Dopo tanto tempo, eccoci di nuovo qua…n.d.Hymeko
Vedi di farci metter assieme in fretta! n.d.Seto+Yami
Oggi mi divertirò tanto…n.d.Hymeko
O_o???!!! n.d.Seto+Yami



Crazy cards, crazy bar

di Hymeko

Kaiba osservò divertito il ragazzo accanto a lui. Non gli arrivava alla spalla, sfiorava a malapena il suo gomito…
‘Capelli esclusi, naturalmente'
(non iniziamo…n.d.Yugi)
…eppure una buona fetta della sua vita futura dipendeva da quella creatura silenziosa.
‘Incredibile…'
pensò fra sé, senza scomporsi esteriormente.
Anche se, davvero, si stava divertendo.
‘Sebbene forse non dovrei…'
si rimbrottò da solo, cercando di trovare le parole giuste.
Non sapeva cosa il Faraone e Yugi si fossero detti, in quei giorni. Solo che, nonostante la promessa fattagli prima di separarsi, il suo quasi ragazzo non lo aveva richiamato. Un misero sms, e basta.
Poi il vuoto, fino alla ripresa della scuola. Dove Yugi aveva fatto attenzione a esser sempre scortato da quel branco di inutili appendici che chiamava amici.
Rabbrividì. Non ci aveva pensato. Mettersi col Faraone avrebbe voluto dire anche accollarsi quella marmaglia?
‘Speriamo di no…'
La sola idea che Jono-uchi, o quella rintronata di Anzu, si unissero a un loro appuntamento, gli faceva venir voglia di girarsi dall'altra parte, e rimettere i dolcetti che aveva preso col tè delle cinque.
Scosse la testa, gustandosi il vento freddo. Le giornate si erano leggermente scaldate, ma il loro fiato saliva ancora visibile verso le nuvole.
Il laghetto di Ueno non era ghiacciato, ma le barche a remi erano tutte a riva. Nessuno sano di mente avrebbe voluto uscire, con quell'aria. Anche la riva era vuota. A parte loro.
Immaginava che fosse per quel motivo, che Yugi lo avesse portato lì. Sperava solo che si desse una mossa, o a Mokuba sarebbe venuto un colpo, non vedendolo rientrare in ufficio. Suo fratello che saltava quasi un intero pomeriggio di lavoro…roba da matti.
Beep beep beep
Il palmare lo avvertì che erano arrivati dei documenti.
‘Gran tempismo'
considerò, lanciando un'occhiata al compagno di classe.
L'altro prima annuì, poi scosse la testa, e quindi sospirò…scocciato, Kaiba prese l'iniziativa e andò a sedersi ad un tavolo di cemento…non aveva intenzione di rimanere in piedi a studiare quel file, senza che l'altro si decidesse a dire qualcosa.
‘E muoviti, è così difficile dirmi che potrò fargli tutto quello che vorrò quando vorrò dove vorrò?'
Sospirò di nuovo. Almeno il documento era interessante.
………
Era passata quasi un'ora, e nessuna voce umana aveva interrotto il lavoro del presidente.
I corvi gracchiavano nel cielo, sonori come solo a Tokyo potevano essere. Se la stagione fosse stata diversa, le cicale avrebbero frinito nell'erba.
In quel momento però, doveva accontentarsi di indici di borsa che salivano e piccoli tintinnii ogni volta che guadagnavano altri dieci milioni di yen. Era inutile, fare soldi gli riusciva talmente naturale, che quasi non se ne accorgeva. Persino il patrigno se n'era stupito.
Si morse l'interno del labbro, quello stupido di Yugi, col suo silenzio, lo stava portando verso pensieri deviati!
Ringhiando piano, si infilò un auricolare, accendendo il lettore mp3. La musica di Chopin lo fece rilassare un po', annullando i rumori attorno a lui. Gli piaceva quella musica. Era pura arte.
Anche se l'unico suono che desiderasse davvero sentire gli era ancora negato.
Una folata di vento più freddo delle altre li fece rabbrividire. La sera stava calando, e lui aveva fatto in tempo a sbrigare tutto il lavoro, e a svagarsi un po' col suo archivio digitale.
Aveva raccolto un sacco di foto dei duelli del Faraone, con la scusa di studiarlo.
In realtà, la sua mente studiava qualcosa d'altro…
‘Sarà un pensiero cattivo, ma quando si inarca gemendo, per il dolore causato dalla perdita dei Life Points, è così sexy…'
Scrollò la testa, passando a Internet. Frequentava sotto falso nome dei siti dedicati a loro, e si divertiva molto nel leggere le battaglie fra i suoi sostenitori, e quelli di Yugi.
‘Se sapessero che a duellare è un fantasma egizio…'
Sbadigliò, sistemandosi il soprabito. Iniziava a fare fresco…quanto ancora ci avrebbe messo l'altro, a parlare?
‘È ora di dargli una scossa'
“Yugi?”
“Ah!”
Il ragazzo sussultò, guardandolo spaesato. Sembrava essersi appena risvegliato dal sonno.
‘Probabilmente stava parlando con lui…'
Ecco, quella era una delle poche che gli invidiava. L'unica, forse. Con la possibilità di poterlo vedere sempre.
“Allora?”
La sua voce non mostrò segni di stanchezza, o di irritazione. Era spazientito, vero. Ma si sarebbe comportato come in una di quelle noiosissime riunioni d'affari che ogni tanto gli toccavano: avrebbe gentilmente annuito, e aspettato. Fino alla fine. Lui era il presidente della Kaiba Corporation. Semplicemente il migliore.
Yugi abbassò il capo, sospirando sonoramente. Le dita sottili accarezzarono la superficie ruvida del tavolo di cemento.
Non aveva idee. Non sapeva da dove iniziare.
Sbirciò Kaiba, che lo guardava in silenzio.
Non poteva sfuggirgli, oltretutto era stato lui a portarlo lì.
Appoggiò i palmi sul cemento, il mento sul dorso delle sue mani.
Non sapeva cosa fare…se fosse stato qualcun altro, avrebbe parlato con lui. Ma quello era…
Non cambia nulla
Gli occhi d'ametista si spostarono sullo Spirito del Puzzle.
Come?
Parla con lui. Ti ascolterà

Yugi inarcò un sopracciglio. Il Faraone doveva essere impazzito.
Come puoi esserne tanto sicuro?
Non lo capiva…quello che avevano di fronte era uno dei ragazzi più testardi del globo.
Perché tiene a me
Sembrava così sicuro…Yugi si rassegnò, ed annuì.
“Il Faraone…mi ha detto…raccontato…di voi”
L'altro assentì, e dopo aver posato i gomiti sul tavolo, intrecciò le dita lunghe e vi posò il mento sopra. Sembrava pronto a una guerra.
“…apprezzo che abbiate evitato di…insomma…”
Avvampò, e si bloccò. Non riusciva più a parlare, tantomeno a guardarlo.
“Salta pure”
Un piccolo sorriso d'incoraggiamento, su quelle labbra che raramente s'erano piegate in qualcosa di diverso da un ghigno di spregio…Yugi si chiese fin dove arrivasse il sentimento, fra quei due.
“Voi due…volete mettervi assieme”
L'aveva detto. Finalmente. Il primo passo verso l'accettazione.
“…sì”
Kaiba non negò. Non sarebbe stata la via per raggiungerlo. Verità, chiara e limpida.
“Ma il corpo è mio”
“Già”
Il problema di fondo. Cui tutto ruotava attorno.
“E voi vorreste…arrivare sino alla fine”
Il sorriso di Kaiba si incurvò un po' di più:
“Ci piacerebbe”
“Col mio corpo”
Non aveva idea di che fare. Voleva davvero che il Faraone fosse felice, ma…farselo mettere dentro da Kaiba…vero che non sarebbe stato lui, tecnicamente, a riceverlo…però…era della sua verginità, che si parlava…e nei suoi sogni, era con Anzu che diventava un vero uomo…
“Se avessimo alternative, le sfrutteremmo”
Avrebbe quasi voluto sbattergli in faccia che sarebbe bastato che non si fossero messi assieme, ma l'ansia che sentiva provenire dal suo alter ego lo dissuase. Incredibile a dirsi, ma l'antico regnante teneva davvero al ragazzo seduto di fronte a loro.
Kaiba…
Ti piace davvero così tanto?
Il Faraone gli sorrise piano:
Io provo per lui ciò che tu provi per Anzu…
…siamo a posto allora

