Ovviamente i personaggi, tranne Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me…


 


 

Come divenni uomo

parte X

di Mia

 


Arrivai alla sera distrutto, avevo pianto così tanto da avere gli occhi rossi e gonfi come se fossero stati pestati ma i miei due angeli custodi non mi permisero di cadere neanche quella volta. All e Steven mi vennero a stanare nella mia stanza e mi portarono fuori a festeggiare il mio passaggio a pistolero. Non avevo avuto neanche la forza di trasferirmi nella mia vecchia stanza e quando mi portarono in un bordello quasi vomitai per la nausea. La parola bordello era direttamente collegabile con Cort nella mia testa ma noi andammo dalla parte del bar visto che i miei due amici facevano coppia a sé e che io di sicuro non avevo voglia di compagnia, tanto meno di quella femminile. Ancora non sapevo che il vecchio locale commerciava anche ragazzi, soddisfava ogni tipo di gusti anche quelli più abbietti. Quando entrammo le ragazze mezze nude ci vennero subito incontro e Steven dovette placcarle prima che qualcuna di loro si avvicinasse ad All sconvolgendolo. All non ama essere toccato neanche dalle donne… Ci mettemmo seduti al tavolo e ordinammo da bere, anche se non avevo voglia di festeggiare non volevo far preoccupare i miei amici così mi sforzai. Giusto per rovinarmi la serata vidi Cort al bancone e anche lui mi vide subito e si alzò per raggiungermi. Ormai non potevo più nascondermi ma potevo fuggire da lì il più lontano possibile, ci pensai un attimo e optai per la decisione più razionale: affrontarlo e soffrire come un cane.

- Salve ragazzi-. La sua faccia tosta era tale da non mostrare nessuna emozione se non una stupida allegria, forse dovuta all’alcool.

- Stavolta non sei invitato alla nostra tavola Cort-. Quel stavolta di All mi fece capire che spesso i tre avevano bevuto insieme e mi stupii che non me l’avessero mai detto.

- Non mi serve un invito per stare dove voglio mio giovane pistolero, ancora non l’hai capito?- Avrei capito che era ubriaco anche senza vedere i suoi movimenti esagerati, ormai conoscevo ognuno dei sui toni.

- State tranquilli la sua presenza non mi disturba…- Lo dissi per evitare una rissa clamorosa ma averlo così vicino mi turbava eccome. L’avrei voluto picchiare, baciare, portare a casa e sbatterlo sulla prima superficie utile ma starmene immobile in silenzio senza fare nulla mi chiese più forza di quanto avevo. Appena Cort si unì a noi due prostitute lo seguirono e io mi sentii morire…

- Potete anche andare signore ho trovato una compagnia migliore della vostra per questa sera…- Cort cercò di sbarazzarsene in fretta ma quelle gli si appiopparono addosso come delle piovre baciandolo e stuzzicandolo in posti che non osai immaginare.

- Ma Cort ci hai pagato per tutta la serata, non vorrai mica lasciarci sole…-

- La qui presente principessa non credo che approvi la vostra presenza…- La sua mano mi toccò una coscia e la risposta velenosa mi uscì da sola semplice ed efficace. 

- Fottiti-.

- Forse più tardi ma di sicuro non te…- Steven mi guardò allarmato cercando di capire quanto ancora avrei resistito alle sue provocazioni, beh il mio limite di sopportazione era molto basso e starlo a guardare mentre quelle due puttane se lo stavano letteralmente mangiando non aiutava.

- Ora te ne vai da dove sei venuto-. All venne in mio aiuto evitandomi di scontrarmi direttamente con lui, che fosse scontro verbale o fisico non era importante io non volevo avere niente a che fare con lui.

- Ma non ho fatto niente! Almeno non ancora…- Le puttane gli avevano tolto la maglietta e ora gli stavano baciando il petto scoperto, una cosa che io avevo fatto quella mattina… Le odiavo e odiavo lui per avermi offerto un simile spettacolo. La sua mano era ancora appoggiata sulla mia coscia, non avevo il coraggio di toccarlo per levarla... non bastava l’umiliazione che già provavo?

- Vi prego andiamocene…- Mi odiai per averlo detto a sguardo basso con voce flebile ma ero completamente annientato.

- Ma no principessa abbiamo appena iniziato a festeggiare il tuo passaggio a pistolero, il meglio deve ancora venire!- Me ne andai senza guardarmi indietro, lasciando lì mezzo cuore a piangere sangue e l’altra metà a sputare veleno. I festeggiamenti finirono e stavolta Steven e All non riuscirono a convincermi di non rinchiudermi in camera e non servirono le loro scuse sul fatto che Cort fosse ubriaco e che non sapeva quello che stava dicendo. Purtroppo io che lo conoscevo più di loro sapevo che consapevolmente mi aveva voluto fare del male, l’alcool lo aveva solo aiutato a dire quello che voleva. Per giorni non mi ripresi da quella serata, nonostante feci di tutto per non incontrare Cort mi accorsi che era maledettamente difficile non incontrarlo. Prima che volevo incontrarlo mi sembrava che fosse invisibile per quanto fosse difficile trovarlo ora me lo ritrovavo ovunque andassi. Per non imbattermi in lui ero costretto a cambiare continuamente il tragitto, non volevo assolutamente avere un incontro a faccia a faccia con lui. Cominciai a stare meglio anche se in depressione continua quando il Re, sicuramente sottoconsiglio di Steven, mi nominò assistente veterinario di corte. Mi piaceva come compito e poi mi teneva lontano dai campi di battaglia e dalle missioni in cui ci sarei sicuramente rimasto secco. Il veterinario mi lasciava spesso da solo, era un grande ubriacone e una volta testate le mie capacità mi lasciò fare il lavoro di tutti e due mentre lui se ne andava in qualche bordello ad ubriacarsi, mi ricordava qualcuno… ma almeno Cort era ligio al suo dovere. Trovai così un modo per passare le mie giornate tristi e poi dove lavoravo era impossibile vedere Cort, se non la volta all’anno che insegnava agli allievi ad andare a cavallo ma non era quello il periodo. Un mese dalla mia nomina a pistolero di nuovo il mio mondo cambiò, ero con Steven e All nella mia stanza quando mi venne consegnato un enorme pacco. Fui stranamente l’unico a sorprendermi ma pensai perché in fondo era indirizzato a me e non a loro… lo aprii e il cuore tornò di nuovo a battere normalmente dopo un mese di agonia, anzi quasi fece una capriola per la felicità, dentro trovai un bellissimo piano, decorato e pitturato. Era uno splendore, il piano più bello che avessi mai visto, quasi più bello di quello della Sala da Ballo e sul lato destro c’era intagliato in corsivo il mio nome, era mio, non ci credevo…

- E questo cos’è?-

- A me sembra un piano, a te che sembra Stevie?-

- Decisamente un piano-.

- Lo so che è un piano scemi, ma com’è che è qui?- Ero talmente frastornato da non essermi chiesto subito le domande più ovvie ma ora che la lucidità stava tornando il mio entusiasmo si smorzò, potevo tenerlo?

- C’è scritto il tuo nome sopra…-

- Quindi sarà il tuo-.

- Ma che avete oggi? E’ ovvio che è mio ma chi me lo manda?-

- Almeno questo potresti scoprirlo da solo!-

- Guardalo bene è impossibile sbagliarsi…- All mi mostrò il modo elegante in cui era scritto il mio nome, le decorazioni e la pittura sul reggispartito come se fosse ovvia la risposta.

- Tu sai chi è stato vero All?-

- Si da il caso che ho aiutato costui a fartelo avere, ma ho giurato di non dirti niente e sai che sono un uomo di parola-.

- Quello che so è che ora mi dirai chi me lo manda!-

- Scordatelo-.

- Sei stato tu Steven?-

- Vorrei tanto averlo fatto ma lo sai che finché non divento Re non ho diritto ad un soldo e credimi quel piano vale veramente tanto, non può avertelo fatto un poveraccio qualsiasi-.

- Se è stato qualcuno che l’ha fatto solo perché ha intenzione di portarmi a letto non posso accettarlo...- Mi intristii di nuovo, avevo ricevuto proposte e regali di tutti i tipi da persone del genere e se quello era un regalo di quel tipo l’avrei dovuto rifiutare come avevo sempre fatto.

- Uno che vuole scoparti non ti compra un piano Vanny al massimo ti compra un mazzo di fiori…- All stufo della mia ottusità mi diede un aiuto, per lui era lampante il mandante del pacco ma lui sapeva anche chi era…

- Allora mi stai dicendo che non è nessuno dei miei ammiratori… chi è rimasto se tolgo loro?- Feci mente locale su tutti i nobili di corte e non, gente comunque facoltosa di Gilead e mi risposi da solo…

- Nessuno… tu sai chi è Steven?-

- No ma posso immaginarlo, ti lasciamo solo così magari ci arriverai anche tu…-

- Ti do un piccolo indizio è qualcuno che ti vuole molto bene…- Non c’erano molte persone al mondo ad avermi amato…

- Ma non c’è nessuno che mi vuole bene tranne voi due!-

- Forse ti sbagli, addio noi ce ne andiamo!-

- Aspettate non lasciatemi così!- Se ne andarono lasciandomi con un piano e un mistero da svelare. In realtà non ci misi molto, anche se non fossi stato un genio ci sarei arrivato subito. Appena lo capii mi servirono dieci minuti per far rientrare il cuore nella cassa toracica, pensavo di morire d’infarto da un momento all’altro ma quando mi sentii sicuro di me stesso e del mio corpo partii come una scheggia alla sua ricerca. Scesi di corsa le scale e sempre di corsa lo andai a cercare sperando che fosse nei dintorni. Vidi il mio obiettivo e la fortuna volle che stava al margine del lago così continuai a correre e lo presi in pieno crollando insieme a lui nell’acqua.

