Titolo: Complicato
Autore: Brenda Antrim (Tradotta da Eowyn)
Serie: Spiderman-The movie
Pairing: Harry Osborn/Peter Parker
Rating NC17

Grazie a Morgana per la preziosa consulenza!^___^

 


Complicato

di Brenda Antrim (Tradotta da Eowyn)

 

L’unica verità che Peter Parker conosceva, oltre che al fatto che l’inattività faceva male al cuore e che il potere portava responsabilità, era che la vita era complicata. Questo fatto gli era apparso straordinariamente chiaro mentre se ne stava immobile davanti alla tomba di zio Ben e Mary Jane Watson lo baciava.

La ragazza a cui lui non poteva correre dietro, a causa dell’uomo che aveva fatto scappare.

La vita di MJ era già stata minacciata per causa sua. Zia May era stata spaventata a morte. Perfino Harry, il suo migliore amico, aveva sofferto, anche se non necessariamente nel modo in cui Harry credeva. Non era Spiderman, ma il padre di Harry nei panni del Goblin, il responsabile della perdita che Harry aveva subito.

Poco prima che MJ lo baciasse, Harry aveva abbracciato Peter, gli aveva detto che gli voleva bene, e praticamente nello stesso istante aveva giurato che avrebbe ucciso Spiderman per vendicare suo padre. Il fatto che suo padre fosse anche un folle mutato da un esperimento andato male con tendenze omicide, che aveva cercato di uccidere tutti quelli che Peter amava, incluso lo stesso Harry, era uno dei tanti segreti che Peter si sarebbe portato nella tomba.

Tutti questi segreti lo tenevano lontano da MJ.

E sperava che non sarebbe stato proprio Harry a vederlo nella tomba.

Liberandosi gentilmente dal suo abbraccio, aveva indietreggiato. “Io…non posso.”. Aveva girato sui tacchi e l’aveva lasciata lì, odiandosi per la confusione e il rifiuto che aveva visto negli occhi di lei, ma incapace di fare qualsiasi altra cosa. Non l’avrebbe più messa in pericolo. Non poteva confessarle chi, o cosa, era diventato, perché questo avrebbe messo a repentaglio la sua vita, e comunque Peter si rifiutava di lasciare che MJ si imbarcasse in una relazione alla cieca, perché camminare alla cieca verso il pericolo funzionava solo per le persone dotate del sesto senso di un ragno. E per quanto ne sapeva, lui era l’unico al mondo a possederlo.

Ad ogni modo, lui era sfortunato, e lei era fuori della sua portata.

Non si era aspettato di trovare Harry nell’appartamento quando alla fine era tornato a casa. Il suo amico era seduto con abbandono sugli scalini, teneva un gomito su un ginocchio e gli occhi fissi nel vuoto.
“Harry?”. Non poteva chiedergli se andava tutto bene. Nemmeno Peter era così inetto dal punto di vista dei rapporti sociali. Indugiò davanti alla porta, infilando i pugni in tasca e desiderando poter fare qualcosa per migliorare la situazione.

Desiderava l’impossibile, come al solito.

“Hey, Pete!”. Harry lo guardò e fece un patetico ma coraggioso tentativo di sorridere.

Peter chiuse la porta dietro di lui e avanzò nell’appartamento, fermandosi poco lontano da Harry. “Pensavo…pensavo che fossi a casa di tuo padre”, disse semplicemente. “Non hai affari da sbrigare? “. Non aveva idea di cosa un erede dovesse fare quando il suo multimilionario padre moriva, così aveva fatto quella domanda.

Harry scosse la testa. “Vedrò gli avvocati domani. Gli ho detto che non volevo parlare fino a quando non fossi stato in una condizione mentale più razionale”. Fece una risatina amara. “Sembravano un branco di avvoltoi. Me la sono filata e sono venuto qua.”.

Peter si guardò intorno, chiedendosi quando si sarebbero fatti vivi. Harry rise di nuovo, un po’ meno tetramente.

“Va tutto bene. Ho detto agli avvocati che li avrei licenziati se mi avessero seguito. Poi ho spedito Claude fuori con la limousine per mettere i reporter su una pista fasulla. Dovrebbero essere da qualche parte in New Jersey ora.”.

