«Grande
rilievo nella teoria psicoanalitica ha il complesso di Edipo (dalla
tragedia di Edipo Re di Sofocle), con il quale viene designata la modalità
con cui si organizza, dal punto di vista del bambino, la relazione tra
bambino, madre, padre. La forma classica, nel bambino maschio, consiste
nell’amore sessuale per la madre e nella rivalità con il padre. I
diversi modi con cui si organizza la relazione bambino-madre-padre sono
alla base degli sviluppi rispettivamente normali(…), nevrotici(…) e
perversi (omosessualità, in cui prevale “l’essere come” il genitore
dell’altro sesso)».
Tratto
da l’Enciclopedia della Filosofia e delle scienze umane, ed. DeAgostini
Questa
storia che ben poco ha che vedere con Freud e la psicoanalisi e ancor meno
con la tragedia sofoclea, ma è da qui che sono partita per approdare nel
Giappone degli anni Novanta e mettere bocca in un manga che non è il mio.
Perciò, tutti i diritti sui luoghi e sui personaggi citati sono dei
rispettivi proprietari.
Buona lettura!
Complesso
di Edipo
di Haruka
Quarto
capitolo - Sei tornato
Kotori fu trasportata
in camera sua da suo fratello,mentre Kamui li precedeva di poco per aprire
le porte. Il ragazzo scansò le coperte per permettere a Fuma di adagiare
la ragazza comodamente.
- Kotori- sussurrò il
più giovane non riuscendo a distogliere lo sguardo dal volto svenuto
della sua amica. Erano appena usciti vivi, quasi per miracolo, dalla
barriera del Sakurazukamori.
- Ha solo bisogno di
riposare, non credo abbia riportato ferite- disse amorevolmente Fuma,
cercando nell’armadio il pigiama della sorella- Che ne dici di farti una
doccia?-
- Uhm, si- Kamui guardò
appena il suo amico, si vergognava troppo per non essere riuscito a
proteggere Kotori come avrebbe dovuto.
- Ti dico che sta bene,
non preoccuparti- Fuma sembrava leggerli nel pensiero- Ti presto i miei
vestiti, ma temo che ti andranno larghi, sei così…- ma soffocando una
risata uscì dalla stanza.
- Sono così cosa?-
domandò scocciato Kamui seguendolo nell’altra stanza.
- Nulla, Kamui - ma
rideva ancora, gli mise in mano dei pantaloni, una camicia, una cinta.
- Dillo, sono basso!
Non sei mica il primo che me lo dice!-
- Difficile non
notarlo!- sentenziò l’amico.
- Tu invece sei
altissimo!- constatò Kamui alzandosi sulla punta dei piedi per sfiorare
la nuca di Fuma, come a controllare l’effettiva altezza.
- E non sai quanti
problemi ho a comprare le scarpe del mio numero!- Abbassò il capo per
mostrare quello che non era proprio il piedino di Cenerentola! Kamui fece
lo stesso e rise. Rialzarono la testa simultaneamente colpendosi a
vicenda- Scusa!-
- No, scusa tu!- risero
tutti e due, poi si ricordarono che Kotori stava dormendo- Credo di averti
dato tutto, in bagno fai da te, come se fossi a casa tua. Ora torno da
Kotori -
- Fuma, mi dispiace
disturbarti ancora…-
- Nessun disturbo!-
sorrise questi.
- Non avevo finito, mi
dispiace disturbarti, ma… mi servirebbe anche la biancheria intima-
Fuma annuì con la
testa e tornò in dietro ad aprire uno dei cassetti. Ne estrasse un paio
di boxer grigi.
- Ci navigherò
dentro!- si lamentò Kamui sotto voce.
- Oh, non credere, non
sono poi così dotato!- scherzò Fuma cercando di farlo sentire a suo
agio. Kamui sorrise di rimando e si recò in bagno.
A casa, era tornato
finalmente a casa da Fuma e Kotori. Sprofondò tutto il corpo nell’acqua
bollente. Ora si sentiva meravigliosamente, l’acqua massaggiava
delicatamente le sue membra stanche e provate. Non era mai stato meglio,
almeno negli ultimi dieci o quindici giorni, da quando sua madre era
morta. Scosse la testa per cancellare quel triste ricordo, finché era in
quella casa doveva lasciare fuori tutta questa assurda storia sul destino
del mondo.
