Ovviamente i personaggi sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me… Cort-Vanny parte settima, buona lettura^^

 


 

Come divenni uomo

parte VII

di Mia

 

Non mi accorsi che ero crollato dal sonno fino a quando un movimento al mio fianco mi riportò bruscamente alla realtà. Feci mente locale su dove stavo e soprattutto con chi e subito un sorriso ebete mi si dipinse sulle labbra. Aprii piano gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura al mio fianco, Cort era disteso sul fianco con la testa sostenuta dal braccio che mi fissava. Appena si accorse che mi ero svegliato smise di giocare con i miei capelli e si abbassò a baciarmi a timbro le labbra e le sue mani cominciarono a riprendere confidenza con il mio corpo che mentre dormivo aveva coperto con il lenzuolo. Scalciai per tirarmi fuori, mi piaceva farmi vedere da lui ed essere nudo tra le sue braccia, non faceva freddo e il pudore è una parola che non conosco quando si tratta di Cort. Si mise a studiare ed accarezzare ogni parte del mio corpo mentre il desiderio gli bruciava lo sguardo. Si mise sopra di me ormai del tutto dimentico delle fasciature e delle ferite a cui avrebbe dovuto fare attenzione, facendomi sentire tutta la sua eccitazione e il suo calore. Oltre a questo sentii qualcosa di bagnato sul mio stomaco, le sue bende erano cremisi e un po’ del suo sangue stava sporcando anche me. Smisi di pensarci appena cominciò a strusciarsi facendo diventare sempre più intime le sue carezze fino a quando non si tirò su a guardarmi con un’espressione perplessa…
- Ehi ma non è venuto il mio sostituto a farvi lezione?-
- Sì-. Rimasi con il fiato sospeso ben sapendo che presto Cort si sarebbe incazzato e mi avrebbe cacciato a calci nel sedere. Ero stupito che non me l’avesse domandato prima ma ero anche fiero del fatto che era stato grazie all’effetto che gli facevo se se ne era dimenticato.
- E allora che ci fai qui?-
- Mi pare evidente…- Cercai di distrarlo usando tutto il mio corpo ma non funzionò, si stese al mio fianco mettendosi una mano sugli occhi maledicendosi da solo forse per non essersi reso conto prima del fatto che avevo marinato la lezione.
- Non fare il furbo con me ragazzino, corri a lezione se sanno che sei stato qui mi metti nei casini-. Si mise a sedere come a sottolineare che il divertimento era finito e che era giunto il momento di ritornare alla normalità ma io non glielo permisi, mi misi sul fianco ad osservarlo.
- Ma lo sai che ore sono?- Glielo dissi con un tono sornione ben sapendo che forse per la prima volta nella sua vita aveva perso il senso dell’orientamento e del tempo.
- Cazzo non mi dire che è mezzogiorno-. Mi guardò con gli occhi spalancati non sapendo neanche lui come avesse potuto perdere la bussola in quella maniera.
- Sì, stamattina sono passato a lezione ho visto che non si faceva niente di interessante e mi sono defilato-. Lo abbracciai alla vita e lo trascinai giù nuovamente sopra il mio corpo legandolo stretto alle mie gambe in modo da rendergli più difficile un eventuale suo distacco. Cercai di raggiungere la sua bocca ma prima di arrivarci mi strattonò i capelli riportandomi con forza la testa sul letto. Mi fece parecchio male ma continuai a guardarlo sorridendo sapendo che per il momento non mi avrebbe cacciato.
- Sai che dovrei punirti per questo?- Mi strattonò ancora i capelli tanto da meravigliarmi che non me li avesse strappati a ciocche. Mi alzò di prepotenza il collo per averlo a sua completa disposizione, aveva di nuovo lo sguardo da predatore che io adoravo. Mi strusciai per fargli capire che ero più che disponibile ad abbandonarmi a lui in qualsiasi momento.
- Mi hai punito tante di quelle volte che non credo che mi cambierà la vita esserlo ancora una volta, comunque ora mica sei il mio Maestro…-
- Mi dispiace contraddirti principessa io sono il tuo Maestro anche mentre dormi, devi rispondere di ogni cosa a me anche se non sei nelle mie ore di lezione-. Cominciò a mordermi il collo e il petto torturandomi con i denti e con la bocca e poi con le mani che mi pizzicavano le natiche fino a farmele indolenzire.
- Come giustificazione ho che ho pensato che stare con te sarebbe stato molto più interessante ed educativo-. Infatti avevo imparato anche ad apprezzare le torture cosa che non avrei mai creduto possibile…
- Educativo?- Si staccò guardandomi perplesso e fermando ogni attacco sul mio corpo.
- Ho imparato a baciare meglio e ho avuto il mio primo e secondo orgasmo, non sei riuscito ad impararmi a sparare ma come insegnante di attività sessuale non sei niente male-. Si sdraiò sulla schiena e rise quasi fino a farsi venire le lacrime agli occhi, credo che non abbia mai riso così tanto in vita sua. Poi piano riuscì a ricomporsi quasi del tutto, si mise sul fianco e con un sorriso che ancora gli illuminava il volto riprese a giocare con i miei capelli. Mi dispiaceva che si era spostato dal mio corpo ma anche la dolcezza del momento non era affatto male.
- Peccato che non sia questo il mio lavoro, sei il mio fallimento personale, ti ho addestrato per sette anni e sei comunque una sega di pistolero, guarda che mani morbide e lisce che hai sembrano ancora quelle di una principessa-. Mi prese una mano accarezzandomela con il pollice e poi mi baciò tutte e cinque le dita e infine il palmo.
- Non sono tagliato per fare il pistolero lo so io e lo sai tu-. Gli portai la stessa mano sul suo viso e gli accarezzai una guancia. E’ strano come ogni volta incosciamente riservavo gesti d’affetto alla parte sfigurata del suo volto…
- Allora perché non ti sei ritirato invece di farmi dannare per tutti questi anni?-
- Perché voglio dimostrare che non sono un debole, forse lo sono fisicamente ma il fisico non è tutto-. Quella fu la volta che andai più vicino a svelare il vero motivo per cui mi ero iscritto all’Accademia. In fondo il succo era proprio quello, non volevo più essere debole. Probabilmente la determinazione nella mia voce gli fece tenerezza perché cominciò ad accarezzarmi il sedere senza metterci niente di malizioso, erano carezze che avrebbe potuto fare anche sulle mie guance o sui capelli ma già da allora la sua parte preferita del mio corpo era il sedere e non mancava mai di toccarlo se gli si presentava l’occasione.
- Guarda che hai già dimostrato di valere, sei resistito al mio trattamento speciale fino adesso, semplicemente non tutti possono fare i pistoleri-.
- Tu hai visto come mi hanno trattato da piccolo non posso mollare proprio ora-.
- Non hanno tutta la colpa, se sapevo che eri un ragazzino ti avrei preso in giro anch’io-.
- Non c’è bisogno di dirlo, lo fai ogni giorno anche adesso-. Risi perché davvero non era passato giorno da quando aveva scoperto che ero un maschio senza che mi prendesse in giro e mi deridesse. In tutti quegli anni si era comportato esattamente come quei ragazzini che mi pestavano da bambino, solo che lui si nascondeva dietro il diritto del Maestro.
- Il tuo faccino fa venire voglia di fare due cose, o farti i dispetti o baciarti e visto che finora non ho mai potuto baciarti è ovvio che ti ho preso in giro, insomma uno sfogo lo dovevo pur trovare, magari tutti quei ragazzini avevano lo stesso mio tormento-. Mi baciò appena tanto per farmi capire che ora che aveva scelta avrebbe sicuramente scelto di baciarmi.
- Non credo a loro stavo semplicemente sulle palle-.
- Beh meglio così almeno ho potuto baciarti per primo principessa-. Stavolta mi baciò seriamente e quando mi accorsi che si stava per staccare non glielo permisi allacciando le mani dietro la sua testa premendolo contro di me. Mentre lo baciavo capii cos’era giusto fare per poter continuare a stare con lui e per cercare di farlo durare per sempre.
- Cort ho preso una decisione-.
