Ovviamente i personaggi sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me…

 

 


Come divenni uomo

Parte IV

di Mia

 

Dopo qualche mese il mio fisico cambiò, prese le forme che Cort gli aveva detto di prendere come a voler dimostrare che era pronto a donarsi a lui, si era fatto bello come lui lo desiderava, non avrebbe più avuto scuse per rifiutarmi. Nessuno mi avrebbe più potuto scambiare per una donna, anche se il viso era quasi uguale al bambino che ero stato il mio corpo era cambiato ed era innegabilmente da uomo. Non ero muscoloso come i miei compagni ma lo ero senz’altro più di una donna, la mia voce era ancora dolce ma più profonda e aveva perso la stridio tipico dei bambini. Ma quello che mi faceva sentire più orgoglioso di ogni altra cosa era la splendida erezione che segnava ogni mio risveglio e ogni mio pensiero, fantasia o sogno che facevo su Cort. Non ero più diviso in due, da una parte le mie emozioni dall’altra il mio corpo, finalmente mi ero unito in un essere tutt’uno e quel tutt’uno aveva lo stesso unico obiettivo, Cort. Tutti rimasero stupiti della mia crescita e della bellezza che questa mi aveva portato; a volte scorgevo Steven stesso guardarmi con adorazione finché non veniva beccato da All che gli rifilava una gomitata alle costole. Forse solo All era immune alla mia bellezza, gli altri se avessero potuto mi sarebbero saltati addosso in qualsiasi momento come se fossero bestie in amore e odorassero la loro partner in calore. Io anche se non ero propriamente in calore avevo gli ormoni parecchio sballati e un corpo che non avevo ancora imparato a gestire per non parlare del fatto che ero rimasto l’ingenuo ragazzino di prima. Ero ancora più appetibile, se non avessi avuto la protezione di Steven, All e Cort in quel periodo sarei stato violentato da tutta Gilead e forse non avrebbero avuto neanche la pazienza di stuprarmi uno alla volta. Ciò che Bobby mi fece quando ero più piccolo servì come monito a tutti, nessuno voleva misurarsi con Cort per una scopata anche se sembrava la più fantastica scopata di Gilead. Nonostante questi piccoli contrattempi ero felice di essere cresciuto, Cort finalmente mi guardava da uomo e non solo… Un pomeriggio a settimana facevamo immersione nel lago, io ero uno dei migliori anche se mai ero riuscito a conquistare il primato. Miglioravo di continuo ed era l’unica lezione in cui non venivo punito. Un giorno la mia prova andò al di là di ogni mia più rosea aspettativa e non me ne resi nemmeno conto. Una volta riemerso dall’acqua gelida mi limitai ad uscire per ritrovare la sensibilità agli arti, nonostante fossi bravo nell’apnea non riuscivo ad abituarmi al freddo. Mentre nuotavo verso la riva sentivo la voce di Cort tuonare ma non contro di me…

- Larve vi siete fatti battere dalla principessa! Non solo vi ha battuti ma ha messo anche il suo record personale. Se fossi in voi mi vergognerei, soprattutto quelli che avevano il primato e ora se lo sono fatto soffiare-. Uscii dall’acqua nudo e ancora incredulo mi diressi da Cort per avere la conferma. Era la prima volta che eccellevo in qualcosa.

- Davvero ho battuto il mio record?!- Quel giorno fu il primo sguardo di desiderio che si lasciò scappare, mi guardò dalla testa ai piedi, si leccò le labbra e poi mordendosele tornò in sé. Mi sentii bruciare per tutto il tempo che mi aveva guardato, avevo imparato a riconoscere quel tipo di sguardo per quello che era.

- L’hai stracciato… ottimo lavoro principessa-. Mi diede una pacca sul sedere, una via di mezzo tra una palpata e uno schiaffo, talmente forte che mi lasciò la forma della mano sulla natica arrossata. Il mignolo poi lo nascose nella valle delle due natiche e lo spinse e lo sfregò contro la mia fessura “casualmente”. Arrossii ben sapendo che quel contatto non era stato affatto casuale ma voluto.

- Gr… grazie!-

- Bell’impronta…Cort ha una mano veramente grande… Steven prova a toccarlo e ti uccido!- Quando tornai al mio posto All cominciò a prendermi in giro mentre Steven era davvero un po’ troppo interessato al mio sedere…

- Volevo solo vedere la differenza di mano!-

- Inventatene un’altra… Vanny non mi pare che Cort abbia solo quattro dita…- Dopo aver mollato la solita gomitata a Steven All tornò ad interessarsi e a studiare l’impronta di Cort sul mio sedere, sapevo che non gli sarebbe sfuggito un particolare che io avevo solo potuto intuire visto che non riuscivo a vedermi…

- Hmm?-

- Non vedo il mignolo, chissà dov’è andato a nascondersi eh?- Il mignolo curioso di Cort infatti non era stampato, probabilmente la sua impronta era un po’ più in profondità dove neanche lo sguardo curioso di All era capace di arrivare.

- Sta’ zitto scemo…- Arrossii per il suo sguardo malizioso e per evitarlo mi girai a guardare Cort, lo sorpresi a guardarmi e questo mi fece arrossire ancora di più. Distogliemmo lo sguardo tutti e due subito ma facendo così mi esposi di nuovo alla curiosità di All. 

