I personaggi, tranne
Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è
neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se
lo rinchiudessero insieme a me… Non tiene conto del fumetto.
Come divenni uomo
parte IV -
L'unica casa di Cort
di Mia
Dopo un anno segnato dal disperato bisogno fisico di stare insieme, il
rapporto tra me e Cort si stabilizzò. Non avevamo più in corpo quella foga
quasi animalesca di volerci spogliare dei nostri vestiti appena annusavamo
l’odore dell’altro. Non era calato il desiderio, la passione era sempre accesa
ma forse la consapevolezza e la sicurezza che la nostra storia non sarebbe mai
finita ci aveva reso una coppia di amanti che quasi, oserei dire, sfiorava la
normalità. La normalità era cosa buona, le sorprese ci avevano sempre
riservato qualcosa di brutto e il futuro non avrebbe certo cambiato le cose.
Quando la nuova sorpresa del mese si presentò mi colse del tutto impreparato e
la cosa che mi stupii di più che fui l’unico ad esserlo. Ancora non avevo
capito quanta importanza avesse Cort nell’intero Regno, lui sapeva sempre
tutto o perché era presente o perché c’era chi per lui. Non potevano essere
chiamate spie, neanche amici, erano semplicemente tutti i pistoleri che aveva
addestrato personalmente e che si sentivano in debito con lui, un debito che
sarebbe durato per tutta la loro vita. Quella mattina, quella particolare
domenica mattina, stavamo facendo colazione, entrambi davamo le spalle alla
porta d’ingresso intenti a finire di mangiare prima che Cort decidesse di
cambiare idea e mangiare me. Ho detto che c’eravamo stabilizzati non castrati…
Si scostò all’improvviso, tanto che io gli volsi uno sguardo interrogativo che
però venne ignorato.
- So già perché sei qui-. Sentii parlare Cort ma non vidi il suo interlocutore
quindi quando vidi Steven sulla soglia della nostra casa spalancai gli occhi
dalla sorpresa, io non avevo captato la sua presenza ma per Cort fu una
passeggiata, era più dotato di tutti noi pistoleri messi insieme e questo
ancora mi meravigliava.
- Come sempre sei ben informato, quasi più di me. Non ti chiederei mai nulla
del genere se non ne fossi costretto…- Mi fece un sorriso tirato che mi mise
subito in allerta, il suo atteggiamento sembrava garantire problemi, grossi
problemi…
- Non mi è permesso lasciare Gilead, ricordi?- Alzai il sopracciglio ancora di
più non riuscendo a capire il significato delle parole di Cort. Era ovvio che
non potesse lasciare Gilead essendo quello che era…
- Fin quando l’emergenza non sarà finita avrai piena libertà di movimento…- Le
parole emergenza e libertà mi rimbombarono nella testa allarmandomi: libertà
era una parola sconosciuta a Cort mentre emergenza era il suo pane quotidiano…
- Posso sapere di quale emergenza state parlando?- Mi intromisi nel discorso
facendo sentire la mia presenza del tutto ignorata finora. Puntai subito
Steven, il più facile da abbattere…
- I confini della Baronia di Gilead sono stati attaccati…- Steven non era
capace di farmi male volontariamente quindi non riuscì a sostenere il mio
sguardo, lo abbassò trovando più interessante guardarsi gli stivali. Non ero
intenzionato a lasciarlo stare non volevo essere più all’oscuro della verità
quindi lo incalzai…
- Da chi?-
- Quello che so è solo che è un gruppo ribelle capeggiato da un certo Farson…-
Non ebbe il coraggio di spiegarmi le conseguenze di un simile fatto, ma erano
talmente lampanti che riuscii ad arrivarci anche da solo e subito tutto il mio
corpo si irrigidì.
- Vuoi che Cort faccia parte del tuo esercito?-
- Aye…- Fu un tale sussurro che se non fossi stato addestrato da Cort a
sviluppare al massimo tutti i miei sensi non sarei riuscito nemmeno a
coglierlo. La mia risposta fu tutt’altro che pacata, vomitai tutto quello che
mi tenevo dentro, le mie paure, le mie ansie, la mia mancanza di tranquillità
che la vita con Cort mi comportava.
- Gan! Non basta preoccuparmi per ogni singola sfida che deve affrontare, ora
mi devo preoccupare anche per il fatto che me lo mandi in guerra? Pensavo di
essere immune almeno in questo visto il divieto impostogli di lasciare la
città!-
- Infatti non è mai successo che un Maestro venga chiamato in guerra…- Abbassò
ancora di più lo sguardo per paura di incrociare il mio incollerito.
- Quindi?-
- Ho un disperato bisogno di lui, con lui sono sicuro della vittoria-. La sua
schiettezza mi fece sospirare, mi misi nei suoi panni e con enorme sforzo
riuscii a capirlo, dopotutto lui era il Re e doveva fare quello che doveva
essere fatto… anche contro il suo volere. Eravamo tutti prigionieri del nostro
ceto sociale e della nostra posizione.
- Vengo anch’io-.
- Scordatelo principessa-. Assorto totalmente nei suoi pensieri Cort non mi
guardò neanche, forse perché giudicava la sua risposta come un ordine che non
poteva essere contraddetto. Io ero più che pronto a contraddirlo invece, ma
Steven con più tatto e psicologia inversa mi calmò…
- Mi servi più qui…- Capii le sue intenzioni ma sapevo quale era il vero
motivo del perché mi volevano lasciare a casa mentre loro andavano ai confini
a rischiare le loro vite, mi ci avevano chiamato per tutta la vita ed era
quello che ero in realtà: una schiappa.
- Credi che io non ne sia all’altezza vero?-
- Credo questo ma ancora di più credo che Cort non sarebbe libero di
combattere come sa se deve proteggere te oltre se stesso… mi dispiace Vanny…-
- Cort?- Mi rivolsi a lui ma già sapevo quale sarebbe stata la sua risposta…
- Ha ragione principessa, non penserei altro che alla tua incolumità-.
- Allora non partire!- Mi alzai di scatto facendo cadere anche la sedia, la
disperazione mi faceva agire come un bambino e non come un uomo che sta con un
altro uomo. Feci finta di non ricordare chi era Cort e chi era Steven. Volevo
sentirmi io il Re, l’unico in grado di poter decidere della vita di Cort.
- Non può rifiutarsi, è un mio ordine non può disobbedire…-
- Lui è mio! Non appartiene più a te!-
- Le cose si sono fatte serie e ho bisogno di lui come non ne ho mai avuto…-
- Non puoi farlo!-
- Purtroppo ne ho il potere e gli ordino di partire con me…- Steven era
incredibilmente dispiaciuto e imbarazzato per la situazione venutasi a creare
ma io quasi non lo notai. Ci pensò Cort a rimettere le cose nella giusta
prospettiva a farmi ricordare chi comandava chi e, soprattutto, chi sarebbe
dovuto rimanere in silenzio cioè io.
- Quando partiamo?-
- All’alba-. Tolta la mia voce mi rimase solo che piangere, era tanto che non
lo facevo ma la sensazione di inutilità e di abbandono era sempre la stessa.
Me ne andai in camera per non farmi vedere più debole di quello che ero, ma
anche dal nostro letto riuscivo a sentire ancora le loro parole…
- Bene. Ora lasciaci soli, penserò io a lui…-
- Mi dispiace…-
- Non devi, sei il Re e dovresti essere fiero di esserlo…- Sentii Cort
alterarsi con Steven e capii di aver fatto inconsapevolmente un disastro,
avevo reso il mio Re insicuro di se stesso togliendogli la volontà stessa di
essere Re. Steven era ancora giovane, non era ancora in grado di assumersi
simili responsabilità senza sentirsi invischiato con i sensi di colpa che ogni
decisione comportava…
- Non lo sono se è questo il risultato…-
- Ti ho addestrato a pensarla così? Se è così allora ho fallito come Maestro e
tu non sei altro che la stessa larva che si è presentata davanti al mio
cospetto il primo giorno di accademia… lo sei forse?-
- Nay…- La differenza della tonalità di voce tra Cort e Steven sembrava
stravolgere la situazione, Cort il Re Steven il suo schiavo… mi sentii male
per quello che avevo fatto ma non trovai il coraggio di tornare in cucina e
chiedere perdono. Ci pensò Cort a lui… a modo suo…
- Cosa sei?-
- Un uomo…-
- Cosa?- La voce di Cort si alzò al bisbiglio di Steven che sembrò
risvegliarsi dal trance emotivo in cui io l’avevo trascinato…
- Un pistolero…-
- Non ho sentito!- Cort si trasformò nell’uomo che per anni ci aveva
terrorizzato con i suoi metodi quando eravamo suoi allievi… ma forse Steven
aveva proprio bisogno di un Maestro che lo riportasse nella giusta via: quella
dell’onore.
- Sono un Re cazzo!-
- Aye sei un Re, il mio Re e quindi hai tutto il diritto di darmi ordini, a
Vanny ci penserò io… ora vai-. Soddisfatto della sua risposta Cort si alzò per
raggiungermi in camera lasciando in cucina un alquanto scioccato Steven a fare
i conti con se stesso. Presumo che se ne andò subito dopo, di sicuro aveva più
palle di quando era venuto, dopotutto questo era il mestiere di Cort.
- Ehi…- Con me riusciva a trasformarsi come se vivesse due vite differente e
così era. Mi accarezzò i capelli con una tale delicatezza e dolcezza che
guardando le sue mani non si sarebbe mai detto possibile, ma lui era così ed
io lo amavo per questo. Questo pensiero mi fece piangere di nuovo.
Singhiozzavo e tremavo per la paura di poterlo perdere e temevo che il giorno
che sarebbe successo non potesse essere poi così lontano…
- …-
- Smettila di piangere va tutto bene…-
- …-
- Gan! E’ possibile che io abbia addestrato solo dei mocciosi invece che
uomini!?- Perse la pazienza ma non fu questo a farmi piangere ancora più forte
ma il fatto che Cort non perdeva mai la pazienza se non sconvolto per
qualcosa, quindi un po’ era spaventato anche lui e questo mi terrorizzava
ancora di più. Di cosa poteva mai avere paura un uomo come lui che per la sua
forza poteva essere paragonato ad un dio?
