disclaimers: Rukawa appartiene ad Hanamichi
e Hanamichi appartiene al SENSEI!!! (altresì conosciuto come Takehiko Inoue)
credits: grazie a Tem per i suoi suggerimenti per la trama, grazie a Xeno
per il suo aiuto col basket e grazie anche a Inoue-san per tutto
il resto!!!
Cose che capitano
di Forbidden Angelus
Parte 8/?
"Cosa
abbiamo??"
Due medici, seguiti da due infermieri, si avvicinarono alla barella dove era
steso Hasegawa.
"Hasegawa Kazushi. Diciotto anni, vittima di un pestaggio. Ferite alla
testa, costole fratturate e insufficienza polmonare a sinistra. Possibile
frattura al braccio sinistro. Non ha ancoraripreso conoscenza. Lo abbiamo
intubato sul posto e le sue condizioni sono state stabili da allora."
"E tu chi sei, ragazzino??" il medico si rivolse a Mitsui.
"Lo ha trovato lui."
"Sono un suo amico."
Così tanto che mi ero persino scordato chi era. Se solo lo avessi
riconosciuto, adesso non sarebbe ridotto così.
"Aaah."
"Hasegawa!!"
"Ragazzo, ti ricordi il tuo nome?"
"M-Mitsui."
"Mitsui?!"
"Sono io!!" esclamò Mitsui, raggiungendo il suo fianco.
"Mitsui!!"
"Va tutto bene. Adesso questi medici si prenderanno cura di te,
okay?"
"N-No. Mitsui."
Mentre la barella veniva spinta via Mitsui sentì un dolore profondo
stringergli il cuore, vedendo quel ragazzo che tendeva il braccio destro nel
vano tentativo di raggiungerlo.
"Mitsui!!"
Le porte si chiusero e le grida di Hasegawa si fecero silenziose. Mitsui
sospirò.
"Mitsui Hisashi?" un poliziotto gli chiese.
"Sì."
"Potrebbe seguirmi un attimo?"
"Un secondo soltanto."
Mitsui si voltò verso un'infermiera.
"Mi scusi, quando quel ragazzo esce dal Pronto Soccorso mi potrebbe
avvertire?"
"Certo." gli rispose l'infermiera, sorridendo.
"Grazie."
"Non c'è di che."
A questo punto Mitsui si voltò di nuovo verso il poliziotto.
"Sono a sua disposizione, adesso."
"Ho bisogno della sua dichiarazione per rintracciare quei
teppisti."
"Mi dispiace, ma quando sono arrivato io non c'era più nessuno. Non ho
visto niente."
Oh sì che li aveva visti, invece. Se le era impresse a fuoco nella memorie
le loro facce e quando Hasegawa sarebbe stato meglio.
"Ne è sicuro?"
"Sì."
Quando il poliziotto se ne fu andato Mitsui si andò a sedere in sala
d'attesa.
Vediamo se posso avvisare qualcuno.
Prese il portafoglio di Hasegawa e controllò tutti i foglietti di carta che
c'erano dentro.
C'era anche il numero di cellulare di un certo Kenji.
Potrebbe essere Fujima. Be', Provare non costa niente. Prese il suo
cellulare dalla tasca e compose il numero.
Dopo un paio di volte che squillava una voce conosciuta rispose.
"Fujima?"
'Sì? Chi è?'
"Sono Mitsui Hisashi, ti ricordi di me?"
'E come potrei dimenticarmene?'
Mitsui rimase un po' perplesso a quella frase, ma lasciò perdere.
"Senti. Riguardo a Hasegawa."
'Ti ha detto qualcosa?'
"N-No, perché?"
Adesso sì che Hisashi era confuso.
'Niente, niente. Allora, cosa riguardo a Kazushi?'
"Be', non so come dirtelo. ma vedi. È stato aggredito da alcuni
teppisti, adesso è qui all'ospedale."
Non ci fu nessuna risposta da parte di Fujima per un sacco di tempo, tanto
che Mitsui stava quasi per chiamarlo.
'COSA??!! STAI SCHERZANDO??!'
"No. Ecco io ho chiamato te perché è l'unico numero che ho trovato
nel suo portafoglio. Volevo avvertire un suo parente, sai mica dove posso
trovare la sua famiglia, i suoi genitori?"
'Non ha una famiglia. L'unica sua parente in vita, sua madre, è morta
l'anno scorso.'
"Oh. Mi dispiace."
'Dovresti dirlo a lui, questo. Comunque come sta?'
"Non lo so, non è ancora uscito dal Pronto Soccorso.
Però."
'Però.?'
"Era conciato molto male. Se puoi vieni subito. Io lo conosco a
malapena, forse con una faccia amica sarà più sereno."
'Ok, veniamo subito. Aspettaci lì!!'
"Veniamo?"