Sollevato nel vedere un po’ di vita sulla faccia del suo amico, Peter chiuse la distanza tra loro e si appoggiò alla ringhiera. “Bella mossa!”.
Harry annuì, poi guardò dietro Peter, con un’espressione confusa sul viso. “Pensavo che fossi con MJ.”.
Peter restò senza fiato. Poteva sentire i suoi occhi spalancarsi. Questa era una discussione che non avrebbe mai desiderato avere, e soprattutto non poche ore dopo il funerale di Norman Osborn. L’intersezione tra le sue due vite era un terreno pericoloso. Rimuginò a proposito di numerose cose che non poteva dire e alla fine esclamò, “Non potevo”.

Gli occhi di Harry erano pieni di calore mentre guardava Peter. “Se non puoi a causa di un fuorviante senso di lealtà, non essere così dannatamente nobile!Io e lei ci siamo lasciati, e tu sei stato innamorato di MJ la maggior parte della tua vita. Datti da fare, amico!”.

Anche se apprezzava il suo permesso, c’erano un sacco di ragioni per cui quella era una cattiva idea, ma Peter non poteva spiegarlo senza che il suo migliore amico finisse per sparargli perché lo considerava l’assassino di suo padre. E il fatto che lui non lo fosse non faceva differenza. Harry pensava che Spiderman avesse ucciso Norman, quindi avrebbe fatto l’impossibile per vendicarsi. Harry considerava Peter la sua unica famiglia e voleva che Peter fosse felice, quindi voleva che Peter avesse MJ, ma Peter non poteva perché era Spiderman e l’avrebbe messa in pericolo…

Come aveva detto. Complicato.

La bocca di Peter si aprì, poi si chiuse, poi si aprì di nuovo. “Io…non posso.”. La sua lingua era annodata a causa di tutte le cose che non poteva dire, e le poche cose che poteva dire suonavano come un disco rotto. Scrollò le spalle con impotenza.

“Perché no?”, chiese Harry, comprensibilmente confuso. “Non è per causa mia, vero?”

Harry sembrava pronto a lanciarsi in un altro discorso sul perché Peter doveva andare dietro a MJ, ma Peter lo interruppe. Era troppo doloroso indugiare su ciò che non era possibile.

“Non potevo…Io non posso darle ciò di cui lei ha bisogno, “sbottò. Harry gli rivolse uno sguardo ancora più interrogativo.

“Che vuoi dire?”, lo incalzò.

Peter roteò gli occhi. Non era mai stato bravo con le parole anche prima di avere tanti segreti esplosivi. Adesso che tutta la situazione era più ingarbugliata di qualsiasi ragnatela sarebbe mai riuscito a tessere, Peter era assolutamente senza speranza. “Non posso e basta!”. La sua replica risuonò disperata proprio quanto lo era lui.

Harry lo fissò a lungo, e Peter poté percepire se stesso che arrossiva. Combatté contro l’impulso di trovare un muro vicino e di sbatterci la testa contro. Alla fine la faccia di Harry si addolcì, mentre i suoi occhi si riempivano di comprensione.

“Oh, amico…certo…Mi dispiace, sono così stupido!Non ne avevo idea!”.

Peter pensò che Harry non avesse davvero idea a proposito di un sacco di cose, e si chiese di cosa stesse parlando. Harry si alzò dagli scalini e si tese in avanti per abbracciarlo. Sguazzando in un momento di infelicità, mentre l’autocompatimento lo sommergeva per un secondo e prima che potesse riacquistare l’autocontrollo, Peter ricambiò l’abbraccio con la stessa forza con cui il suo amico lo stava abbracciando. Non voleva perdere Harry, ma aveva il sospetto che fosse solo una questione di tempo. La verità alla fine sarebbe venuta fuori e lui sarebbe stato scoperto. Avrebbe perso. Di nuovo. Come sempre.

“Ti voglio bene”, disse Harry dolcemente, e Peter riuscì a percepire le sue parole più che ascoltarle, dal momento che la faccia di Harry era premuta nell’incavo del suo collo.

“Anch’io ti voglio bene”, riuscì a dire Peter attraverso il groppo che aveva in gola.

“Andrà tutto bene”, lo confortò Harry e l’ironia del neo orfano che consolava l’unico, anche se non il diretto responsabile di quello che era successo, fece sì che Peter stringesse le braccia intorno ad Harry con ancora più forza. Niente sarebbe mai più stato ok.