Ad un tratto bussarono
alla porta.
- Kamui- era la voce
pacata di Fuma- tutto bene?-
- Si certo- rispose il
ragazzo felice per tutte quelle attenzioni non richieste.
- Posso entrare? Devo
rimettere delle cose a posto-
- Certo!-
La porta del bagno si
aprì e una figura alta scivolò all’interno. Per come era seduto nella
vasca, Kamui non poteva vedere cosa stesse facendo. L’avantibagno e il
bagno vero e proprio erano divisi da un separé in muratura, in modo tale
che la prima zona potesse essere utilizzata anche quando c’era qualcuno
a lavarsi. Kamui uscì e si coprì con il telo.
- Fuma- il ragazzo alto
si voltò, stava prendendo i panni sporchi- farebbe bene anche a te un
bagno caldo!-
- Si, dopo- rispose
distratto.
- Kotori?-
- Ha preso la medicina,
credo che si sia addormentata. Era in pensiero per te…e tu per lei.
Certe cose non cambieranno mai!- sorrise dolcemente.
- Sono preoccupato
anche per te, un bel bagno caldo, ti sentirai meglio- Kamui portò le sue
mani sulla camicia dell’amico e iniziò a sbottonarla, senza alcuna
malizia. Fuma, lì per lì rimase basito da tanta disinvoltura, poi lo
lasciò fare. In fondo si trattava di Kamui, erano cresciuti insieme! La
camicia bianca scivolò lungo le spalle, attraversò le braccia fino a
cadere e terra. Allora, il ragazzo dai grandi occhi viola si concentrò
sui pantaloni. Fuma poteva fare benissimo da solo, ma per qualche strano
motivo preferiva che fosse Kamui a farlo. Le mani del ragazzo scivolarono
lungo i fianchi sfregando la pelle con la stoffa man mano che questa
scendeva verso il basso. Fuma appoggiò una mano sulla spalla di Kamui per
sostenersi mentre sfilava la gamba destra e poi la sinistra. I pantaloni
furono ripiegati con cura su un panchetto. Kamui tornò vicino, anzi
vicinissimo, al corpo di Fuma e poggiò le dita sull’elastico dei boxer
con l’intenzione di togliere anche quelli. Fuma indietreggiò.
Questo era troppo!
Kamui volle ignorare
quell’esitazione e con fare determinato calò anche quell’indumento.
Non riusciva a spiegarselo bene, ma spogliare Fuma a quel modo, toccarne
la pelle fredda e nuda, gli piaceva. Forse troppo!
Finalmente nudo, Fuma
iniziò ad insaponarsi. Kamui tolse il telo che lo copriva e si sedé sul
bordo della vasca proprio davanti al suo amico.
Sembrava volergli dire
“Guardami, sono nudo!”, Fuma deglutì e cercando di fare il vago spostò
lo sguardo su qualsiasi cosa che non fosse il corpo nudo e divinamente bagnato di Kamui.
Alla fine entrarono
tutti e due nella vasca e l’imbarazzo sembrò svanire, almeno l’acqua
nascondeva le nudità di entrambi.
Kamui ne fu sollevato
perché si era accorto con grande dispiacere di non poter gareggiare con
il suo amico d’infanzia in
prestanza fisica. Fuma aveva assunto decisamente la fisionomia di un uomo.
Lui sembrava ancora un bambino.
Fuma ne fu sollevato
perché così non era più costretto ad affrontare quella silouhette così
armoniosa e seducente e non doveva più nascondere i suoi sguardi sempre
più affamati. Non era nuovo ad attrazioni nei confronti di altri
ragazzi.
Passarono un po’ di
tempo in silenzio, poi Fuma lo ruppe con una domanda a brucia pelo.
- Zia Tohru è morta?-
- Si… ma ti prego,
non mi va proprio di parlarne-
- Come vuoi-
Ma fu la domanda di
Kamui a far precipitare le cose
- Alla fine, hai capito
cosa facevano quelle due chiuse in camera da letto?- chiese malizioso.
Altrettanto maliziosamente Fuma annuì.
