I personaggi, tranne Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me… Non tiene conto del fumetto.

 


 


 

 

Come divenni uomo

 

parte IV - L'unica casa di Cort

 

di Mia

 



Dopo un anno segnato dal disperato bisogno fisico di stare insieme, il rapporto tra me e Cort si stabilizzò. Non avevamo più in corpo quella foga quasi animalesca di volerci spogliare dei nostri vestiti appena annusavamo l’odore dell’altro. Non era calato il desiderio, la passione era sempre accesa ma forse la consapevolezza e la sicurezza che la nostra storia non sarebbe mai finita ci aveva reso una coppia di amanti che quasi, oserei dire, sfiorava la normalità. La normalità era cosa buona, le sorprese ci avevano sempre riservato qualcosa di brutto e il futuro non avrebbe certo cambiato le cose.
Quando la nuova sorpresa del mese si presentò mi colse del tutto impreparato e la cosa che mi stupii di più che fui l’unico ad esserlo. Ancora non avevo capito quanta importanza avesse Cort nell’intero Regno, lui sapeva sempre tutto o perché era presente o perché c’era chi per lui. Non potevano essere chiamate spie, neanche amici, erano semplicemente tutti i pistoleri che aveva addestrato personalmente e che si sentivano in debito con lui, un debito che sarebbe durato per tutta la loro vita. Quella mattina, quella particolare domenica mattina, stavamo facendo colazione, entrambi davamo le spalle alla porta d’ingresso intenti a finire di mangiare prima che Cort decidesse di cambiare idea e mangiare me. Ho detto che c’eravamo stabilizzati non castrati… Si scostò all’improvviso, tanto che io gli volsi uno sguardo interrogativo che però venne ignorato.
- So già perché sei qui-. Sentii parlare Cort ma non vidi il suo interlocutore quindi quando vidi Steven sulla soglia della nostra casa spalancai gli occhi dalla sorpresa, io non avevo captato la sua presenza ma per Cort fu una passeggiata, era più dotato di tutti noi pistoleri messi insieme e questo ancora mi meravigliava.
- Come sempre sei ben informato, quasi più di me. Non ti chiederei mai nulla del genere se non ne fossi costretto…- Mi fece un sorriso tirato che mi mise subito in allerta, il suo atteggiamento sembrava garantire problemi, grossi problemi…
- Non mi è permesso lasciare Gilead, ricordi?- Alzai il sopracciglio ancora di più non riuscendo a capire il significato delle parole di Cort. Era ovvio che non potesse lasciare Gilead essendo quello che era…
- Fin quando l’emergenza non sarà finita avrai piena libertà di movimento…- Le parole emergenza e libertà mi rimbombarono nella testa allarmandomi: libertà era una parola sconosciuta a Cort mentre emergenza era il suo pane quotidiano…
- Posso sapere di quale emergenza state parlando?- Mi intromisi nel discorso facendo sentire la mia presenza del tutto ignorata finora. Puntai subito Steven, il più facile da abbattere…
- I confini della Baronia di Gilead sono stati attaccati…- Steven non era capace di farmi male volontariamente quindi non riuscì a sostenere il mio sguardo, lo abbassò trovando più interessante guardarsi gli stivali. Non ero intenzionato a lasciarlo stare non volevo essere più all’oscuro della verità quindi lo incalzai…
- Da chi?-
- Quello che so è solo che è un gruppo ribelle capeggiato da un certo Farson…- Non ebbe il coraggio di spiegarmi le conseguenze di un simile fatto, ma erano talmente lampanti che riuscii ad arrivarci anche da solo e subito tutto il mio corpo si irrigidì.
- Vuoi che Cort faccia parte del tuo esercito?-
- Aye…- Fu un tale sussurro che se non fossi stato addestrato da Cort a sviluppare al massimo tutti i miei sensi non sarei riuscito nemmeno a coglierlo. La mia risposta fu tutt’altro che pacata, vomitai tutto quello che mi tenevo dentro, le mie paure, le mie ansie, la mia mancanza di tranquillità che la vita con Cort mi comportava.
- Gan! Non basta preoccuparmi per ogni singola sfida che deve affrontare, ora mi devo preoccupare anche per il fatto che me lo mandi in guerra? Pensavo di essere immune almeno in questo visto il divieto impostogli di lasciare la città!-
- Infatti non è mai successo che un Maestro venga chiamato in guerra…- Abbassò ancora di più lo sguardo per paura di incrociare il mio incollerito.
- Quindi?-
- Ho un disperato bisogno di lui, con lui sono sicuro della vittoria-. La sua schiettezza mi fece sospirare, mi misi nei suoi panni e con enorme sforzo riuscii a capirlo, dopotutto lui era il Re e doveva fare quello che doveva essere fatto… anche contro il suo volere. Eravamo tutti prigionieri del nostro ceto sociale e della nostra posizione.
- Vengo anch’io-.
- Scordatelo principessa-. Assorto totalmente nei suoi pensieri Cort non mi guardò neanche, forse perché giudicava la sua risposta come un ordine che non poteva essere contraddetto. Io ero più che pronto a contraddirlo invece, ma Steven con più tatto e psicologia inversa mi calmò…
- Mi servi più qui…- Capii le sue intenzioni ma sapevo quale era il vero motivo del perché mi volevano lasciare a casa mentre loro andavano ai confini a rischiare le loro vite, mi ci avevano chiamato per tutta la vita ed era quello che ero in realtà: una schiappa.
- Credi che io non ne sia all’altezza vero?-
- Credo questo ma ancora di più credo che Cort non sarebbe libero di combattere come sa se deve proteggere te oltre se stesso… mi dispiace Vanny…-
- Cort?- Mi rivolsi a lui ma già sapevo quale sarebbe stata la sua risposta…
- Ha ragione principessa, non penserei altro che alla tua incolumità-.
- Allora non partire!- Mi alzai di scatto facendo cadere anche la sedia, la disperazione mi faceva agire come un bambino e non come un uomo che sta con un altro uomo. Feci finta di non ricordare chi era Cort e chi era Steven. Volevo sentirmi io il Re, l’unico in grado di poter decidere della vita di Cort.
- Non può rifiutarsi, è un mio ordine non può disobbedire…-
- Lui è mio! Non appartiene più a te!-
- Le cose si sono fatte serie e ho bisogno di lui come non ne ho mai avuto…-
- Non puoi farlo!-
- Purtroppo ne ho il potere e gli ordino di partire con me…- Steven era incredibilmente dispiaciuto e imbarazzato per la situazione venutasi a creare ma io quasi non lo notai. Ci pensò Cort a rimettere le cose nella giusta prospettiva a farmi ricordare chi comandava chi e, soprattutto, chi sarebbe dovuto rimanere in silenzio cioè io.
- Quando partiamo?-
- All’alba-. Tolta la mia voce mi rimase solo che piangere, era tanto che non lo facevo ma la sensazione di inutilità e di abbandono era sempre la stessa. Me ne andai in camera per non farmi vedere più debole di quello che ero, ma anche dal nostro letto riuscivo a sentire ancora le loro parole…
- Bene. Ora lasciaci soli, penserò io a lui…-
- Mi dispiace…-
- Non devi, sei il Re e dovresti essere fiero di esserlo…- Sentii Cort alterarsi con Steven e capii di aver fatto inconsapevolmente un disastro, avevo reso il mio Re insicuro di se stesso togliendogli la volontà stessa di essere Re. Steven era ancora giovane, non era ancora in grado di assumersi simili responsabilità senza sentirsi invischiato con i sensi di colpa che ogni decisione comportava…
- Non lo sono se è questo il risultato…-
- Ti ho addestrato a pensarla così? Se è così allora ho fallito come Maestro e tu non sei altro che la stessa larva che si è presentata davanti al mio cospetto il primo giorno di accademia… lo sei forse?-
- Nay…- La differenza della tonalità di voce tra Cort e Steven sembrava stravolgere la situazione, Cort il Re Steven il suo schiavo… mi sentii male per quello che avevo fatto ma non trovai il coraggio di tornare in cucina e chiedere perdono. Ci pensò Cort a lui… a modo suo…
- Cosa sei?-
- Un uomo…-
- Cosa?- La voce di Cort si alzò al bisbiglio di Steven che sembrò risvegliarsi dal trance emotivo in cui io l’avevo trascinato…
- Un pistolero…-
- Non ho sentito!- Cort si trasformò nell’uomo che per anni ci aveva terrorizzato con i suoi metodi quando eravamo suoi allievi… ma forse Steven aveva proprio bisogno di un Maestro che lo riportasse nella giusta via: quella dell’onore.
- Sono un Re cazzo!-
- Aye sei un Re, il mio Re e quindi hai tutto il diritto di darmi ordini, a Vanny ci penserò io… ora vai-. Soddisfatto della sua risposta Cort si alzò per raggiungermi in camera lasciando in cucina un alquanto scioccato Steven a fare i conti con se stesso. Presumo che se ne andò subito dopo, di sicuro aveva più palle di quando era venuto, dopotutto questo era il mestiere di Cort.
- Ehi…- Con me riusciva a trasformarsi come se vivesse due vite differente e così era. Mi accarezzò i capelli con una tale delicatezza e dolcezza che guardando le sue mani non si sarebbe mai detto possibile, ma lui era così ed io lo amavo per questo. Questo pensiero mi fece piangere di nuovo. Singhiozzavo e tremavo per la paura di poterlo perdere e temevo che il giorno che sarebbe successo non potesse essere poi così lontano…
- …-
- Smettila di piangere va tutto bene…-
- …-
- Gan! E’ possibile che io abbia addestrato solo dei mocciosi invece che uomini!?- Perse la pazienza ma non fu questo a farmi piangere ancora più forte ma il fatto che Cort non perdeva mai la pazienza se non sconvolto per qualcosa, quindi un po’ era spaventato anche lui e questo mi terrorizzava ancora di più. Di cosa poteva mai avere paura un uomo come lui che per la sua forza poteva essere paragonato ad un dio?
