Ovviamente i personaggi, tranne
Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è
neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se
lo rinchiudessero insieme a me…
Come divenni uomo
parte XIV
di Mia
I mesi trascorsero e niente faceva presagire
nessun disastro imminente, almeno per me e Cort… per altri c’era stato, come
per Steven e All. In breve: i due furono divisi con la forza finchè All non
accettò di sposarsi e anche una volta fatto il vecchio Re pretese che non si
toccassero finchè Steven non avrebbe avuto un erede. Steven nel frattempo
divenne nuovo Re ma nonostante questo non poté fare nulla per andare contro il
volere del padre, si sposò con la sua fidanzata ufficiale Gabrielle e sia a
lui che ad All non rimase altro che pregare di avere presto un figlio. Ero
molto dispiaciuto per loro e lo era anche Cort, tollerò più del solito le loro
incursioni continue in casa nostra, non avevamo più una nostra intimità e
finiva che ci beccavano spesso in situazioni imbarazzanti. Ogni volta che Cort
stava lì lì per ammazzarli gli bastava ricordare la loro situazione per
impietosirsi e così si metteva con me a sentire le loro lamentele e cercare di
sollevare il loro spirito, dire che erano disperati e frustrati era poco.
Steven appena diventato Re mi nominò Maestro delle Materie Teoriche mandando
in pensione quel vecchio bastardo che c’era prima, deve essere stato un vero
smacco per lui essere sostituito dall’allievo che più aveva odiato nella sua
carriera. Quasi piansi di gioia quando mi diede la nomina, abbracciai lui, All
e quando arrivò il turno di Cort gli saltai addosso baciandolo con tutte le
mie energie infrangendo già da subito una delle prime regole di essere un
Maestro ovvero mantenere sempre un contegno severo. Cominciavo a capire il
comportamento da stronzo che Cort assumeva quando era in pubblico ma io già
sapevo di non poter mai diventare come lui, avevo una spontaneità che nessuno
avrebbe mai potuto cancellare, Cort sapendolo mi abbracciò dolcemente mettendo
da parte anche lui il suo ruolo. Non ci potevo credere che ora ero anch’io un
Maestro ovviamente sapevo che gli allievi avrebbero avuto meno rispetto di me
in confronto a Cort ma lui doveva essere temuto, non sarebbe dovuto essere
così per me. Il giorno dopo, il mio primo da Maestro, ci fu il mio discorso di
apertura, fu del tutto diverso da quello che fece Cort a me e ai miei
compagni, non fui aggressivo e non minacciai nessuno, sarebbe stato esilarante
che uno come me minacciasse ragazzi che erano già più violenti e bravi di me.
La mia lezione si prolungò un po’ più del previsto ma non me ne preoccupai
erano i Maestri a decidere quando la lezione si potesse dire conclusa, gli
orari erano solo una proforma. Rubai qualche minuto della pausa pranzo e
quando ancora stavo parlando entrò Cort. Mi irritò subito il fatto che non
avesse bussato prima di entrare, sapevo quanta poca considerazione avesse
delle Materie Teoriche e mi dispiaceva che continuava a pensarla così anche
adesso che ero diventato io il Maestro. Ma non si limitò a questo.
- Toglietevi di mezzo larve!- Non feci in tempo a parlare che tutti i miei
allievi erano già spariti, erano troppo terrorizzati da Cort per aspettare un
mio contrordine, mi trovai da solo con lui senza sapere neanche io il perché…
- Sei impazzito?-
- Perché?-
- Non avevo ancora finito!-
- Oh… mi dispiace-. Non era dispiaciuto affatto glielo potevo leggere negli
occhi beffardi e questo mi fece infuriare ancora di più.
- Che diavolo sei venuto a fare?- Ero ancora appoggiato al mio tavolo con le
braccia incrociate al petto troppo irritato con lui per fare altro ma Cort non
capì quanto mi avesse fatto male. Era convinto che sarebbe bastato che mi si
strusciasse un po’ addosso per farmi cambiare umore…
- Volevo stare con te… e inaugurare questa stanza…- Si portò vicino a me ad un
soffio dal baciarmi e con il suo corpo premuto al mio accarezzò maliziosamente
il legno della mia cattedra, questo mi fece imbestialire ancora di più. Non
ricordavo di aver mai avuto il coraggio di offendere Cort ma quella volta lo
feci.
- Brutto idiota! Hai interrotto la mia lezione per questo? Levati di dosso non
voglio essere toccato da un bastardo del genere!- Me lo tolsi di dosso mentre
mi guardava con occhi spalancati non avrebbe mai immaginato che avrei reagito
così.
- Vanny…- Tentò nuovamente di toccarmi ma io fui lesto a scansarmi, mi
comportai come se mi facesse schifo il suo tocco. Esagerai ma in quel momento
ero fuori di me, gli infersi una ferita profonda almeno quanto la mia.
- Non voglio sentirti e né vederti vattene lontano da me!- Più pensavo che
aveva interrotto una mia lezione per fare sesso più lo odiavo e più volevo
farlo soffrire. Se fossi stato in me mi sarei ucciso piuttosto che provocargli
del dolore. Per lui non poter toccare la persona che ama è come infilzarlo con
una spada, io lo sapevo ma nonostante questo gli feci capire che mi faceva
schifo… e non era vero lo sentii chiaramente il brivido del mio corpo al
momento del contatto con il suo ma lo ignorai alimentando la mia rabbia. Cort
abbassò il capo e strinse i pugni e sono sicuro che ci mise talmente tanta
forza che avrebbe potuto frantumare un sasso. Non mi guardò si voltò e se ne
andò, quando vidi la sua schiena irrigidirsi ebbi un attimo di indecisione,
stavo quasi per allungare una mano e raggiungerlo ma poi il mio orgoglio vinse
su tutto e lo lasciai andare. Non ci parlammo per giorni e per di più io mi
trasferii nella mia stanza al castello, per il momento volevo stare solo,
lontano da Cort, provavo ancora rabbia ma anche sensi di colpa per come
l’avevo trattato. Nonostante l’avessi trattato come un appestato Cort ogni
giorno veniva ad aspettarmi fuori dalla mia aula o alla stalla quando facevo
da veterinario, il ruolo di Maestro non mi occupava tanto tempo da farmi
rinunciare a quel ruolo. Ogni volta che vedevo Cort facevo finta di nulla, lo
ignoravo totalmente, sapevo di continuare a fargli del male ma era più forte
di me il suo gesto mi aveva svuotato e ogni volta che pronunciava il mio nome
la ferita si riapriva, ovviamente lo amavo ma la delusione era talmente tanta
da coprire tutto il resto. La notte mi maledicevo per quello che gli stavo
facendo, il giorno lo maledivo per quello che aveva fatto ma con il passare
dei giorni mi mancava sempre di più, ero sempre più tentato a rimanere a
parlare con lui ogni volta che mi chiamava a testa china come se si
vergognasse a guardarmi in faccia, l’avrei trovato adorabile se non fossi
stato così incazzato con lui. Arrivò il giorno che facemmo pace, lo trovai per
l’ennesima volta fuori dalla mia aula incrociai il suo sguardo con il mio e
decisi di mettere fine a tutta quella follia. Appena gli presi la mano i suoi
occhi tornarono a vivere e probabilmente anche i miei, il suo corpo riprese
vigore e la sua mano strinse forte la mia forse per paura che lo lasciassi
andare ancora una volta.
- Entra…- Io rimasi un attimo sulla soglia per vedere se qualche allievo aveva
bisogno del mio aiuto, quando fui sicuro che tutti se ne erano andati chiusi
la porta dietro di me e vidi che Cort si era seduto su uno dei primi banchi.
Ero sicuro che se la situazione fosse stata diversa si sarebbe seduto
irriverentemente alla cattedra prendendo in giro una volta di più il Maestro
di Teoria, sotto sotto mi sarebbe piaciuto vederlo. Quando mi piazzai davanti
a lui con le mani ai fianchi mi guardò come un bambino che sta aspettando la
sua punizione.
- Che hai da dire?- Credo che in quel momento lo avrei perdonato anche se non
avesse detto nulla, mi stavo accorgendo di quanto mi mancasse veramente. Non
volevo umiliarlo.
- Invoco il tuo perdono Vanny-. So quanto è stato difficile per lui non credo
che si sia mai scusato con qualcuno in vita sua se non con me.
- Giura sul tuo onore che da oggi in poi rispetterai quello che faccio-.
- Lo giuro-.
- Anch’io sono un Maestro quindi non abusare del terrore che provochi negli
allievi per sminuirmi!- Mi alterai al ricordo della scena degli allievi che
come un branco di pecore seguivano l’ordine di Cort.
- Vanny ti giuro che non l’ho fatto per sminuirti mi è venuto naturale! Non ho
mai considerato le materie teoriche come parte dell’addestramento lo sai e se
ho agito in modo irrispettoso è nei loro confronti mai nei tuoi…-
- Lo so ma devi capire che ora le materie teoriche sono il mio lavoro e tu non
puoi prendertene gioco come facevi prima perché altrimenti offendi me per
primo. Mi devi portare lo stesso rispetto che tu vuoi dagli altri! Tu avresti
ucciso la persona che si sarebbe comportata nella tua stessa maniera!-
- Hai ragione sono stato un idiota ma io davvero pensavo solo di poter stare
con te…- Nascose la testa fra le mani, forse vergognandosi della sua debolezza
ma non l’aveva ancora capito che io lo amavo ancora di più quando si rendeva
umano. Gli presi la testa e la appoggiai sul mio stomaco continuando ad
accarezzargli i capelli, Cort prese coraggio e mi allacciò le braccia intorno
alla vita e mi annusò come se volesse riassaporare dopo tanto tempo il mio
odore che era sempre stato suo.
- So di averti fatto male Cort…-
- Shh… c’è proprio bisogno di parlare?- Mi strinse ancora più a sé e io
strinsi ancora di più i suoi capelli.
- No… almeno non ora-. Scansai il banco che ci divideva e Cort con gli occhi
lucidi di aspettativa seguiva ogni mio movimento per capire se gli avessi dato
una possibilità per rimediare. Il suo sguardo mi seguì finchè non mi misi in
braccio a lui e quando mi guardò con occhi e bocca spalancata ne approfittai
per baciarlo… Gan quanto mi era mancato, l’astinenza mi faceva sempre capire
quanto fossi fortunato ad averlo al mio fianco. Continuai a baciarlo e lui mi
strinse sempre di più contro il suo corpo, non importava che fossimo vestiti
la vicinanza ci era comunque indispensabile e non era neanche per
l’eccitazione ma una cosa semplicemente vitale.
- Mi sei mancato Vanny…- Appoggiò la sua fronte alla mia cercando un po’ di
sollievo al tutto il male che ci eravamo fatti.
- Anche tu… che hai combinato mentre non c’ero?-
- Ho bevuto come una spugna per colmare il vuoto che mi avevi lasciato
dentro-.
- …e…- Lo guardai negli occhi per capire se mi stesse mentendo.
- Non c’è nessun e, credi che ti abbia sostituito così presto?-
- Pensavo che avessi trovato qualcuna che ti leccasse le ferite…-
- L’unico che ha il diritto di leccarmi sei tu Vanny…- Era ancora teso ma
piano piano lo sentivo sciogliersi tra le mie braccia.
- Puoi ben dirlo-. Gli leccai la cicatrice che tanto amavo e sospirammo
entrambi di piacere.
