Disclaimers:
i personaggi di Slayers appartengono agli aventi diritto.
Note: i nomi della spada e la dimora di Garv li ho
inventati io, perché non so nulla di ufficiale in proposito.
Commento:
questa fiction è una mia piccola personale ripicca verso Fibrizio (a cui non ho
MAI perdonato il fatto di aver ucciso Garv); ma dato che sono MOLTO buona e in
fondo mi sta simpatico, alla fine non ho voluto infierire.
Il Concilio
dei Dark Lords di
Eternal Fantasy
“Un
Concilio? Come ti è venuta un’idea del genere?” esclamò Fibrizio,
fissando Dynast con occhi spalancati.
Il
Dark Lord dei Ghiacci, imperturbabile, spiegò con tono pacato: “Credo
che una tale riunione sia necessaria, se non indispensabile. Sono passati
vent’anni dalla Battaglia di Dark Star, e per tutto questo tempo tra noi
e le Forze del Bene c’è stata una tregua non dichiarata per poter
riparare alle perdite sostenute. Ora che LoN ha riportato in vita te e
Garv per farvi riassumere le vostre cariche, ritengo opportuno consultarci
e organizzare le nostre azioni future in vista di una cooperazione più
efficiente.”
Fibrizio
si sedette, perplesso. Era la prima volta che lo sentiva pronunciare tante
parole di seguito, e ciò poteva solo significare che la situazione
attuale era abbastanza grave da preoccupare anche il gelido e indifferente
Signore del Nord. Considerato che Dynast non si muoveva in prima persona
dai tempi della Grande Guerra, questo voleva dire davvero qualcosa.
Tuttavia c’era ancora un punto su cui aveva seriamente qualcosa da
ridire: “Perché proprio a casa mia?”
Dynast
sospirò impercettibilmente, ma nessun muscolo del suo volto niveo si
mosse: “E’ una decisione di Zelas; ha detto che il mio Palazzo di
Ghiaccio al Polo Nord è troppo freddo, quello di Dolphin in fondo al mare
troppo umido…”
“…e
non vuole farlo a casa sua perché lei è sempre la prima che fa saltare
tutto in aria, vero?” terminò Fibrizio con una smorfia.
“Esatto.”
Dichiarò Dynast imperturbabile.
Fibrizio
si batté una mano sulla fronte in un tragicomico segno di rassegnazione:
“E dire che ho appena finito di ricostruire il mio Tempio…”
“Volevo
chiedere anche a Garv, ma so che il suo Dragon Dungeon sotto il vulcano
non è ancora ultimato.”
Gli
occhi di Fibrizio scintillarono minacciosamente: “Viene anche lui?”
Dynast
lo fissò coi suoi occhi di ghiaccio: “La guerra tra Dark Lords è
finita, Fibrizio. Garv è ancora uno di noi, e parteciperà al
Concilio.”
“Quel
traditore non ha mai smesso di pensare come un essere umano! Come puoi
fidarti di lui?”
“Se
non sbaglio, durante la guerra tra te e Garv il tuo primo obiettivo era
‘riconvertirlo’ alla causa della distruzione del mondo, che tu
caldeggiavi più di tutti.”
Fibrizio
fece un violento cenno di frustrazione: “Ho dovuto presto ricredermi:
Garv è sempre stato un ribelle che fa solo di testa sua. Non avrebbe mai
seguito gli ordini…”
“I
tuoi ordini no di certo, lo ammetto.” Sottolineò acutamente
Dynast.
“All’epoca
ero IO il più forte tra noi, dopo che il Dio dei Draghi del Mare,
morendo, imprigionò Garv in un corpo umano per vendicarsi della sconfitta
subita! Avevo tutto il diritto di prendere il posto di Sabranigdo!”
scattò Fibrizio.
Dynast
alzò leggermente una mano diafana per calmare quella veemente arringa.
“Le cose sono cambiate; cambieranno ancora, ma stavolta sarà il
Concilio a decidere come. Quindi, credo sia nel tuo interesse
partecipare.”
Il
giorno dopo Fibrizio attendeva nella sua sala del trono l’arrivo degli
altri quattro Mazoku Lord creati da Sabranigdo, sue sorelle e fratelli…
Fratello.