- …-
- … vieni qui su… tranquillo andrà tutto bene te lo prometto…- Mi abbracciò e mi fece stendere sul letto, subito nascosi la testa nel suo collo e mi aggrappai ai suoi fianchi per impedirgli di lasciarmi, cosa che non voleva assolutamente fare lo sapevo ma mi sentivo più sicuro stringendomelo contro.
- Voglio venire anch’io!-
- Shh… se rimani qui io starò più tranquillo e non avrò distrazioni in battaglia…- Mi accarezzò di nuovo i capelli per dare un freno alla mia crisi isterica. Ci riuscì dopo qualche minuto ma con flebile sospiro riuscii a ripetergli comunque il mio volere che rappresentava tutta la mia preoccupazione…
- Non andare…-
- Devo e lo sai anche tu, trattare male Steven non cambierà la situazione…- Tirai su con il naso mascherando i miei sensi di colpa, anche se mi sentivo così ero sicuro che se avessi avuto la possibilità di tornare indietro mi sarei comportato allo stesso modo…
- Lo so…-
- Ora che dici di stare abbracciati per il resto del tempo? Sai dopotutto la notizia ha sconvolto anche me…- Sapevo che lo era ma non sapevo quanto, Cort non dimostrava mai quello che provava, gli avevano insegnato che mostrare la propria emotività era da deboli, glielo avevano insegnato così bene che spesso veniva scambiato come un uomo freddo e senza alcun sentimento, io ero il solo fortunato a cui aveva dimostrato tutte le sue debolezze che amavo più delle sue cosiddette virtù…
- Promettimi di stringermi forte…-
- Ti stritolerò principessa-. Cercammo di addormentarci nel confortevole calore del corpo dell’altro ma io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso per paura che scomparisse da un momento all’altro. Il suo corpo invece non era rilassato come in genere lo era quando dormiva, quindi quando gli chiesi se era sveglio lo feci per pura formalità, già sapevo la sua risposta…
- Certo…-
- Hai paura?- Non sarei mai riuscito a chiedergli una cosa del genere guardandolo negli occhi alla luce del giorno, ma ci trovavamo nella nostra stanza oscurata dove ci eravamo detti e avevamo fatto di tutto e di più. Lì il Maestro raramente ci aveva raggiunti, lì eravamo semplicemente noi con i nostri desideri e le nostre paure…
- Io paura? Credo di aver smesso di aver paura da quando sono uscito dall’Accademia…-
- Io ne ho…- Lo dissi più per fargli capire che ammetterlo non era poi così difficile e poi sapevo che così avrebbe intensificato le sue carezze che ora si erano spostate sul mio corpo che ancora tremava.
- Ammetto di essere un po’ agitato… non sono mai andato in guerra nonostante quello che sono…-
- Cort…- Difficilmente l’avevo visto così teso e questo non mi tranquillizzava affatto, sapevo che per entrambi c’era un solo possibile sfogo che avrebbe unito le nostre paure ma anche le nostre forze.
- Hmm?-
- Ho bisogno di te… Fa in modo che non pensi che questa possa essere la nostra ultima volta…-
- Te lo prometto principessa… me lo prometto-. Mi baciò, cominciò a spogliarmi mentre io spogliavo lui, poi non ci fummo che noi con i nostri cuori e i nostri corpi pronti ad unirsi come avevano già fatto centinaia di volte in precedenza. Facemmo l’amore così disperatamente che quasi non mi accorsi del dolore, troppo impegnato a darmi e a ricevere mi sembrava di aver lasciato il corpo da qualche altra parte diviso dalla mia mente. Mi ricordo che piansi e che Cort lavò via con la lingua ogni mia lacrima, ma non erano lacrime di dolore ma di disperazione, volevo dargli di più sempre di più ma c’era il mio corpo che mi limitava e quindi piangevo per la mia incapacità di stargli ancora più vicino, di mostrargli tutto me stesso e di ricevere tutto se stesso. Per la prima volta provai la sensazione che fare l’amore con lui non bastava a fargli sentire quello che lui era per me, che ci dovesse essere qualcosa di ancora più magnifico che potesse contenere un tale bisogno e una tale adorazione che io avevo per lui. Forse fu la prima ed unica volta che piansi di frustrazione mentre lui era nel mio corpo. Anche quando venni, la mia voce mi tradii avrei voluto urlare molto più forte ma la mia voce bassa mi limitò. Cort venne in silenzio come sempre ma sapevo che quello era il suo modo personale di trattenere tutte l’emozioni che io gli scatenavo e che minacciavano sempre di fargli perdere il controllo.
- Non lasciarmi…- Non gli permisi di uscire dal mio corpo, avvinghiai le gambe ai suoi fianchi sistemandomelo il più comodamente possibile. La sua risata calda mi accarezzò il collo scuotendomi il corpo di brividi. Avrei voluto rimanere così per sempre e non dovermi preoccupare di nulla al mondo se non a dare più piacere possibile a Cort.
- Il tuo corpo caldo mi rende tutto più difficile… Non tentarmi, sai cosa mi succederebbe se mi rifiutassi di partire… preferisco sicuramente il campo di battaglia alla prigione…-
- E’ ancora presto, resta con me…- Me lo strinsi contro ancora di più ma sapevo che la mia era una partita già persa in partenza… sarebbe arrivato il momento di doverlo lasciare andare. Ci sono obblighi, responsabilità che ti costringono alla realtà. Cort lo sapeva meglio di me, cominciò a muoversi per liberarsi da solo ed io sapevo che non potevo fare proprio nulla per fermarlo…
- Lasciami andare principessa non voglio farti male… ti prometto che rimarrò ancora per un po’…- Gli credetti perchè sapevo che anche lui non aveva nessuna voglia di allontanarsi da me. Lo lasciai andare ma subito lo abbracciai e così fece lui con me, non volevo pensare che quelli potevano essere gli ultimi momenti passati insieme ma non ne potevo fare a meno, era un tarlo nella mente che non mi lasciava mai stare come un presagio che sapeva di morte. Non volevo pronunciarla ma la parola che affiorava alle mie labbra era ka-shume.
- Stringimi così forte da farmi venire i lividi sul corpo…-
- Ti stringerò così forte da farti sentire il mio cuore che batte per te soltanto…- E così fu davvero, il mio cuore prese a battere il ritmo del suo. Fece sentire meglio entrambi e ci sentimmo ancora più vicini ma forse anche più disperati per l’avvicinarsi del momento della separazione.
- E’ strano… per tutta la mia vita ho maledetto i confini di Gilead che non ho mai potuto varcare e ora che posso farei di tutto per rimanerne all’interno, specialmente all’interno di queste quattro mura… mi hai veramente cambiato Vanny, non so se in meglio o in peggio ma mi hai cambiato…- Cort disorientato non mi era molto d’aiuto, cercava risposte nella persona che aveva solo domande da porre. Sapere però che aveva notato il cambiamento che aveva fatto mi fece sentire un po’ orgoglioso. In pochi erano riusciti a cambiare Cort: i suoi Maestri ed io. Non volevo perderlo proprio ora che lo stavo scoprendo del tutto, proprio ora che le nostre anime si stavano rivelando all’altra.
- Promettimi che starai attento…-
- Niente di più facile da quando ci sei tu ho finalmente trovato un buon motivo per vivere…- Lo guardai disperato cominciare a vestirsi, un momento che non avrei mai voluto vivere. Gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai poi con un solo sguardo gli giurai amore eterno.
- Te ne darò altri quando tornerai da me…-
- E’ una promessa?. Mi sorrise facendomi capire di aver compreso la mia silenziosa dichiarazione. Smorzò l’atmosfera dandomi un pizzicotto sul sedere ma io continuai a guardarlo serio in volto per rendere ancora più sincere le mie parole e i miei pensieri…
- E’ una promessa-. Mi baciò e se ne andò. Non avevo la forza di accompagnarlo fino alle stalle, sarei crollato molto prima di arrivarci. Appena mi diede le spalle capii subito che non sarei resistito a lungo senza di lui, ne ero troppo dipendente per poterne fare a meno. Rimasi nel letto a respirare il suo odore e piangere lacrime che avevano ancora il suo sapore. Mi venne la tentazione di prendere il primo cavallo e corrergli dietro ma sapevo che così l’avrei solo fatto incazzare. Sapevo che la mia dipendenza non era purtroppo ricambiata, mi amava sì ma non in quel modo totale e quasi malato che caratterizzava il mio essere. A me sembrava di non avere una vita senza di lui, mentre a volte avevo la sensazione di essere per Cort solo un piacevole optional, ma forse era solo la mia insicurezza a parlare. La lontananza di certo non migliorò tutti i miei pensieri negativi e non avere il controllo su quello che poteva stravolgere la mia vita in un secondo non mi lasciò tranquillo come se la possibilità di perdere Cort per sempre fosse diventata all’improvviso una certezza. Cercare di avere delle informazione, nonostante la mia influenza era impossibile e le precauzioni prese mi spaventarono più delle false notizie che giravano in città. Per la prima volta sia il Re che il suo vice, ovvero Steven ed All, si erano allontanati dal Regno lasciandolo praticamente indifeso e i pochi pistoleri rimasti in città bastavano a malapena per mantenerne l’ordine. Fu ancora peggio, una vera pugnalata per me, la decisione presa per quanto riguardava l’assenza del Maestro. Non si sapeva quanto Cort sarebbe stato via e molti credevano che forse non sarebbe mai più tornato quindi il Consiglio lo sostituì il giorno stesso della sua partenza in modo che le lezioni potessero andare avanti senza nessuna sosta. Per quanto mi riguardava misi subito in chiaro che io non avrei ripreso le mie lezioni fino al ritorno di Cort, mi misi in lutto come se fossi una vedova di guerra. Nei giorni a seguire furono poche e sporadiche le notizie che giungevano a Gilead e soprattutto riguardavano le vittorie e non le perdite per la giusta propaganda del regno. Ogni giorno però altri pistoleri venivano richiamati al confine e questo poteva voler dire solo due cose o la battaglia era più dura di quel che si pensasse all’inizio o i nostri venivano abbattuti con innaturale facilità… I morti rimanevano sul campo, i vivi li onoravano in silenzio e questo non mi permetteva di sapere nulla di Cort. Se volevo sapere se era vivo o morto potevo fare una cosa sola: raggiungerlo e vederlo con i miei occhi. Ci pensai sette giorni di lacrime e preghiere, al settimo mi alzai all’alba con un solo pensiero: prendere il cavallo più veloce del regno per correre da lui. Come lo pensai lo feci, sperando di mancare a Cort abbastanza da non farlo incazzare alla mia vista ma anche incazzato mi sarebbe andato più che bene perché voleva dire che era ancora vivo e combattivo. Il viaggio non fu facile mi dovetti fermare più e più volte ma avendo come obiettivo di raggiungere il campo prima che facesse notte cercai di portare me e il mio cavallo allo sfinimento. E ci riuscii. Dovetti chiedere a decine di uomini prima di raggiungerlo, chi non sapeva, chi era troppo intento a sbavarmi addosso per potermi dire qualcosa, chi sapeva ma voleva qualcosa in cambio dell’informazione e quel qualcosa ero io. Mi sentii più in pericolo appena arrivato che in tutto il viaggio sostenuto. Dopo tanto penare riuscii ad arrivare a destinazione e con un po’ di fortuna evitando sia Steven che All. Cort lo vidi appena fuori la sua tenda intento a stirarsi la sua enorme schiena, indossava solo i pantaloni che aveva tirato su fino al ginocchio. Si voltò appena percepì la mia presenza ovvero subito.