- E tu che hai combinato nella tua stanza principesca?- Cort era stranamente
immobile non prendeva alcuna iniziativa se non quella di stringermi tra le
braccia, gli avevo fatto davvero del male se ancora mi trovavo vestito e con
le sue mani solo appoggiate sulle cosce. Quello non era davvero il Cort che
conoscevo…
- Nulla l’odio che provavo per te mi consumava ogni energia per fare altro-.
Glielo dissi apposta per vedere la sua reazione ma non ci fu. Chiuse gli occhi
appoggiando di nuovo la fronte alla mia e sospirò. Gan! Avevo davvero castrato
psicologicamente Cort! Mi alzai in piedi volendo ritrovare il mio vecchio uomo
ma quando lo guardai trovai solo un uomo disperato e incredibilmente
spaventato, mi affrettai a baciarlo per tranquillizzarlo per scacciargli dal
viso una simile espressione che mai sarebbe dovuta stare su di lui. Gli presi
la mano nella mia e lo feci alzare poi mi staccai da lui e mi misi a sedere
sulla mia cattedra, lo strano Cort che mi trovavo davanti non mi seguì a
differenza del vecchio Cort che mi sarebbe già saltato addosso. Mai in
precedenza aveva bisogno di un invito da parte mia per prendersi ciò che gli
apparteneva ma quel giorno dovetti esplicitare ogni mio desiderio. Gli feci
segno di avvicinarsi e lui mi ubbidì e prima che gli dovetti anche dire dove
mettersi aprii le gambe e lui mi si mise in mezzo. Mi accarezzò solo le gambe
e quasi mi irritò questa sua mancanza di iniziativa, lo baciai di nuovo come
in genere lo baciavo quando avevo voglia di lui ma non fece altro che
corrispondere al mio bacio per poi nascondere la testa nel mio collo. Non si
trattava di eccitazione, anche se non era visibile sapevo che lo era,
semplicemente era terrorizzato dal fare qualcosa che mi indisponesse.
- Cort non hai più voglia di inaugurare con me la cattedra?- Si strusciò sul
mio collo affermando alla mia domanda ma quando poi si staccò vidi che aveva
gli occhi lucidi.
- Vanny non lasciarmi più, io senza di te sono niente… Ho provato ad andare
avanti ma sapere che c’era la sola possibilità di non riaverti indietro mi
tormentava in continuazione, ogni volta che ti chiamavo e tu non mi guardavi…
Ti prego non farmi più credere di non amarmi altrimenti la prossima volta mi
uccido piuttosto che incontrare di nuovo la tua indifferenza-. Rimasi
scioccato dalle sue parole non pensavo di avergli fatto così male da averlo
quasi distrutto. Lo abbracciai baciandolo dappertutto, lo sentivo tremare e
questo me lo fece stringere ancora di più. Mi sentii meschino per tutto il
dolore che gli avevo procurato ma avevo intenzione di rimediare.
- Non sarei mai capace di lasciarti Cort, mai…- Lo spogliai io visto che lui
sembrava ancora non trovarne la forza e poi mi spogliai da solo. Una volta
nudo Cort mi guardò finalmente con una luce diversa negli occhi, non la stessa
di sempre ma sicuramente sua parente. Mi sdraiai sul legno duro del tavolo e
mi portai dietro anche lui. Quando fu steso col busto su di me, allacciai le
gambe alla sua vita ma aspettai, non avevo nessuna intenzione di penetrarmi da
solo volevo che fosse lui a prendermi e a ritrovare quella sicurezza che gli
avevo strappato via. Mi guardò speranzoso e mentre lo baciavo per dargli il
mio permesso entrò in me con una tale lentezza da essere dolorosa, con le
gambe mi aiutai a spingerlo totalmente nel mio corpo come avrebbe dovuto fare
da solo. Una volta dentro il mio corpo il suo parve ricordarsi come doveva
amarmi e così fui libero di godermi appieno il momento senza dovermi
preoccupare di aiutarlo a farlo. Mi amò con una dolcezza che usava solo i
primi mesi con me, in un modo che non era il suo e che soprattutto non era
nostro. Mi ero abituato al suo modo di fare l’amore irruente e passionale ma
quella volta fu giusto così, c’erano ferite da rimarginare da entrambi le
parti e lui stava lavando via tutto con il suo passaggio nel mio corpo. Anche
l’orgasmo fu meno violento delle altre volte e quindi quando venni rimasi
abbastanza cosciente, trattenei Cort nel mio corpo anche se non diede alcun
segno di voler uscire e lentamente gli accarezzai la schiena fin quando smise
di tremare, quasi pensai che dormisse…
- Ti amo principessa…- Gan finalmente era tornato il mio Cort e quasi piansi
contro il suo collo…
- Anch’io Cort-.
- Lo sai vero che ora abbiamo l’obbligo morale di inaugurare ogni banco di
questa stanza?- Scoppiai a ridere contro il suo collo e mi eccitò sentirmelo
dentro, avevo già voglia di lui ma in fondo dovevo recuperare l’astinenza di
quei giorni…
- Certo, più e più volte!-
- Lo prometti?- Mi guardò con uno sguardo malizioso che intendeva ‘io so cosa
vuoi’.
- Basta che non ti comporti da scimmione primitivo-. Distolsi lo sguardo rosso
in viso anche se sapevo che era inutile visto che era tutto il mio corpo a
dirgli cosa volevo.
- Ma io sono uno scimmione primitivo-. Mi sorrise sadicamente e prima che me
ne accorgessi del tutto riprese a scoparmi e stavolta con il ritmo che era più
consono a noi. La sera eravamo ancora lì a coccolarci e a fare tutto quello
che ci eravamo persi in quel lasso di tempo che eravamo stati divisi, non
ricordo quante volte venni ma Cort mi trattò con una tale adorazione che non
mi dava il tempo di riprendermi da condurmi ad un nuovo orgasmo, credetti di
non avere più sperma in corpo ma lo stesso trattamento subii lui. Mi era
mancato troppo il suo corpo dentro il mio, toccarlo, il suo sapore per non
approfittarmi della situazione. Alla fine la notte dormimmo beati e distrutti
come se avessimo affrontato chissà quale battaglia e forse lo avevamo
affrontata davvero quella di riunirci dopo un disastro annunciato mancato per
miracolo. Ma anche quello servì, capii quanto Cort mi amava e quanto contavo
per lui. Non servì molto per quanto riguardava il comportamento di Cort,
continuò comunque a disturbarmi durante le mie lezioni ma visto che bussava
prima di farlo trovavo le sue intrusioni accettabili, finivamo molto spesso in
corridoio a scopare come ricci mentre i miei allievi mi aspettavano in aula e
ovviamente mantenemmo la promessa di inaugurare più volte tutti i mobili della
stanza. Mi spiace ammetterlo ma Cort ha continuato comunque a disprezzare le
mie materie ma almeno ha imparato ad apprezzare il Maestro, è un bel passo
avanti. Tornati alla normalità, come poteva essere normale una vita vissuta
con Cort, con tutto il da fare che avevo, le lezioni, gli animali e
soprattutto Cort non trovai neanche il tempo di pensare a quello che era
successo a Tux, al mio tradimento e al fatto che stavo ancora mentendo, per me
era tutto completamente dimenticato e non lo feci con malizia e neanche con
predeterminazione, semplicemente era come se il fatto non fosse mai
sussistito. Ma il fatto c’era e infondo al mio cuore stava lì che mi marciva
l’anima e avrei dovuto sapere che i debiti si pagano sempre. Quando vidi All
sulla soglia di casa tutto sudato e agitato pensai subito che fosse venuto per
sfogarsi per l’ennesima volta della situazione tra lui e Steven. Ero solo
perché quest’ultimo aveva convocato ufficialmente Cort al castello, mi
preparai a sopportare tutte le lagnanze di All ma mi prese alla sprovvista.
- Hai saputo?- Non era tipo da scomporsi tanto facilmente quindi fui subito
curioso di sapere cosa lo sconvolgesse tanto.
- Cosa?-
- Vengono qui!-
- Chi?-
- Loro! I tuxiani!- Sbarrai gli occhi terrorizzato, quello che riuscii a
chiedere fu solo una parola:
- Perché?-
- Per una visita diplomatica…-
- C’è anche lui…- Non so neanche io se era una domanda o un’affermazione, so
solo che lo dissi con un sussurro disperato e terrorizzato, mi stavano
tornando in mente tutti gli accadimenti di Tux e subito pensai a Cort certo
che mi avrebbe lasciato appena avrebbe saputo. Cominciai a tremare come una
foglia per una simile prospettiva.
- Sì, verrà con l’intera famiglia reale-.
- Ci credi se ti dico che avevo interamente rimosso Tux dalla mia mente?-
Ricordarlo sarebbe stato ricordare anche quello che avevo fatto e non credo
che sarei riuscito ad andare avanti ogni giorno con Cort facendo finta di
nulla.
- Sì non sei una cattiva persona Vanny-.
- No, ho solo tradito il mio uomo per essere stato troppo debole-. Cominciai a
piangere sfogando tutto il rimorso e l’ansia che avevo nascosto persino a me
stesso.
- Smettila vuoi che Cort ti trovi così quando torna?-
- Che importa? Tanto scoprirà tutto! Anzi sarò io a dirglielo!-
- Sei scemo? Non ci sei neanche andato a letto insieme!-
- Ma ho fatto abbastanza da non meritarmi il suo perdono!- Ricordai quelle
dita lunghe che mi penetravano facendomi penare le pene dell’inferno, la
repulsione del mio corpo stesso per quell’intrusione… Cort mi avrebbe
ammazzato per avergli permesso una cosa simile.
- Proprio per questo devi stare zitto! Rimarranno qui solo per poco tempo e
non ti sarà chiesto di fare niente…-
- Davvero?-
- Steven mi ha detto che dovrai tenergli compagnia ma non nel loro modo, nel
nostro-. Ovvero non avrei dovuto concedergli niente di me se non la mia
presenza.
- Non è già abbastanza?-
- Stai tranquillo! Questa volta sono loro in visita quindi il principe non può
soddisfare ogni suo più piccolo capriccio tanto meno con uno di noi. Sai che
Steven non ti farebbe mai del male e poi di certo non ha il coraggio di
sfidare l’ira di Cort per la seconda volta-.
- E allora perché l’ha chiamato?- Chiesi sospettoso già mi immaginavo Steven
che ordinava a Cort di cedermi a Mav.
- Non vengono solo per divertirsi ma anche per vedere come forgiamo i nostri
pistoleri e visto che Cort è il Maestro lui e Steven devono decidere cosa
fargli vedere e cosa non. Steven non li vuole terrorizzare troppo-. Risposi al
suo sorriso divertito perchè davvero c’era da spaventarsi a vedere una lezione
di Cort.
- E cosa gli farà vedere? Tutto quello che fa Cort è spaventoso!-
- Equitazione e magari immersione-. Il suo sorriso si fece ancora più largo
credo che stesse immaginando la reazione di Cort ad un simile ordine, non
amava intromissioni nel suo lavoro.
- Non è molto tenero neanche in quello…-
- Lo diventerà se non vuole far incazzare Steven-. Per un momento fui
terrorizzato dal suo ritorno, già odiava i tuxiani poi dopo l’imposizione di
Steven doveva essere proprio incazzato nero e quando lo era anch’io non potevo
fare nulla anzi diventavo un bersaglio della sua furia.
- Cosa faccio?-
- Solo quello che ti si chiede e niente di più. Non pensare più a Tux qui sarà
tutto diverso-. Lo sperai davvero ma sapevo che sarebbe stato impossibile, Mav
sarebbe rimasto nei miei pensieri comunque e ovunque ma su una cosa All aveva
ragione dovevo smettere subito di piangere altrimenti Cort avrebbe scoperto
tutto. Senza accorgermene avevo già preso la decisione di non dirgli nulla.