- Mi devi proprio rendere partecipe? Devo essere sincero non è che mi interessi molto-. In quel momento era più interessato a montarmi nuovamente sopra e ricominciare a farmi impazzire, a dispetto di tutto rimasi abbastanza lucido da respingere i suoi assalti. Alla fine riuscii a farlo stendere nuovamente.
- Ti interessa perché ti riguarda-.
- Di che stai parlando?-
- Ti sfido-. Cercai di dirlo con più sicurezza possibile ma non mi sfuggii il tremore nella mia voce. Temevo la reazione di Cort sia se avesse accettato sia se avesse rifiutato ed era stato alquanto sleale da parte mia affrontare l’argomento in un momento così intimo…
- Stai scherzando vero? Se parli di sfidarmi a castelli mi dispiace ma non so giocare-. Anche se cercava di fare finta di nulla i suoi occhi dicevano tutt’altro. Non si sarebbe mai aspettato che l’avrei sfidato ed era talmente sconcertato che non sapeva ancora come reagire. Io non volevo che pensasse che la mia era solo una sciocca richiesta di un ragazzino sprovveduto, volevo veramente sfidarlo per poter mettere fine al nostro rapporto di allievo-Maestro che ormai mi andava troppo stretto.
- No, sono un tuo allievo è un mio diritto sfidarti-. Mi misi seduto per staccarmi da lui, se continuavo a farmi toccare di certo non mi avrebbe mai preso sul serio. Appoggiai la schiena al muro in attesa che anche lui facesse altrettanto. Per non darmi importanza invece rimase sdraiato voltandosi dall’altra parte. Mi fece male quel suo atteggiamento anche se sapevo che stava solo cercando di proteggermi. Poi però non essendo sua abitudine tirarsi indietro si voltò a guardarmi.
- Non sai di cosa stai parlando…- Il suo sguardo cominciò a incupirsi, chiaro segno che aveva capito che stavo facendo sul serio. Mi sarei aspettato derisione e umiliazione da lui invece tutto ciò che potevo leggere nel suo volto era solo una forte preoccupazione e questo era più allarmante di qualsiasi altra cosa perché Cort non dimostrava mai preoccupazione, era un sentimento troppo umano perché il Maestro potesse provarlo era una cosa che solo all’Uomo era permesso provare.
- Lo so eccome, ho visto Steven e All…- Non distolsi lo sguardo dai suoi occhi che stavano cercando di perforarmi l’anima. Avrei voluto mantenere un’espressione dura ma ricordare quelle sfide mi fece accapponare la pelle contro la mia volontà. Sapevo che Cort se n’era accorto e da parte mia era stato come ammettere di avere paura.
- Nonostante tutto vuoi sfidarmi?- Il tono bastardo e strafottente che di solito usava venne fuori in tutta la sua gloria.
- Sì-.
- Vanny hai visto bene come ci siamo battuti? Se al posto di Sunny ci fossi stato tu a quest’ora saresti morto-. Mi arrischiai a guardarlo di nuovo negli occhi. Capii che aveva cercato di nascondere la sua preoccupazione dietro la facciata dello stronzo arrogante e menefreghista che si portava sempre dietro.
- Ti ho detto che l’ho visto, ti voglio sfidare comunque-. Forse pensava che lo sfidavo per poter diventare pistolero, non aveva ancora capito che avrei messo in gioco la mia intera vita per poter stare con lui perché sapevo che tra noi ci sarebbe stato molto di più di quello che c’era stato finora se solo la situazione fosse stata diversa. Me lo sentivo dentro che Cort non mi avrebbe mai rifiutato se non fosse stato il mio Maestro e che col tempo si sarebbe abituato all’idea che solo io ero lo specchio di tutti i suoi desideri.
- Non farlo hai ancora più di un anno a tua disposizione e posso prepararti meglio-. Risi della sua menzogna, in genere era bravo a mentire ma ora che c’eravamo solo noi due gli si leggeva in faccia che non ci credeva neanche lui. Lo amai ancora di più per il suo goffo tentativo di proteggermi, sapeva che non mi avrebbe fatto cambiare idea visto che io avevo il diritto di sfidarlo come lo avevano tutti gli altri ma nonostante tutto cercava ancora di dissuadermi. Non credo che abbia mai fatto una cosa del genere per qualcun altro e se lo ha fatto dopo aver conosciuto me e lo vengo a scoprire avrà a che fare con un Vanny alquanto incazzato e geloso. Cort deve essere così solo con me, per tutti gli altri deve rimanere lo stronzo e crudele Maestro di Gilead. L’Uomo è unicamente e totalmente mio, il Maestro e’ di tutta Gilead e se lo tenesse pure…
- Lo sai che più di così non posso fare, hai già fatto miracoli-.
- Forse ma sono sicuro che se mi sfidassi ora che ho tutte le costole rotte e venti punti allo stomaco non riusciresti neanche a toccarmi. Neanche con una pistola in mano riusciresti a battermi-.
- E allora che cambierebbe se ti sfidassi tra un anno? Mi batteresti comunque-. Con la domanda gli sottolineai il concetto che non mi interessava affatto batterlo, volevo voltare pagina e instaurare con lui un tipo di rapporto del tutto diverso da quello avuto finora fatto di sudditanza, sacrificio e segretezza.
- Tra un anno Steven prenderà il posto di suo padre e non permetterà che tu venga esiliato o degradato nonostante tu decida di non sfidarmi-. Questo mi fece abbastanza alterare, io mi ero iscritto all’accademia per riuscire a diventare un uomo in grado di fare delle scelte e di accettarne le conseguenze. Quella che Cort mi stava offrendo non era altro che una scappatoia di quelle più basse che avrebbe reso inutili tutti i sacrifici fatti finora. Mi sarei sentito ancora una volta un ragazzino debole e insicuro che aveva bisogno della protezione del figlio del Re per riuscire ad uscire dalla sua stanza senza che nessuno lo picchiasse. Misi ancora più distanza tra noi e la mia rigidità fisica era ben evidente…
- Scordatelo-.
- Vanny pensaci bene, non si scherza sull’esame finale, io sono tenuto a combattere quasi al massimo delle mie possibilità anche se tendo ad aiutare i miei allievi ma con te non si tratterebbe di aiutare dovrei legarmi braccia e gambe e rimanere del tutto immobile e lasciarmi colpire da te-. Sapere che tutto quello che diceva era solo frutto della sua preoccupazione e dell’affetto che provava per me non servì ad addolcirmi la pillola amara. Sapere che pensava che volessi un aiuto particolare da lui per poterlo battere era irritante. Sapere che gli stava passando per il cervello che gli avevo offerto il mio corpo come merce di scambio era offensivo per entrambi.
- Non mi pare di avertelo chiesto-. Piatto. Secco. Duro.
- Perché vuoi fare una simile scemenza?- Sconforto e curiosità nella sua voce che mi fecero capire che non aveva capito nulla.
- Sono fatti miei-.
- Per un’altra settimana non posso combattere poi dovrò insegnare almeno per altre due settimane, quindi hai ancora tempo per ripensarci-. Si alzò dal letto come se con quel gesto mettesse fine alla discussione. Lui ordinava l’allievo obbediva, ma si sbagliava perché io già da quel momento non mi sentivo più un suo allievo. Mi alzai dietro di lui ancora totalmente nudo ma neanche ci feci caso.
- Non ci ripenserò e tu sei tenuto ad accettare fin da adesso la mia sfida-. Mi squadrò dalla testa ai piedi non per desiderio ma per sorpresa di trovarsi davanti un Vanny del tutto sconosciuto, non ero mai stato tanto cocciuto da contraddirlo con tanta tenacia.
- Non lo farò, farò finta di non aver sentito nulla-.
- Non puoi!- Mi sentii oltraggiato, niente mi avrebbe fatto sentire più oltraggiato di quella semplice frase. Non l’avevo messa in conto questa possibilità e mi sentii sconfitto da lui per la milionesima volta. Ero furibondo con lui e con me stesso per averglielo permesso anche dopo tutto quello che c’era stato tra di noi.
