disclaimers: Rukawa appartiene ad Hanamichi e Hanamichi appartiene al SENSEI!!! (altresì conosciuto come Takehiko Inoue)
credits: grazie a Tem per i suoi suggerimenti per la trama, grazie a Xeno per il suo aiuto col basket e grazie anche a Inoue-san per tutto
il resto!!!

Cose che capitano

di Forbidden Angelus

Parte 2/?


Rukawa era sul terrazzo della scuola e stava cercando di dormire un po', ma il suo stomaco brontolante gli continuava a ricordare che era ora di pranzo.
Ed io non ho i soldi…
"Hey, kitsune!! Che ci fai qui??"
"Potrei chiederti la stessa cosa, do'hao…"
Hanamichi raggiunse il suo fianco.
"Voglio dire… Non pranzi?"
"Non ho soldi."
Il rossino si infilò le mani nelle tasche e ne tirò fuori alcuni yen che dette a Rukawa.
"Eccotene un po'…"
"Te li rendo appena posso…"
"Uh?"
"Uh?"
I due ragazzi si guardarono negli occhi, stupiti.
"Abbiamo appena fatto quello che penso?" Hanamichi sussurrò.
"Sì."
Ci fu un attimo di silenzio poi Sakuragi parlò: "Rukawa, rispondi alla mia domanda… Si prestano dei soldi al proprio nemico quando invece si potrebbe lasciarlo a morire di fame?"
"No."
"E allora perché diavolo l'ho fatto?!"
"Perché sei un idiota…"
"COOOOOSA??!?"
"… o forse perché non siamo nemici…"
"Ma Haruko è innamorata di te!!! Non posso essere tuo amico!!"
"Chi è questa Haruko?" domandò Rukawa (certo che tu caschi dalle nuvole, eh?? NdAngie)
"Lasciamo perdere…" il rossino sospirò.
"Allora… erm… Grazie per i soldi."
"Oh, non c'è di che!! Rendimeli, però…"
Quando Rukawa tornò Hanamichi era sempre sul tetto, seduto con la schiena appoggiata alla ringhiera.
"Scommetto che sei rimasto scandalizzato ieri sera!" esclamò Hanamichi.
"No… be', non più di tanto…"
"Ah, bene… credo." aggiunse dopo un secondo "Devo preoccuparmi, kitsune?"
"No, idiota." Rukawa sorrise.
"Meno male." il rossino si fermò un secondo "Come mi hai chiamato??!"
"Ehi, Sakuragi…"
"Uh?"
"Com'è che all'improvviso ci troviamo quassù a chiacchierare amichevolmente?"
"L'hai detto tu. Forse non siamo nemici, forse siamo amici…"
"Amici?"
"Cose che capitano." Hanamichi si strinse nella spalle "Cosa hai preso alla mensa?"
"Un panino al curry, un tramezzino misto, uno con le uova e uno al pollo.
"Tutta quella roba??! Accidenti!! Ma quanto mangi?!"
"Non è tutta per me, do'aho. Scegli quello che vuoi, ti offro il pranzo."
"Ti faccio notare che i soldi con cui lo hai comprato erano miei!!
"Sottigliezze. Allora quale vuoi?"
Hanamichi scelse il tramezzino alle uova e il panino al curry.
"Allora, kitsune… Tu sei figlio unico?"
"Sì… Adesso i miei genitori sono a Tokyo per lavoro e così devo stare solo."
"E non sai cucinare, ehehe…"
"No. Perché, tu sì?"
"Ovviamente!! Sono il miglior cuoco che si possa trovare in giro!! Chiedi ai ragazzi!!"
"Non ci credo."
"Allora stasera vengo a casa tua e ti preparo la cena!!!"
"Ma no, stupido!!" Rukawa arrossì e questo lo stupì non poco.
"Ehi, mi è venuta un'idea!!" esclamò il rossino, dopo un po'.
"Cosa?"
"Perché non facciamo degli allenamenti speciali ed elaboriamo delle tattiche da eseguire insieme??!! Poi le metteremo in atto solo nella prossima partita, così tutti si stupiranno, vedendo come siamo mitici!!"
A Rukawa non era sfuggito quel siamo.
"Allora, cosa ne dici?"
"Okay."
"Davvero??!! Fantastico!!"
"Per stasera penso sia impossibile…"
"Ok, allora dimmi quanto va bene a te…"
"Ti faccio sapere domattina."
"Aspetta, Rukawa… Ti do il mio numero di telefono, così stasera me lo dici!!" Hanamichi tirò fuori dalla tasca un foglietto spiegazzato ed una penna e vi scrisse qualcosa sopra.
Quando Rukawa prese dalle dita di Hanamichi il foglietto su cui erano scarabocchiati dei numeri, sentì che, nella sua vita, una porta si era chiusa ed un'altra si apriva per offrire un nuovo cammino.