'Io e Toru.'
"Toru?? Oh! Hanagata, vuoi dire!!"
'Esatto.'
"Aspetta, Fujima. Ti do il numero del mio cellulare."
'Non importa, lo memorizzo dopo!!'
"Allora okay, a dopo."
'A dopo.'
Mitsui chiuse la comunicazione.
Adesso sarebbe arrivata la parte più difficile: convincere i suoi genitori
che lui era all'ospedale e non in giro a cazzeggiare.
"Mitsui!! Mitsui!!"
Fujima lo raggiunse, seguito da Hanagata.
"Allora, come sta??"
"È appena entrato in Sala Operatoria. Non so quanto durerà
l'operazione, ma sarà lunga, quindi ci conviene metterci comodi."
"Grazie per esserti preso cura di lui." gli disse Hanagata.
"È tutta colpa mia, mi dispiace. Mi dispiace davvero." Mitsui si
prese la testa tra le mani.
"Cosa vuoi dire?"
"Gli sono andato addosso oggi pomeriggio, in quel momento ha perso il
portafoglio. A dire la verità non l'avevo riconosciuto. Comunque non so
perché, ma è scappato via. Quando gli sono corso dietro per rendergli il
portafoglio era troppo tardi. Merda! Se solo lo avessi riconosciuto."
"Non colpevolizzarti, Mitsui. Forza!! In fondo Kazushi sta bene!!"
"Non è ancora detto."
"Kazushi sta bene!!" ribadì Fujima.
"Sì."
"E allora cos'è quella faccia da funerale?? Su con la vita!!"
"Si prospetta una lunga attesa. Andrò a prendere qualcosa da
mangiare." si offrì Hanagata "Qualche preferenza?"
"Un cheeseburger!!" esclamò Fujima.
"A me un doppio cheeseburger." gli disse Mitsui.
Hanagata se ne andò.
"Sai."
"Mh?"
"Kazushi è una persona estremamente sensibile e dopo un'esperienza del
genere ha bisogno di persone che lo supportino, che gli infondano
coraggio."
Mitsui annuì.
"È per questo che vi ho chiamato."
"Credo che a Kazushi farebbe molto piacere se restassi anche tu al suo
fianco. Noi due non basteremmo, ma tu che ci sei già passato in questa
situazione. Sai come potrebbe sentirsi una persona che ha subito un trauma
del genere."
"Ti sfugge una cosa."
"Cioè?"
"Io ero un teppista. Sono sempre stato la persona che picchiava, non
quella che riceveva."
"E allora, forse, servirà ad entrambi, non credi?"
Mitsui sorrise.
"Già."
Tre ore dopo stavano tutti e tre sonnecchiando sulle sedie della Sala
d'Attesa.
"Mitsui-san?"
"S-Sì?" Mitsui si stropicciò gli occhi e si accorse che un
dottore era in piedi davanti a lui. Appena si ricordò dov'era e perché era
lì, scattò a sedere.
"Come sta Hasegawa??" esclamò.
"Mi dispiace ma devo parlare con qualcuno della sua famiglia." gli
disse il dottore "L'ho svegliata solo per dirle di andare a casa,
insieme ai suoi amici."
"Ma."
"Non vi preoccupate il vostro amico sta bene. Adesso andatevene."
"Mi scusi dottor." Fujima si fece avanti.
"Karumoto Kaichi."
"Bene, dottor Karumoto. Dal momento che Kazushi non ha parenti in vita
e che noi siamo suoi amici, lei ci deve informare delle sue condizioni e
comunque, anche se non lo facesse, mio padre lavora qui, anche se al momento
è assente, e quindi lo verrei a sapere. E allora, per accorciare i tempi,
perché non ci fa vedere dov'è Kazushi e non ci dice come sta?" (Però!!
Ne ha di stoffa, il piccoletto!! NdAngie) esclamò Fujima.
Il medico sospirò.
"D'accordo, seguitemi."
"Ha un braccio rotto e una costola gli ha perforato il polmone destro.
Siamo riusciti a ristabilirlo ed è fuori pericolo, ma le sue condizioni
sono comunque gravi." mentre camminavano il dottor Karumoto li
illustrava le condizioni del loro amico "Avrà bisogno di voi, quindi
cercate di non lasciarlo mai solo."
"Okay."
"."
"Bene, è lì dentro. È sempre sotto anestesia e si risveglierà tra
qualche ora."
Il dottore aprì la porta e li lasciò entrare.
Nella stanza n° 308 c'era un silenzio irreale, rotto solo dal
>BEEP-BEEP< dei macchinari ospedalieri.
Per poco Mitsui non scoppiò a piangere.
Si sentiva uno stupido, ma se pensava che solo poche ore prima quel ragazzo,
che adesso giaceva pallido e immobile in quel letto apparentemente così
grande, camminava, si muoveva, parlava. be', gli veniva da piangere.
