disclaimers: Rukawa appartiene ad Hanamichi e Hanamichi appartiene al SENSEI!!! (altresì conosciuto come Takehiko Inoue)
credits: grazie a Tem per i suoi suggerimenti per la trama, grazie a Xeno per il suo aiuto col basket e grazie anche a Inoue-san per tutto
il resto!!!

Cose che capitano

di Forbidden Angelus

Parte 11/12


Hasegawa spalancò gli occhi nell'oscurità della sua stanza di ospedale. Era tutto sudato e stava ansimando. Aveva avuto un altro di quegli incubi: quei teppisti che lo picchiavano e lo guardavano con quei loro sorrisi maligni che l'inconscio aveva distorto in sogghigni quasi animaleschi.
Gli sfuggì un singhiozzo.
Lo psichiatra lo aveva pregato a parlare con lui, ma Hasegawa era sicuro di non aver bisogno di lui. Tutto ciò di cui aveva bisogno adesso era Mitsui.
Mitsui.
Ma Mitsui era in ritiro e lui era solo nella sua stanza d'ospedale.
Perché non sei qui?
Le lacrime cominciarono a rigargli le guance, mentrebrandelli di sogno e realtà cominciavano a mischiarsi nella sua mente in ciò che è comunemente noto come 'ricordi'.
"Mitsui. Ti prego falli andare via."
Nessuno però rispose alla sua preghiera.
E così pianse sconsolato, almeno fino a quando la porta non si spalancò e quell'odore che aveva imparato ad associare a quel ragazzo che amava così tanto non lo travolse e lo circondò.
"Sono qui." gli sussurrò l'altro ragazzo, abbracciandolo, il bagaglio che portava con sé ancora a tracolla.
"M-Mitsui?"
"Non preoccuparti, sono qui."

"Muoviti, Tem!! Pelandrona!!" le gridò Sendoh.
"E poi eri tu quello che non voleva venire, eh??" la ragazza sbuffò "Aspettami Aki-kun!! Tu hai le gambe più lunghe di me e sei pure un atleta!!"
"Non tirare fuori scuse. Lo sai benissimo che sei troppo pigrona!!"
"Sendoh Akira!! Vieni immediatamente qui!!"
"Te lo puoi scordare!!"
"Ti avverto!! Se non mi aspetti farò il tifo per lo Shohoku durante il vostro prossimo incontro!!"
Sendoh se ne fregò altamente, o almeno fece finta e continuò a salire su per il sentiero che conduceva in cima alla collina.
Quando fu in cima, si sedette a terra e aspettò che la sua ragazza lo raggiungesse.
"Allora? Adesso dove si va?"
"La pensione dovrebbe essere quella." Tem indicò un edificio costruito in stile tradizionale "Andiamo!!"
La ragazza dai capelli rossi prese per mano Sendoh e cominciò a scendere giù per la collina.
"Speriamo non sia successo niente di irreparabile!!" pregò Tem a voce alta.
"Io invece credo sì."
"Eh?"
"Guarda un po' là."
Sendoh le indicò un albero, a qualche decina di metri da loro. Era un grosso ciliegio in fiore, bellissimo, con i suoi fiori rosa che splendevano al sole.
Ma Sendoh non stava affatto indicando l'albero, ma le due persone che c'erano sotto.
Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa, chiusi in un abbraccio che lasciava ad intendere molto.
Sendoh e Tem sorrisero.
"Doputto hanno risolto tutto loro." disse Sendoh.
"Forse avevi ragione tu, forse era meglio se non venivamo." gli disse Tem.
"Al contrario!! Adesso che abbiamo un po' di tempo per noi due cosa ne dici di andare a divertirci un po'?"
"Io e tu, soli?"
"Soli."
"Ci sto!!"
E così si allontanarono a braccetto, lasciando gli altri due neo-fidanzati.