- …-
- … vieni qui su… tranquillo andrà tutto bene te lo prometto…- Mi abbracciò e
mi fece stendere sul letto, subito nascosi la testa nel suo collo e mi
aggrappai ai suoi fianchi per impedirgli di lasciarmi, cosa che non voleva
assolutamente fare lo sapevo ma mi sentivo più sicuro stringendomelo contro.
- Voglio venire anch’io!-
- Shh… se rimani qui io starò più tranquillo e non avrò distrazioni in
battaglia…- Mi accarezzò di nuovo i capelli per dare un freno alla mia crisi
isterica. Ci riuscì dopo qualche minuto ma con flebile sospiro riuscii a
ripetergli comunque il mio volere che rappresentava tutta la mia
preoccupazione…
- Non andare…-
- Devo e lo sai anche tu, trattare male Steven non cambierà la situazione…-
Tirai su con il naso mascherando i miei sensi di colpa, anche se mi sentivo
così ero sicuro che se avessi avuto la possibilità di tornare indietro mi
sarei comportato allo stesso modo…
- Lo so…-
- Ora che dici di stare abbracciati per il resto del tempo? Sai dopotutto la
notizia ha sconvolto anche me…- Sapevo che lo era ma non sapevo quanto, Cort
non dimostrava mai quello che provava, gli avevano insegnato che mostrare la
propria emotività era da deboli, glielo avevano insegnato così bene che spesso
veniva scambiato come un uomo freddo e senza alcun sentimento, io ero il solo
fortunato a cui aveva dimostrato tutte le sue debolezze che amavo più delle
sue cosiddette virtù…
- Promettimi di stringermi forte…-
- Ti stritolerò principessa-. Cercammo di addormentarci nel confortevole
calore del corpo dell’altro ma io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso
per paura che scomparisse da un momento all’altro. Il suo corpo invece non era
rilassato come in genere lo era quando dormiva, quindi quando gli chiesi se
era sveglio lo feci per pura formalità, già sapevo la sua risposta…
- Certo…-
- Hai paura?- Non sarei mai riuscito a chiedergli una cosa del genere
guardandolo negli occhi alla luce del giorno, ma ci trovavamo nella nostra
stanza oscurata dove ci eravamo detti e avevamo fatto di tutto e di più. Lì il
Maestro raramente ci aveva raggiunti, lì eravamo semplicemente noi con i
nostri desideri e le nostre paure…
- Io paura? Credo di aver smesso di aver paura da quando sono uscito
dall’Accademia…-
- Io ne ho…- Lo dissi più per fargli capire che ammetterlo non era poi così
difficile e poi sapevo che così avrebbe intensificato le sue carezze che ora
si erano spostate sul mio corpo che ancora tremava.
- Ammetto di essere un po’ agitato… non sono mai andato in guerra nonostante
quello che sono…-
- Cort…- Difficilmente l’avevo visto così teso e questo non mi tranquillizzava
affatto, sapevo che per entrambi c’era un solo possibile sfogo che avrebbe
unito le nostre paure ma anche le nostre forze.
- Hmm?-
- Ho bisogno di te… Fa in modo che non pensi che questa possa essere la nostra
ultima volta…-
- Te lo prometto principessa… me lo prometto-. Mi baciò, cominciò a spogliarmi
mentre io spogliavo lui, poi non ci fummo che noi con i nostri cuori e i
nostri corpi pronti ad unirsi come avevano già fatto centinaia di volte in
precedenza. Facemmo l’amore così disperatamente che quasi non mi accorsi del
dolore, troppo impegnato a darmi e a ricevere mi sembrava di aver lasciato il
corpo da qualche altra parte diviso dalla mia mente. Mi ricordo che piansi e
che Cort lavò via con la lingua ogni mia lacrima, ma non erano lacrime di
dolore ma di disperazione, volevo dargli di più sempre di più ma c’era il mio
corpo che mi limitava e quindi piangevo per la mia incapacità di stargli
ancora più vicino, di mostrargli tutto me stesso e di ricevere tutto se
stesso. Per la prima volta provai la sensazione che fare l’amore con lui non
bastava a fargli sentire quello che lui era per me, che ci dovesse essere
qualcosa di ancora più magnifico che potesse contenere un tale bisogno e una
tale adorazione che io avevo per lui. Forse fu la prima ed unica volta che
piansi di frustrazione mentre lui era nel mio corpo. Anche quando venni, la
mia voce mi tradii avrei voluto urlare molto più forte ma la mia voce bassa mi
limitò. Cort venne in silenzio come sempre ma sapevo che quello era il suo
modo personale di trattenere tutte l’emozioni che io gli scatenavo e che
minacciavano sempre di fargli perdere il controllo.
- Non lasciarmi…- Non gli permisi di uscire dal mio corpo, avvinghiai le gambe
ai suoi fianchi sistemandomelo il più comodamente possibile. La sua risata
calda mi accarezzò il collo scuotendomi il corpo di brividi. Avrei voluto
rimanere così per sempre e non dovermi preoccupare di nulla al mondo se non a
dare più piacere possibile a Cort.
- Il tuo corpo caldo mi rende tutto più difficile… Non tentarmi, sai cosa mi
succederebbe se mi rifiutassi di partire… preferisco sicuramente il campo di
battaglia alla prigione…-
- E’ ancora presto, resta con me…- Me lo strinsi contro ancora di più ma
sapevo che la mia era una partita già persa in partenza… sarebbe arrivato il
momento di doverlo lasciare andare. Ci sono obblighi, responsabilità che ti
costringono alla realtà. Cort lo sapeva meglio di me, cominciò a muoversi per
liberarsi da solo ed io sapevo che non potevo fare proprio nulla per fermarlo…
- Lasciami andare principessa non voglio farti male… ti prometto che rimarrò
ancora per un po’…- Gli credetti perchè sapevo che anche lui non aveva nessuna
voglia di allontanarsi da me. Lo lasciai andare ma subito lo abbracciai e così
fece lui con me, non volevo pensare che quelli potevano essere gli ultimi
momenti passati insieme ma non ne potevo fare a meno, era un tarlo nella mente
che non mi lasciava mai stare come un presagio che sapeva di morte. Non volevo
pronunciarla ma la parola che affiorava alle mie labbra era ka-shume.
- Stringimi così forte da farmi venire i lividi sul corpo…-
- Ti stringerò così forte da farti sentire il mio cuore che batte per te
soltanto…- E così fu davvero, il mio cuore prese a battere il ritmo del suo.
Fece sentire meglio entrambi e ci sentimmo ancora più vicini ma forse anche
più disperati per l’avvicinarsi del momento della separazione.
- E’ strano… per tutta la mia vita ho maledetto i confini di Gilead che non ho
mai potuto varcare e ora che posso farei di tutto per rimanerne all’interno,
specialmente all’interno di queste quattro mura… mi hai veramente cambiato
Vanny, non so se in meglio o in peggio ma mi hai cambiato…- Cort disorientato
non mi era molto d’aiuto, cercava risposte nella persona che aveva solo
domande da porre. Sapere però che aveva notato il cambiamento che aveva fatto
mi fece sentire un po’ orgoglioso. In pochi erano riusciti a cambiare Cort: i
suoi Maestri ed io. Non volevo perderlo proprio ora che lo stavo scoprendo del
tutto, proprio ora che le nostre anime si stavano rivelando all’altra.
- Promettimi che starai attento…-
- Niente di più facile da quando ci sei tu ho finalmente trovato un buon
motivo per vivere…- Lo guardai disperato cominciare a vestirsi, un momento che
non avrei mai voluto vivere. Gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai
poi con un solo sguardo gli giurai amore eterno.
- Te ne darò altri quando tornerai da me…-
- E’ una promessa?. Mi sorrise facendomi capire di aver compreso la mia
silenziosa dichiarazione. Smorzò l’atmosfera dandomi un pizzicotto sul sedere
ma io continuai a guardarlo serio in volto per rendere ancora più sincere le
mie parole e i miei pensieri…
- E’ una promessa-. Mi baciò e se ne andò. Non avevo la forza di accompagnarlo
fino alle stalle, sarei crollato molto prima di arrivarci. Appena mi diede le
spalle capii subito che non sarei resistito a lungo senza di lui, ne ero
troppo dipendente per poterne fare a meno. Rimasi nel letto a respirare il suo
odore e piangere lacrime che avevano ancora il suo sapore. Mi venne la
tentazione di prendere il primo cavallo e corrergli dietro ma sapevo che così
l’avrei solo fatto incazzare. Sapevo che la mia dipendenza non era purtroppo
ricambiata, mi amava sì ma non in quel modo totale e quasi malato che
caratterizzava il mio essere. A me sembrava di non avere una vita senza di
lui, mentre a volte avevo la sensazione di essere per Cort solo un piacevole
optional, ma forse era solo la mia insicurezza a parlare. La lontananza di
certo non migliorò tutti i miei pensieri negativi e non avere il controllo su
quello che poteva stravolgere la mia vita in un secondo non mi lasciò
tranquillo come se la possibilità di perdere Cort per sempre fosse diventata
all’improvviso una certezza. Cercare di avere delle informazione, nonostante
la mia influenza era impossibile e le precauzioni prese mi spaventarono più
delle false notizie che giravano in città. Per la prima volta sia il Re che il
suo vice, ovvero Steven ed All, si erano allontanati dal Regno lasciandolo
praticamente indifeso e i pochi pistoleri rimasti in città bastavano a
malapena per mantenerne l’ordine. Fu ancora peggio, una vera pugnalata per me,
la decisione presa per quanto riguardava l’assenza del Maestro. Non si sapeva
quanto Cort sarebbe stato via e molti credevano che forse non sarebbe mai più
tornato quindi il Consiglio lo sostituì il giorno stesso della sua partenza in
modo che le lezioni potessero andare avanti senza nessuna sosta. Per quanto mi
riguardava misi subito in chiaro che io non avrei ripreso le mie lezioni fino
al ritorno di Cort, mi misi in lutto come se fossi una vedova di guerra. Nei
giorni a seguire furono poche e sporadiche le notizie che giungevano a Gilead
e soprattutto riguardavano le vittorie e non le perdite per la giusta
propaganda del regno. Ogni giorno però altri pistoleri venivano richiamati al
confine e questo poteva voler dire solo due cose o la battaglia era più dura
di quel che si pensasse all’inizio o i nostri venivano abbattuti con
innaturale facilità… I morti rimanevano sul campo, i vivi li onoravano in
silenzio e questo non mi permetteva di sapere nulla di Cort. Se volevo sapere
se era vivo o morto potevo fare una cosa sola: raggiungerlo e vederlo con i
miei occhi. Ci pensai sette giorni di lacrime e preghiere, al settimo mi alzai
all’alba con un solo pensiero: prendere il cavallo più veloce del regno per
correre da lui. Come lo pensai lo feci, sperando di mancare a Cort abbastanza
da non farlo incazzare alla mia vista ma anche incazzato mi sarebbe andato più
che bene perché voleva dire che era ancora vivo e combattivo. Il viaggio non
fu facile mi dovetti fermare più e più volte ma avendo come obiettivo di
raggiungere il campo prima che facesse notte cercai di portare me e il mio
cavallo allo sfinimento. E ci riuscii. Dovetti chiedere a decine di uomini
prima di raggiungerlo, chi non sapeva, chi era troppo intento a sbavarmi
addosso per potermi dire qualcosa, chi sapeva ma voleva qualcosa in cambio
dell’informazione e quel qualcosa ero io. Mi sentii più in pericolo appena
arrivato che in tutto il viaggio sostenuto. Dopo tanto penare riuscii ad
arrivare a destinazione e con un po’ di fortuna evitando sia Steven che All.