- Ti sto salvando la vita quindi posso eccome-. Mi accarezzò i capelli e la guancia per cercare di addolcirmi ma ero talmente fuori di me che il suo tocco mi era insopportabile mi mossi di scatto per non sentirmi più le sue mani addosso, non so quanti capelli gli rimasero tra le nocche ma lo strappo che sentii mi fece pensare di averne persi almeno la metà. Presi i vestiti mi misi solo i pantaloni e me ne andai senza dirgli una parola e senza che lui la rivolgesse a me. Lacrime di frustrazione mi pizzicavano gli angoli degli occhi, mi sentivo preso in giro e sconfitto senza neanche aver iniziato a combattere per la mia libertà. Me ne fregai di essere ancora mezzo nudo e senza badare a nessuno mi chiusi nella mia stanza. Avevo voglia di sfogarmi, avevo voglia di suonare ma sapevo che Steven non era al castello e l’unico altro pianoforte a disposizione era quello della Sala da Ballo. Mi rivestii incapace di stare con le mani in mano e uscii alla ricerca di All per farmi dare il permesso di entrare nella loro stanza ma sembrava che si fosse polverizzato. Non mi rimase altro che tentare la fortuna e cercare di entrare nella Sala, ero talmente infuriato che non mi importava se qualcuno mi avesse scoperto, almeno ero sicuro che non sarei stato punito da Cort ma da un suo sostituto. Avevo un bisogno quasi fisico di suonare e anche avendo la certezza di essere scoperto mi misi seduto davanti al grande piano e cominciai a suonare le melodie più impetuose e struggenti che la mia memoria ricordava. Persi la cognizione del tempo e quando voltai lo sguardo alla finestra vidi che il sole stava già calando. Non mi stupii tanto le ore passate ma il fatto che nessuno era venuto a portarmi via ma dopo un breve applauso alle mie spalle capii chi era il mio pubblico, All. Grazie a lui mi era stato permesso suonare per così tanto tempo, tra i servi All godeva dello stesso potere di Steven perché proprio quest’ultimo aveva dato ordine di obbedire ad ogni suo ordine in sua assenza. Anche le guardie non facevano eccezione, Steven non era più un ragazzino presto sarebbe diventato Re e tutti facevano in modo di entrare nelle sue grazie e che cosa c’era di meglio che trattare come un Re anche il suo protetto e amante? Il rapporto che avevano i due non era certo un mistero…
- Non ricordo di averti mai sentito suonare brani così lugubri… non è da te-.
- Quando sei arrivato? Non ti ho sentito…-
- Non me ne stupisco, non ti saresti accorto neanche se fosse scoppiata la guerra. Questo piano ha una tale potenza di espansione del suono da sentirsi per centinaia di metri sai? Io mi trovavo al lago quando l’ho sentito…- Pensai che se mi aveva sentito All sicuramente anche Cort mi stava ascoltando dal suo letto di casa… la mia musica si fece ancora più triste fino a diventare un lamento.
- Ti ho cercato per chiederti di poter usare il vostro, ma non trovandoti non ho avuto scelta, avevo troppo bisogno di suonare…- Se non avessi trovato sfogo nel piano lo avrei trovato nel pianto fino a quando non avrei più avuto lacrime da versare.
- Che ti è successo?-
- L’ho sfidato…- Ovviamente non ci fu bisogno di aggiungere altro per farmi capire e per farlo rimane a bocca aperta dalla sorpresa. La schiappa delle schiappe che osava solo pensare di sfidare il gigante Cort faceva o ridere o rimanere senza parole…
- Davvero?-
- Mi ha praticamente riso in faccia…-
- E’ tipico di lui, dove sarebbe la novità?-
- La novità è quello che abbiamo fatto prima che lo sfidassi…- Anche stavolta non ci fu bisogno di spiegarmi per scandalizzarlo e sorprenderlo ancora di più. Ormai io e All ci capivamo al volo non avevamo questo tipo di rapporto neanche con Steven.
- Oddio…-
- Non agitarti non abbiamo fatto quello che tu e Steven fate in continuazione ma ci siamo andati vicino, per questo non pensavo che mi avrebbe deriso…-
- Non sei pronto per sfidarlo Vanny-. Questa volta però non lo capii, io gli stavo parlando di come mi aveva trattato dopo aver condiviso una simile intimità e lui diversamente dalle altre volte non mi consolò.
- Dovrebbe essere un problema mio non credi? Cort è obbligato ad accettare la mia sfida-.
- Ti sto dicendo un’altra cosa, Cort ti vuole proteggere per lui sei speciale… lo sei sempre stato-.
- Voglio stare con lui, finché sarò un suo allievo lui non me lo permetterà. Vorrei che quello che c’è stato oggi tra di noi diventasse la normalità e fare l’amore con lui una quotidianità, proprio come lo è per te e per Steven-. Mi guardò con dolcezza come se si fosse trasformato nel padre che non ho mai avuto, se non avessi saputo che gli avrebbe dato fastidio lo avrei abbracciato e mi sarei fatto consolare in tutti i modi possibili ero emotivamente instabile in quel momento e mi sarei fatto bastare anche All, ma volevo troppo bene sia a lui che a Steven per fare una bastardata simile.
- Devi avere pazienza Vanny. Ti rendi conto quale miracolo hai fatto se Cort si è lasciato andare a tal punto da… farti cosa?- Mi guardò curioso e un po’ preoccupato per quello che avevo fatto. Anche se mi ha sempre appoggiato non è mai stato molto convinto della mia scelta, tutt’ora mi dice che posso avere di meglio di uno come Cort ma non credo che lo pensi veramente alla fin fine.
- Beh diciamo che finalmente anch’io so quali sono le gioie dell’orgasmo…-
- Vedrai che cederà, non c’è bisogno che lo affronti…-
- Non voglio più aspettare, voglio passare la mia vita con lui e voglio iniziare a farlo il prima possibile…-
- E se ti esilieranno?- Ad essere sinceri quando lo sfidai non mi passò per la mente che potessi essere esiliato, la mia vita era diventata totalmente inutile senza di lui da non farmi neppure pensare a questa possibile ipotesi, volevo lui punto e basta.
- Non succederà, difficilmente esiliano i nobili, sarò degradato a servo…- Omisi che diventare servo per un nobile puro come me era uno smacco ben più grande dell’esilio, infatti molti nobili scelgono il suicidio o l’esilio volontario piuttosto che passare alla servitù. Io probabilmente avrei scelto il suicidio.
- Sei davvero pronto a rinunciare al tuo titolo e ai tuoi privilegi?-
- Farei di tutto per riuscire a stare con Cort… Tu faresti di tutto per continuare a stare con Steven no? Beh per me è lo stesso, dovresti saperlo ne abbiamo già parlato-.
- Andiamo in camera mia non voglio scoprire qual è il limite della mia influenza sui servi e sulle guardie reali sarebbe un colpo troppo duro per il mio orgoglio…- Lo ringraziai mentalmente per non volermi lasciare solo in quel momento e lo seguii.
- E’ dura la vita da mantenuto e protetto del futuro Re eh?-
- Non sai quanto!-
- Ehi appena viene Steven io me ne vado non ho intenzione di farvi la serenata mentre scopate alle mie spalle…- Misi subito le carte in tavola, non avevo proprio voglia di una lezione sul sesso dal vivo in quel momento e per quanto negassero entrambi ogni volta che suonavo il piano in loro compagnia stranamente gli veniva la voglia irrefrenabile di saltarsi addosso.
- Quando mai l’abbiamo fatto?-
- Ogni volta che avete avuto l’occasione di farlo-.
- Hai ragione ma è molto meglio farlo con il sottofondo della tua musica…-
- Smettila di farti brillare gli occhi non ho nessunissima intenzione di rifarlo…- E mai l’ho fatto volontariamente me li sono sempre ritrovati dietro di me avvinghiati a fare sesso con me nella stessa stanza. E’ praticamente grazie a loro che ho capito qualcosina sul sesso.
- Ma se la prima volta neanche te ne sei accorto!-
- E’ vero ma poi quando mi sono girato sono rimasto scioccato da quello che ho visto! Siete indecenti e senza pudore a fare sesso con me nella stessa stanza!-
- Ma grazie a noi ti sei fatto un’idea di quello che vuoi che Cort ti faccia o sbaglio?- Avevo un’idea di quello che volevo già molto tempo prima delle loro dimostrazioni ma non volevo pensare a lui anche se era inevitabile che ci pensassi ogni stramaledetto secondo.