- Cos’è stai tentando di ammazzarmi o sei semplicemente impazzito? Sto facendo lezione brutto idiota!- In effetti stava facendo Immersione ai suoi allievi e stavamo dando spettacolo davanti a tutti ma a me in quel momento mi fregavano solo quelle labbra che avevo una voglia pazzesca di baciare…

- Hai ragione e ti chiedo scusa ma ora ti conviene prendere una bella boccata d’aria se non vuoi morire affogato, sai come si fa vero? Lo insegni a tutti i tuoi allievi ora fai vedere come sei bravo a farlo tu…-

- Ma che diavolo…- Lo affondai e andai in apnea con lui e appena toccammo terra lo baciai. All’inizio lui mi guardò ad occhi spalancati non capendo bene la situazione ma poi non resistette più al richiamo del mio corpo e rispose al mio bacio e chiudemmo entrambi gli occhi. Fu un bacio lungo in cui ci scambiammo aria per farlo durare il più a lungo possibile. Le mani di Cort tornarono ad accarezzarmi penetrando tutti gli strati di stoffa fradicia che erano diventati i miei vestiti. Mi accarezzò i capelli ora lisci, la schiena e le rotondità del sedere, mi aggrappai a lui con le gambe legate alla sua vita finché i miei polmoni me lo permisero poi fui costretto a risalire portandomi dietro anche lui. Quando uscimmo fuori dall’acqua Cort si districò da me con furia, lanciò il suo cronometro ad un suo allievo e cominciò ad inoltrarsi nel bosco dove sapeva che l’avrei seguito. Non si bacia una persona per poi lasciarsela sfuggire e io non lo lasciai lo seguii ben sapendo che non sarebbe stato affatto facile parlare con lui, farlo ragionare. Infatti quando si fermò la prima cosa che fece fu insultarmi…   

- Cos’è hai deciso di diventare la mia puttana preferita? E’ questo il senso della tua scenata?- Bagnato fradicio si levò la maglietta come se questo potesse migliorare la situazione.

- Se è solo questo quello che vuoi sono disposto a diventarlo, voglio stare con te e sarò tutto quello che vuoi, prenditi il mio corpo basta che mi permetti di starti vicino-.

- Sparisci non sai di cosa stai parlando…- La sua astiosità non mi sorprese così continuai per la mia strada ovvero farlo venire da me.      

- Sì che lo so, sto parlando di affidare nelle tue mani la mia vita e la mia felicità e anche la tua…-

- Vattene Vanny, ti ho già detto che non provo niente per te!- Questo un po’ di male me lo fece soprattutto perchè mi ricordò la volta passata quando soffrii tantissimo.

- Non ci credo-.

- Cosa ti fa pensare il contrario?-

- Il bacio che ci siamo appena scambiati, le tue mani che sono tornate subito ad accarezzarmi ma soprattutto lo splendido piano che mi hai regalato…- Feci mente locale su tutte queste cose e ritrovai fiducia in me stesso.

- Non so di cosa stai parlando…-

- Sto parlando dell’immagine disegnata sopra il piano, sai quella di un bambino e un ragazzo vicino al pozzo del castello oppure di quella di un ragazzo e di un uomo abbracciati sulla riva del lago o quella di un ragazzo con un arco e un uomo che lo abbraccia da dietro…- Tutti ricordi bellissimi che andavano dalla mia infanzia alla mia maturità.

- Stai farneticando…-

- Certo le facce non sono distinguibili ma è impossibile non riconoscere chi sono…- Le emozioni che trasmettevano e che trasmettono ancora sono le stesse dei giorni che le ho vissute. Ma Cort testardo negava tutto ciò che era stato più bello nella mia vita.

- E chi sono?-

- Io e te-.

- Qualcuno ci ha spiato allora-.

- Scemo-.

- Non sai in che cosa ti stai andando a cacciare ragazzino…- Si fece serio improvvisamente e io con lui.

- Dimmelo tu…-

- In un uomo più vecchio di te che tra qualche anno non avrà neanche la forza di camminare sulle proprie gambe, vuoi davvero finire con uomo del genere?-

- Ma di che stai parlando?-

- Un giorno mi hai chiesto che fine ha fatto il Maestro precedente ed io non ti ho risposto, ti rispondo ora è morto a quaranta anni paralizzato a letto, si è fatto sparare alla testa…- Mi gelai sul posto, non era mai circolata tra noi allievi una simile storia, c’erano leggende è vero ma a volte la realtà è più dura della fantasia. Cort era spaventato a morte anche se ovviamente non lo dava a vedere.

- Tu non finirai così Cort-.

- Tu dici? Ho trentatrè anni e sto messo molto peggio di quanto stava il Maestro precedente alla mia età, forse non ci arriverò neanche ai quaranta e tu vuoi stare con un uomo del genere che si disfa e muore davanti ai tuoi occhi?- Ovviamente non volevo quello, volevo solo Cort e tutto ciò che era…

- Cazzate!-

- Cazzate un cazzo tu non sai in che condizioni sto la mattina quando mi devo alzare o la sera prima di dormire!- Lo sapevo come stava avevo dormito spesso con lui e grazie a questo ero riuscito a batterlo nella sfida finale. Non stava bene ma non era neanche un mezzo morto come voleva farmi intendere lui.

- Tu non diventerai come lui…-

- Ah no?- Feci finta di ignorare il sarcasmo nella sua voce e non perdermi nel terrore dei suoi occhi. Se avessi ceduto e quindi abbracciato lo avrei solo allontanato da me, avrei dovuto convincerlo a parole.

- No ma ci sarò io a prendermi cura di te-. Il Maestro di prima viveva in solitudine e si trascurava io avevo intenzione di prendermi cura di Cort, di essere una sua seconda pelle.

- Io non ti voglio vicino, voglio che tu conosca una bella ragazza o un bel ragazzo e che ti innamori di lui, voglio che almeno tu sia felice-. Mi scoppiò il cuore di felicità perché Cort stava ammettendo che la mia felicità veniva prima della sua.

- Tu mi ami…-

- Ti sbagli…-

- Tu mi ami veramente…-

- Stai sognando-.

- So che mi ami-.

- Non lo so-.

- Tu mi ami Cort-.

- Sì…-

- E allora non farti più nessun problema lasciati andare!- Gli urlai in faccia avvicinandomi a distanza di un bacio.

- Non mi è permesso amare Vanny-. Mi spinse lontano da lui perché la mia vicinanza lo disturbava troppo, io mi riavvicinai subito.

- A tutti è permesso amare e tu non sei escluso...-

- Vuoi sentirmi dire che ho paura? Bene ne ho, il grande Cort ha paura di un moccioso e di quello che prova…-

- Perché?- Io non avevo mai provato paura per il sentimento che provavo e posso dire di aver provato di tutto e di più… perché avere paura di una cosa così bella? Magari ho avuto paura di non riuscire a stare con lui ma mai di stare con lui!

- Potresti farmi male molto di più te che un esercito intero-.

- Io non ti abbandonerò mai Cort neanche se si dovesse realizzare la peggiore delle ipotesi…- E tra le peggiori avevo messo già da tempo la sua morte anche se cercavo di pensarci il meno possibile.

- Perché dovrei fidarmi?- Era lo stesso che chiedermi perché respiravo? Era una cosa scontata e naturale semplicemente io lo amavo.

- Non ti lascerei per nulla al mondo, non dopo aver conosciuto la tua parte peggiore ed essendo comunque uscito vivo e più innamorato che mai… non ti basta?-

- Non c’è niente che ti possa far cambiare idea?-

- Neanche se mi torturassi smetterei di amarti-. 

- Non mi lascerai più in pace ora che sai quello che provo vero?-

- Ovviamente no, ho aspettato troppo per lasciarti fuggire-. Finalmente lo abbracciai, avevo capito che aveva ceduto. Cort tornò ad accarezzarmi i capelli mentre con l’altra mano mi tirava su il viso per guardarmi bene negli occhi. Stava leggendo la mia risolutezza nel restargli accanto, io non abbassai lo sguardo neanche per un secondo. Smisi anche di battere le ciglia…

- Dopotutto credo di essere un uomo fortunato se una principessa del genere è pronta a baciarmi i piedi solo per stare con me…-

- Avrai degli obblighi da rispettare: d’ora in poi le tue mani accarezzeranno solo me, le tue labbra baceranno solo le mie, i tuoi occhi guarderanno solo me e questo possederà solo il mio corpo, ci siamo capiti Cort?- Gli misi una mano sulla patta dei pantaloni e strinsi per fargli capire bene di che cosa stessi parlando, niente più puttane nella sua vita…

- Mi stai dando degli ordini principessa?-

- Sì ti sto ordinando di servirmi, onorarmi e amarmi per il resto della tua vita…- Non riuscii a continuare a parlare che Cort mi chiuse la bocca con la sua, ovviamente io ne approfittai per approfondire il bacio, mi era mancato troppo farlo.