- E tu che diavolo stai facendo qui? Ti avevo detto di restare a casa per il tuo bene!- Con le mani ai fianchi e gli occhi sporgenti dalla sorpresa sembrava che avesse appena visto un fantasma e forse apparivo proprio così vista la mia spossatezza e il fatto che mi trovavo nel luogo in cui lui mi aveva espressamente vietato di andare. Ma sapeva bene che io oltre al fatto di essere nato per amarlo ero nato anche per disobbedirgli su ogni cosa, d’altronde anche per questo mi dava della principessa…
- E’ un bene tenermi lontano dall’uomo che amo?- Non osai avvicinarmi non sapendo bene quale reazione aspettarmi. Sembrava contento ma non volevo di certo sfidare la fortuna con lui…
- Mi sei mancato così tanto che non ho proprio voglia di discutere con te…- Appena fece il gesto di avvicinarsi io mi buttai tra le sue braccia respirando quel forte odore che mi era così mancato in quei giorni.
- … mi sei mancato così tanto anche tu, non sai cosa ho passato senza di te senza sapere che fine avevi fatto…- Mi abbracciò forte la vita, una mano l’appoggiò pigramente sul sedere l’altra me la passò tra i capelli… quanto mi era mancato…
- Shh principessa ora è tutto passato…- Così vicino potei vedere le sue condizioni che inizialmente mi parvero abbastanza buone ma poi vidi una brutta ferita sopra il suo ginocchio. Sembrava come se gli avessero sparato e che lui con un coltello da macellaio avesse estratto la pallottola da solo… conoscendolo probabilmente era proprio così che era andata…
- Sei ferito?!-
- Non è così grave come sembra, domani sarà già tutto passato…- Sapevo che aveva ragione, durante gli esami subiva ferite ben più gravi, quindi mi rilassai e gli sorrisi malizioso cercando di ricostruire lo stesso rapporto che avevamo a casa, era quello che mi mancava ed era quello che rivolevo indietro.
- Un’altra cicatrice sul tuo corpo…-
- Un’altra di cui andarne fiero…- Se non avesse avuto me nella sua vita non avrebbe mai detto una simile frase. Prima di me aveva odiato ogni sua singola cicatrice e forse se ne vergognava anche un po’.
- Un’altra da amare e da baciare…- Baciai lui come a volerlo divorare ma subito la situazione si rivoltò diventando io il divorato… non ero l’unico ad aver sofferto la lontananza…
- Dovrei levarmi la cinghia e punirti per avermi disobbedito…- Mi strizzò le natiche con forza facendomi mordere le labbra per non sospirare rumorosamente di piacere… ma gli feci ben capire quello che volevo sfiorandogli appena l’inguine…
- Perché non te la levi per fare ben altro?-
- Qualche proposta?- Non allentò la sua morsa e non fui di certo io a chiedergli di farlo anzi mi strinsi ancora di più a lui…
- Io e te chiusi in quella tenda per tutta la notte…-
- Un sogno bellissimo…- Sospirò come se davvero potesse solo sognare una cosa del genere… ma per quale motivo credeva che l’avessi raggiunto? Per una partita a Castelli forse? No davvero!
- … che ho intenzione di far diventare realtà molto presto…-
- Molto presto?- Inclinò la testa guardandomi finalmente con aria di sfida che somigliava molto ad uno sguardo da predatore…
- Ora è troppo tardi per te?-
- Nay è perfetto… che aspetti ad entrare?- Mi beai per la sensazione ritrovata di sentirmi divorare da lui, mi sentii di nuovo appartenere al mio uomo. Rimasi imbambolato tra le sue braccia incapace di staccare gli occhi da lui…
- Il tuo invito…-
- Come una perfetta principessa…- Sorrise ma con gli occhi mortalmente seri mi fece entrare nella sua tenda. La vicenda era seria davvero dovevamo ritrovarci come coppia e ritrovare i meccanismi che facevano girare la nostra storia. Era un po’ come rivivere la nostra prima volta… In realtà ad essere un problema non era il tempo che ci aveva divisi, ma come Cort lo aveva passato, si era trasformato di nuovo nella macchina di morte che era un tempo e quel suo lato non era capace di sentimenti, forse neanche per me…
- Carino qui…- All’improvviso mi sentii nervoso senza sapere neanche io il perché, dopotutto non eravamo due estranei, lui era Cort ed io… beh ero io…
- Non abbiamo né il tavolo né il pianoforte in questa tenda…- Vidi anche Cort un po’ disorientato ma lo mascherò meglio di me…
- Qualche problema?- Lo guardai sfidandolo e lui accettò subito la sfida prendendomi in braccio e poi facendomi sdraiare per terra. Mi sorrise malizioso e si stese sopra il mio corpo… le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto…
- Per me no… a me basta averti sotto di me in questa posizione…-
- Ogni volta che vuoi Cort…- Cominciò a baciarmi e ad accarezzarmi ovunque, la tenda era un po’ stretta ma questo andava a nostro favore costringendoci a stringerci ancora di più nelle braccia dell’altro. All’improvviso smise di toccarmi, mi guardò perplesso e un po’ impacciato mi disse quello che non avrei mai pensato di sentire dalle sue labbra…
- Vuoi andarci piano?-
- Perché?- Lo guardai confuso sia perché ormai il mio cervello era partito per il piacere che stavo provando sia perché Cort a volte è davvero un mistero …
- E’ trascorso un po’ di tempo dalla nostra ultima volta…-
- Non pensare a queste cazzate!-
- Non essere scurrile principessa…- Con la mano sul mio sedere mi diede un pizzico che probabilmente mi avrebbe lasciato il segno per giorni. Sorrisi malizioso e cominciai a spogliarlo e così anche lui… finalmente avevamo ingranato e niente e nessuno ci avrebbe più fermato.
- Scopami Cort…- La risposta me la diede direttamente il suo corpo che entrò prepotentemente dentro di me proprio come desideravo io. Mi fece male, per essere sincero molto male, ma sospirai di piacere ugualmente per la sensazione di ritrovata completezza…
- Come ha osato il tuo corpo dimenticarsi di me?- Controllandosi rimase fermo nel mio corpo facendoci tremare entrambi, riuscii appena a rispondergli mentre cercavo di muovermi per avere quel piacere che mi ero venuto a prendere rischiando un viaggio da Gilead fino a lì.
- Dimenticarti?-
- E’ passata solo una settimana e già si è scordato di come lo voglio io… di come l’ho plasmato per tutto questo tempo… sei di nuovo così stretto…-
- E’ anche segno di assoluta fedeltà…- Ghignò e poi riprese a montarmi con un ritmo che non riuscii a sostenere a lungo, nonostante fosse quello che volevo il mio corpo era troppo stanco e dolorante. Non riuscii a trattenermi dall’urlare e quando venni lo feci nella sua mano, se non mi avesse masturbato non avrei mai raggiunto l’orgasmo…La mia mente la vedeva come una fantastica riconciliazione, il mio corpo come una violenza. Non dissi niente a Cort e lui rispettò il mio orgoglio non commentando nulla. Si stese al mio fianco mi mise un braccio intorno alla vita stringendomi a sé, ero ancora sconvolto ma essere stretto a lui mi fece sentire immediatamente meglio.
- Mi hai riaperto la ferita… ti ricorda qualcosa?- Rise mentre si tamponava come meglio poteva la ferita sul ginocchio. Sapevo che non era niente di grave, quindi mi limitai a sbuffare e ad avvicinarmi ancora di più a lui… stavo quasi sopra il suo corpo.
