Ovviamente i personaggi sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me… Via con il sesto capitolo della saga infinita^^
 

 


Come divenni uomo

parte VI

di Mia


Come già detto non durò molto il distacco tra me e Cort ma quel periodo fu molto intenso, mi trovai privato sia del mio Uomo che del mio Maestro. A sbloccare la situazione ci pensò un fatto poco piacevole ma che cambiò definitivamente la mia vita, la sfida che gli allievi facevano al Maestro. E’ poco piacevole perchè ad ogni sfida Cort rischia la vita o come minimo una nuova cicatrice va aggiungersi al già gran numero presente sul suo corpo. Con il nuovo anno alcuni allievi del mio corso entrarono nell’età giusta per sfidarlo e solo pochi di questi ebbero il coraggio di farlo, gli unici furono Steven e All. Steven era quasi obbligato, visto il suo ruolo di futuro Re doveva rendersi disponibile al più presto per occupare il posto del padre in caso di bisogno. All invece lo sfidava solo perché non aveva più senso per lui rimanere in Accademia senza Steven. Io invece tremavo al solo pensiero di trovarmi davanti a Cort e combatterci contro, quindi mi tirai indietro. Steven passò l’esame abbastanza tranquillamente, riportò solo qualche livido. Cort lo aveva graziato vedendo che la sua tecnica di combattimento era molto buona risparmiandosi così anche di farsi male lui. La sua promozione a pistolero andò talmente liscia che il giorno dopo Cort poté battersi con All. Con lui le cose non andarono affatto lisce. All era il migliore del nostro corso e, presuntuoso come sempre, come arma per l’esame scelse il bastone, l’arma di Cort. Cort la prese come una sfida personale e l’incontro durò fino a quando nessuno dei due fu più in grado di rialzarsi in piedi, con un filo di voce Cort decretò la vittoria di All anche se in realtà il poveretto era rimasto del tutto privo di sensi dopo l’ultima botta presa. Nessuno negli ultimi anni era riuscito a ridurre in quel modo Cort quindi se l’era più che meritato il titolo di pistolero. Io non sapevo per chi mi dovevo preoccupare di più, li vedevo entrambi svenuti e sanguinanti ma alla fine scelsi di aiutare Steven a portare nella loro stanza All che aveva una gamba maciullata fino al ginocchio e da come respirava probabilmente aveva anche delle costole rotte. Prima di andarmene mi girai verso Cort svenuto a terra e gli vidi uno squarcio sullo stomaco grande quanto il pugno della mia mano poi venne in suo aiuto un uomo che lo aiutò ad alzarsi e portarlo di peso nella sua casa. Per un momento pensai che fosse morto… la mia vista si oscurò ma poi mi ripresi da solo dicendomi che niente e nessuno era in grado di fare fuori Cort e poi avevo visto cicatrici che riportavano in mente ferite peggiori sul suo corpo. Cort ha la capacità innata di far guarire velocemente il suo corpo anche dalle ferite più gravi forse l’esposizione al pericolo continuo lo ha aiutato in questo. Passarono cinque giorni senza che seppi niente, avevamo un sostituto indegno che quasi riuscivo a stendere io stesso e senza All e Steven le lezioni erano noiosissime. Il giorno dopo mi alzai con un solo pensiero in mente: andare da lui. Era successo altre volte di non vederlo per diversi giorni per via dei tempi di guarigione del suo corpo e quando era capitato ero contento di sfuggirgli e di avere qualche momento di pace; c’erano giorni in cui il suo atteggiamento nei miei confronti mi sembrava una vera persecuzione. Ma stavolta era diverso, l’avevo visto cadere a terra e non rialzarsi con i miei occhi, da allora non avevo più avuto sue notizie, nessuno riusciva mai a sapere le sue vere condizioni e la gravità della situazione dopo l’ultimo esame. Sapevo che era grave e che l’amavo queste erano le uniche cose che contavano, l’ipotesi probabile che Cort mi prendesse a calci nel sedere per essermi presentato a casa sua senza permesso non mi passò proprio per la mente. Prima di bussare alla sua porta ebbi un attimo di esitazione, mi ricordai dell’ultima volta che ero stato in quella casa: la sua stretta forte sul mio corpo e la sua bocca nella mia che mi divorava. Mi ripetei più volte che ero lì solo per vedere come stava poi me ne sarei andato… quindi bussai. Aspettai parecchio prima che venissi ad aprire tanto da farmi venire il dubbio che non ci fosse ma poi lo sentii borbottare qualche insulto e imprecazione. Quando mi si presentò davanti mi venne da ridere sembrava una mummia appena uscita dal sarcofago, le bende sull’addome gli si erano sciolte e gli penzolavano dietro come tante code mentre quella che gli fasciava la testa gli era calata sull’occhio. Era chiaro che aveva cercato di sistemarle con scarsissimo successo e anche se lievemente incazzato era comunque adorabile. Mi guardò sorpreso, credo che si aspettasse chiunque tranne me, cercai di sorridere ma mi fulminò con lo sguardo e scosse la testa facendomi capire che non sarei dovuto venire.
- Che ci fai qui?-
- Di certo non sono venuto per chiedermi se mi farai entrare oppure no…- Si spostò per farmi entrare stando ben attento a starmi il più lontano possibile. Non mi piaceva come si erano messe le cose tra noi, troppa freddezza e cautela.
- Non sei per niente ospitale Cort-.
- Non lo sono con le persone che sanno bene che mi devono stare lontane-.
- Volevo sapere come stavi…-
- Sono sopravvissuto a ferite peggiori-.
- Hai intenzione di trattarmi freddamente per tutta la mia visita?-
- Servirebbe a farti andare via?-
- No-.
- Allora non ti dispiacerà se mi sdraio, sento andare a spasso tutte le ossa se sto in piedi-.
- Certo, stavi cercando di rifarti le fasciature?-
- Da cosa lo hai capito?-
- Ti irrito così tanto Cort?-
- Scemo-.
- E’ un no?-
- E’ un no grande quanto Gilead-. Finalmente mi sorrise come faceva quando ero solo un ragazzino, mi scompigliò dolcemente i capelli e io godetti per quel gesto affettuoso inaspettato.
- Mi è mancato anche lei Maestro-. Lo abbracciai e fu come tornare a casa, pensare che ero stato io ad allontanarlo mi fece sentire estremamente stupido. Allontanarlo non serviva a farmi stare meglio peggiorava solo le cose…
- Che fai mi sfotti?- Probabilmente in quel momento si chiese se fossi impazzito del tutto, non aveva dimenticato chi era stato a volere il distacco, lo sentivo attraverso i suoi muscoli ancora irrigiditi, non aveva ancora recuperato la scioltezza e la spontaneità di un tempo.
- E rischiare di incorrere nelle sue ire? Non sono tanto scemo-. Gli feci velatamente capire che volevo dimenticare il passato e che volevo recuperare il rapporto che avevamo prima, non volevo più riaprire quel discorso sapevo di avergli fatto del male e di averne fatto a me e quindi speravo che anche Cort ci permettesse di voltare pagina ed andare avanti.
- Sai come sta Sunny?- La sua domanda la presi come una seconda possibilità che mi dava anche se sapevo che ora era come camminare su un campo minato con lui. Sarei dovuto stare molto attento altrimenti avrei potuto rovinare nuovamente tutto e saremmo tornati in meno di due secondi ad ignorarci a vicenda quando in realtà non avevamo voglia di fare altro che saltarci addosso o almeno io avevo quella voglia…
- Per sentito dire so che Steven non lo fa scendere dal letto neanche per pisciare anche se sta meglio-.
- E’ ovvio che con le cure amorevoli uno guarisce prima…- Borbottò come a sottolineare che non era affatto una questione fisica e che quindi Sunny non lo aveva battuto neanche in quello.
- Sai che potresti averle anche tu, ti basterebbe chiederle e diventeresti l’uomo più accoccolato dell’universo-. Glielo dissi maliziosamente per fargli capire che stavo scherzando fino ad un certo punto, in realtà ero serio. Avrei fatto di tutto e soddisfatto ogni sua richiesta se solo me l’avesse permesso.
- Ehi principessa che dici di spalmarmi un po’ di crema lenitiva? Mi mancano i tuoi massaggi-.
- Il solito sfruttatore… dove ce l’hai?-
- Sotto il tuo sedere, prima stavo cercando di mettermela da solo con risultati disastrosi-.
- Hai davvero bisogno di una moglie Cort, non sei più in grado di prenderti cura da solo-.
- Eh già, me ne trovi una tu?-
- Se impari a mantenere le tue promesse ne hai una a tua disposizione già da adesso-. Non mi rispose ma si limitò a stendersi a pancia in giù. Lasciai cadere il discorso non volevo tornare a litigare come l’ultima volta che eravamo stati insieme ma davvero io continuavo a pensare alla sua promessa che mi aveva fatto da bambino, dopotutto Cort era il mio principe azzurro, o meglio il mio lupo cattivo preferito. Gli levai delicatamente le bende scoprendo l’ecchimosi su tutta la sua schiena, non avevo mai visto un corpo più martoriato del suo e nonostante questo lo trovai bellissimo, quasi mi abbassai a baciargli la pelle. Gli spalmai la crema con più delicatezza possibile ma lo sentii comunque digrignare i denti per cercare di respingere il dolore. Non era tanto la schiena a fargli male ma il fatto che premendola premevo anche il suo stomaco e lì aveva uno squarcio ancora fresco e molte costole rotte. Quando si voltò vidi che era sudato fracido e quasi rinunciai a medicargli l’addome per paura di fargli troppo male.
- Che aspetti? Finora sei stato bravissimo-.
- Ah non mi dire che stai sudando per l’eccitazione allora!-
- Non ti si può nascondere proprio nulla! Dai continua, non è il sogno di tutti i miei allievi provocarmi tanto dolore di quanto io ne ho procurato a loro?-
- Forse per gli altri ma per quanto mi riguarda non vorrei mai farti del male Cort, vederti star male fa stare male anche me-.
- Ti stai approfittando del fatto che non ho le forze per buttarti fuori vero?-
- Affatto, se vuoi che me ne vada basta che me lo dici-.