Hanamichi tolse un petalo rosa dai capelli corvini di Kaede, per restituirlo al vento.
Kaede. il mio Kaede.
"Hana?"
"Sì?"
"Sei vero?"
Il rossino sorrise.
"Perché mi fai una domanda del genere?"
"Mi sembri troppo bello per essere vero."
"Senti chi parla. Non sei tu il ragazzo più bello della scuola?"
"Trovi? Eppure mi avevi sempre detto che assomiglio ad una femmina."
"Appunto."
"Questo vuol dire che se avessi avuto un aspetto più...mascolino non ti sarei piaciuto?"
"Ma cosa dici, kitsune?? Tu mi piaci così come sei. mi hai capito? Così come sei."
Si baciarono.
"Ti fa ancora male?" il rossino gli chiese, all'improvviso.
"Cosa?" domandò Rukawa, ma quando capì divenne rosso in viso.
"Mi dispiace."
"Non preoccuparti. Mi dà un po' noia, ma niente che non si possa sopportare."
"Quindi ti andrebbe bene un bis?"
"Quando?"
"Adesso."
"Sotto questo ciliegio, Hanamichi?"
"Sotto questo ciliegio, Kaede."
"D'accordo."
I due adolescenti si abbracciarono e si baciarono.

"Dov'è finito Mitchi??!!" esclamò Sakuragi, notando la sua assenza a tavola.
"Mitsui è tornato a Kanagawa. Ha detto che Hasegawa era stato assalito da alcuni teppisti e che doveva tornare da lui. Era molto agitato." spiegò loro Miyagi.
"Hasegawa? Quello dello Shoyo?!" esclamò Ayako.
"Sì, lui."
"Cavoli. E come sta? È grave?"
"Credo proprio di sì. Mitsui non me lo ha detto chiaramente, ma credo che sia così." disse loro Miyagi.
"Scusate un secondo." Hanamichi si alzò da tavola.
"Dove vai?" gli chiese Rukawa.
"Devo fare una telefonata, torno subito."

'Moshi moshi?'
"Mitsui, sono Sakuragi."
'C-Ciao! Perché mi hai chiamato?'
"Yohei e gli altri sono a tua disposizione." tagliò corto il rossino.
'Cosa vuoi dire?'
"I teppisti che hanno fatto del male ad Hasegawa non sono ancora stati presi, vero?"
'No.'
"Puoi farti aiutare da Yohei e gli altri."
'Grazie. Grazie davvero. Senza offesa, ma non me lo sarei mai aspettato da te.'
"Ho solo pensato a ciò che avrei fatto se qualcuno avesse fatto del male al mio Kaede."
'E così finalmente siete finiti insieme.'
"Già, dopo un paio di equivoci si è risolto tutto bene." Hanamichi si interruppe un attimo "Vorrei che fosse la stessa cosa anche per te ed Hasegawa."
'Ti ringrazio. La sai una cosa buffa?'
"Cosa?"
'Fino a qualche giorno fa non avevo occhi che per Kogure. Figurarsi, anche quando ci siamo incontrati - o per meglio dire scontrati - prima che succedesse non lo avevo neppure riconosciuto. Ma adesso. adesso Kazushi è tutto il mio mondo.'
"Molto romantico da parte tua. Non è che ti stai ammosciando, Mitchi?" ridacchiò Sakuragi.
'Molto divertente!! Comunque, non so.'
"Cosa?"
'Ho paura del suo rifiuto.'
"Stai cadendo nello stesso errore che ha quasi provocato una frattura incolmabile tra me e Kaede. Pensi davvero che sia capace di rifiutarti, dopo tutto l'amore che gli stai offrendo?"
'Forse hai ragione tu.'
"Ovvio. Io ho sempre ragione, sono il Tensai dopotutto!!" (Questa era una mia battuta!! Ladro!! NdXeno)
'Come no.'
"Osi contraddirmi?"
'Grazie davvero, Hanamichi.'
"Non preoccuparti, adesso telefono a Yohei per avvertirlo."
'Saluta i ragazzi, là.'
"D'accordo."
'Ci vediamo tra qualche giorno, ciao.'
"Ciao. e Mitsui?"
'Sì?'
"Spaccagli il culo a quei bastardi!!"
'Non mancherò di farlo.'
Sakuragi riattaccò e poi compose il numero di Yohei.
Non doveva dirgli solo di Mitsui, ma anche di Rukawa.
Il fatto era che non sapeva come fare.
'Mito.'
"Yohei? Sono Hanamichi."
'Ciao!! Come vanno le cose in ritiro??'
"Bene e lì??"
'L'unica cosa che rimpiango è il fatto che Haruko sia dovuta venire con voi. Volevo tanto portarla da qualche parte, adesso che siamo in vacanza.'
"Yohei ti devo dire due cose." Hanamichi sospirò: "Importanti."
'Spara.' il tono di Mito si era fatto serio.
"Una persona molto cara a Mitsui è stata aggredita e picchiata. Gli ho detto che voi lo potevate aiutare a dare una lezione a quei cani."
'Hai fatto bene. Appena Mitsui ci chiama, noi lo aiutiamo.'
"Grazie, Yohei. Sei davvero un amico."
'L'altra cosa?'
"Eh?"
'Hai detto che mi dovevi dire due cose importanti.'
"Oh, sì. Be', vedi non so come dirtelo."
'Facciamo così, io domando e tu rispondi.'
"Okay!!"
'Si tratta del basket?'
"No. Almeno non direttamente."
'Allora. Affari di cuore?'
Hanamichi sentì le sue guance prendere fuoco.
"Sì."
'Ti sei finalmente messo con Rukawa??!' esclamò Yohei.
La mandibola di Hanamichi raggiunse praticamente il pavimento.
"Come hai fatto.??"
'Era l'ora!!!' disse Yohei, ridendo.
"Ma perché.??"
'Tutti si sono accorti che voi due state benissimo insieme!!'
"."
'Okay. Adesso ti lascio al tuo volpino. Ciao!!'
Yohei riattaccò e Hanamichi rimase per almeno dieci minuti con la cornetta sempre all'orecchio.
Se ne tornò a tavola barcollando come uno zombie.
"Tutto bene, Hana?" gli sussurrò Rukawa.
"S-Sì."
"Che ti è successo, allora?"
"Ho appena scoperto che praticamente tutta la città sapeva che stavamo insieme, all'infuori di noi due."
"Do'aho."
"TEME!!"