“Non ci conterei”, disse.

“Non lo sapremo mai finchè non ci proviamo”, continuò Harry.

Adesso era Peter ad essere completamente confuso. Sapeva che Harry ignorava che Peter fosse Spiderman, altrimenti non lo avrebbe abbracciato, gli avrebbe sparato. Allora cosa intendeva Harry dicendo che avrebbero provato?Provato a rimanere amici nonostante le circostanze? Che la mutazione di Peter era solo un’altra differenza in più tra loro, e che se erano riusciti a superare le diverse condizioni di nascita, ricchezza, capacità mentali e condizione sociale, una piccola mutazione “ragnesca” non era un problema?Eccetto che ERA un problema, dal momento che Harry pensava che Peter avesse ucciso suo padre…bè, Spiderman, ma dal momento che Peter ERA Spiderman…prima che la confusione interna di Peter peggiorasse senza speranza, Harry scaraventò il treno dei suoi pensieri fuori dai binari.

Baciandolo.

Un gran numero di idee colpì Peter simultaneamente. La realizzazione che Harry aveva COMPLETAMENTE frainteso il motivo per cui Peter non poteva stare con MJ; la reale interpretazione che aveva dato alla loro reciproca dichiarazione d’affetto; il fatto che MJ doveva aver insegnato ad Harry come baciare, perché entrambi lo facevano come se volessero divorarlo; lo shock estremo di realizzare che la lingua di Harry era nella sua bocca e che lui non la stava mordendo; e la reazione puramente fisica che il suo corpo verginale stava avendo mentre lui veniva baciato fieramente da un ragazzo che sapeva davvero cosa stava facendo, dopo essersi già allontanato da una ragazza che sapeva davvero cosa stava facendo.

I suoi ormoni non potevano reggere il sovraccarico…e nemmeno il suo cervello, che si era bloccato come un computer nel bel mezzo di un gigantesco disastro dell’hard disk. Una per una, come nel domino, le sue più elevate facoltà mentali precipitarono e rimasero lì, senza vita, mentre il suo corpo gioiva selvaggiamente e aspettava con ansia di vedere cosa avrebbe fatto dopo Harry.

Lo shock poteva fare cose curiose ad un uomo. Questa frase continuava a risuonare come una cantilena ininterrotta in ciò che rimaneva del suo cervello, mentre il suo corpo frustrato e sulle spine si era aggrappato ad Harry e dava tanto quanto riceveva. La mano di Harry si sollevò per posarsi sulla nuca di Peter ed un lungo braccio si strinse intorno alla sua vita, premendoli vicino. Il pene rigido che spingeva contro la sua pancia suscitò una silenziosa e quasi isterica risatina che gorgogliò nel petto di Peter. Prima che la risata potesse scappargli, la bocca di Harry lasciò quella di Peter e si chiuse su un lato della sua gola.
La risatina diventò un gemito prima di raggiungere le labbra di Peter, e quando uscì, risuonò attraverso la stanza. Harry reagì succhiando più forte, e Peter sentì le sue ginocchia indebolirsi. I suoi sensi di ragno erano venuti meno, ma questa cosa lo confondeva più che allarmarlo. Aveva la sensazione che dipendesse più dal fatto che non poteva vederci bene che non da qualche pericolo incombente.

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma “Non sono gay”, non sembrava la cosa giusta visto che le sue mani erano avvinghiate tra i capelli di Harry e che lui stava praticamente sbattendo contro il ragazzo. Inoltre, se lo avesse detto, Harry forse si sarebbe fermato, e il corpo di Peter non era in vena di dire “NO” di nuovo. In quel momento la mano di Harry scivolò dalla vita di Peter fino al suo sedere per coprirlo, portandoli ancora più vicino, e tutto ciò che Peter poté fare fu ansimare per riprendere fiato e poi gemere di nuovo.

Riacquistando il controllo del suo cervello abbastanza da ricordare come formare le parole, e per censurare quelle che avrebbero messo fine all’abbraccio e alla sua amicizia con Harry, Peter cercò di chiedere, “Come fai…oh, Dio, sì”, mentre la lingua di Harry gli scorreva sull’orecchio, “come hai imparato a…Oh!”. Troppo per le parole. Le abilità verbali, scarse com’erano, volarono fuori dalla finestra mentre entrambe le mani di Harry si univano al divertimento, una sempre stringendo il sedere di Peter, l’altra percorrendo la parte anteriore dei suoi pantaloni.