- Prima finisci quello che hai cominciato e poi te ne vai…- Sorrisi per il suo tentativo di continuare a fare il duro, ero sicuro che non gli dispiaceva affatto la mia vicinanza e non voleva che andassi via così presto.
- Vuoi che te la spalmi anche sulla ferita fresca?-
- Ehi che sei venuto per farmi fuori? Se mi spalmi quella schifezza sulla carne viva mi mandi in cancrena tutto!-
- Basterebbe così poco per farti fuori?-
- Risparmiami le tue battute e spalmamela sulle costole-.
- Dopo tutte queste premure mi aspetto un trattamento di riguardo da parte tua Cort-.
- Va bene farò finta di non vedere quanto sei negato a sparare la prossima volta che avrò la disgrazia di vederti con un’arma in mano…-
- Credo proprio che finirò per spalmartela sulla ferita…-
- Sei troppo buono per farlo principessa, magari lo facessi almeno ti avrei insegnato ad essere spietato-. Gli avrei voluto rispondere che se lo avessi fatto sarei stato un masochista non spietato, immaginare la mia vita senza di lui era uguale a non avere nessuna vita. Mi misi a cavalcioni e cominciai a spalmargli lentamente la crema. Stavo seduto sul suo inguine e se su di lui questo non aveva nessuno effetto a me fece venire voglia di strapparmi i vestiti di dosso. Aveva solo i boxer e in quel momento non desideravo altro che strusciarmi nudo su di lui. Non mi lasciai andare solo perché lo vidi con gli occhi chiusi intento a trattenere dei gemiti di dolore. Così feci il bravo e continuai a medicarlo mordendomi anche io le labbra per non lasciarmi sfuggire nulla che potesse mettermi nei guai.
- Ho fatto, riesci a metterti seduto?-
- Ehi mica sto morendo sai?-
- Lo spero, se facessi lo stronzo anche in punto di morte saresti veramente da studiare. Te l’ho chiesto perché se ce la fai ti rimetto a posto le bende-.
- Perché non hai intrapreso la carriera medica principessa? Sei sicuramente più portato a questa che a quella di pistolero, anche se in effetti sei più portato in qualsiasi altra cosa che non comporti tenere un’arma in mano o alzare le mani-.
- Ho i miei motivi-. Gli strinsi forte le bende tanto da fargli sfuggire un urlo strozzato e sentii il suo corpo tremare, subito mi vennero i sensi di colpa per la mia poca delicatezza.
- C’è un motivo per cui l’hai strette così tanto o semplicemente l’hai fatto per ripicca?-
- Scusami non volevo, come ti senti?-
- Come se avessi un corpetto da donna…- Risi per la sua presenza di spirito e la voglia di lui si fece sentire prepotentemente fin nella bocca dello stomaco.
- Non stai così male come pensavo, quindi…-
- …Quindi puoi anche andartene e lasciarmi riposare?-
- No, quindi posso anche approfittarmi di te senza sentirmi troppo in colpa…- Mi alzai tenendo incollati i nostri sguardi, mi spogliai davanti a lui come se fosse una cosa naturale, come spogliarsi davanti al proprio uomo che ti sta guardando e sta desiderando ogni parte del tuo corpo che stai scoprendo.
- Che fai?-
- Mi aspetto il trattamento speciale che avevamo concordato per le mie cure…-
- Rivestiti subito-.
- No, voglio stare con te, pensavo di essere venuto per vedere come stavi invece non ho fatto altro che raccontarmi balle. Ho solo colto l’occasione per poterti stare vicino-. Lo guardai negli occhi più serio che mai e poi mi misi seduto sulle sue gambe portando la mia bocca a pochi millimetri dalla sua. Mi tirò i capelli per allontanarmi ma sopportai il dolore, il calore del suo corpo mi faceva da analgesico.
- Finiscila non ho la forza di discutere con te-.
- Allora lasciati andare, so che mi vuoi Cort, non ho scordato i tuoi baci e le tue carezze, voglio solo questo. Ad essere sinceri vorrei avere tutto e lo vorrei adesso, sentirmi riempito da te è ciò che ho sempre desiderato ma mi sono spogliato solo per sentire a tatto la tua pelle sulla mia e sognare qualcosa di più. Quello che ti chiedo ora è solo un abbraccio…-
- Pensi davvero che te lo lasci fare? Cos’è cambiato dall’ultima volta?-
- Nulla ma sono determinato a rimanere e so che anche tu mi desideri…-
- Principessa chiunque abbia avuto la fortuna di vederti nudo desidera portarti a letto, anzi credo che basti guardare la tua faccia per far venire in mente cose perverse. Credi davvero che metterò in pericolo tutto quello che ho e che sono solo per una scopata? Se si tratta solo di svuotarsi le palle vado a letto con una donna… ora alzati-.
- Davvero si tratterebbe solo di questo per te?- Mi vennero le lacrime agli occhi, avevo imparato a sopportare qualsiasi tipo di dolore tranne quello che mi aveva fatto soffrire di più nella mia vita, il dolore di essere rifiutato e non amato e se era Cort ad infliggermelo era veramente troppo da sopportare. Quasi non riuscii più a trattenerle, chiusi gli occhi per resistere all’impulso e in quel momento successe il miracolo. Cort mi abbracciò stringendomi a sé stando ben attento a non procurarsi dolore, con le mani mi accarezzò la schiena e io mi rifugiai nell’incavo del suo collo.
- Ehi pensavo di essere riuscito almeno in una cosa con te, farti smettere di piangere. Vuoi dimostrarmi che ho fallito anche in questo?-
- Non sto piangendo…-
- Ah no? Allora apri gli occhi e guardami-. Non mi tirai indietro ma appena dischiusi le ciglia lacrimoni giganti scesero sulle mie guance.
- Vedi che non sto piangendo?-
- Quello che vedo sono i tuoi occhioni azzurri che traboccano gocce di rugiada…- Mi baciò e leccò via ogni traccia di pianto lasciando al suo posto una scia di saliva poi con le labbra mi richiuse gli occhi. Gli misi le braccia intorno al collo lasciandogli fare tutto quello che voleva ma si limitò solo a continuare ad accarezzarmi la schiena e i capelli standosene in silenzio. Strusciai il naso sulla sua pelle calda cercando di trovare di nuovo il coraggio dopo il suo rifiuto.
- Cort ti amo e questo non è solo uno stupido capriccio-
- Principessa credimi se ti dico che è meglio se le cose rimangono come stanno…-
- Meglio per chi? Non per me, io voglio solo starti vicino. Mi basta stare con te anche solo adesso, ti prego non me lo negare-.
- Davvero ti accontenteresti di stare con me solo per oggi?-
-…-
- Principessa?-
- No ma mi basterebbe almeno per una settimana, ti devo confessare che anche così è andata al di là di ogni mia più rosea aspettativa. Mi stai abbracciando, hai smesso di trattarmi male e mi stai permettendo di rimanere nudo tra le tue braccia…-
- Veramente non sono io che te lo sto permettendo semplicemente ho capito che non te ne andrai tanto facilmente e sarà assurdo sentirmelo dire ma mi fa male vederti piangere-.
- E tutte le volte che mi hai picchiato? Non mi pare di aver risparmiato lacrime anche lì…-
- E’ diverso, non mi tocca minimamente che tu pianga per il dolore fisico che ti infliggo per punizione, è il mio lavoro… ma se ti faccio star male per altri motivi mi faccio del male io stesso. Ogni volta che mi comporto da stronzo con te mi sembra di aver peccato contro qualche divinità, hai un aspetto così etereo che mi fai venire voglia di proteggerti da tutto e da tutti-.
- Anche da te stesso?-
- Soprattutto da me stesso…-
- Allora smettila, non voglio essere protetto, voglio stare con te anche a rischio di scottarmi-. Alzai lo sguardo per fargli capire quale febbre si era impadronita del mio corpo e quanta voglia avevo di lui poi mi arrischiai e allungai le labbra fino a poggiarle a timbro sulle sue, con la lingua gliele leccai ma non bastò a darmi l’accesso alla sua bocca che continuava ad essere sigillata. Lo guardai di nuovo e lo trovai combattuto, il grande Cort stava per cedere, ero sicuro di fargli un certo effetto premuto su di lui totalmente nudo.
- Non sono mai stato con un uomo…-
- Io non sono mai stato neanche con una donna. Per la precisione quando ci siamo baciati quello era il mio primo bacio -. Non mi vergognai ad ammetterlo, speravo che fosse lui il primo ad iniziarmi alle vie del sesso. Sapevo di essere fatto per stare solo con lui, le donne non mi interessavano e gli uomini mi limitavo a guardarli.
- Stai scherzando?-
- No, non mi sono neanche mai masturbato, non so cosa voglia dire avere un orgasmo-
- Hai quindici anni dovresti avere gli ormoni impazziti!-
- Non me ne parlare, ho passato gli ultimi due anni in un inferno. Quasi ogni notte mi sono svegliato eccitato dopo aver sognato che tu facevi l’amore con me, mi riempivi con il tuo corpo e il tuo spirito e mi amavi almeno quanto ti amo io… Mi sono strusciato talmente tanto sul lenzuolo da consumarlo, mi sarei voluto masturbare e penetrare ma poi ho sempre finito con il resistere piangendo lacrime di frustrazione…-
- Perché non ti sei mai dato piacere?-
- Credi davvero che dopo sogni del genere la mia mano mi avrebbe dato piacere? Sarei venuto ma mi sarei sentito più solo e squallido che mai e tu mi saresti sembrato ancora più lontano, voglio che sia solo tu a toccarmi e a darmi piacere Cort…-
- Principessa… se aspetti me rischi di morire ancora vergine, non pensi che faresti bene ad avere le tue esperienze sessuali a prescindere da me?-
- Io non sono una bestia come te Cort, posso fare benissimo a meno del sesso…-
- Certo perché non sai che ti perdi…- Fece una risata carica di desiderio, a Cort il sesso piace da impazzire quindi resistermi in quel momento doveva richiedere tutto il suo autocontrollo. Il suo lavoro gli piaceva anche per la buona paga che percepiva, poteva permettersi qualsiasi donna che voleva e che avesse un prezzo. Non era un mistero che frequentasse i bordelli come se fossero la sua seconda casa e che tutte le puttane di Gilead avevano fatto affari con lui. Io non ho mai capito cosa ci fosse di così magnifico a fare del sesso con una donna che veniva con te solo perché la pagavi. Molte di quelle donne si sarebbero schifate di andare con lui se non fosse stato una persona importante e benestante. Il suo corpo deturpato e il suo atteggiamento sprezzante incutevano timore a chiunque lo incontrava per strada e le donne non facevano eccezione. Per questo non capivo come potesse accontentarsi e trovare magnifico del sesso senza amore.
