Ovviamente i personaggi sono di Re King, io
non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico
per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero
insieme a me… Via con il sesto capitolo della saga infinita^^
Come divenni uomo
parte VI
di Mia
Come già detto non durò molto il distacco tra me e Cort ma quel periodo fu
molto intenso, mi trovai privato sia del mio Uomo che del mio Maestro. A
sbloccare la situazione ci pensò un fatto poco piacevole ma che cambiò
definitivamente la mia vita, la sfida che gli allievi facevano al Maestro.
E’ poco piacevole perchè ad ogni sfida Cort rischia la vita o come minimo
una nuova cicatrice va aggiungersi al già gran numero presente sul suo
corpo. Con il nuovo anno alcuni allievi del mio corso entrarono nell’età
giusta per sfidarlo e solo pochi di questi ebbero il coraggio di farlo, gli
unici furono Steven e All. Steven era quasi obbligato, visto il suo ruolo di
futuro Re doveva rendersi disponibile al più presto per occupare il posto
del padre in caso di bisogno. All invece lo sfidava solo perché non aveva
più senso per lui rimanere in Accademia senza Steven. Io invece tremavo al
solo pensiero di trovarmi davanti a Cort e combatterci contro, quindi mi
tirai indietro. Steven passò l’esame abbastanza tranquillamente, riportò
solo qualche livido. Cort lo aveva graziato vedendo che la sua tecnica di
combattimento era molto buona risparmiandosi così anche di farsi male lui.
La sua promozione a pistolero andò talmente liscia che il giorno dopo Cort
poté battersi con All. Con lui le cose non andarono affatto lisce. All era
il migliore del nostro corso e, presuntuoso come sempre, come arma per
l’esame scelse il bastone, l’arma di Cort. Cort la prese come una sfida
personale e l’incontro durò fino a quando nessuno dei due fu più in grado di
rialzarsi in piedi, con un filo di voce Cort decretò la vittoria di All
anche se in realtà il poveretto era rimasto del tutto privo di sensi dopo
l’ultima botta presa. Nessuno negli ultimi anni era riuscito a ridurre in
quel modo Cort quindi se l’era più che meritato il titolo di pistolero. Io
non sapevo per chi mi dovevo preoccupare di più, li vedevo entrambi svenuti
e sanguinanti ma alla fine scelsi di aiutare Steven a portare nella loro
stanza All che aveva una gamba maciullata fino al ginocchio e da come
respirava probabilmente aveva anche delle costole rotte. Prima di andarmene
mi girai verso Cort svenuto a terra e gli vidi uno squarcio sullo stomaco
grande quanto il pugno della mia mano poi venne in suo aiuto un uomo che lo
aiutò ad alzarsi e portarlo di peso nella sua casa. Per un momento pensai
che fosse morto… la mia vista si oscurò ma poi mi ripresi da solo dicendomi
che niente e nessuno era in grado di fare fuori Cort e poi avevo visto
cicatrici che riportavano in mente ferite peggiori sul suo corpo. Cort ha la
capacità innata di far guarire velocemente il suo corpo anche dalle ferite
più gravi forse l’esposizione al pericolo continuo lo ha aiutato in questo.
Passarono cinque giorni senza che seppi niente, avevamo un sostituto indegno
che quasi riuscivo a stendere io stesso e senza All e Steven le lezioni
erano noiosissime. Il giorno dopo mi alzai con un solo pensiero in mente:
andare da lui. Era successo altre volte di non vederlo per diversi giorni
per via dei tempi di guarigione del suo corpo e quando era capitato ero
contento di sfuggirgli e di avere qualche momento di pace; c’erano giorni in
cui il suo atteggiamento nei miei confronti mi sembrava una vera
persecuzione. Ma stavolta era diverso, l’avevo visto cadere a terra e non
rialzarsi con i miei occhi, da allora non avevo più avuto sue notizie,
nessuno riusciva mai a sapere le sue vere condizioni e la gravità della
situazione dopo l’ultimo esame. Sapevo che era grave e che l’amavo queste
erano le uniche cose che contavano, l’ipotesi probabile che Cort mi
prendesse a calci nel sedere per essermi presentato a casa sua senza
permesso non mi passò proprio per la mente. Prima di bussare alla sua porta
ebbi un attimo di esitazione, mi ricordai dell’ultima volta che ero stato in
quella casa: la sua stretta forte sul mio corpo e la sua bocca nella mia che
mi divorava. Mi ripetei più volte che ero lì solo per vedere come stava poi
me ne sarei andato… quindi bussai. Aspettai parecchio prima che venissi ad
aprire tanto da farmi venire il dubbio che non ci fosse ma poi lo sentii
borbottare qualche insulto e imprecazione. Quando mi si presentò davanti mi
venne da ridere sembrava una mummia appena uscita dal sarcofago, le bende
sull’addome gli si erano sciolte e gli penzolavano dietro come tante code
mentre quella che gli fasciava la testa gli era calata sull’occhio. Era
chiaro che aveva cercato di sistemarle con scarsissimo successo e anche se
lievemente incazzato era comunque adorabile. Mi guardò sorpreso, credo che
si aspettasse chiunque tranne me, cercai di sorridere ma mi fulminò con lo
sguardo e scosse la testa facendomi capire che non sarei dovuto venire.
- Che ci fai qui?-
- Di certo non sono venuto per chiedermi se mi farai entrare oppure no…- Si
spostò per farmi entrare stando ben attento a starmi il più lontano
possibile. Non mi piaceva come si erano messe le cose tra noi, troppa
freddezza e cautela.
- Non sei per niente ospitale Cort-.
- Non lo sono con le persone che sanno bene che mi devono stare lontane-.
- Volevo sapere come stavi…-
- Sono sopravvissuto a ferite peggiori-.
- Hai intenzione di trattarmi freddamente per tutta la mia visita?-
- Servirebbe a farti andare via?-
- No-.
- Allora non ti dispiacerà se mi sdraio, sento andare a spasso tutte le ossa
se sto in piedi-.
- Certo, stavi cercando di rifarti le fasciature?-
- Da cosa lo hai capito?-
- Ti irrito così tanto Cort?-
- Scemo-.
- E’ un no?-
- E’ un no grande quanto Gilead-. Finalmente mi sorrise come faceva quando
ero solo un ragazzino, mi scompigliò dolcemente i capelli e io godetti per
quel gesto affettuoso inaspettato.
- Mi è mancato anche lei Maestro-. Lo abbracciai e fu come tornare a casa,
pensare che ero stato io ad allontanarlo mi fece sentire estremamente
stupido. Allontanarlo non serviva a farmi stare meglio peggiorava solo le
cose…
- Che fai mi sfotti?- Probabilmente in quel momento si chiese se fossi
impazzito del tutto, non aveva dimenticato chi era stato a volere il
distacco, lo sentivo attraverso i suoi muscoli ancora irrigiditi, non aveva
ancora recuperato la scioltezza e la spontaneità di un tempo.
- E rischiare di incorrere nelle sue ire? Non sono tanto scemo-. Gli feci
velatamente capire che volevo dimenticare il passato e che volevo recuperare
il rapporto che avevamo prima, non volevo più riaprire quel discorso sapevo
di avergli fatto del male e di averne fatto a me e quindi speravo che anche
Cort ci permettesse di voltare pagina ed andare avanti.
- Sai come sta Sunny?- La sua domanda la presi come una seconda possibilità
che mi dava anche se sapevo che ora era come camminare su un campo minato
con lui. Sarei dovuto stare molto attento altrimenti avrei potuto rovinare
nuovamente tutto e saremmo tornati in meno di due secondi ad ignorarci a
vicenda quando in realtà non avevamo voglia di fare altro che saltarci
addosso o almeno io avevo quella voglia…
- Per sentito dire so che Steven non lo fa scendere dal letto neanche per
pisciare anche se sta meglio-.
- E’ ovvio che con le cure amorevoli uno guarisce prima…- Borbottò come a
sottolineare che non era affatto una questione fisica e che quindi Sunny non
lo aveva battuto neanche in quello.
- Sai che potresti averle anche tu, ti basterebbe chiederle e diventeresti
l’uomo più accoccolato dell’universo-. Glielo dissi maliziosamente per
fargli capire che stavo scherzando fino ad un certo punto, in realtà ero
serio. Avrei fatto di tutto e soddisfatto ogni sua richiesta se solo me
l’avesse permesso.
- Ehi principessa che dici di spalmarmi un po’ di crema lenitiva? Mi mancano
i tuoi massaggi-.
- Il solito sfruttatore… dove ce l’hai?-
- Sotto il tuo sedere, prima stavo cercando di mettermela da solo con
risultati disastrosi-.
- Hai davvero bisogno di una moglie Cort, non sei più in grado di prenderti
cura da solo-.
- Eh già, me ne trovi una tu?-
- Se impari a mantenere le tue promesse ne hai una a tua disposizione già da
adesso-. Non mi rispose ma si limitò a stendersi a pancia in giù. Lasciai
cadere il discorso non volevo tornare a litigare come l’ultima volta che
eravamo stati insieme ma davvero io continuavo a pensare alla sua promessa
che mi aveva fatto da bambino, dopotutto Cort era il mio principe azzurro, o
meglio il mio lupo cattivo preferito. Gli levai delicatamente le bende
scoprendo l’ecchimosi su tutta la sua schiena, non avevo mai visto un corpo
più martoriato del suo e nonostante questo lo trovai bellissimo, quasi mi
abbassai a baciargli la pelle. Gli spalmai la crema con più delicatezza
possibile ma lo sentii comunque digrignare i denti per cercare di respingere
il dolore. Non era tanto la schiena a fargli male ma il fatto che premendola
premevo anche il suo stomaco e lì aveva uno squarcio ancora fresco e molte
costole rotte. Quando si voltò vidi che era sudato fracido e quasi rinunciai
a medicargli l’addome per paura di fargli troppo male.
- Che aspetti? Finora sei stato bravissimo-.
- Ah non mi dire che stai sudando per l’eccitazione allora!-
- Non ti si può nascondere proprio nulla! Dai continua, non è il sogno di
tutti i miei allievi provocarmi tanto dolore di quanto io ne ho procurato a
loro?-
- Forse per gli altri ma per quanto mi riguarda non vorrei mai farti del
male Cort, vederti star male fa stare male anche me-.
- Ti stai approfittando del fatto che non ho le forze per buttarti fuori
vero?-
- Affatto, se vuoi che me ne vada basta che me lo dici-.
