Ovviamente i personaggi, tranne
Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è
neanche Cuthbert, l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo
se lo rinchiudessero insieme a me… Ultimo capitolo (…forse^^).
Come divenni uomo
parte XVI
di Mia
Nonostante le belle premesse e nonché promesse
fatte in prigione una volta liberi di poterle mantenere non successe nulla.
Cort non aveva dimenticato quello che avevo fatto e, anche se era più
affettuoso, il suo contatto fisico si fermava a baci e abbracci, una volta a
letto ci trasformavano in due completi estranei. Io non avevo il coraggio di
propormi, lui era completamente disinteressato o almeno così dava a vedere. La
mattina trovavo un po’ di coraggio per strusciarmi contro di lui ma neanche il
tempo di eccitarlo che si alzava di fretta e in furia con qualche scusa a dir
poco imbarazzante. Le ferite sulla sua schiena si andavano rimarginando in una
velocità miracolosa, quindi non erano neanche quelle a frenarlo semplicemente
non mi aveva ancora perdonato. Lo sapevo io e lo sapeva lui. Ciò che era
successo in prigione era stato solo fatto nell’onda della disperazione ma una
volta fuori il cervello di tutti e due aveva ripreso a lavorare, il mio con i
sensi di colpa di aver rovinato tutto, quello di Cort con la rabbia per il mio
tradimento. Non pensavo di poter stare così tanto senza di lui dopo Tux e
invece erano passate più di due settimane… Non piansi come i primi giorni ma
mi trovavo sempre più spesso distaccato dalla realtà, stavo morendo dentro.
L’ennesimo giorno vissuto da larva stavo per avvicinarmi al piano per suonare
qualcosa quando rimasi imbambolato a fissare fuori la finestra il movimento
del lago. Non so se ci passai secondi o pochi minuti ma fu abbastanza da farmi
indolenzire le gambe e i piedi, non mi ero rincoglionito del tutto ero
semplicemente rapito dalla normalità perenne della scena. Non mi capacitavo di
come tutto il resto potesse continuare ad andare per il suo verso quando la
mia vita era stata rasa al suolo… ero incredulo della crudeltà della realtà.
Tutto ciò era ka, non fui il primo e sicuramente neanche l’ultimo ma lo
maledii. Ero ancora ipnotizzato a guardare le onde del lago quando Cort
rientrò. Vedendomi così concentrato anche lui si mise a guardare la finestra
ma evidentemente la scena non poteva avere il mio stesso significato. Un po’
preoccupato dalla mia immobilità mi si avvicinò.
- Ehi principessa che stai guardando?- Non gli risposi come se non facendolo
avrei mantenuto la concentrazione e riuscire a fare come il lago, tornare alla
normalità… Cort sempre più preoccupato mi abbracciò da dietro avendo così la
mia stessa prospettiva della finestra ma di nuovo non ci trovò niente di così
interessante. Mi strinse forte tra le sue braccia in cerca di una mia
reazione.
- Vanny cosa guardi?- Mi chiedo se la sua preoccupazione non fu data anche dai
miei precedenti familiari, ovvero se non si stesse chiedendo se non stavo
impazzendo come mia madre. Forse ci ero vicino davvero a diventarlo ma il
calore e la consistenza del suo corpo mi fece rinsavire il minimo necessario
per rispondergli.
- Nulla-. Lo dissi privo di qualsiasi tonalità e, come se pronunciarlo mi
avesse completamente sfinito, mi lasciai andare contro il suo corpo ma di
certo non staccai gli occhi dal lago.
- Non me lo vuoi dire?- Cominciò a mordicchiami e a leccarmi il collo, neanche
quello mi distrasse, sapevo che sarebbe tutto finito lì. Strusciai la testa
sul suo petto per dire di no.
- Che hai da guardare?- La cosa si fece leggermente più spinta quando passò a
mordermi e succhiare l’orecchio, rimasi un attimo stupito poi tornai al lago,
mi ero convinto di essere quasi giunto alla risposta del segreto della sua
immutabilità.
- Nulla-. Ringhiò contro il mio collo irritato per non aver avuto la risposta
che voleva.
- Nulla eh? Mi pare che anche tu non indossi nulla qua sotto…- Come al solito
portavo la mia vestaglia indecente e sotto ovviamente non portavo nulla. Era
più un’abitudine piuttosto che un invito e in quei tempi decisamente era solo
un’abitudine visto che Cort mostrava solo indifferenza nei miei confronti.
Quindi quando sentii la sua mano fresca sulla mia pelle bollente mi risvegliai
del tutto dal mio incanto. Lo guardai stupito e lui ne approfittò per ficcarmi
la lingua in bocca mentre le sue mani dure si prendevano tutto quello che
volevano. Non era il tocco che conoscevo io, le sue mani volevano solo
prendere senza dare nulla in cambio, in quel momento dovevo solo fargli da
vittima sacrificale, un corpo su cui sfogare tutta la sua rabbia, magari come
il lago dopo la tempesta anche noi saremmo ritornati alla tranquillità persa.