Non aveva mai considerato Garv come tale. Era stato l’ultimo a essere
creato dal Dio-Demone, ed era in un certo senso diverso dagli altri;
certo, ogni Dark Lord aveva caratteristiche ben distinte, ma Garv era
l’unico a possedere in sé, oltre ai poteri dei Demoni, anche la forza
dei Draghi. Era stata proprio questa sua particolarità a distinguerlo
nella Grande Kouma Sensu, a guadagnargli il timore dei nemici e il
rispetto… e anche una certa ammirazione… degli altri demoni.
Dannazione!
Cosa stava pensando? Lui non ammirava Garv, niente affatto!
Lo
odiava, invece, perché era stato tanto audace da sfidare la maledizione
del morente Dio-Drago… tanto arrogante da dichiararsi indipendente dagli
altri Dark Lords… tanto abile da sfuggirgli per mille anni nonostante
tutti i suoi tentativi di eliminarlo…
“Ora
basta! Devo smetterla di pensare a Garv!” strillò.
“Dopo
tutto questo tempo ce l’hai ancora con me, Hellmaster?” la voce
proveniente dalla porta immersa nell’ombra risuonò beffarda, e Garv
Dragon Chaos avanzò nella sala con passo tranquillo.
Fibrizio
si volse verso di lui: non era cambiato affatto. L’indimenticabile,
sterminata chioma rossa aveva ancora quelle ciocche selvagge che
ricadevano sul suo volto virile e abbronzato. Sulle labbra era dipinto
l’eterno ghigno tra il feroce e il divertito; gli occhi, verde scuro
come smeraldi, scintillavano di forza e fierezza, che venivano irradiate
da tutto il suo corpo di guerriero, altissimo e muscoloso, rivestito
dall’immutabile impermeabile arancione. Appeso dietro la schiena c’era
il fodero della sua arma, famosa quanto lui: uno spadone a due mani
chiamato Extreme Weapon; ci voleva una forza immensa solo per pensare
d’impugnarlo, eppure Garv lo faceva oscillare con naturalezza sulla
spalla.
Fibrizio
si rese conto che lo stava fissando così intensamente che non ricordava
più quel che l’altro aveva detto. Facendo finta di nulla, commentò:
“Non ti viene mai a noia quella forma? Mantieni sempre lo stesso
aspetto.”
“Tu
invece cambi apparenza con la stessa facilità con cui ti cambi d’abito,
ma la sostanza è sempre la stessa.” Sogghignò Garv, osservando il
nuovo corpo del Principe degli Inferi. Del ragazzino di un tempo restavano
la chioma di capelli neri e gli occhi verdi ingannevolmente innocenti, che
potevano passare in un istante dalla dolcezza più disarmante alla crudeltà
più efferata; ma il fisico era quello di un giovane umano ventenne,
snello e ben formato. Invece di maglietta e calzoncini indossava pantaloni
neri aderenti di pelle e una camicia di seta blu scuro col colletto
sbottonato.
I
due passarono lunghi secondi a squadrarsi, sfidandosi con lo sguardo, ma
prima che la situazione precipitasse Dynast Grausherra fece il suo
ingresso nella sala; l’algido Demone dei Ghiacci si era proposto come
moderatore della riunione, e sotto il suo sguardo inamovibile i Dark Lords
avevano promesso di sforzarsi per mettere da parte le vecchie faide e di
condurre una discussione civile.
Il
Sovrano del Nord sapeva che l’impegno sarebbe stato mantenuto… per
dieci minuti, forse.
Poi
si sarebbe scatenato un litigio furibondo destinato a degenerare
inevitabilmente in una poco dignitosa rissa… ma era sua intenzione
assicurarsi almeno quei pochi minuti, a qualunque costo. In
seguito, all’aprirsi delle ostilità, si sarebbe ‘ibernato’ in
attesa che i bollori dei suoi fratelli si raffreddassero e, una volta
ristabilita una temperatura accettabile, avrebbe aggiornato la seduta per
dare tempo ai litiganti di rigenerare le proprie ferite e riserve
energetiche per il giorno dopo.
Il
volto di Dynast non diede cenno di ciò che stava pensando. Si limitò a
investire i due fratelli più giovani con il suo sguardo sferzante come
una bufera di neve.
I
due capirono l’antifona e lo seguirono nella sala dove si sarebbe tenuto
il Concilio dei Dark Lords.
La
prima giornata si svolse quasi esattamente come previsto da Dynast.