-
Si!Ti dirò, all’inizio è stato uno shock! Ma poi mi ci sono
pure abituato. Mi sono sempre chiesto come faceva papà a tollerarle-
- Zio era un uomo
comprensivo-
- La prima volta che ho
baciato qualcuno mi è venuto da ridere al pensiero di mia madre e tua
madre!- Non era vero, aveva pensato a lui, a Kamui!
- Come no!- annuì
Kamui volando con il pensiero al suo primo bacio rubato sotto la pensilina
dell’autobus. La chiacchiera si era sciolta ad entrambi. Non capita a
tutti che la propria madre fosse l’amante della madre del tuo migliore
amico!
- Chi era?- chiese
Kamui curioso di sapere che genere di persona potesse piacere a Fuma.
- No, lascia stare!-
- Non voglio sapere il
nome, voglio solo sapere com’era- lo incoraggiò il ragazzo dagli occhi
viola.
- Kamui, non
offenderti, ma mi sono ripromesso di evitare questo tipo di conversazione
con tutti. Sono cose molto personali!-
- Oh, Fuma, non farti
pregare! Cose personali? Ma io e te ci conosciamo da sempre-
- Appunto, non voglio
che tu abbia una cattiva opinione di me-
- Non dire sciocchezze!
Io posso pensare solo il meglio di un ragazzo fantastico come te!Parla o
ti affogo!-
Ma non gli permise di
aprire bocca che spingendo la testa con una mano, riuscì a sommergerlo
fino ai capelli. Ci fu una breve lotta. Fuma che si divincolava, Kamui che
manteneva la pressione. Con un ginocchio,il ragazzo più grande colpì
accidentalmente l’organo dell’altro che si ritirò di scatto.
Quando il ginocchio
dell’amico lo sfiorò nella zona sensibile, Kamui sentì una
potentissima ondata di calore salirgli al viso e il suo corpo tremò.
- Scusa, ti ho fatto
male?- disse Fuma riemergendo- Non volevo, ma se tu ti fossi stato fermo!-
e lo spruzzò con l’acqua. Non gli andava di ammetterlo ma gli era
piaciuto quel gioco di mano. Kamui sorrise cercando di evitare lo schizzo.
Aveva sempre pensato che non ci fosse nulla di sbagliato a provare
attrazione per una persona dello stesso sesso, sua madre non poteva
insegnarli diversamente, ma provare attrazione, anzi, piacere per Fuma,
no, non andava bene!
- Ti perdono se mi
parli di quella persona!- sorrise affabilmente. Sarebbe dovuto uscire da
quel bagno come un fulmine, ma voleva avere la confessione di Fuma.
- E’ un ragazzo molto
simpatico, un compagno della squadra di calcio-
- Un ragazzo?- chiese
sbigottito Kamui.
Fuma era gay?
- Sapevo che la cosa
ti avrebbe infastidito!- sbuffò Fuma facendo per uscire dall’acqua.
Kamui lo trattenne per un polso, facendolo sedere di nuovo, poi lo
abbracciò.
- Scusa la mia
stupidità!- si giustificò quando la sua guancia si posò sulla spalla
del suo amico- Io non mi aspettavo niente del genere, ma non c’è niente
di male. Cioè, non che debba decidere io cosa sia bene o male, ovvero,
io, ecco…-
- Kamui, grazie!-
Rimasero abbracciati
ancora pochi secondi riscaldandosi l’un l’altro.
- Fuma, ti voglio
bene!-
- Anch’io- ma si
fermò un attimo ricordando quanto il suo compagno odiasse sentirgli dire
“anch’io” e allora si corresse- Ti voglio bene, Kamui!Più di tutte
le stelle del cielo!-
Kamui rise
allontanandosi per guardarlo negli occhi. Fuma
si ricordava ancora di quel gioco.
- Ti voglio bene più
a che a qualsiasi altra persona, animale o essere inanimato che sia stato
creato-
- No, non rispondeva
così zia Tohru- protestò Fuma, sforzandosi di ricordare meglio.
- Ma è quello che tu
hai detto a me una volta, proprio in questo bagno-
- Caspita sono parole
serie, da dire ad un innamorato-
- Avevi le idee
parecchio confuse da piccolo. Infatti, era da innamorato anche quello che
hai fatto dopo-
Fuma guardò Kamui
perplesso, poi si ricordò a cosa il ragazzo stesse alludendo e si spaventò.