- Hmmm… aye…-
- Ti comporti ancora come il ragazzino inesperto e goffo dei primi nostri incontri…-
- Ma come amante sono parecchio migliorato…- Mi misi seduto stando bene attento dove mettermi per sentirlo sospirare, per una volta volevo che fosse lui in mio potere e non il contrario…
- Vanny…- Come sussurra il mio nome lui non lo fa nessun altro, in modo perverso ma anche estremamente etereo, tale da farmi rabbrividire di piacere e di desiderio…
- Hmmm?- Sapevo cosa voleva ma sentirglielo dire mi accaldava come una sua carezza intima…
- Non mi stancherò mai di fare due cose: l’amore con te e la guerra… quando ci sei tu la guerra viene del tutto dimenticata…-
- Io invece non mi stancherò mai di fare una sola cosa, l’amore con te… stai giù…-
- … credo che ci sentirà tutto il campo stanotte…-
- Qualche problema?-
- Assolutamente no… Scendi giù principessa… fammi godere…- La sua richiesta venne subito accolta come accolto fu il suo corpo dentro di me appena mi abbassai su di lui. Mi morsi le labbra a sangue per la profondità delle emozioni che mi investirono ma non riuscii a trattenere i gemiti di piacere che finalmente provai nel donarmi a lui.
- Ahh…-
- … di più…- Cort ad ogni scontro dei nostri corpi alzava il bacino per venirmi maggiormente in contro ed impalarmi con tutta la sua lunghezza. Mi sembrava impossibile riuscire a contenere tanta carne nel mio esile corpo…
- Ahhhh…-
- … ancora…- Sentivo il suo sguardo su tutto il mio corpo e sapevo che stava facendo l’amore con tutto me stesso, questo mi diede la forza di continuare ad abbassarmi e ad alzarmi ancora e ancora…
- Ahhh… Ahhhh…-
- … prendilo tutto Vanny…- Arrivai così in fondo da accarezzargli i testicoli con la pelle delle mie natiche, faceva male ma solo Gan sa quanto mi sentivo bene e quanto era meraviglioso quello che stavamo facendo…
- Gaaan…- Ero vicino all’orgasmo ormai le forze mi avevano abbandonato e la tentazione di lasciare tutto il resto a Cort era grande ma il suo sguardo mi spingeva a continuare perché sapevo che così avrebbe goduto di più, lo spettacolo di me che mi impalavo su di lui lo mandava in paradiso, e questo se lo meritava anzi ce lo meritavamo…
- … continua così piccolo…-
- Cort…-
- … sei perfetto principessa…- Nello stesso momento in cui venni la tenda mi crollò addosso… a forza di sbatterci sopra con la testa evidentemente i paletti si erano sfilati dalla terra con il risultato che mi trovai sdraiato su Cort con la tenda su di noi che quasi non mi faceva respirare. Sentii Cort sghignazzare mentre io avrei voluto solo sprofondare dalla vergogna, sapevo che fuori c’erano persone che si stavano chiedendo cosa stesse succedendo… e soprattutto mi imbarazzava il fatto che saremmo dovuti uscire per rimettere tutto a posto. Tutti sapevano quello che avevamo appena fatto, entrambi non eravamo stati per niente silenziosi, ci eravamo dati all’altro con il corpo e la mente ma anche con una bella tonalità di voce.
- Che vogliamo fare principessa?- Sghignazzò come se le cose che preoccupavano me non lo sfioravano per nulla, anzi trovava la cosa addirittura divertente… sadico bastardo!
- Scemo smettila di ridere!-
- Ti adoro quando arrossisci per la vergogna… beh ti adoro ancora di più quando arrossisci per quello che ti faccio io…- Cercò di intrufolarsi nel mio corpo ma io scacciai le sue mani prima che mi potessero mandare in tilt… un suo tocco era capace di farmi dimenticare di tutto e di tutti e forse non era poi una brutta cosa vista la situazione…
- Smettila! Come facciamo? Non ho nessuna intenzione di uscire e mostrarmi nudo davanti a tutti!-
- Ed io non ho nessuna intenzione di mostrare una simile meraviglia ad occhi che non sono miei… Uscirò io… tu nel frattempo cerca di metterti qualcosa addosso…- Mi succhiò la lingua in un modo tale che temetti quasi che me la strappasse, più che un bacio mi sembrò che mi stesse divorando… alla fine lasciai che le sue mani facessero quello che gli parevano sul mio corpo e non me ne lamentai affatto, anzi.
- Non voglio che tu vada là fuori…-
- Ormai sanno già quello che abbiamo fatto qui dentro ragazzino… daremo solo un po’ più di spettacolo anche se vedere nudo me è più una punizione che altro…- Risi offuscato dal piacere che quelle dita riuscivamo a darmi stando semplicemente ferme dentro di me, avevo già quasi dimenticato tutto e il mio unico pensiero ormai era sentirle muovere come se stessero facendo l’amore con me o come se mi stessero preparando ad accogliere il suo intero corpo…
- Scemo…- Mi liberò della sua intrusione e subito la mia mente si schiarì rigettandomi nel panico del momento e quando si staccò da me ebbi la tentazione di aggrapparmi a lui per non uscire per nulla al mondo, dopotutto potevamo dormire anche così, sarebbe stato scomodo ma non impossibile…
- Sbrigati a vestirti e a raggiungermi così possiamo sistemare la tenda-. Quando rimasi solo cercai qualcosa da indossare e una sua maglietta mi sembrò l’abito perfetto, dopotutto mi copriva fino al ginocchio… molto più decente della mia solita vestaglia… Uscii e di certo non mi sarei mai aspettato tanta gente intorno a me… forse avevamo un po’ esagerato, forse un po’ troppo. Camminai a testa china fino a Cort ma non fu lui il primo a parlare ma Steven che mi sembrò più stanco e depresso che infuriato…
- Si può sapere cosa succede?-
- Io non ho ancora detto niente, ti ho voluto aspettare per godermi le tue imbarazzanti spiegazioni!- Se ne avessi avuto la forza in quel momento avrei preso a pugni Cort fino a cancellargli quel sorrisetto malizioso che gli disegnava le labbra… sapeva essere un sadico figlio di puttana fino al midollo. Godeva nel mettermi in difficoltà…
- Che stronzo!- Gli lanciai dei pantaloni perché sapevo che se anche non lo dava a vedere la sua nudità lo imbarazzava, c’era ancora molto da lavorare su di lui…
- Non tenermi il broncio principessa non ti si addice!- Mi fece la linguaccia ma io lo ignorai cosa che sapevo non apprezzava affatto. In tutto questo Steven venne del tutto dimenticato finché non prese parola ed io tornai ad arrossire come un pomodoro…
- Ho già una mezza idea di quello che è successo… anzi mi correggo tutto il campo ha una mezza idea di quello che avete combinato ma voglio saperlo direttamente da voi: che è tutto questo casino?- Borbottai una risposta che venne udita solo da noi, non volevo rendere ancora più pubblica una situazione che sarebbe dovuta rimanere solo tra me e Cort… e non tutto l’esercito di Gilead…
- Se lo sai già non chiedermelo tanto è quello che pensi…-
- Cazzo datevi una regolata! La ferita di Cort si è pure riaperta! Domani mi servi in prima linea scemo!- Cort rimediò una gomitata nello stomaco che non lo smosse per niente anzi continuò a scherzare con Steven come se non fosse stato appena ripreso dal suo Re. Il suo obiettivo era mettere in crisi me, per lui il problema era risolto… anzi non c’era mai stato…
- Per domani sarò in piena forma… e questo grazie anche alle cure amorevoli e miracolose della principessa…-
- Sarà meglio per te, non voglio perdere il mio uomo migliore solo perché non siete riusciti a tenere a bada i vostri ormoni!-
- Quanto sei acido… forse Sunny non sta rallegrando la tua nottata come vorresti?-
- Sta’ attento a te Cort! Un giorno potrei anche stancarmi delle tue battutine!- Se ne andò lasciando la questione in sospeso più stanco di quando era arrivato, sperai che All avesse la medicina giusta per lui come Cort l’aveva per me…
- L’hai fatto incazzare per l’ennesima volta…- Lo guardai esasperato un po’ in ansia per lui per il suo comportamento indisciplinato, certamente non dava di sé l’immagine del servo fedele anche se la sua lealtà non era assolutamente in discussione…
- Mi diverto troppo per non farlo!-
- Ti divertirai anche quando ti segregherà nelle segrete per un bel po’ di tempo?- Ipotesi assurda ma solo perché era il mio compagno ma forse un giorno Steven si sarebbe incazzato veramente e la mia protezione non sarebbe servita più a nulla…
- Nay sarà meno divertente ma solo perché non ci sarai tu a ridere insieme a me…- Gli sarei solo voluto saltare addosso… sapeva essere stronzo ma sapeva anche stupirmi con la sua insolita e criptica dolcezza… Lo guardai montare di nuovo la tenda e mi stupii ancora una volta il fatto che ero riuscito a rendere realtà il mio sogno: quell’uomo era il mio uomo e ancora non mi capacitavo di come ci ero riuscito. Quando mi invitò di nuovo ad entrare gli sorrisi come facevo ogni volta che ricordavo di aver compiuto un incredibile miracolo.