Fibrizio aveva attaccato subito briga con Dolphin Deep Sea, Zelas con Garv,
e alla fine persino Dynast era stato coinvolto in un serrato dibattito con
la Beastmaster… finché quest’ultima non aveva perso definitivamente
le staffe e castato una gigantesca palla di fuoco che aveva messo fine
alla seduta.
Dopo
l’approvazione della mozione di aggiornamento, solo il Principe degli
Inferi e il Re Demone-Drago si erano trattenuti per riprendere fiato.
Fibrizio si spolverò
i vestiti lanciando un’occhiata alla sala annerita e fumosa; sospirò
sconsolato: “Mi chiedo se valga la pena risistemare tutto… tanto
domani ci sarà il bis…”
Sul
volto sporco di cenere di Garv si dipinse il familiare ghigno sardonico:
“Dovresti fare a meno di tutti questi orpelli inutili, Hellmaster.”
accennando ai resti dello sfarzoso arredamento. “Nel mio rifugio ho
sempre preferito ridurre la mobilia al minimo indispensabile… tanto ci
viviamo stabilmente solo io e Val.”
“A
proposito, dov’è Valgarv? Te lo porti sempre appresso… e l’ultima
volta che vi siete separati non è finita molto bene per te…” sogghignò,
ricordando la trappola che aveva teso a Garv per eliminarlo.
Garv
fece finta di nulla e rispose tranquillamente: “Dato che per qualche
giorno io sarò impegnato qui, Val è andato dalla sua fidanzata, Philia.”
Fibrizio
inarcò maliziosamente un sopracciglio: “E così si è trovato la
ragazza, eh? Beh, in questo ha superato il maestro… Non sei geloso?”
domandò a bruciapelo.
“Perché
dovrei?”
Fibrizio,
spiazzato, balbettò: “Beh, credevo che tu… lui… insomma…!”
Garv
scoppiò a ridere: “Solo perché non ho mai avuto una ragazza pensi
subito a una relazione tra me e il mio allievo? Sei un vecchio pervertito,
Hellmaster!” e ricominciò a ridere a squarciagola.
Di
fronte a tanta ilarità, Fibrizio si scoprì, sorprendendo se stesso, a
ridacchiare a sua volta; e fu ancora più sorpreso quando si ritrovò a
proporre a Garv di fermarsi per la notte. Ma raggiunse il massimo dello
stupore quando il Demone-Drago accettò con naturalezza l’invito.
Fibrizio
sospirò di sollievo infilandosi il pigiama (per la cronaca, il pigiama
dell’Hellmaster è azzurro con gli orsetti… NdA “Non è vero!
Non datele retta!” NdFiby che minaccia l’autrice con una Hell Bomb. Ok,
ok… allora il pigiama è di seta nera con tanti teschietti bianchi…
NdA “Così va meglio!” NdFiby): dopo una bella doccia si sentiva
molto meglio. Ad un tratto sobbalzò: si era dimenticato di lasciare a
Garv un asciugamano nel bagno della sua camera! In fondo, anche se erano
stati nemici, non poteva trascurare le regole dell’ospitalità; per cui
prese un asciugamano pulito e andò a portarglielo.
La
camera da letto era vuota. “Dev’essere già in doccia” pensò e aprì
la porta del bagno “gli lascerò la salvietta sul lavandino e…” ma
non riuscì a terminare il pensiero, né a muovere un passo oltre la
soglia: come se fosse stato colpito da un incantesimo paralizzante, rimase
immobile a fissare la visione che aveva di fronte.
Garv
era in piedi al centro della stanza, il suo corpo statuario cosparso di
goccioline e coperto solo dalla sua lunghissima chioma rossa grondante
d’acqua. Il Demone-Drago, per nulla imbarazzato, strizzò i capelli
nella vasca da bagno sorridendo a Fibrizio: “Grazie per
l’asciugamano” disse avvicinandosi per prendere il telo di spugna.
L’Hellmaster
fu riportato alla realtà da un’improvvisa fitta all’inguine.
“N…non c’è di che…” balbettò ritrovandosi con la gola secca e
una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Garv
gli prese la salvietta dalle mani e se l’avvolse intorno ai fianchi;
mentre gli passava accanto per tornare in camera, Fibrizio avvertì
intensamente il profumo della sua pelle: un caldo miscuglio di sapone e
fragranza muschiata che gli provocò un leggero capogiro. La fitta
all’inguine si ripresentò ancora più intensa. Ringraziando mentalmente
la lunga casacca del pigiama e tentando di riprendere il controllo su se
stesso, disse precipitosamente: “Se non hai bisogno d’altro…” e si
bloccò.