Ero sempre stato un debole e confermavo una volta di più di esserlo.
- Non voglio perdere Cort…-
- Non lo perderai se farai come ti dico…- E feci come mi disse, quando arrivò
Cort non gli diedi tempo e motivo per potersi scaricare su di me, vedendolo
fuori di sé uscii di casa e rientrai solo a tarda serata. Come pensavo la casa
era tutta sotto sopra addirittura il tavolo era stato ribaltato e trovai Cort
a sfogarsi ancora sul fantoccio di legno, ormai mi ero arreso a quel suo
autolesionismo. Rimisi a posto tutto quello che lui aveva rovesciato e
preparai la cena. Cort rientrò solo quando sentì i morsi della fame ma non mi
disse una parola, sembrava arrabbiato come se fosse colpa mia l’arrivo dei
tuxiani, beh forse un po’ lo era ma lui non poteva saperlo. A letto mi limitai
a stare il più immobile possibile per non dargli fastidio e solo quando lo
sentii dormire riuscii a rilassarmi, è vero che non mi aveva mai picchiato ma
urlato contro sì. Pensai tutta la notte a Mav e a quello che avevo e perché
l’avevo fatto e non riuscii a perdonarmi nulla, quando Cort nel sonno mi prese
tra le braccia piansi commosso e mi strinsi ancora di più a lui terrorizzato
dal solo pensiero di perderlo, alla fine non resistetti e ci feci l’amore. Fu
forse un po’ troppo violento per via del cattivo umore di Cort ma fu comunque
magnifico l’unica cosa capace di tranquillizzarmi e di farmelo sentire ancora
mio nonostante le mie paure. Fu abbastanza sfiancante anche per lui da fargli
tornare il buon umore infatti mi coccolò fino all’alba e forse sentendo la mia
inusuale tensione mi trattò ancora più dolcemente. Quando ci alzammo gli diedi
un ultimo bacio e da quel momento in poi cercai di stare il più lontano
possibile da Cort, non perché ce l’avessi con lui ma sapevo che avrebbe
passato l’intera giornata con la delegazione di Tux e io facevo molto
volentieri a meno di incontrarli così presto, sapevo che la sera ci sarebbe
stato un ballo a cui avrei dovuto partecipare per ordine di quello stronzo del
mio Re, Steven. Il furbo poi non si era mai fatto vedere da me sapeva quante
gliene avrei dette per aver invitato i tuxiani a Gilead. Ovviamente era suo
compito mandare a buon fine la trattativa diplomatica ma chissà come io non
avevo mai pensato ad una loro probabile visita, non per questo non ce l’avevo
a morte con lui e anche essendo il mio Re gli avrei sputato contro tutto il
mio rancore. Ma non si fece vedere quindi tutta la mia tensione rimase
inesplosa e quando io e Cort ci incontrammo la sera a casa eravamo due mine
vaganti: Cort per aver conosciuto il famoso Mav, io per l’attesa di
rincontrare il famoso Mav. Tutto remava contro la mia tranquillità anche il
vestito che stavo indossando, uno di quei vestiti eleganti che mia madre mi
faceva indossare da piccolo solo che questo era fortunatamente da uomo. Ormai
però ero diventato allergico sia alla seta che al raso ma su tutto il velluto
e ovviamente era di velluto il vestito che cercavo di portare senza
strapparmelo di dosso. Il vestito fu un regalo poco gradito di Steven il quale
scelse il rosso, almeno il mio colore preferito. Lo odiai dal primo momento
che l’avevo visto mentre Cort se ne innamorò, continuò ad accarezzarlo fino a
quando non dovetti indossarlo. Cort si godette come al solito lo spettacolo
sdraiato sul letto mentre con voce atona, troppo preso da me, continuava ad
insultare Mav.
- Quello stronzetto mi guardava come se avesse schiacciato una merda! Nessuno
ha mai osato guardarmi così! Avevo una voglia pazzesca di mettergli le mani
addosso ma avevo lo sguardo di Steven sempre su di me! Volevo vedere lui al
mio posto!- Io più sentivo parlare di Mav più mi agitavo, quasi feci un solco
sul pavimento a forza di fare avanti e indietro e neanche il pensiero di poter
insospettire Cort mi fece calmare.
- Non credo di potercela fare Cort!-
- Ce la dovrai fare principessa, te l’ha chiesto il tuo Re…- Si mise a sedere
per seguire meglio il mio andirivieni come se questo non innervosisse anche
lui.
- Beh devo assolutamente convincerlo che è tutta una pazzia!-
- Libero di provarci ma sai benissimo come andrà a finire…-
- Gan non posso stare con lui con te al mio fianco!-
- Temi che possa fare qualcosa?- Temevo di più che potesse dire qualcosa ma mi
morsi le guance e mi limitai ad annuire.
- Deve solo provare a sfiorarti e lo ucciderò, qui non siamo più a Tux, qui
comando io-. Mi eccitò quasi la sua possessività e mi portai vicino a lui dove
riprese ad accarezzare il velluto del mio vestito.
- Promettimelo…-
- E’ una certezza-. Mi strinse a coppa le natiche nelle sue mani mentre con i
pollici continuava a lisciare il velluto.
- Il mio brutto orco cattivo che sfida il principe azzurro, molto eccitante…-
Gli sussurrai nell’orecchio per poi leccarglielo e scendere sulla sua
cicatrice, lui per controbattere mi accarezzò l’erezione che mi aveva fatto
venire sfregandosi sul velluto del mio vestito.
- Scommettiamo sul vincitore? Sei molto teso ragazzino, dovresti rilassarti
altrimenti mi combini un casino stasera…- Mi sedetti al suo fianco per colpa
delle gambe che non mi reggevano più ma non smisi di leccargli il viso e non
smise lui di accarezzarmi.
- Non vedo proprio come potrei Cort...- Andai ad accarezzarlo tra le gambe
dove lo trovai sufficientemente eccitato ma io lo volevo al suo massimo in
modo da fargli perdere il controllo.
- Lascia che ti scarichi io principessa…- Mi abbandonai a lui in totale
fiducia, si alzò e si mise tra le mie gambe. All’inizio mi accarezzò solo i
capelli e io chiusi gli occhi per cercare di rilassarmi sotto le sue mani poi
si chinò e mi baciò le labbra che io ovviamente spalancai per riceverlo
meglio. Fino alla fine non riuscii mai ad avere il comando del bacio, la mia
lingua era sempre sottomessa alla sua. Finito il bacio attesi con gli occhi
chiusi che mi facesse altro, ero già meno teso di prima ma ero sicuro che Cort
aveva in mente altro ma non avvenne nulla eppure percepivo che era ancora di
fronte a me. Aprii gli occhi e mi leccai subito le labbra, ero a pochi
centimetri dalla magnifica erezione di Cort…
- Succhiamelo…- Poche volte mi aveva parlato così volgarmente ma ad averlo
vicino mi eccitava anche quello, annuii mordendomi ancora le labbra, lo avrei
fatto anche se non me lo avesse appena ordinato solo che così era ancora più
eccitante. Mi passai la punta bagnata del suo cazzo sulle labbra e poi
spalancai la bocca per permettergli di affondare come voleva… non spinse molto
in modo che potessi succhiarlo come volevo io, era raro che mi lasciasse il
comando quindi ne approfittai per gustarmi ogni millimetro di pelle e ogni
goccia di sperma che perdeva. Lo sentivo trattenersi dal venire, tremare ogni
volta che lo accoglievo nella mia bocca fino a spingere fino all’ugola, cercai
di fargli perdere il controllo ma proprio quando credevo di esserci riuscito,
si tirò fuori ansimando per la frustrazione. Non feci in tempo a chiedere
spiegazioni che mi ritrovai voltato a quattro zampe con i pantaloni calati e
proprio mentre stavo per parlare mi penetrò così eccitato com’era. Ciò che
stavo per dire divenne un urlo disarticolato che durò soltanto per le prime
spinte poi il suo ritmo veloce e profondo trasformò il dolore in piacere e a
quel punto riuscii persino ad andargli incontro… Quando sentì di non farcela
più Cort usò l’ultime spinte per farci godere entrambi, usciva completamente
dal mio corpo per farlo richiudere e poi lo sfondava nuovamente con una spinta
forte e profonda, a me bastarono pochi colpi per cedergli completamente e
venire nelle sue mani che mi stavano comandando l’orgasmo, lui mi seguì subito
dopo. Rimase dentro di me il tempo necessario per scaricare ogni suo umore e
poi mi liberò per venire a mettersi al mio fianco…
- Come ti senti?- Mi stropicciai insonnolito e indebolito contro il grosso
corpo di Cort per ricercare il suo calore. Adoro sprofondare nel suo corpo
dopo aver fatto l’amore con lui.
- Incredibilmente bene… tu?- Strusciai la mia guancia sulla sua mentre mi dava
piccoli baci all’angolo della bocca.
- Non c’è male...- Non riuscì a rimanere serio e sentii il suo sorriso sulla
mia pelle… gli riusciva sempre meno fare il duro con me.
- Stronzo…- Mi abbracciò stringendomi ancora di più, nonostante fosse vestito
percepivo la sua pelle andare a fuoco, anelavo quel fuoco per me. Mi accucciai
contro di lui e gli feci quasi le fusa…
- Magnificamente… ti amo Vanny-. Stavolta sorrisi io contro la sua pelle, mi
sarei voluto addormentare con il suono della sua voce che mi diceva quanto mi
amava…
- Ripetimelo…-
- Lo sai che non amo ripetermi… Riposa abbiamo ancora tempo…- Mi accarezzò un
fianco ancora nudo, nessuno dei due aveva ancora pensato a rivestirmi forse
perché nessuno dei due aveva voglia di farlo…
- Devo ripulirmi altrimenti sporcherò il vestito…- Tentai di alzarmi intontito
dal suo calore e dalla stanchezza quindi fu facile per Cort rimettermi giù ma
devo dire di non aver opposto molta resistenza.
- Scordatelo, voglio che il mio sperma resti dentro di te per ricordarti a chi
appartieni. Ci penso io a pulirti voltati…- Mi sussurrò tutto con estenuante
lentezza nell’orecchio e poi me lo morse. Mi voltò lui prendendomi per i
fianchi e io in pieno relax aspettai che mi pulisse… ma non mi aspettavo
certamente che lo facesse con la lingua. Mugolai di piacere ogni volta che
sentivo la sua lingua passare sulla mia pelle calda e infiammata e schiacciavo
la sua testa ogni volta che si avvicinava alla mia fessura e ci giocava.