Era davvero sconfortante…non c'era nulla da fare…non poteva che scegliere.
Guardò il compagno di classe. Doveva ammettere di essere piacevolmente sorpreso. Credeva che l'avrebbe sbattuto contro un albero, e strozzato fino a che non avesse avuto la risposta che desiderava.
‘Probabilmente, in un'occasione diversa, l'avrebbe fatto'
Ma si stava trattenendo. Per il Faraone. Era già qualcosa…
Mio alter ego…non temere…
Lo so…io mi fido di te, ma…vorrei esser rassicurato anch'io…
Non ti deluderà
Lo spero

“Kaiba-kun…”
Strinse i denti. Era ora di farsi coraggio.
“…perché dovrei dire di sì?”
Il presidente lo fissò. Era arrivata, infine. Quella domanda…aveva preparato mille risposte. Non intendeva scusarsi, quello no. Anche se, effettivamente, col Death-T c'era andato un po' pesante.
‘Io ci credevo sul serio'
pensò, prima di concentrarsi di nuovo.
Se avesse tirato fuori direttamente quel discorso, aveva un gran bel paio di assi nella manica. Erano quasi due anni, che preparava pazientemente quel giorno.
La risposta…avrebbe voluto rispondergli chiedendogli perché no, ma quasi di sicuro Yugi non avrebbe gradito.
No. Doveva batterlo con le sue stesse armi. Ovvero amicizia e tanta melassa.
“Perché…renderesti felici due persone?”
buttò lì, affondando con eleganza. Era un mezzo colpo basso, far leva sulla felicità.
‘Ma dopotutto, in amore e in guerra tutto è lecito'
“La felicità è una strada a doppio senso, Kaiba-kun”
‘Però, sta tirando fuori le unghiette, il cucciolo'
Il presidente sorrise, nell'animo. Il Faraone stava facendo un ottimo lavoro, con lui.
“Lo so. Ma tu non dovresti avere problemi ad avvertire quella del tuo alter ego”
Sarebbe stata una battaglia divertente.
“Chi mi assicura che non lo lascerai dopo essertelo fatto?”
“Wow…non me l'aspettavo una simile uscita, da te”
Di fronte a lui, Kaiba ridacchiò, mentre lo Spirito gli urlava nella mente:
Yugi!!!
Che c'è?!
Insomma!!!

Lascia fare a me! Se no mi tolgo il Puzzle!
Il Faraone si zittì, lanciandogli comunque un'occhiataccia…
“Rispondimi. Chi mi assicura che non lo farai?”
“Semplicemente…se avessi voluto, l'avrei già fatto”
Yugi attese un attimo. Era vero…avrebbe potuto prenderlo con la forza, non c'erano dubbi.
Ma l'altro bloccò i suoi pensieri, come potesse leggergli anche lui nella mente:
“Non pensarci neppure. Avrò anche un sacco di difetti, ma non sono uno stupratore”
Si fissarono. Senza dir nulla. Uno che valutava l'altro, che rimaneva impassibile. Fermo nelle proprie certezze.
Il ragazzo più basso fu il primo a distogliere lo sguardo, ed a annuire:
“Hai ragione, ti chiedo scusa. Ma…non sei neppure uno stinco di santo, se è per questo”
Eccolo lì, alla fine. Il Death-T.
‘È dunque il momento di prendermi la responsabilità delle mie azioni'
“Ammetto di aver esagerato un pochino, quella volta…”
Una soddisfazione doveva pur dargliela…
“…ma mi pare proprio di aver rimediato a tutto”
concluse soddisfatto, pronto a calare i suoi assi.
“Ah sì?”
Yugi lo guardò storto, ringhiando. Gli stava salendo il sangue alla testa.
“So a che pensi…ma come vedrai, ho rimediato”
“Spero che sarai convincente”
rispose, piuttosto acido, nonostante il Faraone, accanto a lui, irradiasse serenità.
Ne sai qualcosa?
Vedrai…credo siano due le cose che ha compiuto, una me l'ha fatta comprendere Mokuba a Natale

“Un anno e mezzo fa…tuo nonno è stato ricoverato d'urgenza in ospedale. Ricordi?”
“Come potrei dimenticarlo?”
“Ed è stato trasferito nella miglior clinica della città”
“Perché il primario doveva un favore al dottore di mio nonno. Ma ti sei messo a spulciare nelle cartelle cliniche?”
Kaiba sorrise leggermente:
“No. Ma sappi che quei due medici non si sono mai visti in vita loro”
Yugi sussultò. Non capiva. Se non si conoscevano, come mai…
Spalancò gli occhi, trattenendo un grido. Scattò in piedi, afferrando il tavolo:
“Sei stato tu…sei stato tu a far trasferire il nonno!”
Il silenzio bastò come risposta. Il ragazzo si accasciò sulla panca. Quella clinica gli aveva salvato la vita. Non solo, ne era uscito rinvigorito. Avevano cambiato il vecchio pace-maker con uno di ultimissima generazione, pensato appositamente per le persone più anziane. Tutto senza spendere uno yen. Loro non avrebbero mai potuto permetterselo, ma Kaiba…aveva donato a suo nonno chissà quanti altri anni…
Se erano ancora assieme lo doveva a lui…
“…grazie”
mormorò, asciugandosi una lacrima.
“Non piangere”
sibilò l'altro, a metà fra un ordine e una preghiera.
“Va bene, va bene…ma perché non hai detto nulla?”
L'altro sbuffò:
“Che domande, per mantenere la mia reputazione!”
Yugi rise. Sì, era decisamente tipico di Kaiba.
“A proposito, vedi di non spifferare tutto ai tuoi amici, chiaro?”
“I nostri amici”
lo corresse il compagno di classe, compiaciuto.
“Ti diverti?”
protestò Kaiba, scurendosi.
“Molto”
trillò invece Yugi, stiracchiandosi.
Iniziava a comprendere cosa avesse fatto invaghire lo Spirito del Puzzle…Kaiba sapeva essere così…dolce, certe volte…
Non sono invaghito!
lo rimbeccò piccato il Faraone, scuotendo la testa.
Va bene, va bene, innamorato…ma tu non dirgli che penso sia dolce!
Hn