- Prima finisci quello che hai cominciato e poi te ne vai…- Sorrisi per il
suo tentativo di continuare a fare il duro, ero sicuro che non gli
dispiaceva affatto la mia vicinanza e non voleva che andassi via così
presto.
- Vuoi che te la spalmi anche sulla ferita fresca?-
- Ehi che sei venuto per farmi fuori? Se mi spalmi quella schifezza sulla
carne viva mi mandi in cancrena tutto!-
- Basterebbe così poco per farti fuori?-
- Risparmiami le tue battute e spalmamela sulle costole-.
- Dopo tutte queste premure mi aspetto un trattamento di riguardo da parte
tua Cort-.
- Va bene farò finta di non vedere quanto sei negato a sparare la prossima
volta che avrò la disgrazia di vederti con un’arma in mano…-
- Credo proprio che finirò per spalmartela sulla ferita…-
- Sei troppo buono per farlo principessa, magari lo facessi almeno ti avrei
insegnato ad essere spietato-. Gli avrei voluto rispondere che se lo avessi
fatto sarei stato un masochista non spietato, immaginare la mia vita senza
di lui era uguale a non avere nessuna vita. Mi misi a cavalcioni e cominciai
a spalmargli lentamente la crema. Stavo seduto sul suo inguine e se su di
lui questo non aveva nessuno effetto a me fece venire voglia di strapparmi i
vestiti di dosso. Aveva solo i boxer e in quel momento non desideravo altro
che strusciarmi nudo su di lui. Non mi lasciai andare solo perché lo vidi
con gli occhi chiusi intento a trattenere dei gemiti di dolore. Così feci il
bravo e continuai a medicarlo mordendomi anche io le labbra per non
lasciarmi sfuggire nulla che potesse mettermi nei guai.
- Ho fatto, riesci a metterti seduto?-
- Ehi mica sto morendo sai?-
- Lo spero, se facessi lo stronzo anche in punto di morte saresti veramente
da studiare. Te l’ho chiesto perché se ce la fai ti rimetto a posto le
bende-.
- Perché non hai intrapreso la carriera medica principessa? Sei sicuramente
più portato a questa che a quella di pistolero, anche se in effetti sei più
portato in qualsiasi altra cosa che non comporti tenere un’arma in mano o
alzare le mani-.
- Ho i miei motivi-. Gli strinsi forte le bende tanto da fargli sfuggire un
urlo strozzato e sentii il suo corpo tremare, subito mi vennero i sensi di
colpa per la mia poca delicatezza.
- C’è un motivo per cui l’hai strette così tanto o semplicemente l’hai fatto
per ripicca?-
- Scusami non volevo, come ti senti?-
- Come se avessi un corpetto da donna…- Risi per la sua presenza di spirito
e la voglia di lui si fece sentire prepotentemente fin nella bocca dello
stomaco.
- Non stai così male come pensavo, quindi…-
- …Quindi puoi anche andartene e lasciarmi riposare?-
- No, quindi posso anche approfittarmi di te senza sentirmi troppo in
colpa…- Mi alzai tenendo incollati i nostri sguardi, mi spogliai davanti a
lui come se fosse una cosa naturale, come spogliarsi davanti al proprio uomo
che ti sta guardando e sta desiderando ogni parte del tuo corpo che stai
scoprendo.
- Che fai?-
- Mi aspetto il trattamento speciale che avevamo concordato per le mie
cure…-
- Rivestiti subito-.
- No, voglio stare con te, pensavo di essere venuto per vedere come stavi
invece non ho fatto altro che raccontarmi balle. Ho solo colto l’occasione
per poterti stare vicino-. Lo guardai negli occhi più serio che mai e poi mi
misi seduto sulle sue gambe portando la mia bocca a pochi millimetri dalla
sua. Mi tirò i capelli per allontanarmi ma sopportai il dolore, il calore
del suo corpo mi faceva da analgesico.
- Finiscila non ho la forza di discutere con te-.
- Allora lasciati andare, so che mi vuoi Cort, non ho scordato i tuoi baci e
le tue carezze, voglio solo questo. Ad essere sinceri vorrei avere tutto e
lo vorrei adesso, sentirmi riempito da te è ciò che ho sempre desiderato ma
mi sono spogliato solo per sentire a tatto la tua pelle sulla mia e sognare
qualcosa di più. Quello che ti chiedo ora è solo un abbraccio…-
- Pensi davvero che te lo lasci fare? Cos’è cambiato dall’ultima volta?-
- Nulla ma sono determinato a rimanere e so che anche tu mi desideri…-
- Principessa chiunque abbia avuto la fortuna di vederti nudo desidera
portarti a letto, anzi credo che basti guardare la tua faccia per far venire
in mente cose perverse. Credi davvero che metterò in pericolo tutto quello
che ho e che sono solo per una scopata? Se si tratta solo di svuotarsi le
palle vado a letto con una donna… ora alzati-.
- Davvero si tratterebbe solo di questo per te?- Mi vennero le lacrime agli
occhi, avevo imparato a sopportare qualsiasi tipo di dolore tranne quello
che mi aveva fatto soffrire di più nella mia vita, il dolore di essere
rifiutato e non amato e se era Cort ad infliggermelo era veramente troppo da
sopportare. Quasi non riuscii più a trattenerle, chiusi gli occhi per
resistere all’impulso e in quel momento successe il miracolo. Cort mi
abbracciò stringendomi a sé stando ben attento a non procurarsi dolore, con
le mani mi accarezzò la schiena e io mi rifugiai nell’incavo del suo collo.
- Ehi pensavo di essere riuscito almeno in una cosa con te, farti smettere
di piangere. Vuoi dimostrarmi che ho fallito anche in questo?-
- Non sto piangendo…-
- Ah no? Allora apri gli occhi e guardami-. Non mi tirai indietro ma appena
dischiusi le ciglia lacrimoni giganti scesero sulle mie guance.
- Vedi che non sto piangendo?-
- Quello che vedo sono i tuoi occhioni azzurri che traboccano gocce di
rugiada…- Mi baciò e leccò via ogni traccia di pianto lasciando al suo posto
una scia di saliva poi con le labbra mi richiuse gli occhi. Gli misi le
braccia intorno al collo lasciandogli fare tutto quello che voleva ma si
limitò solo a continuare ad accarezzarmi la schiena e i capelli standosene
in silenzio. Strusciai il naso sulla sua pelle calda cercando di trovare di
nuovo il coraggio dopo il suo rifiuto.
- Cort ti amo e questo non è solo uno stupido capriccio-
- Principessa credimi se ti dico che è meglio se le cose rimangono come
stanno…-
- Meglio per chi? Non per me, io voglio solo starti vicino. Mi basta stare
con te anche solo adesso, ti prego non me lo negare-.
- Davvero ti accontenteresti di stare con me solo per oggi?-
-…-
- Principessa?-
- No ma mi basterebbe almeno per una settimana, ti devo confessare che anche
così è andata al di là di ogni mia più rosea aspettativa. Mi stai
abbracciando, hai smesso di trattarmi male e mi stai permettendo di rimanere
nudo tra le tue braccia…-
- Veramente non sono io che te lo sto permettendo semplicemente ho capito
che non te ne andrai tanto facilmente e sarà assurdo sentirmelo dire ma mi
fa male vederti piangere-.
- E tutte le volte che mi hai picchiato? Non mi pare di aver risparmiato
lacrime anche lì…-
- E’ diverso, non mi tocca minimamente che tu pianga per il dolore fisico
che ti infliggo per punizione, è il mio lavoro… ma se ti faccio star male
per altri motivi mi faccio del male io stesso. Ogni volta che mi comporto da
stronzo con te mi sembra di aver peccato contro qualche divinità, hai un
aspetto così etereo che mi fai venire voglia di proteggerti da tutto e da
tutti-.
- Anche da te stesso?-
- Soprattutto da me stesso…-
- Allora smettila, non voglio essere protetto, voglio stare con te anche a
rischio di scottarmi-. Alzai lo sguardo per fargli capire quale febbre si
era impadronita del mio corpo e quanta voglia avevo di lui poi mi arrischiai
e allungai le labbra fino a poggiarle a timbro sulle sue, con la lingua
gliele leccai ma non bastò a darmi l’accesso alla sua bocca che continuava
ad essere sigillata. Lo guardai di nuovo e lo trovai combattuto, il grande
Cort stava per cedere, ero sicuro di fargli un certo effetto premuto su di
lui totalmente nudo.
- Non sono mai stato con un uomo…-
- Io non sono mai stato neanche con una donna. Per la precisione quando ci
siamo baciati quello era il mio primo bacio -. Non mi vergognai ad
ammetterlo, speravo che fosse lui il primo ad iniziarmi alle vie del sesso.
Sapevo di essere fatto per stare solo con lui, le donne non mi interessavano
e gli uomini mi limitavo a guardarli.
- Stai scherzando?-
- No, non mi sono neanche mai masturbato, non so cosa voglia dire avere un
orgasmo-
- Hai quindici anni dovresti avere gli ormoni impazziti!-
- Non me ne parlare, ho passato gli ultimi due anni in un inferno. Quasi
ogni notte mi sono svegliato eccitato dopo aver sognato che tu facevi
l’amore con me, mi riempivi con il tuo corpo e il tuo spirito e mi amavi
almeno quanto ti amo io… Mi sono strusciato talmente tanto sul lenzuolo da
consumarlo, mi sarei voluto masturbare e penetrare ma poi ho sempre finito
con il resistere piangendo lacrime di frustrazione…-
- Perché non ti sei mai dato piacere?-
- Credi davvero che dopo sogni del genere la mia mano mi avrebbe dato
piacere? Sarei venuto ma mi sarei sentito più solo e squallido che mai e tu
mi saresti sembrato ancora più lontano, voglio che sia solo tu a toccarmi e
a darmi piacere Cort…-
- Principessa… se aspetti me rischi di morire ancora vergine, non pensi che
faresti bene ad avere le tue esperienze sessuali a prescindere da me?-
- Io non sono una bestia come te Cort, posso fare benissimo a meno del
sesso…-
- Certo perché non sai che ti perdi…- Fece una risata carica di desiderio, a
Cort il sesso piace da impazzire quindi resistermi in quel momento doveva
richiedere tutto il suo autocontrollo. Il suo lavoro gli piaceva anche per
la buona paga che percepiva, poteva permettersi qualsiasi donna che voleva e
che avesse un prezzo. Non era un mistero che frequentasse i bordelli come se
fossero la sua seconda casa e che tutte le puttane di Gilead avevano fatto
affari con lui. Io non ho mai capito cosa ci fosse di così magnifico a fare
del sesso con una donna che veniva con te solo perché la pagavi. Molte di
quelle donne si sarebbero schifate di andare con lui se non fosse stato una
persona importante e benestante. Il suo corpo deturpato e il suo
atteggiamento sprezzante incutevano timore a chiunque lo incontrava per
strada e le donne non facevano eccezione. Per questo non capivo come potesse
accontentarsi e trovare magnifico del sesso senza amore.