Quando si accorse che mi stavo eccitando di nuovo si staccò, gli presi la
testa fra le mani e lo baciai per assaggiarlo…
- Vorrei essere ripulito così da te ogni volta…-
- Ora riposa ti sveglierò io-. Bastarono poche carezze sui miei capelli per
farmi di nuovo cascare nel torpore di prima. Sbadigliai e mi rannicchiai
meglio contro di lui…
- Cerca di darmi un risveglio gradito…-
- Come nelle favole?- Mi baciò i capelli e mi coprì con il lenzuolo per non
fami sentire freddo anche se era impossibile sentirlo stando così stretto a
lui…
- Magari qualcosa di più spinto che un semplice bacio Cort, dopotutto sei
l’orco cattivo mica il principe azzurro…- Sentii solo la sua risata divertita
che mi accarezzava il corpo poi mi addormentai felice e rilassato come non lo
ero mai stato in tutta la giornata… Ci presentammo all’incontro con gli altri
con un lieve ritardo dovuto alla poca collaborazione di Cort nel rivestirmi e
soprattutto nel tenere ferme le mani. Per tutto il tragitto per la prima volta
se ne fregò della sua reputazione e mi mise un braccio intorno alla vita
stringendomi possessivamente a sé. Non ero l’unico ad essere preoccupato per
la serata, la minaccia Mav incombeva su di noi solo che Cort non sapeva quanto
potesse essere pericolosa. Appena Steven ci vide così attaccati gli prese un
colpo, venne verso di noi tutto trafelato e ci ordinò di staccarci, ci mancò
veramente poco che lo mandassi a quel paese ma prima che lo facessi Cort mi
lasciò andare, mi dimenticavo sempre che lui era un servo e che quindi aveva
l’obbligo di obbedire che gli piacesse o no. Guardai Steven con odio, non
importava se era lui chiunque tentava di umiliare il mio uomo io l’avrei
odiato, servo o no lui aveva più dignità e onore di tutti noi messi assieme.
- Non hai diritto di ordinare proprio niente!- Gli urlai contro come mai avevo
fatto fino a quel momento, tutti mi guardarono stupiti persino Cort…
- Mi dispiace contraddirti amico mio ma anche se non ho una corona sulla testa
e un trono su cui sedermi rimango comunque il vostro Re, o mi sbaglio?- Mi
guardò beffardo sfidandomi a contraddirlo di nuovo; mi accorgo solo ora che ci
comportammo entrambi da stronzi.
- Lo sei è vero ma pensavo che prima di tutto fossi mio amico ma visto che mi
hai chiesto di fare la stessa cosa che mi ha chiesto tuo padre forse la nostra
amicizia non è poi così importante come credevo-. In uno scontro fisico ero
ovviamente svantaggiato non potevo fare altro che limitare la nostra lite alle
parole, veramente deprimente.
- Non paragonarmi a mio padre ti ho chiesto solo di fare compagnia al principe
di Tux durante la cena non di scopartelo come avrebbe voluto lui!- Cort si
mosse nervoso dietro di me al sentirlo solo dire, dopotutto non era così
pronto a sottomettersi a qualunque cosa… di sicuro non era pronto a dividermi
con qualcun altro e già il solo fatto che dovessi intrattenere per l’intera
serata Mav non lo rendeva certamente tranquillo.
- Allora non comportarti come lui! A Tux ho fatto il mio dovere e qui farò lo
stesso non c’è bisogno che tu mi stia con il fiato sul collo, credo di
meritarmi un po’ di tranquillità-. Indicai con la testa Cort perché era lui la
mia tranquillità, la mia isola felice. Steven abbassò lo sguardo finalmente
sconfitto, non avevamo mai litigato ma già sapevo che non era capace di
incazzarsi con me per troppo tempo.
- Fai come ti pare ma voglio che tu e Cort stiate il più lontano possibile
quando arriveranno i tuxiani, questo non è un favore che ti chiedo ma un
ordine da Re a pistolero, capito Vanny? Non accetterò nessun’altra
insubordinazione né da te né da altri-. Prima di rispondere non persi altro
tempo, mi accostai a Cort e mi appoggiai contro il suo petto facendomi
abbracciare da lui. Non mi parve molto convinto, mi strinsi ancora di più a
lui.
- Grazie Steven non avrai di che preoccupartene, nessuno ci vedrà-. Sapevo che
la sua unica preoccupazione era di non farmi vedere insieme a Cort da Mav per
non fargli sapere che era lui il mio uomo e che quindi non aveva alcuna
speranza con me. Voleva vendergli una merce che non era in vendita…
- Sarà meglio per te, non mi sembra il caso di mandare a puttane un’intera
missione diplomatica solo perché ti voglio troppo bene-. Mi scompigliò
dolcemente i capelli e poi ci lasciò soli per tornare da All che stranamente
non aveva detto una parola sulla nostra discussione, certamente la situazione
tra lui e Steven lo stava deteriorando più di quanto mostrava, mi intristii
per loro mentre mi godevo il calore e il battito cardiaco di Cort sulla mia
schiena… Mi trovai fin troppo presto il bel viso di Mav davanti,
fortunatamente Cort aveva percepito in anticipo il suo arrivo in modo che non
ci trovasse avvinghiati uno all’altro evitando per un pelo l’ira di Steven.
Gli occhi di Mav si posarono subito su di me e non fece niente per nascondere
la sua sfacciataggine, era chiaro a tutti cosa volesse e cosa era sicuro di
ottenere. Era così chiaro che la rabbia di Cort diventò addirittura palpabile
e la mano di All appoggiata pigramente sulla sua spalla non era certamente
messa lì per caso. Non potei fare nulla per rassicurarlo e non potei fare
nulla per evitare di abbracciare Mav davanti a lui, Steven mi aveva ordinato
di farlo con il solo sguardo e Mav stesso non si aspettava niente di meno. Ero
di nuovo la vergine sacrificale del momento… lo sguardo possessivo di Cort mi
diceva però che niente sarebbe andato come a Tux, quello sguardo mi indicava
come sua sola proprietà e ciò che appartiene a Cort è bene non toccarla ma Mav,
nuovo delle nostre parti, ne era inconsapevole. Non sapeva che l’uomo di cui
tanto gli avevo parlato a Tux era quel gigante sfregiato che si tratteneva a
stento dallo strozzarlo, quando era nel suo ruolo Cort veniva semplicemente
chiamato Maestro quindi Mav non sapeva che era quel Cort che mi era mancato
così tanto da farmi fare una sciocchezza dopo l’altra. Mi abbracciò
strusciandosi su di me non sapendo che aveva gli occhi assassini puntati
addosso del mio uomo, io che li sentivo rabbrividii di paura per lui. Per sua
fortuna c’era Steven che con tutta la sua autorità cercava di frenare la furia
omicida di Cort altrimenti la serata si sarebbe conclusa brevemente con un
uomo in meno. Ci misi un po’ a staccarmelo di dosso, sembrava che mi stesse
annusando e tastando come se fossi una portata della sua cena. Solo quando
Steven gli ricordò della cena sembrò convinto a lasciarmi andare o almeno a
liberarmi dalle sue mani, il suo corpo rimaneva comunque a stretto contatto
con il mio per il piacere di Cort che non smetteva un attimo di digrignare i
denti. Cercai di staccarmelo di dosso ma più cercavo di allontanarlo più me lo
trovavo appiccicato quindi alla fine mi arresi alla sua vicinanza ed evitai di
guardare in faccia Cort per non fargli capire quanto mi sentissi in colpa in
quel momento. Mav non smise mai di parlarmi ma non per questo io captai una
sola parola del suo discorso, ero troppo imbarazzato per seguire ciò che
diceva, mi limitavo a rispondergli a monosillabi e lui era troppo occupato a
mangiarmi con gli occhi per capire che non lo stavo seguendo. Sapevo che la
serata avrebbe preso una piega simile e per questo mi ero disperato per tutto
il giorno, non vedevo proprio come potevo uscire indenne da una simile
situazione, in un modo o nell’altro sarei finito nei casini, ne ero sicuro.
Tornai in me quando ci mettemmo seduti e quindi quando fui finalmente libero
dalla morsa di Mav che standomi di fronte non poteva più fare finta di
toccarmi per sbaglio o di sussurrarmi all’orecchio qualsiasi cazzata avesse da
dire. Al contrario la vicinanza di Cort al mio fianco mi dava la forza di
credere di riuscire ad arrivare indenne a fine serata, anche se da lui non
veniva nessun tipo di incoraggiamento anzi mi dava addirittura le spalle per
parlare con gli altri commensali… ma io adoravo le sue spalle come adoravo
ogni parte di lui. Meno confuso e più sicuro di me stesso riuscii finalmente a
fare quello che Steven mi aveva chiesto ovvero intrattenere Mav, non che fosse
un compito facile. Non ricordavo di averlo mai odiato a Tux mentre quella sera
a Gilead ogni sua parola era un pugno allo stomaco, ogni frase una
provocazione, mi sembrava come se stesse giocando al gatto con il topo con me
e con Cort al mio fianco questo gioco non era affatto divertente. Il suo
sorriso ironico perennemente stampato sulle sue labbra sembrava sapere con
sicurezza che la serata sarebbe finita come desiderava lui. Mostrava la stessa
sicurezza di Cort ed io insicuro com’ero mi sentivo in sua completa balia e
non andava affatto bene, io volevo mostrare tutte le mie debolezze ad una sola
persona, colui che non ne avrebbe mai approfittato ma che le avrebbe
semplicemente amate. Ero talmente nervoso tanto da contorcermi le mani e farmi
male finchè non ci pensò Cort a posare una mano sulle mie massaggiandomele… mi
dava le spalle ma sapeva benissimo quello che stavo passando… Cascai dalla
nuvoletta rosa, chiamata Cort, quando Mav riprese a parlare. Mi feci di nuovo
teso ma il contatto con Cort mi rendeva più sicuro.
- All ha fatto un’ottima scelta, qui a Gilead non è che ci sia molta
bellezza…-
- Scusa?-
- Steven non è male e poi è il Re…-
- La bellezza non è tutto Mav quante volte te lo devo dire…-
- Detto da uno che è bellissimo non vale molto-. La sua voce era colma del
desiderio che provava e fu ovvio che Cort si girasse immediatamente per
fulminarlo ma Mav non ci fece caso, non sapeva con chi aveva a che fare e chi
stava per fare incazzare. Misi una mano sulla coscia di Cort e lo massaggiai
fin quando lo sentii meno teso, non mi fregava niente di proteggere Mav ma non
volevo che il mio uomo si mettesse nei guai… ci stavamo proteggendo a vicenda.
- All di certo non ha scelto Steven perché è bello o perché è il Re, qui non
abbiamo certe usanze come a Tux-. Gli risposi un po’ troppo duramente ma
sentivo la tensione di Cort scivolarmi addosso e di conseguenza ero diventato
teso anch’io.
- Ti chiedo scusa se ti ho insultato in qualche modo Vanny, ero solo curioso
di conoscere il tuo compagno, di vedere se era bello come Steven… sai a Tux
non facevi altro che dirmi quanto ti mancava ma non mi hai mai detto niente di
lui-. In realtà avevo fatto altro eccome e al solo ricordarlo mi irrigidii
ancora di più mentre Cort sentendo quanto mi era mancato si rilassò, beato
lui.
- Sono io a dover invocare il tuo perdono ho alzato troppo la voce-. Mi costò
chiedergli scusa per aver attaccato il suo modo ipocrita e privo di principi
di pensare ma dopotutto quella era la sua cultura.
- Parlami del tuo compagno sono curioso di sapere quale uomo mi ha impedito di
avere l’amore della mia vita…- Ormai ero rigido come un cadavere… Ero
consapevole che Cort fosse molto più interessato alla nostra discussione che a
quelle che si svolgevano dalla parte del suo tavolo, una parola in più da
parte di Mav ed ero spacciato. Mi accorsi di sudare solo quando mi sfiorai i
capelli umidi.
- L’unico uomo possibile per me…- Accarezzai di nuovo la gamba di Cort
ritrovando un po’ di sicurezza grazie alla sua presenza vicino a me, dopotutto
portavo ancora addosso il suo odore e me lo aveva lasciato proprio perché
sapessi a chi appartenevo…
- Ne dubito. Come mai non è presente? Non è forse degno di partecipare a
questa tavola?- Lo disse con malizia e quasi mi scagliai contro di lui, lo
salvò solo la mano di Cort che mi trattenne seduto poggiandosi con fermezza
sulla mia gamba.