- Semplicemente il sesso per me ha senso solo con te e mi immagino di farlo sempre e solo con te-.
- Mi stai dando una grossa responsabilità ragazzino…-
- Ehi hai avuto il compito di farmi diventare un uomo, questo è l’ultimo passo mica ti vorrai arrendere proprio ora?- Premendo sul suo orgoglio lo sfidai ben sapendo che per lui era maledettamente difficile resistere alle provocazioni. Accettare ogni tipo di sfida era il suo lavoro e il fatto che quello che volevo infondo lo voleva anche lui mi fece ben sperare. Avevo il suo sguardo puntato addosso, era serio come se stesse decidendo il suo futuro e forse era proprio quello che stava facendo. Dopo un nuovo sospiro che pareva averlo liberato del peso dell’intero mondo, finalmente si lasciò andare al desiderio
- Ehi ragazzino mi stai sfidando?-
- A te che sembra?- Non finii di parlare che mi ritrovai la sua lingua in bocca mentre con le labbra e i denti cercava di divorarmi. Ero talmente sorpreso che quando mi strinse con forza i glutei con le mani, non opponendo alcuna resistenza, rovinai su di lui con tutto il corpo a peso morto. Cercai di rialzarmi ma dalla sua rigidità capii subito che era troppo tardi per rimediare, quando lo guardai in faccia lo vidi impallidire e mordersi le labbra per impedirsi di urlare. Gli avevo fatto male e non osava muoversi di un millimetro, ancora mi abbracciava, ancora aveva le sue mani su di me. Quando riuscì a ritrovare il respiro abbassò lo sguardo sulle fasciature che gli avevo fatto e notò che una macchia di sangue si stava allargando sul tessuto.
- Cazzo…-
- Mi dispiace Cort-.
- Questo mi prolungherà di una settimana la guarigione porca puttana!-
- Scusami, ti rifaccio subito la fasciatura…-
- Lascia stare è inutile…- Mi levò bruscamente la mano che avevo messo sulle bende. Mi maledii da solo per aver rovinato tutto con la mia goffaggine e inesperienza.
- Vuoi che me ne vada?- Glielo chiesi pregandolo con gli occhi di dirmi di no e per la prima volta da quando lo conoscevo mi accontentò.
- No, non è colpa tua. Certo però che per essere una principessa non sei per niente delicato, se mi avesse calpestato un cinghiale sono sicuro che mi avrebbe fatto meno male e dire che sei pure piuttosto gracilino!-.
- Mi hai preso alla sprovvista per questo ti sono crollato addosso! Sicuro di non volere un’altra fasciatura?-
- No, il sangue mi aiuterà a farmi chiudere prima la ferita, sempre se tu non me la riapri di nuovo ma ovviamente lo farai, sei talmente goffo…- Mi baciò in modo nuovo, dolcemente senza alcuna malizia ma solo con affetto.
- Ma imparo in fretta…- Ricambiai il suo bacio mettendoci più desiderio per ricreare l’atmosfera di prima.
- Appoggia le mani sulle mie spalle, altrimenti rischi davvero di farmi morire dissanguato visto che avevo solo appena cominciato…-
- Sarà meglio che mi tenga ben stretto a te…- Strinsi maggiormente le gambe sui suoi fianchi e mi strusciai allusivo su di lui.
- E sarà meglio che io stringa forte te allora…- E mi strinse veramente, mi sentivo stritolato dalle sue braccia intorno alla vita e dalle sue mani sul mio sedere. In quel momento non trovai un modo migliore di morire, soffocato dal suo corpo mentre mi toglieva il respiro baciandomi senza tregua.
- Gan Cort! Questa è la volta buona che le tue mani mi uccideranno…-
- Mi pare di averti fatto diventare almeno resistente in tutti questi anni principessa-.
- Alle botte, ai soprusi e alle limitazioni forse, ma mai a questo genere di tortura…-
- Allora oggi faremo una lezione speciale proprio su questo ragazzino, e come sempre non avrò nessuna pietà ad impartirtela-.
- Magari fossero state così tutte le tue lezioni, mi sarei fatto punire con molta più regolarità, posso portarla come materia di esami? Sarei sicuramente il più bravo della classe-.
- Stai diventando troppo sfacciato principessa dov’è il rispetto che devi portare per il tuo Maestro?- Mi strofinò fino ad incendiarmi il solco delle natiche mentre con l’altra mano me ne pizzicò dolorosamente una. Poi a palmo aperto mi racchiuse il sedere poggiando il pollice proprio sulla mia fessura impazzita. Sentivo quella parte contrarsi senza che ne avessi alcun controllo, mi aprivo e chiudevo come se stessi cercando di ammaliare quel dito che non aveva abbastanza coraggio di conquistare e occupare il suo giusto posto ma si limitava all’entrata ad un massaggio che mi stava facendo uscire pazzo. Forse tentato mi penetrò appena accarezzando la morbida carne pieghevole del mio antro facendomi bruciare di desiderio ancora di più. Sapevo che quello che mi stava facendo era semplice tortura ma nonostante questo seppi che non sarei stato più in grado di farne a meno. Cort aveva ragione ero maledettamente masochista a desiderare la mia follia.
- Cort…- Gli morsicai la spalla per impedirmi di urlare di scoparmi e di smetterla di giocare con il mio corpo. Anche se non lo dissi forse mi si lesse in faccia e fui punito per la mia richiesta muta, mi pizzicò forte l’anello di carne che era stato già preso d’assalto facendomi quasi lacrimare gli occhi ma anche gemere di piacere.
- Ti ho mai detto che hai un bellissimo sedere solido con la stessa morbidezza di quello di una donna? Riesco ad affondare le mani nella tua carne e sentire contemporaneamente i tuoi muscoli pronti a scattare. Sei la reincarnazione di tutto ciò che c’è di erotico al mondo… sei veramente magnifico, un miracolo delle ultime forze del Prim, una creatura fatta apposta per tentare la razionalità degli uomini-. Mi guardò con uno sguardo adorante che nessuno mai mi aveva rivolto. Fino a quel momento ero stato guardato con desiderio, bramosia, lussuria, curiosità, affetto ma mai con quell’espressione che solitamente era rivolta alle divinità. Pensai che se Cort ancora non mi amava era ad un passo dal farlo, doveva solo portare il suo amore su un livello più terreno e meno… divino.
- Potrei abituarmi a tutti questi complimenti-.
- E' un complimento considerarti la madre di tutte le puttane?- Ci rimasi talmente male dopo tutto le fantasie che mi ero fatto che non riuscii a rispondergli con prontezza. Credo di averlo guardato con uno sguardo talmente ferito da avergli fatto pena e se sono riuscito in una cosa simile (niente e nessuno fa mai pena a Cort bisogna tenerlo bene a mente!) vuol dire che la mia faccia si era veramente sgretolata. Sapevo che non era una persona affatto tenera senza alcuna sensibilità ma era anche vero che io ero ancora un ragazzino e che ero innamorato di lui più di quanto potesse essere possibile amare qualcuno senza che il cuore scoppiasse per mancanza di spazio. Sentirmi dare della puttana mi fece maledire un’ulteriore volta la mia bellezza esagerata. Abbassai lo sguardo senza avere più il coraggio di guardarlo negli occhi ma rimasi comunque in silenzio, se Cort in quel momento voleva tra le braccia una puttana io sarei stato quella puttana, non c’era più eccitazione nel mio corpo ma il bisogno che avevo di lui era forte tanto quanto lo era stato il momento in cui avevo messo piede in quella casa. Sarei stato pronto a farmi scopare anche in quel momento in cui ero sicuro che non avrei sentito altro che dolore e umiliazione ma se era lui ad infliggermelo l’avrei accettato come il regalo più bello ricevuto finora. Quindi continuai a strofinarmi su di lui senza guardarlo per non rischiare che si accorgesse di qualcosa ma fu inutile visto che mi ritrovai i fianchi bloccati dalle sue grosse mani dure. Sentivo il suo sguardo addosso in attesa che alzassi il viso e che lo affrontassi, non so dove trovai le forze e il coraggio, lo accontentai, non volevo più dimostrarmi debole ai suoi occhi, volevo che fosse fiero di me per qualcosa che non fosse la mia inutile bellezza.
- Allora? Non dici nulla?-
- Cosa vorresti che ti dicessi?- Glielo chiesi con timore, avevo il terrore di poter sbagliare.
- Faresti di tutto pur di stare con me vero?-
- Sì…-
- Ti lasceresti anche chiamare puttana…-
- …- Lo avevo appena fatto non mi servì rispondere e non volevo neanche farlo, ammetterlo avrebbe raddoppiato il dolore che provavo in quel momento.
- E se lo volessi ti lasceresti anche trattare da puttana…-
- Tutto quello che vuoi Cort…- Mi abbassai a baciargli il collo per stroncare il discorso ma Cort non me lo permise, mi rimise dritto davanti a lui in modo da potermi guardare bene negli occhi. Mi sembrò quasi che potesse vedermi dentro. Per la prima volta provai vergogna di trovarmi nudo davanti a lui.
- Principessa quello che avrei voluto che tu facessi era urlarmi contro, insultarmi, picchiarmi, semplicemente ribellarti al fatto che ti ho dato della puttana ingiustamente-.
- Ingiustamente?-
- Oddio Vanny pensi davvero che ti consideri una puttana? Hai quindici anni e non hai ancora avuto nessuna esperienza sessuale, mi stai seduto sopra e nonostante questo riesci ad emanare un alone di innocenza tale da farmi chiedere in che modo dovrei toccarti per sporcarti il meno possibile, hai ancora lo stesso identico sguardo di quando ti ho visto la prima volta e tu mi chiedi se ti stavo dando veramente della puttana? E’ già tanto se riesco a considerarti un comune essere umano!-
- E allora perché l’hai fatto?- Non riuscivo a capire perché mi avesse voluto fare del male volontariamente senza nessuna ragione.