Kamui avanzò verso di lui, gattoni nell’acqua, fino a toccargli le
cosce con i palmi delle mani, sporgendo il petto in avanti per farlo
aderire al suo e il viso si avvicinò lentamente. Aveva tutto il tempo di
scansarlo, di alzarsi e di rifiutare gentilmente, ma non lo fece. La bocca
di Kamui sfiorò le labbra di Fuma.
Kamui non era sicuro
di quello che stava facendo. Non era la prima volta che baciava qualcuno,
ma mai un ragazzo, mai un ragazzo così importante come lo era Fuma.
Avrebbe potuto rifiutarlo, lo avrebbe rifiutato sicuramente, invece non lo
fece e Kamui ebbe strada spianata per giungere alla sua meta. Quando toccò
le labbra di Fuma con le sue, sentì un lungo caldo brivido di piacere
lungo la schiena.
Ma il tenero tocco,
emulo del bacetto infantile di sei anni prima, si trasformò in qualcosa
di ben più acceso. Dopo tutte quelle avvisaglie, durante il denudamento o
nel corso della piccola rissa, avrebbero dovuto aspettarsi una reazione
così appassionata.
Il bacio aumentò
subito la pressione. Le mani di Kamui si spostarono lungo gli addominali
dell’amico, quelle di Fuma cinsero il ragazzo alla vita facendo in modo
che si sedesse a cavalcioni.
Kamui iniziò a
mordere gentilmente il labbro superiore, passandovi poi la lingua per
attenuare il dolore, premeva per entrare, per poter assaporare il gusto di
quel palato. Fuma non se lo fece dire due volte, dischiuse le labbra nello
stesso momento in cui portava la mano destra sul capo nero dell’altro
per premerlo contro il proprio viso.
La lingua di Kamui
scivolò dentro, prima con cautela, per non essere troppo aggressiva, poi
iniziò la sua esplorazione sempre con gusto e piacere maggiore. Le due
lingue si incontrarono e d’allora fu il più grande a condurre le danze.
Intrecciando abilmente la sua alla lingua di Kamui, ottenne di poter
addentrarsi nella bocca a lui concessa con la stessa cura con cui la sua
era stava invasa. Si staccò leggermente, per riprendere fiato, inumidendo
con la lingua le labbra, per altro già bagnate e sempre più sensuali, e
tornò a baciarlo ancora con la stessa determinazione e passione con la
quale Kamui aveva preso a tormentargli i muscoli del petto, sfregandovi
sopra le mani morbide.
Ad un tratto uno dei
due starnutì. Erano così annebbiati dal desiderio che non si erano resi
conto di quello che stavano facendo e da quanto lo stavano facendo
Kamui tornò a farsi
avanti per riavere tra le sue le labbra dell’altro, ma Fuma gli si
oppose con un braccio teso tra loro due.
- Hai una vaga idea
di quanto tempo siamo stati a mollo?!- Lo allontanò con uno spintone, che
fece cadere il ragazzo più giovane all’indietro- Usciamo o ci verrà un
malanno!-
Entrambi si alzarono
e uscirono. Si asciugarono in silenzio, senza voltarsi a guardarsi. Ma
quando Fuma raccolse i suoi panni per indossarli, Kamui furiosamente gli
scagliò per terra.
- No, non te la puoi
cavare con un bacio e basta!-
- Perché a te quello
è sembrato un semplice bacio? No, perché se è così che tu dai i baci,
io sono un principiante! Per me quello è stato molto di più, molto di più
di quanto mi sarei dovuto permettere con un amico!-
Fuma aveva ragione.
Kamui non disse nulla ma ugualmente gli impedì di rivestirsi.
- Kamui, per favore,
io ti chiedo scusa di tutto e se c’è uno da biasimare quello sono io,
però adesso basta. Non roviniamo tutto, siamo buoni amici-
- Fuma, anche per me
quello non è stato solo un bacio. Proprio per questo, perché ho visto e
sentito la reazione di entrambi, ti dico che non possiamo ignorare la
cosa-
- Vuoi venire in
camera mia?- Fuma non riusciva a credere di aver detto una cosa così
audace, a Kamui!