- Lo è eccome ma purtroppo è in missione…- Strinsi la gamba di Cort per
sentirmelo più vicino.
- Un pistolero dunque…-
- Cos’altro se no? Lo sono anch’io…-
- Tu sei tutto fuorché un pistolero Vanny…- E lui era tutto fuorché un uomo…
- Non offendere le pistole di mio padre…- Potevo essere una schiappa di
pistolero ma rimanevo comunque un pistolero a tutti gli effetti e non avevo
intenzione di permettere a un moccioso viziato di vanificare tutta la
sofferenza che avevo sopportato per diventarlo.
- Non mi permetterei mai…- Disse con voce leziosa rendendo inutili le sue
scuse. Non lo ricordavo davvero così odioso, mi venne il dubbio che forse
quello che era successo tra noi lo avesse cambiato a tal punto…
- Lo spero altrimenti non saresti il gentiluomo che ho conosciuto a Tux…-
- … Parlami di lui…- Voleva farsi proprio del male! Guardai di sottecchi Cort
e descrissi lui, tanto non avrebbe mai creduto che il mio uomo potesse essere
la montagna che mi era affianco, credeva troppo nel gusto estetico per poterlo
fare.
- E’ grande, grosso, tutto muscoli…- Stavo quasi per aggiungere con un cazzo
enorme che mi faceva godere come nessuno avrebbe potuto fare e che era tutto
mio, fortunatamente mi chiusi le labbra in tempo altrimenti avrei fatto venire
un colpo a tutti quelli del tavolo. Cort non mi aiutò quando mise una mano
sulla parte del mio fondoschiena che sporgeva dalla panca massaggiandomelo.
Ovviamente io mi sporsi ancora di più…
- E’ come quello che ti è accanto?- Cercai di ignorare la punta di disgusto
nella sua voce e feci finta di guardare distrattamente Cort quando in realtà
me lo mangiai con gli occhi per tutto il tempo. Cort mi rispose infilando la
mano nei pantaloni lasciandola per il momento all’inizio della valle delle
natiche. Mi morsi il labbro ben consapevole che non si sarebbe fermata per
molto tempo ancora. Non mi vergognai dei servi che passavano e ci vedevano, la
vergogna era l’ultimo dei miei pensieri…
- Più o meno ma decisamente meno volgare…- Arrivò la prevista presa di Cort
che affondò ancora di più nei pantaloni mentre io non sapevo più come
sporgermi di più dalla panca senza cadere a gambe all’aria. Mi stava
accarezzando così profondamente che ci mancava davvero poco che arrivasse al
mio ano che stava già pulsando per lui…
- Lo vorrei ben sperare...- Continuò a parlare Mav io ormai facevo fatica a
seguirlo, ero sicuro di star mostrando il culo a metà sala ma quello che mi
importava era solo quello che avevo in mezzo al sedere ovvero la mano di Cort.
- Il mio uomo è l’uomo più sexy che abbia mai visto, dolce, premuroso
incredibilmente geloso e possessivo ed è riuscito a farmi suo con un solo
sguardo…- Sentii la mano di Cort farsi più dolce e meno invasiva, non poteva
rispondere a parole ma con i gesti si faceva capire benissimo.
- Uomo fortunato il tuo…- Guardai di sottecchi Cort ma come sempre da lui non
si percepiva nulla ma sapevo che stava rodendo di gelosia da come mi aveva
afferrato una natica sottolineandomi come suo.
- Fortunato io…- Lo dissi continuando a guardarlo e desiderando
prepotentemente le sue labbra e i suoi occhi puntati su di me. All’improvviso
Cort si alzò cogliendo di sorpresa tutti, si voltò verso di me e sussurrando
in modo che sentissimo solo noi pistoleri mi chiamò a sé.
- Seguimi…- Mi alzai senza neanche controllare che fossi vestito,
fortunatamente ci aveva già pensato Cort. Mentre mi voltavo per seguirlo
incrociai lo sguardo di Steven che ci fulminò con lo sguardo ma entrambi
facemmo finta di nulla allora il suo furore si trasformò in semplice
disappunto, ce ne andammo accompagnati dalla risata divertita di All. Sembrava
che Cort fosse del tutto tranquillo ma appena uscimmo dall’ingresso non feci
in tempo ad oltrepassarlo che mi sbatté al muro con violenza. Non mi ero
ancora ripreso dalla botta che mi ritrovai la sua bocca a divorare la mia.
Quando finimmo il fiato mi voltò di nuovo stavolta con più gentilezza e in un
corridoio frequentato da tutti i servi che entravano ed uscivano dalla Sala mi
calò i pantaloni e sprofondò in me. Per non urlare gli morsi il braccio e
quando il dolore mi permise di sentire la sua presenza mi morsi le labbra in
attesa delle sue spinte, ancora sentivo distintamente lo sperma fresco
dell’orgasmo di Cort di prima che cominciasse la serata e ora ero nuovamente
pronto per lui… ma Cort rimase fermo mordendomi la spalla per non cedere…
- Prendimi Cort…- Lo incoraggiai pensando che forse si stesse trattenendo per
paura di farmi male anche se ormai sapeva che ero abituato al suo corpo.
- Sta’ zitto principessa altrimenti perdo il controllo…-
- Fallo…- Andai incontro a lui e mi infilzai di qualche altro millimetro…
- Non posso, se ti faccio tornare di là a gambe larghe Steven mi uccide…- Si
tirò fuori prima che potessi protestare. Mi chinai un attimo per il dolore ma
tornai a fronteggiarlo.
- E allora tutto questo?-
- Avevo voglia di baciarti e di farti questo…- Un modo come un altro per dirmi
che aveva voglia di fare l’amore con me…
- Non posso ritornare al mio posto dopo questo…- Avevo le gambe che mi
tremavano e sudavo più di un uomo normale, si vedeva anni luce che ero
eccitato da morire, io non riuscivo a nasconderlo come lui.
- Fai venire fame ragazzino…- Mi spiaccicò di nuovo al muro per divorarmi il
collo e le labbra, poi con la mano che non mi accarezzava i capelli mi
masturbò inghiottendo ogni ansito e gemito di piacere che mi scappava nella
sua bocca. Quando venni morsi sia me che lui, avevo un urlo da sfogare che
dovevo sopprimere in qualche modo. Quasi mi eccitai di nuovo quando lo vidi
ripulirsi la mano dal mio seme con la lingua e quando finì me lo riappoggiai
contro per assaggiare il mio sapore dalle sue stesse labbra.
- Come vuoi venire Cort?- Gli sussurrai pianissimo in modo che non sentisse
nessun altro. Gli avrei fatto qualunque cosa mi chiedesse anche con tutti quei
servi che andavano e venivano…
- Ne avrei di richieste principessa ma temo che dovremo rimandare a fine
serata…- Mi sorrise malizioso e fui certo che quella era una promessa. Mi
rivestì con lentezza come a volersi stampare nella memoria le forme del mio
corpo, come se poi non le avesse già viste un milione di volte.
- Sicuro?- Abbassai gli occhi sui suoi pantaloni ma già sapevo che non avrei
visto l’erezione magnifica di pochi attimi prima, aveva già ripreso il
controllo di se stesso.
- Aye, Vanny cerca di rilassarti con quel Mav non vale la pena perdere il
controllo con lui-.
- Ti chiedo scusa ma le cose che dice e come le dice mi fanno andare fuori
fase…-
- Ti ho fatto tornare in te almeno un po’?- Mi sorrise dolcemente
abbracciandomi di nuovo.
- Adoro le tue tecniche di rilassamento, oltre ad essere magnifiche sono anche
molto efficienti…- Me lo portai di nuovo addosso e ritornai ad essere
schiacciato al muro.
- Ne sono contento visto che ho intenzione di attuarle spesso-. Fece un giro
completo del mio corpo con le sue mani mentre mi baciava per zittire ogni mio
gemito.
- Per sempre-. Gli leccai le labbra e poi lo lasciai andare, già mi mancava.
- Torniamo al tavolo prima di creare problemi a Steven, non mi sembrava molto
felice della mia idea…-
- Non lo era affatto-. Lo baciai un’ultima volta prima di cercare di darmi
anch’io un contegno, mi fece andare avanti e il suo sguardo incollato al mio
corpo mi diede il coraggio necessario per sfilare l’intera sala. Quando
arrivammo al tavolo feci sedere prima lui poi presi il mio posto di nuovo a
disagio davanti al principe di Tux. Cort percependo il mio stato mi posò una
mano su una gamba e prese ad accarezzarmi lentamente.
- Tutto bene?- Chiese Mav sospettoso, non mi ero reso conto del tempo che era
passato.
- Scusami ma ho dovuto fare un giro di guardia…- Fu l’unica balla che mi venne
in mente e risultò anche efficace visto che cambiò del tutto argomento.
- Vanny non avrei mai pensato che tu fossi cresciuto in un posto simile…- Il
disgusto nella sua voce era palpabile, lontano da Tux era facile dimenticarsi
di quanto fosse superbo e con la puzza sotto il naso. Decisi di giocare un po’
con Cort che continuava ad accarezzarmi pigramente le gambe…
- Veramente non sono cresciuto in questo ambiente, qui ci sono solo nato e
passato l’infanzia… Sono cresciuto in una stanza più rozza di quella di un
servo…- Cort fermò la sua mano in attesa di capire dove volessi andare a
parare…
- Ma tu non sei un nobile?- Mav non ci stava capendo nulla ovviamente non
poteva capire che stavo solo giocando con il mio amante…
- Aye, ma il mio Maestro il più stronzo, bastardo, orrendo uomo del pianeta mi
ha sbattuto lì a marcire fino al giorno della sfida-. Non feci in tempo a
ruotare gli occhi verso Cort che la sua mano si intrufolò nei pantaloni e mi
stritolò le palle e se non mi fosse mancata l’aria per urlare l’avrei fatto…
Sussurrai un bastardo che solo lui poteva sentire, mi aspettavo un’altra
stretta ma mi stupii accarezzandomi.
- Il tuo Maestro era davvero così terribile?-
- Puoi vederlo da te è l’uomo affianco a me…- Mi alzai appena per avvicinarmi
a Mav facendo finta di non volermi far sentire da anima viva ma lo feci
soprattutto perché speravo che Cort cominciasse a prendersi cura di un’altra
parte di me. Così fece senza aver bisogno che io gli dicessi nulla… fece
scivolare la mano sotto il mio sedere e quando mi rimisi seduto un suo dito mi
era già entrato dentro aiutato dal suo sperma che ancora mi riempiva mentre le
altre dita mi accarezzavano il fondoschiena. Sbuffai di piacere quando iniziò
a muoversi e allargai le gambe per qualunque altra cosa mi volesse fare, tipo
scoparmi davanti a tutti su quel tavolo…
- Mai visto niente di così orribile…- Avevo voglia di strangolarlo o di
prenderlo a pugni per aver osato offendere Cort. Cort sentendo il mio corpo
teso si rigirò appena verso di me per assicurarsi che mi sarei controllato, io
sospirai e una volta di nuovo padrone di me sorrisi, non a Mav anche se lo
guardavo ma a Cort per dirgli che andava tutto bene. Mi accarezzò più
profondamente facendomi capire che aveva apprezzato la mia prova di
autocontrollo e io sospirai facendogli capire quanto stavo apprezzando quello
che mi stava facendo…
- Orribile davvero…- Dissi mordendomi le labbra guardando la sua cicatrice che
risplendeva alla luce delle candele, ormai mi muovevo al ritmo di quel dito…
- Ti senti bene Vanny?-
- Oh sì certo scusami ho solo avuto un crampo allo stomaco-. Mi diedi dello
scemo ricordandomi che non eravamo nella nostra camera da letto.