- Stavolta reggerà?- Lo guardai preoccupato, non volevo di certo ripetere una vergogna simile… ovviamente non mi passava minimamente per la mente di moderare il nostro comportamento… dopotutto non avevo raggiunto Cort per fare il bravo bambino…
- Dipende da te principessa, sei tu che l’hai fatta crollare…- Mi sorrise maliziosamente come a promettermi il ripetersi dell’accaduto… non sapevo se sentirmi eccitato od oltraggiato… ovviamente scelsi l’eccitato…
- Non senza il tuo aiuto…- Borbottai ed entrai senza dire più una parola, dopotutto ci eravamo già detti tutto… Cort si sdraiò per primo e questo in genere voleva dire che per quella notte avevamo dato abbastanza… io non ero dello stesso parere… Mi stesi sul suo corpo e la prima cosa che feci fu infilare una mano nei suoi pantaloni e gli sospirai nell’orecchio per trasmettergli tutto il mio desiderio. Mi sfregai su di lui fino a quando non fu lui stesso a bloccarmi i fianchi. Lo guardai leccandomi le labbra e gli dissi chiaramente il motivo della mia visita: la mia totale astinenza di lui…
- Stanotte voglio darti tutto quello che ho desiderato darti in questi giorni di lontananza…-
- Non devi…- Voleva che lo facessi, probabilmente era la prima cosa a cui aveva pensato appena mi aveva visto, lo dico perché è stata la prima cosa a cui ho pensato io quando l’avevo visto, volevo tornare ad essere il suo amante in ogni modo possibile…
- Infatti lo voglio…- Mentre mi accarezzava i capelli nel suo personale modo perverso io mi abbassai sul suo corpo baciandolo centimetro per centimetro. Lui mi aiutò spingendomi la testa sempre più giù, se fosse stato per me sarei rimasto un’eternità intera a venerarlo… evidentemente aveva più fretta di me… Mi tuffai con la lingua nel suo ombelico e contemporaneamente gli sfilai i pantaloni con l’unica mano libera, non lo avevo ancora liberato dell’altra che era ancora ben ferma intorno al suo membro. Quando arrivai alla sua altezza eravamo tutti e due al limite, lo presi faticosamente in bocca e cominciai a divorarlo quanto più potevo il più velocemente possibile, lo volevo sentire riempirmi tutto e soprattutto volevo sentire il suo sapore unirsi al mio. Già sapevo che quando sarebbe venuto io mi sarei sbrigato ad ingoiare il più velocemente possibile per non perdermi neanche la più piccola goccia… Successe proprio così quando venne, leccai anche lo sperma che mi aveva sporcato le labbra e quello che era rimasto sul suo corpo, poi mi stiracchiai come un gatto che ha appena bevuto il suo latte e mi stesi affianco a lui. Non parlammo, non ce ne era tempo, ci baciammo per assaggiare il sapore dell’altro prima che quello di Cort scomparisse dalla mia bocca. Essendo un pistolero e lui il Maestro ne avevamo di fiato e ci baciammo a tal punto che alla fine le nostre labbra si erano indolenzite. Cort mi sorrise, di riflesso lo feci anche io era così raro vederlo sorridere che mi faceva sempre mancare un battito quando succedeva un simile miracolo. Aveva ancora molte ferite da curare ma io ero persuaso a curargliele una per una con tutto il mio amore e avevo tutta l’eternità a mio favore.
- Sai sempre quello che desidero vero?- Mi guardò serio mentre io allargai il sorriso, era una domanda fin troppo facile a cui rispondere, specialmente dopo una notte del genere…
- Non io… il mio corpo lo sa…-
- Se io ti do questo dito tu sai cosa farci vero principessa?- Stavolta fu lui ad allargare il sorriso maliziosamente mentre una luce nuova gli illuminava lo sguardo, mi stava sfidando ma era una sfida che io avrei vinto facilmente… dopotutto era lo scopo della mia vita…
- Vuoi una dimostrazione?- Ero divertito dalla cosa e lo sembrava anche lui…
- Aye…- Mi mostrò il suo indice come a volermi zittire ma io sapevo che voleva ben altro da me, non era telepatia semplicemente volevamo la stessa cosa…
- L’avrai…- Prima glielo leccai come avevo leccato e succhiato una diversa parte del suo corpo, poi con il mio indice lo guidai lungo il mio corpo fino alla valle delle mie natiche. Feci scivolare il suo dito insieme al mio nel mio ano forzandone i muscoli, sfilai il mio e lasciai che il suo sprofondasse dentro di me. Mi leccai le labbra, il suo tocco mi rendeva impossibile mantenere un minimo di serietà quindi mi dovetti concentrare per poter parlare senza balbettare. Ovviamente quel dito non se ne stava fermo dove l’avevo lasciato io…
- E’ questo quello che volevi?-
- Oh sì…ora che ne dici di dormire così? Vorrei tanto addormentarmi tra le tue cosce strette…-
- E io vorrei tanto che ci rimanessi… Buonanotte Cort…-
- ‘Notte principessa…- Sapevo che avrebbe passato la maggior parte della notte a guardarmi dormire o a pensare quindi mi limitai a sorridergli e a stringermi a lui. La notte per me sarebbe stata sicuramente bella con una sua parte dentro di me, la sua presenza mi dava tranquillità e sicurezza ma prima mi sarei dovuto abituare ai piccoli brividi e scosse di piacere che quel dito sapeva darmi. Mi svegliai che lui era già sveglio o forse non aveva dormito affatto. Rimanemmo in silenzio con il solo rumore delle sue carezze sui miei capelli che ci faceva da compagnia, non era un giorno come un altro quello, sarebbe stato un giorno di guerra e forse per Cort non ce ne sarebbe stato un altro… io lo credevo ancora imbattibile ma lui nel campo di battaglia aveva perso un po’ di quella sicurezza che lo aveva sempre contraddistinto. Sembrava più umano e questo mi faceva un po’ paura. Non riuscii più a stare fermo per il nervosismo, non poter fare niente per lui mi divorava. Mi alzai per non doverlo più guardare e pensare che quelli potessero essere i nostri ultimi momenti…
- Dove diavolo sono finiti i miei vestiti?-
- Sotto ai miei-. Gattonai fino ai piedi del giaciglio ma non feci in tempo ad arrivare che sentii il corpo caldo di Cort sopra il mio, era eccitato molto eccitato e questo bastò ad eccitare anche me… Mi spinsi contro di lui ma le sue mani mi tennero fermi i fianchi vietandomi qualsiasi piacere, gemetti per il disappunto, parlare era una cosa impossibile con la bocca che mi si era totalmente seccata.
- Sta’ fermo…- La sua voce mi accarezzò l’orecchio e questo mi fece rabbrividire tutto, ovviamente la vibrazione del mio corpo si trasferì nel suo. Mi sorprendeva sempre vedere l’effetto che gli facevo, come potevo avere un potere tale su un semidio come lui… solo pensare questo mi faceva quasi venire…
- Cort…-
- Gan quanto ho sognato poterti prendere così…-
- …tutto tuo Cort…- Lasciai fare tutto al suo corpo, le sue mani imposero un ritmo che se avessi avuto io il controllo non sarei mai riuscito a sostenere. Al di là di ogni mio dolore le nostre disperazioni si incontrarono alla perfezione; il mio corpo per dare sollievo al suo superò ogni suo limite di sopportazione facendoci godere come se stessimo facendo l’amore normalmente, magari ne avrei pagate le conseguenze in un secondo momento ma ora non importava nient’altro che noi. Riuscì a rassicurarmi come mai le sole parole avrebbero potuto fare. Quando lo sentii venire crollai esausto con lui ancora sopra e dentro di me. Non avevo la forza di fare o dire nulla ma in fondo non c’era nulla da dire e per quanto riguardava il fare mi andava più che bene averlo ancora dentro il mio corpo. E per Cort era ovviamente lo stesso…
- Adesso posso anche morire…- Mi lasciai leccare l’orecchio ma gli tirai forte i capelli per punirlo per quello che aveva osato solo dire…
- Non devi neanche dirlo brutto scemo! Non mi faccio spaccare in due per sentirti dire questo!-
- Ah no!? Cosa vorresti sentirti dire allora?-
- Vorrei sentirti dire ‘vivo solo per poterlo fare di nuovo e di nuovo ancora… per sempre…- Sospirai un po’ rassegnato sapevo che non potevo aspettarmi nulla di tutto questo, da lui avevo l’amore schietto e passionale ma difficilmente quello romantico…
- Non ti pare un po’ troppo sdolcinato per un tipo brutto e cattivo come me?-
- Proprio per questo mi piacerebbe sentirtelo dire…- Lo sussurrai come se non volessi essere sentito ma era ovvio che Cort mi avrebbe sentito eccome, anzi per lui sarebbe stato un urlo dentro l’orecchio. Chiusi gli occhi, vedere il suo sorriso beffardo mi avrebbe fatto male e se possibile non avrei neanche voluto sentire le sue battutine. Ma Cort sa sempre come sorprendermi: a volte con frasi che mai gli avrei potuto attribuire, frasi che me lo fanno amare ancora di più…
- Vivo solo per te Vanny-. Spalancai gli occhi e girai la testa per guardarlo meglio, vidi che era mortalmente serio e mi venne naturale sorridergli e cercare maggior contatto con il suo corpo strusciandomi contro…
- Questo è ancora meglio…-
- Lo so ed è esattamente quello che penso principessa. Sei diventato una splendida abitudine, sai Vanny?- Si sistemò meglio nel mio corpo e con la scusa si fece ben sentire… e quanto mi piacque… non solo fisicamente ma mi fece bene anche spiritualmente. Sentirgli dire quelle parole e sentirlo così prepotentemente dentro di me mi curò alcune ferite che la guerra mi aveva causato e mi tranquillizzò un po’ per il futuro…
- Lo so e l’abitudini sono difficili a morire…-
- Praticamente impossibili…- Portò le mani sul mio sedere e me lo strizzò maliziosamente, mi lasciai scappare un gemito, mi fece sentire ancora di più la sua presenza dentro di me con quelle mani manipolatrici…
- Converrai con me allora sul fatto che non posso proprio andare a via…-
- Nay… dovresti proprio andare via…- Mi morsi le labbra per resistere alla spinta ben assestata del suo corpo ormai eccitato nel mio, ovviamente la resistenza non era nei suoi confronti ma mia per non farmi perdere il controllo… cosa che poi non mi sarebbe dispiaciuta affatto ma sapevo che Cort stava solo giocando con me…
- Forse… ma non per questo lo farò…-
- E’ pericoloso stare qui… la guerra rende gli uomini delle bestie…- Si fece improvvisamente serio ed io con lui, non aveva nessuna speranza di mandarmi via e volevo che questo gli fosse ben chiaro e nessun suo giochetto mi avrebbe convinto del contrario…
- So difendermi da solo…-
- Sappiamo tutti e due che non è così-. Rilassò il suo corpo nel mio, anche lui aveva smesso di giocare ma non mi avrebbe convinto comunque, avrebbe potuto dire e fare qualunque cosa ma io sarei rimasto sui miei passi.