- Che carino che sei quando arrossisci Vanny, quasi mi innamoro anch’io di te…- Sbuffai appena per l’assurdità della cosa, se fosse successa una cosa simile si sarebbe scoperto che non ero umano e che ero in possesso di poteri magici. Con lui stavo talmente tranquillo che era il mio confidente personale, ogni cosa che mi passava per la testa gliela dicevo, e quando dico ogni cosa intendo dire anche ogni mia fantasia. Se lo avessi fatto con Steven ci sarebbe stato dell’imbarazzo e lo avrei fatto terribilmente eccitare e quindi forse rovinato la nostra amicizia. All invece mi ascoltava, a volte rimaneva serio altre scoppiava a ridere sfottendomi ma poi mi rassicurava dicendomi che le mie fantasie erano uguali a tutti gli innamorati del mondo e che non ero l’unico pervertito, lui stesso aveva le mie stesse fantasie, ovviamente a ruoli invertiti. Mi uscii naturale dirgli quello che pensavo anche in quel momento.

- Spero rimanga per un po’ di tempo, mi sembra di essere stato marchiato da Cort-.

- Quel mignolo ti ha marchiato mica la mano…- E’ il talento principe di All imbarazzarti quando credi di aver già raggiunto il massimo dell’imbarazzo, tira fuori il meglio di te.

- Non è come pensi…- Visto che avevamo i stessi pensieri perversi sapevo benissimo che cosa credeva che era successo e si sbagliava… purtroppo.

- Perché secondo te che penso?-

- Che… che… ma…non è così! Mi ha solo accarezzato… l’ha solo appoggiato…-

- Quante tonalità di rosso riesci a raggiungere! Lo so che non ti ha fatto altro, se si fosse spinto più in là probabilmente gli saresti svenuto tra le braccia…- Aveva ragione se quel mignolo avesse superato le mie difese fisiche sarei svenuto o mi sarei messo ad uggiolare come un cucciolo bisognoso d’affetto. Avevo abbastanza amor proprio da negare o almeno provarci sapevo già che non sarei stato affatto convincente, non con tutto quello che All sapeva di me.

- Non ti prendere gioco di me…-

- Mi fai troppa tenerezza per non farlo, per me sei rimasto il bambino di un tempo. Ora però rivestiti altrimenti sarò costretto a far fuori il nostro futuro Re…- Steven non era come me, era diventato passivo per amore del suo compagno ma la parte attiva di lui non era riuscito a sopprimerla e visto che All da quel punto di vista non lo soddisfaceva a volte si dimostrava frustato come quella volta che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso. Ormai mi ero abituato al suo sguardo voglioso e soprattutto mi ero abituato a vedere All mollargli una gomitata nel costato per risvegliarlo. Nonostante le sue fantasie da attivo non ha mai tradito All, solo diventato Re ha potuto sfogare la frustrazione sulla sua Regina…

- Dai non fare il geloso lo sai che amo solo te-. Ed era vero, come me Steven nella vita avrebbe amato solo una persona, il suo compagno di sempre. A quel tempo era ancora giovane e aveva gli ormoni a mille e anche se il suo fisico reagiva agli stimoli non sarebbe mai stato con nessun altro, tanto meno con me. Faceva pensieri impuri ma si limitava a quello All in confronto a me era fortunato, io sapevo che Cort si faceva una puttana diversa ogni notte… Quando ci siamo messi insieme poi ho avuto il suo stesso problema, Cort era particolarmente sensibile al fascino femminile ma anche lui per quanto io ne sappia non è mai arrivato a tradirmi.

- Ami me ma ti vuoi scopare lui!-

- Ma stiamo parlando di Vanny! E’ bellissimo lo ammetto e ti fa venire pensieri che non dovresti ma non ci farei assolutamente nulla per me è un fratello!- Mi accarezzò una guancia per far capire al suo compagno quanto fosse innocente il nostro rapporto, Steven in passato mi ha guardato con lussuria ma non si è mai permesso di toccarmi con un sentimento diverso dall’affetto fraterno. Poi una volta cresciuti gli capitava sempre meno di incantarsi davanti a me, come per molti altri era solo una questione di ormoni impazziti.

- Sarà meglio per te…- Quando li vedevo baciarsi mi voltavo sempre più per invidia che per altro, ormai li avevo visti pure scopare quindi non c’era niente che mi imbarazzasse in un bacio. Feci finta di nulla e intanto mi rivestii sbirciando un pochino verso Cort che però aveva smesso di badare a me, per fortuna aggiungerei se avesse beccato i due piccioncini tubare durante la sua lezione li avrebbe spiumati per bene e poi cotti e mangiati in un sol boccone. Lo faceva apposta a far finta di non vedere altrimenti troppe volte li avrebbe dovuti punire… Quando si staccarono vidi All ancora leggermente imbronciato nonostante Steven gli stesse mangiando il collo di baci. Non poteva lamentarsi troppo visto che tutto dipendeva da lui e dalla sua fobia di essere sottomesso, d’altra parte Steven non poteva certo obbligarlo a fare quello che da bambino l’aveva traumatizzato a vita. Essere violentati ripetutamente a soli quattro anni ha distrutto per sempre una parte della sua vita e Steven lo sapeva e lo sa tutt’ora. Loro due sono stati il mio modello di coppia perfetta nonostante i problemi che avevano, riuscivano comunque a mantenere un certo equilibrio. Quindi mi dispiaceva sempre quando litigavano o bisticciavano per colpa mia…

- All ma di che ti preoccupi lo sai che mi faccio toccare solo da Cort-.

