Disclaimers: i personaggi di Slayers appartengono agli aventi diritto.

Note: i nomi della spada e la dimora di Garv li ho inventati io, perché non so nulla di ufficiale in proposito.

Commento: questa fiction è una mia piccola personale ripicca verso Fibrizio (a cui non ho MAI perdonato il fatto di aver ucciso Garv); ma dato che sono MOLTO buona e in fondo mi sta simpatico, alla fine non ho voluto infierire.

 


Il Concilio dei Dark Lords

di Eternal Fantasy


“Un Concilio? Come ti è venuta un’idea del genere?” esclamò Fibrizio, fissando Dynast con occhi spalancati.

Il Dark Lord dei Ghiacci, imperturbabile, spiegò con tono pacato: “Credo che una tale riunione sia necessaria, se non indispensabile. Sono passati vent’anni dalla Battaglia di Dark Star, e per tutto questo tempo tra noi e le Forze del Bene c’è stata una tregua non dichiarata per poter riparare alle perdite sostenute. Ora che LoN ha riportato in vita te e Garv per farvi riassumere le vostre cariche, ritengo opportuno consultarci e organizzare le nostre azioni future in vista di una cooperazione più efficiente.”

Fibrizio si sedette, perplesso. Era la prima volta che lo sentiva pronunciare tante parole di seguito, e ciò poteva solo significare che la situazione attuale era abbastanza grave da preoccupare anche il gelido e indifferente Signore del Nord. Considerato che Dynast non si muoveva in prima persona dai tempi della Grande Guerra, questo voleva dire davvero qualcosa. Tuttavia c’era ancora un punto su cui aveva seriamente qualcosa da ridire: “Perché proprio a casa mia?”

Dynast sospirò impercettibilmente, ma nessun muscolo del suo volto niveo si mosse: “E’ una decisione di Zelas; ha detto che il mio Palazzo di Ghiaccio al Polo Nord è troppo freddo, quello di Dolphin in fondo al mare troppo umido…”

“…e non vuole farlo a casa sua perché lei è sempre la prima che fa saltare tutto in aria, vero?” terminò Fibrizio con una smorfia.

“Esatto.” Dichiarò Dynast imperturbabile.

Fibrizio si batté una mano sulla fronte in un tragicomico segno di rassegnazione: “E dire che ho appena finito di ricostruire il mio Tempio…”

“Volevo chiedere anche a Garv, ma so che il suo Dragon Dungeon sotto il vulcano non è ancora ultimato.”

Gli occhi di Fibrizio scintillarono minacciosamente: “Viene anche lui?”

Dynast lo fissò coi suoi occhi di ghiaccio: “La guerra tra Dark Lords è finita, Fibrizio. Garv è ancora uno di noi, e parteciperà al Concilio.”

“Quel traditore non ha mai smesso di pensare come un essere umano! Come puoi fidarti di lui?”

“Se non sbaglio, durante la guerra tra te e Garv il tuo primo obiettivo era ‘riconvertirlo’ alla causa della distruzione del mondo, che tu caldeggiavi più di tutti.”

Fibrizio fece un violento cenno di frustrazione: “Ho dovuto presto ricredermi: Garv è sempre stato un ribelle che fa solo di testa sua. Non avrebbe mai seguito gli ordini…”

“I tuoi ordini no di certo, lo ammetto.” Sottolineò acutamente Dynast.

“All’epoca ero IO il più forte tra noi, dopo che il Dio dei Draghi del Mare, morendo, imprigionò Garv in un corpo umano per vendicarsi della sconfitta subita! Avevo tutto il diritto di prendere il posto di Sabranigdo!” scattò Fibrizio.

Dynast alzò leggermente una mano diafana per calmare quella veemente arringa. “Le cose sono cambiate; cambieranno ancora, ma stavolta sarà il Concilio a decidere come. Quindi, credo sia nel tuo interesse partecipare.”