- Vuoi fare a cambio di posto?- Indicando disgustato Cort pensava davvero che
avessi dei problemi con lui, in realtà il mio problema erano tutti gli altri
che mi impedivano di fare l’amore con lui.
- Non è possibile Mav, quelli che stanno nella fila del Re sono le persone
importanti, ovvero tu e tuo padre, quelli dall’altra sono i meno importanti,
ovvero io-. Era vero ma i posti a tavola erano stati studiati apposta. Io
essendo nobile sarei dovuto stare dalla parte di Steven ma gli avevo rotto le
scatole fino all’ultimo per farmi mettere vicino a Cort che era un servo e che
quindi stava nell’altra parte. All poteva stare da entrambe le parti aveva
scelto la parte opposta a Steven per potergli stare di fronte. Cort stava
vicino al gruppo Steven/All/ Re di Tux/Vecchio Re di Gilead perché sarebbe
stato interpellato spesso durante la cena, dopotutto la guerra era sua
materia. Io ero vicino a lui a fine tavola con Mav davanti…
- Nel mio Regno non ti avrei mai messo nella schiera dei servi Vanny, saresti
stato al mio fianco-. Cort si mosse nervoso accanto a me, mi avvicinai
impercettibilmente a lui e gli massaggiai una coscia dolcemente.
- Non voglio sentirti dire certe cose, se lo farai di nuovo cambierò veramente
posto…-
- Invoco il tuo perdono…-
- Perdonato-.
La cena continuò con chiacchiere più futili e con Cort che ancora mi
stuzzicava, fortuna che la tovaglia copriva tutto altrimenti sarei stato lo
scandalo della serata. Cercavo sempre nuove posizioni per sentirlo meglio e
Cort non mi aiutava di certo, ogni volta che lo trovavo lui rifuggiva mentre
se stavo fermo mi premiava andando più a fondo. Infine con la mano che mi
accarezzava mi sollevò quel poco che bastava per sfilarsi dal mio corpo, io
smisi subito di parlare con Mav e lo guardai ma lui non si voltò neanche, poi
abbassai lo sguardo e vidi la mano che mi aveva torturato finora placidamente
appoggiata sulla panca. Fissai il dito che era stato dentro di me e lo trovai
sporco del suo sperma. Mi leccai le labbra e alla fine lo feci… feci finta che
mi fosse caduta una posata e mi chinai tanto da andare sotto la tovaglia e con
me portai la sua mano tentatrice. Prima l’annusai sentendo l’odore dei nostri
corpi, cosparsi la pelle di baci e poi leccai il dito che mi aveva fatto
impazzire. Lo ripulii fino all’ultima traccia e ingoiai tutto come se fosse il
nettare degli dei e per me lo era. Cort non si mosse per nulla ma sono sicuro
che se l’avessi potuto guardare negli occhi, li avrei visti scurirsi dal
desiderio e allora probabilmente avrei perso il controllo mi sarei messo a
cavallo su di lui e lo avrei pregato di prendermi. Quando tornai su non cercai
nemmeno di catturare il suo sguardo, continuavo a leccarmi le labbra come se
fossi già in astinenza della mia droga e lo ero. La mano di Cort tornò ad
accarezzarmi su e giù le gambe senza più tentare di entrarmi dentro i
pantaloni nonostante i miei tentativi di tentarlo. Mav non sospettò mai nulla
e nonostante le mie paure non disse più niente che mi potesse imbarazzare o
che potesse dar fastidio a Cort… ma vedevo bene il suo sguardo e se non era lo
stesso di quello di Cort quando mi guardava ci andava molto vicino. Feci finta
di nulla per tutto il tempo e nel frattempo con una mano continuavo ad
accarezzare la gamba di Cort per tenerlo buono. Ad un certo punto vidi Cort
avvicinarsi all’orecchio di All e sussurrargli qualcosa e per poco non riuscii
a percepirlo, poi volse lo sguardo su di me e si avvicinò un po’ troppo per la
sicurezza del proseguimento della cena. Non ero sicuro di poter sopportare il
suo alito caldo sul mio collo e rimanere immobile sul mio posto allo stesso
tempo…
- Mi sto annoiando…- Da fuori sembrava una situazione normalissima, ma io
stavo già sudando per la tensione sessuale che incorreva tra noi…
- Cosa posso fare per te?- Cercai di non strusciare la mia guancia sui suoi
capelli perché ero cosciente che Mav ci stava fissando e che quindi dovevamo
sembrare due uomini che stavano semplicemente parlando a sottovoce tra loro.
- Da quando te lo devo chiedere?- Con una mano mi accarezzò l’osso sacro e
parte del fondoschiena che sporgeva dalla panca senza farsi accorgere da Mav
sapendo bene però che tutti gli altri ci potevano vedere benissimo.
- Mai…-
- Spalanca le gambe per me principessa…- Sospirai di piacere non chiedendomi
nemmeno se fosse il momento giusto o no, se Cort mi voleva era sicuramente
quello giusto. Aprii le gambe come mi aveva chiesto e la mano che prima mi
accarezzava solo le cosce si intrufolò di nuovo dentro i pantaloni ma stavolta
potei vedere tutto visto che aveva scansato la tovaglia per vedere anche lui.
Steven avendo sentito tutto aveva capito che avremmo finito per perdere il
controllo, o meglio che io avrei perso il controllo perché Cort stava solo
ottenendo quello che voleva, cioè io, si alzò di botto facendo quasi
spaventare il Re di Tux e fulminandoci con lo sguardo disse con una voce un
po’ troppo stridula per lui:
- Che dite di alzarci e andare a parlare di cose serie lasciando i nostri
ospiti a divertirsi?- Il Re di Tux lo seguì subito e così fece All, Cort
rimase ancora intento ad accarezzarmi di nuovo coperto con la tovaglia ma dopo
un’ultima occhiataccia da parte di Steven mi lasciò con malavoglia e si alzò.
- Incontro diplomatico principessa mi dispiace… ma puoi contarci che
continueremo stanotte dopo che questo schifo di serata sarà finito-. Ignorò
l’ennesima occhiataccia di Steven ma si leccò le dita che avevano avuto
accesso al mio corpo, io arrossii di brutto davanti alla faccia di Mav che non
ci stava capendo niente. Abbassai lo sguardo troppo imbarazzato per continuare
a fare finta di nulla. Riuscii ad annuire con la testa a Cort ma di certo non
riuscii a guardarlo negli occhi… con enorme dispiacere di tutti e due seguì il
gruppo del Re. Non feci in tempo a connettere di essere stato lasciato solo
con Mav che All mi fece rimanere a bocca aperta con una sua offerta…
- Vuoi ballare?- Spalancai gli occhi per la sorpresa e forse mi colò anche
della bava dalla bocca per quanto ero scioccato ma Gan avevo davvero avuto
paura di rischiare l’infarto!
- Stai dicendo sul serio?- All non era solo il più bel ragazzo di Gilead, Cort
diceva che lo ero di più io ma lui non contava, era anche l’amante ufficiale
di Steven ovvero il Re e quindi intoccabile. In pochi sapevamo che era
intoccabile soprattutto per un altro motivo, All odiava essere toccato da
chiunque non fosse Steven: a l’età di quattro anni i suoi genitori dopo averlo
violentato l’hanno venduto a chiunque lo pagasse qualche spicciolo e lui
ovviamente non l’ha mai dimenticato.
- Vuoi forse che mi inchini principessa?- Osava chiamarmi così perché Cort
osava chiamarlo Sunny o addirittura Sunshine appellativi esclusivi di Steven.
Cort e All in fin dei conti si assomigliano molto… Mi voltai a guardare Mav
non tanto per avere il suo permesso che non mi serviva ma perché mi sentivo in
colpa a lasciarlo solo ma lui mi guardò incoraggiandomi e per la prima volta
gli sorrisi veramente.
- Dovresti uomo rozzo e volgare-. Con mia sorpresa mi prese la mano e mi tirò
via dal tavolo, quasi ci scontrammo se non avessi messo una mano sul suo petto
per bloccare la spinta.
- Va bene così principessa?- Mi guardò ghignando come se si stesse divertendo
un mondo.
- Sei forse ubriaco?- Gli chiesi appena lontani dal tavolo e da Mav, mi stava
ancora tenendo la mano stringendomela forse un po’ troppo…
- Magari…- Finalmente riconobbi il mio amico All ma ancora non mi capacitavo
di quello che stava facendo…
- Allora?-
- Sto facendo un favore a Cort… non voleva lasciarti solo con il principe-.
Guardai verso Cort ma mi dava le spalle, non era importante sapevo che avrebbe
sentito sulla pelle il mio sguardo.
- E’ stato carino da parte tua ma ora come pensi di fare?- Mi riferivo al suo
non voler farsi toccare…
- Guarda ti sto stringendo una mano!-
- Sei molto bravo All, ma stai sudando come se stessi correndo… Non è giusto
forzarti così, Cort ha sbagliato a chiederti una cosa del genere-.
- Ti dico che ce la possiamo fare… infondo tu sei il mio migliore amico non mi
faresti mai del male, vero?- Mi venne voglia di abbracciarlo e stringerlo
forte per proteggerlo da tutto e da tutti, questi impeti di tenerezza in
genere li avevo solo con Cort…
- Mai All…-
- Fammi guidare a me, tu toccami il meno possibile…-
- Dovrò mettere le mani da qualche parte però…-
- Fai finta di appoggiarle sulle mie spalle… Ti dispiace se penso di avere tra
le braccia Steven?-
- Basta che non esageri!- Ci mettemmo in posizione, lui con le mani sui miei
fianchi io con le braccia fintamente appoggiate alle sue spalle, era
massacrante ma non glielo dissi.
- Non finiremo a scopare nella prima nicchia che troveremo non ti
preoccupare-. Cominciammo a volteggiare senza quasi accorgercene, forse
all’esterno potevamo sembrare impacciati ma io cominciai a trovare la cosa
divertente nonostante lo sforzo dei muscoli delle braccia. Le sue mani sui
miei fianchi erano ferme, non tentò mai di accarezzarmi come avrebbe fatto
chiunque al suo posto e questo mi rassicurò sulla gelosia di Cort. Forse
proprio per questo aveva scelto lui…
- Meglio per te altrimenti avrai a che fare con un Cort alquanto incazzato…-
- Mi dispiacerebbe doverlo prendere a calci in culo un’altra volta…- Si
riferiva alla sua sfida da allievo che era quasi finita in parità se Cort non
si fosse dichiarato sconfitto. Era il primo ad essere quasi allo stesso
livello di Cort…
- Ma stai zitto non l’hai mai sconfitto in realtà…-
- Vai a dirlo alle mie pistole!-
- Sì certo… Steven è d’accordo di questa nostra marcia forzata?- Non mi
sembrava che stessimo danzando rigidi com’eravamo e completamente distanti.
Cercavo di catturare lo sguardo di Cort ma mi capitava sempre di guardare
negli occhi Steven.
