«Grande
rilievo nella teoria psicoanalitica ha il complesso di Edipo (dalla
tragedia di Edipo Re di Sofocle), con il quale viene designata la modalità
con cui si organizza, dal punto di vista del bambino, la relazione tra
bambino, madre, padre. La forma classica, nel bambino maschio, consiste
nell’amore sessuale per la madre e nella rivalità con il padre. I
diversi modi con cui si organizza la relazione bambino-madre-padre sono
alla base degli sviluppi rispettivamente normali(…), nevrotici(…) e
perversi (omosessualità, in cui prevale “l’essere come” il genitore
dell’altro sesso)».
Tratto
da l’Enciclopedia della Filosofia e delle scienze umane, ed. DeAgostini
Questa
storia che ben poco ha che vedere con Freud e la psicoanalisi e ancor meno
con la tragedia sofoclea, ma è da qui che sono partita per approdare nel
Giappone degli anni Novanta e mettere bocca in un manga che non è il mio.
Perciò, tutti i diritti sui luoghi e sui personaggi citati sono dei
rispettivi proprietari.
Buona lettura!
Complesso
di Edipo
di Haruka
Secondo
capitolo - In attesa di te
Finalmente era giunta
l’estate e con essa le vacanze. Fuma si precipitò negli spogliatoi,
dopo un estenuante allenamento con la squadra di calcio. Doveva sbrigarsi
a tornare a casa, c’erano molte cose da fare e non voleva che Kotori le
facesse tutte da sola. Era l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze
estive, ma non l’ultimo giorno di allenamento. Il mister aveva dato
appuntamento a tutti al lunedì seguente in vista della semifinale del
torneo interdistrettuale. Avevano comunque tutto il week-end libero. Il
ragazzo si lavò e si vestì, alcuni compagni salutarono ed uscirono,
presto li imitò anche lui.
Montando in bicicletta,
sentì una voce chiamarlo. Era il vice capitano.
- Qualcosa non va?-
chiese mal celando la fretta.
- Mi dispiace
disturbarti Monou, ma volevo sapere se ti farebbe piacere venire con me al
centro commerciale domani pomeriggio? Devo fare delle compere e mi scoccia
andarci da solo…- gli sembrò che il suo sempai fosse arrossito.
- Ma certo Kinomoto, se
a te fa piacere-
- Allora domani alle
cinque, davanti al maxischermo, a Shibuya - detto ciò il ragazzo sparì.
Con la fretta che aveva addosso, Fuma non rifletté sull’invito e tornò
a casa. Solo a sera, prima di coricarsi si domandò il perché di quella
richiesta. Il suo sempai era un tipo in gamba, un discreto studente e un
ottimo giocatore. Erano entrati subito in simpatia, forse per il fatto che
anche lui aveva perso la madre in tenera età. Non era la prima volta che
si vedevano fuori dalla scuola. Fuma era stato anche a casa sua. Ma
stavolta aveva l’impressione che ci fosse qualcosa di diverso.
Shibuya, sabato
pomeriggio.
I due compagni di
squadra camminavano per strada con un gelato in una mano e una busta
nell’altra. Kinomoto si era comprato un paio di jeans nuovi e aveva
convinto Fuma a prendersi una camicia che avevano visto in vetrina.
Stanchi del chiasso del centro commerciale, erano tornati a Shibuya per un
gelato. Stavano parlando del più e del meno, distrattamente, ma Fuma
aveva notato che gli occhi del suo amico non perdevano uno solo dei suoi
movimenti. Iniziò a sentirsi a disagio. Sapeva che giravano voci strane
sul conto di Kinomoto e che più di una volta
il ragazzo si era trovato a dover fare a botte per difendersi da
certi ragazzi troppo curiosi e troppo poco tolleranti. Ma qualunque
fossero i gusti del suo sempai, non stava a lui giudicare. Se è la
felicità quella che l’uomo cerca, perché doverla cercare solo ed
esclusivamente nel sesso opposto? Essere un ragazzo non significava
necessariamente dover amare una ragazza…Però quelle occhiate lo
mettevano a disagio. Kinomoto aveva il diritto di fare quello che voleva,
ma se avesse voluto farlo proprio con lui?!