- Oltre che toccare ti fai anche sculacciare…- Anche se felice di aver distolto la sua attenzione da Steven la sua allusione mi fece arrossire di nuovo, quasi mi maledii di aver aperto bocca, infondo quello più incasinato tra noi ero io mica loro…

- Non mi ha sculacciato… era una pacca amichevole…- Mi sentii in dover di spiegare ma già avevano ricominciato a baciarsi e stavolta con la loro solita passione di sempre, feci una smorfia e mi allontanai per paura di essere contagiato dalla loro idiozia e magari commetterne qualcuna io tipo andare da Cort abbracciarlo e baciarlo come avevo voglia di fare in quel momento e non sarebbe stata una cosa furba da fare, probabilmente ci avrei rimesso la vita. Dopo quel giorno Cort non diede più segni di apprezzamento, rimaneva impassibile tanto da chiedermi se mi fossi sognato quel giorno e quel contatto che c’era stato e se tutto non era rimasto come quando ero solo un bambino in un corpo da bambino… Forse non bastava solo un corpo nuovo per cambiare le cose… Il fatto che diede veramente inizio alla mia nuova vita, ovvero passare dal sognare di avere una speranza con Cort al sperare di averla veramente, si materializzò durante una pausa pranzo. Quel giorno come tanti altri, stavo in punizione, ero arrivato tardi a lezione di dieci minuti quindi non ero affatto di buon umore, ero stufo di passare tutto il mio tempo libero a spalare merda nelle stalle, ci passavo talmente tanto tempo che cominciavano a venirmi anche paranoie tipo: quella mucca mi sta facendo gli occhi dolci, il bue al suo fianco è geloso e vuole uccidermi, non mi piace come mi sta guardando quel cavallo da monta meglio non dargli le spalle… insomma stavo impazzendo. La mia vita era maledettamente monotona: lezione, stalla, lezione, ancora stalla e poi dormire. Ero un fascio di nervi, stavo cominciando ad odiare Cort che non me ne lasciava scappare una, ogni minimo sgarro che facevo veniva punito e c’era tanta di quella merda da spalare ogni giorno che dovevo ridurre anche le mie ore di sonno per dare una sistemata che non avrebbe fatto storcere troppo il naso a Cort. Non mi ero mai sentito tanto abbattuto, con Cort non riuscivo a fare passi in avanti dopo quel giorno al lago, come pistolero valevo ancora meno di quello che pensavo e da quando avevo scoperto fin dove si era spinto il rapporto tra Steven e All cercavo di evitare di rompergli le palle con le mie richieste di suonare il loro piano e quindi soffrivo anche di una terribile astinenza… tamburellavo le dita su ogni superficie appena avevo un attimo libero, stava diventando un’irritante mania. Sapendo poi quanto fossi ossessivo sapevo che non mi sarebbe mai passata, come non mi passava l’ossessione che avevo per Cort. La tensione che minacciava di farmi esplodere da un momento all’altro era ben visibile me ne andavo in giro come se avessi un manico di scopa su per il culo, ero talmente rigido che appena chinavo la schiena sentivo il mio corpo cigolare, e scattavo come una molla per un nonnulla. Schizzai per aria anche durante quella pausa pranzo quando due mani mi si posarono sulle spalle massaggiandomele con vigore. Mi voltai e fui quasi accecato dal sorriso incredibilmente ampio di Cort e dai suoi occhi che davano l’idea di un bambino che avesse appena scoperto il segreto della vita.

- Ho trovato una nuova punizione per te, praticamente non ci dormivo più la notte per trovare una soluzione adatta-. Scrollai la testa, totalmente sconfitto, non credevo che la mia vita potesse prendere una piega peggiore di così dopo quest’ultima notizia. Almeno avevo fatto felice Cort, anche se in un modo diverso da quello che pensavo io… era sempre molto contento di scoprire nuovi modi di punizioni. Ero certo che per quanto era eccitato ci mancasse poco che si schizzasse nei pantaloni. Una scopata con me non gli avrebbe fatto lo stesso effetto anzi magari gli avrebbe fatto anche schifo visto che di sviluppi non ce n’erano nonostante continuavo a mandargli chiari segnali.

- Mi fa piacere che passi così tanto tempo a pensarmi…-

- Ormai mi capita di punirti solo per i tuoi ritardi, gli altri tuoi difetti dopo tanta fatica sono riuscito ad assopirli per bene…- Sembrava quasi dispiaciuto che non potesse punirmi di più; eh già, gli dovevano proprio mancare i pugni, i calci e le frustate quelle sì che non se le sarebbe fatte ripetere due volte se gli avessi chiesto masochistamente di darmele, non gli sarebbe servito neanche un segnale da parte mia per farlo per quanta voglia aveva di mettermi le mani addosso, peccato però che fosse per la voglia sbagliata.

- Non vorrei irritarti ma se non sono puntuale dipende solo da te, non so se hai notato ma ho cominciato a fare tardi da quando mi hai costretto a lasciare la mia camera per quella topaia che è diventata la mia stanza da quasi due anni…-

- Certo perché prima ti veniva a svegliare un servo non è così?-

- Ci sarà qualche vantaggio ad essere un nobile no?-

- Vedo che pensi ancora come una principessa viziata. La tua punizione sarà quella di pulire la mia casa, che è quasi peggio delle stalle, prendere il posto della mia massaggiatrice e dormire da me cosicché sarò io stesso ad assicurarmi che ti svegli puntuale, diciamo all’alba-. Spalancai gli occhi all’idea di riuscire a toccarlo avendo il suo permesso con la scusa di massaggiarlo e di dormire insieme a lui ma per non sembrare troppo sfacciato feci finta di essere scioccato per altro.