- Era il solo modo per farti stare zitto; ricorda una cosa ragazzino, nessuno da ordini a Cort al massimo possiamo venirci incontro…-

- Chiamali come vuoi ma ora tu sei mio… e mio resterai per tantissimo tempo, ovviamente in esclusiva…- Lo abbracciai stretto per paura che scappasse ma lui non si fece pregare e subito mi mise le mani sul sedere per palparmi. Mi morsi le labbra per non urlare era troppa la voglia di quelle mani sulla pelle nuda…

- Mi stai dicendo che non potrò più toccare una donna in vita mia?-

- In vita tua potrai toccare solo questo corpo e credimi se ti dico che non te ne rimpiangerai-. Non finii di dirlo che prese a spogliarmi cominciando dai pantaloni. Evidentemente non ero l’unico ad essersi trattenuto per troppo tempo…

- Dovrai essere molto convincente…- Era riuscito a levarmi i pantaloni e le sue dita mi stavano facendo impazzire stuzzicandomi l’orifizio in attesa di essere ricevute.

- Cort non credo che sia una buona idea farlo qui…-

- Devi convincermi che non mi perdo nulla a non fare più sesso con le donne principessa…- Un suo dito mi penetrò tutto fino alla base facendomi gemere un poco per il dolore ma poi subito il bruciore si trasformò in fuoco e non aspettavo altro che il secondo dito.

- I tuoi allievi stanno aspettando e poi…- Non finii la frase sia per l’imbarazzo sia perché il secondo dito fece il suo dovere e raggiunse il primo facendomi morire di una sensazione che non so definire se piacevole o meno. Mi ci volle un po’ per riprendermi ma almeno Cort tenne ferme le dita evitando di farmi urlare a squarciagola.

- Poi cosa?-

- Io vorrei che la mia prima volta sia in un letto…- Quando trovai la lucidità di rispondere dissi la verità, in un letto mi sembrava molto più intimo e puro. Parlare di purezza quando c’è di mezzo Cort è un’eresia lo so ma per me fare l’amore è qualcosa di puro…

- Che romantico principessa, io non lo sono affatto vada per la tua prima volta ma poi ogni volta che avrò voglia di te non importa dove ti troverai io ti avrò-. Non aveva capito che per me era la stessa cosa, difatti non mi sono mai tirato indietro in nessuna sua mattata. Amo la sua irruenza e la sua passionalità e il fatto che sia anche fantasioso lo rende perfetto…

- Adoro la bestia che è in te…-

- Smettila di stuzzicarmi altrimenti te lo scordi il letto…- La mia mano era ancora sulla sua erezione, enorme e palpitante pronta per il mio corpo stretto e vergine…

- Che peccato…- Levai la mano ma mi leccai le labbra per l’anticipazione, Cort socchiuse gli occhi per la mia impertinenza ma preferì non commentare.

- Devo tornare dai miei ragazzi…- Prima di scomparire si prese il disturbo di farmi vedere bene come succhiò le due dita che erano state nel mio interno gustandosi appieno il mio sapore. In quel momento non desiderai altro che facesse sera presto.

- A stasera…-

- … E non valgono ripensamenti principessa-. Risi di quella frase ma lui era già sparito. Io che avevo dei ripensamenti? Giammai! Era una vita che non aspettavo altro che lui e che il mio corpo non aspettava altro che il suo! Forse ancora non si rendeva conto di quanta voglia avevo di lui… La mia prima volta fu tragicomica, tutta l’aspettativa che c’era si concluse in un nulla. Non perché Cort avesse fatto cilecca, cosa possibile ma poco probabile e neanche perché fossi stato io a tirarmi indietro all’ultimo minuto, cosa sia impossibile che improbabile… semplicemente non successe nulla, eravamo così carichi tutti e due da perderci in una banalità, il luogo dell’appuntamento. Arrivata la sera ognuno nella propria stanza aspettava la venuta dell’altro. Io aspettavo Cort nella mia bellissima camera resa ancora più bella per l’occasione, con candele e oli profumati, Cort mi aspettava nella sua casa, la solita vecchia e rozza casa che aveva visto nascere il nostro amore. Io volevo qualcosa di romantico e mi aspettavo che venisse da me, Cort desiderava più la semplicità e il valore del posto quindi mi aspettava da lui. Nessuno dei due si mosse per paura che durante l’assenza l’altro si presentasse e fu così che passammo entrambi la notte in bianco, in tutti i sensi. La mattina dopo deluso pensai che Cort si fosse tirato indietro e che non volesse avere nessun tipo di legame, magari si sentiva troppo vecchio per mettersi ora le catene. Mi sentivo a pezzi ma comunque decisi di andare da Cort per avere delle spiegazioni che almeno mi avrebbero allietato quel senso di tradimento che provavo, speravo ancora in un contrattempo dell’ultimo minuto. Quando arrivai da lui capii subito che non era di ottimo umore, stava insegnando a ragazzi più piccoli di me e li lapidava con sassi neanche tanto piccoli a prescindere se sbagliavano o meno e qualcuno di loro portava addosso lividi troppo freschi per essere più vecchi di quel giorno appena iniziato. Da ex allievo ho capito sulla mia pelle che se Cort è incazzato ne risente il suo lavoro, se è felice rimane comunque lo stronzo bastardo di sempre, non si ha molta tregua con lui… Appena mi avvicinai, si voltò verso di me e si alzò. Mi accorsi subito che era furioso anche prima dello schiaffo doloroso che mi stampò sulla guancia, lo vidi trattenersi magari voleva farmi molto peggio di così ma già quello era abbastanza da farlo andare in galera per un bel po’ di tempo. Io ero un pistolero ora e lui non poteva più toccarmi, per di più ero anche un nobile e la sua pena sarebbe stata aggravata da questo. Sapevo già che la guancia mi si sarebbe gonfiata non era il primo schiaffo che ricevevo ma sicuramente quello dato con più astio. Ne restai sorpreso, ero io che dovevo sentirmi offeso non lui! Ma lui continuò a guardarmi con uno sguardo furioso…

- Che cazzo di fine hai fatto ieri sera Vanny?- Fui talmente sorpreso dalla domanda che non seppi cosa rispondere.

- Cosa?-

- Ho aspettato tutta la sera che tu venissi e ora ti chiedo dove cazzo sei andato ieri sera?-

- Che fine ho fatto? Ho aspettato tutta la serata che tu venissi!- Quasi scoppiai a ridere istericamente a pensarci tutti e due in attesa dell’altro con una voglia irrefrenabile di fare l’amore…

- Per l’amore di tuo padre perché diavolo mi stavi aspettando?- 

- Per il tuo stesso motivo immagino…-

- Oh… e perché avremmo dovuto farlo da te?-

- Potrei farti la stessa domanda-. A questa domanda si stropicciò gli occhi per l’impazienza.

- Che idioti…-

- Già-.

- Scusami-. Rimasi scioccato, non era da tutti i giorni sentire quella parola in bocca a Cort.

- E di cosa?-

- Non avrei dovuto picchiarti…- Se non fossimo stati davanti ai suoi allievi lo avrei abbracciato e baciato ma mi limitai ad un sorriso malizioso che solo lui avrebbe potuto capire.

- In effetti avresti dovuto fare ben altro…-

- Insolente…-

- Lo sono stato sempre… allora? Come facciamo?- Io intendevo ovviamente come avremmo fatto a metterci d’accordo su dove andare e invece Cort…

- Ti sculaccio così ti passa-. 

- Scemo volevo sapere dove andremo stasera…-

- Se fosse per me io ti prenderei anche in questo momento…- Arrossii dalla testa ai piedi e sentii il fuoco del desiderio accendersi per lui…

- Allora nella mia stanza?- Cercai di ignorare le sue parole e il desiderio che cresceva in me.

- Scordatelo, voglio che succeda nel mio letto-.

- E’ la mia prima volta non credi che debba scegliere io?-

- E’ anche la mia prima volta con uomo se è per questo… ti voglio nel mio letto…-

- Posso anche cedere alla tua richiesta ma poi andremo a vivere da me, così lascerai quello schifo di casa che ti ritrovi…- Fin da subito pensavo alle sue condizioni fisiche e l’umidità della sua casa di certo non gli faceva bene.

- Mi stai chiedendo di lasciare la mia casa?- Mi fece quasi tenerezza e quasi cedetti al suo sguardo sorpreso e spaventato.

- Sì, perché non ce la faresti a lasciarla per me?-

- Certo che ce la farei!-

- Bene allora è andata, stasera da te il resto della vita da me-. Mi sarebbe bastato anche la sua casa è vero ma io volevo il meglio per noi due.

- Mi hai fregato… infondo tra noi due sei tu quello intelligente-. Fece un sorriso sbilenco che fece pesare tutta la mia decisione ma la voglia di prendermi cura di lui era più grossa di ogni cosa e poi finalmente mi liberavo del suo letto che era una vera tortura dormirci sopra!

- Ora vado, anch’io devo cominciare a lavorare-.