- Il problema non è perché l’ho fatto, il vero problema è la tua reazione! Mi avresti dovuto ficcare le unghie nella ferita o darmi una gomitata sulle costole rotte non startene in silenzio e continuare a farmi fare quello che mi pare con il tuo corpo!-
- Cazzo Cort mi stai mettendo alla prova? Non puoi semplicemente levarti di dosso i panni da Maestro almeno per ora?!- Fui scioccato e appena umiliato nello scoprire che stava studiando le mie reazioni anche in un momento così intimo invece di lasciarsi andare come avevo fatto io fin dall’inizio. Sapevo che aveva ragione e se già questo era abbastanza irritante il fatto che avesse scelto proprio quel momento per dirmi che ero un debole senza spina dorsale era troppo.
- Se ti avessi parlato da Maestro non mi sarei limitato alle parole, ti avrei preso a calci nel sedere per farti reagire e forse è proprio quello che ti serve per farti entrare nel cervello che per prima cosa su tutto c’è il rispetto per sé stessi. Mi sto rammollendo visto che continuo comunque ad accarezzarti ed avere voglia di baciarti, no non mi sto affatto comportando da tuo Maestro ora principessa-. Mi baciò gli angoli delle labbra facendomi rilassare tutti i muscoli facciali che si erano tesi per la stizza.
- Io non sono una puttana Cort-.
- Meglio tardi che mai principessa. Non potresti mai esserlo, non ne hai neanche mai vista una e soprattutto non l’hai mai vista all’opera… ma io che ne ho un’esperienza di anni e anni alle spalle ti posso assicurare che non hai assolutamente nulla della puttana e questo non è necessariamente un bene però…-
- Se fossi più esperto saprei come darti piacere…-
- Scemo sto parlando del fatto che le puttane hanno un carattere forte, diversamente da te nonostante il mestiere che fanno e il fatto che le paghi non si lasciano insultare, ripeto diversamente da te. Sei il ragazzo più meraviglioso che abbia mai avuto la sfortuna di addestrare e nonostante tutto sei anche quello più problematico…-
- La sfortuna?-
- Sei meraviglioso ma totalmente incapace principessa…-
- Ti faccio schifo per la mia debolezza vero?- Ormai era una cantilena ripetermi che facevo schifo come allievo quindi pensavo che fosse del tutto plausibile che gli facessi schifo anche come persona, nonostante quel meraviglioso che mi aveva appena detto.
- Oh sì in genere adoro scopare chi mi fa schifo… Gan tua madre ti ha veramente rovinato e a me ha lasciato il compito di fare il miracolo di darti un po’ di amor proprio-.
- Dovresti farti perdonare lo sai Cort?-
- Hai perso la tua occasione, mi potevi picchiare e insultare quanto volevi e io non avrei reagito…- Mi sorrise con dolcezza e poi mi baciò a labbra aperte con la lingua che quasi me la spinse in gola.
- Te l’ho già detto che non mi interessa farti male…-
- Anche perché non ci riusciresti, hai le mani così delicate che non riusciresti nemmeno a farmi uno stupido livido-. Mi baciò ogni singolo dito e poi mi strinse di nuovo a sé riabbracciandomi alla vita e riportando le mani sul mio sedere.
- Quindi come pensi di farti perdonare?-
- Non mi devo far perdonare, era una lezione che ti doveva essere impartita-.
- Fammi capire sono autorizzato a ribellarmi ogni volta che fai qualcosa che non mi sta bene?-
- Scordatelo ragazzino, lo puoi fare ora che non vesto i panni del Maestro altrimenti devi stare zitto e buono e sopportare ogni mio sopruso. Ovviamente poi devi anche capire quando scherzo e quando no. Se ti do della puttana per scherzare e tu in risposta mi prendi a pugni hai finito di esistere-.
- Hmmm che discorso complicato a me pare comunque di essere stato fregato e che tu mi debba qualcosa-. Mi sfregai sulla sua eccitazione che non si era minimamente sgonfiata per fargli capire in quale modo avrei voluto essere ripagato. Mi liberai di un gemito di frustrazione per rendergli l’idea di quanto mi sarebbe piaciuto quel modo di chiedere scusa. Forse me l’ero presa così tanto perché un po’ puttana mi ci sentivo in quel momento, insomma non sapevo più che inventarmi per farmi scopare da lui!
- Ragazzino viziato, vedrò quello che posso fare-. Mi allontanò dal suo corpo con mio enorme disappunto ma poi tenendomi per la schiena con un braccio si abbassò famelico sul mio petto cominciando a leccare e a mordere ogni centimetro di pelle che era in mostra e che non aspettava altro che lui, la sua lingua, i suoi denti. Riprese a massaggiarmi con il pollice e con la mano il sedere con quelle carezze che non facevano altro che farmi desiderare enormemente di più. Mi succhiò un capezzolo talmente a lungo da provocarmi un dolore che non riuscivo a distinguere dal piacere. Me lo aveva fatto diventare duro e dritto come se una piccola parte dell’eccitazione che avevo tra le gambe avesse fatto bagagli per trasferirsi ai piani superiori per mancanza di spazio. Spinsi la sua testa per invogliarlo a prendersi cura dell’altro mio capezzolo, rivalutai effettivamente il significato della parola tortura dandogli una valenza alquanto positiva. Mi immaginai Cort che succhiava e mordeva il seno di una donna e trovai il tutto tremendamente sbagliato, lui era fatto apposta per amare e desiderare me, a nessun altro poteva provocare un simile piacere se non a me. Il mio corpo era stato creato proprio per soddisfare ogni suo desiderio e godere di ogni suo più piccolo tocco, ero il suo incastro perfetto. E non mi sono sbagliato nell’affermarlo, dopo tanti anni di convivenza ne sono più convinto che mai, io sono fatto per lui come lui lo è per me.
- Te lo devo dire principessa, gemi proprio come una puttana…-
- Sono autorizzato a picchiarti ora?-
- No visto che è la verità, non so se mi fanno eccitare di più i tuoi gemiti o il tuo corpo-.
- Posso fare qualcosa per eccitarti di più?-
- Spero di no altrimenti rischierei l’infarto-. Mi baciò con la lingua e prima di darmi il tempo di trovare il giusto ritmo si staccò e ricominciò a mordermi e a leccare il petto. Stavo impazzendo mi sentivo andare a fuoco da ogni parte e quel pollice che non aveva mai smesso di torturarmi entrando e uscendo dal mio corpo mi stava facendo venire voglia di urlare e di violentarmi da solo in qualche modo assurdo.
- Cort…- Sussurrai il suo nome con le poche forze che mi erano rimaste, non alzò nemmeno la testa non mi diede la minima attenzione, mi morsicò solo più forte.
- Cort…- Gli strattonai i capelli per cercare di farlo smettere ma l’unica cosa che ottenni furono le sue mani che mi strinsero i glutei sollevandomi da lui per potergli dare maggiore campo d’azione sul mio petto ormai devastato. Poi mi rimise giù esattamente sopra la sua eccitazione, muovendomi su di lui cercai di incastrarla tra le mie natiche, quando ci riuscì anche il suo pollice ritornò al suo posto e finalmente mi venne il coraggio di chiedere ciò che stavo tentando di fare con scarsissimi risultati.
- Cort… il dito…-
- Cosa?- Finalmente mi diede un minimo di attenzione, alzò appena la testa per parlare per poi rituffarsi nuovamente sulla mia pelle.
- Voglio il tuo dito…-
- Hmmm?-
- Voglio il tuo indice…-
- Lo vuoi?- Contro ogni mia aspettativa riuscii a farmi guardare sul serio, potevo leggere nel suo sguardo tutta la perplessità e la confusione di un uomo che non sapeva di che cazzo si stesse parlando. Sorrisi malizioso cercando di spacciarmi per sicuro e con senza alcun dubbio su quello che volevo
- Voglio il tuo indice… ficcamelo dentro…-
- Oh!- Fece una faccia talmente sorpresa e quasi scandalizzata che non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.
- Oh? Cort quel pollice mi sta facendo impazzire e se davvero non hai intenzione di scoparmi il minimo che tu possa fare e soddisfare la mia voglia in qualche altro modo. Il tuo indice è quello che mi ci vuole-. Mi strofinai nuovamente sulla sua eccitazione per fargli capire che se non mi avesse accontentato gli avrei reso la vita maledettamente difficile. Infatti mi bloccò subito i fianchi con il braccio. Soffocò una risata direttamente contro la mia spalla mandandomi brividi su tutto il corpo.
- Ficcamelo dentro? Principessa vuoi farmi venire solo usando la tua voce e dicendo cose perverse con quel visetto da innocentino che ti ritrovi?-
- Veramente vorrei venire io…- L’eccitazione che avevo ogni volta che mi risvegliavo dai sogni erotici era niente paragonabile a quella che avevo in quel momento, se qualcuno mi avesse detto che i testicoli mi sarebbero esplosi da un momento all’altro e il cazzo sarebbe decollato per la Luna non avrei faticato a credergli. Devo ammettere che avrei creduto a qualunque cosa basta che mi fosse permesso di venire e di provare le gioie e i dolori del mio primo orgasmo.
- Sicuro di volerlo veramente? Potrei farti male…-
- Meglio il dolore della tortura che il tuo pollice mi sta facendo…-
- In effetti qui giù sta pulsando parecchio…- Affondò appena il malefico pollice, ma non abbastanza da far entrare una sola falange, ma compresi cosa volesse dire dicendo che stavo pulsando. Sentivo la parte battere spasmodicamente come quando si ha un’infezione in corso, ma l’unica infezione che avevo io si chiamava “voglia irrefrenabile di farsi scopare da Cort”. Era una vera malattia, maledettamente invalidante.
- Fallo ti prego…-
- Non mi pregare, non sono uno di quelli che desidera sentirsi pregare…-
- Davvero? Non sembrerebbe visto il narcisista bastardo che sei-.
- Se mi preghi di picchiarti allora sì che godo, ma per scopare no…-
- Fammi pensare… essere picchiato da te o farmi scopare dal tuo dito? Scopiamo-. Sorrise e poi mi abbracciò tirandomi su per sistemare meglio le mani sotto il mio sedere.