Stanco di questa
incertezza, ruppe il ghiaccio con una domanda a bruciapelo. Attaccare
prima di essere attaccati, il miglior modo per difendersi.
- Io ti piaccio, sempai?-
Questi divenne tutto
rosso.
- Te lo chiedo- continuò
Monou con la massima calma- perché è da un po’ che mi fissi come se mi
volessi mangiare e dato che si dicono certe cose di te…-
- Penseresti a me come
ad un maniaco, se quelle cose fossero vere?- fu l’allusiva domanda in
contro piede.
- Non penserei proprio
niente, vere o false che siano. Se tu sei felice con un ragazzo o con una
ragazza, qual è la differenza? E’ la felicità che si insegue, non
l’accettazione da parte degli altri-
- Parli bene tu! Ma è
importante non avere tutto il mondo addosso-
- Io non ti giudico, se
ti serve la mia spalla…-
- Grazie, koai! Sempre
così gentile e disponibile. Visto che siamo in tema e che ti sei
dimostrato così comprensivo voglio che tu sappia che quelle voci sono
vere- parlò con estrema gravità cercando le parole migliori per
esprimersi- Credo proprio di essere una “checca”!- scoppiò a ridere e
a piangere al contempo.
Fuma fu colto di
sorpresa da quella reazione così violenta. Era contento che Kinomoto si
fidasse di lui a tal punto da confidargli quel segreto, ma lo scuoteva
dentro quel piangere convulso. Si dimenticò del tutto della sua iniziale
paura e si avvicinò all’amico accarezzandogli la schiena, nel tentativo
di calmarne i singhiozzi.
- Sempai -
- Monou -
istintivamente il ragazzo più grande gli afferrò i capelli per spingere
il suo volto sulla propria spalla- non essere così gentile con me o non
mi tratterrò più e farò qualcosa di terribile-
- Ovvero, mi dirai che
ti piaccio?- chiese con un sorriso Fuma cercando di guardare il compagno
di squadra negli occhi.
- No, koai, ti dirò
che desidero baciarti-
- Uhm, non per strada,
spero!- L’altro ragazzo lo guardò perplesso- Non mi da fastidio che ti
piacciano i ragazzi, ma devo ancora capire se mi da fastidio che ti
piaccia io. Inoltre non penso di provare per te altro che amicizia-
- Capisco!- sospirò
Kinomoto lasciando la presa.
- Dammi tempo fino alla
semifinale per pensarci, puoi?-
- Oh, si che posso!-
rispose il vice capitano- E’ molto più di quanto avrei osato sperare!-
Si lasciarono così,
con la promessa di tornare ancora su quell’argomento.
Fuma ci pensò a lungo
e con serietà, come sempre quando l’argomento lo interessava. Non aveva
in simpatia nessuna ragazza in particolare. Kinomoto era simpatico e
abbastanza carino, per essere un ragazzo. Poteva essere un’esperienza
nuova e non meno sincera di un amore eterosessuale, in più, Kotori era
ancora alle medie, perciò difficilmente qualcuno a casa avrebbe potuto
scoprire una cosa del genere…
Spogliatoi, dopo la
partita
Incredibilmente avevano
vinto e si erano guadagnati l’occasione di accedere alla finale. Il
morale della squadra era alle stelle. Kinomoto si trattenne con il mister
e il capitano il più a lungo possibile, temendo troppo il momento del
confronto. Fuma si era immaginato una mossa del genere, perciò con calma
si vestì e si asciugò i capelli, in modo tale da essere l’ultimo a
rimanere negli spogliatoi. Quando ebbe finito e anche la sua borsa fu
pronta, si sedé su una panca e attese che altro fosse pronto. Kinomoto
uscì dalle docce, lo guardò e si vestì. Fuma lo osservò in questa
operazione, non gli faceva un effetto particolare vederlo nudo, forse
sbagliava a buttarsi in questa avventura.
- Sempai?- questi si
girò imbarazzato- Ci ho riflettuto molto seriamente-
- Come sempre- scherzò
il compagno, accettando l’invito a sedersi sulla panca accanto a lui.