“E poi?”
gli chiese, tornando alla realtà.
“Poi cosa?”
Kaiba inarcò un sopracciglio, confuso.
“Secondo il Faraone, ci sono due cose. Ha accennato a quel che ci ha raccontato tuo fratello a Natale. E tu ne hai detta una…”
“Accidenti a lui”
sibilò il ragazzo dagli occhi blu, abbastanza forte perché si sentisse bene…Yugi ridacchiò, sventolando una mano:
“Dai, la tua reputazione da duro & crudele verrà mantenuta”
Il presidente sbuffò…aveva una gran voglia di buttare sia Yugi che Mokuba nel lago. Adorava suo fratello, anche se aveva una gran lingua…
“Sai quello che abbiamo fatto per quel ryokan, dove tu hai perso la Divinità Egizia ?”
Si sta riferendo a te…
Yugi spedì il pensiero dritto all'alter ego, che guardò interessato le nubi scorrere nel cielo.
“L'abbiamo fatto anche con voi, più o meno”
“N-Non capisco. Non abbiamo rischiato di perdere il negozio”
Gli occhi viola si velarono di confusione, mentre tentava di ricordare…no, il nonno non gli aveva detto nulla…
“Tu non lo sai, ma la banca di cui siete clienti ha fatto un gran pasticcio. Ha investito i risparmi in azioni sbagliate, e il direttore è scappato coi soldi rimasti…l'avrai sentito al telegiornale”
“Sì, ma ti stai sbagliando…non siamo rimasti coinvolti. Non avevamo più quelle azioni, il nonno le aveva già vendute. Pochi giorni prima”
Un lampo soddisfatto splendette negli occhi blu…il Re dei Giochi tremò per un attimo, sentendo la propria vita nelle mani di quel ragazzo.
“Non tuo nonno. Io. Conoscevo i soggetti coinvolti, e avevo il timore che uno scandalo sarebbe scoppiato, benché non potessi prevedere la fuga. Così ho fatto un rapido controllo, e quando mi sono reso conto che sareste rimasti nei guai, ho…convertito quelle azioni in qualcosa di decisamente più sicuro”
“C-Cioè?”
lo immaginava…
“Che domande, titoli della Kaiba Corp! Siete azionisti di minoranza della mia azienda!”
Yugi lo fissò esterrefatto. Era il ritratto vivente della soddisfazione.
“Ma…perché?”
“Che domande…vi sareste trovati a terra, e io avrei rischiato di perdere il mio miglior rivale”
“E gli altri rimasti invischiati?”
Con uno sbuffo, Kaiba si chiese quanto buonismo avrebbe dovuto sopportare, una volta messosi col Faraone. E ringraziò contemporaneamente la sua intelligenza, che gli aveva fatto aiutare anche i restanti azionisti:
“Tutti a posto”
giurò, ricordando il motivo di tal gentilezza. Non certo amor del prossimo…semplicemente lui aveva il 49% delle azioni della Kaiba, e suddividendo le altre fra più piccoli azionisti, il rischio di scalate si riduceva sempre più.
‘Ma questo è meglio non dirglielo'
decise, giocherellando col palmare.
L'altro annuì. Da un lato, era sollevato di avere un simile angelo custode. Ma non era del tutto convinto, un tarlo lo rodeva. E poteva avere una risposta:
“Perché il nonno non ha detto nulla? Perché s'è inventato quella storia del commesso caritatevole?”
“Per non spaventarvi inutilmente. Ormai era fatta, sarebbe stato senza senso”
‘Tipico del nonno…'
“Ma…vi siete parlati?”
“Sì. L'ho trovato vicino alla banca, seduto su un muricciolo di cemento. Era pallidissimo…continuava a parlare di un miracolo…”
“Ma tu…cioè, lo sa?”
Il presidente annuì:
“Erano i suoi risparmi, doveva sapere la verità”
Yugi chiuse gli occhi. Il cuore gli batteva forte nel petto, ma da molto non si sentiva così felice.
“Sa anche del ricovero?”
“Sì. Tuo nonno è di certo più sveglio di Jono-uchi. C'è arrivato subito”
Nonostante l'insulto all'amico, il ragazzo più piccolo non disse niente. Nell'aria fredda della sera nascente, non c'era nulla che potesse aggiungere. Traboccava di gioia, mista a gratitudine. Se avesse potuto, li avrebbe fatti sposare subito, quei due.
Non è una cattiva idea
sogghignò il Faraone, mandandogli un intenso desiderio di fiori d'arancio.
Stai buono tu!
Il ragazzo passò gli occhi dal compagno di classe allo Spirito del Puzzle, contento di poterlo finalmente fare senza limiti, senza rischiare che nessuno lo prendesse per matto. Anche se, in un certo senso, era un po' invidioso di quello strano legame…era il suo corpo a ospitare lo spirito, però era come se quei due si leggessero nell'anima.
‘…è questa la sintonia di due persone innamorate?'
Fissò il presidente: gli faceva quasi impressione pensare a Kaiba come a un innamorato…della sua vita passata poi…
Sospirò. Ormai lo aveva accettato, ma…come dirglielo? Non poteva certo portarli in un love hotel!
Anche questa non sarebbe male…
sognò l'antico spirito, guadagnandosi un'altra occhiataccia.
Sei troppo euforico per i miei gusti…calmo o cambio idea!
Il Faraone rise, come non l'aveva mai sentito, e ritornò nel Puzzle…Yugi avvertì la sua felicità travolgerlo, come un'onda impetuosa ma profondamente dolce. Quei due…così diversi, e uguali…possibile che il Faraone fosse riuscito a piantare un germoglio nel cuore di Kaiba, e che in cambio questi avesse finalmente donato, all'animo sperduto, la stabilità che lui stesso era impossibilitato a dargli? Ciò che entrambi avevano cercato, rincorrendosi, non era la corona di Re dei Giochi, in realtà. Era semplicemente…amore.
“Tè o caffè?”
“Eh?”
Yugi guardo il compagno. Si era alzato, e stava frugando nelle tasche del soprabito blu.
(sexyyyyyyyyyyyy!!!!!!!!!! Il mio preferito, con un po' di petto scoperto; n.d.Hymeko *ç*)
“Ti ho chiesto se preferisci un tè o un caffè…”
“Ah…tè, per favore”
“Hn…ti lascio il palmare, ok?”
“…sì. Non ci saranno problemi”
Il ragazzo notò che il minuscolo pc aveva collegata un'antenna puntata verso le stelle…probabilmente stava comunicando valanghe di dati con uno dei satelliti dell'azienda, quindi aveva preferito non spostarlo.
Lo guardò svanire oltre alcuni alberi, immerso nel rosso della sera che conquistava il cielo…un moto d'affetto occupò il suo animo. In fondo, non era poi tanto male…
Che ti dicevo?
Andranno mai d'accordo lui e Jono-uchi, secondo te?
Credo sia oltre le possibilità di questo mondo…
(e adesso, dopo che la fic per cinque pagine e mezza ha fatto quel che ha voluto, posso iniziare a divertirmi; n.d.Hymeko è_é)
(vedi di perdere anche la penna usb, allora…n.d.Seto+Yami)
(cattivi! Le mie fic!!!!!!! Meno male che ho ritrovato tutto!!! n.d.Hymeko Y_Y)