Garv
gli sorrise di nuovo: “Tutto a posto; grazie ancora, Fibrizio.”
Il
demone dai capelli neri notò che l’aveva chiamato per nome e non
‘Hellmaster’ come faceva di solito: fu la goccia che fece traboccare
il vaso. Scomparve e si teletrasportò nuovamente in camera sua, con la
mente in subbuglio. Si infilò sotto il getto dell’acqua fredda per
schiarirsi le idee, e quando ne uscì proruppe in un’imprecazione
irripetibile.
“Maledizione!
In tutti i miei millenni mi sono portato a letto più persone (di entrambi
i sessi) di quante un mortale possa contarne! Non è possibile che mi sia
eccitato solo guardando Garv!”
Nonostante
tutto gli bastò ricordare la pelle abbronzata e umida di Garv perché le
sue parti basse reagissero in modo inequivocabile. Fibrizio serrò le
labbra: che razionalmente approvasse o no, quello che voleva era Garv. E
il Principe degli Inferi otteneva sempre ciò che voleva. Doveva solo
trovare il modo giusto.
Sui
suoi lineamenti giovanili si dipinse un sorriso di inveterata lussuria…
e cominciò a trasformarsi.
Fibrizio
si materializzò nella camera di Garv e si avvicinò con passo felpato al
grande letto. I demoni non hanno veramente bisogno di dormire, ma Garv
aveva mantenuto questa abitudine umana e giaceva supino, col lenzuolo che
lasciava scoperto il torace possente. Si portò lentamente al suo fianco
senza staccare gli occhi da quello spettacolo, come ipnotizzato; quando il
suo sguardo si posò sulla bocca, l’Hellmaster si leccò le labbra e,
incapace di resistere più a lungo, lo baciò con passione. Garv,
svegliandosi, dischiuse le labbra e Fibrizio ne approfittò per insinuarvi
attraverso la lingua che esplorò avidamente la bocca dell’altro; venne
scosso da un brivido di piacere mentre le sue mani accarezzavano i muscoli
duri sotto quella tanto bramata pelle bronzea.
Durò
poco; Garv, ormai desto, lo allontanò bruscamente da sé con
un’imprecazione.
“Ora
vedremo se avevo ragione o no” pensò Fibrizio assumendo
un’espressione innocente: “Non temere, Maestro, sono solo io.”
Garv
sbatté le palpebre e fissò nella penombra il viso davanti al suo per
secondi che parvero secoli: “Valgarv? Che diavolo ci fai qui?” chiese,
con una strana nota sarcastica nella voce.
Fibrizio
lo notò, ma continuò comunque la sceneggiata: “Mi sei mancato; volevo
vederti, così ti ho raggiunto qui” e aggiunse, con voce sensuale “Non
negheresti un posticino nel tuo letto al tuo allievo, non è vero?”
sussurrò strusciandosi languidamente a lui, mentre una mano scivolava su
quegli addominali scolpiti fino a insinuarsi sotto l’elastico dei boxer.
Garv
gli afferrò bruscamente i polsi, sollevandoglieli sopra la testa; si
sdraiò sopra di lui e lo fissò con sguardo indecifrabile, i loro occhi a
pochi centimetri di distanza. “Sei proprio sicuro che è questo ciò che
vuoi?” domandò con voce terribilmente seria, il familiare ghigno
scomparso dalle sue labbra strette in una linea dura.
Fibrizio,
rabbrividendo al contatto di quel corpo magnifico premuto contro il
proprio, sussurrò con voce roca: “Più che sicuro.”
Garv
scese sulle sue labbra con le proprie.
La
mattina dopo, Fibrizio riemerse pigramente dal sonno, sorridendo al
risveglio del suo corpo indolenzito ma meravigliosamente appagato. Avevano
fatto l’amore per tutta la notte, Garv l’aveva posseduto ancora e
ancora, e ogni volta era stata più bella delle precedenti.
Stiracchiandosi come un gatto che fa le fusa, allungò un braccio cercando
il corpo del suo amante, ma non lo trovò.
“Non
ne hai avuto ancora abbastanza?”
