Salve Bella Gente!!
Caspita, i nostri 2 protagonisti potrebbero invecchiare nell’attesa che
a me torni l’ispirazione per scrivere!! Comunque avevamo lasciamo il
nostro Sebastian che non riusciva a dimenticare l’incontro al bar di
quella mattina e delle strane sensazioni che avvertiva verso Costantine.
Constantine & Sebastian due biondi troppo innamorati
parte III - Lezioni di... tennis!
di Osiris
Bla, bla, bla...clic, clic, clic...ecco ormai come passavamo il nostro tempo Costantine ed io, con interminabili discorsi e una miriade di parole cliccate con tanta agilità sulla tastiera da farsi venire i calli alle mani. Possibile che per la persona che odiavo più al mondo, ora provassi una simpatia spropositata? Dai nostri discorsi mi ero accorto che non avevamo molte cose in comune; ad esempio io amavo la casa e la tranquillità, lui lo sport e la spericolatezza. Tuttavia, sentivo un certo “feeling”, come se lui rappresentasse per me una persona fidata e nella quale potevo riporre fiducia. Un giorno però Costantine mi stupì affermando di essere un “BISEX più OMO CHE ETERO”. Che cosa voleva dire? Era Gay o Eterosessuale o Bisex? Si sarebbe aspettato forse qualcosa di più da me?Ed io, cosa mi aspettavo da lui??? Cavoli! Non ci avevo ancora pensato!! Io, ero come un eterosessuale che non nutriva più alcun interesse per il sesso opposto!! Cioè? CONFUSIONECONFUSIONECONFUSIONEAIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Lasciando perdere discorsi troppi complicati, all’inizio quell’affermazione mi pose un po’ a disagio ma con il pensare dei giorni me ne scordai totalmente. ... Era il 18 Aprile, il sole splendeva e picchiava con violenza contro le finestre, come volesse romperle, e ad illuminare la mia mattinata intervenne anche Costantine, con un sorriso a 32 denti; ma non di quelli di felicità quanto piuttosto quelli che sottintendono un’implorazione di qualcosa che sai già ti sarà negato. -Sebastian??- cominciò lui, mettendomi un braccio intorno alle spalle. -Sii????Costantine???-risposi io, con aria poco convinta. -Ecco...siccome come dico sempre, sei un ragazzo stressato e ansiogeno...pensavo di farti provare...- -Locali...quelli...- -No, No io intendevo il Tennis!- -Il Tennis??- domandai io, stupito da quell’affermazione. -Sì, perché?.non dirmi che ti piacciono quei generi di locali...così...squallidi...- -No, assolutamente!-risposi io, immediatamente. -Bene...allora ci vediamo Mercoledì alle 16...al club degli Sportivi...quello vicino al Liceo...Sì! Puntuale!- -No, aspetta ma io...-neanche il tempo di finire la frase, che Costantine si era già dileguato tra la folla. Uffa! Proprio non lo sopportavo quando faceva così! Proprio non mi andava di andare a quel coso degli sportivi. Non avevo la minima idea di come si giocava e in più qualcosa mi diceva che io per quello sport non c’ero per niente portato!! Cercai così di parlarne nei giorni successivi con Costantine, ma lui non voleva sentire alcuna scusa!!! Mi diceva –Come puoi dire di non esserci portato se non ci hai neanche provato???-. Aveva ragione in fondo! Ma io lo avvertivo proprio come “cattivo presagio” e per questo al solo pensiero rabbrividivo... Mercoledì giunse in fretta. Infatti, quella mattina intanto che gustavo tranquillamente il mio caffè, sentì il telefono squillare... -Pronto?- -Ehilà...Su con il morale Seb! Oggi ci divertiremo da matti!!!- -Mi dispiace Costantine ma...ho un terribile raffr...- cominciai io tappandomi il naso. -No No! Carino...non ci casco!!!- -Quindi oggi alle 16...e per i vestiti te li danno lì al club-. -Ma io non voglio, cioè...- -Non è una richiesta Signor Harris! È un ordine!!!!!!!!!!!Guardi che se oggi non sarà puntuale, la vengo a recuperare a casa sua!!!!!!!!!!!!-. -Non sai dove abito!!! Come fai????