Mi abbandonai alle sue mani indelicate e alla sua bocca affamata e quando mi
costrinse a guardarlo lo guardai. Non trovai nulla del Cort che amavo, mi
sembrava di avere a che fare con una belva ma quella belva rappresentava la
sua rabbia e il suo sentirsi tradito, quindi andava placata come meglio
potevo. Timidamente, come non lo ero stato neanche le prime volte, lo
accarezzai sentendolo eccitarsi sotto le me dita, non vedeva l’ora di
strusciarsi contro il mio corpo invece che contro le mie dita così gli
abbassai la zip dei pantaloni e lo liberai di ogni sua prigione. Sapevo che
non ci sarebbe stato nulla di romantico quel giorno. Era arrivato il momento
in cui Cort pretendeva il conto dove l’unico a pagare era stato lui. Aveva
pagato per i miei errori e finchè tra noi ci sarebbe stato un tale debito non
saremmo mai riusciti a tornare quelli di una volta. Il suo invito gentile con
il suo corpo ad appoggiarmi al piano non mi illuse, la posizione che molte
volte avevo assunto per lui non mi avrebbe recato nessun piacere, non quella
volta. Già il fatto che non mi avesse denudato mi avvertiva che quella volta
non era lì per amarmi, in genere mi spogliava per adorare il mio intero corpo,
ora che mi aveva semplicemente alzato la vestaglia mi avvertiva che sarebbe
stata una punizione. Cort è un uomo fatto di vendette e finchè non avesse
effettuato la sua contro di me non sarebbe mai stato capace di tornare ad
amarmi come prima, magari poi se ne sarebbe pentito in eterno ma quello era
ciò che gli serviva. Andai alla gogna da solo mi stesi sulla pancia contro il
freddo legno del piano e allargai il più possibile le gambe… non lo feci per
me. Ho gia detto che non facevamo sesso da più di due settimane e vista la
differenza di corporatura che c’è tra noi era un lasso di tempo molto lungo,
per il mio corpo sarebbe stata maledettamente dura accogliere di nuovo quello
di Cort. Per non spaccarmi in due Cort avrebbe dovuto fare piano e prepararmi
a lungo prima di prendermi ma già sapevo che non avrebbe fatto nulla di tutto
ciò. Quindi allargai le gambe solo per lui, volevo invogliarlo e sapevo che
vedendomi a gambe così larghe avrebbe perso l’uso della ragione. Volevo che si
sfogasse per poi farlo tornare finalmente da me, le ferite guariscono la sua
perdita no. Tenni lo sguardo fisso sul lago, sarei voluto stare ovunque tranne
che lì, non volevo vedere il momento in cui Cort distruggeva tutto quello che
avevamo costruito finora e poi vederlo arrivare avrebbe fatto solo più male.
Quando si spinse in me non mi aspettavo una simile violenza, il piano sbatté
al muro come se volesse sfondarlo, come Cort voleva sfondare me. I tasti
esplosero in una melodia sconclusionata come a voler gridare di dolore al
posto mio. Io al contrario rimasi in silenzio, volevo pagare il mio debito una
volta per tutte. Fu un dolore interminabile come interminabile fu il tempo che
trascorse. Perdevo sangue ovunque: dai palmi, per quanto erano strette a pugno
le mie dita, dalla bocca, i miei denti continuavano a mordermi le guance per
reprimere il dolore, dalle spalle, le unghie di Cort erano perennemente
conficcate dentro la carne e ovviamente dal mio sedere che le spinte violente
di Cort non lasciarono un momento in pace. Mi sentivo spaccato in due senza
aver provato un briciolo di piacere e il piano continuava a sbattere
ferocemente contro il muro, solo dopo mi accorsi che era riuscito a scalfirlo.
Quando arrivò il momento di venire Cort non si preoccupò minimamente di far
venire anche me, almeno le nostre prime volte mi portava all’orgasmo con la
forza… stavolta era come se si stesse scopando un corpo vuoto, non c’ero io in
quel momento ma un qualsiasi buco dove sfogare tutta la sua rabbia. Mi crollò
addosso sfinito, lo sentivo ansimare contro il mio orecchio e i suoi muscoli
contrarsi per lo sforzo, mi pesava ma non feci niente per scrollarmelo di
dosso quello, fino a quel momento, era stata la parte migliore…
- Non è stato quello che ti avevo promesso… perdonami ma il mio corpo e il mio
orgoglio ne avevano bisogno per poter ricominciare da dove avevamo lasciato…-
Mi sussurrò nell’orecchio ancora poco lucido dall’orgasmo. Appena si riprese
si sincerò subito delle mie condizioni e dolcemente mi diede delle piccole
lappate sulle labbra. Avevo ancora le mascelle contratte ma quel gesto riuscii
a rilassarmi.
- Non scusarti…- Non riuscivo ancora a distogliere lo sguardo dal lago, sapevo
che Cort stava cercando di guardarmi negli occhi ma era più forte di me, forse
avevo paura che non avesse ancora finito e quel lago era il mio unico appiglio
alla mia sanità mentale… la verità era che non sopportavo che Cort mi facesse
del male, me ne aveva fatto così tanto in passato che sarebbe dovuto bastare
per una vita intera.
- Sei un vero pistolero Vanny… ti sei lasciato fare quel che meritavi senza
alcuna lagnanza…- Lo sentii sorridere orgoglioso contro la mia guancia e
sorrisi di rimando. Finalmente a Cort era tornato il sorriso e solo Gan sapeva
quanto mi era costato averlo indietro.
- …- Cercai di risultare oltraggiato ma mi uscii solo uno sbuffo. Mi aveva
confermato ciò che avevo capito da solo, ovvero che quello che avevo subito
era la punizione per quello che avevo fatto. Lui era stato tradito, frustato
quasi a morte per colpa mia e l’unico modo che Cort conosceva per perdonare
era rispondere alla violenza con altra violenza, conosceva troppo bene il
sapore della vendetta per poterne fare a meno. Avevo sempre conosciuto questo
suo lato ma innamorandomi di lui mi ero dovuto prendere anche questo. Essendo
suo allievo avevo imparato a subire le sue punizioni in silenzio per non farlo
incazzare ancora di più. Mi asciugò con le labbra le guance umide di lacrime
che era erano scese così silenziose che io stesso non sapevo di aver versato.