"Ehi, ragazzina. Non sai che è pericoloso andare in giro per strada a quest'ora?"
"Potresti incontrare cattive compagnie, come noi."
"Lo so." rispose Xeno, calma "Ma siccome devo un favore a Mitsui, sono venuta a cercarvi per darvi una lezione."
"A quanto pare la nostra amichetta, qui, ha un discreto senso dell'umorismo!!"
"Ma di certo non ti servirà per salvarti da questa situazione!!"
I sei ceffi che la circondavano risero a quella stupida battuta.
"Se è per questo non salverà neanche voi."
"Oohh. La ragazza vuole intimidirci!! Sto tremando, sto tremando!!"
"Vai ad avvertire il capo che qui abbiamo carne fresca, Yukio."
Yukio annuì e se ne andò.
"Adesso a noi, piccolina."
"Non chiedo di meglio."

"Capo!! Capo!!" Yukio entrò nella loro 'base'.
"Ca--"
"Eccone un altro, Mitsui!!" lo avvertì Yohei.
"Chi siete voi??" esclamò Yukio, squadrando li ragazzi davanti a lui.
"Io sono Mitsui e questi sono dei miei amici, siamo venuti per darvi una bella lezione. Il vostro capo è già nel mondo dei sogni, adesso tocca a te."
Mitsui cominciò a muoversi verso di lui.
"Mitsui, hai detto??" esclamò Yukio.
"Sì, perché?"
"Se mi torcerai anche un capello non saprai mai che fine ha fatto la tua amica!!"
"Questi trucchi non funzionano, brutto bastardo!!" esclamò Mitsui.
"Ma io dico la verità. È una ragazzina con i capelli corti, alta più o meno così, dai caratteri occidentali."
"Non può essere." gli occhi di Yohei si spalancarono.
"Stai mentendo, brutto figlio di puttana!!" gridò Mitsui "È solo uno sporco trucco!!"
"Forse sì o forse no. Comunque vi conviene credermi."
"Portaci da lei e sarà meglio per voi se sta bene!!"