Erano seduti entrambi a terra, cercando di riprendere un po' di fiato. Quel giorno gli allenamenti in palestra erano stati cancellati e così Rukawa e Sakuragi avevano impiegato tutto il pomeriggio con il loro allenamento speciale. Erano passati cinque giorni dalla loro decisione presa sul tetto della scuola e i loro allenamenti segreti davano dei buoni esiti.
"Do'aho."
"Non chiamare così il tensai, baka kitsune." Hanamichi gli rispose, automaticamente.
"Ho fame. Tu?"
Lo stomaco del rossino rispose per lui, con un sonoro brontolio.
"Andiamo a mangiare?" gli chiese Rukawa.
"Con cosa? Sono al verde."
"Ti devo un pranzo."
"Se paghi tu allora ci sto!!"

Il volpino sbatté gli occhi diverse volte. Non ci credeva. Come poteva un essere umano nutrirsi a quel modo?! Era un miracolo che non si strozzasse, con tutto quello che si era messo in bocca.
"Cofa fé, kiffune??" gli domandò il rossino, sparando briciole dell'hamburger che stava biascicando tutt'intorno.
"…"
"Non mangi?" gli chiese, a bocca vuota, alludendo al suo hamburger ancora intatto.
"Mi è passato l'appetito."
"Poffo?" gli domandò il rossino, divorando il suo panino.
"Fai pure." non era servito a niente, dato che probabilmente il suo doppio cheeseburger era già stato digerito.
"Adesso mi sa che devo andare kitsune…" disse il rossino, controllando l'orologio "Ci vediamo domani?"
"No, domani non ci possiamo vedere."
"Uh? E perché?"
"Mi si è rotta la bici, quindi devo andare a piedi fino alla stazione. Devo prendere il treno per andare all'aeroporto"
"Aeroporto?"
"Domani tornano i miei genitori."
"Allora non c'è nessun problema!! Ti ci porto io!!" esclamò il rossino (Non lasciarti tentare, Kae-chan!!! Non lasciarti tentare!! Potresti lasciarci la pelle, visto il suo modo di andare in bici!! NdAngie)
"Sicuro?"
Il rossino annuì vigorosamente. "A che ora?"
"Alle undici partiamo da casa mia."
"Okkei!! Allora ci vediamo domani!! CIAO!!" Sakuragi prese la direzione opposta alla sua.
Rukawa non sapeva ancora che aveva commesso un fatale errore ad accettare quel passaggio da Hanamichi.