Chiusi gli occhi consapevole che la mia punizione era finalmente finita, non
avevo più bisogno di guardare il lago, ormai anch’io avevo recuperato la mia
tranquillità e con essa anche Cort. Per raggiungere la perfezione del momento
avrei solo voluto che si togliesse dal mio corpo per dargli il meritato
riposo. Mi faceva male averlo dentro anche se ormai era completamente
rilassato ma la violenza subita era stata talmente aggressiva che ne sarebbe
dovuto passare di tempo prima che le ferite potessero rimarginarsi. Cort non
si fermava un momento per accarezzarmi e ad ogni movimento lo sentivo fin nel
profondo. Per un momento temetti che non avesse finito con me e se così fosse
stato stavolta avrei urlato e pianto fin quando ne avessi avuto la forza. Ma
dopo un‘ultima carezza ai miei capelli che lo fece affondare maggiormente nel
mio corpo, quasi di nuovo eccitato si tirò fuori. Si ripeté la scena delle mie
prime volte, Cort corse a farmi la borsa del ghiaccio per bloccarmi
l’emorragia mentre io rimanevo immobile per il dolore. In quel momento me ne
fregavo anche di aver ridotto il mio piano uno schifo e questo dice molto
delle condizioni in cui stavo. Quando mi appoggiò il ghiaccio sulla pelle
rovente mi scappò il primo gridolino della giornata, avevo sopportato un
dolore ben più grande ma ora che tutto era finito avevo tutto il diritto di
lamentarmi. Cort mi prese in braccio e mi posò delicatamente sul letto, rimase
con me per il resto della giornata e mi addormentai sotto l’effetto delle sue
carezze e dei suoi baci. Cort sa essere di una violenza inaudita ma anche
dolce come nessuno potrebbe mai sospettare. Mi ripresi solo dopo quattro
giorni e nonostante fossi sicuro che Cort mi avesse perdonato non mi sentivo
ancora del tutto a posto con la coscienza. Infondo il perdono l’avevo ottenuto
solo usando la forza ed io che ero contrario ad ogni tipo di violenza non
potevo di certo essere soddisfatto, volevo essere perdonato grazie all’amore…
Io e Cort ci limitammo alle semplici carezze per diversi giorni per essere
sicuri che il mio corpo avesse rimarginato ogni più piccola ferita e che le
conseguenze della violenza potevano dirsi finalmente concluse. Mi presi
qualche giorno in più del necessario, anche quando non sentivo più nessun
fastidio quando Cort mi penetrava con le dita io facevo finta che mi facesse
ancora male, non perché non volessi fare l’amore con lui, al contrario non
vedevo l’ora ma proprio perché lo volevo così tanto volevo essere pronto per
poterlo fare alla nostra maniera. Volevo che le sue dita mi allargassero tanto
da cancellare l’assenza del suo corpo nel mio per tutto quel tempo e di farmi
tornare il suo fodero naturale… Quando mi sentii finalmente pronto anticipai
Cort, il quale si era accorto anch’esso del mio totale recupero e prima che
potesse prendere l’iniziativa lui la presi io. Cort mi era venuto a trovare in
aula e non perse tempo una volta che gli allievi furono usciti, mi incastrò
tra lui e la cattedra e prese ad accarezzarmi e a baciarmi contemporaneamente
limitando quasi a zero la mia capacità di pensiero. Ero consapevole di come
sarebbe finita, Cort traspirava sesso da ogni poro e stavolta non si sarebbe
accontentato delle carezze che finora avevano sostituito il nostro fare
l’amore. Quando lo sentii sbottonarmi i pantaloni riuscii finalmente a reagire
prima che fosse troppo tardi e che anch’io mi perdessi nelle spire della
passione e gli permettessi di mandare al diavolo i miei piani. Gli misi le
mani sopra le sue e me le portai alle labbra cospargendole di piccoli baci.
Cort mi guardò un attimo deluso, lo capivo erano settimane che sognavamo
questo momento e io lo rimandavo ancora.
- Lascia che ti chieda scusa a modo mio Cort…- Era totalmente confuso,
dopotutto lui pensava di essersi preso ciò che gli spettava in quel pomeriggio
di violenza, per lui i conti erano in parità.
- Non hai niente di cui scusarti principessa…-
- Forse no, dopotutto ho pagato molto caro ciò che ho fatto ma nonostante
questo non mi sento ancora a posto…-
- Sei a posto Vanny, noi siamo a posto…- Mi accarezzò i capelli scansandoli
dal mio viso ma io me li feci ricadere di nuovo davanti agli occhi, se provavo
ancora vergogna per quello che avevo fatto evidentemente non avevo espiato
abbastanza.
- Io no… ne ho bisogno Cort…- Cort cercò di allontanarsi da me forse per
riflettere ma io non volevo dargliene tempo me lo premetti contro e con una
mano andai a masturbarlo, era già abbastanza eccitato da potermi prendere, io
lo stavo portando pericolosamente vicino all’orgasmo, in quel momento neanche
lui riusciva a pensare lucidamente difatti per qualche minuto non fece altro
che spingersi tra le mie dita. Quasi temetti che perdesse del tutto il
controllo e decidesse di fare l’amore con me ignorando completamente la mia
richiesta ma appena rallentai le carezze su di lui aprì gli occhi e con voce
roca mi fece capire che ci stava ancora pensando.
- Che cosa hai in mente ragazzino…- Strinsi di più le mani su di lui per darmi
l’illusione di averlo in mio potere, e lo avevo! A quel tempo ero ancora un
ragazzino ingenuo e non sapevo ancora quanto potere potessi avere su un uomo
come Cort. Sorrisi malizioso e mi voltai incamminandomi davanti a lui
incantandolo ad ogni mio passo…
- Seguimi…- E lui ovviamente mi seguì stregato dal mio corpo, mi aveva messo
gli occhi addosso e non avrebbe rinunciato a me finche non mi avrebbe avuto,
difficilmente un predatore rinuncia alla sua preda fiutata. Gli feci fare
quasi tutto il castello, purtroppo il posto che volevo raggiungere era alla
parte opposta della mia aula. Sentii il suo desiderio trasformarsi in
irritazione non era abituato a dover aspettare per prendersi quello che voleva
e men che meno quando si trattava di me, era abituato al ragazzino che gli
cedeva al minimo cenno. Quando uscimmo ad una balconata e io cominciai a
salire delle scalette Cort cominciò a capire e un sorriso meravigliato tornò
sulle sue labbra cancellandogli dal viso l’espressione irritata. Era una
serata fredda piena di stelle a far da protagoniste in un cielo già privo di
luce, nei miei ricordi sembrava la stessa serata di tanti anni addietro quando
un ragazzino si innamorò sul serio del proprio Maestro e che si ripromise che
un giorno quell’uomo sarebbe stato suo. Avevo raggiunto il mio scopo
nonostante tutte le vicissitudini, ora Cort era mio.