- All’alba?-

- Certo è quella l’ora in cui mi sveglio io…-

- Che fine ha fatto la massaggiatrice?- Una mezza idea me l’ero già fatta da solo ma essendo masochista lo volevo sentire dalle sue labbra c’era pur sempre una piccolissima probabilità che mi sbagliavo…

- Suo marito ci ha trovato a letto insieme, ogni giorno dovrai andare a prendere l’unguento che prepara solo lei a rischio della tua vita, suo marito è diventato piuttosto geloso e appena vede un uomo aggirarsi intorno alla sua casa comincia ad affilare i coltelli, magari vedendo te neanche si accorge di trovarsi davanti un uomo-. Avrei rischiato la vita volentieri sapendo che una donna in meno entrava nel letto di Cort. Feci finta che la situazione mi pesasse quando in realtà quella era la punizione migliore che mi avesse mai dato, fu quasi un favore personale…

- Non avrò più una vita…-

- Esatto, fino a quando non avrai un orologio biologico che ti dirà quando è ora di alzarti sarai praticamente mio schiavo-.

- Non sono bravo a massaggiare…-

- Lo diventerai e poi sei quello che ha visto più parti del mio corpo scoperto…-

- Beh ti vergogni delle tue cicatrici?-

- No ma le considero personali, ognuna una mia esperienza passata e non mi va di spartirle con chiunque…- Mi emozionai all’idea che mi considerava così speciale da condividere solo con me la sua storia. Avevo già visto il suo corpo nudo e già avevo amato ogni sua cicatrice com’era giusto che fosse… era semplicemente bellissimo.

- Per questo non ti spogli mai?-

- Già, allora stasera vai direttamente a casa mia, la porta è sempre aperta nessuno è tanto pazzo da tentare di rubarmi-.

- E tu dove vai?- Domanda stupida lo so ma ho già detto di essere un masochista, in realtà ero solo troppo ingenuo ma vivere con Cort mi avrebbe fatto svegliare.

- A darmi da fare per conto mio principessa…- Saperlo era una cosa sentirselo dire era un’altra, faceva sempre maledettamente male sapere che Cort faceva sesso con qualcuna, mi sembrava che mi stesse tradendo e che io non potessi fare nient’altro che acconsentire ad una situazione del genere… La sera andai da lui come concordato, ripulii l’immenso schifo che era riuscito ad accumulare nella sua casa rendendola quasi vivibile e poi mi sedetti ad aspettarlo, appoggiai per un attimo la testa sul tavolo e senza accorgermene mi addormentai. Mi svegliò un rumore e quando andai a controllare vidi quello che non avrei mai voluto vedere. Cort ubriaco che si stava facendo una sul letto. Capii che era ubriaco dalla sua voce impastata, non riuscivo a capire nulla di quello che stava dicendo ma di una cosa ero certo non si era accorto della mia presenza. Si scopò la puttana con una violenza tale che quasi temetti che la stesse uccidendo. Le sue urla erano un misto di piacere e dolore, la puzza dell’alcool mischiata a quella del sesso mi stava dando alla testa, vedere Cort entrare e uscire dal suo corpo mi stava dando alla nausea e proprio mentre stavo per vomitare Cort venne. La donna non lo so e neanche mi interessa ma quando vidi Cort liberarsi un altro pezzo di me stesso si ruppe e lo persi per sempre. Fino a quel momento avevo sempre pensato che se mai ci fossimo messi insieme lui sarebbe stato il mio primo amante e giocando di fantasia  potevo illudermi di essere il primo anche io per lui ma in quel momento avevo appena avuto la prova pratica inconfutabile del contrario. Dopotutto però lo sono stato veramente il suo primo, il primo uomo… sempre meglio di niente. Dopo la scopata Cort parve ritrovare lucidità si accorse subito che c’era qualcun altro oltre a lui e alla donna…

- E tu che ci fai qui?-

- Mi hai detto tu di dormire da te… ho sistemato la casa, lavato i panni e per terra. Ti stavo aspettando per farti il massaggio ma quando sei rientrato stavi con quella ubriaco… -

- Sei rimasto tutta la notte?- Era più stupito che scocciato, sembrava un po’ imbarazzato.

- Così mi avevi ordinato…-

- Non ti avevo ordinato di rimanere a guardarmi mentre scopavo però. Ehi tu vattene-. Con una pacca sul sedere cercò di svegliare la donna che evidentemente non aveva i suoi stessi tempi di ripresa, probabilmente aveva in circolo ancora l’alcool o magari dopo il sesso violento non riusciva a stare neanche in piedi. Cort l’alzò bruscamente dal letto, la donna si lasciò sfuggire un gemito di dolore, sembrava una bambola senza anima.

- Vestiti e vattene-. La sua voce fredda mi fece venire i brividi anche se non era diretta a me, era fin troppo facile immaginarmi al posto della donna dopo una notte passata con lui. Cercai di convincermi che con me non si sarebbe comportato con tanta meschinità. Pensai quasi che sarebbe arrivato a picchiarla per liberarsi di lei il più presto possibile. Si alzò totalmente nudo per raccogliere i vestiti sparsi della donna. Era la prima volta che lo vedevo completamente nudo e il suo fisico immaginandolo come mio amante non mi fece affatto paura, lo desiderai subito dal primo momento che lo vidi, sentii il mio corpo fremere e terribilmente attratto dalla sua nudità come se non aspettasse altro di liberarsi dei vestiti. Sentivo i glutei andarmi a fuoco e la bocca arida come se respirassi aria del deserto.

- Ma Cort è ancora presto…- La donna cercò di toccare Cort intimamente per eccitarlo di nuovo ma lui appoggiò la mano sulla sua e la allontanò bruscamente.