- Quando Cort me l’ha chiesto lui ha sentito e non ha detto niente quindi non
ci sono problemi…-
- Però non ci toglie gli occhi di dosso…-
- Non MI toglie gli occhi di dosso ma quello non lo fa mai, è l’unico contatto
possibile che ci è rimasto-. Non sapevo come riuscisse a mantenere le distanze
dal suo amante e ormai erano mesi che non si toccavano e chissà quanti mesi
ancora gli si sarebbe stato precluso farlo. Io non ci sarei mai riuscito, mi
era bastato stare lontano da Cort per un mese per creare un casino
incredibile…
- Mi dispiace…-
- Ancora un po’ e tutto finirà-. Alla nascita di suo figlio mancavano quattro
mesi, a quello di Steven otto… Ancora otto mesi e sarebbero potuti ritornare
ad essere una coppia vera. A volte All veniva da me tutto contento di essere
riuscito a strappare un bacio a Steven di nascosto ed è molto deprimente visto
che sto parlando di due che non facevano altro che scopare dalla mattina alla
sera come me e Cort… ma fa anche tenerezza.
- E’ finita la musica…- Si staccò immediatamente da me come se avessi una
malattia contagiosa ma era stato fin troppo bravo. Iniziò un nuovo ballo e le
coppie si riformarono.
- Ora dovrai trovarti un nuovo cavaliere principessa, o magari una dama, qui
dentro tutti ti stanno mangiando con gli occhi-. Mi guardò sorridendo con
affetto come se stesse parlando con il suo bel fratellino minore.
- Diciamo che ci spartiamo la sala… grazie sarà meglio che torni al tavolo-.
- Cort non apprezza molto la tua vicinanza a quel principe tuxiano Vanny, se
gli starai appiccicato tutta la sera quando andrete a casa ti ritroverai un
Cort alquanto incazzato e magari la serata non finirà come tu speri-. Arrossii
per l’allusione ma dopo lo spettacolino di prima era inutile negare cosa
avremmo fatto una volta a casa…
- Cosa dovrei fare? Non mi metterò ad invitare gente che non conosco a ballare
con me!-
- Su questo non ci sono problemi, ecco che arriva la tua prima dama. Buon
divertimento…- Non feci in tempo ad aggiungere altro che una graziosa ragazza
si inchinò davanti a me, io mi inchinai di conseguenza e senza neanche
accorgercene stavamo volteggiando per la sala finalmente danzando come si
doveva. Non parlammo di nulla anche perché non c’era niente da dire, tutti
sapevano che ero occupato e quello era solo un sogno da vivere sul momento. Fu
così che mi si presentò una dama dopo l’altra, grasse, magre, alte, basse,
giovani, vecchie… insomma tutta Gilead al femminile e alcune di loro mi
portavano un bicchiere di vino in offerta tant’è che ormai ero più che brillo.
Quando mi capitò una vecchia grassa che non faceva altro che pestarmi i piedi
vidi Cort sorridermi divertito, con quelle carine mi guardava malizioso per
vedere fin dove mi spingevo. Solo con una che si era spinta un po’ più là
accarezzandomi i capelli si mostrò geloso, fulminò la ragazza con lo sguardo
che recependo il messaggio smise di toccarmi. Alla fine ero stremato, mi
girava la testa per il troppo alcool e avevo i piedi che mi chiedevano pietà
ma la peggior cosa era che non era affatto la fine ma solo l’inizio…
Cominciarono ad invitarmi anche gli uomini ma qui aspettai il permesso di Cort,
non volevo fare niente che lo indisponesse. Cort mi guardò un attimo e poi
annuì appena, sapevo che non gli andava a genio la cosa ma io feci finta di
nulla e accettai tutti gli inviti. Il fatto era che non volevo tornare al
tavolo da Mav, ero ubriaco e quindi potevo fare o dire qualche cazzata, era
meglio ricevere qualche palpata piuttosto che rischiare di rovinare tutto.
Comunque nessuno si arrischiò a palparmi Cort si era girato dalla mia parte e
nonostante stesse parlando con il Re di Tux non si lasciava sfuggire quello
che facevo io o il mio cavaliere di turno. Quindi chi voleva ballare con me
sapeva benissimo di essere in continuo esame da Cort e se non lo avesse
superato avrebbe fatto bene a pregare Gan prima di andare a dormire perché era
certo che il giorno dopo per lui sarebbe stato molto lungo e doloroso. Alla
fine tutto fu inutile perché mi trovai davanti come cavaliere proprio Mav…
- Posso finalmente essere il tuo cavaliere?- Mi offrii un bicchiere di vino,
l’ennesimo che cercai di rifiutare…
- E’ meglio di no, ne ho bevuto troppo stasera…-
- Allora fai che sia l’ultimo…- Sottintendeva anche l’ultimo cavaliere della
serata che alla fine avrebbe avuto anche la fortuna di concludere con me.
Ignorai il doppio senso della sua frase e cercai aiuto nello sguardo di Cort
ma lo trovai impegnato in una spiegazione fitta al Re di Tux su qualche
aggeggio sicuramente mortale. Non sapendo come fare e non avendo il cervello
libero per pensare liberamente accettai il suo invito ripromettendomi di stare
molto attento.
- Spero che lo sia altrimenti comincerò a dare di matto, ho i piedi che mi
vanno a fuoco-.
- Lo prometto sarà l’ultimo-. Lo guardai negli occhi e anche ubriaco com’ero
potei leggere tutto il desiderio che provava per me e quasi riuscii ad intuire
cos’altro nascondeva il suo sguardo ma poi bevvi il mio ultimo bicchiere di
vino e il mio cervello andò completamente in tilt, ricordo solo di non aver
mai ballato con Mav. Se qualcuno me lo chiede ora ancora adesso non so dire
cosa successe da quel momento in poi so solo quello che mi hanno raccontato.
Mav mi aveva drogato e questo è appurato, visto che All l’ha visto mentre
annacquava la droga con il vino. Il tempo che All avvertisse Cort di quello
che stava succedendo, io già mi trovavo del tutto privo della ragione in
balcone con Mav. Ero sovraeccitato dalla droga e stordito dall’alcool quindi
rispondevo ad ogni allusione sessuale e ad ogni carezza di Mav con entusiasmo
credendola di Cort. Mi aveva appoggiato alla balaustra del parapetto in modo
da dargli di schiena e ogni volta che si strusciava su di me io gli rispondevo
con una mia incitandolo anche con la voce con cose tipo: “Cort Prendimi… Fai
l’amore con me… Vieni…”. Ovviamente a Mav non gli fregava se mi stavo
rivolgendo a qualcuno che non era lui… per lui da quella sera che lo avevo
malamente respinto ero diventato una faccenda da concludere, una botta e via.
Nel frattempo Cort smise subito di parlare appena aveva captato il sussurro di
All, anche Steven lo capii ma non fu abbastanza lesto da fermarlo. Cort come
una furia ma silenzioso come sempre arrivò al balconcino mentre Mav si stava
sciogliendo la fascia che gli teneva stretto il kimono, i miei pantaloni
stavano ancora a posto ma solo perché erano ad elastico e quindi li avrebbe
potuti abbassare anche all’ultimo momento. Cort appena vide cosa stava facendo
strinse forte le mani a pugno fino a farsi sanguinare i palmi ma ovviamente
mantenne il controllo della situazione.
- Posso chiederle cosa sta facendo?-
- Hai qualche problema?-
- Nay mi stavo chiedendo solo cosa stessi facendo…-
- Vedi questo ragazzo? E’ finalmente mio…-
- E’ veramente molto bello in effetti…-
- Già e non hai visto ancora niente…- Mi calò i pantaloni mostrandomi a Cort
come se non mi avesse visto un milione di volte in quella posizione per lui…
- Ora capisco cosa gli vuoi fare…-
- Se vuoi poi te lo lascio…- Ormai si era del tutto spogliato e il pene eretto
si intravedeva tra la stoffa del kimono.
- Oh ti ringrazio… ma allora tu non sei l’uomo che sta invocando il ragazzo…-
- Nay, deve essere il suo uomo ma io ancora non l’ho visto. Non credo che sia
presente, una vera fortuna non credi?- Mi bloccò i fianchi che io continuavo a
muovere, nella mia mente già stavo facendo l’amore con Cort.
- Già così magari me lo posso sbattere anche io dopo…-
- Prima tocca a me poi puoi farci quello che ti pare. Prima mi devo prendere
quello che mi appartiene…-
- Ovvero?-
- E’ venuto a letto con me per poi tirarsi fuori sul più bello, capisci! Mi ha
fatto sentire quanto è fottutamente stretto e caldo e poi mi ha spintonato via
appena ho tirato fuori le dita… Ora è mio- Era pronto ad affondare in me ma
Cort lo bloccò appena prima che mi sfiorasse la pelle.
- Ti sbagli amico, lui è di Cort, senti come lo chiama?-
- Ma che cazzo vuoi?-
- Non ci siamo ancora presentati vero? IO SONO CORT, lui è mio brutto figlio
di puttana, togligli subito le mani di dosso!- Cominciò una rissa che non si
può neanche definire tale visto che fu a senso unico, Cort lo massacrò in
pochi minuti e non lo ammazzò per miracolo, nel frattempo All mi ricoprii e mi
ricompose, da solo non riuscivo a stare neanche in piedi. Quando arrivò Steven
diede subito l’ordine a Cort di fermarsi, ma lui non lo ascoltò e così dovette
intervenire di persona. Appena si girarono a guardare come stavo io Cort ne
approfittò per prendere il corpo di Mav e gettarlo di sotto, fortunatamente
eravamo solo al secondo piano…
- Che cazzo hai fatto Cort?- Steven era agitatissimo era a rischio l’intera
operazione diplomatica e in più Cort si era messo nei casini.
- Non l’ho ammazzato purtroppo, Vanny odia vedermi ammazzare le persone-. Mi
prese in braccio e tra i sguardi basiti di tutti quanti mi portò via. Solo All
ebbe il coraggio di dire quello che pensava…
- Io avrei fatto la stessa cosa Cort…- Cort sorrise amaramente sia per quello
che aveva fatto sia per quello che aveva scoperto, continuò a camminare e
neanche la voce del Re riuscì a fermarlo. Quando arrivammo giù Cort non
resistette a dare un ultimo calcio sull’uccello di Mav che ormai era diventato
una poltiglia di sangue. Cort aveva già quasi castrato due persone… Il calcio
che diede mi risvegliò un po’ dal mio torpore…
- Dove stiamo andando?-
- A casa…- Non riuscii a capire lo stato di Cort, la freddezza che nascondeva
il suo dolore…
- Finalmente possiamo fare l’amore…- Ero troppo stordito per capire subito la
situazione, per me era ancora tutto come al tavolo.
- No hai bisogno di dormire, domani sarà una giornata maledetta per entrambi…-
Non diedi molto retta a quello che mi stava dicendo, avevo sonno e facevo
fatica a tenermi sveglio.
- Come vuoi tu Cort… ti amo-.
- Sta’ zitto-. Mi persi anche il tono di rabbia con cui lo disse visto che ero
già addormentato nelle sue braccia, lo captai solo come un brutto incubo.
Quando arrivammo a casa mi spogliò e mi mise a letto, lui non mi raggiunse
mai, per tutta la notte non si era fermato un attimo camminando avanti e
indietro senza distogliermi lo sguardo. All’alba mentre io dormivo ancora
profondamente Cort era stato chiamato nelle stanze dell’ex Re. Sapeva già che
non sarebbe stata una visita di cortesia ma non era certo uomo da tirarsi
indietro. Solo in seguito mi raccontò dell’esistenza di questa gentile
“chiacchierata” tra uomini, forse temeva di complicare una situazione già
fragilissima di per sé. Non fece in tempo ad entrare nella stanza del vecchio
Re che lo sentii gracchiare…
- Mi hai profondamente deluso Cort!-
- Sì Signore…- Come sua usanza si inchinò davanti a lui anche se non era più
il Re.