- Rimarrò nella tenda…-
- Devo essere proprio pazzo a non mandarti via… pazzo… disperato… irrimediabilmente innamorato… ma non so se Steven ti permetterà di rimanere…- Mi baciò il collo e mi strinse di nuovo a sé ormai la partita l’avevo vinta io o forse era patta perché non credo che Cort avesse poi tanta voglia di mandarmi via…
- Me lo permetterà, non può negarmi più nulla dopo che ti ha costretto a venire qui-.
- Sai non saresti niente male come Re, sicuramente hai più determinazione di Steven… per il resto rimani una schiappa…- Finalmente riprese a ridere e ad alleggerire la situazione, mi piaceva sentire la sua risata era come avere la rassicurazione che tutto sarebbe finito bene. Mi rilassai anch’io e tornai a sollevarmi per spingermi ancora di più contro il suo corpo, quello per me era il modo migliore di conciliarci… anche il più piacevole…
- Non devo essere un pistolero provetto per stare al tuo fianco quindi mi accontento di essere una schiappa… poi ci sei tu che sei abbastanza forte per tutti e due…- Lo guardai sicuro delle mie parole e Cort riguardandomi mi diede la conferma, ero certo che avrebbe dato la sua vita per me…
- Come mai finisci sempre per convincermi?-
- Forse perché sono tutto quello che ti serve… non sei arrivato ad amarmi quanto io amo te ma forse stai sulla giusta strada…-
- Sta’ zitto ragazzino non lo puoi sapere…- Schiacciò la testa sui miei capelli e si perse nel loro odore e fu un gesto così tenero e privo di malizia che dovetti cambiare argomento per non piagnucolare come una bambinetta. Nonostante fosse nel mio corpo aveva scelto un gesto simile per esprimere tutto il suo amore… dopotutto un po’ romantico lo era eccome…
- Torni stasera?-
- Te lo prometto… dovrei alzarmi…- Si premette ancora di più contro di me per farmi sentire quanto era nuovamente eccitato… ma anche quanto era frustrato dall’intera situazione. Se fossimo stati a casa saremmo stati già a fare l’amore di nuovo senza preoccuparci di una guerra che sentivamo completamente estranea.
- Proprio ora…- Anch’io mi premetti ancora di più contro di lui poggiando una mano sul suo sedere sodo… Era da poco tempo che mi permetteva di toccarlo da quelle parti, ma ora che me lo permetteva lo facevo spesso, mi piaceva farlo e forse un po’ piaceva anche a lui, e un giorno mi sarei azzardato a fare anche di più…
- Proprio ora… farò tardi altrimenti… e poi non sei in condizioni di fare nulla in questo momento…- Si tirò fuori e mi uscii un lamento che sembrò provenire da tutto il mio corpo. Sentirmi pieno di lui era la cosa migliore che potessi desiderare e che lui potesse fare…
- Ti sbagli!-
- Dopotutto questo tempo credo di conoscere meglio io il tuo corpo che tu stesso e credimi non ne sei grado… ci vediamo stasera principessa sperando che tutto qui sia tornato a posto…- Mi leccò l’ano infiammato che io stesso sapevo ma non volevo ammettere intoccabile per almeno per qualche ora, la troppa passione aveva purtroppo lasciato segni dolorosi sul mio corpo. Gli accarezzai i capelli spingendo la sua testa ancora di più contro la mia carne, la sua saliva sembrava lenire il fuoco che sentivo tra le natiche e poi mi piaceva sempre sentire la sua lingua leccarmi e cercare di entrarmi in profondità.
- Cort…- Mi schioccò un bacio sul mio ano e poi si alzò per vestirsi. Lo guardai nudo e mi godetti ancora una volta un tale spettacolo, un fisico perfetto e potente deturpato da decine di cicatrici che mi mandava a fuoco ogni parte sensibile del mio corpo, i miei ormoni gioivano impazziti ogni volta che avevano la fortuna di osservarlo. Per me è bellissimo, ogni sua cicatrice è indispensabile e ogni sua parte nata al solo scopo di farmi impazzire. Quando poi osservo quella magnificenza enorme che ha tra le gambe i miei muscoli anali si contraggono come se lo stessero contenendo in quel momento, faccio l’amore con l’aria ma è con lui che immagino di farlo. Lui sa benissimo l’effetto che mi fa e su questo ci gioca tantissimo. Quel giorno ci mise un’eternità a vestirsi, o almeno così sembrò a me, ma quando mi sorrise maliziosamente e sapientemente capii che lo aveva fatto apposta, un ricordo per non farmi dimenticare cosa voleva dire stare con lui, quale sensazioni ed emozioni sapeva darmi quel corpo che mi aveva spudoratamente mostrato. La promessa che sarebbe tornato da e in me era stampato in ogni centimetro della sua pelle. Si abbassò a baciarmi e nell’orecchio mi sussurrò l’unica cosa che veramente importava: la sua incolumità…
- A dopo ragazzino…- Non dissi niente perché quella non doveva essere una promessa ma una certezza, lo vidi andare via che il sole era appena sorto nel cielo e tra me e me mi chiesi chissà quando lo avrei rivisto di nuovo. Mi vestii appena fui solo, non volevo dare a nessuno nessun motivo per importunarmi, mi ero ripromesso di non dare alcun fastidio a Cort e se qualcuno mi avesse dato fastidio certamente Cort non gliela avrebbe fatta passare liscia. Per evitare qualunque rischio rimasi tutto il giorno nella sua tenda senza mangiare ma soprattutto senza poter espletare i miei bisogni… ero sì addestrato ma rimanevo comunque una schiappa di pistolero! Verso il tardo pomeriggio ero arrivato a contare i secondi che mi dividevano da Cort … ma soprattutto che mi dividevano dalla liberazione della mia vescica che si stava gonfiando come un melone… Arrivai al punto di non riuscire più a stare fermo e muoversi in quella piccola tenda era una vera impresa. Finalmente tornò Cort ma le sue condizioni mi fecero dimenticare del tutto la mia vescica, come sempre quando si trattava di lui io mi azzeravo completamente. Il suo sguardo era vuoto, non lo avevo mai visto così, mi immaginai che quell’espressione era quella del ragazzino che era stato costretto a crescere nella violenza e nelle torture senza avere nessun’altra alternativa che quella di sopravvivere.
- Com’è andata?- Non mi aveva ancora guardato da quando era tornato e la cosa mi preoccupava. Sapevo di doverlo lasciare stare ma proprio per questo non potevo fare a meno di fargli sentire la mia vicinanza…
- La guerra non è un comune fatto della giornata che alla sera si può raccontare al proprio compagno… E’ una cosa fottutamente personale…- Soffrivo a vederlo in quello stato, si teneva tutto dentro ma io avevo abbastanza tocco da essere empatico almeno con lui.
- Ti senti in colpa?- Scrollò la testa non so se per negare o per frustrazione ma di certo era abbastanza esausto e instabile da perdere quasi il suo stoico controllo.
- … Non so neanche perché cazzo sto combattendo… perché quei bastardi stanno cercando di invadere Gilead…-
- Non te l’ha detto Steven?-
- Nay-.
- E tu non glielo hai chiesto?-
- Non ho il diritto di farlo, lui ordina io eseguo-. Divenne più arrabbiato ancora una volta per il suo status, certo doveva essere proprio frustante non avere la libertà delle proprie scelte. Intervenni ma già sapevo che era un errore ma non potevo stare a guardare il suo ego andare in pezzi senza fare nulla.
- Glielo chiederò io-.
- Non farlo non ho bisogno di una balia!- Mi mise una mano intorno al collo come se volesse strozzarmi, sapevo che non lo avrebbe mai fatto ma già l’atto mi spaventò abbastanza da farmela quasi sotto. Lesse la mia paura negli occhi e subito mi liberò, non mi chiese scusa ed io non me lo aspettavo di certo. Lo abbracciai dimenticandomi di tutto e cercando di farglielo dimenticare anche a lui. Non lo avevo mai sentito così rigido così difficile da farlo sciogliere sotto i miei tocchi e i brividi che provenivano dal suo corpo non erano certo di piacere…
- Ehi… rilassati, ci sono io con te…-
- Non voglio che tu mi veda in un simile stato…-
- Io invece voglio vederti eccome, voglio cercare di aiutarti in qualche modo…-
- Non puoi fare niente…-
- Posso starti vicino…- Capì subito il senso delle mie parole, cominciò a baciarmi con foga con le mani che già stavano nei punti giusti. La stimolazione del suo tocco risvegliò in me anche un altro tipo di bisogno che mi aveva perseguitato per l’intera giornata e che ora chiedeva la giusta attenzione. Con fatica cercai di creare spazio tra il mio corpo e il suo in modo da poter riprendere un minimo di controllo…
- Cort…-
- Che c’è?- Mi guardò preoccupato non essendo abituato ad un mio rifiuto e neanche alla più piccola protesta se per questo… cadevo sempre ai suoi piedi ogni volta che mi reclamava…
- Non che io non ti voglia, credimi ti voglio eccome, ma ho un piccolo problema…-
- Quale?- Abbassai lo sguardo vergognandomi come il ragazzino di quattro anni che ero stato…
- Devo assolutamente pisciare se non vuoi che me la faccia addosso…-
- Dici sul serio?- Spalancò gli occhi sicuro che fosse tutto uno scherzo, ma io infondo sapevo sempre come stupirlo anche se a volte non in modo positivo…
- Aye… non ce la faccio più…-
- Vieni con me ragazzino...- Mi scompigliò affettuosamente i capelli trattandomi come un bambino, non capivo come riusciva a comportarsi così quando per la maggior parte del tempo aveva ben altre idee in mente su di me…
- Non guardarmi così non mi sono mosso proprio per non darti alcun problema!- Mi difesi allontanandomi da lui con un broncio che arrivava fino ai miei piedi…
- Non pensavo a questo! Pensavo al fatto che un pistolero sta rischiando di pisciarsi sotto… non so se ridere o incazzarmi!- Ovviamente scoppiò a ridere scaricando un po’ della tensione che ancora gli appesantiva le spalle, mi finsi ancora offeso in realtà mi sentii sollevato, mi andava bene qualsiasi cosa pur di rendere più sereno Cort…
- Ehi non c’è bisogno di sfottermi ogni volta che deludo le tue aspettative…- Mi lamentai ma mi sentii per la prima volta sollevato da quando era tornato.