- Semplicemente il sesso per me ha senso solo con te e mi immagino di farlo
sempre e solo con te-.
- Mi stai dando una grossa responsabilità ragazzino…-
- Ehi hai avuto il compito di farmi diventare un uomo, questo è l’ultimo
passo mica ti vorrai arrendere proprio ora?- Premendo sul suo orgoglio lo
sfidai ben sapendo che per lui era maledettamente difficile resistere alle
provocazioni. Accettare ogni tipo di sfida era il suo lavoro e il fatto che
quello che volevo infondo lo voleva anche lui mi fece ben sperare. Avevo il
suo sguardo puntato addosso, era serio come se stesse decidendo il suo
futuro e forse era proprio quello che stava facendo. Dopo un nuovo sospiro
che pareva averlo liberato del peso dell’intero mondo, finalmente si lasciò
andare al desiderio
- Ehi ragazzino mi stai sfidando?-
- A te che sembra?- Non finii di parlare che mi ritrovai la sua lingua in
bocca mentre con le labbra e i denti cercava di divorarmi. Ero talmente
sorpreso che quando mi strinse con forza i glutei con le mani, non opponendo
alcuna resistenza, rovinai su di lui con tutto il corpo a peso morto. Cercai
di rialzarmi ma dalla sua rigidità capii subito che era troppo tardi per
rimediare, quando lo guardai in faccia lo vidi impallidire e mordersi le
labbra per impedirsi di urlare. Gli avevo fatto male e non osava muoversi di
un millimetro, ancora mi abbracciava, ancora aveva le sue mani su di me.
Quando riuscì a ritrovare il respiro abbassò lo sguardo sulle fasciature che
gli avevo fatto e notò che una macchia di sangue si stava allargando sul
tessuto.
- Cazzo…-
- Mi dispiace Cort-.
- Questo mi prolungherà di una settimana la guarigione porca puttana!-
- Scusami, ti rifaccio subito la fasciatura…-
- Lascia stare è inutile…- Mi levò bruscamente la mano che avevo messo sulle
bende. Mi maledii da solo per aver rovinato tutto con la mia goffaggine e
inesperienza.
- Vuoi che me ne vada?- Glielo chiesi pregandolo con gli occhi di dirmi di
no e per la prima volta da quando lo conoscevo mi accontentò.
- No, non è colpa tua. Certo però che per essere una principessa non sei per
niente delicato, se mi avesse calpestato un cinghiale sono sicuro che mi
avrebbe fatto meno male e dire che sei pure piuttosto gracilino!-.
- Mi hai preso alla sprovvista per questo ti sono crollato addosso! Sicuro
di non volere un’altra fasciatura?-
- No, il sangue mi aiuterà a farmi chiudere prima la ferita, sempre se tu
non me la riapri di nuovo ma ovviamente lo farai, sei talmente goffo…- Mi
baciò in modo nuovo, dolcemente senza alcuna malizia ma solo con affetto.
- Ma imparo in fretta…- Ricambiai il suo bacio mettendoci più desiderio per
ricreare l’atmosfera di prima.
- Appoggia le mani sulle mie spalle, altrimenti rischi davvero di farmi
morire dissanguato visto che avevo solo appena cominciato…-
- Sarà meglio che mi tenga ben stretto a te…- Strinsi maggiormente le gambe
sui suoi fianchi e mi strusciai allusivo su di lui.
- E sarà meglio che io stringa forte te allora…- E mi strinse veramente, mi
sentivo stritolato dalle sue braccia intorno alla vita e dalle sue mani sul
mio sedere. In quel momento non trovai un modo migliore di morire, soffocato
dal suo corpo mentre mi toglieva il respiro baciandomi senza tregua.
- Gan Cort! Questa è la volta buona che le tue mani mi uccideranno…-
- Mi pare di averti fatto diventare almeno resistente in tutti questi anni
principessa-.
- Alle botte, ai soprusi e alle limitazioni forse, ma mai a questo genere di
tortura…-
- Allora oggi faremo una lezione speciale proprio su questo ragazzino, e
come sempre non avrò nessuna pietà ad impartirtela-.
- Magari fossero state così tutte le tue lezioni, mi sarei fatto punire con
molta più regolarità, posso portarla come materia di esami? Sarei
sicuramente il più bravo della classe-.
- Stai diventando troppo sfacciato principessa dov’è il rispetto che devi
portare per il tuo Maestro?- Mi strofinò fino ad incendiarmi il solco delle
natiche mentre con l’altra mano me ne pizzicò dolorosamente una. Poi a palmo
aperto mi racchiuse il sedere poggiando il pollice proprio sulla mia fessura
impazzita. Sentivo quella parte contrarsi senza che ne avessi alcun
controllo, mi aprivo e chiudevo come se stessi cercando di ammaliare quel
dito che non aveva abbastanza coraggio di conquistare e occupare il suo
giusto posto ma si limitava all’entrata ad un massaggio che mi stava facendo
uscire pazzo. Forse tentato mi penetrò appena accarezzando la morbida carne
pieghevole del mio antro facendomi bruciare di desiderio ancora di più.
Sapevo che quello che mi stava facendo era semplice tortura ma nonostante
questo seppi che non sarei stato più in grado di farne a meno. Cort aveva
ragione ero maledettamente masochista a desiderare la mia follia.
- Cort…- Gli morsicai la spalla per impedirmi di urlare di scoparmi e di
smetterla di giocare con il mio corpo. Anche se non lo dissi forse mi si
lesse in faccia e fui punito per la mia richiesta muta, mi pizzicò forte
l’anello di carne che era stato già preso d’assalto facendomi quasi
lacrimare gli occhi ma anche gemere di piacere.
- Ti ho mai detto che hai un bellissimo sedere solido con la stessa
morbidezza di quello di una donna? Riesco ad affondare le mani nella tua
carne e sentire contemporaneamente i tuoi muscoli pronti a scattare. Sei la
reincarnazione di tutto ciò che c’è di erotico al mondo… sei veramente
magnifico, un miracolo delle ultime forze del Prim, una creatura fatta
apposta per tentare la razionalità degli uomini-. Mi guardò con uno sguardo
adorante che nessuno mai mi aveva rivolto. Fino a quel momento ero stato
guardato con desiderio, bramosia, lussuria, curiosità, affetto ma mai con
quell’espressione che solitamente era rivolta alle divinità. Pensai che se
Cort ancora non mi amava era ad un passo dal farlo, doveva solo portare il
suo amore su un livello più terreno e meno… divino.
- Potrei abituarmi a tutti questi complimenti-.
- E' un complimento considerarti la madre di tutte le puttane?- Ci rimasi
talmente male dopo tutto le fantasie che mi ero fatto che non riuscii a
rispondergli con prontezza. Credo di averlo guardato con uno sguardo
talmente ferito da avergli fatto pena e se sono riuscito in una cosa simile
(niente e nessuno fa mai pena a Cort bisogna tenerlo bene a mente!) vuol
dire che la mia faccia si era veramente sgretolata. Sapevo che non era una
persona affatto tenera senza alcuna sensibilità ma era anche vero che io ero
ancora un ragazzino e che ero innamorato di lui più di quanto potesse essere
possibile amare qualcuno senza che il cuore scoppiasse per mancanza di
spazio. Sentirmi dare della puttana mi fece maledire un’ulteriore volta la
mia bellezza esagerata. Abbassai lo sguardo senza avere più il coraggio di
guardarlo negli occhi ma rimasi comunque in silenzio, se Cort in quel
momento voleva tra le braccia una puttana io sarei stato quella puttana, non
c’era più eccitazione nel mio corpo ma il bisogno che avevo di lui era forte
tanto quanto lo era stato il momento in cui avevo messo piede in quella
casa. Sarei stato pronto a farmi scopare anche in quel momento in cui ero
sicuro che non avrei sentito altro che dolore e umiliazione ma se era lui ad
infliggermelo l’avrei accettato come il regalo più bello ricevuto finora.
Quindi continuai a strofinarmi su di lui senza guardarlo per non rischiare
che si accorgesse di qualcosa ma fu inutile visto che mi ritrovai i fianchi
bloccati dalle sue grosse mani dure. Sentivo il suo sguardo addosso in
attesa che alzassi il viso e che lo affrontassi, non so dove trovai le forze
e il coraggio, lo accontentai, non volevo più dimostrarmi debole ai suoi
occhi, volevo che fosse fiero di me per qualcosa che non fosse la mia
inutile bellezza.
- Allora? Non dici nulla?-
- Cosa vorresti che ti dicessi?- Glielo chiesi con timore, avevo il terrore
di poter sbagliare.
- Faresti di tutto pur di stare con me vero?-
- Sì…-
- Ti lasceresti anche chiamare puttana…-
- …- Lo avevo appena fatto non mi servì rispondere e non volevo neanche
farlo, ammetterlo avrebbe raddoppiato il dolore che provavo in quel momento.
- E se lo volessi ti lasceresti anche trattare da puttana…-
- Tutto quello che vuoi Cort…- Mi abbassai a baciargli il collo per
stroncare il discorso ma Cort non me lo permise, mi rimise dritto davanti a
lui in modo da potermi guardare bene negli occhi. Mi sembrò quasi che
potesse vedermi dentro. Per la prima volta provai vergogna di trovarmi nudo
davanti a lui.
- Principessa quello che avrei voluto che tu facessi era urlarmi contro,
insultarmi, picchiarmi, semplicemente ribellarti al fatto che ti ho dato
della puttana ingiustamente-.
- Ingiustamente?-
- Oddio Vanny pensi davvero che ti consideri una puttana? Hai quindici anni
e non hai ancora avuto nessuna esperienza sessuale, mi stai seduto sopra e
nonostante questo riesci ad emanare un alone di innocenza tale da farmi
chiedere in che modo dovrei toccarti per sporcarti il meno possibile, hai
ancora lo stesso identico sguardo di quando ti ho visto la prima volta e tu
mi chiedi se ti stavo dando veramente della puttana? E’ già tanto se riesco
a considerarti un comune essere umano!-
- E allora perché l’hai fatto?- Non riuscivo a capire perché mi avesse
voluto fare del male volontariamente senza nessuna ragione.