- E il tuo lo chiami lavorare?-

- Neanche il tuo lo è allora, lapidare le persone è una tortura!-

- Va bene cercherò di essere più buono lo prometto-.

- Tu buono?-

- Stare con te mi fa male che vuoi farci…-

- Sai cosa vorrei fare proprio in questo momento?-

- Giuro non voglio saperlo, perché se lo so poi lo faccio!-  Scappò in ritirata e tornò dai suoi allievi con il sottofondo della mia risata calda e sensuale impossibile da fraintendere. Mi ero eccitato da solo figurarsi lui! Tornai dalle mie vacche più felice di quanto potessi pensare appena sveglio. La sera non perdemmo tempo in chiacchiere o in preliminari. Io mi feci bello per lui perché mi aspettavo che notasse qualche differenza e invece quando mi trovai di fronte a lui l’unica sua preoccupazione era quella di spogliarmi il più velocemente possibile, il romanticismo non fa parte delle virtù di Cort… ma essendo pratico di certo con lui il sesso non manca. Ero nervosissimo nonostante non avessi dubbi su quello che volevo ma maledii la mia inesperienza, avevo una paura fottuta di non sapere cosa fare e di risultare inappropriato. Cort appena mi vide mi venne incontro e la prima cosa che mi disse fu…

- Niente ripensamenti?-

- Nessuno... chiedimi di fare l'amore Cort...- Finora ero sempre stato io a farmi avanti a mettere in gioco la mia reputazione e la mia dignità...

- Fai l'amore con me Vanny...- Sembrava più un ordine che una richiesta e probabilmente lo era ma mi accontentai dello sforzo fatto.

- Sì...-

- Allora posso finalmente spogliarti…-

- Puoi fare tutto quello che vuoi Cort…-

- Non aspettavo altro che me lo dicessi principessa…- Ci baciammo finchè non smise di svestirmi poi mi allontanò da lui e lasciai che il suo sguardo mi divorasse. Arrossii fino alla punta delle dita dei piedi ma non mi mossi di un centimetro neanche quando Cort cominciò ad accarezzarmi delicatamente la pelle. Mi feci anche assaggiare a sangue con un morso ma quando cominciò a giocare con il mio sedere lo fermai.

- Aspetta Cort…-

- Cosa?-

- Voglio che ti spogli…-

- Vuoi veramente vedermi nudo? Vuoi rovinarti così la tua prima volta?-

- Scemo mi fa impazzire di desiderio il tuo corpo…- Lo svestii io e ogni pezzo che scoprivo lo leccavo e succhiavo per fargli capire quanto apprezzavo la sua pelle, lo accarezzai ma non ce n’era bisogno era talmente eretto e duro che era prossimo a venire solo guardandomi. Quando tornò a stuzzicarmi il sedere lo lasciai fare e quando mi porse le dita dell’altra mano non ebbi alcuna esitazione, in fondo volevo fare l’amore con lui da anni. Gli succhiai le prime due dita con dovizia e sensualità ma quando mi porse il terzo lo guardai un po’ spaventato, non mi aveva mai penetrato con tre dita e già due mi provocavano abbastanza dolore da farmi mordere le guance.

- Stavolta devo prepararti meglio principessa…- Mi fidai di lui e gli leccai per bene anche l'anulare, per un po’ cominciò il paradiso. Con la lingua andò ad umettarmi l’orifizio e il calore della sua bocca bastò a farmi contrarre e a rilassare i muscoli permettendogli di lubrificare l’inizio del mio interno. Godetti come non mai, ciò che mi impedii di venire fu la mano di Cort sul mio pene che con esperienza stava ritardando il mio orgasmo. Poi cominciò la lenta a continua penetrazione del primo dito a cui aggiunse subito il secondo. Pregai Cort di lasciarmi venire ma ottenni solo di essere stretto maggiormente per poi essere allentato e accarezzato all’introduzione del terzo e ultimo dito. Tutti i miei muscoli interni si chiusero intorno ad esso occludendogli la strada e facendo gemere me di dolore. Cort mi fece abituare presto a quell’ennesima intrusione con la sua solita irruenza spingendo e uscendo con un ritmo forsennato a cui era impossibile resistere, così mi trovai di nuovo a mugolare di piacere e di essere sul punto di venire. Quando mi giudicò pronto tolse le dita e si posizionò per penetrarmi, io gli sorridevo fiducioso e soddisfatto ma quando entrò in me la mia espressione felice andò in frantumi come il mio corpo. Nonostante Cort si fosse fermato appena sentì il mio urlo di dolore non riuscii ad abituarmi a lui; spinse ancora in me e una nuova fitta mi colse facendo andare via la luce dalla mia vista. Infine non resistendo più al mio calore e alla mia strettezza Cort mi prese fino in fondo e di nuovo urlai contro la sua spalla mordendola a sangue. Cort mi mormorò che mi dovevo rilassare e di far fare tutto a lui ma io ero incatenato nelle spire del dolore e non capivo nulla oltre che stavo malissimo. Ero sdraiato in una pozza di sangue caldo come se fosse stato appena sgozzato un pollo e non solo violato il mio sedere. Sentivo Cort che non stava spingendo come voleva che non stava tenendo il suo solito ritmo ma lo stesso non riuscivo ad abituarmi a lui. Il mio unico desiderio era quello di respingerlo ma non avevo le forze neanche per fare quello. Mi sentivo spaccare ogni vaso sanguigno e forzare ogni muscolo interno, era dolore allo stato puro, non ci si poteva immaginare del piacere in quel mare di sofferenza. Unica fortuna e che Cort fece in fretta, non era abituato a farsi un corpo così stretto come il mio e per lui il godimento era troppo per resistere a lungo. Prima che finisse mi strappò un orgasmo a forza masturbandomi e mi risultò doloroso anche quello. Aggiunsi lacrime ad altre lacrime mentre venivo dolorosamente contro di lui e mentre lo sentivo venire dentro di me. Piansi di nascosto nel suo collo e quando si tolse da me gli morsicai la spalla per non urlare. Il momento stesso in cui tolse il pene dal mio corpo ancora più sangue defluì diventando quasi un fiume. Cort si alzò subito e andò a prendere del ghiaccio arrotolato in una stoffa, mi fece girare di schiena e mi appoggiò il fagotto proprio tra le natiche per fermare l’emorragia poi tornò a sdraiarsi vicino a me. Mi accarezzò cercando di farmi rilassare e di tranquillizzarmi e quando smisi di singhiozzare disse a parole quello che io stavo pensando:

- Sei ancora sicuro che i nostri corpi siano fatti per stare insieme?- Non gli risposi perché non sapevo cosa rispondere, il dolore insopportabile mi stava appena lasciando ma lo ricordavo bene e non avrei mai creduto possibile di soffrire così tanto offrendomi all’uomo che amavo. Non credevo che la differenza di corporatura influisse così tanto fin quasi a rendere impossibile un rapporto sessuale decente tra noi due ma i fatti mi stavano dimostrando il contrario. L’ultimo pensiero coerente prima di addormentarmi fu che dopotutto questa era solo la mia prima volta magari col tempo sarei riuscito a sincronizzare il mio corpo al suo… Quando mi svegliai trovai Cort già sveglio come se non avesse dormito affatto e probabilmente era così. Appena aprii gli occhi mi specchiai nei suoi e lessi tutta la preoccupazione possibile nei miei confronti. Feci una fatica enorme provocandomi fitte lancinanti ma alla fine riuscii a baciarlo per cancellargli  quell’espressione che non gli si addiceva affatto, lo amavo e lo desideravo ancora anche se il mio corpo non era del tutto d’accordo. Quando ci staccammo diresse i suoi occhi sul letto facendomi vedere che praticamente stavamo sdraiati sul mio sangue, non credevo che un uomo ne potesse perdere tanto senza rischiare di morire…

- Stai bene?-

- Basta che non mi chiedi di andare a cavallo credo che sopravvivrò…-

- Non hai una bella cera… mi sento una merda e non solo per questo-. Indicò il sangue e le mie condizioni…

- Per cos’altro allora?-

- Per il fatto che per me è stata l’esperienza più bella della mia vita…- Non feci altro che piangere come un bambino per il fatto che non aveva usato l’espressione la più bella scopata della mia vita…

- Mi dispiace Cort…- Gli piansi contro la spalla dicendo di aver rovinato tutto, di essere un completo inetto e lo pregai di non lasciarmi. Insomma ebbi una crisi isterica.

- Stai zitto Vanny, piuttosto che lasciarti farei voto di castità, che ti passa per la testa?-

- Ma tu stanotte hai detto…- Gli stavo per dire che aveva detto proprio quello che mi passava per la testa e questo mi aveva spaventato.

- L’ho detto per rabbia, non eri un bello spettacolo stanotte… e sapere che ero stato io a ridurti così mentre io godevo…-

- Possiamo riprovaci vero?-

- Tutte le volte che vuoi principessa, io non vedo l’ora-. Mi accarezzò un fianco e io mi strinsi totalmente a lui, mi sollevò dal letto sporco per farmi stendere su di lui.

- Anch’io lo vorrei te lo giuro sul nome di mio padre-. Anche in quella posizione sentivo il mio corpo andare a fuoco per lui e ad ogni carezza che passava sulla schiena speravo che andasse sempre più giù.