- Hai deluso colui che più è stato un padre per te!-
- Chiedo perdono Signore-. Non ho mai visto un Cort così sottomesso e
sicuramente non l’avrei riconosciuto come il mio uomo ma io non conoscevo il
forte rapporto che c’era stato tra i due uomini fino a quel momento. Forse
Cort giudicava il vecchio Re come il suo salvatore colui che l’ha salvato
dall’Accademia…
- Ti hanno insegnato ad essere tanto debole nella tua Accademia?-
- No Signore…-
- Che cosa facevano alle debolezze i tuoi Maestri Cort?
- Venivano punite Signore…- La sua voce divenne un fievole sospiro, i ricordi
bruciavano come se fossero ancora realtà.
- E allora come mi spieghi il tuo comportamento?-
- Ho solo protetto quello che è mio Signore…- Forse per la prima volta nella
sua vita guardò dritto negli occhi il vecchio Re come fossero dei pari.
- Tuo? Tu sei un servo Cort niente può essere tuo!-
- Lui è mio-. Ci mise talmente tanta determinazione da sembrare aggressivo,
quando me lo raccontò lo amai ancora di più perché nel momento stesso in cui
io l’avevo più deluso lui era ancora capace di proteggerci.
- Ti stai rovinando per quel ragazzo? Non ti do abbastanza soldi per
soddisfare ogni tuo capriccio?-
- Lui non è un capriccio Signore…-
- Non dirmi che ti sei innamorato! Come diavolo è successo?! Quelli come te
non si innamorano! Io ti ho scelto perché eri il migliore, una vera macchina
da guerra! Come puoi insegnare ad essere forte se poi ti scaldi per un
ragazzino un po’ troppo appariscente!-
- Le assicuro che sono ancora in grado di svolgere il mio lavoro Signore…- Era
la verità avevo assistito ad alcune sue lezione ed era sempre il più bastardo
e stronzo uomo che pianeta abbia mai conosciuto, riusciva ad esserlo anche
quando mi aveva tra le braccia con gli allievi davanti che non aspettavano
altro che i suoi ordini… io non riuscivo addolcirlo affatto nel suo lavoro.
- Ne sei sicuro eh? Allora come diavolo ti è saltato in mente di mandare a
puttane tutto l’incontro diplomatico per la tua assurda gelosia?-
- Il principe si stava approfittando di Vanny, Signore….-
- E allora? Tutti sanno che mio nipote è un poco di buono, almeno avrebbe
contribuito alla causa!-
- Signore le ricordo che lei non è più il mio Re ma per il rispetto che le
porgo sono venuto ancora come suo servo ma non le permetto di infangare il
buon nome di Vanny-. Non mi sarei mai aspettato che mi avrebbe difeso dopo
tutto il casino che avevo combinato, invece si rivelò essere sempre presente
per me.
- E cosa vorresti fare servo?-
- Ora il mio Re è suo figlio lei per me non è altro che un comune essere umano
e come tutti gli altri esseri umani è solo una preda che non aspetta altro di
essere cacciata. Dica ancora qualcosa di offensivo su suo nipote e non gli
darò il tempo di pronunciare neanche una parola… Signore-. Dimostrò di essere
ancora l’assassino di una volta andandogli talmente vicino che mai una
vicinanza tale aveva raggiunto.
- Almeno le palle ancora non te le ha tolte-.
- Nossignore…- Rilassò i suoi muscoli ma i nervi li aveva ancora tutti tesi
pronti a scattare.
- Non sei più il Cort che conoscevo…- Gli toccò la cicatrice sulla faccia come
se quella potesse ricordargli il suo vecchio pupillo e non quello che era
diventato ora.
- Nay ma il mio lavoro lo so fare ancora maledettamente bene…-
- Un assassino che prova sentimenti perde il suo sangue freddo Cort-.
- In lui trovo ancora più coraggio nell’esserlo…-
- Cort sai cosa si dice di Vanny a corte vero?-
- Sì Signore ma mentono, nessuno conosce Vanny più di me…- Ebbe un attimo di
esitazione, da quando aveva scoperto la verità non era più sicuro di dire di
conoscermi veramente, lo avevo deluso e questo poteva accettarlo ma lo avevo
anche tradito e questo non l’avrebbe mai detto.
- E’ uguale a sua madre Cort…- Il vecchio Re pareva quasi pregarlo di aprire
gli occhi su di me e di tornare ad essere l’uomo di un tempo, non si rendeva
conto che anche senza di me il vecchio Cort non sarebbe più tornato.
- E’ ugualmente bellissimo Signore ma solo questo…- Mi difese ugualmente non
sapendo neanche più lui dove fosse la realtà. Soffriva tantissimo ma come
sempre non lo diede a vedere, sarebbe stata una debolezza farlo.
- Vai pure Cort, spero che la tua pena sia mitigata dalle tue buone
intenzioni-. Gli diede la mano forse per la prima volta, nella testa del
vecchio l’aveva già perdonato la sua furia era tutta per me, gli avevo
guastato il suo stallone e l’avrei dovuta pagare.
- La ringrazio Signore-. Tornò da me senza fare nessun rumore così continuai a
dormire senza sospettare nulla di quello che era successo e di quello che mi
sarebbe aspettato in quel lungo giorno che non avrei mai dimenticato nella mia
vita. Appena mi svegliai andai subito innocentemente alla ricerca di Cort con
il mio corpo, non trovandolo aprii gli occhi dopo una fatica immane, avevo un
mal di testa tale che avevo vertigini e nausea. Se questi erano i postumi
della sbornia giurai di non ubriacarmi più, ancora non sapevo di essere stato
anche drogato. Finalmente riuscii a mettere a fuoco Cort seduto su una sedia
vicino al letto che mi fissava. Strisciai fino a lui e una volta raggiunto gli
misi la testa sulle gambe per essere accarezzato ma anche perché volevo
sentire il suo odore. Se fossi stato più lucido mi sarei accorto di tante
cose… mi sarei accorto di quanto fosse distante la sua carezza sui miei
capelli, di quanto fosse rigido il suo corpo e di quanto fosse fredda la sua
parte di letto. Se fossi stato lucido mi sarei accorto che il suo sguardo
inespressivo era quello di un animale feroce in gabbia, quello di un assassino
e forse avrei avuto paura di lui, non avrei continuato a strusciare la faccia
sulle sue gambe ma il suo odore mi chiamava. Non avevo la forza di fare altro
che annusarlo. E forse fu questo a salvarmi, ero troppo indifeso per potermi
affrontare… Quello che feci fu invece abbracciarlo alla vita e nascondermi tra
le sue cosce. Non ci pensavo a volerlo eccitare ma gli volevo stare il più
vicino possibile, mi sentivo strano e non ne capivo il motivo. Non ricordavo
assolutamente nulla della sera prima se non della cena, per questo pensavo di
essermi preso una sbronza colossale… forse interiormente avevo paura di aver
fatto incazzare Cort per qualcosa mai mi sarei immaginato il reale motivo.
Quando mi parlò non lo capii nemmeno, ma capii quando tolse la mia testa dal
suo grembo che stava andando a lezione e capii anche un’altra cosa che avevo
dovuto fare una cazzata veramente grossa per non meritami neanche un bacio da
lui. Se ne andò lasciandomi con il mio mal di testa a pensare a cosa avevo
fatto di così terribile. Nella mattinata mi vennero in mente i balli con le
signore e con qualche signore e sorrisi non poteva proprio essere quello visto
che ricordavo perfettamente il sorriso di Cort mentre mi guardava volteggiare.
Poi mi venne in mente il viso di Mav e ricordai che anche lui mi aveva offerto
da bere ma che il suo vino aveva un sapore strano e poi il buio più oscuro…
potevo immaginare di aver ballato anche con lui e lì mi vennero i brividi,
temevo di aver combinato qualche cazzata con lui e non sapevo quanto mi
potessi essere spinto, da una carezza ad un bacio o chissà che cosa… Mi tastai
come se potessi distinguere i tocchi di Cort da quelli di Mav ma quella
mattina non avevo nessun dolore segno che Cort non mi aveva toccato ma anche
che nessun altro lo aveva fatto, sospirai di sollievo ma poi mi venne in mente
l’unica altra possibilità, forse in preda all’alcool avevo detto qualcosa che
non avrei dovuto dire e l’unica cosa che non avevo mai detto a Cort era una
sola, la verità su Mav. Se non mi avesse già fatto male avrei sbattuto la
testa al muro per la mia idiozia. Quando Cort tornò non potei nascondere la
mia espressione di colpevolezza e avvertendo tutta la sua freddezza mi
dichiarai subito colpevole di qualunque cosa avessi fatto…
- Che cosa ho fatto Cort?- Gli chiesi allarmato con le lacrime pronte ad
uscire.
- Io ti posso dire quello che ho fatto io, quello che hai fatto tu devi
dirmelo tu…- Non mi guardava negli occhi ma cercava di tenere occupate le mani
come se riuscisse appena a trattenersi dal picchiarmi.
- Tu cosa hai fatto?-
- Ho quasi ammazzato il tuxiano, l’ho pestato e poi l’ho buttato dal balcone…-
Lo guardai ad occhi spalancati mi chiesi una volta di più cosa avevo combinato
per averlo fatto incazzare così tanto, Cort era violento ma il più delle volte
cercava sempre di evitare la rissa.
- Perché l’hai fatto?-
- Perché ti stava per inculare davanti a tutti…- Rimasi scioccato per un
attimo ma poi tutti i tasselli andarono a posto e cominciai a capire la furia
di Cort…
- Perché non ricordo nulla?-
- Dal tuo alito credo che ti abbia drogato, tu pensavi che ero io così l’hai
lasciato fare, almeno spero che sia andata così…- Lanciò uno straccio
dall’altra parte della casa e per la prima volta mi guardò negli occhi, il suo
controllo stava andando a pezzi e potei leggere nel suo sguardo la ferita che
gli avevo inferto, si sentiva tradito.
- E ora cosa succederà?-
- Prenderanno dei provvedimenti…- Lo disse come se quello fosse il male minore
e forse lo era veramente visto i momenti brutti che avremmo dovuto passare.
- Mi prenderò io la colpa-.
- Non puoi… me la sono già presa io, tu rimarrai fuori da questa storia-. Lo
disse come se avesse appena estinto un debito e che quindi ora si sentiva in
paro con me.
- Perché?- Volevo sapere perché mi aveva protetto per l’ennesima volta anche
odiandomi profondamente.
- Perché credo che questa sarà l’ultima cosa che farò per te…-
- Che cosa ho fatto per farti parlare così?- Qualche lacrima mi sfuggì dal
ferreo controllo che mi ero imposto per non crollare in una crisi isterica…
non potevo credere che tutto sarebbe finito così tra noi due.
- Raccontami nuovamente di Tux Vanny e stavolta niente cazzate-. Era da tanto
che non sentivo più quella voce austera e severa fatta solo per dare ordini…
- Ti amo Cort e spero che mi perdonerai per quello che avrò da dire…- Parlai
di quello che non avevo più pensato da mesi e lo feci guardandolo negli occhi
perché non dubitasse che quella fosse la vera verità. Non gli nascosi nulla,
dalle mie provocazioni alla più innocente carezza scambiata, e ogni volta che
aggiungevo una verità vedevo l’espressione fredda di Cort andare a pezzi.
Sapevo di stargli facendo male, forse la sofferenza più grossa della sua vita,
ma avevo deciso di non nascondere più niente… con il suo anche il mio cuore
era ormai a pezzi…
Continua…
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