"Sei pronto, kitsune?"
"Sì…"
"Quanto ci metti di solito per andare alla stazione da qui?"
"Una ventina di minuti, di solito…"
"Venti minuti?"
"Aha."
"Sei lento… Vediamo se riusciamo a farcela in cinque minuti!!"
"C-c-c-cinque minuti??!!"
"Pronti?? VIAA!!"
Sakuragi partì a tutta velocità, pedalava come se avesse avuto il diavolo alle calcagna.
"FAMMI SCENDEREEEEE!!!"
Rukawa, invece, era più pallido del solito, e si reggeva al rossino come se ne andasse della sua vita. Ripensandoci, ne andava della sua vita.
"MACCHINA!!"
"Vista."
La bicicletta salì sul marciapiede ed evitò per un pelo una macchina che frenò di colpo. Intanto sul marciapiede il rossino stava scansando la gente che scappava in tutte le direzioni, mentre le sue gambe pedalavano ad una velocità impossibile.
"Vandali!!"
"Guarda dove vai, giovanotto!!!"
"Un UFO!!! Un UFO!!! L'ho sempre detto che i marziani hanno i capelli rossi!!!"
Kami-samaKami-samaKami-samaKami-sama… Rukawa continuava a pregare gli dei perché quella bicicletta che sfrecciava alla velocità del suono non incorresse in qualche incidente.
Ma chi me l'ha fatto fare??!
"Ancora un po' più veloce…"
"PIÚ VELOCE??!!! TU SEI PAZZO!!" il volpino gridò, quasi isterico.
Ma il rossino non sembrò sentirlo, dato che aumentò la velocità.
Adesso Rukawa non riusciva neanche più a distinguere ciò che li circondava. Sentiva solo imprecazioni, stridii di freni e grida.
Quando finalmente la bicicletta di fermò, il volpino credette che tutti i suoi organi interni si fossero cambiati di posto. Stava per vomitare.
"Siamo arrivati, kitsune!!" esclamò Hanamichi, ansimando e controllando il suo orologio "Uao!! 5 minuti e 25 secondi!!
Ovviamente avrei fatto prima se non ci fossi stato tu, ma non è male comunque…"
Si accorse che il volpino stava appoggiato alla sua schiena, con le braccia strette intorno alla sua vita, senza muoversi.
"Uh? Kitsune? Ti sei addormentato??" (Come avrebbe potuto?? NdAngie) scese, si voltò e scosse leggermente le spalle del moretto "Stai bene?"
Il ragazzo leggermente più basso era bianco come un cencio e tremava leggermente.
"T-t-t-t-tu sei un PAZZO FURIOSO!!!" esclamò Rukawa, con voce stridula (ce ne vuole!! NdAngie).
"Cosa ho fatto di male, adesso??"
"Ci hai quasi ammazzati, poco fa!!"
"Ma se lo faccio tutti i giorni!!"
"Mi stupisce che tu sia ancora vivo."
"Cosa vorresti dire, kitsune?"
"Perdiamo il treno, andiamo!"