- Lo so…- Mi baciò mentre con una mano mi accarezzava delicatamente una natica non facendomi alcun male anzi sentii il calore crescere in me. Mi sentii ancora una volta spaccato in due come quando ero piccolo, lo volevo ma il mio corpo me lo impediva… Piansi più forte fino a singhiozzare, non dicemmo una parola, a parlare erano solo le mani di Cort sui miei capelli e sulla schiena. Quando mi rassicurò abbastanza mi prese in braccio e mi mise dentro la vasca rozza già piena per metà con acqua tiepida… specificò che non era calda per paura che l’emorragia riprendesse a scorrere. Mentre mi lavavo Cort tornò nella nostra stanza a cambiare le lenzuola aveva già deciso che sarei rimasto a letto tutto il giorno. Poi tornò da me per lavarmi la schiena e con mia sorpresa si fece anche più spinto fino ad arrivarmi ad accarezzare l’orifizio infiammato…

- Devo pulirti bene principessa…-

- Credo che dovrai approfondire la cosa allora…- Il suo indice che premeva sulla mia carne non mi creava nessun dolore anzi lo volevo, infatti presi a contorcermi contro le sue mani e finché non le tolse non ebbi pace. Ovviamente non mi accontentò sapeva che se mi avesse penetrato mi avrebbe riaperto tutte le ferite interne. Mi lavò i capelli massaggiandomi la testa fin quasi a farmi addormentare e una volta riuscito a farmi rilassare cominciò a baciarmi prima il collo, il petto e lo stomaco e infine la bocca.

- Meriti un po’ di quel piacere che ti avrei dovuto dare stanotte principessa…-

- Cort…-

- Shh…- Mi accarezzò l’eccitazione che mi aveva causato iniziando una masturbazione lenta e piacevolissima finché non venni spontaneamente nella sua mano. L’orgasmo mi lasciò affannato e soddisfatto quasi cancellò il ricordo di quello doloroso della notte appena trascorsa.

- Ti amo Cort e te lo dimostrerò presto…- Mi nascosi nel suo petto per non fargli vedere quanto mi sconvolgeva la sua presenza, sarebbe stata dura per lui non farmi niente sapendo che avevo una voglia folle di fare l’amore con lui anche in quel momento che ero praticamente spaccato in due. Passai l’intero giorno a letto su ordine di Cort e quando arrivò la notte sentendomi meglio cercai di sedurlo. Mi strusciai su di lui e le mie mani inesperte tornarono a toccarlo e ad eccitarlo e quando la sua erezione fu al massimo me l’avvicinai alla mia apertura ancora arrossata. A quel punto Cort mi fermò allontanandosi bruscamente da me. Se ne andò in bagno, probabilmente a scaricarsi e quando tornò mi guardò arrabbiato…

- Non provarci più…-

- Ma io…-

- Non provarci più…-

- Ma volevo solo fare l’amore con te…-

- No vuoi solo farti del male, sai benissimo che non puoi fare niente stanotte e a me non piace essere preso in giro-.

- Ti chiedo scusa…-

- Vanny non puoi eccitarmi e poi tirarti indietro lo capisci? Tu sai a che cosa sono abituato io, quindi non promettere mai quello che non puoi darmi-. Intendeva che era abituato alle puttane e con loro otteneva sempre ciò che voleva non era abitato ad allusioni sessuali sconclusionate. Mi voltai vergognandomi del mio gesto e odiandomi per averlo fatto arrabbiare ma io davvero avevo agito in buona fede. Cort capì quanto stavo male in quel momento si sdraiò, mi abbracciò da dietro dandomi ogni tanto qualche bacio sui capelli e sul collo e fu così che ci addormentammo e che ci risvegliammo il mattino dopo. Il risveglio non portò alcun grande cambiamento, andai a lavorare e facemmo finta di non aver mai litigato. Sentivo il mio corpo rigenerato dal riposo ma Cort non cercò mai di avere un rapporto fisico con me almeno finché non arrivò la sera… e successe la stessa identica cosa della prima volta. Mi preparò con le dita e stavo quasi venendo per il godimento quando si levò per sostituire quell’intrusione con quella più grande del suo pene eretto e in quel momento ricominciò il mio calvario. Gli morsi talmente tante volte le spalle che il marchio dei miei denti era dappertutto. Il mio corpo si contrasse appena sentì la punta del suo uccello e quindi Cort dovette di nuovo forzarmi per entrare facendomi quasi svenire dal dolore. Ripeteva di rilassarmi e di fidarmi di lui, quasi lo mandai a quel paese perché mi era impossibile rilassarmi in quel momento con lui che mi spingeva un coso che era il doppio del mio e che si aspettava che il suo uomo gli desse quel piacere che gli aveva promesso per anni… forse era proprio questo che non funzionò le prime volte, ero troppo spaventato dalle mie stesse promesse, avevo paura che nulla fosse perfetto come avevo sempre immaginato e questo mi impediva di rilassarmi e di concedermi totalmente a lui. Pensare che dopo qualche tempo ci addormentavamo ancora l’uno nell’altro dopo il sesso e la mattina al risveglio facevamo l’amore come se fossimo stati staccati da un’eternità mi fa venire tenerezza per quei giorni di tribolazione in cui credevo di essere incapace di dare piacere al mio uomo e di non essere complementare al suo corpo. La seconda volta persi meno sangue ma Cort non disse una parola, si rigirò dandomi le spalle e finse di dormire per il resto della notte. Cort non è l’uomo più sensibile del pianeta ed è anche abbastanza egoista e in quel momento pensò più a se stesso e a come si sentiva lui che a come mi sentivo io. Lui si sentiva un violentatore e una bestia incapace di amare il suo compagno con più delicatezza, io mi sentivo un inetto forse un po’ violentato e incredibilmente insicuro di se stesso. Già mi vedevo abbandonato da Cort l’indomani stesso, buttato in mezzo alla strada perché gli ero completamente inutile, non perché non riuscissi a fare sesso con lui ma perché non facendolo gli dimostravo quanto ero debole e Cort odia tutto ciò che è debole… Piansi silenziosamente tutta la notte guardando la sua ampia schiena sfregiata desiderando solo di baciarla oppure che si girasse e mi consolasse. La mattina mi alzai silenziosamente per non infastidirlo ulteriormente ma non feci in tempo a scendere dal letto che un braccio mi strinse la vita.

- Dove vai?- Mi disse visibilmente preoccupato, non mi venne mai in mente che anche Cort poteva temere che lo abbandonassi io, infondo dal suo punto di vista era lui che non riusciva a darmi ciò che avevo sempre desiderato…

- A lavarmi…-

- Ti lavo io-. Fu così che ci ritrovammo tutti e due nella vasca a pulirci a vicenda e il fatto fu talmente eccitante per entrambi che trovai un paliativo al sesso, il sesso orale… mi venne naturale quando vidi la sua erezione pulsante volersi disperatamente liberare nel mio corpo e mi piacque così tanto averlo nella mia bocca che quando venne lui io lo seguii subito dopo. Era stato tutto perfetto: le sue mani che mi accarezzavano i capelli e il corpo, i suoi gemiti, le sue spinte e le sue sollecitazioni nella mia bocca e infine l’orgasmo che ci liberava entrambi. Così sarebbe dovuto essere fare l’amore con lui… Ci baciammo a lungo facendogli assaggiare il suo sapore direttamente dalla mia bocca, era talmente affamato di me che scoppiai di nuovo a piangere stavolta davanti a lui…

- Ehi principessa che hai?-

- Mi dispiace Cort-

- Per avermi fatto avere il miglior orgasmo della mia vita?-

- Sono un disastro…-

- Sei semplicemente adorabile…- Mi baciò il viso cancellando ogni traccia di lacrime, Cort detesta vedere le persone piangere…

- Ti prego Cort non lasciarmi mai!- Lo abbracciai e mi strinsi forte a lui…

- Che ti sei messo in testa? Certo che non lo faccio…- Mi strinse anche lui e le prese di Cort sono quasi dolorose per quanto sono forti ma quella volta ne avevo un maledetto bisogno…

- Mi dispiace veramente…-

- Smettila di scusarti… facciamo un patto quando riusciremo finalmente a far abituare il tuo corpo al mio mi sarai debitore di molte notti che dici? Anche se devo dire che oggi ti sei fatto perdonare alla grande ragazzino-. Sto ancora scontando quella pena…

- Era la prima volta…-

- Hai un talento naturale principessa… ora torna a letto devi riposarti-. Mi prese in braccio e mi rimise a letto nella parte non sporcata dal mio sangue, non aveva tempo di ricambiare le lenzuola ma mi promise che nella pausa pranzo l’avrebbe fatto, difatti fece quello e mi accoccolò fino a fami addormentare tra le sue braccia. La terza volta fu quella buona, soffrii tantissimo all’inizio ma poi quando ormai ero convinto che anche quella volta fosse andata male sentii il fuoco prendere possesso del mio corpo e finalmente sentii i primi lumi di piacere ogni volta che la sua erezione strusciava il punto più profondo in me. Il piacere era ancora troppo poco in confronto al dolore ma io mi concentrai solo su quello e feci sentire con tutta la mia voce ciò che mi stava causando il suo corpo e Cort sentendomi si fermò di botto sorpreso dalla mia reazione poi prese a ridere e continuò a scoparmi ridendo mentre io alternavo le urla di piacere ai gemiti di dolore. Alla fine mi portò comunque lui all’orgasmo ma non soffrii come le altre due volte, quasi venni da solo. Sanguinai abbastanza ma non tanto da lasciarmi spossato così quando finimmo saltai praticamente addosso a Cort che mezzo distrutto incassò il colpo con una smorfia. Scoppiammo a ridere tutti e due e quando non ridevamo ci baciavamo.