- Ora principessa ho bisogno del tuo aiuto-. Avevo gli occhi lucidi per l’emozione e continuavo a mordermi le labbra, mi limitai ad annuire non sicuro di quanto potesse essere ferma la mia voce.
- Mi piace averti così obbediente e docile una volta tanto… apriti a me ora che ti sto sostenendo…-
- Uh?-
- Spalanca le tue chiappe e fammi entrare-.
- Troppo sdolcinato e romantico Cort…-
- Allora che aspetti? Sei leggero ma non mi fa bene contrarre per molto tempo gli addominali con lo squarcio che mi ritrovo…- Sospirai rassegnato, non avevo pensato che avrei dovuto partecipare anch’io ,avrei voluto che facesse tutto lui e il fatto che sospettavo che volesse semplicemente guardarmi mentre lo facevo non mi rendeva le cose più facili. Comunque feci come mi aveva detto e rimasi in attesa della sua prossima mossa che ovviamente mi stupì. Mi abbracciò a sé e con la testa appoggiata alla mia spalla si godette l’intero spettacolo, dall’inizio alla fine. Vide il suo dito avvicinarsi alla mia apertura, le mie dita tremare sulla mia stessa carne e infine la penetrazione lenta e continua sul mio corpo.
- Gan potrei venire solo guardandoti intrappolare il mio dito mano a mano che sparisce…- Non parlai per non so quanto tempo, il dolore e il piacere si rincorrevano senza darmi tregua. Ogni millimetro che riuscivo a contenere era il risultato di fatica e sudore, non avevo mai pensato di poter essere così stretto là dentro visto tutti i segnali che il mio corpo mi aveva mandato facendomi desiderare una simile intrusione. Il dito di Cort si trovava incastrato tra le mie pareti, mi chiesi come la situazione potesse sbloccarsi, sapevo che il punto in cui si era fermato non era quello giusto che più su ci sarebbe stato l’esatto posto che mi avrebbe fatto sentire in estasi appena avesse avuto la stimolazione giusta.
- Cort…-
- E tu che volevi addirittura scopare…-
- Lo voglio ancora…-
- Ci avrei scommesso ragazzino…- Ghignò soddisfatto come se davvero non si fosse aspettato altro che questo.
- Come risolviamo questo piccolo problema?-
- Intendi il fatto che hai un culo talmente stretto che neanche il mio dito riesce ad entrare?-
- Esattamente-.
- Oh ma quello si risolve subito…-
- E allora che stai aspettando?-
- Volevo tenerti sulle spine, non ha prezzo la tua espressione allarmata e vagamente impanicata…- Mosse appena il dito ruotandolo e sentii le mie pareti prendere forma intorno a lui, non avevano ancora ceduto di un millimetro ma la loro elasticità mi dava buone speranze di poter sbloccare presto la situazione.
- Allora possiamo anche risolvere…-
- Per quello principessa è un po’ più complicato, come puoi ben vedere il mio cazzo non è esattamente grosso come il mio dito, fortunatamente non è un problema di cui dobbiamo preoccuparci visto che non ho nessuna intenzione di scoparti-.
- Sei crudele Cort…-
- Mai sostenuto il contrario riccioli d’oro-.
- Oddio chiamami principessa e ragazzino quanto ti pare ma ti prego evita di chiamarmi così, mi fa venire i brividi…-
- Ma è vero che sei riccioli d’oro…-
- Mi ci chiamava mia madre…-
- Mi hai convinto non ti ci chiamo più-. Cort ha sempre odiato mia madre per tutti i casini che mi ha procurato. Ogni volta che gli dico che sta facendo qualcosa come la faceva mia madre è la volta buona che smette di farla per sempre. Lo capii per la prima volta quel giorno e ora me ne approfitto anche per le cose che fa e che non mi stanno bene, mi sto facendo influenzare un po’ troppo da lui…
- Cort non ce la faccio più, fai qualcosa…-
- Come vuoi…- Avrei fatto meglio a non chiedergli nulla e c’avrei guadagnato in salute mentale, il sorriso sadico dipinto sulle sue labbra mi sarebbe dovuto sembrare un cartello di allarme grande quanto Gilead ma in quel momento non ero esattamente in me. Sfilò il dito dal mio corpo per poi affondarlo con un movimento unico e senza fermarsi fino allo stesso punto di prima. Ma ciò che prima aveva fatto con delicatezza e lentezza stavolta fu fatto senza un attimo di esitazione che mi fece sentire veramente spaccato in due. Appena mi sfuggì un lamento di dolore non mi diede più pace, comincio a ruotare il dito, a spostare l’inclinazione e scavare, finché la mia carne non dava segni di cedimento e ogni volta che lo faceva sprofondava di più in me per ricominciare tutto daccapo. Poi quando non riusciva ad andare avanti usciva nuovamente per poi infilarsi nel mio corpo con maggiore forza di prima andando avanti come se niente lo avesse ostacolato. Stava forzando il mo corpo ad accettarlo e nonostante questo il dolore che ne scaturiva era la sensazione più simile al piacere di tutte quelle provate finora. Mi lamentavo e gemevo in contemporanea non capendo bene neanche io cos’era ciò che provavo e non avevo neanche il tempo di metabolizzare bene quello che stava accadendo visto che Cort non mi dava pace, si tirava fuori, affondava e allargava senza mai fermarsi un attimo. Mi baciò per farmi distrarre dalle sensazioni che mi esplodevano all’interno cercando così di farmi rilassare per facilitargli il compito di penetrazione. Mi accorsi che era riuscito ad abbattere le mie barriere fisiche e mentali solo nel momento in cui una scarica di piacere mi sconvolse ogni terminazione nervosa che quasi mi fece venire un attacco epilettico. Finalmente era riuscito a raggiungere quel punto che sapevo che avrebbe trovato solo scavando in me, non avevo alcun dubbio sulla sua esistenza, tutti i sogni erotici che avevo fatto riguardavano proprio quel punto e come venisse sfiorato e martoriato da Cort in tutti i modi possibili e immaginabili. Ad ogni suo tocco la mia voce si alzava di un’ottava, non urlai solo perché ero incapace di farlo ma la mia voce normalmente bassa era diventata abbastanza stridula da non farla sembrare più la mia. Riuscii ad aprire gli occhi per vedere l’espressione di Cort e capire che effetto gli faceva quello che mi stava facendo, lo trovai sereno come non mai concentrato a non lasciarsi sfuggire nessuna espressione di godimento sul mio volto. Richiusi gli occhi, mi sembrava di provare ancora più piacere aggrappandomi alla sola sensazione di essere posseduto da una parte di lui, il fatto poi che il mio corpo si era abituato a quell’intrusione mise fine al dolore precedente lasciandomi addosso solo un piacevole indolenzimento che non faceva altro che aumentare la sensibilità al piacere. Non ero mai stato così vicino all’orgasmo, ero in dirittura d’arrivo e stavo per farglielo notare quando bloccò il dito tenendolo semplicemente premuto su quella specie di bottone che era in grado di scatenarmi un piacere tale da farmi perdere ogni inibizione. Mi baciò per distrarmi ancora una volta da quel piacere intossicante che minacciava di esplodere da un momento all’altro e capii che non era intenzionato a farmi venire tanto facilmente.
- Ora contrai i muscoli…- Mi sussurrò all’orecchio spedendomi nuovi brividi per tutta la schiena, era talmente assurda quella richiesta che spalancai gli occhi dimostrando tutta la mia sorpresa. Non capivo come non potesse vedere con i suoi stessi occhi che non ero più padrone del mio corpo, mi sarebbe stato più facile volare che ordinare ai miei muscoli una cosa del genere. E poi mi piaceva essere così spalancato per lui, mi sembrava una cosa maledettamente giusta.
- Non sono sicuro di farcela…-
- Principessa non hai ancora imparato che quando ti dico di fare una cosa tu la devi fare e basta? E questa non è una richiesta è un ordine: stringiti intorno al mio dito-. Non badai affatto alle sue minacce ero troppo concentrato sul fatto che volevo venire più di qualunque altra cosa. Piagnucolai cercando di farlo impietosire ben sapendo che non ci sarei riuscito, insomma avevo a che fare con Cort mica con una persona qualunque.
- Non credo di avere controllo sufficiente sul mio corpo per riuscire a farlo… mi stai facendo impazzire Cort-.
- E io non credo che tu voglia scoprire quale punizione ti aspetta se non mi obbedisci subito. In passato ti ho punito abbastanza da farti capire che non è il caso di farmi incazzare, quindi fai come ti ho detto…- Mi guardò con il suo tipico sguardo da Maestro pronto ad infliggerti la punizione dell’anno e per sottolineare il tutto mi graffiò l’interno e subito sentii la mia carne delicata tagliarsi e qualche goccia di sangue scivolare fuori. Questo invece di spaventarmi mi fece eccitare ancora di più. Cercai di contrarre i muscoli più che potevo, Con mia sorpresa mi resi conto di aver riconquistato la strettezza di poco prima quando il dito di Cort era soffocato e intrappolato nella mia carne.