- No- fu la gentile
risposta dell’altro. Fuma si rilassò. Almeno uno di loro due manteneva
ancora il buon senso!- Meglio di no, sveglieremmo Kotori, andiamo in
camera dei tuoi!-
In un momento si
ritrovarono nella camera da letto. Quell’attimo di annebbiamento totale
era passato, ora i due ragazzi si guardavano in silenzio.
- Così, quelle due
venivano qui e facevano- constatò Kamui con un sospiro. Era strano
ritrovarsi in quella stanza, dove sua madre e la zia si erano amate tante
volte, a voler fare la stessa cosa con il figlio di lei.
- Già, così pare.
Se qui non ti piace, possiamo andare…in salone, temo. Non ci sono altre
stanze disponibili, se escludiamo la mia-
- No qui va
benissimo!-
Si sederono sul futon,
l’uno di fronte all’altro.
- Kamui, tanto per
curiosità, quanto in là vuoi andare?- Kamui scrutò divertito la faccia
sempre più impacciata di Fuma- No, perché non è che io sia proprio un
gigolo…-
- Tutto- esclamò
Kamui ridendo. Fuma lo fissò allibito.
- Maniaco, torni a
casa dopo sei anni di assenza e tutto quello che sai fare è spogliarmi
nel bagno, saltarmi a dosso e poi con fare angelico chiedere il servizio
completo?! Sei un vero maniaco!-
- Tutto quello che ci
sentiremo di fare-
- Si, si, adesso si
corregge, il maniaco! Sei venuto solo per attentare alle mie virtù- lo
canzonò ancora Fuma imitando quelle dame del secolo scorso che si vedono
ogni tanto negli sceneggiati.
- Non ricordavo
questa tua vena ironica-
- Sai com’è,
quando ti succedono tante cose tristi cerchi di difenderti, no?-
Kamui si avvicinò e
lo baciò ancora, era ora di tornare alle dolci sollecitazioni di prima.
Si distese sul futon sotto la lieve pressione del corpo di Fuma, il quale
con le mani aprì l’asciugamano che copriva le nudità del ragazzo.
Rimasero sdraiati così
per un po’, sfiorandosi timidamente i rispettivi corpi nudi e
intrecciando le lingue con avidità, fino a quando Fuma non si sollevò
sulle braccia per guardare l’oggetto dei suoi desideri.
- Sicuro che vada
bene così? Non vuoi invertire le parti?-
- No, va bene, sono a
mio agio così, solo…-
- Solo?-
- Fa quello che ti
dico io!- ordinò Kamui quando ebbe il coraggio di chiedere una cosa così
sfacciata.
- Mi dica, maestà,
ogni suo desiderio è un
ordine per me!- rispose l’altro con un amorevole sorriso.
Convinto dalle parole
sempre gentili di Fuma, Kamui iniziò l’elenco delle sue richieste.
- Innanzitutto, leva
di mezzo quel telo, che voglio vederti nudo-
Con uno strattone,
Fuma si liberò dell’asciugamani che ancora lo copriva dalla cintola in
giù e tirò via pure quello bagnato sotto Kamui. Rimase fermo un po’
per permettere agli occhi viola di scrutarlo famelicamente.
- Ora baciami! E
toccami!-
- Dove?- chiese
maliziosamente Fuma.
- Lì- sussurrò
Kamui conducendo la mano robusta del suo amore fra le sue gambe.
- Vuoi venire? Vostra
grazia mi fregia dell’onore di provare tutto questo piacere tra le mie
braccia?!- Kamui era sopraffatto dalle emozioni e si limitò a annuire con
il capo. Le loro bocche tornarono a toccarsi mentre oltre il linguine, la
mano esperta del ragazzo più grande si muoveva ritmicamente, con
lentezza.
Kamui sentendo
l’erezione di Fuma contro la sua coscia, ansimò pesantemente.
- Tutto bene?-
- Si!- fu la risposta
roca e velata di intenso piacere.
- Andrà tutto bene,
non ti farò del male-
- Non potresti, sei
sempre così gentile!- queste poche parole costarono a Kamui uno sforzo
enorme, ogni termine interrotto da un lamento.
- Non vorrei mai…-
Oramai qualunque cosa si dicessero non aveva molto senso, per nessuno dei
due. Erano persi per il piacere e la soddisfazione.