 

Il giorno dopo Fibrizio attendeva nella sua sala del trono l’arrivo degli altri quattro Mazoku Lord creati da Sabranigdo, sue sorelle e fratelli…

Fratello. Non aveva mai considerato Garv come tale. Era stato l’ultimo a essere creato dal Dio-Demone, ed era in un certo senso diverso dagli altri; certo, ogni Dark Lord aveva caratteristiche ben distinte, ma Garv era l’unico a possedere in sé, oltre ai poteri dei Demoni, anche la forza dei Draghi. Era stata proprio questa sua particolarità a distinguerlo nella Grande Kouma Sensu, a guadagnargli il timore dei nemici e il rispetto… e anche una certa ammirazione… degli altri demoni.

Dannazione! Cosa stava pensando? Lui non ammirava Garv, niente affatto!

Lo odiava, invece, perché era stato tanto audace da sfidare la maledizione del morente Dio-Drago… tanto arrogante da dichiararsi indipendente dagli altri Dark Lords… tanto abile da sfuggirgli per mille anni nonostante tutti i suoi tentativi di eliminarlo…

“Ora basta! Devo smetterla di pensare a Garv!” strillò.

 

“Dopo tutto questo tempo ce l’hai ancora con me, Hellmaster?” la voce proveniente dalla porta immersa nell’ombra risuonò beffarda, e Garv Dragon Chaos avanzò nella sala con passo tranquillo.

Fibrizio si volse verso di lui: non era cambiato affatto. L’indimenticabile, sterminata chioma rossa aveva ancora quelle ciocche selvagge che ricadevano sul suo volto virile e abbronzato. Sulle labbra era dipinto l’eterno ghigno tra il feroce e il divertito; gli occhi, verde scuro come smeraldi, scintillavano di forza e fierezza, che venivano irradiate da tutto il suo corpo di guerriero, altissimo e muscoloso, rivestito dall’immutabile impermeabile arancione. Appeso dietro la schiena c’era il fodero della sua arma, famosa quanto lui: uno spadone a due mani chiamato Extreme Weapon; ci voleva una forza immensa solo per pensare d’impugnarlo, eppure Garv lo faceva oscillare con naturalezza sulla spalla.

Fibrizio si rese conto che lo stava fissando così intensamente che non ricordava più quel che l’altro aveva detto. Facendo finta di nulla, commentò: “Non ti viene mai a noia quella forma? Mantieni sempre lo stesso aspetto.”

“Tu invece cambi apparenza con la stessa facilità con cui ti cambi d’abito, ma la sostanza è sempre la stessa.” Sogghignò Garv, osservando il nuovo corpo del Principe degli Inferi. Del ragazzino di un tempo restavano la chioma di capelli neri e gli occhi verdi ingannevolmente innocenti, che potevano passare in un istante dalla dolcezza più disarmante alla crudeltà più efferata; ma il fisico era quello di un giovane umano ventenne, snello e ben formato. Invece di maglietta e calzoncini indossava pantaloni neri aderenti di pelle e una camicia di seta blu scuro col colletto sbottonato.

 

I due passarono lunghi secondi a squadrarsi, sfidandosi con lo sguardo, ma prima che la situazione precipitasse Dynast Grausherra fece il suo ingresso nella sala; l’algido Demone dei Ghiacci si era proposto come moderatore della riunione, e sotto il suo sguardo inamovibile i Dark Lords avevano promesso di sforzarsi per mettere da parte le vecchie faide e di condurre una discussione civile.

Il Sovrano del Nord sapeva che l’impegno sarebbe stato mantenuto… per dieci minuti, forse.

Poi si sarebbe scatenato un litigio furibondo destinato a degenerare inevitabilmente in una poco dignitosa rissa… ma era sua intenzione assicurarsi almeno quei pochi minuti, a qualunque costo. In seguito, all’aprirsi delle ostilità, si sarebbe ‘ibernato’ in attesa che i bollori dei suoi fratelli si raffreddassero e, una volta ristabilita una temperatura accettabile, avrebbe aggiornato la seduta per dare tempo ai litiganti di rigenerare le proprie ferite e riserve energetiche per il giorno dopo.

Il volto di Dynast non diede cenno di ciò che stava pensando. Si limitò a investire i due fratelli più giovani con il suo sguardo sferzante come una bufera di neve.

I due capirono l’antifona e lo seguirono nella sala dove si sarebbe tenuto il Concilio dei Dark Lords.