Cort lo vidi appena fuori la sua tenda intento a stirarsi la sua enorme
schiena, indossava solo i pantaloni che aveva tirato su fino al ginocchio. Si
voltò appena percepì la mia presenza ovvero subito.
- E tu che diavolo stai facendo qui? Ti avevo detto di restare a casa per il
tuo bene!- Con le mani ai fianchi e gli occhi sporgenti dalla sorpresa
sembrava che avesse appena visto un fantasma e forse apparivo proprio così
vista la mia spossatezza e il fatto che mi trovavo nel luogo in cui lui mi
aveva espressamente vietato di andare. Ma sapeva bene che io oltre al fatto di
essere nato per amarlo ero nato anche per disobbedirgli su ogni cosa,
d’altronde anche per questo mi dava della principessa…
- E’ un bene tenermi lontano dall’uomo che amo?- Non osai avvicinarmi non
sapendo bene quale reazione aspettarmi. Sembrava contento ma non volevo di
certo sfidare la fortuna con lui…
- Mi sei mancato così tanto che non ho proprio voglia di discutere con te…-
Appena fece il gesto di avvicinarsi io mi buttai tra le sue braccia respirando
quel forte odore che mi era così mancato in quei giorni.
- … mi sei mancato così tanto anche tu, non sai cosa ho passato senza di te
senza sapere che fine avevi fatto…- Mi abbracciò forte la vita, una mano
l’appoggiò pigramente sul sedere l’altra me la passò tra i capelli… quanto mi
era mancato…
- Shh principessa ora è tutto passato…- Così vicino potei vedere le sue
condizioni che inizialmente mi parvero abbastanza buone ma poi vidi una brutta
ferita sopra il suo ginocchio. Sembrava come se gli avessero sparato e che lui
con un coltello da macellaio avesse estratto la pallottola da solo…
conoscendolo probabilmente era proprio così che era andata…
- Sei ferito?!-
- Non è così grave come sembra, domani sarà già tutto passato…- Sapevo che
aveva ragione, durante gli esami subiva ferite ben più gravi, quindi mi
rilassai e gli sorrisi malizioso cercando di ricostruire lo stesso rapporto
che avevamo a casa, era quello che mi mancava ed era quello che rivolevo
indietro.
- Un’altra cicatrice sul tuo corpo…-
- Un’altra di cui andarne fiero…- Se non avesse avuto me nella sua vita non
avrebbe mai detto una simile frase. Prima di me aveva odiato ogni sua singola
cicatrice e forse se ne vergognava anche un po’.
- Un’altra da amare e da baciare…- Baciai lui come a volerlo divorare ma
subito la situazione si rivoltò diventando io il divorato… non ero l’unico ad
aver sofferto la lontananza…
- Dovrei levarmi la cinghia e punirti per avermi disobbedito…- Mi strizzò le
natiche con forza facendomi mordere le labbra per non sospirare rumorosamente
di piacere… ma gli feci ben capire quello che volevo sfiorandogli appena
l’inguine…
- Perché non te la levi per fare ben altro?-
- Qualche proposta?- Non allentò la sua morsa e non fui di certo io a
chiedergli di farlo anzi mi strinsi ancora di più a lui…
- Io e te chiusi in quella tenda per tutta la notte…-
- Un sogno bellissimo…- Sospirò come se davvero potesse solo sognare una cosa
del genere… ma per quale motivo credeva che l’avessi raggiunto? Per una
partita a Castelli forse? No davvero!
- … che ho intenzione di far diventare realtà molto presto…-
- Molto presto?- Inclinò la testa guardandomi finalmente con aria di sfida che
somigliava molto ad uno sguardo da predatore…
- Ora è troppo tardi per te?-
- Nay è perfetto… che aspetti ad entrare?- Mi beai per la sensazione ritrovata
di sentirmi divorare da lui, mi sentii di nuovo appartenere al mio uomo.
Rimasi imbambolato tra le sue braccia incapace di staccare gli occhi da lui…
- Il tuo invito…-
- Come una perfetta principessa…- Sorrise ma con gli occhi mortalmente seri mi
fece entrare nella sua tenda. La vicenda era seria davvero dovevamo ritrovarci
come coppia e ritrovare i meccanismi che facevano girare la nostra storia. Era
un po’ come rivivere la nostra prima volta… In realtà ad essere un problema
non era il tempo che ci aveva divisi, ma come Cort lo aveva passato, si era
trasformato di nuovo nella macchina di morte che era un tempo e quel suo lato
non era capace di sentimenti, forse neanche per me…
- Carino qui…- All’improvviso mi sentii nervoso senza sapere neanche io il
perché, dopotutto non eravamo due estranei, lui era Cort ed io… beh ero io…
- Non abbiamo né il tavolo né il pianoforte in questa tenda…- Vidi anche Cort
un po’ disorientato ma lo mascherò meglio di me…
- Qualche problema?- Lo guardai sfidandolo e lui accettò subito la sfida
prendendomi in braccio e poi facendomi sdraiare per terra. Mi sorrise
malizioso e si stese sopra il mio corpo… le cose stavano cominciando ad andare
per il verso giusto…
- Per me no… a me basta averti sotto di me in questa posizione…-
- Ogni volta che vuoi Cort…- Cominciò a baciarmi e ad accarezzarmi ovunque, la
tenda era un po’ stretta ma questo andava a nostro favore costringendoci a
stringerci ancora di più nelle braccia dell’altro. All’improvviso smise di
toccarmi, mi guardò perplesso e un po’ impacciato mi disse quello che non
avrei mai pensato di sentire dalle sue labbra…
- Vuoi andarci piano?-
- Perché?- Lo guardai confuso sia perché ormai il mio cervello era partito per
il piacere che stavo provando sia perché Cort a volte è davvero un mistero …
- E’ trascorso un po’ di tempo dalla nostra ultima volta…-
- Non pensare a queste cazzate!-
- Non essere scurrile principessa…- Con la mano sul mio sedere mi diede un
pizzico che probabilmente mi avrebbe lasciato il segno per giorni. Sorrisi
malizioso e cominciai a spogliarlo e così anche lui… finalmente avevamo
ingranato e niente e nessuno ci avrebbe più fermato.
- Scopami Cort…- La risposta me la diede direttamente il suo corpo che entrò
prepotentemente dentro di me proprio come desideravo io. Mi fece male, per
essere sincero molto male, ma sospirai di piacere ugualmente per la sensazione
di ritrovata completezza…
- Come ha osato il tuo corpo dimenticarsi di me?- Controllandosi rimase fermo
nel mio corpo facendoci tremare entrambi, riuscii appena a rispondergli mentre
cercavo di muovermi per avere quel piacere che mi ero venuto a prendere
rischiando un viaggio da Gilead fino a lì.
- Dimenticarti?-
- E’ passata solo una settimana e già si è scordato di come lo voglio io… di
come l’ho plasmato per tutto questo tempo… sei di nuovo così stretto…-
- E’ anche segno di assoluta fedeltà…- Ghignò e poi riprese a montarmi con un
ritmo che non riuscii a sostenere a lungo, nonostante fosse quello che volevo
il mio corpo era troppo stanco e dolorante. Non riuscii a trattenermi
dall’urlare e quando venni lo feci nella sua mano, se non mi avesse masturbato
non avrei mai raggiunto l’orgasmo…La mia mente la vedeva come una fantastica
riconciliazione, il mio corpo come una violenza. Non dissi niente a Cort e lui
rispettò il mio orgoglio non commentando nulla. Si stese al mio fianco mi mise
un braccio intorno alla vita stringendomi a sé, ero ancora sconvolto ma essere
stretto a lui mi fece sentire immediatamente meglio.
- Mi hai riaperto la ferita… ti ricorda qualcosa?- Rise mentre si tamponava
come meglio poteva la ferita sul ginocchio. Sapevo che non era niente di
grave, quindi mi limitai a sbuffare e ad avvicinarmi ancora di più a lui…
stavo quasi sopra il suo corpo.