- -Si dà il caso che la scorsa settimana abbia personalmente provveduto a questa cosetta..., infatti, ho raccolto numero di telefono e indirizzo di tutti quelli che lavorano qui...ah ah!- gli misi giù all’istante e con rabbia. Chissà come se la sghignazzava quello là...che stronzo però!!!! Avrei dovuto aspettarmelo da un astuto come lui! Costretto così ad andarci stavo per prepararmi ad uscire; quando aprendo la porta mi trovai davanti Costantine. Per poco non caddi dallo spavento. -Che, che Cavolo ci fai qua???- -Niente volevo dare una sbirciatina...- mi spinse per vedere meglio. Si addentrò con grandi WOW e guardandola in ogni particolare come fa un bambino che ha appena visto il giocattolo nuovo. -Posso...vero?- chiese a questo punto girandosi con aria intenerita. -Ma...guarda te!! Prima entri e poi mi chiedi il permesso!!!!-. -Sorry...Seb!-disse stringendosi tra le spalle. Poi si voltò e prese a curiosare in ogni stanza. Io lo ripresi dicendo. -Non mi sembra di averti dato il permesso!!- -Chi tace acconsenteee!!!- disse ad alta voce dalla camera da letto dove si era già inoltrato. Dopo un minuto lo raggiunsi. -Senti non è che ci hai ripensato...quel coso degli sportivi...il Tennis- dissi io, supplicandolo un’ultima volta. Ma lui, si avvicinò a me e puntandomi il suo indice sulla mia fronte, disse. -NO, NO E NO! VIENI CON ME E FAI POCHE STORIE, CHIARO?- Ancora una volta il solo minimo contatto con Constantine mi aveva fatto venire i brividi. Per questo non risposi e non mi mossi da lì. Semplicemente pensai, se anche lui come me provava quelle vibrazioni. Questo attimo che sembrò durare una vita, finalmente si concluse. Costantine accennò una risatina, e voltandosi per uscire dalla camera, mi fece una beffa sul naso. Appena mi schiodai da quella stanza, ritornai in salotto dove Costantine mi guardava con occhi accesi come due lampadine. Mi spaventai. -Cosa c’è??- -AndiamoAndiamoAndiamo, SuSuSuSuSu!!!!- -Arrivo!- risposi io, chiudendo la porta alle mie spalle ed infilando le chiavi in tasca. Appena uscì all’aria aperta, notai una bella macchina parcheggiata. Era nera, lunghissima e con gli interni di un blu metallizzato. -Porca...- cominciai io, non potendo trattenere lo stupore. -Ti piace? Me l’ha comprata il mio vecchio un mese fa!- -Fantastica!!!- dissi io, in trepida attesa di entrarci dentro e vederla. All’interno l’auto era più grande e bella di quanto si potesse vedere da fuori. Appena entrati, Constantine girò le chiavi e si girò verso la mia parte. Rimanemmo per almeno un minuto a fissarci l’un l’altro, poi mi chiese quasi bisbigliando. -Non ti dispiace vero se accendo la rad...- -No, No fai pure...- Constantine schiacciò un pulsante ed il lettore CD si aprì. -Potresti prendermi per favore quel CD??- mi disse indicando una cuscodia da cui fuori s’intravedeva l’oggetto in questione. -Ah, Sistem of a Down!!!-esclamai io, inserendo il cd nel rispettivo lettore. -Li ascolti anche tu??- -Ogni tanto...sono forti però...non trovi??- -Puoi dirlo forte!!!-rispose lui, entusiasto. La canzone sotto era appena iniziata, “Toxicity”. Appena potè Constantine alzò smisuratamente il volume e l’instinto di entrambi fu quello di aprire il finestrino ed urlare come dei pazzi vari pezzi della canzoni. Mi sentivo un deficiente ma tornare a fare i cretini come da adolescenti, credo che quando sei già adulto a volte serva, anche soltanto per sbrogliare la tensione del lavoro e della vita stessa. Dopo un quarto d’ora di divertimento puro, io e Constantine raggiungemmo il club degli Sportivi. Lì, era il luogo, dove avremmo dovuto sostenere, la lezione di tennis. Devo ammettere che tutto quel “casotto” fatto in macchina, mi aveva totalmente fatto dimenticare la mia meta. Scesi dalla “MACCHINA DELLE FOLLIE” , Constantine mi spinse a seguirlo tirandomi una pacca sulla spalla. Io così feci, anche se una parte di me sosteneva ancora le mie teorie iniziali. Lo raggiunsi nello spogliatoio. A mio dispiacere, c’erano una decina di persone o anche più; proprio per questo non trovando più il mio amico stavo già per girare i tacchi ed andamene via, ma Costantine mi ritrovò prima. -Seb! Seb! Indossa questa!!!