- Questo è il mio posto segreto…- Gli si illuminarono gli occhi apprezzando a
pieno la mia scelta, ma ancora non sapeva nulla…
- Vorresti condividerlo con me?- Gli feci segno di sdraiarsi e dopo un momento
di sbalordimento e con un sorriso malizioso sulle labbra mi obbedì. Si mise a
ridere del tutto quando mi sdraiai sopra di lui. Per lui era divertente
vederci in posizioni invertite e il solo pensiero che potessimo farlo così
rasentava il ridicolo, lo avevo abituato troppo male…
- Ehi ragazzino questo è il tuo modo di chiedermi scusa?- Nonostante la
posizione di evidente sottomissione Cort non si lasciò intimorire mi palpò
come se sapesse benissimo chi avrebbe preso chi. Un autentico predatore ed io
ne ero completamente affascinato. Portai le gambe ai lati delle sue cosce e mi
rilassai sotto il suo tocco pesante appoggiando la testa sulla sua spalla e
infrangendo il mio respiro contro il suo collo. Si poteva essere più passivi
di così nonostante la mia posizione di predominanza? Non c’era proprio niente
da fare ormai ero diventato un Cort-dipendente e lui lo sapeva benissimo. Gli
risposi solo per prendere tempo e la forza di fare quello che avevo in mente
ma quello che mi stavano facendo le sue mani non mi stavano sicuramente
aiutando.
- Pensi che ti abbia portato quassù per sperimentare uno scambio di ruolo Cort?-
Rise al solo pensiero di me come attivo, come dargli torto se nonostante la
mia posizione mi ritrovavo a miagolare e a fare le fusa come un gattino? Lui
non si sarebbe mai comportato così, se fosse stato in me avrebbe comandato il
gioco fin da subito… in effetti lo stava comandando anche da sotto il mio
corpo…
- Beh da come si sono messe le cose e da come stiamo messi sì-. Continuò a
sfottermi mentre con gli occhi già mi prometteva quello che mi avrebbe fatto e
se io continuavo a farmi fare simili cose avrei mandato all’aria tutti i miei
piani per lasciargli come sempre il comando, sarebbe stato comunque bellissimo
ma non era quello che volevo per lui.
- Non vuoi perderti nell’infinito mentre fai l’amore con me e ti dimostro
tutto il mio eterno e sconfinato amore?- Mi misi seduto proprio sopra
l’eccitazione di Cort, ormai i miei pantaloni erano un optional a dividerci
erano solo le sue mutande, le sue mani mi stringevano ancora le natiche tra le
dita. Il giorno dopo mi sarebbe rimasto il segno ma in quel momento desideravo
solo che mi stringessero di più e che non fossero solo i pollici a farmi
impazzire di piacere. Cort mi stava già preparando senza sapere neanche le mie
intenzioni. Era un attivo nato, io non sarei mai riuscito a comportarmi con
tanta eguale sicurezza.
- Dove l’ho già sentita questa?- Mi diede una spinta sul sedere facendomi
crollare nuovamente su di lui. Ci ritrovammo con le labbra vicine ad un soffio
di respiro ed io gli risposi rimanendo così, con una voglia pazzesca di
perdermi nella sua bocca e lasciarmi andare tra le sue braccia esperte ma
anche con il desiderio di fare qualcosa di più che gli avesse confermato di
nuovo che ero solo suo…
- Anni fa su questo stesso tetto dalle mie stesse labbra…- Mi misi di nuovo
seduto stavolta levai le mani di Cort dal mio sedere ringraziandolo
mentalmente di avermi preparato. Avevo già i pantaloni abbassati senza che me
ne fossi accorto, un’altra magia di Cort, non mancava che abbassare i suoi
boxer e farlo. Avevo paura, era troppo tempo che non facevamo l’amore e non
sapevo come il mio corpo avrebbe risposto ad un simile atto. Cort mi guardava
ansioso e desideroso, aveva capito cosa volevo fare e approvava in pieno, anzi
sembrava che non avesse aspettato altro da quando aveva scoperto che lo avevo
tradito. Stupì me per primo il fatto che appena lo denudai e lo vidi così
eccitato fu il mio stesso corpo a fare tutto, non ci fu alcuno spazio per la
ragione, presi a muovermi su di lui finchè non lo feci entrare nel mio corpo
pronto per riceverlo ed amarlo. Mi impalai su di lui seccamente e subito
brividi di dolore mi attraversarono la schiena ma non ci feci caso ripetei
l’atto di nuovo e già trovai un’angolazione migliore che stavolta mi fece
provare piacere. Una volta trovato il punto giusto continuai a martellarlo,
Cort non soddisfatto del mio ritmo un po’ troppo lento mi prese per i fianchi
e mi aiutò a muovermi con più velocità. Non riuscivo a farlo entrare del tutto
che subito mi ritrovavo di nuovo sollevato. Il su e giù impostato da Cort era
così veloce da infiammarmi tutta la pelle, sentivo ferirmi ma nonostante
questo la mia libido era accesa più che mai, chiedevo ancora di più, chiedevo
perchè ormai mi ero completamente abbandonato a lui, non avevo più la forza di
impalarmi e tirarmi su, le gambe mi erano diventate gelatina, il sedere un
vulcano in piena attività. Venni prima di lui e ringraziai Gan per avermi
fatto di nuovo provare le gioie dell’orgasmo con Cort. Mi feci sbattere ancora
finchè non venne anche lui poi mi liberai lentamente della sua presenza e
andai a coccolarmi tra l’incavo della sua spalla. Non dicemmo nulla per un bel
po’ ma gli occhi lucidi di tutti e due valevano più di mille parole.