- Hmmm… aye…-
- Ti comporti ancora come il ragazzino inesperto e goffo dei primi nostri
incontri…-
- Ma come amante sono parecchio migliorato…- Mi misi seduto stando bene
attento dove mettermi per sentirlo sospirare, per una volta volevo che fosse
lui in mio potere e non il contrario…
- Vanny…- Come sussurra il mio nome lui non lo fa nessun altro, in modo
perverso ma anche estremamente etereo, tale da farmi rabbrividire di piacere e
di desiderio…
- Hmmm?- Sapevo cosa voleva ma sentirglielo dire mi accaldava come una sua
carezza intima…
- Non mi stancherò mai di fare due cose: l’amore con te e la guerra… quando ci
sei tu la guerra viene del tutto dimenticata…-
- Io invece non mi stancherò mai di fare una sola cosa, l’amore con te… stai
giù…-
- … credo che ci sentirà tutto il campo stanotte…-
- Qualche problema?-
- Assolutamente no… Scendi giù principessa… fammi godere…- La sua richiesta
venne subito accolta come accolto fu il suo corpo dentro di me appena mi
abbassai su di lui. Mi morsi le labbra a sangue per la profondità delle
emozioni che mi investirono ma non riuscii a trattenere i gemiti di piacere
che finalmente provai nel donarmi a lui.
- Ahh…-
- … di più…- Cort ad ogni scontro dei nostri corpi alzava il bacino per
venirmi maggiormente in contro ed impalarmi con tutta la sua lunghezza. Mi
sembrava impossibile riuscire a contenere tanta carne nel mio esile corpo…
- Ahhhh…-
- … ancora…- Sentivo il suo sguardo su tutto il mio corpo e sapevo che stava
facendo l’amore con tutto me stesso, questo mi diede la forza di continuare ad
abbassarmi e ad alzarmi ancora e ancora…
- Ahhh… Ahhhh…-
- … prendilo tutto Vanny…- Arrivai così in fondo da accarezzargli i testicoli
con la pelle delle mie natiche, faceva male ma solo Gan sa quanto mi sentivo
bene e quanto era meraviglioso quello che stavamo facendo…
- Gaaan…- Ero vicino all’orgasmo ormai le forze mi avevano abbandonato e la
tentazione di lasciare tutto il resto a Cort era grande ma il suo sguardo mi
spingeva a continuare perché sapevo che così avrebbe goduto di più, lo
spettacolo di me che mi impalavo su di lui lo mandava in paradiso, e questo se
lo meritava anzi ce lo meritavamo…
- … continua così piccolo…-
- Cort…-
- … sei perfetto principessa…- Nello stesso momento in cui venni la tenda mi
crollò addosso… a forza di sbatterci sopra con la testa evidentemente i
paletti si erano sfilati dalla terra con il risultato che mi trovai sdraiato
su Cort con la tenda su di noi che quasi non mi faceva respirare. Sentii Cort
sghignazzare mentre io avrei voluto solo sprofondare dalla vergogna, sapevo
che fuori c’erano persone che si stavano chiedendo cosa stesse succedendo… e
soprattutto mi imbarazzava il fatto che saremmo dovuti uscire per rimettere
tutto a posto. Tutti sapevano quello che avevamo appena fatto, entrambi non
eravamo stati per niente silenziosi, ci eravamo dati all’altro con il corpo e
la mente ma anche con una bella tonalità di voce.
- Che vogliamo fare principessa?- Sghignazzò come se le cose che preoccupavano
me non lo sfioravano per nulla, anzi trovava la cosa addirittura divertente…
sadico bastardo!
- Scemo smettila di ridere!-
- Ti adoro quando arrossisci per la vergogna… beh ti adoro ancora di più
quando arrossisci per quello che ti faccio io…- Cercò di intrufolarsi nel mio
corpo ma io scacciai le sue mani prima che mi potessero mandare in tilt… un
suo tocco era capace di farmi dimenticare di tutto e di tutti e forse non era
poi una brutta cosa vista la situazione…
- Smettila! Come facciamo? Non ho nessuna intenzione di uscire e mostrarmi
nudo davanti a tutti!-
- Ed io non ho nessuna intenzione di mostrare una simile meraviglia ad occhi
che non sono miei… Uscirò io… tu nel frattempo cerca di metterti qualcosa
addosso…- Mi succhiò la lingua in un modo tale che temetti quasi che me la
strappasse, più che un bacio mi sembrò che mi stesse divorando… alla fine
lasciai che le sue mani facessero quello che gli parevano sul mio corpo e non
me ne lamentai affatto, anzi.
- Non voglio che tu vada là fuori…-
- Ormai sanno già quello che abbiamo fatto qui dentro ragazzino… daremo solo
un po’ più di spettacolo anche se vedere nudo me è più una punizione che
altro…- Risi offuscato dal piacere che quelle dita riuscivamo a darmi stando
semplicemente ferme dentro di me, avevo già quasi dimenticato tutto e il mio
unico pensiero ormai era sentirle muovere come se stessero facendo l’amore con
me o come se mi stessero preparando ad accogliere il suo intero corpo…
- Scemo…- Mi liberò della sua intrusione e subito la mia mente si schiarì
rigettandomi nel panico del momento e quando si staccò da me ebbi la
tentazione di aggrapparmi a lui per non uscire per nulla al mondo, dopotutto
potevamo dormire anche così, sarebbe stato scomodo ma non impossibile…
- Sbrigati a vestirti e a raggiungermi così possiamo sistemare la tenda-.
Quando rimasi solo cercai qualcosa da indossare e una sua maglietta mi sembrò
l’abito perfetto, dopotutto mi copriva fino al ginocchio… molto più decente
della mia solita vestaglia… Uscii e di certo non mi sarei mai aspettato tanta
gente intorno a me… forse avevamo un po’ esagerato, forse un po’ troppo.
Camminai a testa china fino a Cort ma non fu lui il primo a parlare ma Steven
che mi sembrò più stanco e depresso che infuriato…
- Si può sapere cosa succede?-
- Io non ho ancora detto niente, ti ho voluto aspettare per godermi le tue
imbarazzanti spiegazioni!- Se ne avessi avuto la forza in quel momento avrei
preso a pugni Cort fino a cancellargli quel sorrisetto malizioso che gli
disegnava le labbra… sapeva essere un sadico figlio di puttana fino al
midollo. Godeva nel mettermi in difficoltà…
- Che stronzo!- Gli lanciai dei pantaloni perché sapevo che se anche non lo
dava a vedere la sua nudità lo imbarazzava, c’era ancora molto da lavorare su
di lui…
- Non tenermi il broncio principessa non ti si addice!- Mi fece la linguaccia
ma io lo ignorai cosa che sapevo non apprezzava affatto. In tutto questo
Steven venne del tutto dimenticato finché non prese parola ed io tornai ad
arrossire come un pomodoro…
- Ho già una mezza idea di quello che è successo… anzi mi correggo tutto il
campo ha una mezza idea di quello che avete combinato ma voglio saperlo
direttamente da voi: che è tutto questo casino?- Borbottai una risposta che
venne udita solo da noi, non volevo rendere ancora più pubblica una situazione
che sarebbe dovuta rimanere solo tra me e Cort… e non tutto l’esercito di
Gilead…
- Se lo sai già non chiedermelo tanto è quello che pensi…-
- Cazzo datevi una regolata! La ferita di Cort si è pure riaperta! Domani mi
servi in prima linea scemo!- Cort rimediò una gomitata nello stomaco che non
lo smosse per niente anzi continuò a scherzare con Steven come se non fosse
stato appena ripreso dal suo Re. Il suo obiettivo era mettere in crisi me, per
lui il problema era risolto… anzi non c’era mai stato…
- Per domani sarò in piena forma… e questo grazie anche alle cure amorevoli e
miracolose della principessa…-
- Sarà meglio per te, non voglio perdere il mio uomo migliore solo perché non
siete riusciti a tenere a bada i vostri ormoni!-
- Quanto sei acido… forse Sunny non sta rallegrando la tua nottata come
vorresti?-
- Sta’ attento a te Cort! Un giorno potrei anche stancarmi delle tue
battutine!- Se ne andò lasciando la questione in sospeso più stanco di quando
era arrivato, sperai che All avesse la medicina giusta per lui come Cort
l’aveva per me…
- L’hai fatto incazzare per l’ennesima volta…- Lo guardai esasperato un po’ in
ansia per lui per il suo comportamento indisciplinato, certamente non dava di
sé l’immagine del servo fedele anche se la sua lealtà non era assolutamente in
discussione…
- Mi diverto troppo per non farlo!-
- Ti divertirai anche quando ti segregherà nelle segrete per un bel po’ di
tempo?- Ipotesi assurda ma solo perché era il mio compagno ma forse un giorno
Steven si sarebbe incazzato veramente e la mia protezione non sarebbe servita
più a nulla…
- Nay sarà meno divertente ma solo perché non ci sarai tu a ridere insieme a
me…- Gli sarei solo voluto saltare addosso… sapeva essere stronzo ma sapeva
anche stupirmi con la sua insolita e criptica dolcezza… Lo guardai montare di
nuovo la tenda e mi stupii ancora una volta il fatto che ero riuscito a
rendere realtà il mio sogno: quell’uomo era il mio uomo e ancora non mi
capacitavo di come ci ero riuscito. Quando mi invitò di nuovo ad entrare gli
sorrisi come facevo ogni volta che ricordavo di aver compiuto un incredibile
miracolo.
- Stavolta reggerà?- Lo guardai preoccupato, non volevo di certo ripetere una
vergogna simile… ovviamente non mi passava minimamente per la mente di
moderare il nostro comportamento… dopotutto non avevo raggiunto Cort per fare
il bravo bambino…
- Dipende da te principessa, sei tu che l’hai fatta crollare…- Mi sorrise
maliziosamente come a promettermi il ripetersi dell’accaduto… non sapevo se
sentirmi eccitato od oltraggiato… ovviamente scelsi l’eccitato…
- Non senza il tuo aiuto…- Borbottai ed entrai senza dire più una parola,
dopotutto ci eravamo già detti tutto… Cort si sdraiò per primo e questo in
genere voleva dire che per quella notte avevamo dato abbastanza… io non ero
dello stesso parere… Mi stesi sul suo corpo e la prima cosa che feci fu
infilare una mano nei suoi pantaloni e gli sospirai nell’orecchio per
trasmettergli tutto il mio desiderio. Mi sfregai su di lui fino a quando non
fu lui stesso a bloccarmi i fianchi. Lo guardai leccandomi le labbra e gli
dissi chiaramente il motivo della mia visita: la mia totale astinenza di lui…
- Stanotte voglio darti tutto quello che ho desiderato darti in questi giorni
di lontananza…-
- Non devi…- Voleva che lo facessi, probabilmente era la prima cosa a cui
aveva pensato appena mi aveva visto, lo dico perché è stata la prima cosa a
cui ho pensato io quando l’avevo visto, volevo tornare ad essere il suo amante
in ogni modo possibile…
- Infatti lo voglio…- Mentre mi accarezzava i capelli nel suo personale modo
perverso io mi abbassai sul suo corpo baciandolo centimetro per centimetro.