- Tu non mi hai mai deluso anzi mi hai sempre sorpreso e continui a farlo… La latrina è tutta tua, non permetterò a nessuno di vederti quindi fai quello che devi fare tranquillamente…- Si fermò a pochi passi da me facendomi scudo con il suo corpo imponente ma davvero non vedevo cosa c’era da nascondere in un sana pisciata in una latrina pubblica…
- Anche se ci fosse qualcun altro non mi disturberebbe molto sai?-
- Disturberebbe me-. Mi fece un sorriso malizioso che andò a poggiarsi delicatamente sul mio fondoschiena, scossi la testa giudicandolo senza speranza ma dopotutto la sua gelosia mi divertii… gli promisi con lo sguardo la ricompensa che sapevo desiderava…
- Solo tu riesci ad essere possessivo in una latrina… mi piace…-
- Scemo… sbrigati piuttosto…- Mi sembrò di pisciare per l’eternità forse perché farlo davanti a lui non mi metteva molto a mio agio. Mi sembrava di leggergli nel pensiero, la sua fretta, il suo bisogno, il suo desiderio o forse erano tutte cose che passavano per il mio cervello e che mi confondevano…
- …fatto… e ora?-
- Ora ho io un bisogno da dover soddisfare…- Si leccò le labbra e io feci altrettanto, attendevo solo che il mio predatore si facesse avanti e in genere non c’era da aspettare molto…
- Quale sarebbe…-
- Lo sai perfettamente principessa…- Mi addossai al muro al fianco della latrina e lo aspettai, mi godetti ogni suo singolo passo verso di me. Mi faceva impazzire come riusciva a dominarmi con il solo sguardo. Appena mi raggiunse mi stupì baciandomi quando ero convinto che mi avrebbe subito spogliato. Mi calai i pantaloni e me ne liberai io non riuscendo più a stare lontano dalla sua pelle. Mi mostrai a lui completamente nudo che si leccò le labbra pronto ad agire. Si slacciò i pantaloni, mi sbatté al muro e con incredibile facilità mi sollevò per farmi allacciare le gambe alla sua vita. Finalmente sentii la sua pelle sulla mia e fui felice di trovarlo eccitato e non feci in tempo a sorridere che lui scivolò prepotentemente dentro di me. Come sempre nessuna preparazione… dopotutto era così che lo volevo: duro e passionale…
- Vienimi incontro voglio che ogni centimetro di me si possa rifugiare nel tuo calore…- Dovevo ancora riprendere il respiro dallo shock iniziale ma mi fu naturale obbedirgli subito, costrinsi il mio corpo ad andare a ritmo del suo, a chiudersi e schiudersi per dare maggiore piacere ad entrambi, ero diventato molto bravo in questo, dopotutto la tanta esperienza mi aveva insegnato… Mi graffiai la schiena sul muro per impalarmi meglio e tirarmi fuori quando era il momento ma ovviamente non sentii nessun dolore troppo impegnato a gemere e a trattenere urla che si sarebbero sentite per tutto il campo. Morsi il suo collo per tapparmi la bocca ma la mano che mi accarezzava i capelli e l’altra proprio dove c’era la penetrazione non mi davano tregua. All’improvviso tutto si bloccò: lui dentro di me, io con un gemito strozzato in gola che aspettavo la spinta successiva…
- Grazie per essere qui… per ricordarmi il motivo per cui combatto…- Non disse altro costringendomi a guardarlo per spronarlo, i miei occhi erano così annebbiati da vederlo a malapena, in quel momento mi importava più di “sentirlo” che di vederlo…
- Quale?-
- Per preservare tutto il mio mondo… tu…- Ricominciò ad amarmi con una tale passione che non riuscii a trovare la ragione e il fiato per rispondergli… ma lo feci come meglio potei con il mio corpo che sapeva amarlo più di qualsiasi parola… Un forte bisogno di lui mi invase, sentivo una strana disperazione nascosta nell’incredibile piacere che ci stavamo dando… stranamente avevo bisogno di più, volevo altro piacere che potesse definitivamente scacciare dalla mia mente quell’insolita malinconia…
- Cazzo Cort quanto ce l’hai grosso…-
- Da quando è un problema?- Mi guardò perplesso, dopotutto non ero stato molto chiaro con la mia uscita, infatti si fermò preoccupato di farmi male. Mi sistemai meglio nel suo corpo impalandomi completamente nel suo…
- Non lo è mi fai solo desiderare di averlo tutto…-
- Principessa te ne do quanto ne vuoi…- Il suo sorriso malizioso fu accompagnato da una spinta che mi fece mordere le labbra e nonostante questo mi scappò un gridolino, finalmente si stava muovendo come volevo io e Gan mi sembrava quasi di vedere le stelle…
- …Ah… sì…- Gemetti e miagolai più di tutte le puttane messe insieme con cui era stato. Ormai il mio corpo non aveva più bisogno di ordini: si apriva e si schiudeva di sua volontà… Persi quasi conoscenza e quel briciolo che me ne rimaneva era totalmente sua, mi risvegliai dal coma solo dopo l’orgasmo che non mi ricordavo se averlo urlato o taciuto, la sua voce sussurrata nel mio orecchio che mi accarezzava come le sue mani incredibilmente delicate…
- Ehi principessa abbiamo visite…- Mi stropicciai gli occhi e il viso come se mi fossi appena risvegliato da un bellissimo sogno, sentii la mia voce roca come se appartenesse ad una terza persona uscire dalla mia gola. Ovviamente non mi ero ancora ripreso dall’orgasmo che mi aveva ridotto ad un essere vegetale, l’unica cosa che sentivo distintamente era il suo corpo ancora nel mio e il mio desiderio di trattenerlo ancora, mi venne naturale serrare maggiormente i glutei…
- Da quanto te ne importa? Non ti eccitava farti vedere mentre mi scopi?-
- Aye ma sono decisamente troppi anche per me… lasciami andare…-
- Averti dentro di me è la prova più concreta che sei ancora vivo e che sei tornato ancora una volta da me, come puoi chiedermi di lasciarti andare?- Rimasi con la testa china a respirare l’odore del suo collo, lo stesso odore che ora si era mischiato con il mio tra le nostre cosce.
- Se non ci fossero tanti spiacevoli spettatori non lo farei…-
- Me ne frego di loro… restiamo così per sempre…-
- …Quando andrò in pensione ci penserò seriamente, non credere che io abbia tanta voglia di uscire… Lo sentì? Sono nuovamente eccitato e vorrei fare tutt’altro che uscire… Ma c’è Steven che ci aspetta-.
- L’hai notato anche tu il suo servo?- Io l’avevo visto appena aperti gli occhi e anche se non ero preoccupato ero infastidito dalla sua presenza, sarebbero arrivati problemi ma non era quello il momento di pensarci, ora volevo pensare solo a Cort e a tutto quello che mi aveva dato e che avrebbe continuato a darmi in futuro…
- L’hai notato tu e vuoi che non lo noto io?- In effetti ero sicuro che lui aveva captato la sua presenza anche mentre stavamo facendo l’amore, dopotutto era il suo lavoro… non fare l’amore intendiamoci quello era un piacere…
- Dobbiamo proprio?- Lo dissi ma non accennai a rilassare il mio corpo rigido, non avevo alcuna voglia di perderlo anche se sapevo che era il momento di dividerci. Cort mi baciò e guardandomi negli occhi mi promise di continuare ad amarmi sempre anche con i nostri corpi divisi… io gli credetti.
- Aye-.
- Ok…- Lo lasciai andare e lui scivolò delicatamente fuori, rimanemmo abbracciati ancora, Cort sapeva quanto potessi sentire la sua mancanza subito dopo aver fatto l’amore con lui…
- Non te ne pentirai, avremo tutto il tempo di rifarci più tardi nella nostra tenda…- Era una promessa che mi faceva quasi ogni volta che era il momento di dividerci e devo dire che non ha mai mancato la parola… per mia fortuna.
- E’ una promessa?-
- Tu che ne dici?- Mi palpò il sedere in maniera decisa quasi da farmelo indolenzire ma mi scappò lo stesso una risata allegra, forse perché non riuscivo a stare senza le sue mani sul mio corpo…
- Che ti è difficile stare lontano dal mio culo!-
- Esatto!- Affondò le mani nei miei glutei e riuscì addirittura a portarmi all’altezza del suo viso… devo dire che la cosa mi piacque molto, un suo dito lo sentii pericolosamente vicino alla mia fessura infuocata. Non arrossii per la vergogna di avere un pubblico davanti a noi ma per il fuoco che sentii provenire da tutto il mio corpo per il desiderio di averlo di nuovo in me… ma dopotutto dovevo mantenere un certo contegno non essendo soli…
- Cooort!- Mi finsi oltraggiato ma non riuscii a convincere nemmeno me stesso figurarsi Cort… conosceva il mio corpo meglio di me…
- Sì?- La sua voce innocente mi fece infuocare ancora di più, avevo voglia di buttarmi tra le sue braccia per ricominciare tutto da capo, dopotutto ero ancora pregno del suo odore e pieno del suo seme che mi rendeva maledettamente difficile mantenere la concentrazione e trattenere il mio desiderio…
- Sei un pervertito!- Finsi di arrabbiarmi per mascherare il mio rossore e gli diedi dei finti pugni sul petto che sicuramente neanche sentì.