- Il problema non è perché l’ho fatto, il vero problema è la tua reazione!
Mi avresti dovuto ficcare le unghie nella ferita o darmi una gomitata sulle
costole rotte non startene in silenzio e continuare a farmi fare quello che
mi pare con il tuo corpo!-
- Cazzo Cort mi stai mettendo alla prova? Non puoi semplicemente levarti di
dosso i panni da Maestro almeno per ora?!- Fui scioccato e appena umiliato
nello scoprire che stava studiando le mie reazioni anche in un momento così
intimo invece di lasciarsi andare come avevo fatto io fin dall’inizio.
Sapevo che aveva ragione e se già questo era abbastanza irritante il fatto
che avesse scelto proprio quel momento per dirmi che ero un debole senza
spina dorsale era troppo.
- Se ti avessi parlato da Maestro non mi sarei limitato alle parole, ti
avrei preso a calci nel sedere per farti reagire e forse è proprio quello
che ti serve per farti entrare nel cervello che per prima cosa su tutto c’è
il rispetto per sé stessi. Mi sto rammollendo visto che continuo comunque ad
accarezzarti ed avere voglia di baciarti, no non mi sto affatto comportando
da tuo Maestro ora principessa-. Mi baciò gli angoli delle labbra facendomi
rilassare tutti i muscoli facciali che si erano tesi per la stizza.
- Io non sono una puttana Cort-.
- Meglio tardi che mai principessa. Non potresti mai esserlo, non ne hai
neanche mai vista una e soprattutto non l’hai mai vista all’opera… ma io che
ne ho un’esperienza di anni e anni alle spalle ti posso assicurare che non
hai assolutamente nulla della puttana e questo non è necessariamente un bene
però…-
- Se fossi più esperto saprei come darti piacere…-
- Scemo sto parlando del fatto che le puttane hanno un carattere forte,
diversamente da te nonostante il mestiere che fanno e il fatto che le paghi
non si lasciano insultare, ripeto diversamente da te. Sei il ragazzo più
meraviglioso che abbia mai avuto la sfortuna di addestrare e nonostante
tutto sei anche quello più problematico…-
- La sfortuna?-
- Sei meraviglioso ma totalmente incapace principessa…-
- Ti faccio schifo per la mia debolezza vero?- Ormai era una cantilena
ripetermi che facevo schifo come allievo quindi pensavo che fosse del tutto
plausibile che gli facessi schifo anche come persona, nonostante quel
meraviglioso che mi aveva appena detto.
- Oh sì in genere adoro scopare chi mi fa schifo… Gan tua madre ti ha
veramente rovinato e a me ha lasciato il compito di fare il miracolo di
darti un po’ di amor proprio-.
- Dovresti farti perdonare lo sai Cort?-
- Hai perso la tua occasione, mi potevi picchiare e insultare quanto volevi
e io non avrei reagito…- Mi sorrise con dolcezza e poi mi baciò a labbra
aperte con la lingua che quasi me la spinse in gola.
- Te l’ho già detto che non mi interessa farti male…-
- Anche perché non ci riusciresti, hai le mani così delicate che non
riusciresti nemmeno a farmi uno stupido livido-. Mi baciò ogni singolo dito
e poi mi strinse di nuovo a sé riabbracciandomi alla vita e riportando le
mani sul mio sedere.
- Quindi come pensi di farti perdonare?-
- Non mi devo far perdonare, era una lezione che ti doveva essere
impartita-.
- Fammi capire sono autorizzato a ribellarmi ogni volta che fai qualcosa che
non mi sta bene?-
- Scordatelo ragazzino, lo puoi fare ora che non vesto i panni del Maestro
altrimenti devi stare zitto e buono e sopportare ogni mio sopruso.
Ovviamente poi devi anche capire quando scherzo e quando no. Se ti do della
puttana per scherzare e tu in risposta mi prendi a pugni hai finito di
esistere-.
- Hmmm che discorso complicato a me pare comunque di essere stato fregato e
che tu mi debba qualcosa-. Mi sfregai sulla sua eccitazione che non si era
minimamente sgonfiata per fargli capire in quale modo avrei voluto essere
ripagato. Mi liberai di un gemito di frustrazione per rendergli l’idea di
quanto mi sarebbe piaciuto quel modo di chiedere scusa. Forse me l’ero presa
così tanto perché un po’ puttana mi ci sentivo in quel momento, insomma non
sapevo più che inventarmi per farmi scopare da lui!
- Ragazzino viziato, vedrò quello che posso fare-. Mi allontanò dal suo
corpo con mio enorme disappunto ma poi tenendomi per la schiena con un
braccio si abbassò famelico sul mio petto cominciando a leccare e a mordere
ogni centimetro di pelle che era in mostra e che non aspettava altro che
lui, la sua lingua, i suoi denti. Riprese a massaggiarmi con il pollice e
con la mano il sedere con quelle carezze che non facevano altro che farmi
desiderare enormemente di più. Mi succhiò un capezzolo talmente a lungo da
provocarmi un dolore che non riuscivo a distinguere dal piacere. Me lo aveva
fatto diventare duro e dritto come se una piccola parte dell’eccitazione che
avevo tra le gambe avesse fatto bagagli per trasferirsi ai piani superiori
per mancanza di spazio. Spinsi la sua testa per invogliarlo a prendersi cura
dell’altro mio capezzolo, rivalutai effettivamente il significato della
parola tortura dandogli una valenza alquanto positiva. Mi immaginai Cort che
succhiava e mordeva il seno di una donna e trovai il tutto tremendamente
sbagliato, lui era fatto apposta per amare e desiderare me, a nessun altro
poteva provocare un simile piacere se non a me. Il mio corpo era stato
creato proprio per soddisfare ogni suo desiderio e godere di ogni suo più
piccolo tocco, ero il suo incastro perfetto. E non mi sono sbagliato
nell’affermarlo, dopo tanti anni di convivenza ne sono più convinto che mai,
io sono fatto per lui come lui lo è per me.
- Te lo devo dire principessa, gemi proprio come una puttana…-
- Sono autorizzato a picchiarti ora?-
- No visto che è la verità, non so se mi fanno eccitare di più i tuoi gemiti
o il tuo corpo-.
- Posso fare qualcosa per eccitarti di più?-
- Spero di no altrimenti rischierei l’infarto-. Mi baciò con la lingua e
prima di darmi il tempo di trovare il giusto ritmo si staccò e ricominciò a
mordermi e a leccare il petto. Stavo impazzendo mi sentivo andare a fuoco da
ogni parte e quel pollice che non aveva mai smesso di torturarmi entrando e
uscendo dal mio corpo mi stava facendo venire voglia di urlare e di
violentarmi da solo in qualche modo assurdo.
- Cort…- Sussurrai il suo nome con le poche forze che mi erano rimaste, non
alzò nemmeno la testa non mi diede la minima attenzione, mi morsicò solo più
forte.
- Cort…- Gli strattonai i capelli per cercare di farlo smettere ma l’unica
cosa che ottenni furono le sue mani che mi strinsero i glutei sollevandomi
da lui per potergli dare maggiore campo d’azione sul mio petto ormai
devastato. Poi mi rimise giù esattamente sopra la sua eccitazione,
muovendomi su di lui cercai di incastrarla tra le mie natiche, quando ci
riuscì anche il suo pollice ritornò al suo posto e finalmente mi venne il
coraggio di chiedere ciò che stavo tentando di fare con scarsissimi
risultati.
- Cort… il dito…-
- Cosa?- Finalmente mi diede un minimo di attenzione, alzò appena la testa
per parlare per poi rituffarsi nuovamente sulla mia pelle.
- Voglio il tuo dito…-
- Hmmm?-
- Voglio il tuo indice…-
- Lo vuoi?- Contro ogni mia aspettativa riuscii a farmi guardare sul serio,
potevo leggere nel suo sguardo tutta la perplessità e la confusione di un
uomo che non sapeva di che cazzo si stesse parlando. Sorrisi malizioso
cercando di spacciarmi per sicuro e con senza alcun dubbio su quello che
volevo
- Voglio il tuo indice… ficcamelo dentro…-
- Oh!- Fece una faccia talmente sorpresa e quasi scandalizzata che non
riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.
- Oh? Cort quel pollice mi sta facendo impazzire e se davvero non hai
intenzione di scoparmi il minimo che tu possa fare e soddisfare la mia
voglia in qualche altro modo. Il tuo indice è quello che mi ci vuole-. Mi
strofinai nuovamente sulla sua eccitazione per fargli capire che se non mi
avesse accontentato gli avrei reso la vita maledettamente difficile. Infatti
mi bloccò subito i fianchi con il braccio. Soffocò una risata direttamente
contro la mia spalla mandandomi brividi su tutto il corpo.
- Ficcamelo dentro? Principessa vuoi farmi venire solo usando la tua voce e
dicendo cose perverse con quel visetto da innocentino che ti ritrovi?-
- Veramente vorrei venire io…- L’eccitazione che avevo ogni volta che mi
risvegliavo dai sogni erotici era niente paragonabile a quella che avevo in
quel momento, se qualcuno mi avesse detto che i testicoli mi sarebbero
esplosi da un momento all’altro e il cazzo sarebbe decollato per la Luna non
avrei faticato a credergli. Devo ammettere che avrei creduto a qualunque
cosa basta che mi fosse permesso di venire e di provare le gioie e i dolori
del mio primo orgasmo.
- Sicuro di volerlo veramente? Potrei farti male…-
- Meglio il dolore della tortura che il tuo pollice mi sta facendo…-
- In effetti qui giù sta pulsando parecchio…- Affondò appena il malefico
pollice, ma non abbastanza da far entrare una sola falange, ma compresi cosa
volesse dire dicendo che stavo pulsando. Sentivo la parte battere
spasmodicamente come quando si ha un’infezione in corso, ma l’unica
infezione che avevo io si chiamava “voglia irrefrenabile di farsi scopare da
Cort”. Era una vera malattia, maledettamente invalidante.
- Fallo ti prego…-
- Non mi pregare, non sono uno di quelli che desidera sentirsi pregare…-
- Davvero? Non sembrerebbe visto il narcisista bastardo che sei-.
- Se mi preghi di picchiarti allora sì che godo, ma per scopare no…-
- Fammi pensare… essere picchiato da te o farmi scopare dal tuo dito?
Scopiamo-. Sorrise e poi mi abbracciò tirandomi su per sistemare meglio le
mani sotto il mio sedere.
- Ora principessa ho bisogno del tuo aiuto-. Avevo gli occhi lucidi per
l’emozione e continuavo a mordermi le labbra, mi limitai ad annuire non
sicuro di quanto potesse essere ferma la mia voce.