- Sei finalmente mio…- Continuava a ripetermi tra un bacio e l’altro e io potevo rispondergli solo in un modo possibile…

- Ti amo…-

La quarta volta fu finalmente perfetta e fu talmente perfetta che se la raccontassi la volgarizzerei soltanto ma basta sapere che sono riuscito a venire da solo e che ho urlato di piacere per tutto il tempo. Da quella sera in poi finalmente io e Cort riuscimmo a fare veramente l’amore e non perdemmo mai l’occasione di farlo. Più il mio corpo si abituava più mi concedevo senza remore al mio uomo e lui non me ne ha mai fatto pentire ma anzi anche quando il mio corpo era arrivato al limite io non volevo fare altro che darmi a lui ancora e ancora. Fortunatamente c’era Cort che metteva un freno alla nostra passionalità altrimenti non credo che sarei arrivato a raccontare questa storia, morto per essere stato scopato troppo, sarebbe stata una bella morte ma ridicola. Cort dimostrò il suo effettivo attaccamento a me tre settimane dopo, fino allora mi trattava come la sua principessa ma mai come il suo amante e compagno. Mi ero alzato presto perché avevo una cavalla incinta, mi alzai addirittura prima di Cort cosa che succede assai raramente, e andai alla stalla dove trovai il mio assistente che preparava la roba per il parto. Ad un certo punto mi sentii preso per la vita e trascinato in un angolo più nascosto della stalla, non mi dimenai perché riconobbi sin da subito l’odore di Cort. Aveva aspettato che uscissi di casa per raggiungermi...

- Sai Vanny mi sono giunte voci che non mi sono piaciute affatto…- Io pensai alle solite voci che mi vedevano come mantenuto di qualche ricco o ricca signora e non ci diedi peso.

- Fammi indovinare si mormora che sono il nuovo amante del Re?-

- No, si mormora che tu sia la mia nuova puttana-. Non mi era nuova e quasi il mio sangue ribollì di rabbia, non avevo passato tutto quello che avevo passato per essere definito solo la puttana di Cort ma non lo diedi a vedere non lo volevo far incavolare, essendo molto protettivo sapevo che si sarebbe incazzato a morte.

- Ah pensavo peggio…-

- Vanny!- Cort cercò in me una reazione che non gli potevo dare così mi limitai a fingermi rassegnato. Mi conosceva troppo bene per fingere che non mi importasse, sapeva quanto ci tenevo ad essere riconosciuto come suo compagno.

- Va bene… non te l’ho detto perché non mi sembrava una cosa così grave, insomma a me non importa…-

- Non è che centra il fatto che sia stato Bobby a mettere in giro le voci?- Centrava eccome, già una volta aveva rischiato di ucciderlo per me e non volevo mettere in pericolo Cort per uno stronzetto del genere. Mi chiamava puttana ma non osava mai avvicinarsi troppo, la lezione di Cort gli era bastata abbastanza da non renderlo del tutto stupido.  

- Perché dovrebbe importarmi?-

- Forse perché l’ultima volta che ha osato farti del male l’ho quasi pestato a morte…- Ricordavo quel giorno e non volevo più vedere un Cort così furioso e incontrollabile, solo per questo non avevo detto nulla…

- Ma ora non puoi più farlo visto che è un pistolero-.

- E’ vero non posso più pestarlo perchè ti prende per il culo, o meglio se ti prendesse letteralmente per il culo lo ucciderei ma ora mi sarei limitato a dargli una lezione…-

- Non voglio più avere problemi già ce li ho avuti per tutto il tuo corso, ora voglio solo essere lasciato in pace…-

- Se mi lasci fare vedrai che non ti romperà più le palle-. Il luccichio negli occhi di Cort mi fece rabbrividire, aveva qualcosa in mente e in genere era sempre qualcosa di pericoloso.

- Che intenzioni hai?-

- Ancora non lo so, di solito agisco d’istinto… quando viene a romperti le palle?-

- Ogni giorno nel momento della pausa poco prima del tuo arrivo…-

- Ha pure studiato i tempi quello stronzetto… beh domani avrà una bella sorpresa, ci vediamo prima principessa-. Spalancai gli occhi fin quasi a farmeli uscire dalle orbite…

- Cosa? Vuoi dire che fai finire prima la tua lezione?-

- Per un giorno non succederà niente-

- Io credo che verrà la fine del mondo…- Non vedevo l’ora che venisse l’indomani per vedere cosa aveva architettato, sicuramente qualcosa di folle…

- Per te questo e altro-. Per la prima volta disse a parole quanto teneva a me e io non potei fare a meno di abbracciarlo e di preoccuparmi un po’ per lui. Amavo l’istintività di Cort ma temevo che lo mettesse nei guai…

- Mi prometti che non farai cazzate che ti possano mettere nei guai?-

- Ci proverò ma non ti assicuro nulla…-

- Sai non stento a credere che Bobby pensi veramente che io sia la tua puttana, ad ogni pausa pranzo non facciamo altro che scopare…- Gli dissi quando sentii le sue mani su di me che tentavano di sbottonarmi i pantaloni, ormai si accontentava solo di accarezzarmi a pelle, se fosse stato per lui sarei dovuto andare in giro nudo per tutto il giorno.

- Te ne stai lamentando?- Non mi lamentavo più da quando il mio corpo aveva deciso di accettarlo.

- No però chi ci vede è ovvio che si fa un’idea sbagliata. Ti vede arrivare di corsa mi scopi e con altrettanta fretta te ne vai-.

- Mi lusinga sapere che non hai detto che ti scopo velocemente almeno quello lo faccio lentamente… pensi davvero che ci sia qualcuno che ci spia?-

- Dovresti dirlo tu a me sei tu che hai il radar mica io…-

- Devo ammettere che qualche volta ho avvertito qualcuno…- Lo guardai scandalizzato, io ho sempre sostenuto di amare l’intimità e la riservatezza e lui mi stava distruggendo ogni mia certezza…

- E non mi hai detto nulla?!-

- No altrimenti avresti rifiutato di continuare principessa…- Mi accarezzò i capelli, anticipazione di quello che aveva voglia di fare veramente…

- Stronzo pervertito…-

- Mi eccita farmi guardare mentre scopo l’essere più meraviglioso dell’universo-. Tornò a mettere le mani dentro i miei vestiti stropicciandomi ovunque riuscendo ad eccitarmi…

- E adesso ci sta guardando qualcuno?- Gli levai la maglietta giocando con la sua pelle e disegnando ogni cicatrice che lo marchiava.

- No, escludendo gli animali della stalla…-

- Mi dispiace per te allora…- Gli abbassai la zip dei pantaloni e lo accarezzai fin quasi a masturbarlo, poi abbassai i miei calzoni mostrandomi a lui come mi voleva…

- Ci sei tu ad eccitarmi abbastanza principessa… che cosa vuoi Vanny?-

- Te, prendimi adesso e chiudi quella boccaccia e aprila solo per farmi sentire quanto ti piace essere dentro di me…- Ci portai alla più vicina parete e lì gli misi le gambe intorno alla vita così come mi aveva insegnato lui quando si era stufato di prendermi di schiena. Diceva che era molto meglio vedermi in faccia quando lo faceva e io gli credevo era bellissimo vedere il suo volto trasfigurato dal piacere mentre facevamo l’amore. Quindi lo agganciai a me con le gambe e lui con i pantaloni solamente aperti ma non calati si posizionò vicino alla mia fessura mentre le sue mani mi stavano dando un’anteprima di quello che sarebbe successo…

- Come vuoi, te lo farò sentire con tutto il mio corpo…- E me lo fece sentire… quando finimmo eravamo tutti arruffati con la paglia che usciva fuori dai posti più immaginabili ma eravamo sicuramente felici e contenti e più di questo soddisfatti. Ci baciammo un’ultima volta e poi ci dividemmo Cort aveva lezione io avevo una cavalla incinta da far partorire. Lo lasciai andare con la promessa di rivederci durante la pausa pranzo anche se entrambi sapevamo che non sarebbe successo nulla, il mio corpo non era ancora così abituato al suo da accettarlo di nuovo in così poco tempo anzi sentivo il sangue scorrermi tra le natiche nonostante avesse cercato di fare il più piano possibile. Ma c’erano tante altre cose che si potevano fare oltre al fare l’amore… Quando tornò Cort non mi accorsi subito della sua presenza, solo quando mi sentii andare a fuoco la schiena mi voltai e mi trovai il suo volto sorridente che mi guardava seduto su una balla di fieno.

- Vanny ti sei mai accorto che il tuo assistente appena può ti guarda il culo?- Mi disse insensatamente appena si accorse di avere la mia attenzione.