- Ora da bravo, scopami il dito Vanny-. Dopo tutto quello che mi aveva fatto avevo la parte abbastanza anestetizzata per poter godere in pieno la sua intrusione, scoprendo che essere penetrato mentre ero ancora così stretto mi dava incredibilmente più piacere di quando era riuscito ad aprirmi abbastanza da non fare nessuna fatica. Ansimai più forte ringraziando mentalmente, se non a voce, Cort per avermi costretto a farlo. Cercai di imprimermi nella memoria di non mettere mai più in dubbio le doti, le fantasie e le idee di Cort perché senz’altro ci avrei rimesso, in quel momento, alla mia prima esperienza sessuale, ero fermamente convinto che Cort fosse un dio del sesso…e un pochino lo sospetto ancora adesso e ho parecchie ragioni per pensarlo… Continuò a scoparmi con il dito per non so quanto tempo, alla fine a forza di contrarre i muscoli mi sentii stremato e nella debolezza l’orgasmo mi colse totalmente impreparato e indifeso. Mi strinsi a Cort tanto da essere sicuro di avergli fatto male ma non mi allontanò e non disse nulla anzi mi abbracciò a sua volta. Forse svenni per qualche secondo o forse più semplicemente la mia razionalità lasciò il suo posto per godersi almeno una volta cosa volesse dire lasciarsi andare alle emozioni e alle sensazioni, tant’è che non ricordo nulla del tempo che mi ci è voluto per svuotarmi completamente ma mi ricordo il momento immediatamente successivo, ero semicosciente con Cort che mi accarezzava i capelli dandomi piccoli baci sulla testa come a volermi tranquillizzare che era tutto perfettamente normale. Non avrei mai potuto immaginare che potesse esistere una cosa tanto bella e proprio il fatto che fossi impreparato a tutto quello il mio primo orgasmo è stato quello più intenso, il migliore che abbia mai avuto nonostante non avessimo avuto un rapporto completo. Minuti dopo continuavo a tremare come se il mio corpo avesse deciso che era stato tutto troppo esagerato da sopportare e che non fosse mai più potuto tornare a fare le sue normali funzioni vitali. Avere poi il colpevole di tutto ancora al mio interno di certo non migliorava la mia capacità di riprendere il controllo. Sentivo lo sguardo di Cort bearsi della mia vista, e credo proprio di dover essere stato un ghiotto spettacolo per lui, è stato lui stesso a dirmi che non aveva mai visto niente di più erotico di me in preda al mio primo orgasmo, ogni tanto si dispiace ancora del fatto che sarà impossibile ripetere una simile esperienza anche se mi assicura che ogni volta che vengo rimango comunque bellissimo da vedere. Un giorno di questo voglio farlo davanti ad uno specchio tanto per vedere se sono così erotico come dice… Rimasi accoccolato addosso al suo corpo, incapace di respirare normalmente ma almeno riuscii a tenere gli occhi aperti abbastanza da poterlo guardare in viso e vidi che mi stava sorridendo come se fosse venuto anche lui. Sono sicuro che si sentisse molto soddisfatto per essere riuscito a ridurmi in quel modo, il suo ego già smisurato doveva essersi come minimo raddoppiato.
- Tutto bene ragazzino?- Cambiò il suo sorriso maliziosamente sapendo che bene non era una parola presente nel mio dizionario almeno non in quel momento.
- La domanda che mi dovresti fare è: sei ancora vivo?-
- Non posso fartela, non mi sei mai sembrato così vivo come in questo momento… riesci ad essere ancora più bello. Mi hai stregato all’età di quattro anni, posso sapere come ci sei riuscito?- Mi guardò con occhi pieni di adorazione facendomi sentire l’essere più bello al mondo, cosa che non avevo mai provato fino a quel momento. Avevo giudicato la mia bellezza come un difetto che non aveva fatto altro che complicarmi la vita ma finalmente avevo trovato il suo scopo: farmi guardare così dall’uomo che amavo.
- Hai capito subito che sono la tua principessa io non ho dovuto fare niente-.
- Come fai ad essere ancora così puro e innocente nonostante il mio addestramento? Tutti sono cambiati solo tu sei rimasto il ragazzino di allora-. Levò l’indice dal mio interno per poi penetrarmi appena con il pollice e con quello prese ad accarezzare e massaggiare l’anello tenero di carne che era la mia entrata. Quel punto lo sentivo andare a fuoco a causa di quello che mi aveva fatto ma il suo tocco gentile e fresco ora mi stava facendo fare le fusa, era così piacevole e rilassante che quasi mi addormentai tra le sue braccia.
- Non è vero mi hai fatto diventare più sicuro di me stesso, e questo mi ha fatto capire cosa voglio veramente-.
- Se aspiri a diventare il pistolero migliore di Gilead ti devo subito disilludere principessa-. Mi morsicò e succhiò l’orecchio per riportarmi alla realtà, si era accorto che stavo scivolando nell’incoscienza e voleva che rimanessi ben sveglio per subire ancora la sua dolce tortura. Dopo l’orgasmo mi era difficile tenere gli occhi aperti, la testa ancora mi girava, ero troppo stordito e ancora strettamente legato al piacere intenso che avevo appena provato.
- Me ne frego di sparare più velocemente di altri. Ti amo Cort mi sembra di amarti da sempre, se da piccolo avessi saputo il significato della parola amore te l’avrei detto anche allora, e ciò che vorrei è sentirmi dire la stessa cosa da te-.
- Non posso accontentarti non so cosa voglia dire amare; non mi sei indifferente e quando ti sto vicino mi sento strano, ti desidero fisicamente ma non mi sento di dire che vorrei passare l’intera vita con te. So solo che le sensazioni che mi fai provare sono diverse da quelle provate finora-. Mi guardò negli occhi e capii che era sincero, non stava nascondendo i suoi sentimenti, non sapeva davvero se quello che provava era amore o no. Mi sentii sfiduciato non ero più così tanto sicuro che il ka volesse farci stare insieme per sempre. Ma era già un progresso l’ultima volta che gli avevo chiesto cosa provava per me mi aveva risposto che aveva solo una gran voglia di scoparmi…
- Io dico che sei innamorato di me-.
- Sei diventato troppo sicuro di te principessa-.
- No, me l’hanno detto le tue mani mentre mi toccavi e i tuoi occhi quando mi guardavi, e anche quando mi hai baciato…- Intendevo dire che era stato diverso dalle altre volte, mi sembrava più guidato dal sentimento che dal desiderio.
- Sono il primo che ti ha baciato, non sai se bacio come il resto del mondo-.
- Impossibile…- Mi fece un sorriso dolce che mi spinse a baciarlo di nuovo, non riuscivo a credere che fosse insicuro su quello che provava. Non aveva mai sorriso a nessun altro in quel modo e visto che l’avevo visto anche mentre scopava con una donna sapevo che non lo riservava neanche alle sue amanti. Il vero Cort era tutto per me e forse questo lo spaventava rendendolo più confuso del necessario. Almeno speravo che fosse così.
- E’ meglio che tu vada-. Me lo disse ma i suoi occhi continuavano ad essere velati di desiderio e il suo pollice mi stava ancora torturando dolcemente. Strinsi maggiormente le gambe sui suoi fianchi nell’eventualità che mi volesse allontanare davvero.
- Non ci penso proprio, rimango con te-.
- Non farmi incavolare-. Mi morsicò una spalla facendola sanguinare, godetti di quel gesto per quel marchio che mi aveva lasciato sul corpo. Desiderai con tutto me stesso che mi lasciasse una cicatrice, che mi segnasse come sua proprietà. Non fu così… il segno mi sparì dopo qualche giorno ma fortunatamente in futuro sarebbero arrivati altri morsi e altri marchi che mi avrebbero quasi fatto dimenticare quello, il primo fattomi da lui. In quattordici anni è riuscito a lasciarmi una sola cicatrice dandomi un morso all’interno della natica destra, prima di fare l’amore quasi ogni volta me la bacia per assicurarsi che sia ancora lì e che io sia ancora totalmente suo. Come direbbe lui schifosamente sdolcinato… ma adorabile.
- Ho già conosciuto il tuo lato peggiore per potermi spaventare, sono abituato alle tue punizioni. Voglio rimanere tra le tue braccia e vorrei che ci sdraiassimo e che ci baciassimo ancora, mi puoi accontentare almeno in questo?-
- Lo sai che quello che è successo non cambierà le cose? Usciti da qui sarò nuovamente il tuo Maestro e continuerò a trattarti come sempre ti ho trattato. Non aspettarti nessun tipo di favoritismo da parte mia perché non lo avrai. Mi ero ripromesso che mi sarei tenuto alla larga da te e così ho intenzione di continuare a fare fuori di qui-.
- Non mi interessa ciò che c’è fuori da questa stanza, voglio solo godermi questo momento. Quando torneremo ad essere allievo-maestro potrai trattarmi come vuoi-. Sapevo che quello che lo frenava era il rapporto maestro-allievo che ci legava e la litigata che avevamo avuto. Il fatto che fosse lui a comandare doveva essere ben stampato nella mia mente ma si rendeva conto che con quello che stavamo facendo il controllo gli stava scivolando dalle mani.
- Se ti faccio rimanere mi prometti una cosa?-
- Quale?- Ero pronto a promettergli anche la luna, avrei fatto di tutto pur di stare ancora con lui anche solo per un’ora ancora.
- Promettimi che questa è l’ultima volta che vieni qui, altrimenti finirei per trattarti diversamente dagli altri e non sarei più in grado di fare il mio lavoro come dovrei-. Sapevo che il suo lavoro veniva al primo posto e quindi non mi stupii la sua richiesta ma mi fece comunque male. Nonostante gli anni passati insieme la situazione non è ancora cambiata io continuo ad essere al secondo posto come priorità per Cort, ma ormai me ne sono fatto una ragione. Al contrario quel giorno ero ancora un ragazzino e non ero per niente rassegnato al fatto di non venire per primo, perché lui, come adesso, per me era semplicemente tutto e io sarei dovuto essere lo stesso per lui. Forse per questo Cort continua a chiamarmi principessa e ragazzino anche a distanza di tanti anni.
- Vuoi davvero che questo sia il nostro ultimo incontro?- Glielo chiesi con timore sperando che mi rispondesse con un secco no facendo così dileguare tutti i miei dubbi ma sapevo che erano solo pure fantasie di un ragazzino innamorato.
- Sì, se mi vieni a trovare a casa non credo che resisterei alla tentazione di baciarti, mi piace troppo per non cascarci. Prometti?- Sottolineò la sua frase baciandomi addolcendo così la sua decisione. Non potevo fare altro che accettare altrimenti l’avrei perso per sempre.
- Sì ma promettimi che questa non sarà l’ultima volta che potremo stare insieme-.
- Non ti posso promettere niente, anzi spero che tu possa trovare una moglie e mettere su famiglia ti meriti di meglio dell’attesa di aspettare me senza sapere se ti vorrò nella mia vita o no. Sei talmente bello che non farai fatica a trovare qualcuno migliore di me-. Intorcinò con affetto un ricciolo che mi era caduto sulla fronte spostandolo dietro al mio orecchio.
- Io ti aspetterò sempre Cort, anche se mi dicessi di non volermi più vedere io continuerei ad aspettarti lo stesso, non parlare di assurdi futuri che non si potranno mai avverare-. Non sapevo più cosa dire per fargli capire quanto lo amavo e cosa significasse per me, più che dirgli che era il mio passato, presente e futuro non sapevo proprio cosa fare. Mi alzai per fargli assimilare meglio il concetto senza che il mio corpo gli intorpidisse la mente.