Lui mi aiutò spingendomi la testa sempre più giù, se fosse stato per me sarei
rimasto un’eternità intera a venerarlo… evidentemente aveva più fretta di me…
Mi tuffai con la lingua nel suo ombelico e contemporaneamente gli sfilai i
pantaloni con l’unica mano libera, non lo avevo ancora liberato dell’altra che
era ancora ben ferma intorno al suo membro. Quando arrivai alla sua altezza
eravamo tutti e due al limite, lo presi faticosamente in bocca e cominciai a
divorarlo quanto più potevo il più velocemente possibile, lo volevo sentire
riempirmi tutto e soprattutto volevo sentire il suo sapore unirsi al mio. Già
sapevo che quando sarebbe venuto io mi sarei sbrigato ad ingoiare il più
velocemente possibile per non perdermi neanche la più piccola goccia… Successe
proprio così quando venne, leccai anche lo sperma che mi aveva sporcato le
labbra e quello che era rimasto sul suo corpo, poi mi stiracchiai come un
gatto che ha appena bevuto il suo latte e mi stesi affianco a lui. Non
parlammo, non ce ne era tempo, ci baciammo per assaggiare il sapore dell’altro
prima che quello di Cort scomparisse dalla mia bocca. Essendo un pistolero e
lui il Maestro ne avevamo di fiato e ci baciammo a tal punto che alla fine le
nostre labbra si erano indolenzite. Cort mi sorrise, di riflesso lo feci anche
io era così raro vederlo sorridere che mi faceva sempre mancare un battito
quando succedeva un simile miracolo. Aveva ancora molte ferite da curare ma io
ero persuaso a curargliele una per una con tutto il mio amore e avevo tutta
l’eternità a mio favore.
- Sai sempre quello che desidero vero?- Mi guardò serio mentre io allargai il
sorriso, era una domanda fin troppo facile a cui rispondere, specialmente dopo
una notte del genere…
- Non io… il mio corpo lo sa…-
- Se io ti do questo dito tu sai cosa farci vero principessa?- Stavolta fu lui
ad allargare il sorriso maliziosamente mentre una luce nuova gli illuminava lo
sguardo, mi stava sfidando ma era una sfida che io avrei vinto facilmente…
dopotutto era lo scopo della mia vita…
- Vuoi una dimostrazione?- Ero divertito dalla cosa e lo sembrava anche lui…
- Aye…- Mi mostrò il suo indice come a volermi zittire ma io sapevo che voleva
ben altro da me, non era telepatia semplicemente volevamo la stessa cosa…
- L’avrai…- Prima glielo leccai come avevo leccato e succhiato una diversa
parte del suo corpo, poi con il mio indice lo guidai lungo il mio corpo fino
alla valle delle mie natiche. Feci scivolare il suo dito insieme al mio nel
mio ano forzandone i muscoli, sfilai il mio e lasciai che il suo sprofondasse
dentro di me. Mi leccai le labbra, il suo tocco mi rendeva impossibile
mantenere un minimo di serietà quindi mi dovetti concentrare per poter parlare
senza balbettare. Ovviamente quel dito non se ne stava fermo dove l’avevo
lasciato io…
- E’ questo quello che volevi?-
- Oh sì…ora che ne dici di dormire così? Vorrei tanto addormentarmi tra le tue
cosce strette…-
- E io vorrei tanto che ci rimanessi… Buonanotte Cort…-
- ‘Notte principessa…- Sapevo che avrebbe passato la maggior parte della notte
a guardarmi dormire o a pensare quindi mi limitai a sorridergli e a stringermi
a lui. La notte per me sarebbe stata sicuramente bella con una sua parte
dentro di me, la sua presenza mi dava tranquillità e sicurezza ma prima mi
sarei dovuto abituare ai piccoli brividi e scosse di piacere che quel dito
sapeva darmi. Mi svegliai che lui era già sveglio o forse non aveva dormito
affatto. Rimanemmo in silenzio con il solo rumore delle sue carezze sui miei
capelli che ci faceva da compagnia, non era un giorno come un altro quello,
sarebbe stato un giorno di guerra e forse per Cort non ce ne sarebbe stato un
altro… io lo credevo ancora imbattibile ma lui nel campo di battaglia aveva
perso un po’ di quella sicurezza che lo aveva sempre contraddistinto. Sembrava
più umano e questo mi faceva un po’ paura. Non riuscii più a stare fermo per
il nervosismo, non poter fare niente per lui mi divorava. Mi alzai per non
doverlo più guardare e pensare che quelli potessero essere i nostri ultimi
momenti…
- Dove diavolo sono finiti i miei vestiti?-
- Sotto ai miei-. Gattonai fino ai piedi del giaciglio ma non feci in tempo ad
arrivare che sentii il corpo caldo di Cort sopra il mio, era eccitato molto
eccitato e questo bastò ad eccitare anche me… Mi spinsi contro di lui ma le
sue mani mi tennero fermi i fianchi vietandomi qualsiasi piacere, gemetti per
il disappunto, parlare era una cosa impossibile con la bocca che mi si era
totalmente seccata.
- Sta’ fermo…- La sua voce mi accarezzò l’orecchio e questo mi fece
rabbrividire tutto, ovviamente la vibrazione del mio corpo si trasferì nel
suo. Mi sorprendeva sempre vedere l’effetto che gli facevo, come potevo avere
un potere tale su un semidio come lui… solo pensare questo mi faceva quasi
venire…
- Cort…-
- Gan quanto ho sognato poterti prendere così…-
- …tutto tuo Cort…- Lasciai fare tutto al suo corpo, le sue mani imposero un
ritmo che se avessi avuto io il controllo non sarei mai riuscito a sostenere.
Al di là di ogni mio dolore le nostre disperazioni si incontrarono alla
perfezione; il mio corpo per dare sollievo al suo superò ogni suo limite di
sopportazione facendoci godere come se stessimo facendo l’amore normalmente,
magari ne avrei pagate le conseguenze in un secondo momento ma ora non
importava nient’altro che noi. Riuscì a rassicurarmi come mai le sole parole
avrebbero potuto fare. Quando lo sentii venire crollai esausto con lui ancora
sopra e dentro di me. Non avevo la forza di fare o dire nulla ma in fondo non
c’era nulla da dire e per quanto riguardava il fare mi andava più che bene
averlo ancora dentro il mio corpo. E per Cort era ovviamente lo stesso…
- Adesso posso anche morire…- Mi lasciai leccare l’orecchio ma gli tirai forte
i capelli per punirlo per quello che aveva osato solo dire…
- Non devi neanche dirlo brutto scemo! Non mi faccio spaccare in due per
sentirti dire questo!-
- Ah no!? Cosa vorresti sentirti dire allora?-
- Vorrei sentirti dire ‘vivo solo per poterlo fare di nuovo e di nuovo ancora…
per sempre…- Sospirai un po’ rassegnato sapevo che non potevo aspettarmi nulla
di tutto questo, da lui avevo l’amore schietto e passionale ma difficilmente
quello romantico…
- Non ti pare un po’ troppo sdolcinato per un tipo brutto e cattivo come me?-
- Proprio per questo mi piacerebbe sentirtelo dire…- Lo sussurrai come se non
volessi essere sentito ma era ovvio che Cort mi avrebbe sentito eccome, anzi
per lui sarebbe stato un urlo dentro l’orecchio. Chiusi gli occhi, vedere il
suo sorriso beffardo mi avrebbe fatto male e se possibile non avrei neanche
voluto sentire le sue battutine. Ma Cort sa sempre come sorprendermi: a volte
con frasi che mai gli avrei potuto attribuire, frasi che me lo fanno amare
ancora di più…
- Vivo solo per te Vanny-. Spalancai gli occhi e girai la testa per guardarlo
meglio, vidi che era mortalmente serio e mi venne naturale sorridergli e
cercare maggior contatto con il suo corpo strusciandomi contro…
- Questo è ancora meglio…-
- Lo so ed è esattamente quello che penso principessa. Sei diventato una
splendida abitudine, sai Vanny?- Si sistemò meglio nel mio corpo e con la
scusa si fece ben sentire… e quanto mi piacque… non solo fisicamente ma mi
fece bene anche spiritualmente. Sentirgli dire quelle parole e sentirlo così
prepotentemente dentro di me mi curò alcune ferite che la guerra mi aveva
causato e mi tranquillizzò un po’ per il futuro…
- Lo so e l’abitudini sono difficili a morire…-
- Praticamente impossibili…- Portò le mani sul mio sedere e me lo strizzò
maliziosamente, mi lasciai scappare un gemito, mi fece sentire ancora di più
la sua presenza dentro di me con quelle mani manipolatrici…
- Converrai con me allora sul fatto che non posso proprio andare a via…-
- Nay… dovresti proprio andare via…- Mi morsi le labbra per resistere alla
spinta ben assestata del suo corpo ormai eccitato nel mio, ovviamente la
resistenza non era nei suoi confronti ma mia per non farmi perdere il
controllo… cosa che poi non mi sarebbe dispiaciuta affatto ma sapevo che Cort
stava solo giocando con me…
- Forse… ma non per questo lo farò…-
- E’ pericoloso stare qui… la guerra rende gli uomini delle bestie…- Si fece
improvvisamente serio ed io con lui, non aveva nessuna speranza di mandarmi
via e volevo che questo gli fosse ben chiaro e nessun suo giochetto mi avrebbe
convinto del contrario…
- So difendermi da solo…-
- Sappiamo tutti e due che non è così-. Rilassò il suo corpo nel mio, anche
lui aveva smesso di giocare ma non mi avrebbe convinto comunque, avrebbe
potuto dire e fare qualunque cosa ma io sarei rimasto sui miei passi.