“Non sono stati solo i brutti voti a farmi cacciare da tutte quelle scuole private”, borbottò Harry, mordendo il lobo dell’orecchio di Peter e facendo correre un brivido attraverso tutto il suo corpo. “Saresti sorpreso da tutto quello che puoi imparare se sei aperto alle varie opportunità”. Le sue dita si strinsero intorno ai testicoli di Peter e tirarono gentilmente.

Peter avrebbe voluto chiedere dettagli, ma era troppo occupato a venire nei suoi pantaloni. Fu colpito prima da un breve attimo di disorientamento, poi di panico e infine di sollievo quando ricordò che non si era messo la tuta di Spiderman quella mattina, deciso a non perdere il funerale a causa di qualche spider-emergenza. Così quando Harry gli sbottonò la cerniera e infilò la mano nei suoi boxer non c’era un’originale tuta da ragno a far finire il gioco. Un grande sollievo.
Ed era un sollievo anche non dover pulire la tuta perché Peter ci era venuto sopra. Anche se tra le due cose, Harry che scopriva la sua identità era una possibilità molto più spaventosa che il dover pulire le macchie di sperma.

Mentre il suo cervello vagava e ronzava allegramente, Peter fu abbastanza pronto da allontanare i suoi avambracci dallo sguardo di Harry, mentre veniva spogliato e buttato sul divano. La presenza della tuta di Spiderman sarebbe stata disastrosa, ma spiegare le filiere poteva essere altrettanto pericoloso. Strinse le braccia intorno ad Harry, che era riuscito a spogliarsi in qualche momento tra l’orgasmo sconvolgente di Peter e il suo atterraggio sul divano. Quando la sua pelle mutata sfregò contro la schiena di Harry, la sensazione tattile mandò una scossa lungo le sue braccia, giù per la sua spina dorsale e dritto al suo inguine.

Grande!Non solo tessevano ragnatele, ma le sue filiere erano anche una zona erogena, e a quanto pareva lui era almeno un po’ gay, perché Harry lo stava baciando di nuovo e l’unica cosa a cui Peter riusciva a pensare era allargare le cosce e attirare Harry ancora più vicino. Era incredibile quello che la sua aumentata flessibilità da ragno gli permetteva di fare, mentre avvolgeva le gambe intorno al sedere di Harry e lo attirava in una stretta. Che giornata per le rivelazioni personali!La vita diventava sempre più complicata.

“Sei sicuro?” chiese Harry, la voce roca e tesa, mentre faceva scorrere il suo pene tra le cosce di Peter, spingendo la punta contro di lui e mandando volontariamente il ragazzo completamente fuori di testa.

Non era abbastanza. Voleva di più. Non aveva idea di come dirlo o di cosa chiedere, così borbottò, “Sei tu l’esperto, che ne pensi?”.

Harry sorrise e lo baciò di nuovo. Quando si risollevò per prendere fiato, chiese di nuovo, frustrando le aspettative di Peter, “Cosa vuoi?”.

“Ecco, fammi supplicare!” si lamentò Peter silenziosamente. Ad alta voce disse più chiaramente che poté, dal momento che la sua mascella era stretta così forte che gli facevano male i denti, “DI PIU’!”.

Per fortuna questo era tutto ciò che Harry voleva, o forse era tutto ciò che Harry poteva sopportare, dal momento che si spinse completamente dentro di lui. La prima spinta fece irrigidire Peter, ma forse il dolore non era così forte come aveva temuto, oppure la sua capacità “ragnesca” di resistenza al dolore rese le cose più facili. Qualsiasi fosse il motivo, il bruciore era insignificante in confronto all’urgenza che il suo corpo provava.

Da qualche parte nella sua mente una vocina gli stava gridando che tutto questo era incredibilmente stupido, che stava peggiorando una situazione già pessima, che questo gli si sarebbe rivoltato contro alla fine e che lui sarebbe stato dispiaciuto, dispiaciuto, dispiaciuto di aver fatto questo proprio con Harry, tra tutte le altre persone. Ma il suo corpo aveva affrontato troppe cose nei due anni precedenti e di nuovo il suo istinto ebbe il sopravvento sul suo buon senso.