- Dove vai?-
- In bagno-. Mi allontanai da lui con un enorme sforzo, anche sapendo che presto sarei tornato tra le sue braccia mi sentii comunque terribilmente solo. Sentivo il suo sguardo percorrermi il corpo per tutto il breve tragitto, mi piaceva essere divorato da lui in quel modo perché era come se stesse facendo l’amore con me nonostante ci trovassimo distanti. Entrai in bagno e mi osservai nell’unico specchio della casa; non so come mi trovai trasformato sia nel corpo che nello spirito. Forse era un’illusione che creavano i miei occhi che brillavano come non mai. Mi pareva che la felicità mi trasudasse da tutti i pori della pelle e che il piacere da me espulso avesse portato via con sé ciò che era rimasto del bambino che ero facendomi diventare un uomo. Mi chiesi se anche Cort si fosse accorto di questo mio cambiamento e che cosa ne pensasse, dopotutto il Vanny a cui aveva dimostrato più affetto era quello bambino e temevo che non sarebbe stato capace di affezionarsi altrettanto a quello adulto. Mi sciacquai il viso per vedere se l’illusione scompariva ma quando mi guardai allo specchio provai le stesse identiche sensazioni di prima. Non sapevo se dovevo essere contento o meno della mia scoperta ma sicuramente ero desideroso di ritornare tra quelle braccia che avevano compiuto un simile miracolo.
- Hai intenzione di andartene in giro nudo ancora per molto?-
- Se lo desideri sì-.
- No, ci tengo alla mia sanità mentale e non ho intenzione di scoprire quale sia il limite del mio autocontrollo-.
- Che peccato…-
- Vieni qui principessa, devo mantenere una promessa…- Mi misi nuovamente seduto su di lui e mi ci spalmai facendo attenzione a non fargli troppo male. Lo trovai più eccitato di prima, misi una mano nei suoi boxer e cominciai ad accarezzarlo.
- A che stavi pensando per eccitarti così tanto Cort?-
- A scoparti in tutte le posizioni su ogni superficie possibile di questa casa…-
- E come mai tutti questi pensieri impuri su di me?-
- Vederti ancheggiare nudo mi fa questo effetto…-
- Allora lo rifaccio magari i tuoi pensieri diventano realtà se insisto…- Al contrario delle mie parole rimasi dov’ero con una mano che lo masturbava e l’altra che gli accarezzava i capelli. Questo suo punto debole però me lo tenni a mente per il futuro, infatti appena mi trasferii definitivamente a casa sua ne approfittai più volte. E ne approfitto ancora! La mattina quando ci alziamo a volte rimango nudo apposta, rifaccio il letto, preparo la colazione e decido cosa mettermi, tutto sotto il suo sguardo affamato che vorrebbe divorarmi. A volte sposta lo sguardo sulla mia vestaglia appoggiata sulla sedia maledicendola per il fatto che non mi stia coprendo facendogli così rischiare un infarto di prima mattina. Questa è anche una mia piccola vendetta per il fatto che considera il lavoro più importante di me perché non può far altro che rimanere a guardare senza fare niente se non vuole rischiare di fare tardi a lezione. Poi quando è il momento che deve uscire indignato e infuriato mi bacia e non resiste all’impulso di abbassarsi i pantaloni e prendermi in profondità. Anche se sa che non ha il tempo di fare l’amore non ne può fare a meno, si spinge in me due o tre volte e poi è costretto a tirarsi fuori se non vuole far aspettare i suoi adorati allievi. Mi ribacia e a denti stretti, come se fosse una minaccia, mi dice: “Questa me la paghi ragazzino, stai pur certo che appena ho un momento libero ti troverò e continuerò quello che ho cominciato, non mi scappi…”. Io gli sorrido per fargli capire che non vedo l’ora che arrivi quel momento. E posso star certo che arriva non è importante dove io sia o cosa stia facendo quando Cort mi trova non posso fare altro che lasciare tutto e seguirlo e subire la sua “punizione”. Una volta è stato capace addirittura di trascinarmi via dall’aula mentre stavo facendo lezione, senza bussare è semplicemente entrato con un sorriso a trentasei denti stampato in faccia e con una voce da maniaco davanti a tutti gli allievi mi ha detto: “Principessa sono venuto a riscuotere il credito di stamattina…” poi senza darmi il tempo di replicare mi ha preso per il braccio e mi ha trascinato in corridoio. Non sono serviti a niente i miei (deboli) tentativi di liberarmi, mi sono ritrovato a rispondere ai suoi baci come se fossimo noi due soli nella nostra stanza e quando mi ha fatto cenno di voltarmi gli ho obbedito come una pecora segue il suo pastore. Mi ha abbassato i pantaloni giusto il necessario e mi ha penetrato senza neanche prepararmi. Ho appoggiato la fronte al muro e mi sono lasciato dominare da lui godendomi tutta la sua passione. Poi si è bloccato nonostante fosse ben lontano dal venire, mi sono voltato per chiedergli spiegazioni ma non mi sono servite visto che con la coda dell’occhio ho visto una presenza accanto a noi. Quando mi sono accorto che era un allievo sarei voluto sprofondare per la vergogna mentre Cort con la sua solita aggressività gli ha chiesto che cazzo voleva per l’amore di suo padre. Il ragazzino già solitamente terrorizzato da Cort mi ha guardato come se potessi difenderlo da lui, era troppo piccolo per rendersi conto in quale assurda situazione mi ero cacciato. Nonostante tutto ha preso coraggio e mi ha detto qual’era il suo problema, avevano finito il capitolo che gli avevo dato da studiare e ora si chiedevano che cosa avrebbero dovuto fare. Cort fregandosene come sempre non ha fatto nulla per aiutarmi, continuava a starmi dentro e a torturarmi con le sue mani, con la sua voce eccitata al massimo mi ha ordinato: “Principessa che aspetti a levartelo dai coglioni, io e te abbiamo da concludere qualcosa ti pare?”. Ho strappato il libro dalle mani del ragazzino e a caso ho scelto una cinquantina di pagine tanto per essere sicuro di non essere disturbato di nuovo e poi dietro ringhio di Cort e mia gentile sollecitazione l’ho rimandato in aula. Appena il ragazzino è sparito Cort ha cominciato a spingersi nuovamente in me prendendomi con forza e mordendomi una spalla per impedirsi di gemere troppo rumorosamente. Ho allargato meglio le gambe per riceverlo più facilmente e ho cercato di farlo rallentare per prolungare il più possibile quella dolce tortura, a quel ritmo avrei rischiato di venire ancora prima che Cort avesse solo cominciato a fare sul serio. Finalmente trovando un ritmo che non mi facesse perdere del tutto la ragione ho ritrovato l’uso della parola e mentre ancora mi stava scopando sono riuscito a dirgli ciò che mi premeva: “Non credo che giovi molto alla mia credibilità di insegnante chiamarmi principessa o addirittura scoparmi davanti agli allievi”, e lui sfacciatamente mi ha risposto: “Forse… ma ti posso assicurare che giova alla mia di reputazione, fargli vedere quanto tu sia in mio potere mi fa guadagnare ancora di più il loro rispetto”, a questo ho avuto ancora la forza di rispondergli: “Bastardo anche tu sei in mio potere”, poi siamo venuti e per un attimo tutto ha smesso di esistere tranne la presenza che avevo ancora dentro di me. Dopo avermi liberato Cort mi ha voltato e sorridendomi come un bambino ha chiuso il discorso: “E’ vero ma questo lo sappiamo solo io e te, a stasera amore”. Com’era arrivato così se ne è andato, lasciandomi mezzo nudo con un sorriso da beota sulle labbra e con una classe in attesa di una spiegazione che ovviamente non gli ho mai dato. Tutto questo per dire che Cort va totalmente in tilt quando mi vede nudo e se non può avermi subito la sua voglia di me cresce a dismisura fino a quando non può soddisfarla. Quel giorno, quando tra le braccia non aveva che un ragazzino nudo e innamorato di lui si stava facendo violenza per non prendermi come il suo istinto gli urlava di fare. Non l’ho mai più visto esercitare un simile autocontrollo, forse anche perché non ne ha più avuto bisogno. Nonostante sapessi che non avrei avuto speranze cercai comunque di forzare la situazione, dopotutto Cort era comunque un uomo e anche lui aveva un limite oltre il quale la ragione veniva sottomessa, e sapendo quanto gli piacesse il sesso mi sentivo abbastanza ottimista. La mano nei suoi boxer si fece più veloce e potevo vederne le conseguenze direttamente sul suo volto teso dal piacere e quando fui sicuro che la sua mente era abbastanza annebbiata dal piacere cercai di spogliarlo del suo ultimo indumento. Mi sarebbe bastato anche solo strusciarmi sul suo sesso duro, volevo sentirlo dove sarebbe dovuto stare, lì pronto e premuto sul mio sedere come se stesse per fare l’amore con me. Non feci in tempo a fare nulla, mi ritrovai gli occhi neri di Cort puntati addosso e la sua mano sulla mia che mi bloccava ogni movimento.
- Che intenzioni hai principessa?-
- Fammelo sentire Cort… non ti sto chiedendo di prendermi voglio solo sentire quanto sei duro e che effetto mi fa averti premuto contro…- Cercai di liberarmi della sua mano ma senza risultato ormai si stava già rimettendo i boxer a posto.
- Scordatelo, rischierei di perdere il controllo e non voglio che succeda, o ti accontenti di quello che ti posso dare o te ne vai…- Nonostante la delusione del mio fallimento mi sentivo orgoglioso per averlo portato ad un passo dal cedermi, ero riuscito a renderlo insicuro e già questo era un miracolo.
- Lo sai che non me ne vado…-
- Allora non cercare di fregarmi principessa altrimenti ti caccio e lo sai che non ho problemi a farlo…- Mi ricordavo benissimo di quando mi aveva cacciato e me ne ricordai così bene che lo abbracciai più stretto per cercare di scacciare le brutte sensazioni di quel giorno, lo baciai e continuai ad accarezzarlo per farmi perdonare.
- Non ce ne sarà bisogno farò il bravo Cort-.