“Oh merda”
Kaiba gettò via le lattine. Aveva un problema più grosso con cui avere a che fare. Quel tappo di Yugi giaceva a terra, con sulla fronte un bernoccolo più grosso di lui!
“Quel corpo me lo devo fare!!!”
sbraitò correndogli vicino, imprecandosi contro per averlo lasciato solo. Che diavolo aveva combinato quello scemo?
(veramente è colpa dell'autrice…n.d.Yugi)
(^o^ n.d.Hymeko)
“Kaiba-kun…mi ha derubato…le mie carte…il tuo palmare!!!”
Il ragazzo guardò il tavolo. C'erano una mezza dozzina di carte sparse sulla superficie. E mancava il suo pc.
“Il mio computer…”
Dentro c'erano un'infinità di dati sul nuovo gioco per consolle in sviluppo nei laboratori dell'azienda…avrebbe rivoluzionato il mondo dei videogame.
Se l'avesse ritrovato.
“Chi è stato?!”
Kaiba afferrò Yugi per i lembi della camicia e lo sollevò da terra, scrollandolo. Non ci credeva…aveva perso il suo palmare…
“Piano!!!”
Lo lasciò andare con un ringhio. I dati erano solo una piccola parte…il resto erano immagini e filmati del Faraone…alcune “rubate” dal satellite una volta che il Club dei Perdenti era andato al mare, gitarella cui lui non era stato invitato…
‘Se finissero nelle mani sbagliate…'
Respirò a fondo. Non doveva prendersela col piccoletto, anche se aveva una gran voglia di tirargli di scatto la catena e fargli saltare la testa, tipo tappo di champagne…
‘No Seto se lo ammazzi poi non potrai avere nemmeno l'altro…'
Da qualche minuto gli era passata la voglia di essere dolce e gentile, soprattutto a causa di quegli occhioni acquosi che lo fissavano sull'orlo delle lacrime, implorando perdono.
Sbuffò, massaggiandosi le tempie:
“Lo hai visto in faccia?”
Yugi annuì, allontanandosi un po'…aveva di nuovo paura del compagno di classe.
Se vuoi possiamo fare cambio…
Il Faraone apparve accanto a lui, pronto a prendere il suo posto. Ma il suo alter ego scosse la testa:
Io ho combinato questo guaio, io ne devo venire fuori!
“So anche da che parte è andato!”
“E non potevi dirlo prima???!!!”
Ma come aveva fatto il Faraone a trovarsi un corpo tanto scemo?
“…di là, verso la Ueno Station !”
“Andiamo allora!”
Kaiba si precipitò lungo i viali del parco, correndo a tutta verso l'uscita, schivato in fretta furia e accidenti dalle persone che incontrava. Lui stava andando per la sua strada, chi non si fosse spostato, sarebbe stato travolto!
“Aspettami non riesco a starti dietro!!!”
Un debole urlo che somigliava al pianto di un bimbo di due anni lo costrinse a inchiodare, lasciando sul terreno almeno metà delle suole…Kaiba si voltò di scatto, cercando la fonte dell'uggiolio.
Dall'altra parte del parco, a meno di duecento metri da dove erano partiti, un nanetto coi capelli sparati per aria caracollava sull'orlo dell'arresto cardiaco.
“Ma perché tutte a me?”
imprecò, chiedendosi cosa avesse fatto nella sua dannata vita precedente, per meritarsi quello.
(etchì! n.d.Seth)
Sbavando come un cavallo dopo il più faticoso Palio di Siena, Yugi arrivò fino a lui, attaccandosi alla canna dell'acqua di un giardiniere per riprendere fiato.
(non riesce nemmeno a star dietro a Anzu…n.d.Hymeko)
“Berrai dopo!!!”
Non avevano tempo da perdere, la sua collezione di immagini del Faraone era in pericolo!!!
“Ma…Kaiba-kun…”
“E basta con questo kun!!! Ma fai cambio col Faraone che almeno non ha il fiato di un neonato!!!”
Il presidente respirò. Poi lo afferrò per un polso. E ricominciò a correre.
“Kaiba-kuuuuuuuuuuuuuuuuunnnnnnnnnnnnnn!!!!!!!!!!”
L'altro non lo ascoltò nemmeno. Non gli importava di sembrare un bambino che trascinava un aquilone, né che il compagno di classe non toccasse nemmeno terra.
Rivoleva solo il suo palmare!!!
“Eccolooooooo!!!!!!”
Kaiba inchiodò, imprimendo sul marciapiede l'altra metà delle suole. Il tappo, spatasciato contro un palo della luce, stava indicando un biondino coi capelli a spazzola, intento a scegliersi una lattina da un distributore.
“Tu!!!”
ripartì a razzo. Il biondo non fece in tempo a spostarsi. Fu investito in pieno da tutta la furia di un presidente sull'orlo di una crisi di nervi, che aveva tanta voglia di scopare ma che non poteva, perché il suo quasi ragazzo non aveva un corpo e parassitava quello di un microbo, che s'era fatto soffiare le carte e il suo pc e non era nemmeno in grado di correre come l'atletica comandava!
“Mi arrendo!!!”
Kaiba tirò il freno a mano e si fermò a pochi centimetri da lui, lasciando di colpo il polso di Yugi, che finì contro un altro palo lì vicino.
(ma tutti io?! n.d.Yugi)
“Dove sono???”
Il biondo deglutì. Con tanta, tanta voglia di esser ovunque, a parte che fra le mani di quel matto con gli occhi iniettati di follia, e dei fremiti mica tanto tranquillizzanti nelle mani.
“Li ho rivenduti a uno coi capelli rossi…soprattutto le carte, è un duellante. Me le ha pagate un sacco di soldi!!! Ha il Black Magician tatuato sul dorso di una mano, lo si vede benissimo!!!”
“Dov'è ora!”
Senza tanti complimenti, Kaiba lo sbatté contro il muro.
“Ha detto che si sarebbe fatto una birra al Crazy cards, crazy bar!”
“Tu non ricorderai più nulla di questa storia, mi hai capito?!”
“Sì sì sì te lo giuro non so più nulla!!!”
STONK!!!
“Era proprio necessario quel pugno?”
Yugi osservò le piccole stelline che volteggiavano attorno al capo del poveretto…il compagno non c'era andato proprio gentile…
‘Anche se meglio lui che me…'
pensò, gettando un'occhiata allo Spirito del Puzzle, che scosse la testa. Non se la sentiva di dar torto al quasi amante.
“Ti assicuro che fra poco rimpiangerai di non avergliene tirato uno anche tu!”
“Eh? Ah…aspetta!!!”
Nulla da fare. Kaiba l'aveva ripreso per il polso, e di nuovo sfrecciavano per le vie di Ueno.
………
Ecco, a quello non era pronto. Ne avevano passate tante assieme, ma…quello no.
Fare da palo davanti a un bar gay proprio gli mancava.
“Merda che vento…”
borbottò.
Dopo il furto subito, l'adrenalina gli era andata alle stelle, e non aveva avvertito altro che disperazione. Nemmeno mentre quel matto di Kaiba lo trascinava per le vie del quartiere, aveva provato freddo.
Sicuro di non volere il cambio?
…sì. Devo farlo io, questo
Come vuoi

Il Faraone sospirò tristemente. Non poteva aiutarlo, era solo un fantasma. Il solo modo sarebbe stato prendere il suo posto, ma a quanto pare Yugi aveva deciso di fare tutto da solo.
Quanto cavolo ci mette Kaiba-kun?
Chissà cos'è andato a prendere…