- disse Constantine porgendomi una maglietta e dei pantaloncini bianchi. Pian Piano mi sfilai i jeans e la maglia che indossavo e provai la divisa. Appena Constantine mi vide esclamò. -Wow!!! Che Carinooo!!! Stai bene na’ cifra!!!!!!!!- -Ma non saprei...cioè è molto comoda ma non avrò freddo??- -Carino! Guarda che il tennis vuol dire “muovere le chiappe”!!!!- Constantine ed io osservammo tutte le altre persone che si prestavano ad uscire dagli spogliatoi e li seguimmo. Io mi accorsi che la gente veniva divisa a coppie. Uno di fronte all’altro. Così sperai che per lo meno mi mettessero con Constantine e così fu. Noi due fummo distanziati di almeno 6 metri e poi l’istruttore cominciò ad indirizzarci sul da farsi. Constantine era già piuttosto esperto perché ci aveva già giocato per parecchio tempo ma io era una totale frana. Non riuscivo a coordinarmi!!! L’iscrittore cominciò a stufarsi, io ad innervosirmi sempre di più. Non tanto per il fatto di non riuscirci quanto per il fatto di sentire la gente attorno a me che ad ogni mio errore se la ridacchiava. Il nervoso si trasformò in rabbia dal momento che si distinse una risata più forte da parte di un ragazzo alla mia destra. Posai la racchetta e la pallina da tennis, l’istinto primo fu quello di colpire in pieno viso il ragazzo, ma Constantine intervenne. -Calmati Sebastian!!- io non risposi lo guardai semplicemente malissimo, mi girai e uscì dal campo per entrare in spogliatoio e fuggire via da quel pomeriggio da incubo. Sentivo ancora una voglia irrefrenabile di sferrare un cazzotto a qualcuno. Constantine mi seguì. Appena raggiunto lo spogliatoio. - Sebastian tu non...- cominciò lui, ma io fuori di me intervenni subito. - No tu non sai assolutamente nulla! Sapevo che sarebbe andato tutto storto! Lo sapevo! Sapevo che non dovevo fidarmi di te!!!- - Ah Bene! Semplice scaricare la colpa sulle persone che ti vogliono solo far del bene!!!- rispose Constantine cominciando ad alzare anche lui un po’ la voce. - Beh! Chi ti ha chiesto di farlo?- urlai io. Constantine era ormai fuori di testa anche lui. Si passò più volte le mani tra i capelli. Passammo un attimo a riflettere sul da farsi poi dissimo insieme. - Ma vai a quel paese Va’!!!- ci voltammo ognuno verso una direzione diversa. Non so bene poi come cosa capitò ad entrambi. La rabbia era senza dubbio incontrollabile. Constantine ed io ci voltammo l’uno verso l’altro e corremmo con un solo pensiero rivolto all’altro Ora ti ammazzo!!!, ci scontrammo ma non dandoci un pugno bensì un bacio. Un bacio lungo, intenso come se sperassimo di nuocere all’altro. Ma come potevamo? Forse mordendoci a vicenda, ma così non fu. Mi staccai da quelle labbra morbide e calde, il cuore a mille e gli occhi ancora rossi per la rabbia. Guardai in viso Constantine, sembrava anche lui trovarsi in quello stato. Il resto del pomeriggio lo passammo in silenzio. Ci cambiammo dopodichè Constantine mi condusse in macchina a casa. In tutto questo arco di tempo le uniche parole che ci scambiammo furono un Ciao quando io scesi dalla macchina davanti al mio appartamento. Possibile che cominciassimo a sentire qualcosa l’uno per l’altro? Cosa sarebbe successo in tale eventualità? Come dovevo comportarmi io?? Ecco i mille pensieri che mi assalivano e che non volevano lasciarmi in pace. Mi voltai vidi la sveglia che indicava l’una e un quarto, fece un lungo sospiro e decisi che era il caso di svuotare la mente e pensare a riposarmi.
...Continua
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