- Non parlarmi di Cort…-
- Vanny hai decisamente bisogno di fare del buon sano sesso, sei troppo teso…-
- Allora perché non provi a convincerlo tu? Comunque davvero non voglio parlare di lui-.
- Io stavo parlando di sesso mica di Cort-. Lo guardai come se stessi parlando con un bambino particolarmente ottuso che non sapeva fare la somma di due più due.
- Per me sono la stessa cosa, come lo è per te Steven-.
- Si ma io ho dei buoni motivi per riuscire a farlo solo con lui, tu sei libero di farti chiunque sei decisamente avvantaggiato…- Non avevamo mai parlato direttamente delle violenze da lui subite, io tutto quello che sapevo me l’aveva detto Steven e da quella volta non mi ero mai azzardato ad aprire il discorso con lui e non volevo neanche farlo. Faceva male a me pensare quello che gli era stato fatto figurarsi a lui ma quella volta fu All stesso a parlarne e così colsi l’occasione per cercare di capire cosa provasse ancora.
- Stai dicendo che se non avessi subito quello che hai subito ora non staresti con Steven?-
- Probabilmente ci starei comunque ma forse non prima di essere stato con qualcun altro, magari con una donna, avrei avuto anche la possibilità di tradire Steven. Invece ora non ho altro che lui, senza di lui io sarei morto…- Si era adombrato tanto da farmi preoccupare, mi chiesi se stesse pensando ai “particolari” della sua infanzia o fosse semplicemente amareggiato per quello che era diventato per i fatti successi a quei tempi.
- Non ne sembri felice…-
- Non lo sono perché so che sarò destinato a soffrire per poter stare con lui. Ora suona cerca di mettermi di buon umore-. Cominciai a suonare per nulla rincuorato ma feci del mio meglio per trasmettere un po’ di allegria nella mia musica fallendo miseramente. Smisi di suonare ricordandomi che All doveva essere ancora ferito visto che lo era ancora Cort… maledetto Cort sempre tra i miei pensieri!
- Ehi ma tu non saresti dovuto stare a letto? So che Steven ti ha proibito di fare qualsiasi sforzo…-
- Vedi Steven da qualche parte?-
- No-
- Appunto. Non ce la facevo più a starmene chiuso in questa stanza e poi Steven non rimaneva neanche a farmi compagnia-.
- Ehi allora avete messo un record!- Lo dissi con tutta la spontaneità possibile solo quando si è genuinamente sorpresi. All e Steven non sembravano umani ma dei conigli che scopavano ovunque comunque e in continuazione. Mi chiese che diavolo di resistenza potesse avere Steven per farlo così tante volte, io mi sentivo già arrossato e irritato per un semplice dito per non parlare della spossatezza che l’orgasmo mi aveva lasciato! Solo col tempo compresi che grazie alla pratica tutto è possibile… anche battere il loro record.
- Quale?-
- Non lo avete fatto per tre giorni!-
- Veramente lo abbiamo fatto la sera stessa che ho vinto la sfida, a differenza di Cort non ho nessuno squarcio che mi impedisce di muovermi, ne ho uno sulla coscia ma vista la posizione assunta non ci ha disturbato e neanche le costole rotte mi hanno dato fastidio…- Devo ammettere che battere due così non è stato affatto semplice… anche se poi anche io e Cort ci eravamo dati da fare quando ancora sullo stomaco di lui c’era uno squarcio grosso come un pugno che si apriva al minimo contatto. Erano cose su cui andare fieri a quei tempi…
- Ma che posizione è?-
- Quando viene Steven te la mostro e magari tu ci suoni qualcosa…-
- Non mi freghi-.
- Tanto non ci servono mica stimoli esterni. Il piano è tutto tuo io mi vado a dare una ripulita prima che ritorni Steven e si accorga che gli ho disobbedito, mi raccomando tu non dirgli nulla eh? Io sono sempre stato qui se te lo chiede-.
- Non mento al mio migliore amico!-
- Pensavo di essere io il tuo migliore amico!-
- Io me la filo così risolvo il problema!-
- Ma no dai rimani a suonare, così mi fai pure compagnia…- Appena andò in bagno io optai per la scelta più saggia ovvero squagliarmela, non ero bravo a mentire e mentire a Steven equivaleva a suicidarsi aveva lo stesso intuito di Cort per le balle e non volevo esserci nel momento in cui avesse scoperto che Steven se ne era andato in giro per il Regno quando gli era stato severamente vietato… e non volevo esserci neanche nel momento in cui avrebbero fatto pace. Chiacchierare con All mi aveva comunque calmato, faceva questo effetto a tutti forse per la forza attrattiva che emanava e indossava sempre la maschera del ragazzo allegro e spensierato che ti faceva dimenticare sia i tuoi che i suoi problemi. Nei giorni successivi studiai un piano per prendere Cort di sorpresa e costringerlo ad accettare la mia sfida, lo avrei sfidato in pubblico in modo da metterlo alle strette. Conoscevo il regolamento, lui non poteva rifiutare una sfida regolare e la mia lo era. Dovetti solo aspettare che si rimettesse in piedi e che riprendesse le lezioni, non so se in quei dieci giorni di guarigione fosse uscito ma io non lo incontrai mai. Mi capitò di vederlo solo il giorno in cui tornò a fare lezione ed ebbi la fortuna di vederlo insieme a chiacchiere con Steven e All e sicuro del loro appoggio mi feci avanti… mai mi sentii più uomo di quel momento.
- Cort!- Sputai il suo nome con tutta la determinazione possibile e con il tono più alto che avevo tanto che tutti e tre sobbalzarono per la sorpresa. Cort fece finta di non vedermi come se fossi solo un moscerino, sapeva benissimo perchè ero lì e ancora non mi voleva prendere sul serio.
- Chi è quel pazzo che osa rompermi le palle nel mio unico momento di pausa?-
- Io- Gli andai più vicino per rendergli impossibile non vedermi ma lui abbassò lo sguardo evitandomi di guardare negli occhi e impedendomi così di sfidarlo. In genere si sfida il Maestro guardandolo dritto negli occhi per dimostrargli che non si ha né dubbi e né paura.
- Sparisci non fartelo ripetere-.
- No ti sfido!-
- Hmm? Hai sentito qualcosa Sunny?- Guardai All per pregarlo di aiutarmi ma quella volta mi tradì abbassando anch’egli lo sguardo.
- No-.
- E tu Steven?- Non lo guardai nemmeno, sicuro che fosse d’accordo con gli altri due ormai mi ero rassegnato a far valere le mie ragioni con la forza ma mi stupì…
-…-
- Allora?-
- Devi accettare la sua richiesta è un suo diritto-.
- Non ha nessuna possibilità contro di me…- Era un dato di fatto ma non una ragione abbastanza valida da farmi desistere lo sapevamo tutti.
- Lo sa anche lui, non gli è mai importato diventare pistolero, se perderà ci penserò io ad evitargli il destino peggiore-.
- Vanny vieni con me!- Cort mi strattonò un braccio cercando di farmi allontanare da lì ma io puntai i piedi frenando così entrambi.
- Accetti?- Invece di rispondermi mi strattonò ancora più forte facendomi male e costringendomi con la forza a seguirlo. Mi portò a casa sua il luogo in cui non avrei mai più dovuto mettere piede, almeno nei piani di Cort sarebbe dovuto essere così.
- Se ti dicessi che non cambierebbe niente neanche se tu riuscissi a battermi?-
- Lo crederò solo vedendolo con i miei occhi e anche se fosse non voglio più essere tuo allievo. Se non posso stare con te non voglio averti davanti tutti i giorni… io vorrei provare a cambiare tutto, voglio che tu ami soltanto me che stia soltanto con me-.
- Non riuscirò a farti cambiare idea vero?- Mi guardò perplesso sapendo già di aver perso in partenza, fui fiero di me per quello sguardo perché era come se Cort ammettesse di trovarsi davanti un uomo risoluto e non un ragazzino cocciuto e capriccioso.
- No ma ti ringrazio comunque, dimostri che dopotutto ci tieni a me-.