"Okaasan!!! Otoosan!!" Rukawa andò incontro ai suoi genitori e sorrise loro.
"Kae-chan!! Sei cresciuto ancora!!" esclamò sua madre che, per essere una donna giapponese, non era poi bassa.
"'kaasan… Sei stata via un mese, non posso essere cresciuto tanto in così poco tempo."
Hanamichi guardò da lontano, sorpreso, quanto Rukawa sembrava 'normale' con la sua famiglia. Si esprimeva sempre con poche parole, ma aveva perso un po' della sua freddezza. Forse lo faceva solo con chi si fidava? E allora lui come dove sentirsi? Anche con lui aveva perso quella freddezza che lo aveva sempre caratterizzato… 
Senz'altro era così. Il rossino si sentì felice all'improvviso.
Sorrise.
"E questo è il mio migliore amico."
Hanamichi non poté fare a meno di notare il suo accento sulla parola 'migliore', si sentì sorpreso e anche lusingato. Poi una tristezza lo invase, all'inizio non capì perché, poi…
Forse sono il suo unico amico.
Evidentemente non fu il solo a rimanere sorpreso, dato che i genitori di Rukawa, e specialmente sua madre, spalancarono gli occhi e volsero lo sguardo da un ragazzo all'altro.
Con un piccolo inchino, Hanamichi si presentò.
"Signor Rukawa, signora Rukawa… Sono Sakuragi Hanamichi, amico di vostro figlio."
"Ma è fantastico!!"
"Piacere, figliolo."
"Che ne dite di andare a pranzare da qualche parte?" esclamò la madre di Rukawa, al settimo cielo.
"Ma io non ho i vestiti adatti e…" Hanamichi cercò di trovare altre scuse.
"Non c'è problema!! Ti riaccompagniamo a casa noi!!" esclamò suo padre.
Erano entrambi molto alti. Sua madre poi era molto bella e anche suo padre era un bell'uomo. Erano gentili, cordiali e simpatici.
Come ha fatto il kitsune a venire su così scontroso??!!
"E poi anche Kae-chan è tutto sudato a quanto vedo…" (sudore freddo, dalla corsa… NdAngie)
"Allora siamo d'accordo per oggi!! Basta che tu ci dica dove abiti, Sakuragi-san e verremo a prenderti!!"
E sono anche gentili!!! Nessuno mi aveva mai chiamato Sakuragi-san prima d'ora!! E mai avrei pensato che degli adulti lo facessero!!
"Sto a qualche isolato da voi, Rukawa-san." gli rispose Hanamichi, inchinandosi di nuovo.
"Do'aho. Se continui ad inchinarti così cadrai per terra per il peso della tua testa di legno…" gli giunsero all'orecchio parole
sussurrate con quella che sembrava… ironia??!!!
"Kitsuneeee…" Hanamichi lo ammonì, ma quando si voltò verso di lui il ragazzo lo fissava con aria innocente.

"E così vi siete conosciuti nel club di Basket, eh?" 
"Già!!" Hanamichi annuì.
"A Kaede è sempre piaciuto il basket… Ha preso tutto dai suoi genitori!!" esclamò sua madre.
"Mamma e papà praticavano il basket sia alle medie che alle superiori…" gli spiegò Rukawa.
"Già… E siamo grandi tifosi dell'NBA… A Kaede piacciono I Chicago Bulls, a suo padre i Boston Celtics… Ma io preferisco i Los Angeles Lakers!!" esclamò sua madre.
"I Lakers sono i migliori!!" annuì Hanamichi, guadagnandosi due sguardi 'inceneritori' dagli esponenti maschi della famiglia Rukawa.
"Se vuoi possiamo fare una partita noi e voi, fan dei Lakers contro gli altri… Cosa ne dite?"
"D'accordo!! Ma dovete sapere che sono conosciuto come il Tensai!!"
"Do'aho."
"Baka kitsune!!"
I genitori di Rukawa risero di cuore.

"Okay… La squadra che arriva prima a 20 vince!!" esclamò la madre di Rukawa.
Erano tutti in tenuta da pallacanestro, vale a dire pantaloncini e t-shirt. Era un caldo sabato pomeriggio di metà marzo ed i ciliegi erano in fiore.
"E che premio ci sarà per i vincitori?" Hanamichi chiese.
"I perdenti dovranno cucinare loro una bella cenetta!!" suggerì la madre di Rukawa.
"Bene, allora… Rukawa-san e tu, Rukawa… Preparatevi a cucinare qualcosa di buono per noi!!"
"Do'aho. Vinceremo noi."
"Ne sei sicuro?"
Ed in effetti, dopo una lunga partita impegnativa per entrambe le squadre vinse la squadra di Rukawa padre e Rukawa figlio, ma per un punto solo.
"Cavoli, Rukawa-san!!" esclamò Hanamichi, in ammirazione "Siete davvero brava!!"
"In fondo abbiamo vinto noi…" disse la donna. 
"E perché?"
"Se loro ci avessero cucinato la cena non sarebbe stata una grande vincita…"
La madre di Rukawa e Hanamichi risero di cuore, guadagnandosi un altro paio di sguardi omicidi.