- Non ho tempo per notare simili cose, e tu come lo hai notato? Pensavo che non ti distraessi nemmeno un secondo quando sei intento a fissarmelo tu-.

- Infatti l’ho visto con la coda dell’occhio…- Con una faccia tosta che sfiorava l’arroganza ma visto che era Cort e che era mio era semplicemente adorabile, quindi risi senza prendermela.

- Ah ecco… ma ora dov’è andato?- Cercai con lo sguardo l’oggetto della nostra discussione e non trovandolo cominciai a preoccuparmi.

- In infermeria credo…-

- Perché?-

- Ovviamente gli ho spaccato il naso-. La mia preoccupazione non fu vana me l’ero sentito che Cort aveva fatto qualcosa al mio assistente conoscendo la sua gelosia e la sua possessività.

- Oh bravo complimenti hai fatto fuori il mio unico assistente!- Mi arrabbiai sul serio, ed è tremendamente difficile vedermi arrabbiato, ma ci riuscii solo per poco. Cort si avvicinò e mi abbracciò poggiando la testa sulla mia spalla e cominciando a lavorare con la lingua…  

- Se vuoi posso aiutarti io…-

- Cort il mio assistente non mi aiuta in simili cose…- Specialmente in tutti gli anni che lo conosco non gli ho mai permesso di mettermi le mani dentro i pantaloni come stava facendo lui in quel momento…

- Lo spero bene altrimenti dovrei ucciderlo… quando vai in pausa?-

- Oggi non ci vado-.

- Come no?-

- Ho una cavalla che partorirà a momenti, non posso lasciarla-. Oltretutto mi aveva appena eliminato il mio unico assistente e avrei dovuto fare tutto da solo. Capivo la pena di Cort è capitato pure a me che saltasse lui la pausa e che fossi io a dover stare a guardare senza poter fare nient’altro che pensare a quello che avremmo potuto fare…

- E io che faccio?-

- Non lo so continua a guardarmi il sedere, aiutami, vattene ne hai di possibilità-. Fui abbastanza duro ma la cavalla stava dando segni di cedimento e non potevo permettermi di perdere un animale proprio adesso che il Re mi aveva nominato veterinario di corte.

- Ma io volevo stare con te…-

- Anch’io… il massimo che posso fare è questo…- Lo baciai e con le mani lo accarezzai finche non mi trovai a masturbare un’erezione grossa e pulsante che mi pesava tra le dita, mi abbassai e gli slacciai i pantaloni, gli baciai la punta appena bagnata poi mi rialzai e gli sorrisi furbescamente…

- Hmm… principessa lo sai che se mi ecciti e non mi soddisfi saranno guai per te stasera…- Con una mano mi afferrò una natica come se fosse il suo solo sostentamento e mi fece anche un po’ male ma glielo lasciai fare, mi piaceva sentirmi afferrato così da lui.

- Allora passa il tempo a studiare una bella punizione esemplare da darmi… ci vediamo a casa Cort…-

- Puoi contarci ragazzino…- Mi piacciono le sue punizioni, quelle che avvengono tra me e lui ma quella volta mi lasciò stare. Forse perché si sentiva stanco o forse perché lo ero io passammo la notte semplicemente abbracciati. Mi ricordò le notti che avevo passato con lui quando ancora non ero un pistolero, quando non facevamo ancora niente ma che mi parevano le notti più belle a cui potevo aspirare. Erano senz’altro bellissime ma le notti passate da compagno di Cort sono decisamente superiore di una spanna e più. Ogni cosa che faccio con lui, ogni sensazione è centuplicata rispetto a prima e non parlo del sesso ma del solo stargli vicino e della nostra quotidianità. In quattordici anni di coppia, per esempio, il nostro modo di dormire non è cambiato affatto, io dormo completamente nudo e mi spoglio appena tornato a casa per mettermi una leggera vestaglia; Cort rimane vestito fino all’ultimo e quando è il momento di mettersi a letto rimane in boxer. Non abbiamo un momento preciso di fare l’amore lo facciamo quando ci va: sera, notte, mattina. Con gli anni ovviamente più spesso che all’inizio ma questo è ovvio più il mio corpo si abituava al suo più non avevamo alcun freno. Mi trovo sempre schiacciato nel mio angoletto dal corpo ingombrante ma bellissimo di Cort ma poi mi stufo e salgo sopra di lui addormentandomi sopra quel materassone che è il mio uomo. Ci addormentiamo sempre con lui che mi accarezza i capelli, quindi sono sempre io il primo a partire. E’ quasi sempre Cort a prendere iniziativa io ho la stupida convinzione di essere rifiutato e dopo tutti questi anni e prove che dimostrino il contrario ci credo ancora un po’. La mia insicurezza è sempre presente. Comunque la mattina dopo mi svegliai prima di lui, con la gamba mi strusciai sulla sua erezione cosa che facevo come un rito tanto era certo che ogni mattino Cort fosse in pieno arrapamento ancora prima di svegliarsi, poi come si liberava dipendeva dal giorno, facevamo l’amore, gli facevo una sega, faceva da solo… Quel giorno lo vidi dormire così profondamente che decisi per un rimedio drastico che non avevo mai provato quando dormiva… Mi intrufolai sotto il lenzuolo fermandomi a baciargli e leccargli la pancia con tutte le sue cicatrici, da lui venne solo un mugolio, non si era ancora svegliato ma non mi attardai ancora e scesi più giù. Lo liberai dei boxer e anche al buio delle lenzuola riuscivo a vedere la sua bellezza e la sua enormità, spalancai la bocca e lo feci scivolare tra le labbra. Cort appena sentii il calore del mio interno si risvegliò di scatto. Quasi lo morsi per il suo movimento brusco ma per fortuna riuscii ad inghiottirlo senza fargli male. Lo feci scivolare dentro e fuori con un ritmo lento che stranamente Cort non mi chiese di aumentare, forse ancora troppo insonnolito. Mi levò il lenzuolo di dosso per godersi lo spettacolo e io ne fui felice perché tra il suo pene in bocca e il caldo del letto stavo soffocando e poi mi gasava farmi guardare da lui mentre lo facevo godere… Come le altre volte più lo inghiottivo più mi sentivo strozzare e Cort non mi aiutava affatto visto che mi spingeva la testa verso di lui perché voleva di più, cercai di accontentarlo come potevo, mi piaceva prenderglielo in bocca amavo il suo odore, adoravo il suo sapore e quando venne cercai di non farmi sfuggire neanche una goccia del suo seme. Mi sporcai le labbra e me le leccai sensualmente, appena Cort mi vide farlo mi strattonò i capelli fino a farmi venire le lacrime agli occhi e portò il mio viso a contatto con il suo finchè non cominciò a leccarmi per poi baciarmi e perdersi nel suo stesso sapore.

- Che cavolo ti è venuto in mente stamattina principessa?- Mi disse ancora ubriaco dal piacere e dal sonno.

- Di svegliarti… Ti è piaciuto?-

- Vuoi sapere quanto mi è piaciuto? Allora credo che dovrò dirlo a tutto il tuo corpo…- Non facemmo l’amore, non c’era tempo, ma mi baciò ogni millimetro di pelle facendomi impazzire ugualmente, finì che mi dovette fare una sega colossale che non mi soddisfò minimamente ma era ora di andare e mi dovetti accontentare. Mi ero del tutto dimenticato di Bobby e della lezione che Cort gli voleva dare infatti quando me lo vidi arrivare di corsa nella stalla rimasi un attimo stupefatto. Era in ampio anticipo sulla pausa pranzo e uno sguardo deciso in volto...

- Pronto?-

- Per cosa?- Gli chiesi del tutto disorientato, per Cort ero sempre pronto ma almeno volevo sapere su cosa dovevo esserlo…

- Per il nostro Bobby!- Mi rispose tutto allegro, se c’è una cosa che piace a Cort quanto il sesso quelle sono le vendette e le punizioni…

- No, visto che non so ancora cosa hai in mente…-

- Non lo so neanche io, almeno non ancora…-

- Perfetto a momenti sarà qui e tu non mphfff-. Mi tappò la bocca con la sua per farmi zittire e quando fu sicuro di avere tutta la mia attenzione mi lasciò respirare anche se ero più che contento di morire tra le sue braccia…