Yukio corse, con gli altri dietro di lui, dove aveva lasciato gli altri con la ragazzina.
Una spiacevole sorpresa li attendeva.
Cioè, spiacevole per Yukio e per gli altri teppisti.
Xeno sbadigliò e scese dal mucchio si persone gementi sulla quale si era seduta, provocando altri gementi e grida.
"Ce ne avete messo di tempo." disse.
"Xe. Xeno. L'hai fatto tu, questo?" Yohei disse, indicando i cinque teppisti sanguinanti e svenuti a terra.
"Sì."
Solo allora Yukio si accorse che si stava avvicinando a lui.
"Ma come hai fatto??!!"
"Karate. Cintura nero. Primo dan." (Se non ricordo male io ero solo una cintura arancione. NdXeno Ti ho fatto salire di grado, perché?? Non ti va bene?? NdAngie Si vede proprio che questo è un racconto di fantasia. NdXeno Già, purtroppo. NdAngie) detto questo Xeno sferrò un calcio fortissimo che stese definitivamente il brutto ceffo.
"Bene. Adesso che ho saldato il debito con te, Mitchi, posso anche andare a farmi una dormitina."
Detto così la ragazzina se ne andò, lasciando gli altri allibiti.

Miyagi sorrise, osservando i due tipi più strani della squadra.
Alla fine quelle due avevano visto giusto. sorrise, ripensando al giorno prima della partenza per il ritiro.

*FLASHBACK*

"Sei tu Ryota Miyagi?"
"Sì."
Una ragazza dai capelli rossi, molto carina e più alta di lui (SIGH!! NdMiyagi) gli stava davanti.
La faccia non gli era nuova.
"Sono Tem, la sugina di Hanamichi."
"Oh, sì!! Certo!! Volevi dirmi qualcosa?"
"Sì. volevo chiederti se, per favore, potresti fare in modo che mio cugino e Rukawa finiscano in stanza assieme, durante il ritiro."
"In stanza insieme?"
"Sì. E tu sai cosa intendo, vero??" Tem gli fece l'occhiolino.
Ryota sorrise maliziosamente "Oh, sì."
"Allora, potresti farlo?"
"Certo che sì!!"
"Grazie, ciao!!"
Cinque minuti dopo che Tem se n'era andata, un'altra ragazza lo chiamò.
Questa aveva i capelli corti, tirati su con il gel ed era più alta di lui. (Anche lei, SIGH!! ;_; NdMiyagi Su con la vita!! NdAngie Per alzare la vita dovrebbe salire su una sedia. NdXeno BUAAAHH!! NdMiyagi XENO!!! NdAngie)
La riconobbe come Xeno, la ragazza di Fukuda.
"Ciao." La salutò.
"Durante il ritiro il Rosso e la Kitsune devono stare."
".in stanza insieme, lo so. Me lo ha appena detto Tem."
"Non volevo dire questo."
"Ah no? E cosa allora?"
"Devono dormire nello stesso letto." gli disse Xeno "Figuriamoci, se aspettiamo che uno dei due prenda l'iniziativa è la volta buona che non ne usciamo più. È meglio spingerli un po'."
"Ah."
"Un consiglio: dai loro la camera più isolata; potrebbero darsi ad esercizi rumorosi."
"Capisco perfettamente." Miyagi ridacchiò.

*END FLASHBACK*

A quanto pare tutto era andato liscio.
Sorrise di nuovo.