- Che stai facendo Cort?- Aveva ribaltato le posizioni e ora era lui ad essere
appoggiato a me, il suo corpo pesava ma era uno di quei pesi che si sopportano
volentieri solo non capivo perché la sua mano mi stesse accarezzando il ventre
piatto.
- Nulla-.
- Da come mi stai accarezzando la pancia sembrerebbe che tu ti sia reso conto
solo ora che non potrò darti un figlio…- Misi una mano sulla sua e assecondai
la sua carezza ma non apprezzai quando soffocò la sua risata sulla mia pelle…
- Davvero mi stai dicendo che non c’è possibilità che tu rimanga incinta? Oh
Gan ma questa è una scoperta incredibile! Pensavo che presto saremmo stati
circondati da tante principessine e tanti mostriciattoli, non è per questo che
facciamo tanto sesso?-
- I mostriciattoli sarebbero quelli che assomigliano a te?-
- Ovvio anche se è impossibile che tu riesca a concepire qualcosa di così
brutto, da te possono venire solo cose belle…- Mi baciò dolcemente le labbra e
quando cercai di approfondire il contatto tornò ad appoggiarsi a me, quasi mi
sentii offeso…
- Sei uno scemo lo sai?-
- Beh allora è una fortuna che non avremo figli almeno non erediteranno né la
mia bruttezza né la mia scemenza, facciamo un grosso regalo al mondo-.
- Per la scemenza hai ragione ma sono sicuro che non potrebbero essere più
belli, avrebbero un papà bellissimo e intelligente cioè io e un altro
bellissimo ma stupido ovvero tu… Hai mai pensato che mettendoti con me non
avresti avuto dei figli Cort?-
- Pensi davvero che con il lavoro che faccio voglio avere dei figli? Io stesso
faccio parte della violenza che avvelena il mondo, come puoi pensare che
voglia che mio figlio cresca in un posto del genere?-.
- Allora cos’hai?- Gli alzai il viso per capire cosa c’era che non andava, a
me sembrava che tutto andasse alla perfezione l’unica cosa che stonava era la
sua espressione malinconica e quel suo modo di toccarmi che non era affatto da
lui…
- Perché dovrei avere qualcosa…-
- Perché non mi stai accarezzando come tuo solito, mi sembra come se invece
del mio ventre piatto stessi accarezzando un pancione ingravidato, se non sono
i figli qual è il problema?-
- E’ strano che non mi sia posto il problema prima…- Era impossibile poter
capire qualcosa dal suo viso, Cort era bravissimo a nascondere le sue emozioni
quindi se volevo capire non mi restava che chiedere…
- Quale?-
- Da quanto mi risulta tu non sei mai stato con una donna vero?-
- Da quanto ti risulta? Cazzo Cort sai benissimo che sono stato solo con te e
che ho…- Mi bloccai io stesso prima di finire la frase ma non mi risparmiai
l’occhiataccia da parte di Cort.
- Ora non dire che ti sei fatto toccare e baciare solo da me perché ormai non
è più vero-.
- E’ vero ma tolto quel piccolissimo incidente che spero ormai sia roba
passata sai che tu sei stato l’unico in tutto, quindi niente donne…-
- Allora non so se mi puoi capire, tu non sei mai stato il dominante nel
sesso…-
- Beh certo non me l’hai permesso…- Con una mano gli palpai il bel sedere che
aveva cercando di imitare le carezze di Cort quando era lui a toccarmi. Mi
piaceva toccarlo ma non avevo molto desiderio sessuale nel volerlo. Cort mi
tolse bruscamente la mano era terrorizzato al solo pensiero che potessi
volerlo sul serio.
- E non ci sperare neanche che lo faccia in futuro. Comunque ogni volta che
facevo sesso con una donna mi stendevo accanto a lei e guardavo il suo corpo
nudo, cercando un segno del mio possesso o solo del mio passaggio e non lo
trovavo mai. Non me ne preoccupavo più di tanto perché non ho amato nessuna di
quelle donne e pensavo che quando mi fossi veramente innamorato c’era un solo
modo per marchiarla come mia, tenendo così tutti gli altri uomini lontani da
lei…-
- Quale?-
- L’unico modo era il suo ventre; ogni notte dopo il sesso passavo il resto
del tempo ad accarezzare le loro pance in attesa che arrivasse la donna
giusta… L’avrei messa incinta e il suo ventre si sarebbe gonfiato e tutti
avrebbero saputo che quella era la mia donna o perlomeno che era occupata e
poi anche dopo il parto rimaneva sempre un altro marchio indelebile, mio
figlio che sarebbe stato la prova vivente della mia proprietà-.
- Aspetta, avresti messo incinta una donna solo per far sapere che era tua?-
Mi alzai su un braccio facendo cadere la testa di Cort su una tegola ma lui
non si lamentò ma anche se si fosse lamentato io ero talmente stupito che non
me ne sarei accorto…
- Aye-.