- Rimarrò nella tenda…-
- Devo essere proprio pazzo a non mandarti via… pazzo… disperato…
irrimediabilmente innamorato… ma non so se Steven ti permetterà di rimanere…-
Mi baciò il collo e mi strinse di nuovo a sé ormai la partita l’avevo vinta io
o forse era patta perché non credo che Cort avesse poi tanta voglia di
mandarmi via…
- Me lo permetterà, non può negarmi più nulla dopo che ti ha costretto a
venire qui-.
- Sai non saresti niente male come Re, sicuramente hai più determinazione di
Steven… per il resto rimani una schiappa…- Finalmente riprese a ridere e ad
alleggerire la situazione, mi piaceva sentire la sua risata era come avere la
rassicurazione che tutto sarebbe finito bene. Mi rilassai anch’io e tornai a
sollevarmi per spingermi ancora di più contro il suo corpo, quello per me era
il modo migliore di conciliarci… anche il più piacevole…
- Non devo essere un pistolero provetto per stare al tuo fianco quindi mi
accontento di essere una schiappa… poi ci sei tu che sei abbastanza forte per
tutti e due…- Lo guardai sicuro delle mie parole e Cort riguardandomi mi diede
la conferma, ero certo che avrebbe dato la sua vita per me…
- Come mai finisci sempre per convincermi?-
- Forse perché sono tutto quello che ti serve… non sei arrivato ad amarmi
quanto io amo te ma forse stai sulla giusta strada…-
- Sta’ zitto ragazzino non lo puoi sapere…- Schiacciò la testa sui miei
capelli e si perse nel loro odore e fu un gesto così tenero e privo di malizia
che dovetti cambiare argomento per non piagnucolare come una bambinetta.
Nonostante fosse nel mio corpo aveva scelto un gesto simile per esprimere
tutto il suo amore… dopotutto un po’ romantico lo era eccome…
- Torni stasera?-
- Te lo prometto… dovrei alzarmi…- Si premette ancora di più contro di me per
farmi sentire quanto era nuovamente eccitato… ma anche quanto era frustrato
dall’intera situazione. Se fossimo stati a casa saremmo stati già a fare
l’amore di nuovo senza preoccuparci di una guerra che sentivamo completamente
estranea.
- Proprio ora…- Anch’io mi premetti ancora di più contro di lui poggiando una
mano sul suo sedere sodo… Era da poco tempo che mi permetteva di toccarlo da
quelle parti, ma ora che me lo permetteva lo facevo spesso, mi piaceva farlo e
forse un po’ piaceva anche a lui, e un giorno mi sarei azzardato a fare anche
di più…
- Proprio ora… farò tardi altrimenti… e poi non sei in condizioni di fare
nulla in questo momento…- Si tirò fuori e mi uscii un lamento che sembrò
provenire da tutto il mio corpo. Sentirmi pieno di lui era la cosa migliore
che potessi desiderare e che lui potesse fare…
- Ti sbagli!-
- Dopotutto questo tempo credo di conoscere meglio io il tuo corpo che tu
stesso e credimi non ne sei grado… ci vediamo stasera principessa sperando che
tutto qui sia tornato a posto…- Mi leccò l’ano infiammato che io stesso sapevo
ma non volevo ammettere intoccabile per almeno per qualche ora, la troppa
passione aveva purtroppo lasciato segni dolorosi sul mio corpo. Gli accarezzai
i capelli spingendo la sua testa ancora di più contro la mia carne, la sua
saliva sembrava lenire il fuoco che sentivo tra le natiche e poi mi piaceva
sempre sentire la sua lingua leccarmi e cercare di entrarmi in profondità.
- Cort…- Mi schioccò un bacio sul mio ano e poi si alzò per vestirsi. Lo
guardai nudo e mi godetti ancora una volta un tale spettacolo, un fisico
perfetto e potente deturpato da decine di cicatrici che mi mandava a fuoco
ogni parte sensibile del mio corpo, i miei ormoni gioivano impazziti ogni
volta che avevano la fortuna di osservarlo. Per me è bellissimo, ogni sua
cicatrice è indispensabile e ogni sua parte nata al solo scopo di farmi
impazzire. Quando poi osservo quella magnificenza enorme che ha tra le gambe i
miei muscoli anali si contraggono come se lo stessero contenendo in quel
momento, faccio l’amore con l’aria ma è con lui che immagino di farlo. Lui sa
benissimo l’effetto che mi fa e su questo ci gioca tantissimo. Quel giorno ci
mise un’eternità a vestirsi, o almeno così sembrò a me, ma quando mi sorrise
maliziosamente e sapientemente capii che lo aveva fatto apposta, un ricordo
per non farmi dimenticare cosa voleva dire stare con lui, quale sensazioni ed
emozioni sapeva darmi quel corpo che mi aveva spudoratamente mostrato. La
promessa che sarebbe tornato da e in me era stampato in ogni centimetro della
sua pelle. Si abbassò a baciarmi e nell’orecchio mi sussurrò l’unica cosa che
veramente importava: la sua incolumità…
- A dopo ragazzino…- Non dissi niente perché quella non doveva essere una
promessa ma una certezza, lo vidi andare via che il sole era appena sorto nel
cielo e tra me e me mi chiesi chissà quando lo avrei rivisto di nuovo. Mi
vestii appena fui solo, non volevo dare a nessuno nessun motivo per
importunarmi, mi ero ripromesso di non dare alcun fastidio a Cort e se
qualcuno mi avesse dato fastidio certamente Cort non gliela avrebbe fatta
passare liscia. Per evitare qualunque rischio rimasi tutto il giorno nella sua
tenda senza mangiare ma soprattutto senza poter espletare i miei bisogni… ero
sì addestrato ma rimanevo comunque una schiappa di pistolero! Verso il tardo
pomeriggio ero arrivato a contare i secondi che mi dividevano da Cort … ma
soprattutto che mi dividevano dalla liberazione della mia vescica che si stava
gonfiando come un melone… Arrivai al punto di non riuscire più a stare fermo e
muoversi in quella piccola tenda era una vera impresa. Finalmente tornò Cort
ma le sue condizioni mi fecero dimenticare del tutto la mia vescica, come
sempre quando si trattava di lui io mi azzeravo completamente. Il suo sguardo
era vuoto, non lo avevo mai visto così, mi immaginai che quell’espressione era
quella del ragazzino che era stato costretto a crescere nella violenza e nelle
torture senza avere nessun’altra alternativa che quella di sopravvivere.
- Com’è andata?- Non mi aveva ancora guardato da quando era tornato e la cosa
mi preoccupava. Sapevo di doverlo lasciare stare ma proprio per questo non
potevo fare a meno di fargli sentire la mia vicinanza…
- La guerra non è un comune fatto della giornata che alla sera si può
raccontare al proprio compagno… E’ una cosa fottutamente personale…- Soffrivo
a vederlo in quello stato, si teneva tutto dentro ma io avevo abbastanza tocco
da essere empatico almeno con lui.
- Ti senti in colpa?- Scrollò la testa non so se per negare o per frustrazione
ma di certo era abbastanza esausto e instabile da perdere quasi il suo stoico
controllo.
- … Non so neanche perché cazzo sto combattendo… perché quei bastardi stanno
cercando di invadere Gilead…-
- Non te l’ha detto Steven?-
- Nay-.
- E tu non glielo hai chiesto?-
- Non ho il diritto di farlo, lui ordina io eseguo-. Divenne più arrabbiato
ancora una volta per il suo status, certo doveva essere proprio frustante non
avere la libertà delle proprie scelte. Intervenni ma già sapevo che era un
errore ma non potevo stare a guardare il suo ego andare in pezzi senza fare
nulla.
- Glielo chiederò io-.
- Non farlo non ho bisogno di una balia!- Mi mise una mano intorno al collo
come se volesse strozzarmi, sapevo che non lo avrebbe mai fatto ma già l’atto
mi spaventò abbastanza da farmela quasi sotto. Lesse la mia paura negli occhi
e subito mi liberò, non mi chiese scusa ed io non me lo aspettavo di certo. Lo
abbracciai dimenticandomi di tutto e cercando di farglielo dimenticare anche a
lui. Non lo avevo mai sentito così rigido così difficile da farlo sciogliere
sotto i miei tocchi e i brividi che provenivano dal suo corpo non erano certo
di piacere…
- Ehi… rilassati, ci sono io con te…-
- Non voglio che tu mi veda in un simile stato…-
- Io invece voglio vederti eccome, voglio cercare di aiutarti in qualche
modo…-
- Non puoi fare niente…-
- Posso starti vicino…- Capì subito il senso delle mie parole, cominciò a
baciarmi con foga con le mani che già stavano nei punti giusti. La
stimolazione del suo tocco risvegliò in me anche un altro tipo di bisogno che
mi aveva perseguitato per l’intera giornata e che ora chiedeva la giusta
attenzione. Con fatica cercai di creare spazio tra il mio corpo e il suo in
modo da poter riprendere un minimo di controllo…
- Cort…-
- Che c’è?- Mi guardò preoccupato non essendo abituato ad un mio rifiuto e
neanche alla più piccola protesta se per questo… cadevo sempre ai suoi piedi
ogni volta che mi reclamava…
- Non che io non ti voglia, credimi ti voglio eccome, ma ho un piccolo
problema…-
- Quale?- Abbassai lo sguardo vergognandomi come il ragazzino di quattro anni
che ero stato…
- Devo assolutamente pisciare se non vuoi che me la faccia addosso…-
- Dici sul serio?- Spalancò gli occhi sicuro che fosse tutto uno scherzo, ma
io infondo sapevo sempre come stupirlo anche se a volte non in modo positivo…
- Aye… non ce la faccio più…-
- Vieni con me ragazzino...- Mi scompigliò affettuosamente i capelli
trattandomi come un bambino, non capivo come riusciva a comportarsi così
quando per la maggior parte del tempo aveva ben altre idee in mente su di me…
- Non guardarmi così non mi sono mosso proprio per non darti alcun problema!-
Mi difesi allontanandomi da lui con un broncio che arrivava fino ai miei
piedi…
- Non pensavo a questo! Pensavo al fatto che un pistolero sta rischiando di
pisciarsi sotto… non so se ridere o incazzarmi!- Ovviamente scoppiò a ridere
scaricando un po’ della tensione che ancora gli appesantiva le spalle, mi
finsi ancora offeso in realtà mi sentii sollevato, mi andava bene qualsiasi
cosa pur di rendere più sereno Cort…
- Ehi non c’è bisogno di sfottermi ogni volta che deludo le tue aspettative…-
Mi lamentai ma mi sentii per la prima volta sollevato da quando era tornato.