I due si scambiarono un'occhiata. Poi Yugi tornò a guardare l'entrata. Dopo avergli spiegato che quel bar era il ritrovo preferito dai duellanti gay, il presidente era corso via, ordinandogli di rimanere lì e di controllare che la loro preda non si allontanasse.
Non posso fallire…
Altrimenti Kaiba sì che si sarebbe arrabbiato…
“Ehi Yugi!!!”
‘No adesso no!!!'
“Ehi amico, ma che ci fai accucciato in un posto simile?”
“Sssshhh!!!”
Yugi afferrò Jono-uchi, Shizuka e Anzu, e li trascinò accanto ai cassonetti, dietro cui era nascosto. Sembravano appena usciti da una maratona di saldi ai grandi magazzini…
“Non fate rumore!!!”
“Ma che succede? Stai bene?”
Il ragazzo annuì. Che avrebbe potuto fare altrimenti?
“Hai bisogno d'aiuto?
Anzu tese una mano, spostandogli una ciocca dalla fronte.
“Sai che saremo sempre con te, vero?”
“Sì, ma…non potete aiutarmi ora”
Jono-uchi si batté il pugno sul petto:
“Non dire sciocchezze, io posso fare tutto!”
“Ah sì? A parte vincere dei duelli importanti, forse”
“Aaaaarrrggghhhhh che ci fai tu qui dannato?!”
Kaiba si inginocchiò accanto a loro, con due borse piene in mano:
“Risolvo il pasticcio che il tuo amico Yugi ha combinato!”
sibilò gelido, lanciando un'occhiataccia a entrambi.
“Con una parrucca nera, spray per capelli e un pizzetto finto?”
domandò Anzu, dopo aver ficcanasato in una delle borse.
“Sì”
Kaiba gliela strappò di mano e iniziò a rovistarci dentro, prima di togliersi l'impermeabile e la camicia…
(disidratazione!!!!!!!! n.d.Hymeko)
…e infilarsene un'altra grigio perla.
Wow!
commentò interessato il Faraone.
“Ma…”
Mentre Jono-uchi tentava di rianimare la sorella e Anzu si asciugava la bava, Yugi si trovò fra le mani la bomboletta spray.
“…che ci devo fare con questa?”
“Tingerti i capelli”
ribatté l'altro asciutto, infilandosi la parrucca. Dall'impermeabile estrasse degli occhiali, ne cambiò il colore in rosa e se li infilò. Col pizzetto nero, non sembrava nemmeno lui.
“Kaiba-kun…”
“Io e Yugi dobbiamo entrare là dentro!”
sbottò lui, indicando ad Anzu il locale.
“Ma stai scherzando?”
squittì Jono-uchi, che conosceva la fama di quel posto…ma il ringhio del ragazzo dai freddissimi occhi blu fu una risposta più che sufficiente.
“Ma…perché?”
Shizuka passò lo sguardo da uno all'altro…
“…è colpa mia. Mi sono fatto derubare del mio mazzo e del palmare di Kaiba-kun, dobbiamo andare a riprenderceli”
“Ma è un bar gay!”
Kaiba sospirò, chiedendosi dove potesse arrivare la scemenza del compagno di classe:
“Ma dai? Credi che mi sia conciato così perché mi diverta?”
La risposta di Jono-uchi fu bloccata da Yugi, che per poco non si spruzzò la tinta in un occhio.
“Aspetta, faccio io!”
Rendendosi stranamente utile, Anzu coprì quei capelli bicolori di un uniforme biondo pannocchia acerba:
“Ma perché questo colore?”
“C'era una gara di cosplay oggi…potrà dire che era un Super Saiyan”
Raggelati, tutti guardarono il presidente.
“Tu sai cosa sia un Saiyan?”
“Jono-uchi…hai idea di quanti soldi ci ho fatto, coi Saiyan?”
“Ehi…perché le lenti a contatto?”
Yugi non voleva che iniziassero a litigare…e non voleva nemmeno mettersi quelle due cose negli occhi!!!
“Hai mai visto un Super Saiyan con gli occhi viola?”
“…oh merda…”
Aiutato da Shizuka, che in fatto di questioni legate agli occhi non la batteva nessuno, Yugi riuscì a infilarsi le lenti senza accecarsi, svelando due bellissimi occhi blu annacquati.
“Potevi almeno scegliere un altro colore…”
commentò Jono-uchi, poco convinto della scelta.
“Provaci tu a trovare qualcosa di decente dopo una gara di cosplay!”
Kaiba si sistemò le ciocche che continuavano a cascargli davanti agli occhiali, grattandosi dietro la nuca…sperava solo che quella parrucca fosse davvero nuova.
“Non ho nemmeno trovato una magliettina decente per lui!”
“Ho io qualcosa di utile!”
Shizuka cinguettò allegra, tutta felice d'esser finalmente utile a qualcosa, e tirò fuori da una deliziosa camicetta di un leggero pizzo rosa confetto, coi bottoni di vetro scintillante e i bordi orlati di velluto nero.
“Shizuka-chan…è trasparente…”
sillabò Yugi diventando più bianco di quel che era già.
La ragazzina annuì contenta:
“Sì, ma se te la infili sopra, al posto della giacca della divisa, con la tua maglietta senza maniche nera e i jeans di pelle sarai davvero sexy! Se poi completi il tutto col piumino nero di Anzu-san, farai strage di cuori”
Yugi passò lo sguardo da Jono-uchi a Anzu, che scrollarono le spalle impotenti. Poi fissò Kaiba, che invece valutava con interesse quel capo di vestiario fatto unicamente per ragazze:
“Ora capisco tutto…data l'ottima idea avuta, è evidente che la sorte abbia dato a te anche l'intelligenza che spettava a tuo fratello…”
“Kaiba!!!”
“Fermo!!!”
Gongolando per il complimento, in realtà solo un insulto per il fratello, Shizuka placcò Jono-uchi, gettando la camicetta alla senpai:
“Forza Anzu-san, fagliele indossare!”
“Ehi la mia opinione non conta???!!!”
Se avesse potuto, Yugi sarebbe scappato dall'altra parte del mondo. Ma dato che dietro di lui c'era un cassonetto pieno, fece meno di cinque centimetri.
“No…ha smesso d'avere importanza quando ti sei fatto soffiare il mio palmare!”
“Jono-uchi-kun Anzu-chan Shizuka-chan!!!”
“Artigliare l'asfalto non ti servirà!!!”
“Stai fermo!!! Maledizione Yugi!!!”
“Non voglio!!!”
“Non hai scelta!!!”
Forza mio alter ego!!!
L'allegra scenetta, a beneficio delle pantegane e dei gatti selvatici, andò avanti una decina di minuti, cioè fin quando Anzu, al colmo della sua follia, non ebbe steso sulle palpebre dell'amico un sottilissimo strato di ombretto perlato rosa, giusto per rimanere in tema.
“Ma i Super Saiyan non hanno l'ombretto!!!”
piagnucolò, le lacrime simili ad angurie.
Lei alzò le spalle:
“Quelli che devono entrare in un bar gay sì”
“Possiamo andare?!”
Tutti si voltarono verso Kaiba…si erano quasi dimenticati di lui.
“Sì…forse è meglio…”
Yugi si tirò in piedi, ciondolando. Iniziava a sentirsi male. Era vestito metà da ragazza…metà da ragazzo…sembrava una versione debosciata di Ranma ½…aveva l'ombretto e la giacca sapeva di rose canine…profumo buonissimo, su una ragazza…ma lui era un ragazzo!!!
“Un'ultima cosa. Togli il Puzzle”
Il ragazzo spalancò gli occhi, sperando di aver sentito male. L'Oggetto Millenario era il suo ultimo appiglio…
“Ma perché dovrebbe?”
Jono-uchi si alzò, valutando l'insieme. Non era tanto male.
“Perché quello è un bar dove si riuniscono dei duellanti. E quante persone al mondo ci sono che vanno in giro con un pendaglio simile?”
Gli altri si guardarono. La risposta era semplice.
“Uno solo”
mormorò Anzu, tendendo le mani.