- Certo che ci tengo principessa-. Si intorcinò una mia ciocca di capelli tra le dita non sapendo quanto oltre poteva e voleva andare. Cominciare con i capelli era sensuale e innocente per lui, qualcosa di neutro. Così fui costretto ad essere ancora io quello che faceva il passo decisivo ma forse ero io quello che voleva di più che succedesse qualcosa tra noi due…
- Posso chiederti una cosa?-
- Cosa?-
- Stiamo insieme oggi?- Fu sorpreso e sollevato al tempo stesso della mia proposta, fu una nuova prova di quanto mi desiderava e di quanto si tratteneva perché era il mio Maestro. Lo avrei sfidato anche se ne andasse della mia vita…
- Ehi che stai cercando di sedurmi per farmi essere docile il giorno della sfida?-
- Beh provarci non costa nulla-.
- Se mi sfidi devi essere pronto ad accettare tutte le condizioni non devi fare niente per corrompermi non è un comportamento degno di un pistolero-. Mi piaceva l’idea di corromperlo con il mio corpo con il desiderio che aveva di me ma non era quello il mio obiettivo io bramavo di farlo impazzire e farlo finalmente cedere…
- Non voglio corromperti voglio solo stare con te-.
- Dicevo sul serio quando ho detto che non ti assicuro nulla una volta che non sarai più mio allievo…- Sapevo che non era vero probabilmente una volta liberato dal suo ruolo non si sarebbe più frenato, magari non mi avrebbe mai amato ma non si sarebbe più fermato alle carezze o ai baci se gliene avessi dato occasione probabilmente sarebbe andato fino in fondo. Mi chiesi se a quel punto io gliel’avrei permesso lo stesso…
- Lo so-.
- Bene allora immagino che potremo stare insieme fino alla mia prossima lezione, ti va bene?- Fece un sorriso un po’ insicuro e quasi non lo riconobbi più, ma che effetto gli facevo? Comunque ne ero più che contento…
- Meglio di niente, posso abbracciarti ora?-
- Vieni qui-. Allargò le sue grosse braccia e io sprofondai subito nel suo petto come se mi stessi tuffando nel seno prosperoso di una donna invece che in grossi e duri pettorali da uomo. Mi accoccolai strofinando la guancia sul suo cuore, quanto mi era mancato sentire il suo battito…
- Andiamo a letto?- Ma mi era mancato anche tutto il resto!
- Ehi quanto corri principessa! Non è che hai fatto qualche esperienza di troppo in questo periodo che non ci siamo visti?- Non mi ero neanche mai sfiorato da solo. Ora che l’avevo così vicino sentivo tutto il mio corpo tendersi verso di lui e avevo imparato presto a dare ascolto al mio corpo quando mi urlava così forte i suoi desideri.
- No ma visto che il tempo che abbiamo a nostra disposizione è poco non voglio sprecarlo per colpa della mia vergogna o della mia timidezza, voglio risentire il tuo corpo sopra al mio ancora una volta e poi vorrei…- Sognare ad occhi aperti cosa volevo da lui era una cosa dirlo a voce alta era un’altra. Mi sentivo stranamente pudico in quel momento in fondo quante volte gliel’avevo chiesto di fare l’amore con me? Un milione? E poi cosa c’era di così imbarazzante a volere le stesse cose dell’ultima volta? Il fatto era che ero follemente innamorato della persona che mi trovavo davanti e questo non mi aiutava, lui non mi aiutava. Il suo corpo premuto al mio e la sua lingua sul mio collo mi aiutava solo a balbettare di più. Gan quanto lo volevo!
- Cosa?-
- Vorrei…- Spennellata della lingua sul mio collo con successivo morso.
- Hmm?-
- Lo sai…- Un’altra e poi due mani curiose che si infilarono sotto i miei vestiti.
- L’ultima volta eri molto più esplicito nelle tue richieste-.
- Voglio che mi rifai le stesse cose di quel giorno-. Farfugliai a bassa voce mentre mi godevo le sue attenzioni sul mio corpo; anche senza dirlo chiaramente sembrava che le mani di Cort avessero intrapreso già da subito la giusta direzione.
- Si può fare…-
- Ma vorrei anche…- Riuscii solo a borbottare queste poche parole perché le dita di Cort già avevano cominciato a farmi impazzire pericolosamente vicine alla mia fessura.
- Deciditi, l’hai detto tu che non abbiamo tanto tempo-. Dichiarai finalmente sicuro di me stesso e per nulla imbarazzato ciò che volevo…
- Vorrei fare l’amore con te-.
- …- Non credevo che fosse un buon segno il suo silenzio quindi già mi stavo preparando al peggio magari ad essere cacciato dalla sua casa lontano dal suo corpo.
- Allora?-
- Ho appena scoperto di avere una voglia incredibile di farlo ora, ed è strano come lo avessi tenuto nascosto anche a me stesso-. Lo guardai sbalordito come se venisse da un altro pianeta e non fosse il Cort che conoscevo. Cort aveva sempre ammesso di aver voglia di farsi una scopata con me ma mai di fare l’amore quindi non c’è da stupirsi se mi sentivo al settimo cielo…
- Lo farai allora?-
- Vorrei davvero ma non me lo posso permettere. Se lo facessi non riuscirei più a battermi con te, neanche per finta. Dopotutto non sono una macchina come tutti pensano-.
- Mi dispiace di avertelo chiesto, sono stato superficiale-.
- Shh… sta zitto, mi ha fatto piacere sentirtelo chiedere, ora sdraiati non avrai di che lamentarti comunque-. Mi baciò spingendomi allo stesso tempo verso il letto, quando crollai lui si appoggiò con tutta la delicatezza possibile premendosi a me e mi accorsi che era già terribilmente eccitato come lo ero io, sarebbe stato il momento ideale per fare l’amore ma purtroppo non cogliemmo l’attimo e quello fuggì via lasciandoci solo rimpianti.
- Non ho da lamentarmi neanche adesso e non stiamo facendo niente-. Proprio niente no, ci stavamo spogliando come se avessimo un’allergia grave ai vestiti…
- Non so bene cosa provo per te ma una cosa è sicura ti adoro principessa-.
- Io dico che mi ami-. Gli allacciai le gambe alla vita e premetti le labbra contro le sue per impedirgli di replicare… e funzionò visto che se ne dimenticò del tutto troppo preso da me. Ci eravamo appena sdraiati e già tutti e due eravamo eccitati in un modo a dir poco imbarazzante.
- Sei magnifico, troppo bello per stare qui con me su questo letto...- Mi guardò di nuovo in adorazione come se lui fosse un mostro in confronto a me e io non volevo far altro che togliergli dalla mente quel pensiero con tutto il mio amore.
- Sei ancora intoccabile o stavolta posso azzardarmi a darti piacere?- Misi la mia mano sulla sua erezione per accarezzargliela per poi fermarmi e ricominciare finché non fu Cort stesso a bloccare il mio tocco.
- Principessa pensavo di averti insegnato come si fa…- Me lo disse non con tono contrariato ma solo con frustrazione ed era proprio come lo volevo io.
- Credo di essere ancora inesperto, forse mi servirebbe un’altra lezione…-
- Sei astuto ragazzino…- Comiciò ad accarezzarmi anche lui con la scusa di insegnarmi e vista la mia poca resistenza e il mio miagolio con l'altra mano cominciò a farsi la strada dentro di me.Tra le onde del piacere il dolore era quasi soffocato ma mi ci volle comunque del tempo per riabituarmi a quella presenza estranea dentro il mio corpo. Quando arrivai al limite dell'orgasmo, a causa della lezione di masturbazione che la mano di Cort mi stava facendo, mi ero abituato a tal punto che scariche di piacere mi provenivano tra le natiche incendiandomi tutto il basso ventre dai lombi in giù. Desideravo di più e sapendo che non avrebbe mai fatto l'amore con me optai per impulso per un paliativo.
- Cort...-
- Hmm?-
- Ne voglio un altro...-
- Stai scherzando? Sei così stretto che a malapena l'indice riesce ad entrare...-
- Fallo-.
- Scordatelo ti farei troppo male-.