- Ti ho detto di andartene, ti ho pagato la scopata-.

- Ma è ancora presto in genere…-

- Fuori!- Prese i suoi vestiti e li buttò fuori di casa insieme alla prostituta. Poi chiuse la porta appoggiandocisi sopra e si stropicciò gli occhi. Mi approfittai del suo momentaneo disagio per osservare tutta la sua bellezza che un giorno sarebbe stata sicuramente mia. Lo sguardo continuava a cadermi sulla sua eccitazione desiderandola di averla a contatto con la mia che sentivo risvegliarsi, la desideravo tutta dentro di me come se facesse parte del mio corpo e non del suo. Poi sembrò risvegliarsi dal trance momentaneo e si versò un bicchiere di vino rosso ancora totalmente nudo, me ne offrì ma rifiutai, per me era il momento di mangiare il corpo di Cort con lo sguardo mica di bere. Purtroppo si decise ad infilarsi una vestaglia coprendo tutta la sua imponenza fisica.

- Hai fatto un buon lavoro complimenti-.

- Grazie-.

- Se non fossi stato tanto ubriaco, mi sarei accorto che hai anche cambiato le lenzuola…-

- Non sapevo che avevi compagnia…-

- Neanch’io… Mi ero dimenticato che ti saresti trasferito qui, sarei rimasto al bordello, in genere rimango sempre lì non mi piace portarmele a casa-.

- Mi è difficile credere che il tuo letto sia così puro…-

- Le puttane difficilmente ci entrano, la signora che mi faceva i massaggi invece era ospite fissa. Dovrai cambiarmi nuovamente le lenzuola odio dormire nell’odore del sesso…- Gongolai, sapere che dopotutto il letto di Cort non era stato sporcato da tutte le puttane di Gilead era già una gran bella notizia da poter restare allegro per il resto della giornata.

- Davvero? Non si direbbe…-

- Forse perché non è quello giusto… vado a darmi una lavata poi mi aiuti a preparare la lezione di oggi-. Se si rendeva conto anche lui che non era quello l’odore che avrebbe dovuto impregnare il suo letto metà lavoro era già fatto, mi rimaneva solo da convincerlo che era il mio quello giusto e poi finalmente mi avrebbe accettato nel suo letto e infilato nel mio corpo. Sembrava troppo facile a dirsi… nel frattempo mi limitai a godere della pelle che la vestaglia lasciava scoperta desiderando ardentemente leccargliela, per poi sciogliere il nodo e mettere in mostra quello che più ardevo per poi farci un incontro di primo grado… ma per il momento mi sarei accontentato anche di accarezzarlo solo…

- E il massaggio?-

- Oggi niente massaggio-.

- E’ ancora presto, hai tempo di dormire se vuoi ti cambio le lenzuola ora…-

- Lascia stare principessa, rilassati nel frattempo prepara la colazione per entrambi-. Se ne andò in bagno lasciandomi mortalmente deluso, ero ansioso di fargli il mio primo massaggio e toccarlo dove in pochi altri avevano potuto, e poi l’avrei potuto rivedere nudo ed era sempre un piacevolissimo spettacolo per me. Sapevo che aveva problemi ad una coscia e quindi lo avrei massaggiato pericolosamente vicino al suo uccello e non ero sicuro di riuscire a resistere alla tentazione di massaggiare anche quello, baciarglielo e leccarglielo e nominarlo mio personale e unico dio… Se lo avessi fatto Cort non mi avrebbe più permesso di avvicinarmi a lui considerandomi un pazzo maniaco, forse fu solo quello a impedirmi di farlo ogni volta che dovevo massaggiarlo. Quando uscii dal bagno già si capiva che era di pessimo umore, facemmo colazione in silenzio e poco prima di uscire mi disse che la sua colazione erano due uova strapazzate e pancetta e non pane e marmellata… Mi venne da vomitare al solo pensiero di poter ingurgitare una simile quantità di calorie di prima mattina ma mi limitai ad annuire, il tono con cui me l’aveva detto non ammetteva né repliche né battute… fortuna che aveva scopato altrimenti chissà quanto sarebbe stato ancora più incazzato. Solo io ero l’unico che nonostante non avesse mai battuto chiodo in vita sua gli girava sempre bene… e dire che mi tirava eccome! La sera tornai da lui e gli feci il messaggio che gli avrei dovuto fare, purtroppo quella volta rimase solo in pantaloni per cui potei approfittarmi solo della sua schiena e avevo così voglia di toccarlo e accarezzarlo che non ebbe da lamentarsi una volta finito, l’avevo impastato come se fossi stato un massaggiatore professionista, in realtà era tutto merito della voglia che avevo di lui quindi le mie mani avevano seguito solo l’istinto… In cambio del mio massaggio strepitoso ottenni una cena disgustosa, Cort ha molti pregi come amante e pochi difetti tra questi c’è la sua totale incapacità di cucinare qualsiasi cosa, può trovare difficoltà anche a far bollire l’acqua; quella sera non so dire che cosa preparò era una poltiglia insapore viscida e incolore comunque fu abbastanza da farmi decidere di cucinare io da quel momento in poi. Altra ricompensa fu il magnifico giaciglio che mi fece: una coperta e un cuscino per dormire per terra… il massimo. Ma gli si ritorse contro, non essendo abituato ad un simile trattamento appena mi misi giù cominciai a starnutire e a respirare come se avessi i polmoni tutti intasati… avevo di nuovo pulito la casa ma la polvere ormai era incrostata al pavimento e difficilmente sarebbe andata via… Starnutii ancora e ancora finché la ben poca pazienza di Cort si esaurì…

- Non mi dire che sei anche asmatico?-

- Se vuoi non te lo dico…- Risposi leggermente offeso dal suo trono brusco, se stavo male dopotutto era colpa sua non mia… se mia madre fosse venuta a sapere che stavo dormendo per terra avrebbe dato fuoco a Cort e alla sua intera casa.