Fibrizio
aprì gli occhi: Garv era in piedi accanto al letto, completamente
vestito, e lo guardava con un sorriso freddo sulle labbra e una luce dura
e sprezzante negli occhi di smeraldo.
“Sei
davvero insaziabile, Hellmaster.”
Sobbalzò:
l’aveva riconosciuto? Com’era possibile? Colmo di vergogna, non riuscì
a far altro che restare a guardarlo a occhi sbarrati.
Garv
rise senza allegria: “Te l’ho già detto, Fibrizio: puoi cambiare il
tuo aspetto, ma la sostanza resta la stessa. Io ho sempre saputo fin dal
primo momento chi stringevo tra le braccia… e non si trattava
certo di Valgarv. Per cui, quando lo rivedrò non avrò alcun timore di
fissarlo negli occhi; cosa che forse tu non potrai più fare con me,
sapendo di esserti concesso a colui che hai sempre dichiarato di
odiare.”
Detto
ciò il Re Demone-Drago gli voltò le spalle e uscì dalla stanza senza
degnarlo di uno sguardo, lasciandolo nudo tra le lenzuola che avevano
visto il Principe degli Inferi rifiutare ogni parvenza di pudore e
orgoglio.
La
seconda giornata del Concilio dei Dark Lord si rivelò una data storica
negli annali dei Demoni. I lavori procedettero per l’intera seduta senza
interferenze o digressioni, ed entro sera l’organizzazione strategica
delle unità demoniache era stata pianificata fin nei dettagli. Tale
risultato destò persino il celato stupore di Dynast Grausherra: in due
giorni era stato raggiunto un obiettivo per cui aveva stimato necessarie
almeno due settimane.
Il
motivo di questo evento senza precedenti era evidente a tutti: fin
dall’apertura della riunione Garv e Fibrizio avevano mantenuto un
contegno rigidissimo, parlando solo a monosillabi o con frasi concise e
laconiche.
Se
il Signore dei Ghiacci fosse stato curioso, forse si sarebbe chiesto la
ragione di tale inedito comportamento da parte dei suoi fratelli. Ma poiché
non lo era, fu un’altra persona a mettersi in testa di scavare nella
faccenda: Zelas Metallium aveva osservato attentamente l’atteggiamento
oltremodo anomalo dei due Dark Lords.
Fibrizio
teneva ostinatamente gli occhi bassi, forse confuso (se non addirittura
imbarazzato), ma soprattutto depresso, tanto che non reagiva neanche alle
provocazioni maligne di Dolphin. Garv invece, quando credeva di non essere
notato, continuava a lanciargli lunghe occhiate perplesse e pensierose, ma
colme a tratti di dolcezza e compassione.
A
quei due era capitato davvero qualcosa di molto strano.
Garv:
Ancora
non riesco a spiegarmi del tutto il comportamento di Fibrizio della notte
scorsa. All’inizio ritenevo che volesse solo prendersi gioco di me;il
fatto poi che avesse assunto l’aspetto di Valgarv mi aveva profondamente
offeso, facendomi credere che volesse infangare il mio affetto per il mio
caro allievo. Ma la sua espressione ferita quando l’ho smascherato
stamattina e il suo contegno ora mi spingono a pensare che forse sono
stato troppo duro con lui. D’altronde, io non mi trattengo mai dal dire
quello che penso, e Fibrizio se lo meritava; anche se… non credevo che
quel piccolo maniaco potesse essere tanto coinvolgente: il suo piacere
sembrava sincero… e dato che non ho l’abitudine di mentire a me
stesso, lo ammetto: il mio lo era!
Mi
viene quasi da ridere: in un giorno solo i nostri rapporti sono cambiati
radicalmente dopo un intero millennio di aperto conflitto!
Guardo
ancora il mio Principino: povero cucciolo, quella sua aria stordita fa
quasi tenerezza; in questo momento nessuno lo riconoscerebbe per il mostro
che è in realtà. Sono tentato di parlargli, ma sento che deve chiarire
da solo la situazione spinosa in cui si è cacciato con le sue mani. In
fondo dietro al suo faccino d’angelo nasconde un cervello davvero
diabolico… e io ho avuto modo di sperimentarlo più di una volta, in
passato. Non ha proprio bisogno della mia compassione!