- Se mi farai male lo leverai... ti prego...- Sapevo che avrebbe ceduto, dal momento che aveva ammesso di voler fare l'amore con me ero sicuro che non mi avrebbe negato nulla se non il sesso stesso. Infatti con il dito che volevo cominciò ad accarezzarmi la parte interessata in modo pigro come se lì ci stesse per caso per non farmi irrgidire troppo per l'aspettativa.
- Sei così fottutamente stretto Vanny, solo Gan sa dove vorrei sentirti così stretto…-
- Credo di potermelo immaginare… come mi prenderesti Cort?-
- Ti scoperei a morte… ti metterei a quattro zampe ti allargherei le gambe e con il sedere all’in su te lo ficcherei tutto dentro… voglio vedere se riusciresti a rimanere così stretto dopo un trattamento del genere… scopato a morte principessa-. Mentre mi attizzava la fantasia con le parole, con il dito già dentro di me e con quello che attendeva pazientemente di entrare cercava di rilassarmi e di allargarmi eccitandomi e massaggiandomi l'orifizio. Appena gli sembrò che fossi pronto a riceverlo mi spinse dentro il secondo dito con il risultato che mai avevo provato un dolore tanto grande nonostane tutte le botte e le torture subite. Strinsi i denti, mi morsi le guance come avevo imparato durante tutti gli anni di addestramento e riuscii a non urlare, ma l'irrigidimento del corpo era evidente e Cort se ne accorse subito fermandosi a malapena alla prima falange. Appoggiai la testa al suo petto cercando di recuperare il respiro e di respingere il dolore attraverso la concentrazione ma non servì a nulla, mi sentivo spaccato, quasi mi maledii per avergli chiesto quell'ulteriore intrusione quando già un suo dito grosso com'era era più che sufficiente per farmi godere a pieno. Cort nel frattempo mi baciava la testa preoccupato per me così come sempre mi dimenticai di me stesso e pensai solo a lui e al suo piacere che era anche il mio...
- Perché ti sei fermato?-
- Non hai bisogno di fingere Vanny, te l'avevo detto che ti avrei fatto male... lo tolgo...- Appena sentii che si stava levando lo fermai con la mia mano per impedirglielo nonostante il dolore non volevo che si levasse ero convnto che mi sarei abituato se solo mi avesse dato il tempo di farlo.
- No! Perchè non mi accarezzi? Magari così riesco a distrarmi...- Fece come volevo e anche se il dolore era ancora tanto piano piano mi lasciai cattuare dal piacere che la sua mano mi stava dando annebbiandomi la mente e quindi anestetizzando l'intero corpo.
- Va meglio?-
- Come non potrebbe con le mani magiche che ti ritrovi?- Stavo sull'orlo dell'orgasmo ma Cort mi vietava di venire con il suo tocco esperto, mi chiesi chissà quante seghe si era fatto per riuscire a masturbare così bene una persona senza perdere mai il controllo...
- Sono talmente magiche che non ti sei nemmeno accorto che ti sono entrato più dentro...- Mi faceva un male cane ma era vero che non mi ero accorto che era entrato anche con la seconda falange, il dolore era uguale a prima. Lo baciai e mi dedicai solo a lui perché quando lo facevo in genere riuscivo sempre a dimenticarmi di me stesso e un pò successe anche quella volta. Ma io non ero bravo come lui quindi rischiai di farlo venire se non ci fosse stato lui a fermarmi e quando lo fece mi accorsi che ormai le due dita dentro di me erano alla stessa profondità e avevano smesso di causarmi quel dolore assurdo e insopportabile.
- Cort...-
- Ce l'abbiamo fatta principessa, come va?-
- Incredibilmente bene... premi di più...- Quando lo fece una nuova scarica di piacere spazzò via il dolore facendomi mugolare e ansimare e di certo Cort non se lo lasciò sfuggire, riprese a masturbarmi per distrarmi dai movimenti delle dita interne al mio corpo che cominciavano timide a fare su e giù. Il dolore tornò a farsi sentire prepotentemente ma stavolta quando mi morsi le guance per non gridare Cort non si fermò ma continuò con il movimento dentro e fuori finché il mio corpo non si abituò alla sua intrusione. Aveva scelto la stessa tattica della prima volta e devo dire che i risultati furono gli stessi se non migliori. Stavo godendo a tal punto che mi ero scordato della persona che mi stava dando tutto quello e in un momento di lucidità mi ricordai di Cort e del mio desiderio di volergli dare il piacere così lo accarezzai come lui stava facendo con me. Alla fine mi abbandonai per primo all'orgasmo senza riuscire a farlo venire come mi ero ripromesso ma Cort rimediò alla mia inesperienza continuando ad accarezzarsi da solo con la sua mano sopra la mia fingendo che lo stessi masturbando ancora io. Quando venne crollò su di me e mi baciò con le ultime energie rimaste ma prima di riposarsi si tirò fuori ben sapendo che presto quell'intrusione mi sarebbe diventata dolorosa di nuovo. Protestai quel poco che il corpo mi permetteva ma fu evidente il solllievo che provai quando si levò, senza più eccitazione in corpo era maledettamente difficile trovare piacevole due dita di quelle dimensioni ficcate nel mio sedere, anche se appena le ritirò una sensazione spiacevole di perdita mi fece pungere di lacrime gli occhi. Cort ovviamente si riprese prima di me e cominciò a baciarmi tutto il volto dandomi anche qualche leccatina come se stesse asseggiando me e il piacere di cui era ancora pregno il mio corpo.
- Vanny rinuncia a sfidarmi…- Non mi ero ancora ripreso dall’orgasmo e mi trovavo in uno stato comatoso quindi non riuscii a dire altro che una sillaba…
- No…-
- Principessa rinuncia e farò l’amore con te per una settimana intera-. Avevo aspettato tutta la vita per ricevere una simile offerta da lui e ora che l’avevo ottenuta ero costretto a rifiutarla.
- Sono tentato ma non cambio idea-.
- Allora per amore di tuo padre smettila di strusciarti su di me…- No me ne ero neanche accorto… ma non per questo smisi.
- Non ho mai conosciuto mio padre Cort quindi credo proprio che continuerò…-
- Io l’ho conosciuto e se sapevo che avrebbe concepito te mi sarei impegnato di più per batterlo, magari se non fosse diventato pistolero tu non saresti mai nato e non mi staresti dannando l’anima ora-. A quel punto mi bloccai, non sapevo niente di mio padre non avevo mai chiesto niente di lui a mia madre per paura di turbarla ancora di più, venire a sapere che Cort lo conosceva mi fece mancare il respiro. Mi era sempre mancato non avere un padre e mi vergognavo di non sapere nulla sul suo conto.
- Non sapevo che fosse stato un tuo allievo…-
- Gli ho fatto solo l’esame finale, il maestro precedente ha lasciato il posto pochi giorni prima della sfida-.
- Com’era mio padre?- Non riuscii a trattenermi ormai il mio desiderio di Cort era dimenticato, lui stesso era come se non fosse più presente nei miei pensieri, c’era solo mio padre.
- Ti posso dire che fisicamente non ti somigliava per niente-.
- Hmmm…- Era un po’ poco, mi ero aspettato una bella descrizione dettagliata sia fisica che caratteriale, che non mi assomigliava lo sapevo da me visto che ero la versione maschile di mia madre…
- Deluso?- Mi accarezzò i capelli con dolcezza e con il pollice dell’altra mano me lo passò sulle labbra per levarmi il cipiglio che la mia faccia aveva preso.
- Un po’, mia madre non mi ha mai voluto parlare di lui-.
- Non ti so dire niente di lui ma ti posso far vedere la sua firma sul mio corpo-.
- Ti ha lasciato una cicatrice? Dove?-
- Sulla schiena, sopra il rene. Mi ha quasi ammazzato-. Non potevo credere che ci fosse un segno di mio padre sul corpo di Cort. L’uomo che amavo portava in sé l’unico ricordo di mio padre. Adoro accarezzare e baciare quella cicatrice, così feci quel giorno così ho fatto e farò in futuro. E’ la mia seconda cicatrice preferita…
- Ti ha fatto male?- Lo squarcio era lungo e profondo ma liscio come tutte le altre cicatrici di Cort. Tutta roba vecchia come avrebbe detto lui…
- Beh se pensi che in due incontri mi hanno sfregiato metà faccia e spappolato un rene, devo ammettere che non è stato affatto piacevole-.