- Mi piace averti così obbediente e docile una volta tanto… apriti a me ora
che ti sto sostenendo…-
- Uh?-
- Spalanca le tue chiappe e fammi entrare-.
- Troppo sdolcinato e romantico Cort…-
- Allora che aspetti? Sei leggero ma non mi fa bene contrarre per molto
tempo gli addominali con lo squarcio che mi ritrovo…- Sospirai rassegnato,
non avevo pensato che avrei dovuto partecipare anch’io ,avrei voluto che
facesse tutto lui e il fatto che sospettavo che volesse semplicemente
guardarmi mentre lo facevo non mi rendeva le cose più facili. Comunque feci
come mi aveva detto e rimasi in attesa della sua prossima mossa che
ovviamente mi stupì. Mi abbracciò a sé e con la testa appoggiata alla mia
spalla si godette l’intero spettacolo, dall’inizio alla fine. Vide il suo
dito avvicinarsi alla mia apertura, le mie dita tremare sulla mia stessa
carne e infine la penetrazione lenta e continua sul mio corpo.
- Gan potrei venire solo guardandoti intrappolare il mio dito mano a mano
che sparisce…- Non parlai per non so quanto tempo, il dolore e il piacere si
rincorrevano senza darmi tregua. Ogni millimetro che riuscivo a contenere
era il risultato di fatica e sudore, non avevo mai pensato di poter essere
così stretto là dentro visto tutti i segnali che il mio corpo mi aveva
mandato facendomi desiderare una simile intrusione. Il dito di Cort si
trovava incastrato tra le mie pareti, mi chiesi come la situazione potesse
sbloccarsi, sapevo che il punto in cui si era fermato non era quello giusto
che più su ci sarebbe stato l’esatto posto che mi avrebbe fatto sentire in
estasi appena avesse avuto la stimolazione giusta.
- Cort…-
- E tu che volevi addirittura scopare…-
- Lo voglio ancora…-
- Ci avrei scommesso ragazzino…- Ghignò soddisfatto come se davvero non si
fosse aspettato altro che questo.
- Come risolviamo questo piccolo problema?-
- Intendi il fatto che hai un culo talmente stretto che neanche il mio dito
riesce ad entrare?-
- Esattamente-.
- Oh ma quello si risolve subito…-
- E allora che stai aspettando?-
- Volevo tenerti sulle spine, non ha prezzo la tua espressione allarmata e
vagamente impanicata…- Mosse appena il dito ruotandolo e sentii le mie
pareti prendere forma intorno a lui, non avevano ancora ceduto di un
millimetro ma la loro elasticità mi dava buone speranze di poter sbloccare
presto la situazione.
- Allora possiamo anche risolvere…-
- Per quello principessa è un po’ più complicato, come puoi ben vedere il
mio cazzo non è esattamente grosso come il mio dito, fortunatamente non è un
problema di cui dobbiamo preoccuparci visto che non ho nessuna intenzione di
scoparti-.
- Sei crudele Cort…-
- Mai sostenuto il contrario riccioli d’oro-.
- Oddio chiamami principessa e ragazzino quanto ti pare ma ti prego evita di
chiamarmi così, mi fa venire i brividi…-
- Ma è vero che sei riccioli d’oro…-
- Mi ci chiamava mia madre…-
- Mi hai convinto non ti ci chiamo più-. Cort ha sempre odiato mia madre per
tutti i casini che mi ha procurato. Ogni volta che gli dico che sta facendo
qualcosa come la faceva mia madre è la volta buona che smette di farla per
sempre. Lo capii per la prima volta quel giorno e ora me ne approfitto anche
per le cose che fa e che non mi stanno bene, mi sto facendo influenzare un
po’ troppo da lui…
- Cort non ce la faccio più, fai qualcosa…-
- Come vuoi…- Avrei fatto meglio a non chiedergli nulla e c’avrei guadagnato
in salute mentale, il sorriso sadico dipinto sulle sue labbra mi sarebbe
dovuto sembrare un cartello di allarme grande quanto Gilead ma in quel
momento non ero esattamente in me. Sfilò il dito dal mio corpo per poi
affondarlo con un movimento unico e senza fermarsi fino allo stesso punto di
prima. Ma ciò che prima aveva fatto con delicatezza e lentezza stavolta fu
fatto senza un attimo di esitazione che mi fece sentire veramente spaccato
in due. Appena mi sfuggì un lamento di dolore non mi diede più pace,
comincio a ruotare il dito, a spostare l’inclinazione e scavare, finché la
mia carne non dava segni di cedimento e ogni volta che lo faceva sprofondava
di più in me per ricominciare tutto daccapo. Poi quando non riusciva ad
andare avanti usciva nuovamente per poi infilarsi nel mio corpo con maggiore
forza di prima andando avanti come se niente lo avesse ostacolato. Stava
forzando il mo corpo ad accettarlo e nonostante questo il dolore che ne
scaturiva era la sensazione più simile al piacere di tutte quelle provate
finora. Mi lamentavo e gemevo in contemporanea non capendo bene neanche io
cos’era ciò che provavo e non avevo neanche il tempo di metabolizzare bene
quello che stava accadendo visto che Cort non mi dava pace, si tirava fuori,
affondava e allargava senza mai fermarsi un attimo. Mi baciò per farmi
distrarre dalle sensazioni che mi esplodevano all’interno cercando così di
farmi rilassare per facilitargli il compito di penetrazione. Mi accorsi che
era riuscito ad abbattere le mie barriere fisiche e mentali solo nel momento
in cui una scarica di piacere mi sconvolse ogni terminazione nervosa che
quasi mi fece venire un attacco epilettico. Finalmente era riuscito a
raggiungere quel punto che sapevo che avrebbe trovato solo scavando in me,
non avevo alcun dubbio sulla sua esistenza, tutti i sogni erotici che avevo
fatto riguardavano proprio quel punto e come venisse sfiorato e martoriato
da Cort in tutti i modi possibili e immaginabili. Ad ogni suo tocco la mia
voce si alzava di un’ottava, non urlai solo perché ero incapace di farlo ma
la mia voce normalmente bassa era diventata abbastanza stridula da non farla
sembrare più la mia. Riuscii ad aprire gli occhi per vedere l’espressione di
Cort e capire che effetto gli faceva quello che mi stava facendo, lo trovai
sereno come non mai concentrato a non lasciarsi sfuggire nessuna espressione
di godimento sul mio volto. Richiusi gli occhi, mi sembrava di provare
ancora più piacere aggrappandomi alla sola sensazione di essere posseduto da
una parte di lui, il fatto poi che il mio corpo si era abituato a quell’intrusione
mise fine al dolore precedente lasciandomi addosso solo un piacevole
indolenzimento che non faceva altro che aumentare la sensibilità al piacere.
Non ero mai stato così vicino all’orgasmo, ero in dirittura d’arrivo e stavo
per farglielo notare quando bloccò il dito tenendolo semplicemente premuto
su quella specie di bottone che era in grado di scatenarmi un piacere tale
da farmi perdere ogni inibizione. Mi baciò per distrarmi ancora una volta da
quel piacere intossicante che minacciava di esplodere da un momento
all’altro e capii che non era intenzionato a farmi venire tanto facilmente.
- Ora contrai i muscoli…- Mi sussurrò all’orecchio spedendomi nuovi brividi
per tutta la schiena, era talmente assurda quella richiesta che spalancai
gli occhi dimostrando tutta la mia sorpresa. Non capivo come non potesse
vedere con i suoi stessi occhi che non ero più padrone del mio corpo, mi
sarebbe stato più facile volare che ordinare ai miei muscoli una cosa del
genere. E poi mi piaceva essere così spalancato per lui, mi sembrava una
cosa maledettamente giusta.
- Non sono sicuro di farcela…-
- Principessa non hai ancora imparato che quando ti dico di fare una cosa tu
la devi fare e basta? E questa non è una richiesta è un ordine: stringiti
intorno al mio dito-. Non badai affatto alle sue minacce ero troppo
concentrato sul fatto che volevo venire più di qualunque altra cosa.
Piagnucolai cercando di farlo impietosire ben sapendo che non ci sarei
riuscito, insomma avevo a che fare con Cort mica con una persona qualunque.
- Non credo di avere controllo sufficiente sul mio corpo per riuscire a
farlo… mi stai facendo impazzire Cort-.
- E io non credo che tu voglia scoprire quale punizione ti aspetta se non mi
obbedisci subito. In passato ti ho punito abbastanza da farti capire che non
è il caso di farmi incazzare, quindi fai come ti ho detto…- Mi guardò con il
suo tipico sguardo da Maestro pronto ad infliggerti la punizione dell’anno e
per sottolineare il tutto mi graffiò l’interno e subito sentii la mia carne
delicata tagliarsi e qualche goccia di sangue scivolare fuori. Questo invece
di spaventarmi mi fece eccitare ancora di più. Cercai di contrarre i muscoli
più che potevo, Con mia sorpresa mi resi conto di aver riconquistato la
strettezza di poco prima quando il dito di Cort era soffocato e intrappolato
nella mia carne.