- Sei un disastro principessa, salta su-.

- Hmm?-

- Vieni a letto, c’è abbastanza posto per tutti e due, è ovvio che gran parte dello spazio me lo prendo io-. Per un attimo rimasi senza parole cercando di capire se avevo capito male, era un sogno o era l’incredibile realtà che finalmente aveva esaudito i miei desideri… Poi però pensai alle conseguenze… non sarebbe stata affatto una buona idea.

- Non ti preoccupare Cort…-

- Non mi sto preoccupando per te, ho bisogno di dormire per fare quello che faccio e di certo i tuoi continui starnuti non sono il metodo migliore per conciliarmi il sonno. Mi sto punendo io invece che te, dai sbrigati non ho tutta la notte… Se cominci a russare ti prendo a calci, già l’altra notte non ho chiuso occhio e non ho intenzione di passare in bianco anche questa…- Mi lasciai convincere e mi arrampicai sul suo letto, mi ritrovai al suo fianco praticamente sopra di lui, e con un sorriso da: ti piacerebbe eh? Mi spinse in quello che in futuro sarebbe stato per sempre il mio angoletto, spiaccicato tra lui e il muro. 

- Io non russo…-

- Lo spero per te…-

- Buonanotte Cort-.

- Hmmm…- Non mi ero accorto che il letto di Cort fosse ad una piazza e mezza e in tutto quello spazio io ero stretto tra il muro e il suo corpo in un quarto di letto. Le posizioni che potevo assumere dipendevano da come si metteva Cort. Se stava a pancia sotto o sulla schiena potevo mettermi sul fianco abbastanza comodamente piegando anche un po’ le gambe. Se si metteva lui sul fianco io non potevo fare altro che spiaccicarmi al muro in perfetta linea retta fino a farmi venire i crampi alle gambe. E visto che quest’ultima era la sua posizione preferita passai l’ennesima notte in bianco a massaggiarmi i muscoli per facilitare la circolazione del sangue. Lo guardai dormire visto che era sempre voltato dalla mia parte, mi sembrò di vegliare il suo sonno e l’idea mi fece sorridere perché di certo Cort non aveva bisogno di essere difeso da nessuno. Anche non avendo chiuso occhio quella mattina mi alzai più felice di molte altre, contento anche di aver sfiorato per un attimo la catastrofe. Poco prima che Cort si svegliasse stavo cedendo all’impulso di assaggiare le sue labbra e non lo feci solo perché nel sonno Cort girandosi mi mollò un calcio negli stinchi che quasi mi fece imprecare a voce alta.  

- Ma non stai mai fermo eh principessa?-

- Io eh?-

- Alzati preparami da mangiare-. Ancora mezzo addormentato, come se fossi stato davvero io a svegliarlo, mi diede una pacca sul sedere per farmi muovere ma poi si scordò di levarla e rimase semplicemente appoggiata lì. Col cavolo che io mi alzai almeno non prima di aver temporeggiato un altro un po’ per sentirmi addosso quella pressione.

- Non pensavo che mi avresti veramente schiavizzato Cort…-

- Mi hai svegliato prima del tempo quindi sono anche di cattivo umore-.

- Non dirlo agli altri, già mi odiano abbastanza. Cosa vuoi mangiare?- Non mi sembrava affatto di cattivo umore, la mattina presto anche lui era più vulnerabile come tutti gli altri così me ne approfittai ancora. Rimasi sdraiato accanto a lui con la sua mano beatamente appoggiata sul mio sedere continuai a farlo parlare, probabilmente era ancora del mondo dei sogni per metà cervello.

- Frutta fresca, miele, carne, latte, torta di fragole…-

- Hai solo uova…-

- Tu fammi quello che ti ho chiesto e ti faccio diventare pistolero senza dovermi sfidare-.

- Frutta fresca in questo periodo dell’anno? Non hai ancora il potere di sottomettere alla tua volontà le stagioni e la natura sai?-

- Hai detto bene non ancora ma presto vedrai che avrò il mondo ai miei piedi. Fammi le uova, ben cotte mi raccomando principessa-. Mi diede un’altra pacca sul sedere ma stavolta non la riappoggiò quindi non avendo più scuse per rimanere a letto al suo fianco fui costretto ad alzarmi. Passai sopra di lui per scendere e ci rimasi un secondo più del necessario giusto per godermi la sensazione dei nostri due corpi, una sensazione che in futuro ero sicuro sarebbe divenuta un’abitudine… ovviamente lo è diventata, quando non sono appiccicato a lui mi sembra di essere nudo senza il suo calore…

- Spero che le uova ti vadano di traverso…-

- Hai detto qualcosa? Sono le sei in punto, sono appena rientrato nel mio ruolo di Maestro-

- Niente, posso mangiare anch’io o vuoi lasciarmi a stomaco vuoto fino all’ora di pranzo?-

- E vederti svenire al primo sforzo? Rimpinzati per bene piuttosto, sei troppo magro-.