- Avevi paura Cort?-
- Cazzo sì, ero terrorizzato, lo sono stato per anni e ogni volta che mi sfregiavano la paura aumentava sempre di più-. Era un ragazzo quando è diventato Maestro, troppo giovane per quel ruolo eppure è sempre stato impeccabile, non mi sconvolse sapere del suo terrore perché anche se preparato fisicamente non poteva ancora esserlo emotivamente e ovviamente non sapeva quello che lo aspettava. Mi chiesi dov’era finito il vecchio Maestro e perché non aveva insegnato il Mestiere al suo successore prima di ritirarsi.
- Quanti anni aveva quando si è ritirato il vecchio Maestro?-
- Quaranta-.
- Era ancora giovane…- Provai rabbia per quell’imbecille per aver mandato al macello Cort quando era ancora evidentemente inesperto ed aveva bisogno di una guida.
- Già-.
- Perché si è ritirato? Lo sai?-
- Lo so, ma non mi va di parlarne-. Si adombrò all’improvviso come se avesse appena visto un fantasma e un brivido gli attraversò la schiena. Ero curioso come un gatto ma lasciai correre, non volevo vederlo stare male.
- Come vuoi… hai ancora paura?-
- Sarei più contento se affrontassi più spesso schiappe come te, comunque no ora non me ne frega niente di quello che mi può succedere-. Lo guardai come se avesse detto un’eresia e per me lo era davvero, non c’era niente di più importante di lui al mondo.
- Perché?-
- Mi piace combattere e non ho niente da perdere tutto quello che poteva essere devastato in me è già stato distrutto, e poi non ho nessun motivo per aver paura di morire, non ho niente per cui vivere se non il mio lavoro-. Lo abbracciai di slancio per fargli capire che non doveva sentirsi solo, c’ero io che lo desideravo e che volevo che tornasse sempre da me. La sua solitudine era quasi tangibile ma io lo ero ancora di più.
- Hai me, potresti voler bene al tuo corpo per il fatto che lo amo io, ti trovo bellissimo Cort più adesso che in quella foto che tieni nascosta nel cassetto, vorrei baciare ogni tua cicatrice, le amo tutte-. Gli baciai quella sul volto e una delle tante che aveva sul petto mentre con una mano gli accarezzai quella che gli aveva fatto mio padre. Erano tutte mie.
- Tu fai veramente sul serio vero principessa?-
- Non sono mai stato capace di mentire lo sai-.
- Sei troppo innocente per poterlo fare-. Non ero capace di mentire ma ero capace di fare qualsiasi altra cosa pur di vederlo felice e pur di farlo mio. Forse il mio sguardo era fin troppo serio visto che Cort non si trattenne più e scoppiò a ridere.
- Perché stai ridendo?-
- Stavo pensando a quanto è assurda tutta la situazione. Quando avevo diciotto anni ho fatto diventare pistolero un ragazzino e ora a distanza di quindici anni mi sto quasi scopando suo figlio. Mi fa sentire un po’ perverso-. A questo punto scoppiai a ridere io, perché effettivamente era un pervertito e perché era davvero una situazione insolita.
- Non sei esattamente un uomo per bene-.
- Non voglio neanche esserlo principessa-. Mi accarezzò il sedere ricordandomi che cosa avevano fatto quelle mani solo pochi minuti prima e cosa mi avevano provocato. Anche senza quella carezza intima non avrei mai potuto dimenticarlo… ero ancora indolenzito, euforico e nuovamente eccitato…
- Anche il tono che usi quando dici principessa è perverso-. Gli leccai le labbra per provocarlo e lui ovviamente non si tirò indietro.
- Non potrebbe essere altrimenti-. Mi catturò la lingua nella bocca e non mi lascio più andare finchè non rimanemmo senza fiato. Il bacio più perverso mai ricevuto da lui…
- Allora ti piace essere perverso-. Gli accarezzai l’inguine sopra la stoffa delle mutande poi infilai la mano dentro per sentirne meglio la dura consistenza e la sua enormità. Era confortante sapere che tutto ciò sarebbe stato mio, anche se purtroppo per ora si rifiutava di rimanere totalmente nudo.
- Mi piace essere perverso davanti a tanta innocenza, sei tu che mi ispiri-.Solo lui mi poteva definire innocente mentre gli stavo facendo una sega e dopo avergli permesso l'accesso completo al mio corpo.
- Non mi sento tanto innocente in questo momento…-
- Lo sei eccome, per questo sei una principessa riesci a mantenere la tua purezza in qualsiasi situazione, anche adesso che mi stai toccando sperando che io perda il controllo e mordendoti le labbra per il desiderio che hai di fare l’amore con me riesci comunque ad emanare un alone di purezza che mi fa venire voglia di rubartelo e strappartelo a forza-.
- Però ancora non fai niente…-
- Tu rinuncia a sfidarmi e farò in modo che almeno il tuo corpo perda ogni traccia di innocenza-. Affondò nuovamente un dito dentro di me, ero contento di sapere che riuscivo a contenere un suo dito senza sentirmi spaccato in due come le volte precedenti, ero contento di poterne godere gli effetti senza sentire più alcun dolore o fastidio, era solo piacere puro che rischiava di farmi perdere nuovamente il controllo...
- Posso aspettare di averti sconfitto-.
- Sogna pure ragazzino-. Sfilò il dito dal mio corpo con uno schiocco che mi fece arrossire come se mi avesse detto delle perversità all'orecchio. Per cercare di riprendermi tornai sull'argomento più neutro possibile e che raffreddava i miei bollenti spiriti, mio padre.
- Cort con quale arma ti ha sfidato mio padre?-
- Non lo hai capito dalla cicatrice? Sei un vero disastro… una mazza chiodata. Non ci pensare a sfidarmi con quella è troppo pesante per te, hai il corpo troppo esile e poco muscoloso per poterla maneggiare bene. E poi se tuo padre ci avesse provato ora l’avrei massacrato senza neanche dargli la possibilità di avvicinarsi. E’ un attrezzo troppo lento per riuscirmi a colpire-.
- Non riuscirebbero a colpire nemmeno me con un attrezzo del genere-.
- Io non ci giurerei…- Mi accarezzò con dolcezza per non farmi troppo pesare il mio status quo di schiappa di Gilead.
- Hai una bassa opinione di me a quanto vedo…-
- Hai altre qualità principessa e sono molto più belle di quelle di un pistolero-. Sapevo che non intendeva le mie qualità fisiche ma questo non gli vietò di palparmi e di baciarmi ad occhi aperti per godersi la mia faccia in piena estasi.
- Almeno apprezzi-.
- Non sai quanto… ma non cercare di distrarmi, non dirmi che non hai ancora idea di quale arma usare?-
- Lo so eccome-. Misi su il broncio perchè fare l'offeso mi sembrava l'unico modo per non farmi scoprire. Io l'avevo sfidato d'impulso senza pensare né alle conseguenze né ad un piano per poterlo battere. Tanto per quante possibilità avevo di batterlo mi potevo battere anche a mani nude.
- Non mentire principessa, ogni volta che dici una bugia storci un po’ il naso-.
- Va bene sono indeciso-.
- Certo sei una schiappa con tutte le armi-.
- Che cosa mi consigli?-
- Stai scherzando vero? Dovrei espellerti solo per avermelo chiesto-. Mi pizzicò l'orifizio come per punizione ma poi affondò di nuovo in me per farsi perdonare, sapeva quanto mi piaceva averlo dentro di me e già stavo provando nostaglia per il secondo dito nonostante tutto il dolore che mi aveva provocato.
- Mi avresti dovuto espellere anche quando ti sono saltato addosso ma non l’hai fatto-.
- Avrei dovuto… ti posso dire quelle che non devi neanche considerare: il bastone, è la mia arma preferita, la lancia è troppo lunga ti impiccerebbe soltanto, i pugnali per potermi colpire mi devi venire vicino e visto che non sei bravo nel combattimento corpo a corpo ti sono inutili. A queste non pensarci proprio-.