Fujima, invece, non si trattenne. Non che scoppiò in singhiozzi,
semplicemente si limitò a versare qualche lacrima in silenzio.
"Non è giusto." sussurrò Hanagata "Kazushi è qui, mentre
quelli che gli hanno fatto del male saranno a divertirsi da qualche parte.
Non sappiamo neanche chi siano!!"
"Ti sbagli, Hanagata." lo corresse Mitsui.
"Uh?"
"Io so chi sono."
"E allora perché diavolo non lo hai detto al poliziotto??!"
Come risposta ottenne lo sguardo indecifrabile di un Mitsui che si stava
massaggiando le nocche della mano destra.
"Perché voglio fare un po' di allenamento"
"E bravo Mitsui." Fujima sorrise.
Hai visto Kazushi? Non gli sei poi del tutto indifferente.
"Non ce la farai mai da solo."
"E chi ha detto che vado da solo? Con me verrà Tetsuo e, se riesco a
convincerli, anche l'Armata Sakuragi."
"Una guerra, quindi."
"Proprio così. Nessuno fa del male ad un mio amico, senza passarla
liscia!"
"Allora dovremo considerarci fortunati ad essere tuoi amici."
Fujima disse.
"Suppongo di sì."
Il suo mondo era buio.
Poteva anche percepire del dolore, ma era lontano, distante, come soffocato.
Gli ronzavano le orecchie.
Lentamente, aprì gli occhi.
Luce soffusa.
Pareti bianche.
Un soffitto sconosciuto. (vi ricorda qualcosa?? NdAngie)
C'era qualcosa di oscuro che aleggiava nei recessi della sua mente, qualcosa
che continuava a sfuggirgli, ma che sapeva essere importante.
Qualcosa di doloroso.
Dove finivano i suoi ricordi?
Oh, sì. Mitsui.
E poi.
Sono corso via.
I suoi occhi si spalancarono quando capì.
Era in un ospedale perché quelle persone.
Quelle persone.
Era in ospedale, sì. Sentiva il braccio sinistro intrappolato in un gesso,
un tubo che gli violava la gola e quel dolore ovattato dappertutto.
L'anestesia.
Solo in quel momento si accorse di un'altra presenza nella stanza.
Era seduto su una sedia, con le braccia appoggiate sullo schienale e la
testa adagiata sugli avambraccia.
Mitsui?!
Avrebbe voluto chiamarlo, se solo avesse avuto la bocca libera.
Era stato a vegliare su di lui tutto quel tempo.
Dopotutto a Kazushi venne voglia di sorridere.
"Mmm?" Mitsui sollevò la testa e i due ragazzi si fissarono per
un interminabile momento.
"Sei sveglio?! Vado subito a chiamare il dottore!!"
Mitsui scattò in piedi ed uscì dalla stanza.
Poco dopo entrò un medico.
Niente Mitsui.
"Se vuoi sapere che fine ha fatto il tuo amico, mi ha detto che è
andato a telefonare. Sarà qui fra poco, non preoccuparti." lo informò
il dottore, poi indicò il tubo che gli usciva dalla bocca "Adesso
vediamo di togliere quello, okay?"
Hasegawa annuì debolmente.
'P-Pronto?' la voce assonnata di Fujima rispose.
"Ciao, Fujima. Scusa se ti ho svegliato."
'Mitsui!!' esclamò l'altro ragazzo 'Non preoccuparti, ti avevo chiesto io
di chiamarmi. C'è qualche novità?'
"Sì, si è appena svegliato."
'Dobbiamo venire?'
"No, no. Lascia stare, l'ho fatto solo per avvertirvi.
Adesso torno da lui."
'Aspetta Mitsui.'
"Sì?"
'Grazie di essergli vicino.'
"Glielo devo. Ciao."
'Ciao.'
"Eccomi di ritorno!!" esclamò Mitsui, entrando nella stanza.
"Il suo amico ha bisogno di riposo, cercate di non tenerlo
sveglio."
"Sissignore!!"
"Bene."
Quando il medico uscì, Mitsui prese la sedia e si avvicinò al letto.
"Se hai sonno fammelo sapere, che smetto subito di blaterare e ti
lascio dormire." Mitsui sorrise.
"T-Torna a casa. È tardi."
"Non posso, ho promesso a Fujima che ti sarei stato vicino."
Hasegawa sorrise debolmente.
"Grazie."
"Non c'è di che. Adesso dormi, ne hai bisogno."
"Sì."
Dei rumori svegliarono Mitsui.
Alzò la testa e sbatté gli occhi.
Sul letto, Hasegawa, gemeva e mormorava parole di cui non riusciva ad
afferrarne il senso.
"Hasegawa. Hasegawa."