- Tu non mi hai mai deluso anzi mi hai sempre sorpreso e continui a farlo… La
latrina è tutta tua, non permetterò a nessuno di vederti quindi fai quello che
devi fare tranquillamente…- Si fermò a pochi passi da me facendomi scudo con
il suo corpo imponente ma davvero non vedevo cosa c’era da nascondere in un
sana pisciata in una latrina pubblica…
- Anche se ci fosse qualcun altro non mi disturberebbe molto sai?-
- Disturberebbe me-. Mi fece un sorriso malizioso che andò a poggiarsi
delicatamente sul mio fondoschiena, scossi la testa giudicandolo senza
speranza ma dopotutto la sua gelosia mi divertii… gli promisi con lo sguardo
la ricompensa che sapevo desiderava…
- Solo tu riesci ad essere possessivo in una latrina… mi piace…-
- Scemo… sbrigati piuttosto…- Mi sembrò di pisciare per l’eternità forse
perché farlo davanti a lui non mi metteva molto a mio agio. Mi sembrava di
leggergli nel pensiero, la sua fretta, il suo bisogno, il suo desiderio o
forse erano tutte cose che passavano per il mio cervello e che mi
confondevano…
- …fatto… e ora?-
- Ora ho io un bisogno da dover soddisfare…- Si leccò le labbra e io feci
altrettanto, attendevo solo che il mio predatore si facesse avanti e in genere
non c’era da aspettare molto…
- Quale sarebbe…-
- Lo sai perfettamente principessa…- Mi addossai al muro al fianco della
latrina e lo aspettai, mi godetti ogni suo singolo passo verso di me. Mi
faceva impazzire come riusciva a dominarmi con il solo sguardo. Appena mi
raggiunse mi stupì baciandomi quando ero convinto che mi avrebbe subito
spogliato. Mi calai i pantaloni e me ne liberai io non riuscendo più a stare
lontano dalla sua pelle. Mi mostrai a lui completamente nudo che si leccò le
labbra pronto ad agire. Si slacciò i pantaloni, mi sbatté al muro e con
incredibile facilità mi sollevò per farmi allacciare le gambe alla sua vita.
Finalmente sentii la sua pelle sulla mia e fui felice di trovarlo eccitato e
non feci in tempo a sorridere che lui scivolò prepotentemente dentro di me.
Come sempre nessuna preparazione… dopotutto era così che lo volevo: duro e
passionale…
- Vienimi incontro voglio che ogni centimetro di me si possa rifugiare nel tuo
calore…- Dovevo ancora riprendere il respiro dallo shock iniziale ma mi fu
naturale obbedirgli subito, costrinsi il mio corpo ad andare a ritmo del suo,
a chiudersi e schiudersi per dare maggiore piacere ad entrambi, ero diventato
molto bravo in questo, dopotutto la tanta esperienza mi aveva insegnato… Mi
graffiai la schiena sul muro per impalarmi meglio e tirarmi fuori quando era
il momento ma ovviamente non sentii nessun dolore troppo impegnato a gemere e
a trattenere urla che si sarebbero sentite per tutto il campo. Morsi il suo
collo per tapparmi la bocca ma la mano che mi accarezzava i capelli e l’altra
proprio dove c’era la penetrazione non mi davano tregua. All’improvviso tutto
si bloccò: lui dentro di me, io con un gemito strozzato in gola che aspettavo
la spinta successiva…
- Grazie per essere qui… per ricordarmi il motivo per cui combatto…- Non disse
altro costringendomi a guardarlo per spronarlo, i miei occhi erano così
annebbiati da vederlo a malapena, in quel momento mi importava più di
“sentirlo” che di vederlo…
- Quale?-
- Per preservare tutto il mio mondo… tu…- Ricominciò ad amarmi con una tale
passione che non riuscii a trovare la ragione e il fiato per rispondergli… ma
lo feci come meglio potei con il mio corpo che sapeva amarlo più di qualsiasi
parola… Un forte bisogno di lui mi invase, sentivo una strana disperazione
nascosta nell’incredibile piacere che ci stavamo dando… stranamente avevo
bisogno di più, volevo altro piacere che potesse definitivamente scacciare
dalla mia mente quell’insolita malinconia…
- Cazzo Cort quanto ce l’hai grosso…-
- Da quando è un problema?- Mi guardò perplesso, dopotutto non ero stato molto
chiaro con la mia uscita, infatti si fermò preoccupato di farmi male. Mi
sistemai meglio nel suo corpo impalandomi completamente nel suo…
- Non lo è mi fai solo desiderare di averlo tutto…-
- Principessa te ne do quanto ne vuoi…- Il suo sorriso malizioso fu
accompagnato da una spinta che mi fece mordere le labbra e nonostante questo
mi scappò un gridolino, finalmente si stava muovendo come volevo io e Gan mi
sembrava quasi di vedere le stelle…
- …Ah… sì…- Gemetti e miagolai più di tutte le puttane messe insieme con cui
era stato. Ormai il mio corpo non aveva più bisogno di ordini: si apriva e si
schiudeva di sua volontà… Persi quasi conoscenza e quel briciolo che me ne
rimaneva era totalmente sua, mi risvegliai dal coma solo dopo l’orgasmo che
non mi ricordavo se averlo urlato o taciuto, la sua voce sussurrata nel mio
orecchio che mi accarezzava come le sue mani incredibilmente delicate…
- Ehi principessa abbiamo visite…- Mi stropicciai gli occhi e il viso come se
mi fossi appena risvegliato da un bellissimo sogno, sentii la mia voce roca
come se appartenesse ad una terza persona uscire dalla mia gola. Ovviamente
non mi ero ancora ripreso dall’orgasmo che mi aveva ridotto ad un essere
vegetale, l’unica cosa che sentivo distintamente era il suo corpo ancora nel
mio e il mio desiderio di trattenerlo ancora, mi venne naturale serrare
maggiormente i glutei…
- Da quanto te ne importa? Non ti eccitava farti vedere mentre mi scopi?-
- Aye ma sono decisamente troppi anche per me… lasciami andare…-
- Averti dentro di me è la prova più concreta che sei ancora vivo e che sei
tornato ancora una volta da me, come puoi chiedermi di lasciarti andare?-
Rimasi con la testa china a respirare l’odore del suo collo, lo stesso odore
che ora si era mischiato con il mio tra le nostre cosce.
- Se non ci fossero tanti spiacevoli spettatori non lo farei…-
- Me ne frego di loro… restiamo così per sempre…-
- …Quando andrò in pensione ci penserò seriamente, non credere che io abbia
tanta voglia di uscire… Lo sentì? Sono nuovamente eccitato e vorrei fare tutt’altro
che uscire… Ma c’è Steven che ci aspetta-.
- L’hai notato anche tu il suo servo?- Io l’avevo visto appena aperti gli
occhi e anche se non ero preoccupato ero infastidito dalla sua presenza,
sarebbero arrivati problemi ma non era quello il momento di pensarci, ora
volevo pensare solo a Cort e a tutto quello che mi aveva dato e che avrebbe
continuato a darmi in futuro…
- L’hai notato tu e vuoi che non lo noto io?- In effetti ero sicuro che lui
aveva captato la sua presenza anche mentre stavamo facendo l’amore, dopotutto
era il suo lavoro… non fare l’amore intendiamoci quello era un piacere…
- Dobbiamo proprio?- Lo dissi ma non accennai a rilassare il mio corpo rigido,
non avevo alcuna voglia di perderlo anche se sapevo che era il momento di
dividerci. Cort mi baciò e guardandomi negli occhi mi promise di continuare ad
amarmi sempre anche con i nostri corpi divisi… io gli credetti.
- Aye-.
- Ok…- Lo lasciai andare e lui scivolò delicatamente fuori, rimanemmo
abbracciati ancora, Cort sapeva quanto potessi sentire la sua mancanza subito
dopo aver fatto l’amore con lui…
- Non te ne pentirai, avremo tutto il tempo di rifarci più tardi nella nostra
tenda…- Era una promessa che mi faceva quasi ogni volta che era il momento di
dividerci e devo dire che non ha mai mancato la parola… per mia fortuna.
- E’ una promessa?-
- Tu che ne dici?- Mi palpò il sedere in maniera decisa quasi da farmelo
indolenzire ma mi scappò lo stesso una risata allegra, forse perché non
riuscivo a stare senza le sue mani sul mio corpo…
- Che ti è difficile stare lontano dal mio culo!-
- Esatto!- Affondò le mani nei miei glutei e riuscì addirittura a portarmi
all’altezza del suo viso… devo dire che la cosa mi piacque molto, un suo dito
lo sentii pericolosamente vicino alla mia fessura infuocata. Non arrossii per
la vergogna di avere un pubblico davanti a noi ma per il fuoco che sentii
provenire da tutto il mio corpo per il desiderio di averlo di nuovo in me… ma
dopotutto dovevo mantenere un certo contegno non essendo soli…
- Cooort!- Mi finsi oltraggiato ma non riuscii a convincere nemmeno me stesso
figurarsi Cort… conosceva il mio corpo meglio di me…
- Sì?- La sua voce innocente mi fece infuocare ancora di più, avevo voglia di
buttarmi tra le sue braccia per ricominciare tutto da capo, dopotutto ero
ancora pregno del suo odore e pieno del suo seme che mi rendeva maledettamente
difficile mantenere la concentrazione e trattenere il mio desiderio…
- Sei un pervertito!- Finsi di arrabbiarmi per mascherare il mio rossore e gli
diedi dei finti pugni sul petto che sicuramente neanche sentì.