Il sole non era
ancora tramontato quando Dynast Grausherra dichiarò concluso il Concilio
dei Dark Lords. I partecipanti scomparvero teletrasportandosi alle
rispettive dimore; ma non appena Fibrizio si fu gettato sul suo giaciglio
affondando la testa nel cuscino con un sospiro, Zelas apparve seduta su
una poltrona accanto al letto. Accavallò le gambe con movenze sensuali e,
soffiando una nuvola di fumo di sigaretta dalle labbra rosse, chiese senza
mezzi termini: “Che diavolo è successo, Fibrizio?”
L’Hellmaster la
guardò storto: Zelas era fra i Dark Lord quella con cui aveva un rapporto
che più si avvicinava ad un’alleanza… ma nessuno sano di mente si
sarebbe fidato di un’alleanza tra demoni, figuriamoci giungere al punto
di confidarsi su faccende tanto personali. Così sfoderò la sua aria
ingenua: “Non capisco a cosa ti riferisci, Zelas.”
La Beastmaster non
era però un tipo che mollava così facilmente: “Non fare il finto
tonto, fratellino: sto parlando di te e di Garv.”
Sentirsi rigirare il
coltello nella piaga dopo essersi arrovellato masochisticamente
sull’argomento per tutto il giorno fu troppo per il frustrato Principe
degli Inferi, tanto da spingerlo a un atto davvero inconsueto per lui:
disse la verità, cruda e semplice: “Ho cercato d’ingannarlo per
andarci a letto e ho goduto sotto di lui come non avevo mai fatto, così
ora oltre a odiarmi mi disprezza.”
Zelas rimase non poco
stupita da questa dichiarazione spassionata; respirò due boccate di fumo
e sentenziò: “La soluzione al tuo problema è semplice.” Si alzò e
si preparò a teletrasportarsi; ma prima di svanire gli sorrise con una
strizzatina d’occhio: “Chiediglielo per favore.”
Era ormai notte fonda
ma Garv Dragon Chaos non dormiva; sdraiato sul proprio letto con le
braccia incrociate dietro la testa, rifletteva. Era assodato che i suoi
sentimenti verso Fibrizio erano cambiati: non lo trovava più così
insopportabile come un tempo; ma ancora non riusciva a definire con
precisione cosa esattamente provasse per lui… e gli eventi della notte
precedente non gli avevano certo semplificato le cose!
Si rialzò di scatto
a sedere e si levò con rabbia l’impermeabile e la maglia: quei pensieri
lo rendevano nervoso; meglio dormirci sopra… ma ancora non si decideva a
infilarsi sotto le coperte. Cosa diavolo stava aspettando? O piuttosto… chi?
Scosse la testa
rivolgendosi un ghigno di scherno; ma non poté cancellare quello strano
presentimento… che letteralmente si concretizzò nella persona di
Fibrizio, teletrasportatosi davanti a lui. Garv provò una sconosciuta
sensazione nel petto: aveva mantenuto il suo vero aspetto, stavolta. Non
sapendo come spezzare il silenzio carico di tensione che era calato nella
stanza, esordì con tono disinvolto: “Benvenuto nella mia umile dimora,
Hellmaster; una visita inaspettata davvero. Cosa posso fare per te?”
Fibrizio sollevò su
di lui due occhi verdi in cui si leggeva il timore, ma anche la
determinazione a tentare il tutto per tutto: “La ripetizione cancella
l’imbarazzo e trasforma il peccato in piacere… prendimi ancora, Garv,
ti prego…”
Garv rimase
sbalordito: il terribile Principe degli Inferi che gli chiedeva, anzi lo pregava
di…
Un sorriso si allargò
sul suo volto e con gli occhi colmi di una luce calda e affettuosa spalancò
le braccia. Fibrizio non esitò nemmeno un secondo e si strinse al suo
petto, cercando le sue labbra. Garv gli baciò le palpebre, le guance e la
punta del naso, poi gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla e posò
la guancia sui morbidi capelli neri dell’altro.
Avvolto nel calore di
quell’abbraccio così saldo e protettivo, Fibrizio confessò ciò che
non avrebbe mai pensato di poter dire: “Garv… credo di essermi
innamorato di te.”
“Non preoccuparti,
Fibrizio. Vedi…” il Re Demone-Drago gli rivolse un tenero sorriso e
posò un casto bacio sulla sua fronte “…anch’io sono innamorato di
te.”
Sul
volto del Principe degli Inferi si dipinse per la prima volta un sorriso
di pura felicità.
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