Una settimana dopo.
"Buongiorno Joyce, è in casa Kaede?"
"Oh, ciao Hanamichi!! Mi dispiace ma mio figlio è uscito qualche minuto fa, dopo aver ricevuto una telefonata." lo informò "Credevo fossi tu."
"Allora me ne torno a casa."
"Aspetta Hanamichi!!" lo chiamò la donna "Devo parlarti."
"Oh, davvero? E di cosa?"
"Siediti." la donna gli indicò il divano.
Quando il rossino si fu seduto, la donna si sistemò accanto a lui.
"Sono davvero felice!!" esclamò Joyce.
"Mi. Mi fa piacere."
"Cosa aspettavate a dircelo, ragazzi?"
"Co-Cosa?" Sakuragi divenne improvvisamente pallido.
"Oh, andiamo!! Sarò più vecchia di voi, ma la vista non mi manca!!" esclamò, ridendo "Si vede lontano un miglio che siete molto più che amici!!"
Sakuragi divenne più rosso dei suoi capelli.
"Be'. ecco."
"Siete così dolci!! Quando pensate che nessuno vi stia guardando vi scambiate carezze o baci."
Hanamichi ormai credeva di poter affogare dalla vergogna, mentre la madre di Rukawa continuava ad elencare tutte le loro 'azioni' con occhi sognanti.
"J-Joyce!!"
"Ma la certezza l'ho avuta quando ho trovato una cosa in camera di Kaede."
"Cosa?" la curiosità del rossino prese il sopravvento.
Joyce ridacchiò, poi tolse qualcosa dalla tasca e lo porse ad Hanamichi.
Era un foglio di carta sul quale il suo nome era scitto moltissime volte, accompagnato da 'ai shiteru' (=ti amo, per chi ancora non lo sapesse), il tutto scritto in rosso e contornato da cuoricini.
All'inizio rimase a fissare il foglio con la bocca spalancata, poi cominciò a ridere a più non posso insieme a Joyce. Quando Rukawa tornò li trovò in quello stato, ignaro di essere il motivo di tanta ilarità.

Non sapeva nenache perché aveva accettato il suo invito. Il fatto era che la telefonata lo aveva colto alla sprovvista e quella frase 'Devo assolutamente vederti, Kae-chan. Devo parlarti di una cosa.' sapeva di vero.
Comunque ancora non si vedeva nessuno ed erano già dieci minuti che aspettava in quel maledetto parco, se non arrivava entro due minuti se ne sarebbe andato.
"Kae-chan?"
Si voltò.
Davanti a lui stava un ragazzo molto alto, con i capelli neri, lunghi fino alle spalle. I lineamenti del suo volto gli erano familiari.
"Tatsu-chan?"
Tatsuya sorrise.
"Non credevo mi avresti mai più chiamato così, dopo quello che ti ho fatto." sospirò "Ti sei fatto grande, Kae-chan. Sei quasi alto come me."
"Perché mi hai chiamato?"
"Ti devo delle scuse."
Rukawa non riuscì a nascondere la sua sorpresa.
"Be', vedi. Quel giorno, quando i dissi quelle cose. Io credevo davvero che mio padre avesse iniziato ad ubriacarsi dopo il suo licenziamento."
Fece una pausa durante la quale nessuno dei due parlò.
"Però, poi. Mia madre mi disse che tuo padre aveva fatto bene a cacciarlo dalla ditta, visto che beveva anche al lavoro e molestava le segretarie. Mi disse anche che tuo padre era stato gentile a non denunciarlo. Ecco io. Io capii solo allora il tremendo errore che avevo fatto, volli venire a chiederti scusa, ma tu avevi traslocato."
"Successe due settimane dopo." lo informò Rukawa.
"Già, la vicina me lo disse. E da allora ho vissuto con un peso sul cuore fino a che. Fino a che non ho visto questo."
Gli mostrò la rivista che documentava la loro vittoria sul Sannoh.
"A dire la verità il basket non mi è mai piaciuto molto, ma mi è caduto l'occhio sul tuo nome e da lì, conoscendo l'Istituto al quale eri iscritto, non è stato difficile rintracciarti."
"Tutto qui quello che mi volevi dire?"
"S-Sì."
Rukawa si alzò e fece per andarsene, poi però si voltò e guardò Tatsuya negli occhi.
"Tu mi hai fatto molto male, quel giorno. Però, probabilmente se non fosse successo, a quest'ora starei molto peggio di adesso. Comunque, chi può saperlo? Quello che ti volevo dire, Tatsuya, è che ti perdono e apprezzo il tuo gesto. Addio."
Detto questo, Rukawa se ne andò.
Tatsuya sorrise.
"Addio."


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