- Già ricordo che a te piacciono le persone in carne…- Un ricordo di bambino ma anche la prostituta era bella formosa… mi chiedo che cavolo ci fa con me allora…

- Infatti-. Appena si alzò rimasi senza saliva, non avevo mai visto niente di tanto bello e sensuale, il desiderio che avevo provato per lui finora era solo una scintilla in paragone …

- Potresti coprirti?-

- Hmm? Sono coperto, sono in mutande…-

- Che non riescono a coprire molto bene la tua erezione…- Le sue mutande erano tese al massimo fin quasi a strapparsi e il fatto che Cort stesse verso di me anche l’erezione puntava contro di me. Mi eccitai all’istante anche se il più del desiderio io lo provavo ancora tra le natiche dove volevo che fosse in quel momento l’eccitazione di Cort, mi si alzarono appena le mutande, non ero dotato come lui io e anche se così fosse stato credo che la mia dimostrazione di eccitazione sarebbe rimasta uguale. Vado a fuoco e non è solo una sensazione il mio corpo brucia veramente. Anche quel giorno bruciai ma almeno ancora non sapevo cosa voleva dire soddisfare quel fuoco quindi riuscì comunque a mantenere un minimo di controllo. 

- Ehi principessa ho trentadue anni se non mi si addrizza adesso che è l’ora dell’erezione mattutina che farò tra qualche anno? Ti scandalizzi per poco…- Non ero affatto scandalizzato, ero innamorato pazzo e terribilmente eccitato e se non si fosse deciso a coprirsi al più presto gli avrei fatto capire subito qual’era il suo posto.

- Forse perché io riesco a tenere sottocontrollo i miei ormoni…- A questo serve avercelo piccolo a non farti beccare quando sei eccitatissimo e non vuoi farlo vedere….

- Non sapevo che anche tu avessi degli ormoni, se non ti vedessi nudo a lezione stenterei ancora a credere che tu sia un uomo…-

- Mi si dovrebbe drizzare come una bestia per dimostrarti che sono un uomo Cort?-

- Lascia stare principessa, non sono discorsi adatti a te questi…- Infatti per me sarebbero stati più adatti i fatti ma lasciai andare, dopotutto la giornata non era iniziata tanto male…

- Ci metterò dell’arsenico sulle tue uova…-

- Mi dispiace per te ma ne sono immune-.

- Davvero?-

- Provaci e lo scoprirai…- Ovviamente non ci ho mai provato ma è davvero immune alla maggior parte dei veleni è stato abituato fin da piccolissimo a prenderne a piccoli dose fino a quando non ne è diventato immune. Se potessi ucciderei con le mie mani tutti i suoi maestri per avergli fatto tutto quello che è stato costretto a subire. A volte mi chiedo come fa ad essere un uomo così meraviglioso nonostante quello che ha passato, ovviamente non sto parlando del Cort Maestro, quello era ed è uno stronzo professionista, ma del mio Cort, quello vero… L’esperienza della notte passata totalmente in bianco per colpa dell’ingombrante presenza di Cort mi servii per migliorare e studiare la situazione per la notte successiva. Diventai praticamente la sua seconda pelle, in ogni posizione che assumeva io mi appoggiavo sempre al suo corpo in modo da utilizzare al meglio ogni minimo spazio… Ogni mattina ci svegliavamo sempre più vicini in posizioni diverse: abbracciato a lui, con la testa sul suo petto, una sua mano sul mio fianco, la faccia schiacciata contro il suo collo, un suo braccio intorno alla mia vita. Risvegli cosiddetti casuali che non ci facevano neanche imbarazzare, ci staccavamo io andavo a preparare la colazione lui a vestirsi. Più passava il tempo più la casualità si faceva sempre più fasulla. Incosciamente lo scoprimmo quando ci svegliammo con la sua mano appoggiata pigramente sul mio sedere che lentamente mi massaggiava. Da quella mattina ogni risveglio avveniva sempre di più seguendo la nostra volontà: la sua mano che mi accarezzava i capelli, sul mio petto, che andava su e giù sulla mia schiena, che oltrepassava l’elastico delle mutande accarezzando appena la curva delle mie natiche, io che mi stringevo sempre di più a lui intrappolandolo con le gambe che poggiavo sulle sue. Anche allora non provavamo nessun disagio quando veniva il momento di guardarci negli occhi e smettere di fare finta di dormire, era il nostro piccolo segreto che sarebbe rimasto tra quelle quattro mura e davvero non facevamo nulla di male se non darci qualche carezza innocente e dimostrarci un affetto particolare. Da parte di Cort non c’era mai stato niente di particolarmente sessuale e se per me era diverso, ovvero volevo che succedesse qualcosa di più, non feci mai niente che potesse andare oltre il limite che inconsciamente ci eravamo dati. La sera continuavo a massaggiarlo, non tentai mai di fare qualcosa di avventato anche se avevo una voglia pazzesca di pregarlo di farmi tutto quello che voleva ma non osai mai rischiare di rompere gli equilibri. Metà della settimana la passavo da lui, aveva bisogno per tre volte di massaggi, non lo dava a vedere ma già così giovane il suo fisico era abbastanza provato che se non curato adeguatamente avrebbe faticato ad alzarsi ogni mattina. Il resto dei giorni Cort mi rispediva nella mia topaia, non voleva che mi abituassi troppo a quella situazione, voleva che sapessi perfettamente qual’era il mio posto e quale il suo. Non lo avrebbe mai ammesso ma anche lui sentiva che qualcosa stava cambiando e non era sicuro che fosse un bene quindi aveva bisogno del suo spazio, per quel che ne sapevo passava quelle serate andando a puttane recuperando il tempo perso con me. Ma quando tornavo da lui, ci ricascava, ritornava a tenermi tra le braccia mentre dormivamo ed accarezzarmi quando ci svegliavamo. Era veramente buffa la situazione magari il giorno mi gonfiava di botte e la sera era lì premuroso che cercava di medicarmi il meglio possibile e lo stesso facevo io. Il giorno lo maledicevo e mi ci scontravo per ogni cosa e la sera lo massaggiavo e attendevo con ansia il momento che fossimo andati a dormire per stare innocentemente tra le sue braccia. Inevitabilmente l’innocenza del nostro rapporto si sfaldò, fu la dimostrazione che anche Cort aveva un desiderio represso nei miei confronti. Una mattina mi svegliai con il suo corpo premuto al mio che mi schiacciava contro il muro. Non fu una novità, spesso ci capitava di svegliarci così ma da come Cort mi accarezzava l’addome e un po’ più basso capii che lui era sveglio già da tempo e ciò che mise fine all’innocenza fu che ero inchiodato al muro dalla sua erezione. Dal suo respiro che mi solleticava il collo lo immaginai con la testa rialzata che mi fissava mentre stavo ancora con gli occhi chiusi, giocava con i miei capelli con più delicatezza del solito forse per paura di svegliarmi, sapeva che stava passando il limite e sperava di tornare in sé prima del mio risveglio. Io però non glielo permisi mi stiracchiai all’indietro trattenendolo per la mano che mi accarezzava l’addome non dandogli possibilità di allontanarsi. Mi spinsi contro di lui e gemetti sentendo l’eccitazione di Cort premermi contro le mutande tanto da infilarmele tra le natiche. Non aprii gli occhi, per qualche strana ragione avevo paura che se li avessi aperti e l’avessi guardato o detto qualcosa Cort si sarebbe allontanato. Continuai a gemere stringendomelo ancora più addosso strusciandomi su di lui, sentii il suo fiato spezzato sull’orecchio fino a quando non cominciò a torturarmelo con i denti e con la lingua. Ormai la sua pressione sul mio corpo era uguale a quella che quello stronzo di Bobby aveva esercitato con l’intenzione di violentarmi, la mia unica reazione fu continuare a gemere e mordermi le labbra per il desiderio e la voglia di denudarci entrambi per permettergli l’accesso al mio corpo. Cort continuò a spingersi in me fino a incastrarsi tra le mie cosce, la parte più delicata del mio corpo mi stava andando a fuoco a forza di essere strofinata con quella intensità ma non provavo dolore. Mi sembrava come se da un momento all’altro mi potessi spalancare per permettergli l’accesso, non pensavo che le mie difese fisiche potessero reggere ancora per molto ad attacchi simili. Lo volevo talmente tanto che mi sentivo pronto a riceverlo quando in realtà ero ancora totalmente serrato nonostante sentissi il membro di Cort spingersi contro la mia carne. Gemetti di frustrazione e in un gesto di disperazione cercai di districarmi dalle mie mutande per fargli forzare il mio corpo con più facilità ma appena lo feci la mano di Cort mi spezzò quasi il polso bloccandomi prima che mi potessi spogliare.