- Oh Gan! Principessa la tua mano inesperta mi sta facendo godere più di qualsiasi puttana che mi abbia toccato finora…-
- Allora sto andando bene…-
- No, non ci stai capendo un cazzo ma forse è proprio la tua inesperienza ad eccitarmi così tanto… ora però smettila, è ora che ti insegni qualcosina-.
- Mica vorrai farmi da maestro anche qui vero?-
- Certo che sì, sdraiati principessa è arrivato nuovamente il mio turno-.
- Ma non ho ancora finito…-
- Pensi davvero che mi faccia vedere vulnerabile da un mio allievo durante l’orgasmo?-
- Mi stai considerando un tuo allievo anche adesso?-
- Lo sei…-
- Non riuscirò mai a farti perdere il controllo vero?-
- Ci sei già riuscito non mi pare di aver mai fatto qualcosa di simile con gli altri…-
- Almeno posso sentirmi orgoglioso di qualcosa…- Sbuffai, lamentandomi con me stesso della mia inutilità ancora una volta dimostrata. Ero riuscito in qualcosa di miracoloso coinvolgendo Cort in quella situazione ma ci ero riuscito solo grazie alla mia bellezza e di questa non ne andavo fiero anzi…
- Dovresti sentirti orgoglioso di molte cose invece, smettila di essere così insicuro-.
- Non vorrei dirtelo ma uno dei responsabili della mia insicurezza sei tu, in questi anni mi hai massacrato sia fisicamente che mentalmente!-
- E nonostante tutto tu non ti sei tirato indietro, non me l’aspettavo, quando ti ho visto il primo giorno pensavo che non saresti resistito neanche un anno, credevo che fossi una causa persa in partenza. Invece sei stato una vera sorpresa, non parlo delle tue doti di guerriero che sono rimaste più che scarse ma mi riferisco al coraggio, alla forza di volontà e al tuo spirito di sacrificio, hai dimostrato di avere le palle anche venendo qui oggi…-
- Come mai tutti questi complimenti? Pensavo che me li sarei guadagnati solo il giorno in cui ti avrei battuto…-
- Semplice perché quel giorno non arriverà mai e io volevo che sapessi che dopotutto ti stimo come persona…-
- Non esserne così sicuro, potrei sorprenderti anche battendoti-.
- Cazzo se arrivasse quel giorno mi ritiro in pensione anticipata perché vorrebbe dire che mi sono proprio rincoglionito!- Rabbrividì al pensiero di vedersi sconfitto da una mezza cartuccia come me e io scoppiai a ridere tra le sue braccia immaginando di vedere la sua faccia se lo avessi sconfitto veramente. Sapevo che effettivamente era una cosa impossibile ma sognare ad occhi aperti era il mio passatempo preferito ed erano anni che non facevo altro che sognare Cort, solo in situazioni decisamente diverse e più perverse…
- Allora preparati già da adesso una lista di passatempi perché quel giorno arriverà presto…-
- Sogna pure ragazzino, quando mi sfiderai ti ritroverai con il culo per terra prima ancora che io abbia finito di dire la parola principessa…-
- Certo che se mi chiamerai principessa con quel tono decisamente sconcio non credo che riuscirò a fare altro che sciogliermi davanti a te, invece che cercare di colpirti mi verrebbe sicuramente voglia di fare un altro tipo di attacco…-
- Falliresti comunque, mica mi lascio incantare tanto facilmente…-
- Ah no? E allora come mai ci ritroviamo in questa situazione?- Feci una faccia che dimostrava tutta la mia perplessità a riguardo della sua affermazione e guardai prima il mio corpo nudo poi la sua eccitazione.
- Semplicemente perché sono ancora debole, e ora basta fare l’insolente altrimenti ti ritrovi con il culo rosso in men che non si dica, ho già una voglia pazzesca di palparti e se mi dai il pretesto giusto non mi limiterò solo a quello-.
- Non dirmi che vorresti sculacciarmi? Non credi che sono un po’ troppo cresciuto per questo?-
- No se sculacciarti mi fa eccitare ancora di più… ora sdraiati ragazzino ti devo fare una rapida lezione su cos’è veramente il bello della vita…-
- Oh sì non sono mai stato così tanto interessato ad una sua lezione Maestro-.
- E lo dici pure? Stai diventando veramente insolente, credo che dovrò farti soffrire un bel po’ per ricordarti chi è che comanda qui…- Mi ribaltò sul letto come se stesse spostando una piuma e non un essere umano, sapevo già che la sua era stata tutta una sceneggiata sul fatto che si sentisse debole ma non immaginavo neanche che nelle sue condizioni potesse essere tanto forte. Si stese piano su di me cercando di non appoggiare il peso del suo corpo sull’addome, gli controllai le bende e vidi nuove macchie di sangue. E’ incredibile la capacità di Cort di assuefarsi al dolore, il dolore che solo una mezz’ora prima lo aveva fatto imprecare ora veniva totalmente ignorato. Mi beai della sua forza mentre mi stringeva e gli accarezzai i pochi tratti di pelle che la fasciatura gli lasciava scoperti. Gli allacciai le gambe alla vita per fargli capire che rivolevo il contatto interno di prima. Mi rivolse un sorriso perverso e di vittoria che mi fece venire voglia di pregarlo. Ma visto che era stato lui stesso ad addestrarmi ebbi almeno la decenza di non cedergli subito. Mi misi a strusciare il sedere con più pressione di prima e godetti del risultato quando lo vidi chiudere gli occhi per cercare di riprendere il controllo e fare un verso gutturale che dire che veniva direttamente dalle sue parti basse non sarebbe stato affatto esagerato. Quando riaprì gli occhi lo vidi nuovamente padrone di sé e passò subito all’attacco bloccandomi il bacino e strusciandosi stavolta lui stesso. Sentii la sua erezione incastrarsi appena nella mia fessura e in quel momento cedetti… urlai di desiderio e di frustrazione.
- Non era questo che volevi?-
- Hmm… molto di più…-
- Ah sì? Allora lo avrai- Mi penetrò con forza con il dito assassino di prima ma stavolta provai una fitta di dolore che non riuscii a contenere.
- Ahia!-
- Non lamentarti come una femminuccia non posso averti fatto male sei ancora aperto e rilassato da prima-. Con Cort non ci si può mai lamentare durante il sesso solo se si accorge lui che mi ha fatto male allora è vero altrimenti mi dice che sono una femminuccia e gli passa la voglia di continuare. Solo Gan sa quante volte mi sono dovuto mordere le guance per non fargli capire che mi stava facendo male, non lo faccio per puro masochismo ma perché so che dopo il dolore lascerà il posto al piacere. Cort non mi farebbe mai del male intenzionalmente ma questo l’ho capito solo con gli anni…
- Lo sarò pure ma posso giurarti che mi hai fatto male, prima non ci hai messo tutta questa forza…-
- Allora facciamola finita-. Si staccò da me e cercò di sfilarsi dal mio corpo ma io lo fermai bloccandogli il polso con la mia mano e riportando il dito esattamente alla profondità in cui stava prima. Poi allacciai meglio le gambe intorno alla sua vita per non dargli possibilità di fuga facili.
- Non ci provare tu non ti sposti di qui!-
- Non mi piace prendere ordini da nessuno principessa e non sono qui a violentare nessuno-. Mi guardò serio liberandosi della mia morsa, certamente io non avevo alcuna possibilità di trattenerlo con la forza se lui non voleva…
- Ti prego…- Cominciai a baciargli il viso, il collo fino a quando lo costrinsi a lasciarmi l’accesso nella sua bocca dove intrecciai la mia lingua con la sua. Con le mani poi tornai ad accarezzarlo con i miei tocchi goffi che sapevo lo facevano impazzire di piacere.
- Certo che ti riesce proprio bene pregare… ti ho fatto veramente male?-
- Un po’…- Mi lasciai accoccolare dalla sua premura e dall’inaspettata dolcezza delle sue labbra mentre il dito dentro di me mi accarezzava delicatamente facendomi mugolare di piacere e il dolore era già dimenticato.
- Scusami, mi fai andare fuori di testa e mi scordo che sei una principessa delicata e del tutto inesperta…-
- Sono qui per imparare…- E avevo imparato già tanto, così tanto che Cort riusciva a malapena dal trattenersi nel saltarmi addosso
- Allora che dici di passare alla lezione ‘come si usano le mani’?-
- Pensavo che l’avessimo già fatta, la tua mano mi sta dando una piacevole ripetizione proprio in questo momento…- Aiutai il movimento della sua mano con la mia facendomi toccare nel mio punto segreto che mi faceva arricciare le punta delle dita dal piacere.
- Parlo di questo…- Con la mano libera mi prese con energia l’erezione che l’altra mano mi aveva fatto venire e cominciò a masturbarmi. Quella fu la mia prima lezione sull’argomento e non l’ho mai più dimenticata. Venivo stimolato nelle due parti più sensibili del mio corpo in più baciato da quelle labbra che sapevo non ne avrei mai più potuto fare a meno per quanto erano morbide e squisite. La masturbazione con Cort non è mai niente di banale ma un modo come un altro per fare l’amore con lui.
- Oh Gan!- Cominciò così la mia perdizione, se prima ero riuscito a mantenere un briciolo di dignità ora diedi tutto me stesso a quelle mani, la mia voce e il mio corpo non mi appartavano più finché non mi liberai nel secondo orgasmo della mia vita tra le dita di Cort che ancora continuavano a pompare e ad accarezzare. Nell’ultimo fiotto di sperma probabilmente svenni o semplicemente ero troppo intasato dalle emozioni per essere cosciente e affrontarle. Mi affidai del tutto a lui fregandomene se avesse o no approfittato di me anche se io avrei preferito che approfittasse di me quando ero sveglio e lucido non mentre ero un moribondo e incapace di gustarmi tutto il suo ardore e la sua imponenza. Gan quanta voglia avevo di lui, ora che avevo assaggiato una piccola parte di come sarebbe stata la mia vita con lui sapevo cosa mi sarei perso se non fossi riuscito a conquistarlo e questo non sarebbe dovuto mai accadere perché di certo non volevo rinunciarci. Sarebbe stato mio… ma per il momento mi godetti il riposo del guerriero, ero talmente stanco che mi sembrava di essere andato davvero in guerra e poi tornato vincitore e infondo qualcosa lo avevo vinto davvero: un posto piccolo piccolo affianco a Cort… e magari nel cuore di Cort.


Continua