Kamui aprì gli occhi
lentamente, per un attimo ebbe l’impressione che tutto il suo corpo si
fosse disciolto nell’aria, poi l’abbraccio caldo che lo strinse lo
riportò indietro, nella stanza avvolta dall’oscurità, solo il rumore
dell’orologio che segnava l’ora, il suo respiro e il respiro della
persona accanto a sé. Si voltò per incontrarne il volto, sereno e
rilasciato. Sorrise, era così bello, così sensuale. Per tanto tempo
aveva desiderato tornare per rivederlo, ma non avrebbe mai pensato che
potesse succedere tutto ciò, non avrebbe mai pensato che avrebbe potuto
amarlo. Lo amava, ne era certo!
Fuma non dormiva
veramente, teneva gli occhi chiusi per assaporare meglio il silenzio che
era sceso nella camera. Si sentiva felice come non accadeva da tanto tempo
da non ricordarsene. Per tutti questi anni non aveva fatto altro che
ricercare Kamui negli occhi e nelle bocche dell’altre persone e allo
stesso tempo era fuggito dal suo ricordo. Ora che quel prezioso tesoro era
tra le sue braccia, che poteva stringerlo, assaporarne la pelle, sentirne
l’odore dei capelli e perdersi nei suoi occhi viola, non desiderava
altro, tutto il resto non aveva più importanza. Era finalmente in pace
con se stesso. Solo Kamui poteva regalargli quella pace, questa sensazione
di benessere e di felicità indiscutibile. Aprì gli occhi e vide il suo
amore osservarlo sorridendo.
- Sei felice?-
chiese
- Si, e tu?- Kamui
gli baciò teneramente una guancia. Fuma si limitò ad annuire con la
testa.
- Kamui, prima che
questo incanto termini, volevo dirti che non so proprio come ho fatto
senza di te in tutti questi anni. Ho provato a dimenticarti, ma in vano.
Solo tu riesci a farmi sentire in pace con me stesso e con il mondo-
- Fuma- il ragazzo
dagli occhi di ametista si commosse a quelle parole dette con un pesante
carico di tristezza e dolore.
- Mi rendo conto di
star correndo troppo, ma ho atteso tanto, ho atteso te! Sei tornato da
pochi giorni e già ti ho costretto a fare l’amore con me…-
- Costretto chi?-
protestò il più giovane- L’ho fatto perché lo volevo. Ti sei scordato
che ho cominciato io?!-
- Non ti scaldare!
Volevo solo dire che stiamo correndo, nonostante questo… non mi
lasciare, resta con me per sempre, per tutto il tempo che ci sarà
concesso-
- Non vado da nessuna
parte. Ora sono a casa, tra le tue braccia sono a casa! Ti amo, mi sembra
incredibile, ma è proprio così. Mentre le tue mani scorrevano sulla mia
pelle ho capito che solo tu potevi darmi queste sensazioni, perché tu sei
la persona più importante della mia vita!-
- Vale anche per me!-
- No, non te la cavi
così! Devi dirlo!-
- Ti amo, ti ho
sempre amato! Grazie per avermi dato l’occasione di capirlo!-
- Fuma, un’ultima
cosa, non è vero che non sei tanto dotato, anzi, ora che ho guardato
meglio…-
Fuma divenne rosso
come un peperone e neanche nell’oscurità della stanza riuscì a
nascondere l’imbarazzo. Kamui scoppiò a ridere e lo baciò ancora.
Ancora non lo
sapevano ma quella gioia era destinata, ben presto,
a rotolare via con la testa di una giovane donna.
Era l’inizio della
Fine del Mondo! L’ultima leggenda del pianeta stava per iniziare!
Fine?
Autrice: Non
lo so se questa è la fine o l’inizio. Ditemelo voi!
Fuma: Io non
mi lamento
Kamui: Io
neppure
Kotori: Io si!
Guardi signorina (perché tanto una che scrive ‘ste cose resta
zitella!) che Kamui è il MIO fidanzato!
Fuma: Taci,
Kotori! Nessuno ti ha interpellato. Anzi, quasi quasi ti faccio a pezzi e non
se ne parla più!
Kamui: A
pezzi, Fuma?
Fuma: Ah, si mi
sono scordato di dirti…sono un tipo geloso!
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|