- Non è che mi rimane molto altro-. L'unica arma che mi rimaneva era sedurlo sul campo anche se sapevo che difficilmente da Maestro si sarebbe fatto coinvolgere più di tanto magari l'avrei fatto incattivire solo di più e mi avrebbe massacrato.
- Sì, rinunciare-.
- E’ escluso-. Lo baciai a timbro sorridendo per la sua preoccupazione e la sua ostinazione a proteggermi, mi fece sentire un cucciolo bisogno di cure.
- Allora alzati sono in ritardo, la mia lezione è cominciata da cinque minuti e questa è la prima volta che non sono puntuale-. Cercò di tirarmi su con lui ma io mi aggrappai al letto trattenendo così anche lui che si sdraiò nuovamente su di me dandomi l'occasione per strusciarmi e accoccolarmi di nuovo sul suo corpo.
- Io ti aspetto qui-.
- Scordalo principessa, non puoi rimanere qui per due motivi il primo è che seguirai le mie lezioni fino al giorno della sfida, cercherò di farti un corso intensivo su un’unica arma, il secondo è che se qualcuno sa che frequento un allievo potrei finire in guai seri-. Quando usò il verbo frequentare mi si aprì il cuore e non potei fare a meno di ridacchiare dentro di me mentre al di fuori feci l'offeso.
- E’ un mio diritto smettere di frequentare le lezioni per potermi allenare da solo-.
- Lo è ma è un mio diritto anche prenderti a calci nel sedere-.
- Il solito dittatore…-
- Alzati e vestiti-. Stavolta quando si alzò non feci resistenza e mi feci tirare su ma a differenza di quello che si aspettava mi misi a cavalcioni su di lui.
- Mi sei ancora dentro e già cominci a comportarti da maestro più stronzo che Gilead abbia mai avuto?-
- Te l’ho detto che la mia ora di lezione è cominciata-. Uscì dal mio corpo e mi spostò di peso di lato. Così ci alzammo entrambi io nudo, lui sempre in boxer evidentemente chiazzati dall'orgasmo avuto. Per la prima volta mi venne voglia di leccare quella stoffa bagnata e per reprimere il mio desidero mi girai dandogli le spalle. Lontano dagli occhi lontano dal cuore...
- Ai suoi ordini allora… ehi mi mancava solo che mi sculacciassi! Ora davvero mi hai picchiato in tutti i modi!- Cort approfittò subito della situazione dandomi due bei schiaffi sul sedere, e il ciaff che fecero si propagò per tutta la stanza, non ci era andato giù leggero ero sicuro che se mi fossi specchiato avrei visto l'impronta della sua mano su entrambi le natiche.
- Tu non mi mancare di rispetto e io non avrò bisogno di punirti, e soprattutto non andartene in giro nudo e non sentirò il bisogno impellente di palparti-. Mi girò ad abbracciarmi e a baciarmi e ovviamente non si lasciò scappare l'occasione di palparmi e massaggiarmi le parti schiaffeggiate.
- Sicuro di voler uscire da questa stanza Cort?- Si allontanò da me e si cambiò la biancheria mostrandomi la sua nudità che non mi permetteva mai di vedere nell'intimità. Il perchè poi era un mistero i boxer nascondevano l'unica porzione di pelle intatta, aveva un sedere perfetto e il davanti era più che perfetto era semplicemente magnifico. Per distrarmi dal suo spogliarello presi a rivestirmi molto lentamente per metterci tutto il tempo che serviva a Cort di rivestirsi a sua volta, non avrei resistito a vederlo nudo senza saltargli addosso.
- No ma usciremo lo stesso, mettiti a pensare a quale arma vuoi usare contro di me che quando arriviamo al lago me lo devi dire-. L'unica arma che mi veniva in mente in quel momento era il suo magnifico uccello lungo e grosso abbastanza da spaccarti in due, l'ultimo dei miei pensieri era la sfida, il primo era farmi spaccare in due da lui. Chiamatemi pure masochista.
- Al lago?-
- Ho lezione lì-.
- Immersione?-
- Già-. Se due più due più faceva ancora quattro e io ancora non ero rincoglionito del tutto questo voleva dire una cosa sola, Cort sarebbe stato tutto per me per il resto della giornata e poco importava se si trattava del Cort Maestro, mi sarebbe stato vicino per tutto il giorno per prepararmi al meglio alla sfida, mi mostrai sorpreso ma già sapevo quali erano i suoi piani...
- Allora starai con me-.
- Sì non è il tuo sogno avermi come maestro tutto per te?- Il mio sogno era averlo è basta poi il resto erano solo particolari...
- Veramente è il mio incubo-.
- Non pensare di poter fare quello che ti pare per quello che c’è stato tra noi, ti tratterò come qualsiasi mio allievo quindi se mi fai incazzare non ci andrò leggero, hai capito?- Mi aspettavo quel tipo di predica, si sentiva ancora così insicuro su quello che provava che doveva avere almeno un punto fermo nella sua vita, lui era il Maestro ed io ancora un suo allievo.
- Cort porto ancora i segni delle tue frustate, credi davvero che ti possa sottovalutare?-
- Niente stronzate allora altrimenti non avrai solo il segno delle frustate che ti ricorderanno di me-.
- Hai paura che ti possa saltare addosso davanti a tutti?- Sarebbe stato divertente ma non avevo nessuna voglia di sperimentare la vera furia di Cort su di me, non ho mai avuto istinti suicidi.
- Non hai capito non devi neanche guardarmi in modo diverso-.
- Questo sarà più difficile-. Io lo vedevo in maniera diverso, quindi mi sarebbe stato maledettamente difficile fare finta che nulla fosse successo tra noi.
- Vanny non scherzo, non posso perdere di credibilità-. Lo sapevo bene e se volevo che la cosa avesse un continuo avrei fatto bene a dargli retta non solo per la mia incolumità, se solo gli avessi dato il pretesto giusto Cort mi avrebbe sbattuto fuori dalla sua vita senza pensarci due volte. Era triste pensarci ma purtroppo era anche vero.
- Lo so scusa, sono pronto andiamo-.
- Perché cammini così?-
- Mi hai fatto un po’ male prima…-
- Quando?-
- Quando hai messo il secondo dito…- In effetti ora che ero tornato lucido e libero dall'eccitazione mi resi conto di tutti gli acciacchi che mi portavo dietro e quello occupava senz'altro il primo posto. Non potevo appoggiare il piede senza vedere le stelle, era una vera fortuna che Cort non aveva in mente una bella cavalcata quel pomeriggio...
- Te l’avevo detto che ti avrei fatto male, me lo potevi dire subito-.
- Non ti sei mai preoccupato quando mi picchiavi, ti fai problemi ora che l’ho voluto io?- Gli dissi un po’ scocciato ma ero più irritato con il mio corpo che con Cort.
- Hai ragione vai avanti, io ti raggiungo subito vado a prendere le armi che sceglierai per sfidarmi-.
- Credi di conoscermi così bene?-
- Conosco tutti i miei allievi, finora solo Sunny mi ha preso alla sprovvista, e sicuramente conosco te più di chiunque altro-. Mi guardò maliziosamente e io mi feci perdonare abbracciandolo in modo da offrirgli ogni parte del corpo che avesse voluto avere ma stranamente non se ne approfittò se non con una carezza ai capelli. Quasi pensai che si sentisse offeso se non avessi saputo che Cort è un grande menefreghista.
- Lo prendo per un complimento-. Proprio mentre mi stavo staccando mi baciò portando le mani ai due lati della mia faccia per comandare totalmente il bacio come voleva lui... e fece praticamente l'amore con la mia bocca...
- Lo è-. Uscimmo di casa mentre ero ancora mezzo intontito e un po’ dolorante ma incredibilmente felice. Strano ma vero mi pareva che anche per Cort fosse lo stesso e se era felice lui tutto passava in secondo piano anche il mio sedere che gridava vendetta... o forse stava gridando "ancora"? Non sono innocente, non sono una principessa, sono semplicemente e pazzamente innamorato del mio uomo, sono un pervertito cronico ma guai a chi lo dice a Cort eh?



Continua...