- Proprio quello che ti serve principessa…- Mi mise un braccio intorno alla vita e mi strinse a sé. Appena ci movemmo fummo chiamati subito nella tenda del Re, dopotutto me lo aspettavo e non solo perché avevo riconosciuto il servo. La sera prima Steven non aveva detto niente pensando che me ne sarei andato in mattinata. Mi aveva letteralmente ignorato perché altrimenti mi avrebbe dovuto punire per avergli disobbedito. Gli ero grato ma non avevo nessuna intenzione di andarmene almeno non senza Cort. Appena entrammo nella sua tenda capii subito che era infuriato con me, non mi guardava negli occhi e non riusciva a tenere le mani ferme che intrecciava in continuazione. Stranamente non vidi in giro All.
- Che diavolo ci fai ancora qui?!-
- Sto con Cort-. Non avevo nessuna intenzione di andarmene e volevo che questo concetto fosse chiaro a tutti i presenti. Cort lo capì subito infatti mi fece il verso…
- Sta con me-.
- Non può restare! Ma come vi è venuto in mente!- La calma apparente di Steven esplose e fu Cort con il suo controllo stoico a rispondergli e a difendermi. Mi voleva mandare via anche lui ma stranamente aveva cambiato idea nel corso della notte…
- Mettiamola così se Vanny resta io sarò molto più propenso a non farmi uccidere per poter tornare tutto intero da lui ogni sera…-
- Ma sarà pericoloso per lui stare qui! Potrebbe succedergli di tutto!- Steven aveva le stesse motivazioni di Cort che non mi spaventavano affatto, avevo più paura di tornare a Gilead che restare lì. E poi Cort aveva trovato la soluzione per ogni problema…
- Basterà mettere un uomo di guardia alla mia tenda e che gli farà da guardia del corpo quando io non ci sono…-
- Vuoi che usi un mio uomo per scopi personali?- Sapevo che avrebbe risposto così ma conoscevo anche la prevedibile risposta di Cort che si sarebbe portato la vittoria a casa molto facilmente. La sua indispensabilità era la nostra carta vincente.
- Aye se mi vuoi nel tuo esercito…-
- Voi due vi stante influenzando negativamente lo sapete?-
- Già e non è meraviglioso?-
- Va bene puoi restare… ma non ficcarti nei guai intesi?- Mi guardò e nei suoi occhi lessi puro affetto, sapevo che si preoccupava solo per me ma le mie preoccupazioni erano ben altre come quella di stare lontano da Cort.
- L’unico guaio che avrà sarò io nel suo sacco a pelo che non lo lascerò dormire un attimo… vero principessa?- Cort ghignò come se si stesse già pregustando la notte a venire, come se stesse già nel mio corpo a dare piacere ad entrambi.
- Dovrebbe essere una minaccia per caso?- Gli risposi divertito facendogli capire che non vedevo l’ora di andarmene per attuare ogni sua più perversa minaccia.
- Idioti! Tu piuttosto pensa a non farti uccidere per colpa delle tue attività extra notturne!- Steven sbuffò spazientito dalle nostre allusioni sessuali troppo preoccupato per scherzarci su anche lui. Quando non era costretto nei panni del Re sapeva essere molto più divertente…
- Non ti preoccupare quelle saranno solo la mia ricompensa per quello che farò per tutto il giorno… e poi io non ho bisogno di dormire per essere al massimo anzi ho bisogno di ben altre cose che solo Vanny sa darmi…- Cort mi abbracciò da dietro cominciando a leccarmi con cura ogni centimetro del mio collo e muovendosi sensualmente con il bacino, io mi lasciai andare totalmente alle sue cure…
- Avete intenzione di scopare davanti a me?- La mia risposta sarebbe stata sì ma non avevo certo il coraggio di dirla mentre Cort non ebbe nessun problema a farlo…
- Magari se te ne vai sarebbe meglio…-
- Ma siamo nella mia tenda!- Nonostante il tono oltraggiato in sottofondo c’era una nota di rassegnazione… sapeva come eravamo io e Cort… specialmente nell’intimità.
- Per il momento è la nostra…- Cort mi sollevò la camicia ma capii che era tutta una farsa quando sentii le sue labbra sulla mia pelle distendersi in un ghigno che faticava a non trasformarsi in una risata vera e propria.
- Oh Gan! Mi arrendo! Vi do un’ora di tempo anche perché credo di meritarmi anch’io un po’ di svago…- Steven era pronto ad andarsene davvero quando Cort finii la sua sceneggiata, lasciandomi un po’ imbronciato per avermi usato per fare uno scherzo a Steven… insomma io ci avevo creduto davvero!
- Scemo ce ne andiamo subito non mi va proprio di sopportare le lagnanze di Sunny e poi la mia tenda è più stretta quindi…-
- Vattene via scimmione non voglio sentire i particolari di quello che farete!-
- A domani allora, per stanotte mi occuperò io di Vanny per il giorno ci penserai tu… se dovesse succedergli qualcosa ti riterrò il primo responsabile…- La minaccia fu vera e tutti lo capimmo. Quando Cort voleva fare sul serio sapeva come farlo… dopotutto era il suo lavoro.
- Ehi sei tu che vuoi rimanga!- Steven finse di ribellarsi ma io conoscendolo sapevo bene che la minaccia di Cort lo aveva colpito in pieno. Temeva Cort da quando era bambino e non aveva mai smesso di farlo anche adesso che aveva il potere di comandarlo a bacchetta.
- Aye ma la protezione la offri tu… Ciao ciao-. Cort gli fece l’occhiolino e mettendomi un braccio intorno la vita ci fece uscire dalla tenda ma riuscimmo comunque a sentire le ultime parole di Steven che non furono di certo un saluto…
- Il solito bastardo…-
Tornammo subito nella nostra tenda, ci sdraiammo e rimanemmo abbracciati per parecchio tempo. Era bello stare così, rilassarci nell’odore dell’altro prima che la passione prendesse il sopravvento, mi sembrava che facesse parte dell’intero atto, che accompagnasse l’inizio del concedersi…
- Da quando sei diventato la mia casa?- Mi sorprese pensavo che avremmo fatto sesso sfrenato invece di parlare… cosa insolita ma comunque piacevole…
- Hmmm?-
- Non parlo solo del tuo corpo… da quando non è più importante il luogo in cui mi trovo se ci sei tu al mio fianco? Pensavo che Gilead fosse l’unico posto possibile per uno come me, tu invece sei entrato di forza nella mia vita e hai sconvolto tutta quella che credevo dovesse essere la mia esistenza… Non dovresti avere così tanto potere su di me…- Non sapevo interpretare le sue parole: se avevano una valenza positiva o negativa. Per quanto mi riguardava era magnifico il fatto che Cort mi avesse sconvolto la vita ma non riconoscevo nessun potere nella nostra storia…
- Non è potere…-
- Lo so… questo mi fa ancora più paura… non ho mai amato ne tanto meno sono stato amato. Sai quello che sono e nonostante tutto mi ami… come fai?- Si alzò sul gomito come a volermi studiare ma in realtà volevo essere io a studiare lui, non ero abituato a questi suoi momenti di insicurezza…
- Proprio perché so chi sei ti amo…-
- …mi ero abituato alla mia miserabile esistenza, se ci penso ora non posso credere di essere sopravvissuto tutto quel tempo senza di te… Hai dato un senso alla mia vita che prima era nelle mani di altri e non nelle mie… io cosa ho fatto per te invece?- Spalancai incredulo gli occhi, avevo sempre pensato di aver reso chiaro a tutti che Cort mi aveva salvato la vita, senza di lui chissà che fine avrei fatto… senz’altro una molto brutta.
- Hai realizzato ogni mio desiderio… ti sembra poco?-
- Ecco che mi fai sentire nuovamente amato e soprattutto un uomo migliore di quello che sono in realtà… riuscirò mai a ringraziarti abbastanza?-
- … puoi cominciare da ora… che ne dici?- Me lo portai sopra di me, se non ero in grado di confortarlo con le parole lo avrei fatto con il mio corpo che era sicuramente più esplicito.
- Dico che Gan mi ama veramente se mi permette anche solo di sfiorarti…- Mi accarezzò i capelli come se volesse accontentarsi di questo, come se fosse meritevole solo di questo. Gli baciai la cicatrice sul viso, mi spogliai e poi fu naturale per me allacciare le gambe alla sua vita per offrirmi a lui…
- Io non voglio che mi sfiori…-
- Anch’io ho pensieri più peccaminosi e guardarti non fa altro che alimentarli…- Continuò solo a guardarmi ma è sbagliato dire ‘solo’ il suo sguardo stava già facendo l’amore con me ma io volevo che lo facesse con tutto il suo corpo, con tutta la sua mente…
- Cort… se io sono la tua casa sbrigati a prendere il tuo posto…-
- Aye… sei così caldo e confortevole, mi fai dimenticare dove ci troviamo…- Le sue mani si fecero strada nel mio corpo che subito reagì allargandosi al loro passaggio.
- …ci troviamo semplicemente a casa… bentornato Cort…- Mi sistemò meglio tra le sue gambe ma prima di assestarmi la prima spinta si abbassò su di me e mi sussurrò all’orecchio la frase che avrebbe dato finalmente inizio al nostro atto d’amore…
- …bentornato anche a te Vanny…- Si spinse dentro di me e tutto sparì per fare posto al mondo personale di Cort e Vanny, la nostra casa esclusiva dove nessun altro e nessuna cosa poteva raggiungerci se non la felicità più completa.


Fine.