- Proprio quello che ti serve principessa…- Mi mise un braccio intorno alla
vita e mi strinse a sé. Appena ci movemmo fummo chiamati subito nella tenda
del Re, dopotutto me lo aspettavo e non solo perché avevo riconosciuto il
servo. La sera prima Steven non aveva detto niente pensando che me ne sarei
andato in mattinata. Mi aveva letteralmente ignorato perché altrimenti mi
avrebbe dovuto punire per avergli disobbedito. Gli ero grato ma non avevo
nessuna intenzione di andarmene almeno non senza Cort. Appena entrammo nella
sua tenda capii subito che era infuriato con me, non mi guardava negli occhi e
non riusciva a tenere le mani ferme che intrecciava in continuazione.
Stranamente non vidi in giro All.
- Che diavolo ci fai ancora qui?!-
- Sto con Cort-. Non avevo nessuna intenzione di andarmene e volevo che questo
concetto fosse chiaro a tutti i presenti. Cort lo capì subito infatti mi fece
il verso…
- Sta con me-.
- Non può restare! Ma come vi è venuto in mente!- La calma apparente di Steven
esplose e fu Cort con il suo controllo stoico a rispondergli e a difendermi.
Mi voleva mandare via anche lui ma stranamente aveva cambiato idea nel corso
della notte…
- Mettiamola così se Vanny resta io sarò molto più propenso a non farmi
uccidere per poter tornare tutto intero da lui ogni sera…-
- Ma sarà pericoloso per lui stare qui! Potrebbe succedergli di tutto!- Steven
aveva le stesse motivazioni di Cort che non mi spaventavano affatto, avevo più
paura di tornare a Gilead che restare lì. E poi Cort aveva trovato la
soluzione per ogni problema…
- Basterà mettere un uomo di guardia alla mia tenda e che gli farà da guardia
del corpo quando io non ci sono…-
- Vuoi che usi un mio uomo per scopi personali?- Sapevo che avrebbe risposto
così ma conoscevo anche la prevedibile risposta di Cort che si sarebbe portato
la vittoria a casa molto facilmente. La sua indispensabilità era la nostra
carta vincente.
- Aye se mi vuoi nel tuo esercito…-
- Voi due vi stante influenzando negativamente lo sapete?-
- Già e non è meraviglioso?-
- Va bene puoi restare… ma non ficcarti nei guai intesi?- Mi guardò e nei suoi
occhi lessi puro affetto, sapevo che si preoccupava solo per me ma le mie
preoccupazioni erano ben altre come quella di stare lontano da Cort.
- L’unico guaio che avrà sarò io nel suo sacco a pelo che non lo lascerò
dormire un attimo… vero principessa?- Cort ghignò come se si stesse già
pregustando la notte a venire, come se stesse già nel mio corpo a dare piacere
ad entrambi.
- Dovrebbe essere una minaccia per caso?- Gli risposi divertito facendogli
capire che non vedevo l’ora di andarmene per attuare ogni sua più perversa
minaccia.
- Idioti! Tu piuttosto pensa a non farti uccidere per colpa delle tue attività
extra notturne!- Steven sbuffò spazientito dalle nostre allusioni sessuali
troppo preoccupato per scherzarci su anche lui. Quando non era costretto nei
panni del Re sapeva essere molto più divertente…
- Non ti preoccupare quelle saranno solo la mia ricompensa per quello che farò
per tutto il giorno… e poi io non ho bisogno di dormire per essere al massimo
anzi ho bisogno di ben altre cose che solo Vanny sa darmi…- Cort mi abbracciò
da dietro cominciando a leccarmi con cura ogni centimetro del mio collo e
muovendosi sensualmente con il bacino, io mi lasciai andare totalmente alle
sue cure…
- Avete intenzione di scopare davanti a me?- La mia risposta sarebbe stata sì
ma non avevo certo il coraggio di dirla mentre Cort non ebbe nessun problema a
farlo…
- Magari se te ne vai sarebbe meglio…-
- Ma siamo nella mia tenda!- Nonostante il tono oltraggiato in sottofondo
c’era una nota di rassegnazione… sapeva come eravamo io e Cort… specialmente
nell’intimità.
- Per il momento è la nostra…- Cort mi sollevò la camicia ma capii che era
tutta una farsa quando sentii le sue labbra sulla mia pelle distendersi in un
ghigno che faticava a non trasformarsi in una risata vera e propria.
- Oh Gan! Mi arrendo! Vi do un’ora di tempo anche perché credo di meritarmi
anch’io un po’ di svago…- Steven era pronto ad andarsene davvero quando Cort
finii la sua sceneggiata, lasciandomi un po’ imbronciato per avermi usato per
fare uno scherzo a Steven… insomma io ci avevo creduto davvero!
- Scemo ce ne andiamo subito non mi va proprio di sopportare le lagnanze di
Sunny e poi la mia tenda è più stretta quindi…-
- Vattene via scimmione non voglio sentire i particolari di quello che
farete!-
- A domani allora, per stanotte mi occuperò io di Vanny per il giorno ci
penserai tu… se dovesse succedergli qualcosa ti riterrò il primo
responsabile…- La minaccia fu vera e tutti lo capimmo. Quando Cort voleva fare
sul serio sapeva come farlo… dopotutto era il suo lavoro.
- Ehi sei tu che vuoi rimanga!- Steven finse di ribellarsi ma io conoscendolo
sapevo bene che la minaccia di Cort lo aveva colpito in pieno. Temeva Cort da
quando era bambino e non aveva mai smesso di farlo anche adesso che aveva il
potere di comandarlo a bacchetta.
- Aye ma la protezione la offri tu… Ciao ciao-. Cort gli fece l’occhiolino e
mettendomi un braccio intorno la vita ci fece uscire dalla tenda ma riuscimmo
comunque a sentire le ultime parole di Steven che non furono di certo un
saluto…
- Il solito bastardo…-
Tornammo subito nella nostra tenda, ci sdraiammo e rimanemmo abbracciati per
parecchio tempo. Era bello stare così, rilassarci nell’odore dell’altro prima
che la passione prendesse il sopravvento, mi sembrava che facesse parte
dell’intero atto, che accompagnasse l’inizio del concedersi…
- Da quando sei diventato la mia casa?- Mi sorprese pensavo che avremmo fatto
sesso sfrenato invece di parlare… cosa insolita ma comunque piacevole…
- Hmmm?-
- Non parlo solo del tuo corpo… da quando non è più importante il luogo in cui
mi trovo se ci sei tu al mio fianco? Pensavo che Gilead fosse l’unico posto
possibile per uno come me, tu invece sei entrato di forza nella mia vita e hai
sconvolto tutta quella che credevo dovesse essere la mia esistenza… Non
dovresti avere così tanto potere su di me…- Non sapevo interpretare le sue
parole: se avevano una valenza positiva o negativa. Per quanto mi riguardava
era magnifico il fatto che Cort mi avesse sconvolto la vita ma non riconoscevo
nessun potere nella nostra storia…
- Non è potere…-
- Lo so… questo mi fa ancora più paura… non ho mai amato ne tanto meno sono
stato amato. Sai quello che sono e nonostante tutto mi ami… come fai?- Si alzò
sul gomito come a volermi studiare ma in realtà volevo essere io a studiare
lui, non ero abituato a questi suoi momenti di insicurezza…
- Proprio perché so chi sei ti amo…-
- …mi ero abituato alla mia miserabile esistenza, se ci penso ora non posso
credere di essere sopravvissuto tutto quel tempo senza di te… Hai dato un
senso alla mia vita che prima era nelle mani di altri e non nelle mie… io cosa
ho fatto per te invece?- Spalancai incredulo gli occhi, avevo sempre pensato
di aver reso chiaro a tutti che Cort mi aveva salvato la vita, senza di lui
chissà che fine avrei fatto… senz’altro una molto brutta.
- Hai realizzato ogni mio desiderio… ti sembra poco?-
- Ecco che mi fai sentire nuovamente amato e soprattutto un uomo migliore di
quello che sono in realtà… riuscirò mai a ringraziarti abbastanza?-
- … puoi cominciare da ora… che ne dici?- Me lo portai sopra di me, se non ero
in grado di confortarlo con le parole lo avrei fatto con il mio corpo che era
sicuramente più esplicito.
- Dico che Gan mi ama veramente se mi permette anche solo di sfiorarti…- Mi
accarezzò i capelli come se volesse accontentarsi di questo, come se fosse
meritevole solo di questo. Gli baciai la cicatrice sul viso, mi spogliai e poi
fu naturale per me allacciare le gambe alla sua vita per offrirmi a lui…
- Io non voglio che mi sfiori…-
- Anch’io ho pensieri più peccaminosi e guardarti non fa altro che
alimentarli…- Continuò solo a guardarmi ma è sbagliato dire ‘solo’ il suo
sguardo stava già facendo l’amore con me ma io volevo che lo facesse con tutto
il suo corpo, con tutta la sua mente…
- Cort… se io sono la tua casa sbrigati a prendere il tuo posto…-
- Aye… sei così caldo e confortevole, mi fai dimenticare dove ci troviamo…- Le
sue mani si fecero strada nel mio corpo che subito reagì allargandosi al loro
passaggio.
- …ci troviamo semplicemente a casa… bentornato Cort…- Mi sistemò meglio tra
le sue gambe ma prima di assestarmi la prima spinta si abbassò su di me e mi
sussurrò all’orecchio la frase che avrebbe dato finalmente inizio al nostro
atto d’amore…
- …bentornato anche a te Vanny…- Si spinse dentro di me e tutto sparì per fare
posto al mondo personale di Cort e Vanny, la nostra casa esclusiva dove nessun
altro e nessuna cosa poteva raggiungerci se non la felicità più completa.
Fine.
|