- Non mi da fastidio se
ti piaccio e poi penso che tu sia una persona simpatica e gentile. Sto
molto bene in tua compagnia. Forse è un po’ poco da parte mia per
iniziare una storia, ma non mi sono mai innamorato di nessuno in vita
mia-
All’improvviso un
campanello d’allarme risuonò nella sua testa e sentì la sua coscienza
dargli del bugiardo- Penso che potremmo provarci, sempre che tu lo voglia
ancora!-
- Certo non è una
dichiarazione d’amore in piena regola, però sono contento che tu voglia
regalarmi un’occasione. E’ molto maturo da parte tua! Sono sicuro che
ti farò cambiare idea e che presto non potrai vivere senza di me- esclamò
il ragazzo con una risata, gli occhi colmi di gioia.
- Sempai?-
- No, ti prego, almeno
quando siamo tra noi, chiamami per nome: Koji -
- Koji, sarà bene
sigillare questa unione. Per oggi ti lascio carta bianca!-
Nella penombra di quei
spogliatoi deserti, un patto d’amore fu suggellato dallo scambio di un
dolce e tenerissimo primo bacio, labbra contro labbra, braccia ad
avvolgere i rispettivi petti.
Ma nel momento in cui,
la bocca di quel ragazzo giunse con timore a sfiorare la propria, Fuma si
ricordò di un patto, di un segreto scambiato con il bambino più dolce
del mondo. E solo allora comprese che da quando Kamui era partito non
aveva fatto altro che aspettarne il ritorno. Se si era lasciato andare tra
le braccia del sempai era solo per cercare almeno nell’inconscio di
ritrovare quella gioia e quella pace che solo il “suo” Kamui sapeva
regalargli.
Fu solo un attimo e
ricacciò quel pensiero nelle profondità della sua anima, dove nessuno
sarebbe mai arrivato.
*
* *
Fuma guardò fuori
dalla finestra, mentre suo padre e sua sorella finivano di cenare. Nel
pomeriggio si erano recati al cimitero a trovare Saya, ricorreva il sesto
anniversario della sua morte. La giornata era stata abbastanza deprimente,
per giunta ora Kotori era intenta a rievocare i bei tempi quando Kamui
viveva con loro. L’argomento non piaceva né a Kyuogo né a Fuma, ma
entrambi comprendevano il bisogno della ragazza di sfogare tutto la sua
tristezza lasciandosi trasportare da quei dolci ricordi. Il ragazzo si
avvicinò alla sorella e la baciò sulla guancia.
- Esco!- disse
dirigendosi verso la porta- credo che tornerò un po’ tardi!-
Suo padre si fidava di
lui e non gli diceva nulla quando spariva per un po’ la sera, aveva
bisogno alla sua privacy e Kyuogo lo comprendeva.
Uscì e si incontrò
con un ragazzo del primo anno, con cui aveva una mezza storia. Presero
qualcosa da mangiare e fecero una passeggiata, poi si salutarono. Non
poteva bastare, non quella sera in cui tutto gli sembrava vuoto e senza
senso. Telefonò a Kinomoto, il suo primo amore, per così dire! Non
stavano più insieme da tempo. Incompatibilità di carattere, desideri
contrastanti o chissà cos’altro avevano portato all’inevitabile
rottura. Comunque giocavano sempre nella stessa squadra e se c’era
bisogno di darsi una mano l’un l’altro non si tiravano in dietro.
Tutto sommato si erano lasciati in buoni rapporti.
- Ciao, Koji!-
- Ciao, Fuma!
Immaginavo che avresti chiamato. Sei stato a trovare tua madre?-
- Uhm, si! Koji non
dirmi di no, ma se mi lasci da solo sta notte, finisco ubriaco fradicio
vagando per la città. Chi lo sente mio padre dopo…-
- Ero preparato anche a
questo, ti conosco così bene…Vediamoci a casa di Kira tra mezz’ora!-
Kira era un ex studente
della loro scuola, che aveva un appartamento per i fatti suoi vicino al
parco di Ueno. Stava sempre in giro la notte e non gli dispiaceva di
prestare la casa a due amici che non sapevano come fare altrimenti. Farlo
in uno di quei squallidi locali per gay, non gli era mai piaciuto.