Si spostò. Spinse in basso mentre Harry cautamente spingeva verso l’alto. Gridò insieme ad Harry quando il ragazzo gli entrò completamente dentro, poi si bloccò. Fissò i suoi occhi spalancati negli occhi ugualmente spalancati che lo osservavano per quello che parve un’eternità, finchè sentì il bisogno di muoversi e lo fece.

Gli occhi di Harry si chiusero e il ragazzo assunse un’espressione incredibile, come se fosse in Paradiso e all’Inferno nello stesso momento, riuscì a pensare Peter. Una volta cominciato a muoversi non riuscì più a fermarsi, dimenando e spingendo i fianchi, con le gambe ancora strette intorno ad Harry, le braccia intorno alla cassa toracica del ragazzo, la spina dorsale che si arcuava e si raddrizzava mentre lui si arrendeva alla sensazione puramente fisica di Harry dentro di lui. Alla fine Harry si sollevò sulle ginocchia, sollevando Peter con sé, in modo tale da far poggiare Peter sulle spalle ed Harry si spinse con tutta la sua forza.

Il Paradiso ebbe di gran lunga la meglio sull’Inferno.

Peter pensò che era grato per la sua spider-capacità di rigenerarsi, o non sarebbe stato in grado di camminare per una settimana, e in quel momento la mano di Harry si strinse intorno alla sua erezione e anche quel patetico tentativo di pensare sparì in una nebbia di endorfine. Stava volando, come con le ragnatele, solo che questa volta era nudo e con un amico, e lui non aveva mai immaginato che il sesso potesse essere così incredibilmente bello, oppure avrebbe trovato un modo per provarlo molto tempo prima. Forse perfino con Harry.

Harry strinse le dita e Peter venne di nuovo, e solo il suo basilare istinto di sopravvivenza lo trattenne dallo stritolare Harry nel groviglio delle sue braccia e delle sue gambe. Harry lo penetrò completamente e cavalcò l’orgasmo di Peter, e l’inusuale sensazione di una massa che lo allargava fece sì che questo fosse il più incredibile orgasmo che avesse mai avuto. Anche se non fosse più successo, il che era probabile, Peter era grato in modo quasi ridicolo che fosse accaduto almeno questa volta.

Collassando dopo l’orgasmo usò le forze che gli restavano per stringere le braccia intorno alla schiena di Harry, determinato a nascondere le filiere e, doveva ammetterlo, assaporando la dolce frizione della pelle di Harry contro di loro. In quel momento Harry arcuò la schiena e sbatté involontariamente contro di lui un paio di volte, di nuovo con gli occhi completamente spalancati. Harry era sorprendentemente bello mentre veniva. Peter non aveva mai pensato che avrebbe definito Harry “bello”.

E poi non aveva mai pensato che sarebbe finito sdraiato su un divano sotto Harry. Quando aveva immaginato se stesso nudo con qualcuno, su un divano o in qualsiasi altro posto, era sempre con MJ- quando non era con Jennifer Garner. Non si era mai trattato di Harry…almeno, non mentre era sveglio. Rifiutava di sentirsi responsabile per ciò che faceva il suo subconscio quando lui dormiva, o non sarebbe mai stato in grado di scendere a patti con i sogni mattutini del Grande Uccello.

Con grande sollievo di Peter, Harry lo baciò di nuovo interrompendo il flusso di insanità che gli percorreva il cervello. Non era sicuro di cosa dire una volta che avesse riavuto indietro le sue labbra, ma andava bene così, perché nemmeno Harry disse nulla. Semplicemente, il ragazzo si sistemò sul divano tra i cuscini e Peter, attirando Peter contro di sé e stringendolo tra le braccia. Peter cautamente distese le sue braccia, con le filiere in basso, contro le braccia calde avvolte intorno a lui, e si chiese cosa sarebbe successo poi.

Ciò che successe dopo fu che Harry si addormentò.

Lontano dall’esserne offeso, Peter fu molto sollevato. Forse quando Harry si fosse svegliato Peter avrebbe trovato un modo per dirgli che lo amava, ma non era innamorato di lui, e che non pensava di essere gay, ma forse era bisessuale o forse dipendeva tutto da qualcosa di “ragnesco” anche se non lo avrebbe mai ammesso con Harry…ed era stato incredibile, per cui, potevano per piacere farlo di nuovo?Un sacco di volte?Stava ancora cercando di pensare ad un modo, qualsiasi modo, per dirlo, quando anche lui si addormentò.