 

La prima giornata si svolse quasi esattamente come previsto da Dynast. Fibrizio aveva attaccato subito briga con Dolphin Deep Sea, Zelas con Garv, e alla fine persino Dynast era stato coinvolto in un serrato dibattito con la Beastmaster… finché quest’ultima non aveva perso definitivamente le staffe e castato una gigantesca palla di fuoco che aveva messo fine alla seduta.

Dopo l’approvazione della mozione di aggiornamento, solo il Principe degli Inferi e il Re Demone-Drago si erano trattenuti per riprendere fiato.

Fibrizio si spolverò i vestiti lanciando un’occhiata alla sala annerita e fumosa; sospirò sconsolato: “Mi chiedo se valga la pena risistemare tutto… tanto domani ci sarà il bis…”

Sul volto sporco di cenere di Garv si dipinse il familiare ghigno sardonico: “Dovresti fare a meno di tutti questi orpelli inutili, Hellmaster.” accennando ai resti dello sfarzoso arredamento. “Nel mio rifugio ho sempre preferito ridurre la mobilia al minimo indispensabile… tanto ci viviamo stabilmente solo io e Val.”

“A proposito, dov’è Valgarv? Te lo porti sempre appresso… e l’ultima volta che vi siete separati non è finita molto bene per te…” sogghignò, ricordando la trappola che aveva teso a Garv per eliminarlo.

Garv fece finta di nulla e rispose tranquillamente: “Dato che per qualche giorno io sarò impegnato qui, Val è andato dalla sua fidanzata, Philia.”

Fibrizio inarcò maliziosamente un sopracciglio: “E così si è trovato la ragazza, eh? Beh, in questo ha superato il maestro… Non sei geloso?” domandò a bruciapelo.

“Perché dovrei?”

Fibrizio, spiazzato, balbettò: “Beh, credevo che tu… lui… insomma…!”

Garv scoppiò a ridere: “Solo perché non ho mai avuto una ragazza pensi subito a una relazione tra me e il mio allievo? Sei un vecchio pervertito, Hellmaster!” e ricominciò a ridere a squarciagola.

Di fronte a tanta ilarità, Fibrizio si scoprì, sorprendendo se stesso, a ridacchiare a sua volta; e fu ancora più sorpreso quando si ritrovò a proporre a Garv di fermarsi per la notte. Ma raggiunse il massimo dello stupore quando il Demone-Drago accettò con naturalezza l’invito.

 

Fibrizio sospirò di sollievo infilandosi il pigiama (per la cronaca, il pigiama dell’Hellmaster è azzurro con gli orsetti… NdA “Non è vero! Non datele retta!” NdFiby che minaccia l’autrice con una Hell Bomb. Ok, ok… allora il pigiama è di seta nera con tanti teschietti bianchi… NdA “Così va meglio!” NdFiby): dopo una bella doccia si sentiva molto meglio. Ad un tratto sobbalzò: si era dimenticato di lasciare a Garv un asciugamano nel bagno della sua camera! In fondo, anche se erano stati nemici, non poteva trascurare le regole dell’ospitalità; per cui prese un asciugamano pulito e andò a portarglielo.

La camera da letto era vuota. “Dev’essere già in doccia” pensò e aprì la porta del bagno “gli lascerò la salvietta sul lavandino e…” ma non riuscì a terminare il pensiero, né a muovere un passo oltre la soglia: come se fosse stato colpito da un incantesimo paralizzante, rimase immobile a fissare la visione che aveva di fronte.

Garv era in piedi al centro della stanza, il suo corpo statuario cosparso di goccioline e coperto solo dalla sua lunghissima chioma rossa grondante d’acqua. Il Demone-Drago, per nulla imbarazzato, strizzò i capelli nella vasca da bagno sorridendo a Fibrizio: “Grazie per l’asciugamano” disse avvicinandosi per prendere il telo di spugna.

L’Hellmaster fu riportato alla realtà da un’improvvisa fitta all’inguine. “N…non c’è di che…” balbettò ritrovandosi con la gola secca e una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Garv gli prese la salvietta dalle mani e se l’avvolse intorno ai fianchi; mentre gli passava accanto per tornare in camera, Fibrizio avvertì intensamente il profumo della sua pelle: un caldo miscuglio di sapone e fragranza muschiata che gli provocò un leggero capogiro. La fitta all’inguine si ripresentò ancora più intensa. Ringraziando mentalmente la lunga casacca del pigiama e tentando di riprendere il controllo su se stesso, disse precipitosamente: “Se non hai bisogno d’altro…” e si bloccò.