Si incontrarono sotto
il palazzo.
- Ho chiamato Kira, è
fuori con una delle solite sciacquette. Le chiavi sono al solito posto,
possiamo fare come ci pare- Fuma fissò il suo compagno per alcuni
secondi- Non ti fanno storie a casa se torni tardi?-
- Ho detto a papà, che
avevi bisogno di me e che avrei dormito fuori-
- Tuo padre è un
grande! Se il mio sapesse, sarei un uomo morto!-
- Non puoi sapere se
non glielo dici!-
- Koji, se volevo la
morale andavo da mia sorella. Voglio ben altro da te!-
- Rimarrai sempre il
mio amante preferito, altrimenti come te lo spieghi che non ti dico mai di
no?!-
- E’ ovvio, signor
nuovo capitano, bacio da dio!-
Nell’oscurità della
stanza, Fuma aprì gli occhi,si sporse verso il comodino per controllare
l’ora. Le quattro passate! Cavoli
se era tardi ! E il giorno dopo doveva andare a scuola.Vicino
all’orologio c’era un pacchetto di sigarette, di Kira. Non era sua
abitudine fumare, ma una sigaretta ogni tanto non gli dispiaceva, specie
dopo tutta quell’attività fisica! Accese la cicca e aspirò a pieni
polmoni, si sentiva ancora da schifo, specie adesso che si era riposato
dopo l’amore. Certe volte nemmeno tutta la compagnia e il calore del
mondo riuscivano a metterlo in pace con se stesso. Sei anni fa in quel
giorno tornando a casa aveva visto il corpo di sua madre smembrato. Non
era riuscito a dimenticare, non era riuscito a convivere con
quell’orrore. Poi, chissà perché, in quei momenti di disperata
solitudine gli tornava in mente il volto di quell’uomo, l’assassino
che aveva incontrato nel parco. Sospirò ed inalò ancora con voluttà.
- Sei terribilmente
sexy, quando te ne stai tutto pensieroso con la sigaretta in mano!- esordì
Koji svegliandosi a sua volta- Ma se come tuo amante posso eccitarmi, come
tuo capitano di devo pregare di non prendere questo vizio. Il
capocannoniere del campionato con il fiato corto perché a preso a
fumare…proprio non posso lasciartelo fare!-
Fuma sorrise e spense
la cicca.
- Io ho fatto un favore
a te, tu ne fai uno a me!- tornò a farsi vicino all’amico e a toccargli
il petto con fare seducente.
- Non ti basta mai?!-
- Voglio solo non
sentirmi solo!- pensò ma non lo disse e baciò con avidità e una certa
fretta la bocca che si schiudeva per lui. E come sempre quando le sue
labbra si accostavano a quelle di un altro, rivide due bambini che
dichiaravano tutto il loro affetto. Rinnegò quei ricordi concentrandosi
sul collo del suo amante, tanti piccoli baci che volevano strappare via
l’idea fissa di quegli occhi viola.
Kamui non tornerà,
non posso rovinarmi la vita in nome di una promessa fatta da bambino!
Note
Autrice: Questo
è il capitolo dedicato alla vita sentimentale di Fuma, e non venite a
dirmi che è un bastardo senza
cuore!!
Fuma: Quasi
quasi ti perdono quello che hai scritto prima, ma, se scopro che Kamui
limonava con un
altro,…
Autrice: Guarda
che non sei ancora diventato Dark Kamui, perciò stai zitto!Per le
vendette hai tutte le fic del mondo!
Ria: Ehm,
scusate, volevo solo dire che non è male quest’idea del fantasma di
Kamui che torna ogni
volta che Fuma bacia un altro, mi piace…-
Autrice: Grazie
Ria, a tal proposito volevo dire…-
Kamui: No, no e
poi no! Fuma non può avere un altro, lui sta aspettando il mio
ritorno…-
Autrice, seccatissima:
Mi hai interrotto…comunque invecchia se aspetta te! Forza, andiamo a
vedere
cosa combini TU! Seguiteci nel terzo capitolo(sempre che siate
arrivati a leggere fin qui).
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