- Ora da bravo, scopami il dito Vanny-. Dopo tutto quello che mi aveva fatto
avevo la parte abbastanza anestetizzata per poter godere in pieno la sua
intrusione, scoprendo che essere penetrato mentre ero ancora così stretto mi
dava incredibilmente più piacere di quando era riuscito ad aprirmi
abbastanza da non fare nessuna fatica. Ansimai più forte ringraziando
mentalmente, se non a voce, Cort per avermi costretto a farlo. Cercai di
imprimermi nella memoria di non mettere mai più in dubbio le doti, le
fantasie e le idee di Cort perché senz’altro ci avrei rimesso, in quel
momento, alla mia prima esperienza sessuale, ero fermamente convinto che
Cort fosse un dio del sesso…e un pochino lo sospetto ancora adesso e ho
parecchie ragioni per pensarlo… Continuò a scoparmi con il dito per non so
quanto tempo, alla fine a forza di contrarre i muscoli mi sentii stremato e
nella debolezza l’orgasmo mi colse totalmente impreparato e indifeso. Mi
strinsi a Cort tanto da essere sicuro di avergli fatto male ma non mi
allontanò e non disse nulla anzi mi abbracciò a sua volta. Forse svenni per
qualche secondo o forse più semplicemente la mia razionalità lasciò il suo
posto per godersi almeno una volta cosa volesse dire lasciarsi andare alle
emozioni e alle sensazioni, tant’è che non ricordo nulla del tempo che mi ci
è voluto per svuotarmi completamente ma mi ricordo il momento immediatamente
successivo, ero semicosciente con Cort che mi accarezzava i capelli dandomi
piccoli baci sulla testa come a volermi tranquillizzare che era tutto
perfettamente normale. Non avrei mai potuto immaginare che potesse esistere
una cosa tanto bella e proprio il fatto che fossi impreparato a tutto quello
il mio primo orgasmo è stato quello più intenso, il migliore che abbia mai
avuto nonostante non avessimo avuto un rapporto completo. Minuti dopo
continuavo a tremare come se il mio corpo avesse deciso che era stato tutto
troppo esagerato da sopportare e che non fosse mai più potuto tornare a fare
le sue normali funzioni vitali. Avere poi il colpevole di tutto ancora al
mio interno di certo non migliorava la mia capacità di riprendere il
controllo. Sentivo lo sguardo di Cort bearsi della mia vista, e credo
proprio di dover essere stato un ghiotto spettacolo per lui, è stato lui
stesso a dirmi che non aveva mai visto niente di più erotico di me in preda
al mio primo orgasmo, ogni tanto si dispiace ancora del fatto che sarà
impossibile ripetere una simile esperienza anche se mi assicura che ogni
volta che vengo rimango comunque bellissimo da vedere. Un giorno di questo
voglio farlo davanti ad uno specchio tanto per vedere se sono così erotico
come dice… Rimasi accoccolato addosso al suo corpo, incapace di respirare
normalmente ma almeno riuscii a tenere gli occhi aperti abbastanza da
poterlo guardare in viso e vidi che mi stava sorridendo come se fosse venuto
anche lui. Sono sicuro che si sentisse molto soddisfatto per essere riuscito
a ridurmi in quel modo, il suo ego già smisurato doveva essersi come minimo
raddoppiato.
- Tutto bene ragazzino?- Cambiò il suo sorriso maliziosamente sapendo che
bene non era una parola presente nel mio dizionario almeno non in quel
momento.
- La domanda che mi dovresti fare è: sei ancora vivo?-
- Non posso fartela, non mi sei mai sembrato così vivo come in questo
momento… riesci ad essere ancora più bello. Mi hai stregato all’età di
quattro anni, posso sapere come ci sei riuscito?- Mi guardò con occhi pieni
di adorazione facendomi sentire l’essere più bello al mondo, cosa che non
avevo mai provato fino a quel momento. Avevo giudicato la mia bellezza come
un difetto che non aveva fatto altro che complicarmi la vita ma finalmente
avevo trovato il suo scopo: farmi guardare così dall’uomo che amavo.
- Hai capito subito che sono la tua principessa io non ho dovuto fare
niente-.
- Come fai ad essere ancora così puro e innocente nonostante il mio
addestramento? Tutti sono cambiati solo tu sei rimasto il ragazzino di
allora-. Levò l’indice dal mio interno per poi penetrarmi appena con il
pollice e con quello prese ad accarezzare e massaggiare l’anello tenero di
carne che era la mia entrata. Quel punto lo sentivo andare a fuoco a causa
di quello che mi aveva fatto ma il suo tocco gentile e fresco ora mi stava
facendo fare le fusa, era così piacevole e rilassante che quasi mi
addormentai tra le sue braccia.
- Non è vero mi hai fatto diventare più sicuro di me stesso, e questo mi ha
fatto capire cosa voglio veramente-.
- Se aspiri a diventare il pistolero migliore di Gilead ti devo subito
disilludere principessa-. Mi morsicò e succhiò l’orecchio per riportarmi
alla realtà, si era accorto che stavo scivolando nell’incoscienza e voleva
che rimanessi ben sveglio per subire ancora la sua dolce tortura. Dopo
l’orgasmo mi era difficile tenere gli occhi aperti, la testa ancora mi
girava, ero troppo stordito e ancora strettamente legato al piacere intenso
che avevo appena provato.
- Me ne frego di sparare più velocemente di altri. Ti amo Cort mi sembra di
amarti da sempre, se da piccolo avessi saputo il significato della parola
amore te l’avrei detto anche allora, e ciò che vorrei è sentirmi dire la
stessa cosa da te-.
- Non posso accontentarti non so cosa voglia dire amare; non mi sei
indifferente e quando ti sto vicino mi sento strano, ti desidero fisicamente
ma non mi sento di dire che vorrei passare l’intera vita con te. So solo che
le sensazioni che mi fai provare sono diverse da quelle provate finora-. Mi
guardò negli occhi e capii che era sincero, non stava nascondendo i suoi
sentimenti, non sapeva davvero se quello che provava era amore o no. Mi
sentii sfiduciato non ero più così tanto sicuro che il ka volesse farci
stare insieme per sempre. Ma era già un progresso l’ultima volta che gli
avevo chiesto cosa provava per me mi aveva risposto che aveva solo una gran
voglia di scoparmi…
- Io dico che sei innamorato di me-.
- Sei diventato troppo sicuro di te principessa-.
- No, me l’hanno detto le tue mani mentre mi toccavi e i tuoi occhi quando
mi guardavi, e anche quando mi hai baciato…- Intendevo dire che era stato
diverso dalle altre volte, mi sembrava più guidato dal sentimento che dal
desiderio.
- Sono il primo che ti ha baciato, non sai se bacio come il resto del
mondo-.
- Impossibile…- Mi fece un sorriso dolce che mi spinse a baciarlo di nuovo,
non riuscivo a credere che fosse insicuro su quello che provava. Non aveva
mai sorriso a nessun altro in quel modo e visto che l’avevo visto anche
mentre scopava con una donna sapevo che non lo riservava neanche alle sue
amanti. Il vero Cort era tutto per me e forse questo lo spaventava
rendendolo più confuso del necessario. Almeno speravo che fosse così.
- E’ meglio che tu vada-. Me lo disse ma i suoi occhi continuavano ad essere
velati di desiderio e il suo pollice mi stava ancora torturando dolcemente.
Strinsi maggiormente le gambe sui suoi fianchi nell’eventualità che mi
volesse allontanare davvero.
- Non ci penso proprio, rimango con te-.
- Non farmi incavolare-. Mi morsicò una spalla facendola sanguinare, godetti
di quel gesto per quel marchio che mi aveva lasciato sul corpo. Desiderai
con tutto me stesso che mi lasciasse una cicatrice, che mi segnasse come sua
proprietà. Non fu così… il segno mi sparì dopo qualche giorno ma
fortunatamente in futuro sarebbero arrivati altri morsi e altri marchi che
mi avrebbero quasi fatto dimenticare quello, il primo fattomi da lui. In
quattordici anni è riuscito a lasciarmi una sola cicatrice dandomi un morso
all’interno della natica destra, prima di fare l’amore quasi ogni volta me
la bacia per assicurarsi che sia ancora lì e che io sia ancora totalmente
suo. Come direbbe lui schifosamente sdolcinato… ma adorabile.
- Ho già conosciuto il tuo lato peggiore per potermi spaventare, sono
abituato alle tue punizioni. Voglio rimanere tra le tue braccia e vorrei che
ci sdraiassimo e che ci baciassimo ancora, mi puoi accontentare almeno in
questo?-
- Lo sai che quello che è successo non cambierà le cose? Usciti da qui sarò
nuovamente il tuo Maestro e continuerò a trattarti come sempre ti ho
trattato. Non aspettarti nessun tipo di favoritismo da parte mia perché non
lo avrai. Mi ero ripromesso che mi sarei tenuto alla larga da te e così ho
intenzione di continuare a fare fuori di qui-.
- Non mi interessa ciò che c’è fuori da questa stanza, voglio solo godermi
questo momento. Quando torneremo ad essere allievo-maestro potrai trattarmi
come vuoi-. Sapevo che quello che lo frenava era il rapporto maestro-allievo
che ci legava e la litigata che avevamo avuto. Il fatto che fosse lui a
comandare doveva essere ben stampato nella mia mente ma si rendeva conto che
con quello che stavamo facendo il controllo gli stava scivolando dalle mani.
- Se ti faccio rimanere mi prometti una cosa?-
- Quale?- Ero pronto a promettergli anche la luna, avrei fatto di tutto pur
di stare ancora con lui anche solo per un’ora ancora.
- Promettimi che questa è l’ultima volta che vieni qui, altrimenti finirei
per trattarti diversamente dagli altri e non sarei più in grado di fare il
mio lavoro come dovrei-. Sapevo che il suo lavoro veniva al primo posto e
quindi non mi stupii la sua richiesta ma mi fece comunque male. Nonostante
gli anni passati insieme la situazione non è ancora cambiata io continuo ad
essere al secondo posto come priorità per Cort, ma ormai me ne sono fatto
una ragione. Al contrario quel giorno ero ancora un ragazzino e non ero per
niente rassegnato al fatto di non venire per primo, perché lui, come adesso,
per me era semplicemente tutto e io sarei dovuto essere lo stesso per lui.
Forse per questo Cort continua a chiamarmi principessa e ragazzino anche a
distanza di tanti anni.
- Vuoi davvero che questo sia il nostro ultimo incontro?- Glielo chiesi con
timore sperando che mi rispondesse con un secco no facendo così dileguare
tutti i miei dubbi ma sapevo che erano solo pure fantasie di un ragazzino
innamorato.
- Sì, se mi vieni a trovare a casa non credo che resisterei alla tentazione
di baciarti, mi piace troppo per non cascarci. Prometti?- Sottolineò la sua
frase baciandomi addolcendo così la sua decisione. Non potevo fare altro che
accettare altrimenti l’avrei perso per sempre.
- Sì ma promettimi che questa non sarà l’ultima volta che potremo stare
insieme-.
- Non ti posso promettere niente, anzi spero che tu possa trovare una moglie
e mettere su famiglia ti meriti di meglio dell’attesa di aspettare me senza
sapere se ti vorrò nella mia vita o no. Sei talmente bello che non farai
fatica a trovare qualcuno migliore di me-. Intorcinò con affetto un ricciolo
che mi era caduto sulla fronte spostandolo dietro al mio orecchio.
- Io ti aspetterò sempre Cort, anche se mi dicessi di non volermi più vedere
io continuerei ad aspettarti lo stesso, non parlare di assurdi futuri che
non si potranno mai avverare-. Non sapevo più cosa dire per fargli capire
quanto lo amavo e cosa significasse per me, più che dirgli che era il mio
passato, presente e futuro non sapevo proprio cosa fare. Mi alzai per fargli
assimilare meglio il concetto senza che il mio corpo gli intorpidisse la
mente.