Il suo sesto senso di ragno lo allertò, non tanto forte da metterlo in assetto da combattimento, ma abbastanza da svegliarlo e far sì che si guardasse intorno. Come una gomitata nelle costole. Non c’era pericolo imminente nel soggiorno e quindi si rilassò. Troppo presto. Un’esclamazione sorda attirò il suo sguardo dalle scale alla porta di ingresso.

MJ era davanti alla porta con una chiave in mano, e lo guardava come se non lo avesse mai visto prima.

La cosa aveva un senso, ovvio. Lo aveva visto spesso, ma mai nudo, e mai con un altro ragazzo, altrettanto nudo, avvinghiato intorno a lui come se fosse questione di vita o di morte. E in particolare mai quando l’altro ragazzo era il suo ex fidanzato e Peter l’aveva scaricata proprio quella mattina. Peter sentì il rossore partire dalle dita dei suoi piedi e arrivare fino alla cima dei suoi capelli. La sua bocca era aperta e i suoi occhi chiusi, ma dal momento che nessuna parola era disponibile nel suo cervello o in quello di MJ, la sua bocca si chiuse e i suoi occhi si riaprirono contro voglia.

Lei era ancora lì, immobile. Sembrava una graziosa statua.

Harry si mosse dietro di lui e il panico di Peter, già completamente esploso, quasi lo portò a farfugliare parole incomprensibili. Sentì un grido soffocato dietro di lui che eguagliò quello di MJ, poi Harry nascose la faccia nei capelli di Peter e fece un rumore a metà tra una risata e un’ imprecazione. La bocca di Peter si aprì e si chiuse di nuovo. Sapeva di somigliare ad un pesce che boccheggiava, ma non poteva farci niente.

“Stavo…”, MJ si schiarì la voce e distolse lo sguardo da loro con un notevole sforzo. “Ti ho riportato la chiave, Harry.”. La ragazza posò la chiave sul bancone con la stessa cautela di una persona che maneggiava della nitroglicerina, e li guardò di nuovo. Il suo rossore era intenso quasi quanto quello di Peter. Con sua meraviglia, la ragazza gli sorrise tristemente. “Capisco”, sussurrò, e il suo sussurro risuonò forte nel silenzio, rivolgendosi a Peter e ignorando Harry, che aveva smesso di ridere e ora stava solo imprecando. Girò sui tacchi e se ne andò, chiudendo gentilmente la porta dietro di lei.

Peter rimase a guardare la porta e mentalmente ripetè le imprecazioni più colorite che erano venute fuori dalla bocca di Harry. Si chiese come MJ potesse comprendere, dal momento che lui di sicuro non ci riusciva.

Non aveva capito molto nella vita per così tanto tempo che ormai era una condizione cronica, e da quando era stato morso sapeva che sarebbe stata una condizione permanente. La sua vita era fatta solo di complicazioni.

“Stai bene?”, chiese Harry, con la voce ancora soffocata dai capelli di Peter. Come se Peter avesse idea di come rispondere a questa domanda.
Prima che potesse riuscire a dire “sì”, “no”, “stai scherzando?” o “quando mai?”, Harry annusò un lato del suo collo e si spostò contro la sua schiena. Gli occhi di Peter si spalancarono di nuovo e il ragazzo strinse più forte le braccia di Harry, tremando quando la sensazione passò come una scarica elettrica attraverso le sue filiere. Questo era tutto l’incoraggiamento di cui Harry aveva bisogno.

Sembrava proprio che Harry trovasse eccitante l’essere scoperto. Nessuna meraviglia che avessero continuato a buttarlo fuori da tutte quelle scuole private se quella era la sua reazione quando veniva colto in flagrante, pensò Peter, prima che Harry spingesse una gamba tra le sue cominciando a praticargli un serio massaggio. A quel punto Peter era troppo occupato a nascondere le sue filiere per pensare, poi era troppo eccitato per pensare, e alla fine non riuscì a pensare più.

Almeno quando riusciva a non pensare la sua vita non sembrava così complicata. Peccato che non durasse mai. Le cose buone non duravano mai.

 

*fine*