"Voi sistematevi di là… Vi chiameremo appena abbiamo fatto." intimò loro la madre di Rukawa, prima di raggiungere il rossino in cucina. 
"Sai cucinare, Sakuragi-san?"
"Chiamatemi Hanamichi… Mi sento in imbarazzo…" disse il ragazzo, arrossendo leggermente.
"D'accordo, Hanamichi… Allora tu chiamami Joyce!!"
"Joyce? È un nome straniero…"
"Mio padre era americano, ma si è sposato con una donna giapponese*."
"Ah! Ecco perché lei e Kaede avete entrambi gli occhi azzurri!!"
"Aha… Ed è per questo che ho sempre avuto una passione smisurata per il basket."
"É anche molto brava."
"Me lo hai già detto, Hanamichi…"
"…"
"Allora, sai cucinare?"
"Sì! E anche molto bene, modestamente… Mia madre mi ha insegnato."
"È raro trovare un ragazzo che sia un bravo cuoco (A parte Uozumi, forse… NdAngie) di questi tempi… Lasciano tutto nelle nostre mani, gli uomini!! Senza noi donne non andrebbero da nessuna parte!!"
"Già… Io adoro mia madre… Senza di lei non saprei come fare!!"
"Ti deve voler molto bene, allora…"
"Suppongo di sì…"
La donna sorrise a se stessa, mentre lei tagliava la verdura per la zuppa di Miso*2 ed Hanamichi stava preparando i gamberetti per l'itadakimasu*3.
"Joyce!! Si sente male?? C'è qualcosa che non va??" esclamò Hanamichi, allarmato, quando vide le lacrime scorrere sul viso della donna.
"N-No… È che… sono felice. Si piange anche per felicità, sai Hanamichi?"
"Sì, ma…"
"Sono felice. Kaede è sempre così solo, così silenzioso e così immensamente triste… Sono felice che abbia trovato un amico… Dopo tanto tempo…"
Triste??! Il kitsune triste??! Quando mai!!
"Triste?"
"Sì, be'… Vedi… È sempre stato un ragazzo timido…"
Timido??!!
"Però un giorno un ragazzino, Tatsuya, che aveva più o meno il tuo stesso carattere, la tua voglia di vivere, la tua esuberanza, capitò nella sua stessa classe. Non so esattamente come andarono le cose, ma so che divennero amici. Erano inseparabili, si completavano a vicenda: dove uno era calmo, l'altro era agitato; dove uno era introverso, l'altro era estroverso… Tre mesi dopo circa, Kaede tornò a casa da solo. Capii subito che c'era qualcosa che non andava, dato che Tatsuya lo accompagnava sempre, così gli chiesi cosa c'era che non andava. Lui mi disse che Tatsuya lo aveva tradito, che lo aveva preso in giro… Non mi disse di più. E non lo dice tuttora. So solo che da quel giorno Kaede si chiuse in se stesso… Ma oggi l'ho visto sorridere, mentre eravamo a mangiare e anche mentre giocavamo… Era tanto che non vedevo il suo sorriso, è così bello quando sorride… Sembra un bambino…"
La madre di Rukawa inspirò profondamente e si asciugò gli occhi. 
"Io non credevo…" Hanamichi era scioccato.
Non avrebbe mai potuto credere che il volpino avesse potuto mostrare sentimenti umani. Adesso però ne aveva le prove.
"Ahhh!! La zuppa!!" esclamò la madre di Rukawa, vedendo il fumo che si alzava dalla pentola. Anche la roba che stava preparando Hanamichi 'era andata in fumo'.
I due cuochi fissarono tutto quel disastro e sospirarono. Un'ora di duro lavoro buttata al vento. Si strinsero nelle spalle.
Quella sera, i quattro, cenarono con il sushi del ristorante all'angolo che, guarda caso, era quello della famiglia di Uozumi, ex-capitano del Ryonan. (ma tu guarda i casi della vita!! NdAngie).



*= in Giappone il marito e i figli prendono il nome della donna.
*2  e *3 = pietanze tipiche giapponesi.


 
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