Garv gli sorrise di nuovo: “Tutto a posto; grazie ancora, Fibrizio.”

Il demone dai capelli neri notò che l’aveva chiamato per nome e non ‘Hellmaster’ come faceva di solito: fu la goccia che fece traboccare il vaso. Scomparve e si teletrasportò nuovamente in camera sua, con la mente in subbuglio. Si infilò sotto il getto dell’acqua fredda per schiarirsi le idee, e quando ne uscì proruppe in un’imprecazione irripetibile.

“Maledizione! In tutti i miei millenni mi sono portato a letto più persone (di entrambi i sessi) di quante un mortale possa contarne! Non è possibile che mi sia eccitato solo guardando Garv!”

Nonostante tutto gli bastò ricordare la pelle abbronzata e umida di Garv perché le sue parti basse reagissero in modo inequivocabile. Fibrizio serrò le labbra: che razionalmente approvasse o no, quello che voleva era Garv. E il Principe degli Inferi otteneva sempre ciò che voleva. Doveva solo trovare il modo giusto.

Sui suoi lineamenti giovanili si dipinse un sorriso di inveterata lussuria… e cominciò a trasformarsi.

 

Fibrizio si materializzò nella camera di Garv e si avvicinò con passo felpato al grande letto. I demoni non hanno veramente bisogno di dormire, ma Garv aveva mantenuto questa abitudine umana e giaceva supino, col lenzuolo che lasciava scoperto il torace possente. Si portò lentamente al suo fianco senza staccare gli occhi da quello spettacolo, come ipnotizzato; quando il suo sguardo si posò sulla bocca, l’Hellmaster si leccò le labbra e, incapace di resistere più a lungo, lo baciò con passione. Garv, svegliandosi, dischiuse le labbra e Fibrizio ne approfittò per insinuarvi attraverso la lingua che esplorò avidamente la bocca dell’altro; venne scosso da un brivido di piacere mentre le sue mani accarezzavano i muscoli duri sotto quella tanto bramata pelle bronzea.

Durò poco; Garv, ormai desto, lo allontanò bruscamente da sé con un’imprecazione.

“Ora vedremo se avevo ragione o no” pensò Fibrizio assumendo un’espressione innocente: “Non temere, Maestro, sono solo io.”

Garv sbatté le palpebre e fissò nella penombra il viso davanti al suo per secondi che parvero secoli: “Valgarv? Che diavolo ci fai qui?” chiese, con una strana nota sarcastica nella voce.

Fibrizio lo notò, ma continuò comunque la sceneggiata: “Mi sei mancato; volevo vederti, così ti ho raggiunto qui” e aggiunse, con voce sensuale “Non negheresti un posticino nel tuo letto al tuo allievo, non è vero?” sussurrò strusciandosi languidamente a lui, mentre una mano scivolava su quegli addominali scolpiti fino a insinuarsi sotto l’elastico dei boxer.

Garv gli afferrò bruscamente i polsi, sollevandoglieli sopra la testa; si sdraiò sopra di lui e lo fissò con sguardo indecifrabile, i loro occhi a pochi centimetri di distanza. “Sei proprio sicuro che è questo ciò che vuoi?” domandò con voce terribilmente seria, il familiare ghigno scomparso dalle sue labbra strette in una linea dura.

Fibrizio, rabbrividendo al contatto di quel corpo magnifico premuto contro il proprio, sussurrò con voce roca: “Più che sicuro.”

Garv scese sulle sue labbra con le proprie.

 

La mattina dopo, Fibrizio riemerse pigramente dal sonno, sorridendo al risveglio del suo corpo indolenzito ma meravigliosamente appagato. Avevano fatto l’amore per tutta la notte, Garv l’aveva posseduto ancora e ancora, e ogni volta era stata più bella delle precedenti. Stiracchiandosi come un gatto che fa le fusa, allungò un braccio cercando il corpo del suo amante, ma non lo trovò.

“Non ne hai avuto ancora abbastanza?”