- Avevo troppa voglia di assaggiarti, sei così buono…-

- Ma questo non risolve il problema…-

- Oh sì che lo risolve, la faccenda è tutta qui principessa…- Lo guardai non sapendo di cosa stesse parlando ma ovviamente a Cort non servono le parole passa subito ai fatti… Avvertì la presenza di Bobby nelle vicinanze e attuò il piano appena progettato senza dirmi nulla, tipico di Cort… Mi slacciò i pantaloni con una mano e l’altra l’insinuò tra i miei capelli facendomi avvicinare alle sue labbra, da come si erano messe le cose mi sembrava di capire che volesse fare l’amore con me e tanti saluti alla lezione a Bobby, non che io me ne lamentassi sia chiaro. Tra punire Bobby e fare l’amore con Cort io sceglievo sicuramente la seconda… Smise di baciarmi e dal sorriso pieno di adorazione che aveva capii che stava per fare qualcosa che mi avrebbe lasciato con la bocca aperta e così fu… Sentii lontano anni luce l’arrivo di Bobby ma tutta la mia attenzione era su Cort nel momento in cui si inginocchiò davanti a me senza mai distogliere lo sguardo dal mio. Mi fece un sorriso quasi insicuro e poi… me lo prese in bocca… un bocchino proprio davanti a Bobby. Fu il primo di Cort e anche il primo che ricevetti io e fu dolce, fantastico, indimenticabile e imbarazzante. La sua bocca era così calda e umida che mi eccitai appena mi prese, strinsi le mani sui nodi del tronco d’albero a cui ero appoggiato perché sapevo che Cort non avrebbe gradito che gli avessi spinto la testa verso di me, che avrei guidato la cosa. Anche mentre mi faceva un bocchino voleva che fosse lui a guidare, non accettava di essere sottomesso allora e non lo accetta adesso, devo sempre tenere le mani lontano dal suo corpo mentre mi fa simili cose e in un certo senso è ancora più eccitante. Costretto alla sua esasperante lentezza non potei fare a meno che gemere di muoversi e di fare più in fretta. Ovviamente Bobby mi sentii e ovviamente Cort non mi diede retta continuò a succhiarmi e a gustarmi lentamente e non ammetteva intromissioni, infatti senza farsi vedere da Bobby mi pizzicò forte l’orifizio facendomi quasi urlare e visto che già ci stava decise di penetrarmi dandomi così un piacere doppio. A quei due stimoli non resistetti molto, quando venni pensai che Cort si scansasse che evitasse che gli venissi in bocca ma al contrario ingoiò il mio orgasmo e non lo fece per Bobby visto che se ne era andato da un pezzo ma lo fece solo per me. Finito di ripulirmi per bene si alzò e mi baciò rubandomi l’ultimo respiro che avevo in corpo ma nonostante questo lo baciai a lungo per assaggiarmi nella sua bocca e trovai il sapore eccitante come l’odore del sesso che scaturiva dai nostri corpi dopo aver fatto l’amore. Risi sulle sue labbra ancora incredulo di quello che mi aveva appena fatto e gli sussurrai diecimila volte ti amo finchè non ebbi più fiato per fare altro che ridere ancora. Mi aveva fatto impazzire di piacere e il mio corpo che ancora tremava glielo stava urlando…    

- Come ti è venuta l’idea…- Gli chiesi ancora non troppo lucido, ora sapevo cosa gli avevo fatto provare quella mattina e fui soddisfatto di me stesso…

- Tu… Stamattina…-

- Se non l’ha convinto questo…- Parlavo di Bobby ma ogni parola in più mi costava troppa fatica per pronunciarla, speravo nella telepatia che intercorreva tra noi.

- Rimarrà delle sue idee… non ho intenzione di farmi scopare da te per colpa di quello stronzetto…-

- Che spirito di sacrificio…- Sorrisi nel suo collo facendolo rabbrividire allora cominciai a baciarlo.

- Ricordami, perché l’ho fatto diventare pistolero?-

- Perché è maledettamente bravo con le pistole, se vuoi ti ricordo anche perché hai fatto diventare me pistolero…- Gli avevo messo le mani sotto la maglietta e lo accarezzavo sentendo ognuna delle cicatrici che ormai avevo imparato a riconoscere ad occhi chiusi. Nel frattempo spinsi il mio bacino verso il suo…

- Questo già lo so altrimenti non ti avrei mai fatto quello che ti ho appena fatto…- Mi baciò a fondo e quando ci staccammo rimasi di nuovo senza fiato. Ancora non mi ero ripreso per provare a fare qualcos’altro…

- Gan non riesco a riprendermi… è stato incredibile…-

- Non fartelo piacere troppo non credo che sarà un’esperienza che ripeterò molto spesso…- Si sbagliava me lo fa ancora e a differenza di quello che dice e che fa pensare gli piace anche farlo. Gli piaccio io e il mio sapore… Infatti da quel giorno quando mi tocca e mi fa venire non dimentica mai di leccarsi le dita e pulirsele per bene…

- Non ti è piaciuto? Quando te lo faccio io per me è fantastico sei buonissimo oltre al fatto che adoro averti dentro di me in ogni parte del mio corpo…-

- Sta' zitto ragazzino ho appena dimostrato a quello stronzetto che non sei la mia puttana ma se non tieni chiusa la bocca gli dimostro subito il contrario…- Mise subito le mani sul mio corpo esile che fremette al minimo contatto, avevo voglia di lui, specialmente dopo quello che mi aveva fatto, avevo voglia di offrire me stesso come aveva fatto lui…

- Che aspetti? Io non mi preoccupo delle dicerie…-

- Non ho tempo per farti quello che ti meriti ragazzino, la mia pausa pranzo è quasi finita-. Mi massaggiò la carne tonda delle natiche senza però spingersi oltre, io mi appoggiai al suo petto godendomi il suo tocco.

- Creperei se mi facessi qualcos’altro Cort-. Gli dissi facendogli le fusa per quello che mi stava facendo.

- Allora sono stato bravo per essere stata la mia prima volta…-

- Divino-. Lo baciai cercando un’ultima traccia del mio sapore che non trovai quindi mi accontentai del suo che era comunque buonissimo.

- No quello lo sei tu quando sei tu a farlo principessa…-

- E’ un invito?-

- Non ho tempo ma forse per un’altra volta, un altro risveglio magari…- 

- Magari ti farò questo…- Gli presi due dita e me le misi in bocca, succhiai e leccai ogni millimetro di pelle.

- Gan la tua bocca è fatta per succhiare principessa…-

- Ehi specifica così mi fai sembrare una puttana! La mia bocca è fatta per succhiare te…-

- Ovviamente… e sai un’altra cosa incredibile? Il tuo culo è nato per essere scopato…- Mise una mano nei pantaloni e con un dito prese possesso del sedere. Da quando facevamo sesso regolarmente il mio corpo era diventato molto più elastico e quindi ogni suo tocco per me era solo godimento.

- Ehi!-

- Da me ovviamente… ci provassero pure a rubarti…- Liberò la mia bocca e portò la mano a stringermi la vita mentre con il dito si faceva sempre più curioso dentro di me facendomi impazzire.

- Cort non avevi detto di non avere tempo?-

- Purtroppo…- Mi baciò per farmi dimenticare quella presenza estranea per poi spingersi e uscire nuovamente in me. Gemetti nelle sue labbra solo perché mi sembrava inappropriato mettermi a gridare in mezzo alla strada, se ancora non ci avevano visto li avrei richiamati io.

- E allora che cosa stai facendo?-

- Niente…- Sentivo il secondo dito accarezzarmi tutto l’intorno del mio orifizio allargato ancora indeciso se entrare anche lui o aspettare all’ingresso il suo turno, non ero tanto sicuro di riuscire a tenere la bocca chiusa e non mettermi ad urlare ancora per molto.

- Allora smettila di fare niente che mi stai facendo impazzire…-

- Non posso smettere se non sto facendo niente…- Ad ogni bacio che mi dava tornavo a rilassarmi ma ormai ero talmente tanto in tiro che mi sarebbe bastato poco per liberarmi…

- Gan se mi fai macchiare i pantaloni ti uccido…-

- Allora mostrami le tue grazie principessa abbassateli-. Avevo ancora la slip aperta e l’erezione puntava direttamente verso la sua coscia, avrei sporcato più lui che me, cercai di ricompormi ma fallii miseramente mi stava facendo troppo godere alla fine mi preoccupai solo di tenermi addosso i pantaloni che Cort cercava di tirarmi giù.

- Allora ammetti di starmi facendo impazzire!-

- Io ho ammesso di non star facendo nulla e se vuoi che smetta di non fare nulla devi essere pronto a prenderti le tue responsabilità delle conseguenze della tua richiesta… potrei fare molto di più…ragazzino…- Mi penetrò con il secondo dito e allora il mondo si spense, andò direttamente a stimolarmi la parte sensibile e facendo finta di essere un fallo uscii e penetrò il mio corpo ormai infuocato finchè non venni.

- Ahha-.

- Pare che anche io sia nato per succhiarti…- Si succhiò e leccò le dita che fino un attimo prima mi stavano dentro come se si stesse gustando qualche dolce, sembrava così innocente e allo steso tempo così letale che quasi mi eccitai di nuovo solo a guardarlo ma poi recuperai un po’ di amor proprio e riuscii a risultare un minimo oltraggiato…

- Bastardo…-

- A stasera principessa…- Appena il tempo di ripulirsi dal mio sperma schizzatogli sui pantaloni se ne andò lasciandomi ancora con i pantaloni aperti e il pene ormai molle adagiato sulla zip anch’essa sporca. Quello fu il primo giorno che Cort dimostrò veramente di voler essere il mio compagno e non solo il mio amante. Mi aveva fatto venire due volte senza che si preoccupasse di se stesso e tutto questo chissà davanti a quante persone solo per dimostrare che non ero solo una puttanella qualsiasi per lui. Gli altri giorni sarebbero tornati come prima ovvero saremmo tornati a rotolarci dietro al primo albero che capitava ma quel giorno Cort non aveva pensato a nessun altro che a me. Difatti non sentii mai più Bobby sfottermi e questo è quanto ed è abbastanza…

 

Continua…