“Non preoccuparti, ci occuperemo noi del Puzzle. Tu va e riporta qui il maltolto!”
Yugi strinse gli occhi. Anche lo Spirito gli aveva consigliato di lasciarlo lì, Kaiba aveva ragione. Non potevano correre il rischio d'esser scoperti…
“Va bene ma ci vai tu al mio posto!!!”
ululò, entrando di botto nel Puzzle e buttando, tipo calcio nel fondoschiena, il Faraone nel suo corpo.
“Ora sì che iniziamo a ragionare”
ridacchiò Kaiba, riconoscendo immediatamente il suo quasi amante…il diretto interessato gli lanciò un'occhiataccia, prima di affidare il Puzzle a Jono-uchi:
“Custodiscilo per me”
“Stai tranquillo, non ci saranno problemi”
“…è la stessa cosa che mi ha risposto Yugi prima d'esser derubato”
commentò il ragazzo più alto, ravanando in una borsa.
“Kaiba!!! Ma da quando fumi?”
Senza nemmeno degnarlo d'uno sguardo, il presidente aveva estratto un pacchetto di sigarette:
“Idiota, io non fumo! Sono sigarette teatrali, di quelle che usano gli attori, alla camomilla! Toh, ne tengo solo due, le altre te le regalo, almeno non ce ne chiederanno. E tu…”
Si rivolse al Faraone, che intanto iniziava a rimpiangere che l'amico avesse fatto lo scambio…col piumino le cose non andavano male, ma appena fosse stato costretto a toglierselo…
“…non rifiutare quando te ne offro una, chiaro? E non saltare per aria se ti metto le mani addosso, sei il mio ragazzo quindi vedi di fare il bravo!”
“Kaiba!!!”
Allo strillo dei quattro, due più interessate che scioccate, a dir la verità, non seguì che uno sbuffo…il presidente si incamminò verso il locale, con un ragazzo al suo fianco che non sapeva più da che parte guardare.
La porta si avvicinava…s'era formata una la coda lunga…avrebbero dovuto aspettare. Da una parte ne era lieto…non sarebbero dovuti entrare subito. Ma significava anche restare esposti alla vista di quei maschi omosessuali…
“Oddio…non so se ce la farò…”
“Smettila di tremare…”
Senza guardarlo, come fosse la cosa più naturale del mondo, Kaiba gli infilò un braccio sotto il piumino, passandoglielo attorno alla vita, stringendolo a sé. Poteva quasi sentire gli strilli di Jono-uchi…
“Kaiba…”
“Ci sono io, non ti preoccupare”
“Non è questo…è solo che…”
Il Faraone appoggiò il capo contro il suo petto. Era caldo e invitante…
“…mi sento così in imbarazzo…”
“Allora fingi che sia un gioco di ruolo. E tu sei il Re dei Giochi, no?”
L'altro rimase interdetto, solo per un attimo. Poi sorrise.
“Non so se tu sia più folle o dolce…”
“Lo scopriremo presto”
Kaiba non si sognò nemmeno di rispettare la fila. Si piazzò davanti al buttafuori e gli sventolò davanti una carta di credito ramata.
“Prego”
Con un piccolo inchino, il gorilla aprì la porta.
Lo Spirito del Puzzle aveva viaggiato attraverso l'eternità, prima di giungere lì. Ma mai la solitudine e il buio gli erano sembrati tanto spaventosi come quell'ingresso…
(mica c'è scritto sopra: lasciate ogni speranza voi ch'entrate; n.d.Hymeko)
(poco ci manca; n.d.Yami)
“Pensavo tu avessi una carta di credito tipo Golden, non una semplice Bronze”
(ma è Yugi-oh! o Saint Seya? n.d.tutti)
“Ce l'ho infatti, ma per questo posto è troppo…vistosa”
“Hn…e quello cos'è?”
Una ragazza…forse un ragazzo…s'era parato davanti a loro, e aveva preso i loro cappotti…il Faraone si trovò nel profondo di un suo incubo: le braccia coperte solo da pizzo rosa, e tanti maschi che lo fissavano con la bava alla bocca.
“Vorremmo un tavolo un po' più…tranquillo”
Kaiba ricambiò le occhiate colme d'odio della folla. Lo odiavano perché era lui, ad avere una mano sul fianco di quel fanciullo dagli stranissimi capelli biondi, ma dal corpo esplosivo. Era davvero perfetto, anche lui se ne stava realmente accorgendo solo in quel momento…aveva tutti i muscoli al posto giusto. E soprattutto, non erano esagerati.
‘Dove le ha prese quelle spalle?'
Un po' gli dispiaceva, per Yugi…non doveva esser facile, convivere e competere con un tocco di ragazzo simile…
“Lassù, che ne dite? Per voi ci sarà sempre un posticino tranquillo, lì”
L'ermafrodito, o quel che era, indicò un palco immerso nella semi oscurità, dove pesanti tendaggi neri creavano spazi intimi per i pochi fortunati che potevano accedervi.
“Sì”
Una scala di vetro portava al soppalco…Kaiba si frappose fra il ragazzo e la folla, nascondendolo con la sua figura slanciata. Non avrebbe permesso a quella marmaglia di sciuparglielo.
“Kaiba…sai quello che fai, vero?”
“Sì”
I tavoli liberi erano molti, in pochi potevano permetterseli…il presidente individuò facilmente la loro preda, e scelse il posto migliore perché potessero osservarsi a vicenda. Loro stessi erano l'esca per quella trappola…restava solo da comprendere se quel ladro preferisse uno stangone con un gran caratteraccio, o uno più basso ma decisamente più dolce.
Lieto che avesse deciso, il Faraone si precipitò nel posto più nascosto, dall'altra parte rispetto a dove lui s'era seduto…Kaiba inarcò un sopracciglio ma non disse nulla, comprendendo il suo bisogno di quiete.
“Bevi qualcosa…”
Un cameriere perfettamente vestito portò dell'acqua ghiacciata, e raccolse l'ordine per due cocktail alla pesca…
“Portami fuori…”
“Non posso, lo sai anche tu”
“Farò tutto quello che vuoi…mi sento tutti gli sguardi fissi addosso”
“Perché stai attirando l'attenzione. E non per come sei vestito”
Nonostante le lenti a contatto, Kaiba si sentì fulminato:
“E di grazia, in che modo starei attirando l'attenzione?”
Il Faraone attese che il cameriere si fosse allontanato, poi si scolò in un sorso il suo drink.
“Così, forse?”
chiese ansimando, tentando di coprirsi le braccia seminude.
“No. Ma ti sei seduto dall'altra parte del tavolo. Tutti pensano che sia il tuo ragazzo…io compreso…ma si staranno chiedendo se fra poco non ci metteremo a litigare. Separandoci, forse…sono tutti in attesa di sviluppi”
L'antico regnante deglutì. A quello non aveva pensato…si guardò furtivamente attorno. Era vero…tutte le coppie erano più o meno appiccicate, intente a sbaciucchiarsi/limonare/palparsi, mentre con un occhio o tutti e due guardavano loro.
“Oh merda…”
“Vuoi rimediare? Allora vieni qui…”
L'ultima parola era stata un sospiro…il Faraone improvvisamente non avvertì più quegli sguardi. Ce n'era solo uno. Quello di Kaiba, che lo fissava. Colmo di desiderio.
Voleva lui. Fra le sue braccia. Lì, davanti a tutti. Sarebbe stato baciato, forse qualcosa di più.
Nessuno li avrebbe guardati disgustati. Forse solo con invidia.
Arrossì. C'era solo un tavolino, a separarlo da quelle mani grandi, e dal petto contro cui appoggiarsi.
Si alzò, in silenzio. Camminò fino a lui, socchiudendo gli occhi e immergendosi nel suo abbraccio, dando le spalle alle persone accalcate sotto di loro.