- Non lo avresti fatto perché volevi essere padre e volevi un figlio?-
- Tu credi davvero che ci siano uomini che mettono incinta le donne perché
vogliono diventare padri? Gan principessa quanto sei ingenuo, è nella natura
dell’uomo marcare il proprio territorio e vantarsi di possedere qualcosa di
unico. E’ il dolce ragionar d’uccello… Siamo animali e dietro tutte le leggi e
le regole che ci siamo dati finiamo comunque per comportarci da animali-. Mi
fece stendere di nuovo per sdraiarsi a sua volta, indifferente di quello che
le sue parole mi avevano scatenato dentro, avevo quasi le lacrime agli occhi e
neanch’io sapevo bene il perché. Se fosse stato vero quello che diceva Cort
sarebbe stato veramente triste…
- Non ci credo, esistono uomini che vogliono diventare padri…-
- Davvero? E conosci qualche uomo che ama più suo figlio della sua donna? Tre
esempi lampanti li hai davanti ai tuoi occhi: io, Steven e Sunny. Io sono
stato abbandonato appena uscito dalla figa di mia madre, Sunny sarebbe stato
molto più fortunato se gli fosse stato riservato lo stesso destino e Steven è
nato solo per occupare un posto una volta morto il padre. Il padre di Steven
ha fatto solo una cosa per suo figlio, donargli Sunny dopo di che l’ha
trattato come se fosse un estraneo-.
- Credi che mio padre abbia agito ugualmente? Che abbia solo voluto scrivere
un cartello con OCCUPATA sul ventre di mia madre?- Sentii la rabbia montarmi
dentro e ancora non capivo il perché…
- Tua madre era molto bella…-
- Allora lo credi veramente…- Mi misi seduto, non volevo che Cort vedesse
quanto mi stesse sconvolgendo quello diceva.
- Io non conoscevo tuo padre, magari era uno di quei rari uomini che pensano
prima al bisogno dei figli che a quelli propri e delle loro donne. Sono rari
ma forse proprio da lui tu hai ripreso l’innocenza e la purezza che ti
contraddistingue-. Cort si mise seduto al mio fianco e mi accarezzò i capelli
per cercare di calmarmi, anche se volevo non sarei mai riuscito a nascondergli
un mio stato d’animo, non solo a lui ma a chiunque altro.
- Io voglio credere che mio padre abbia messo incinta mia madre perché mi
voleva…- Una lacrima scese a bagnarmi una guancia e Cort fermò il suo percorso
con le labbra. Appena mi resi conto che stavo difendendo l’immagine che
ingenuamente mi ero fatto di mio padre non riuscii più a trattenere le
lacrime, non volevo che Cort distruggesse le mie false sicurezze…
- Certo è così sicuramente… scusami se ti ho turbato Vanny, non volevo-. Cort
mi accoccolò fino a tranquillizzarmi poi mi fece stendere di nuovo per
riappoggiarsi addosso a me e tornare ad accarezzarmi in quel modo strano che
aveva dato inizio alla discussione.
- Non scusarti, capisco il tuo ragionamento e so che hai ragione ma non tutto
è assoluto come credi tu, ci sono delle sfumature che rendono il bianco e il
nero un milione di colori diversi… Ora mi dici cosa ti preoccupa?-
- Mi preoccupa il fatto che mi sono innamorato di un uomo e nonostante tutti i
miei sforzi e tentativi non riuscirò mai a marchiarti come mio, il tuo ventre
non si gonfierà, non ci saranno bambini, non ci sarà niente che dirà al mondo
che tu sei mio. Difatti quello stronzo ci ha provato con te perché non sapeva
o ha voluto fare finta di non sapere che tu eri mio. Tutti i piani che mi ero
fatto di quando mi sarei innamorato vanno a farsi fottere, non avevo pensato
che mi potessi innamorare di un uomo... E’ questo il motivo per cui ti sto
guardando come se fossi incinta, perché vorrei che lo fossi per gridare al
mondo intero che nessuno deve osare toccarti e che se lo fa deve essere
consapevole che poi lo ammazzo. Finora non mi era mai passato per la mente ma
dopo la faccenda di quello stronzo non posso non pensarci, l’unico modo per
marchiarti come mio sarebbe incidere sul tuo petto col marchio infuocato la
lettera C di Cort, ma non risulterebbe comunque chiaro e poi non deturperei la
tua pelle per nulla al mondo neanche per il mio orgoglio-.
- Cort pensavo che avessi capito che io sono totalmente tuo, che lo sono dalla
prima volta che ti ho visto…- L’avevo portato lì apposta per ricordargli come
tutto era iniziato e come tutto avrebbe ricominciato.
- Io lo so, sono gli altri che lo devono sapere…-
- Io credo di conoscerlo un modo per marchiarmi come tuo…-
- Quale?-
- Fare l’amore con me il più possibile, possedermi con passione, dolcezza,
forza e sempre più profondamente-. Lo accarezzai sfiorando il limite della
masturbazione, per lui era più eccitante sentirmi dire simile cose che una mia
mano sul suo uccello, era comunque chiaro che stavamo, o almeno io stavo,
perdendo il controllo…
- Credevo di farlo già…- Rise contro la mia pelle per poi morderla, mentre una
sua mano scivolava sempre più giù lungo la schiena, ovviamente non si fermò
finché non divenne padrona del mio sedere.
- Dovremmo impegnarci molto di più e credo che alla fine il marchio sarà
abbastanza chiaro a tutti-. Rabbrividii di piacere per quello che le sue dita
mi stavano facendo, mi portai il suo corpo sopra e finalmente mi sentii
schiacciare dal suo peso, quella era senz’altro la posizione che prediligevo…
- Ah sì? E come? Ti marchierei all’interno, non all’esterno…-
- Nay se il tuo odore trasparirà dal mio corpo e l’odore del sesso mi
imprimerà il marchio indelebile sulla mia pelle… Mi dovrai prendere tante di
quelle volte che il tuo odore si mischierà al mio e tutti si renderanno conto
che non solo sono occupato ma anche di chi sono, avrei la tua firma su tutto
il corpo. Ma dovrai impegnarti molto perché questo accada non è così facile
come mettere incinta una donna, sei pronto a fare un simile sacrificio?-
- Dovrei rivolgerla a te questa domanda principessa è il tuo corpo che urlerà
di dolore se davvero mi permetti un accesso illimitato e incondizionato…- Gli
misi le gambe intorno la vita come mia risposta, il mio corpo era più veloce
del mio cervello. Mi sentii subito premere contro la sua erezione e non potei
fare a meno di strusciarmi, a volte mi sentivo come una delle puttane che una
volta passavano per il suo letto…
- Te l’ho dato già dalla nostra prima volta, solo che non te ne sei mai voluto
approfittare, ora approfittane, placa il tuo bisogno di essere rassicurato,
sono fatto per soddisfare ogni tuo desidero e bisogno, non posso provare
dolore nel fare quello per cui sono nato. Ho marchi invisibili su tutto il
corpo ma se tu ne vuoi uno da mostrare a tutti allora così sia, comincia a
imprimerlo già da adesso…-
- Prima non sono stato affatto gentile con te e ti ho fatto male, ancora
sanguini…- Un suo dito andò in perlustrazione e riuscii a sentire
perfettamente dove sanguinavo e dove mi faceva male ma su tutto sentivo il
piacere che quel dito mi stava dando, quindi potevo ben figurarmi un piacere
più grande, il dolore era sopportabile mentre al piacere non mi sarei mai
abituato.