Lo chiamò e lo scosse dolcemente per cercare di svegliarlo, ma non sembrava
funzionare.
"No. No. Vi prego. No."
"Kazushi!!" Mitsui esclamò, prendendolo per le spalle
"Svegliati!! È solo un incubo!!"
Hasegawa spalancò gli occhi e mise a fuoco il volto di Mitsui che lo
osservava con preoccupazione.
"M-Mitsui!!"
Gli gettò le braccia al collo e cominciò a singhiozzare.
Dopo un primo momento di esitazione anche Mitsui lo abbracciò.
"Non preoccuparti, Kazushi. Era solo un incubo. Solo un incubo."
"M-Mitsui. Io. Loro."
"Calmo, respira."
"S-Sì."
Mitsui gli accarezzò la nuca dolcemente diverse volte.
Dopo un po' Hasegawa smise di piangere e il suo respiro si stabilizzò.
Si era addormentato.
Mitsui lo adagiò sul materasso e lo coprì con il lenzuolo.
"Allora, cosa ne pensi?"
"Ha ragione lui: sei proprio un do'aho." Xeno sbuffò.
"Ssshh!! Non urlare!!" esclamò Sakuragi.
"Veramente l'unico che sta urlando qui, sei tu."
Dopo il loro allenamento al campetto da basket avevano deciso di andare a
mettere qualcosa sotto i denti.
"Se ti piace così tanto perché non glielo dici?"
"See. Fosse facile!!"
"È un ragazzo che ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino, ha
bisogno di amore, ma di un diverso tipo da quello che i suoi genitori
possono dargli. Inoltre ha trovato in te un ottimo amico, l'unico a dire la
verità, se gli offri il tuo amore non potrà certo rifiutare."
"Ma come parli??"
"Voglio diventare una psicologa."
"Ah."
Ci furono degli attimi di silenzio, poi Hanamichi riprese la parola.
"Oggi Mitchi non era a scuola, chissà che fine ha fatto."
"Non cambiare discorso."
"Guarda che quel discorso era già finito!!"
"Lo dici tu."
"E cos'altro dovrei dire, sentiamo?"
"Che giorno è oggi?"
"Non lo sai??!"
"No." (per me il tempo è relativo. NdXeno)
"Kami-sama." Hanamichi sospirò "Venerdì 22 Aprile, perché?"
"Domani è sabato, lo porterai fuori e poi gli dirai che ti
piace."
"EEHH??!! MA SEI PAZZA??!!"
"No."
"Come pretendi che io vada da lui e gli dica: 'Ciao Ru, sai è un
casino di tempo che mi piaci!!'?? E poi che devo fare?? Saltargli addosso e
violentarlo, forse??!"
"Potrebbe essere un'idea."
"PAZZA!!"
"Tsk. Sei un cagasotto."
"COSA HAI DETTO??!!!!"
Essendo la terza volta che il rossino urlava, il gestore del locale presentò
loro la sua disapprovazione e, quindi, furono obbligati a finire il discorso
per strada.
"Non hai spina dorsale, non hai fegato. Come preferisci. Avrai anche
fatto a botte con persone più grandi di te, ma il coraggio di una persona
si misura solo quando questa affronta una situazione ad alto rischio senza
impugnare arma o senza perdere la calma."
Da quando sei una filosofa?? Le tue sono solo belle parole!!"
"Vieni."
Xeno gli indicò la sua moto.
"Dove?"
"Ti devo fare vedere un posto."
"O-Okay."
Il viaggio durò poco più di un quarto d'ora. Quando scesero dalla moto era
il tramonto.
"Dove siamo?"
"Seguimi."
Xeno gli indicò una strada percorribile solo a piedi e lui la seguì.
Lo spettacolo era da mozzare il fiato.
Erano qualche centinaio di metri sopra il livello della città.
La luce ambrata del sole al tramonto illuminava tutta la valle e si
rifletteva sui vetri delle case e dei palazzi della cittadina sottostante.
"È bellissimo." Hanamichi sussurrò.
"Portalo qui. Le parole verranno da sole. E poi. Pensi che possa
resisterti con uno spettacolo del genere come sfondo?"
"."
"Sei una persona eccezionale Hanamichi Sakuragi. Lo ammetto, a volte
fai lo stupido, ma è solo un tuo atteggiamento. Sei molto gentile e di
animo buono.
Sarebbe impossibile odiarti. è più facile amarti. e questo è quello che,
credo, farà Rukawa."
"Ne sei davvero sicura?"
"Vedrai. Io ho sempre ragione." gli disse Xeno "Tranne quando
ho torto, ovviamente."
"E questo dovrebbe rassicurarmi??!!" esclamò Hanamichi, sgomento.
"Fai tu. Vieni, torniamo indietro."
"Ma tu guarda questa."
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