Fibrizio aprì gli occhi: Garv era in piedi accanto al letto, completamente vestito, e lo guardava con un sorriso freddo sulle labbra e una luce dura e sprezzante negli occhi di smeraldo.

“Sei davvero insaziabile, Hellmaster.”

Sobbalzò: l’aveva riconosciuto? Com’era possibile? Colmo di vergogna, non riuscì a far altro che restare a guardarlo a occhi sbarrati.

Garv rise senza allegria: “Te l’ho già detto, Fibrizio: puoi cambiare il tuo aspetto, ma la sostanza resta la stessa. Io ho sempre saputo fin dal primo momento chi stringevo tra le braccia… e non si trattava certo di Valgarv. Per cui, quando lo rivedrò non avrò alcun timore di fissarlo negli occhi; cosa che forse tu non potrai più fare con me, sapendo di esserti concesso a colui che hai sempre dichiarato di odiare.”

Detto ciò il Re Demone-Drago gli voltò le spalle e uscì dalla stanza senza degnarlo di uno sguardo, lasciandolo nudo tra le lenzuola che avevano visto il Principe degli Inferi rifiutare ogni parvenza di pudore e orgoglio.

 

La seconda giornata del Concilio dei Dark Lord si rivelò una data storica negli annali dei Demoni. I lavori procedettero per l’intera seduta senza interferenze o digressioni, ed entro sera l’organizzazione strategica delle unità demoniache era stata pianificata fin nei dettagli. Tale risultato destò persino il celato stupore di Dynast Grausherra: in due giorni era stato raggiunto un obiettivo per cui aveva stimato necessarie almeno due settimane.

Il motivo di questo evento senza precedenti era evidente a tutti: fin dall’apertura della riunione Garv e Fibrizio avevano mantenuto un contegno rigidissimo, parlando solo a monosillabi o con frasi concise e laconiche.

Se il Signore dei Ghiacci fosse stato curioso, forse si sarebbe chiesto la ragione di tale inedito comportamento da parte dei suoi fratelli. Ma poiché non lo era, fu un’altra persona a mettersi in testa di scavare nella faccenda: Zelas Metallium aveva osservato attentamente l’atteggiamento oltremodo anomalo dei due Dark Lords.

Fibrizio teneva ostinatamente gli occhi bassi, forse confuso (se non addirittura imbarazzato), ma soprattutto depresso, tanto che non reagiva neanche alle provocazioni maligne di Dolphin. Garv invece, quando credeva di non essere notato, continuava a lanciargli lunghe occhiate perplesse e pensierose, ma colme a tratti di dolcezza e compassione.

A quei due era capitato davvero qualcosa di molto strano.

 

Garv:

Ancora non riesco a spiegarmi del tutto il comportamento di Fibrizio della notte scorsa. All’inizio ritenevo che volesse solo prendersi gioco di me;il fatto poi che avesse assunto l’aspetto di Valgarv mi aveva profondamente offeso, facendomi credere che volesse infangare il mio affetto per il mio caro allievo. Ma la sua espressione ferita quando l’ho smascherato stamattina e il suo contegno ora mi spingono a pensare che forse sono stato troppo duro con lui. D’altronde, io non mi trattengo mai dal dire quello che penso, e Fibrizio se lo meritava; anche se… non credevo che quel piccolo maniaco potesse essere tanto coinvolgente: il suo piacere sembrava sincero… e dato che non ho l’abitudine di mentire a me stesso, lo ammetto: il mio lo era!

Mi viene quasi da ridere: in un giorno solo i nostri rapporti sono cambiati radicalmente dopo un intero millennio di aperto conflitto!

Guardo ancora il mio Principino: povero cucciolo, quella sua aria stordita fa quasi tenerezza; in questo momento nessuno lo riconoscerebbe per il mostro che è in realtà. Sono tentato di parlargli, ma sento che deve chiarire da solo la situazione spinosa in cui si è cacciato con le sue mani. In fondo dietro al suo faccino d’angelo nasconde un cervello davvero diabolico… e io ho avuto modo di sperimentarlo più di una volta, in passato. Non ha proprio bisogno della mia compassione!