- Dove vai?-
- In bagno-. Mi allontanai da lui con un enorme sforzo, anche sapendo che
presto sarei tornato tra le sue braccia mi sentii comunque terribilmente
solo. Sentivo il suo sguardo percorrermi il corpo per tutto il breve
tragitto, mi piaceva essere divorato da lui in quel modo perché era come se
stesse facendo l’amore con me nonostante ci trovassimo distanti. Entrai in
bagno e mi osservai nell’unico specchio della casa; non so come mi trovai
trasformato sia nel corpo che nello spirito. Forse era un’illusione che
creavano i miei occhi che brillavano come non mai. Mi pareva che la felicità
mi trasudasse da tutti i pori della pelle e che il piacere da me espulso
avesse portato via con sé ciò che era rimasto del bambino che ero facendomi
diventare un uomo. Mi chiesi se anche Cort si fosse accorto di questo mio
cambiamento e che cosa ne pensasse, dopotutto il Vanny a cui aveva
dimostrato più affetto era quello bambino e temevo che non sarebbe stato
capace di affezionarsi altrettanto a quello adulto. Mi sciacquai il viso per
vedere se l’illusione scompariva ma quando mi guardai allo specchio provai
le stesse identiche sensazioni di prima. Non sapevo se dovevo essere
contento o meno della mia scoperta ma sicuramente ero desideroso di
ritornare tra quelle braccia che avevano compiuto un simile miracolo.
- Hai intenzione di andartene in giro nudo ancora per molto?-
- Se lo desideri sì-.
- No, ci tengo alla mia sanità mentale e non ho intenzione di scoprire quale
sia il limite del mio autocontrollo-.
- Che peccato…-
- Vieni qui principessa, devo mantenere una promessa…- Mi misi nuovamente
seduto su di lui e mi ci spalmai facendo attenzione a non fargli troppo
male. Lo trovai più eccitato di prima, misi una mano nei suoi boxer e
cominciai ad accarezzarlo.
- A che stavi pensando per eccitarti così tanto Cort?-
- A scoparti in tutte le posizioni su ogni superficie possibile di questa
casa…-
- E come mai tutti questi pensieri impuri su di me?-
- Vederti ancheggiare nudo mi fa questo effetto…-
- Allora lo rifaccio magari i tuoi pensieri diventano realtà se insisto…- Al
contrario delle mie parole rimasi dov’ero con una mano che lo masturbava e
l’altra che gli accarezzava i capelli. Questo suo punto debole però me lo
tenni a mente per il futuro, infatti appena mi trasferii definitivamente a
casa sua ne approfittai più volte. E ne approfitto ancora! La mattina quando
ci alziamo a volte rimango nudo apposta, rifaccio il letto, preparo la
colazione e decido cosa mettermi, tutto sotto il suo sguardo affamato che
vorrebbe divorarmi. A volte sposta lo sguardo sulla mia vestaglia appoggiata
sulla sedia maledicendola per il fatto che non mi stia coprendo facendogli
così rischiare un infarto di prima mattina. Questa è anche una mia piccola
vendetta per il fatto che considera il lavoro più importante di me perché
non può far altro che rimanere a guardare senza fare niente se non vuole
rischiare di fare tardi a lezione. Poi quando è il momento che deve uscire
indignato e infuriato mi bacia e non resiste all’impulso di abbassarsi i
pantaloni e prendermi in profondità. Anche se sa che non ha il tempo di fare
l’amore non ne può fare a meno, si spinge in me due o tre volte e poi è
costretto a tirarsi fuori se non vuole far aspettare i suoi adorati allievi.
Mi ribacia e a denti stretti, come se fosse una minaccia, mi dice: “Questa
me la paghi ragazzino, stai pur certo che appena ho un momento libero ti
troverò e continuerò quello che ho cominciato, non mi scappi…”. Io gli
sorrido per fargli capire che non vedo l’ora che arrivi quel momento. E
posso star certo che arriva non è importante dove io sia o cosa stia facendo
quando Cort mi trova non posso fare altro che lasciare tutto e seguirlo e
subire la sua “punizione”. Una volta è stato capace addirittura di
trascinarmi via dall’aula mentre stavo facendo lezione, senza bussare è
semplicemente entrato con un sorriso a trentasei denti stampato in faccia e
con una voce da maniaco davanti a tutti gli allievi mi ha detto:
“Principessa sono venuto a riscuotere il credito di stamattina…” poi senza
darmi il tempo di replicare mi ha preso per il braccio e mi ha trascinato in
corridoio. Non sono serviti a niente i miei (deboli) tentativi di liberarmi,
mi sono ritrovato a rispondere ai suoi baci come se fossimo noi due soli
nella nostra stanza e quando mi ha fatto cenno di voltarmi gli ho obbedito
come una pecora segue il suo pastore. Mi ha abbassato i pantaloni giusto il
necessario e mi ha penetrato senza neanche prepararmi. Ho appoggiato la
fronte al muro e mi sono lasciato dominare da lui godendomi tutta la sua
passione. Poi si è bloccato nonostante fosse ben lontano dal venire, mi sono
voltato per chiedergli spiegazioni ma non mi sono servite visto che con la
coda dell’occhio ho visto una presenza accanto a noi. Quando mi sono accorto
che era un allievo sarei voluto sprofondare per la vergogna mentre Cort con
la sua solita aggressività gli ha chiesto che cazzo voleva per l’amore di
suo padre. Il ragazzino già solitamente terrorizzato da Cort mi ha guardato
come se potessi difenderlo da lui, era troppo piccolo per rendersi conto in
quale assurda situazione mi ero cacciato. Nonostante tutto ha preso coraggio
e mi ha detto qual’era il suo problema, avevano finito il capitolo che gli
avevo dato da studiare e ora si chiedevano che cosa avrebbero dovuto fare.
Cort fregandosene come sempre non ha fatto nulla per aiutarmi, continuava a
starmi dentro e a torturarmi con le sue mani, con la sua voce eccitata al
massimo mi ha ordinato: “Principessa che aspetti a levartelo dai coglioni,
io e te abbiamo da concludere qualcosa ti pare?”. Ho strappato il libro
dalle mani del ragazzino e a caso ho scelto una cinquantina di pagine tanto
per essere sicuro di non essere disturbato di nuovo e poi dietro ringhio di
Cort e mia gentile sollecitazione l’ho rimandato in aula. Appena il
ragazzino è sparito Cort ha cominciato a spingersi nuovamente in me
prendendomi con forza e mordendomi una spalla per impedirsi di gemere troppo
rumorosamente. Ho allargato meglio le gambe per riceverlo più facilmente e
ho cercato di farlo rallentare per prolungare il più possibile quella dolce
tortura, a quel ritmo avrei rischiato di venire ancora prima che Cort avesse
solo cominciato a fare sul serio. Finalmente trovando un ritmo che non mi
facesse perdere del tutto la ragione ho ritrovato l’uso della parola e
mentre ancora mi stava scopando sono riuscito a dirgli ciò che mi premeva:
“Non credo che giovi molto alla mia credibilità di insegnante chiamarmi
principessa o addirittura scoparmi davanti agli allievi”, e lui
sfacciatamente mi ha risposto: “Forse… ma ti posso assicurare che giova alla
mia di reputazione, fargli vedere quanto tu sia in mio potere mi fa
guadagnare ancora di più il loro rispetto”, a questo ho avuto ancora la
forza di rispondergli: “Bastardo anche tu sei in mio potere”, poi siamo
venuti e per un attimo tutto ha smesso di esistere tranne la presenza che
avevo ancora dentro di me. Dopo avermi liberato Cort mi ha voltato e
sorridendomi come un bambino ha chiuso il discorso: “E’ vero ma questo lo
sappiamo solo io e te, a stasera amore”. Com’era arrivato così se ne è
andato, lasciandomi mezzo nudo con un sorriso da beota sulle labbra e con
una classe in attesa di una spiegazione che ovviamente non gli ho mai dato.
Tutto questo per dire che Cort va totalmente in tilt quando mi vede nudo e
se non può avermi subito la sua voglia di me cresce a dismisura fino a
quando non può soddisfarla. Quel giorno, quando tra le braccia non aveva che
un ragazzino nudo e innamorato di lui si stava facendo violenza per non
prendermi come il suo istinto gli urlava di fare. Non l’ho mai più visto
esercitare un simile autocontrollo, forse anche perché non ne ha più avuto
bisogno. Nonostante sapessi che non avrei avuto speranze cercai comunque di
forzare la situazione, dopotutto Cort era comunque un uomo e anche lui aveva
un limite oltre il quale la ragione veniva sottomessa, e sapendo quanto gli
piacesse il sesso mi sentivo abbastanza ottimista. La mano nei suoi boxer si
fece più veloce e potevo vederne le conseguenze direttamente sul suo volto
teso dal piacere e quando fui sicuro che la sua mente era abbastanza
annebbiata dal piacere cercai di spogliarlo del suo ultimo indumento. Mi
sarebbe bastato anche solo strusciarmi sul suo sesso duro, volevo sentirlo
dove sarebbe dovuto stare, lì pronto e premuto sul mio sedere come se stesse
per fare l’amore con me. Non feci in tempo a fare nulla, mi ritrovai gli
occhi neri di Cort puntati addosso e la sua mano sulla mia che mi bloccava
ogni movimento.
- Che intenzioni hai principessa?-
- Fammelo sentire Cort… non ti sto chiedendo di prendermi voglio solo
sentire quanto sei duro e che effetto mi fa averti premuto contro…- Cercai
di liberarmi della sua mano ma senza risultato ormai si stava già rimettendo
i boxer a posto.
- Scordatelo, rischierei di perdere il controllo e non voglio che succeda, o
ti accontenti di quello che ti posso dare o te ne vai…- Nonostante la
delusione del mio fallimento mi sentivo orgoglioso per averlo portato ad un
passo dal cedermi, ero riuscito a renderlo insicuro e già questo era un
miracolo.
- Lo sai che non me ne vado…-
- Allora non cercare di fregarmi principessa altrimenti ti caccio e lo sai
che non ho problemi a farlo…- Mi ricordavo benissimo di quando mi aveva
cacciato e me ne ricordai così bene che lo abbracciai più stretto per
cercare di scacciare le brutte sensazioni di quel giorno, lo baciai e
continuai ad accarezzarlo per farmi perdonare.
- Non ce ne sarà bisogno farò il bravo Cort-.
