'oro.
"Vieni tesoro il pittore a quest'ora dovrebbe aver finito di dipingere la
camera per i miei nipotini così mi dici che cosa ne pensi del colore"
propose toccando il braccio del figlio che si finse interessantissimo,
alzandosi dal divanetto a sua volta.
"Ma certo" acconsentì seguendo la madre fuori della stanza.
Non appena la porta si richiuse alle loro spalle il rossino cominciò a
ridacchiare.
"Sei stata perfetta!!" esclamò ricevendo in risposta un ghigno soddisfatto
"Sono un tensai, lo so!"
"Quello sono io!!!" protestò lui prima che tutti e due scoppiassero a
ridere.
"Cosa credi che faranno ora?" gli chiese lei mentre si dirigevano alla
nursey.
Hanamichi scosse le spalle con un luccichio negli occhi.
"Dallo sguardo che aveva Mitsui direi che si dichiareranno e poi spero
solo che non lo facciano sul MIO letto"
"Bene penso che approfitterò di quest'occasione per vedere che combina la
volpaccia" disse soddisfatto il rossino dirigendosi verso l'ampio scalone
che portava ai piani inferiori.
"Hana-chan guarda che non stavo scherzavo, ho promesso al pittore che
saremmo andati a controllare come procedono i lavori!!" protestò la donna
mettendosi le mani sui fianchi.
Hanamichi arricciò il naso "L'odore della vernice mi fa venire la nausea,
mamma, e poi mi fido del tuo giudizio" le disse con una scrollata di
spalle.
Aveva passato settimane a decidere i colori di tende, lenzuola e
tappezzerie varie, non ne poteva più!!!
Preferiva di gran lunga andare a trovare la volpe che sicuramente stava
lavorando nel suo studio.
"Non dovresti andare in giro da solo e se ti senti male?" protestò la
donna preoccupata.
Hanamichi sollevò gli occhi al cielo e stava per protestare che doveva
solo scendere il lungo scalone che portava al piano inferiore per
raggiungere lo studio del marito, quando una voce alle loro spalle li fece
sobbalzare entrambi.
"Lo accompagno io mia signora, non si preoccupi." propose Hikoichi
emergendo dalle ombre del corridoio di fronte a quello da cui provenivano
loro.
Il segretario reale sorrise, nella mani una lunga pergamena arrotolata.
"Stavo giusto andando da sua maestà per consegnargli questo messaggio"
disse alludendo al foglio che portava il sigillo reale.
Roxane passò lo sguardo da Hikoichi al figlio scuotendo le spalle.
"Oh bhe, allora va bene" acconsentì.
Hanamichi scosse il capo esasperato ma non disse nulla, per esperienza
sapeva che se avesse parlato non sarebbe più riuscito a raggiungere la
volpe.
"Andiamo?" gli chiese Hikoichi indicandogli l'ampia scalinata che portava
ai piani inferiori con un sorriso strano.
"Certo!"esclamò allegramente Hanamichi avviandosi mentre la madre si
allontanava nel corridoio diretta alla nursey.
Hikoichi osservò la donna scomparire dietro un angolo e il suo sorriso si
allargò mentre si avvicinava alle spalle del sovrano che aveva cominciato
a scendere i primi scalini.
Con un unico gesto di entrambe le braccia appoggio le mani sulla sua
schiena.
Hanamichi ebbe appena il tempo di voltarsi stupito, che con una forte
spinta, il segretario lo fece rotolare giù dalle scale.
Continua....
(* mi riferisco alla rosa dei venti)
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|