 

Il sole non era ancora tramontato quando Dynast Grausherra dichiarò concluso il Concilio dei Dark Lords. I partecipanti scomparvero teletrasportandosi alle rispettive dimore; ma non appena Fibrizio si fu gettato sul suo giaciglio affondando la testa nel cuscino con un sospiro, Zelas apparve seduta su una poltrona accanto al letto. Accavallò le gambe con movenze sensuali e, soffiando una nuvola di fumo di sigaretta dalle labbra rosse, chiese senza mezzi termini: “Che diavolo è successo, Fibrizio?”

L’Hellmaster la guardò storto: Zelas era fra i Dark Lord quella con cui aveva un rapporto che più si avvicinava ad un’alleanza… ma nessuno sano di mente si sarebbe fidato di un’alleanza tra demoni, figuriamoci giungere al punto di confidarsi su faccende tanto personali. Così sfoderò la sua aria ingenua: “Non capisco a cosa ti riferisci, Zelas.”

La Beastmaster non era però un tipo che mollava così facilmente: “Non fare il finto tonto, fratellino: sto parlando di te e di Garv.”

Sentirsi rigirare il coltello nella piaga dopo essersi arrovellato masochisticamente sull’argomento per tutto il giorno fu troppo per il frustrato Principe degli Inferi, tanto da spingerlo a un atto davvero inconsueto per lui: disse la verità, cruda e semplice: “Ho cercato d’ingannarlo per andarci a letto e ho goduto sotto di lui come non avevo mai fatto, così ora oltre a odiarmi mi disprezza.”

Zelas rimase non poco stupita da questa dichiarazione spassionata; respirò due boccate di fumo e sentenziò: “La soluzione al tuo problema è semplice.” Si alzò e si preparò a teletrasportarsi; ma prima di svanire gli sorrise con una strizzatina d’occhio: “Chiediglielo per favore.”

 

Era ormai notte fonda ma Garv Dragon Chaos non dormiva; sdraiato sul proprio letto con le braccia incrociate dietro la testa, rifletteva. Era assodato che i suoi sentimenti verso Fibrizio erano cambiati: non lo trovava più così insopportabile come un tempo; ma ancora non riusciva a definire con precisione cosa esattamente provasse per lui… e gli eventi della notte precedente non gli avevano certo semplificato le cose!

Si rialzò di scatto a sedere e si levò con rabbia l’impermeabile e la maglia: quei pensieri lo rendevano nervoso; meglio dormirci sopra… ma ancora non si decideva a infilarsi sotto le coperte. Cosa diavolo stava aspettando? O piuttosto… chi?

Scosse la testa rivolgendosi un ghigno di scherno; ma non poté cancellare quello strano presentimento… che letteralmente si concretizzò nella persona di Fibrizio, teletrasportatosi davanti a lui. Garv provò una sconosciuta sensazione nel petto: aveva mantenuto il suo vero aspetto, stavolta. Non sapendo come spezzare il silenzio carico di tensione che era calato nella stanza, esordì con tono disinvolto: “Benvenuto nella mia umile dimora, Hellmaster; una visita inaspettata davvero. Cosa posso fare per te?”

Fibrizio sollevò su di lui due occhi verdi in cui si leggeva il timore, ma anche la determinazione a tentare il tutto per tutto: “La ripetizione cancella l’imbarazzo e trasforma il peccato in piacere… prendimi ancora, Garv, ti prego…”

Garv rimase sbalordito: il terribile Principe degli Inferi che gli chiedeva, anzi lo pregava di…

Un sorriso si allargò sul suo volto e con gli occhi colmi di una luce calda e affettuosa spalancò le braccia. Fibrizio non esitò nemmeno un secondo e si strinse al suo petto, cercando le sue labbra. Garv gli baciò le palpebre, le guance e la punta del naso, poi gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla e posò la guancia sui morbidi capelli neri dell’altro.

Avvolto nel calore di quell’abbraccio così saldo e protettivo, Fibrizio confessò ciò che non avrebbe mai pensato di poter dire: “Garv… credo di essermi innamorato di te.”

“Non preoccuparti, Fibrizio. Vedi…” il Re Demone-Drago gli rivolse un tenero sorriso e posò un casto bacio sulla sua fronte “…anch’io sono innamorato di te.”

Sul volto del Principe degli Inferi si dipinse per la prima volta un sorriso di pura felicità.




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