Dalla folla si levò un lamento, quando le braccia di Kaiba si chiusero attorno a lui.
Ma ciò che gli fece più piacere, era che anche al suo compagno era sfuggito un gemito. Solo perché si era accoccolato contro la sua spalla.
“Mi dispiace non esser venuto qui subito”
Non era solo una scusa, ma anche una constatazione. Avrebbe dovuto ricordarsi di come fosse delizioso annullarsi nel suo calore.
“L'importante è che ora possa baciarti”
Il Faraone alzò il viso. Non aveva ancora riaperto gli occhi, ma non ne aveva bisogno. Si fidava di lui…la sua vita gli apparteneva, come la sua anima…e quelle labbra era così morbide…
………
Riaprì le palpebre dopo una lunga serie di baci, e di sospiri che si trasformavano in gemiti. L'oscurità era una dolce amica per i suoi occhi, resi sensibili dalla passione.
Kaiba lo stava contemplando, gli accarezzava la schiena con una mano mentre ammirava il suo viso.
Arrossì involontariamente…il modo in cui lo fissava lo faceva impazzire, perdeva ogni volta la testa…non solo guardava con meraviglia il suo aspetto esteriore, ma sembrava oltrepassare le vesti e innamorarsi della sua pelle nuda, e scendere ancora per sprofondare nella sua anima, possedendolo solo con lo sguardo…
“Sei magnifico”
Un complimento dalle sue labbra, una rara perla…probabilmente il giorno dopo sarebbe nevicato…
“Voglio fare l'amore con te…”
Gli era sfuggito, ma non ne era dispiaciuto. Era solo la verità…unirsi a lui, anima e corpo…fondersi in un solo essere…lo voleva più dell'aria, solo lui poteva annullare la sua immensa mancanza. Aveva quasi tutto…forza, coraggio, saggezza, fortuna, amicizia, amore puro…mancava solo la passione carnale. E non avrebbe mai potuto considerarsi completo, senza quello. L'ultimo frammento della sua esistenza…il calore della persona amata in sé.
“…anch'io”
Kaiba gli accarezzo i capelli. Gli spiaceva averli fatti tingere. Avrebbe preferito essere lì con il suo ragazzo, quella mascherata gli ricordava la festa di Halloween, dove nessuno era ciò che era in realtà. Dove anche i sentimenti potevano essere truccati.
‘I nostri no!'
pensò con rabbia. La prova erano quelle labbra che poteva succhiare…
“Uuuggmm”
“Cosa c'è?”
Il Re dei Giochi aveva emesso uno strano mugugno…
“Pizzica”
sospirò, accarezzandogli il pizzetto finto.
“…lo so”
Anche a lui dava fastidio, ma ormai non avrebbe potuto toglierselo.
“Non mi piace”
Il Faraone si tirò su, da quasi sdraiato che era…o avrebbero rischiato di finire di nuovo stesi a terra, e allora lui non lo avrebbe fermato.
“Nemmeno a me”
Gli baciò il labbro superiore:
“Non ti far mai crescere barba o baffi. Sei bellissimo così”
“Sì”
Kaiba intrecciò una mano coi suoi capelli, e unì ancora le loro bocche. Non avrebbe mai pensato di poter trovare tanto delizioso il sapore di un'altra persona…quanto era stato stupido…
“Sono il ragazzo più invidiato del locale”
mormorò, cercando nelle iridi acquamarina una traccia dell'originale, profondo viola.
“Lo so”
si compiacque il compagno, circondandogli la testa con le braccia e attirandolo contro il suo petto. Gli piaceva tenerlo stretto così…adorava l'abbandono con cui Kaiba, tanto forte, gli permetteva di avvincerlo…
“C'è qualcuno che si sta disidratando…”
mormorò, impedendogli di muoversi.
“…la nostra preda, fra i tanti?”
chiese l'altro, senza alcuna intenzione di cambiare posizione.
“Sì. Posso invitarlo qui?”
Kaiba gli baciò la fossetta alla base del collo, dove si univano le clavicole:
“Hai un'idea?”
“Sì…un gioco…tu mi sosterrai, vero?”
Il compagno sollevò il viso, per guardarlo…il Faraone gli circondò il viso con le mani, accarezzandogli le ciocche con le dita.
“Dipende…se solo ti sfiora, lo faccio a pezzi”
L'altro rise. Era quello che voleva sentire:
“Non avrai bisogno di sporcarti le mani. Ma come facevi a sapere che era qui?”
“Il biondo ha detto che l'ha pagato un sacco di soldi. Uno che ne ha tanti prende un tavolo lontano da quel fango laggiù”
Il Re dei Giochi gettò indietro la testa, inarcandosi. La schiena sottile si flesse come un giunco.
Sorrise al mugolio del compagno. Poi girò la testa verso l'uomo, schiudendo le labbra.
“Vuoi ammazzare qualcuno?”
La voce del presidente era un sibilo strozzato, le sue mani gli erano scese poco sopra i glutei, e stringevano forte…
“…forse”
Una delle sue mani lasciò il viso di Kaiba, che gemette…il Faraone gli premette sulla guancia con l'altra, mentre con l'indice libero invitava la loro preda in una trappola lussuriosa…
“Non farlo mai più…”
Lo Spirito sorrise e si rialzò, mettendosi comodo. Il suo ragazzo era stranamente pallido.
La vittima di quel gioco, invece, era già al loro tavolo, seduto dove prima era lui.
“Ciao”
Il Faraone gli soffiò un bacio, intrecciando le dita con quelle di Kaiba.
“C-Ciao”
“Hai voglia di giocare con noi?”
L'altro annuì, senza poter aggiungere nulla. Sembrava sull'orlo di un dissanguamento.
“Chissà se c'è un posto più tranquillo…”
mormorò l'antico re, arrotolandosi una ciocca attorno a un dito.
“Stanze…dietro…”
“Perfetto…fai strada?”
“…s-s-sì”
Non aveva chiesto nomi, età, gusti…nulla…il ladro era caduto come un pesce nella sua trappola…
Il Faraone si alzò, prendendo Kaiba per mano. Si fissarono…l'alto ragazzo non aveva ancora detto nulla, impietrito da quel cambiamento.
“Me l'hai detto tu…è come un gioco di ruolo. E io sono il Re”
“Ho forse creato un mostro?”
La domanda non era diretta a nessuno in particolare, ma il Faraone si prese la soddisfazione di rispondere:
“Sì…e fra poco ne pagherai le conseguenze”
“Meno male che si è sciolto un po'…sembrava così in imbarazzo, quando è entrato…”
Tentando di darsi un'aria da duro, il rossino si toccò i capelli, mostrando il tatuaggio del Black Magician.
“…è la prima volta che lo porto in locale così frequentato. Ma ti assicuro che a letto è totalmente disinibito”
Senza badare all'occhiataccia del compagno, Kaiba gli passò una mano dal torace fino al fianco, poi ancora più giù, lungo le forme del suo corpo…l'acquirente dei loro oggetti velocizzò il passo, fino a una porta fortunatamente già aperta.
“La prenoto sempre io…c'è tutto…lubrificanti, preservativi, manette…”
“E una sedia e un vassoio, spero”
“Eh? Sì, credo”
Il letto, coperto di drappi e cuscini neri, era nel mezzo della stanza. A sinistra, su un basso tavolino di cristallo, c'era un vassoio coperto di giochi erotici. Poco distante una sedia, usata per chissà cosa…il Faraone la spostò accanto al letto, poi prese Kaiba e ve lo fece sedere sopra:
“Tu rimani seduto qui”
e lo rassicurò con un bacio.
Poi si voltò verso l'altro:
“Noi due giocheremo un po'. Con questi”