- Cort allora non mi hai sentito! Tu non puoi farmi male, se sanguino meglio,
sarò ben lubrificato, è il mio turno di vedere l’infinito mentre mi dimostri
il tuo amore eterno e sconfinato-. Gli baciai le labbra per levargli dalla
faccia quell’espressione preoccupata e ciò che rimase fu tutto il bisogno e il
desiderio che aveva per me…
- Sicuro?-
- E’ possibile che devo pregarti così tanto per scoparmi? Mi pare di essere
tornato indietro nel tempo!-
- Mi pare che si chiamasse fare l’amore quello che facciamo…- Mi sorrise e io
gli sorrisi, premetti il sedere contro di lui per invitarlo prima con il corpo
e poi con le parole a farmi totalmente suo, ne avevo bisogno anch’io…
- Certo sempre e solo quello, non potrebbe essere altrimenti. Fai l’amore con
me Cort…-
- Sempre ai suoi ordini principessa… Gan quanto ti amo Vanny-. Non ci fu
bisogno di prepararmi ero ancora aperto da prima e quindi quando entrò in me
andò direttamente a stimolarmi il punto più sensibile e dovemmo morderci
entrambi per non urlare il nostro piacere. Rimase fermo finchè il mio corpo
non riprese il controllo di sé stesso per farmi beare meglio di ogni sua
spinta. Quando ritrovai l‘uso della ragione la prima cosa che feci fu
stuzzicarlo per renderlo ancora più audace…
- E’ sospetto il fatto che tu me lo dica solo quando stiamo facendo l’amore
sai?-
- Qualcosa dovrò pur darti in cambio del tuo corpo…-
- Ah giusto tu mi dai il tuo cuore e la tua anima e io il mio corpo. Mi è
sempre piaciuto questo baratto. Devo dirti la verità ti permetto di avere il
mio corpo solo per sentirti dire quelle paroline visto che dopotutto come
amante non sei un granché…-
- Ah no eh? E’ passato troppo tempo dall’ultima punizione che ti ho impartito
ragazzino-. Uscì dal mio corpo del tutto e rimasi in attesa di una nuova
spinta ben assestata. Nel frattempo lo caricai maggiormente perché volevo
essere preso con tutta la sua forza, non volevo che pensasse alle mie
condizioni, volevo il Cort di sempre…
- Adoro le sue punizioni Maestro, mi punisca per tutta la notte mi
raccomando…-
- Domani mattina ti assicuro che ti sarà difficile rimanere in piedi e sederti
ti sembrerà un’impresa impossibile…-
- Oh Gan fa che sia così…- Cort mantiene sempre le promesse e quella volta non
fu da meno. Uscimmo entrambi distrutti da quella notte ma stranamente rinati,
ci appartenevamo di nuovo e non c’era più nessuna ombra tra di noi. Mi
svegliai tra le sue braccia e sorrisi, non a lui, ma semplicemente al mondo e
questo era da molto che non succedeva… La mia vita aveva un nuovo inizio,
sempre con Cort al mio fianco, l’uomo che il ka aveva scelto per me e che io
avevo amato fin dal nostro primo incontro mentre il mio corpo portava ancora
le tracce dell’amore che lui provava per me… due corpi, un unico essere…
Epilogo
Cort entrò tenendosi una mano fra le gambe come se la prostata gli stesse per
scoppiare da un momento all’altro, capii subito che aveva appena finito di
affrontare una sfida. Non mi diceva mai quando era giorno di sfida, non voleva
che mi preoccupassi troppo, così a volte capitava che mi si presentasse più
morto che vivo o insanguinato per colpa di una ferita che lo avrebbe segnato
con una nuova cicatrice, non capiva che per me era peggio così e che un giorno
sarei potuto crepare di infarto a vedere tutto quel sangue defluire da lui.
Ormai mi ero fatto una certa esperienza tanto da non andargli a domandare
immediatamente com’era andata, esteriormente non mi sembrava che stesse male e
questo era già tanto. Anch’io ero tornato da poco e mi spogliai per mettermi
in vestaglia ormai i vestiti non li sopportavo più sulla pelle. Cort mi guardò
e poi reclamò per sé tutta la mia attenzione, gli piaceva molto farsi
coccolare dopo una sfida, sia che l’avesse persa sia che l’avesse vinta si
sentiva comunque più vuoto per la mancanza dell’allievo perso e quel vuoto ero
io a doverglielo riempire…
- Principessa se stai con me solo per il sesso non abbiamo futuro, quegli
stronzetti hanno deciso che le mie parti basse sono il bersaglio più facile da
colpire, mi ritroverò castrato a quarant’anni…- Lo guardai e non trovandogli
nessuna ferita preoccupante mi rilassai, uno dei suoi allievi aveva subito una
cocente sconfitta e detto addio alle pistole di suo padre. Cort promuoveva
solo chi gli dava del filo da torcere e da quello che potevo vedere per lui
era stata una passeggiata.