- Oh Gan! Principessa la tua mano inesperta mi sta facendo godere più di
qualsiasi puttana che mi abbia toccato finora…-
- Allora sto andando bene…-
- No, non ci stai capendo un cazzo ma forse è proprio la tua inesperienza ad
eccitarmi così tanto… ora però smettila, è ora che ti insegni qualcosina-.
- Mica vorrai farmi da maestro anche qui vero?-
- Certo che sì, sdraiati principessa è arrivato nuovamente il mio turno-.
- Ma non ho ancora finito…-
- Pensi davvero che mi faccia vedere vulnerabile da un mio allievo durante
l’orgasmo?-
- Mi stai considerando un tuo allievo anche adesso?-
- Lo sei…-
- Non riuscirò mai a farti perdere il controllo vero?-
- Ci sei già riuscito non mi pare di aver mai fatto qualcosa di simile con
gli altri…-
- Almeno posso sentirmi orgoglioso di qualcosa…- Sbuffai, lamentandomi con
me stesso della mia inutilità ancora una volta dimostrata. Ero riuscito in
qualcosa di miracoloso coinvolgendo Cort in quella situazione ma ci ero
riuscito solo grazie alla mia bellezza e di questa non ne andavo fiero anzi…
- Dovresti sentirti orgoglioso di molte cose invece, smettila di essere così
insicuro-.
- Non vorrei dirtelo ma uno dei responsabili della mia insicurezza sei tu,
in questi anni mi hai massacrato sia fisicamente che mentalmente!-
- E nonostante tutto tu non ti sei tirato indietro, non me l’aspettavo,
quando ti ho visto il primo giorno pensavo che non saresti resistito neanche
un anno, credevo che fossi una causa persa in partenza. Invece sei stato una
vera sorpresa, non parlo delle tue doti di guerriero che sono rimaste più
che scarse ma mi riferisco al coraggio, alla forza di volontà e al tuo
spirito di sacrificio, hai dimostrato di avere le palle anche venendo qui
oggi…-
- Come mai tutti questi complimenti? Pensavo che me li sarei guadagnati solo
il giorno in cui ti avrei battuto…-
- Semplice perché quel giorno non arriverà mai e io volevo che sapessi che
dopotutto ti stimo come persona…-
- Non esserne così sicuro, potrei sorprenderti anche battendoti-.
- Cazzo se arrivasse quel giorno mi ritiro in pensione anticipata perché
vorrebbe dire che mi sono proprio rincoglionito!- Rabbrividì al pensiero di
vedersi sconfitto da una mezza cartuccia come me e io scoppiai a ridere tra
le sue braccia immaginando di vedere la sua faccia se lo avessi sconfitto
veramente. Sapevo che effettivamente era una cosa impossibile ma sognare ad
occhi aperti era il mio passatempo preferito ed erano anni che non facevo
altro che sognare Cort, solo in situazioni decisamente diverse e più
perverse…
- Allora preparati già da adesso una lista di passatempi perché quel giorno
arriverà presto…-
- Sogna pure ragazzino, quando mi sfiderai ti ritroverai con il culo per
terra prima ancora che io abbia finito di dire la parola principessa…-
- Certo che se mi chiamerai principessa con quel tono decisamente sconcio
non credo che riuscirò a fare altro che sciogliermi davanti a te, invece che
cercare di colpirti mi verrebbe sicuramente voglia di fare un altro tipo di
attacco…-
- Falliresti comunque, mica mi lascio incantare tanto facilmente…-
- Ah no? E allora come mai ci ritroviamo in questa situazione?- Feci una
faccia che dimostrava tutta la mia perplessità a riguardo della sua
affermazione e guardai prima il mio corpo nudo poi la sua eccitazione.
- Semplicemente perché sono ancora debole, e ora basta fare l’insolente
altrimenti ti ritrovi con il culo rosso in men che non si dica, ho già una
voglia pazzesca di palparti e se mi dai il pretesto giusto non mi limiterò
solo a quello-.
- Non dirmi che vorresti sculacciarmi? Non credi che sono un po’ troppo
cresciuto per questo?-
- No se sculacciarti mi fa eccitare ancora di più… ora sdraiati ragazzino ti
devo fare una rapida lezione su cos’è veramente il bello della vita…-
- Oh sì non sono mai stato così tanto interessato ad una sua lezione
Maestro-.
- E lo dici pure? Stai diventando veramente insolente, credo che dovrò farti
soffrire un bel po’ per ricordarti chi è che comanda qui…- Mi ribaltò sul
letto come se stesse spostando una piuma e non un essere umano, sapevo già
che la sua era stata tutta una sceneggiata sul fatto che si sentisse debole
ma non immaginavo neanche che nelle sue condizioni potesse essere tanto
forte. Si stese piano su di me cercando di non appoggiare il peso del suo
corpo sull’addome, gli controllai le bende e vidi nuove macchie di sangue.
E’ incredibile la capacità di Cort di assuefarsi al dolore, il dolore che
solo una mezz’ora prima lo aveva fatto imprecare ora veniva totalmente
ignorato. Mi beai della sua forza mentre mi stringeva e gli accarezzai i
pochi tratti di pelle che la fasciatura gli lasciava scoperti. Gli allacciai
le gambe alla vita per fargli capire che rivolevo il contatto interno di
prima. Mi rivolse un sorriso perverso e di vittoria che mi fece venire
voglia di pregarlo. Ma visto che era stato lui stesso ad addestrarmi ebbi
almeno la decenza di non cedergli subito. Mi misi a strusciare il sedere con
più pressione di prima e godetti del risultato quando lo vidi chiudere gli
occhi per cercare di riprendere il controllo e fare un verso gutturale che
dire che veniva direttamente dalle sue parti basse non sarebbe stato affatto
esagerato. Quando riaprì gli occhi lo vidi nuovamente padrone di sé e passò
subito all’attacco bloccandomi il bacino e strusciandosi stavolta lui
stesso. Sentii la sua erezione incastrarsi appena nella mia fessura e in
quel momento cedetti… urlai di desiderio e di frustrazione.
- Non era questo che volevi?-
- Hmm… molto di più…-
- Ah sì? Allora lo avrai- Mi penetrò con forza con il dito assassino di
prima ma stavolta provai una fitta di dolore che non riuscii a contenere.
- Ahia!-
- Non lamentarti come una femminuccia non posso averti fatto male sei ancora
aperto e rilassato da prima-. Con Cort non ci si può mai lamentare durante
il sesso solo se si accorge lui che mi ha fatto male allora è vero
altrimenti mi dice che sono una femminuccia e gli passa la voglia di
continuare. Solo Gan sa quante volte mi sono dovuto mordere le guance per
non fargli capire che mi stava facendo male, non lo faccio per puro
masochismo ma perché so che dopo il dolore lascerà il posto al piacere. Cort
non mi farebbe mai del male intenzionalmente ma questo l’ho capito solo con
gli anni…
- Lo sarò pure ma posso giurarti che mi hai fatto male, prima non ci hai
messo tutta questa forza…-
- Allora facciamola finita-. Si staccò da me e cercò di sfilarsi dal mio
corpo ma io lo fermai bloccandogli il polso con la mia mano e riportando il
dito esattamente alla profondità in cui stava prima. Poi allacciai meglio le
gambe intorno alla sua vita per non dargli possibilità di fuga facili.
- Non ci provare tu non ti sposti di qui!-
- Non mi piace prendere ordini da nessuno principessa e non sono qui a
violentare nessuno-. Mi guardò serio liberandosi della mia morsa, certamente
io non avevo alcuna possibilità di trattenerlo con la forza se lui non
voleva…
- Ti prego…- Cominciai a baciargli il viso, il collo fino a quando lo
costrinsi a lasciarmi l’accesso nella sua bocca dove intrecciai la mia
lingua con la sua. Con le mani poi tornai ad accarezzarlo con i miei tocchi
goffi che sapevo lo facevano impazzire di piacere.
- Certo che ti riesce proprio bene pregare… ti ho fatto veramente male?-
- Un po’…- Mi lasciai accoccolare dalla sua premura e dall’inaspettata
dolcezza delle sue labbra mentre il dito dentro di me mi accarezzava
delicatamente facendomi mugolare di piacere e il dolore era già dimenticato.
- Scusami, mi fai andare fuori di testa e mi scordo che sei una principessa
delicata e del tutto inesperta…-
- Sono qui per imparare…- E avevo imparato già tanto, così tanto che Cort
riusciva a malapena dal trattenersi nel saltarmi addosso
- Allora che dici di passare alla lezione ‘come si usano le mani’?-
- Pensavo che l’avessimo già fatta, la tua mano mi sta dando una piacevole
ripetizione proprio in questo momento…- Aiutai il movimento della sua mano
con la mia facendomi toccare nel mio punto segreto che mi faceva arricciare
le punta delle dita dal piacere.
- Parlo di questo…- Con la mano libera mi prese con energia l’erezione che
l’altra mano mi aveva fatto venire e cominciò a masturbarmi. Quella fu la
mia prima lezione sull’argomento e non l’ho mai più dimenticata. Venivo
stimolato nelle due parti più sensibili del mio corpo in più baciato da
quelle labbra che sapevo non ne avrei mai più potuto fare a meno per quanto
erano morbide e squisite. La masturbazione con Cort non è mai niente di
banale ma un modo come un altro per fare l’amore con lui.
- Oh Gan!- Cominciò così la mia perdizione, se prima ero riuscito a
mantenere un briciolo di dignità ora diedi tutto me stesso a quelle mani, la
mia voce e il mio corpo non mi appartavano più finché non mi liberai nel
secondo orgasmo della mia vita tra le dita di Cort che ancora continuavano a
pompare e ad accarezzare. Nell’ultimo fiotto di sperma probabilmente svenni
o semplicemente ero troppo intasato dalle emozioni per essere cosciente e
affrontarle. Mi affidai del tutto a lui fregandomene se avesse o no
approfittato di me anche se io avrei preferito che approfittasse di me
quando ero sveglio e lucido non mentre ero un moribondo e incapace di
gustarmi tutto il suo ardore e la sua imponenza. Gan quanta voglia avevo di
lui, ora che avevo assaggiato una piccola parte di come sarebbe stata la mia
vita con lui sapevo cosa mi sarei perso se non fossi riuscito a conquistarlo
e questo non sarebbe dovuto mai accadere perché di certo non volevo
rinunciarci. Sarebbe stato mio… ma per il momento mi godetti il riposo del
guerriero, ero talmente stanco che mi sembrava di essere andato davvero in
guerra e poi tornato vincitore e infondo qualcosa lo avevo vinto davvero: un
posto piccolo piccolo affianco a Cort… e magari nel cuore di Cort.
Continua
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