Si infilò una mano in tasca, e ne estrasse due dadi:
“Il gioco è semplice: lanceremo sul vassoio, così non ci saranno contestazioni. Quello che otterrà il punteggio più basso, si dovrà togliere un indumento. In caso di parità ci spoglieremo entrambi. Facile, no?”
L'altro annuì, mentre Kaiba si agitava sulla sedia: non aveva paura che il suo ragazzo potesse perdere, ma gli dava fastidio che non fosse lui, a poterci giocare…
“E il tuo partner?”
chiese la preda, sistemandosi in fondo al letto.
“A lui piace guardare”
(ma sei scema???!!! n.d.Seto)
(io non sono cosìììììììììììì!!!!!!!!!!!!!! n.d.Yami o////////O)
(massì che è solo un gioco; n.d.Hymeko)
Il Faraone prese il vassoio, calciò via le scarpe e si accomodò sul letto, contro i cuscini. Poi rovesciò i vari attrezzi sadomaso sul letto:
“Questi potrai usarli solo se mi sconfiggerai…”
bisbigliò, schiudendo le labbra.
(tu sei completamente bacata; n.d.Yami)
SDONG!!!!!
Il rosso era svenuto e perdeva litri di sangue dal naso, mentre Kaiba si teneva strette le narici fra le dita, mantenendo ben chiuse le gambe:
“…è meglio se certe uscite te le risparmi…o avrai due cadaveri sulla coscienza”
“Cosa c'è…avresti voglia farmelo provare?”
mormorò il Re dei Giochi, accarezzando distrattamente il bottone di un grosso vibratore.
“Non toccare quella cosa…chissà chi l'ha usato!”
Kaiba si concentrò sui germi, pur di non pensare a uno stupro.
“Ok ok!”
Alzando le mani, il Faraone si arrese…non poteva rischiare che Kaiba gli saltasse addosso rovinando tutto, con tutta la fatica che stava facendo…
(solo tu, eh? n.d.Seto)
“T-Ti prego cominciamo”
L'avversario era riemerso dal coma, e con fatica s'era tirato a sedere di fronte a lui.
“Va bene…parto io! Lancio i dadi”
La somma era un sei.
Quella dell'altro un nove.
“Ho vinto!!!”
“Già”
Con lentezza esasperante, diretta a colpire più Kaiba che l'altro, il Faraone si tolse…un calzino.
“Tocca a te”
cinguettò allegro, contento di non poter sentire gli accidenti che entrambi gli stavano tirando.
“Vado!”
Un otto.
Per il Faraone un altro sei.
“Non ancora la calza!”
“Ok, ok…”
Sensuale, inarcando il corpo e gemendo, il ragazzo si tolse la camicetta di pizzo. La stoffa leggera sfuggì con un fruscio lungo la sua pelle, rivelando del tutto la carnagione bianchissima, la rotondità delle spalle e la forma perfetta delle braccia…il Faraone per un attimo si perse fra le sabbie del tempo, era come se molte volte un tessuto simile gli fosse scivolato addosso…
“Sei bellissimo”
Il rossino era in totale, completa adorazione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui…probabilmente non gli si era lanciato contro solo per la presenza del ragazzo più alto, che si agitava sulla sedia senza dire nulla.
Kaiba stava da schifo…non solo quello spogliarello troppo sexy non era per lui, ma stava perdendo il controllo. Se fossero stati soli, gli avrebbe già strappato di dosso i vestiti. Dato che non lo erano, stava seriamente pensando di uccidere l'altro, per poterlo fare.
“Tocca a me lanciare”
Dodici.
“Oh…è alto”
L'altro lanciò: cinque.
Il Faraone sorrise:
“Dagli la giacca di pelle”
Non l'aveva lasciata all'entrata, doveva esserci qualcosa d'importante dentro…
“…avanti…così possiamo continuare…”
Aveva dovuto dargli una spintarella, il rossino aveva esitato…di certo c'era qualcosa cui teneva, lì.
Ma il modo in cui quel ragazzo rovente s'era accarezzato la maglietta che copriva un capezzolo aveva annullato le sue ultime resistenze…Kaiba si ritrovò addosso la giacca puzzolente.
Non gli fu difficile trovare il palmare. Era bloccato.
‘Non è riuscito a usarlo'
pensò soddisfatto. Lui l'avrebbe sbloccato in un attimo.
Poi recuperò le carte del rivale. Le controllò in fretta, sebbene l'altro fosse troppo concentrato sul Faraone, per accorgersi di qualcosa. Erano loro.
‘Bene. Ora tocca a me'
Mentre il rossino si toglieva la maglietta, Kaiba ne approfittò. Si alzò, senza far rumore. Prese la sedia, e gliela fracassò addosso. L'altro svenne con un gemito.
“Sempre fine tu, eh?”
“Muto, Faraone o chiunque tu sia in realtà…dovevo sfogarmi!”
Il ragazzo dagli occhi viola saltò giù dal letto, si rimise i vestiti e si infilò le scarpe, riprendendo le carte:
“In fondo hai ragione…se la meritava”
“No…”
Kaiba scosse la testa, prese la chiave dalla toppa interna e la infilò in quella esterna. Dopo che il suo ragazzo fu uscito, chiuse a chiave e la spezzò, infilandosi in tasca lo spezzone.
“Ma perché?”
Il Faraone lo seguì fino all'entrata, senza degnare di un'occhiata la folla che gli fischiava dietro. Si infilarono le giacche e uscirono nella sera fredda…il presidente non andò subito da Jono-uchi e le ragazze, dirigendosi invece verso il fiume. Lì, dietro alcuni alberi, gettò il pezzo di chiave:
“…perché ha giocato lui con te, e non io!”
Era una scenata di gelosia. Semplice e limpida come la luna di quella sera. Impensabile, da parte del solito Kaiba.
Ma il Faraone non era innamorato del solito Kaiba. Lui era il compagno di un ragazzo che sapeva essere mite, premuroso e gentile. E che ogni tanto si sforzava di mostrargli i suoi sentimenti…anche quelli più difficili, come quella purissima gelosia. Che, in fondo, non era che la dimostrazione di quanto tenesse a lui…
“Scusami”
mormorò, avvicinandosi al suo corpo, appoggiandoglisi contro il petto.
“…non parlare mai così, più ad un altro…”
“Solo a te”
gli giurò, alzando il viso.
“Tu sei mio”
gli sussurrò Kaiba sulle labbra, baciandolo con foga.
“…sì”
rispose lo Spirito, allontanandosi da lui. Aveva sentito avvicinarsi le voci dei suoi amici, presto Jono-uchi gli avrebbe riconsegnato il Puzzle.
“Sai una cosa?”
“Hn?”
L'espressione di Kaiba era cambiata. Non era più gelosia mista a dolore…sembrava …curiosità.
“Tu condividi i ricordi con Yugi, vero?”
Dove voleva arrivare?
“Sì”
Non capiva…sembrava che stesse per scoppiare a ridere…
“Mi piacerebbe davvero tanto essere lì con voi, quando lui verrà a conoscenza del tuo meraviglioso spettacolo su quel letto…”
Il suo sorriso si allargò, mentre il sudore scorreva copioso sulla pelle del Faraone, e Shizuka sbucava accanto a loro…

Fine

ma come fine? Me lo posso fare sì o no? n.d.Seto
lo scoprirai solo la prossima volta; n.d.Hymeko
cioè fra altri tre mesi? n.d.Seto
più o meno…n.d.Hymeko
bla bla bla (il Faraone condivide con Yugi i ricordi)
oh mio diiiiiiiiioooooo!!!!!!!!!!!!! n.d.Yugi
amico tranquillo non è successo nulla!!!!!!! n.d.Yami
ma te lo scordi che ti faccia fare le porcate col mio corpo!!!! Povero me!!!! n.d.Yugi in lacrime
ti pregoooooo!!!!!!!! n.d.Seto+Yami
e come dargli torto? n.d.Hymeko


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