- Quando succederà comincerai a sacrificare tu il tuo bel culetto e finalmente
diventerò io l’attivo della coppia…- Glielo accarezzai ma la sua mano bloccò
subito la mia, finsi di essere dispiaciuto ma in realtà ero impaziente di
aspettare che fosse lui a toccarmi, non si faceva mai scappare l’occasione
quando mi era così vicino…
- Scordatelo ragazzino, dovrai rassegnarti a stare sotto di me ancora per
molti e molti anni e quando non mi si addrizzerà più finirò per spararmi in
testa piuttosto che sottomettermi a te. Comunque è una cosa seria, abbiamo
diciotto anni di differenza e prima o poi accadrà che io non sarò più in grado
di soddisfarti…- Mi spalmò addosso al muro annientando così ogni tipo di
iniziativa da parte mia. Mi deluse quando capii che aveva in mente di parlare
invece di passare ai fatti.
- Cort stiamo davvero discutendo della tua futura impotenza?-
- E’ vero prima mi dovrei preoccupare ad arrivarci ancora in grado di
camminare…- Cort era vicino ad un momento di depressione, cosa che gli
capitava più di quanto si potesse pensare, la fine che aveva fatto il suo
predecessore ce l’aveva sempre ben stampata in mente e l’avevo anch’io…
- Scemo tu riuscirai a camminare e a scopare anche a ottanta anni quando io
sarò già un vecchietto privo di qualsiasi stimolo sessuale-.
- Beh allora ti mollerò io!- Mi accarezzò i capelli, chiaro desiderio sessuale
da parte sua. A volte quando faceva così mi infastidiva, mi faceva sentire
solo un oggetto sessuale…
- Tu lo faresti sul serio vero?-
- Dopotutto il nostro rapporto si basa sul sesso principessa… hai promesso di
prendere il posto delle puttane che mi facevo e nel momento in cui non sarai
più in grado di farlo è ovvio che ti lascerò-.
- Fottiti Cort!- Mi infuriai e trovai la forza di liberarmi dalla pressione
del suo corpo e voltargli le spalle, avevo tutte le intenzioni di andarmene
prima di litigare sul serio. Mi sentivo talmente oltraggiato da non ricordarmi
di indossare solo la vestaglia…
- Ehi dove stai andando?-
- Me ne vado prima di andare a recuperare le pistole di mio padre e spararti
in testa, a questa distanza sono capace di colpire il bersaglio anch’io-.
- Riesci ad eccitarmi anche quando fai l’incazzato lo sai?- Mi strinse le
braccia intorno alla vita impedendomi di ribellarmi ma non per questo
rinunciai a cercare di divincolarmi. Gli pestai i piedi e lo presi a gomitate
ma per lui era come se lo colpisse un moscerino…
- Allora fatti tante seghe pensando a me e a quanto sono incazzato stanotte!-
- Tu non ti muovi, devo vedere se nonostante tutte le botte subite mi funziona
ancora…- Mi ribellai ancora di più non pensando che stavo facendo il suo
gioco, con la vestaglia alzata da tutto il movimento mi stavo strusciando
contro il suo inguine.
- Lasciami…-
- Vanny… sei capace di farmelo drizzare anche dopo un calcio nelle palle…-
Appena lo sentii indurirsi mi bloccai finalmente consapevole che se mi muovevo
peggioravo solo le cose.
- Ora te lo do io se non mi lasci…-
- Bugiardo, so cosa vuoi, la tua bocca può mentire ma il tuo corpo è un libro
aperto… aperto… sai cosa intendo vero?- Gli ci volle poco per farmi sciogliere
tra le sue braccia, alzò la vestaglia e mi stuzzicò con le sue mani esperte e
fu naturale per me spingermi ancora di più contro di lui anche se il mio
orgoglio mi gridava di non farlo…
- N… no…-
- Sei testardo ragazzino… vediamo se questo ti farà cambiare idea…- Si azzardò
a lasciarmi la vita ben sapendo che ormai ero succube del suo corpo anche se
cercavo di tenergli testa. Si aprì la patta dei pantaloni e con la mano libera
mi alzò la gamba abbastanza da portare il mio sedere all’altezza della sua
erezione, l’altra gamba l’allacciai io alla sua vita e poi ci pensò Cort a
penetrarmi così piano e poco profondamente da farmi male per quanto era
frustante…
- Ahaaa…-
- Gan sei così aperto che potrei entrarti tutto… lo neghi ancora…- Uscii dal
mio corpo, era stato masochista a prendermi in quel modo e ora aveva tutte le
intenzioni di fare sul serio, io per sicurezza gli dissi chiaramente cosa
volevo. L’irritazione provata fino a quel momento sparii nel nulla e di nuovo
non trovai niente di male ad essere l’oggetto sessuale di Cort, io ero fatto
per farlo felice e lui era fatto per far felice me, un’alchimia che funzionava
perfettamente…
- F… fallo en… trami dentro t… tutto…-
- Gan… fai che sia così… per sempre tra noi…- La sua voce, ansante quasi
quanto la mia, sembrò supplicare un’entità superiore, ci pensai io a
rispondergli e a rassicurarlo perché per me non poteva che continuare così.
Sin da bambino ci credevo e non avrei mai smesso di crederlo nemmeno in
futuro…
- Sempre…- E fu così, fu così per tutta la nostra vita in cui nessun attimo è
stato mai sprecato. La nostra è stata una vita da Amanti, da Maestri, da
Pistoleri ma soprattutto è stata una vita passata insieme… il segreto di come
divenni un uomo è che vissi e amai come un Uomo e Cort mi rese così naturale
la cosa che quasi non me ne accorsi…
Fine
Non sapevo come finirla e infatti come finale fa schifo ç__ç Ho dimenticato il
volto di mio padre e invoco il vostro perdono-sai.
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