- Basta così-. Aprii gli occhi per la prima volta e gli rivolsi uno sguardo carico di desiderio e frustrazione, sperai di essermi immaginato la sua voce ma guardandolo non potei illudermi sulle sue intenzioni. Si alzò dal letto dandomi appena il tempo di vedere quanto fosse eccitato, e anche se lo era veramente tanto non poteva competere a quanto lo ero io, poi si rinchiuse in bagno. Rimasi sotto le coperte, era ancora buio come minimo mancavano ancora due ore all’alba, l’ora in cui in genere Cort si alzava, quindi sperai che una volta uscito dal bagno sarebbe tornato a letto. Non mi illudevo che avremmo ripreso da dove avevamo lasciato ma speravo almeno che tornasse a dormire in modo da scaldarmi con il suo calore e il suo corpo. Ma quando uscì dal bagno era vestito e dopo un breve scambio di sguardi se ne andò. Non trovai il coraggio di chiedergli dove stava andando, strinsi gli occhi e morsicai il cuscino per sfogare un po’ dell’amarezza che provavo, mi spostai nella parte del letto di Cort, ovvero tutto, che ancora tratteneva il suo calore e il suo odore, ci sprofondai il viso e mi addormentai… Mi svegliai che era giorno e mi accorsi subito di essere in ritardo ma me la presi comoda lo stesso. Cercai indizi di un eventuale ritorno di Cort ma tutto era come prima niente era stato spostato e conoscendo il disordine del padrone di casa era chiaro che non era tornato affatto. Mi concessi il tempo di fare colazione, tanto peggio di così non poteva andare. Passai un buon quarto d’ora a godermi il ricordo delle carezze e del corpo di Cort e non fui stupito di aver immaginato e desiderato tutto questo per tanti anni e trovare la fantasia così simile alla realtà, Cort forte e dolce allo stesso tempo. Quando uscii da casa sapevo bene di avere due ore di ritardo ma la giornata era troppo bella per preoccuparsene e poi per quel giorno ci saremmo allenati sulla mira di armi alternative, ovvero tutte quelle armi che non erano da fuoco e io in quello ero una schiappa. Solitamente il mio ritardo era di dieci minuti e venivo punito puntualmente anche se mai esageratamente, quella volta appena misi piede sullo spiazzo dei bersagli un bastone mi colpì in piena tempia, una volta crollato a terra un pugno mi spaccò il labbro e per finire un calcio in pieno stomaco mi fece vomitare in toto la colazione appena consumata. Non ci era mai andato così pesante con me, questo mi fece capire che si era pentito di quello che avevamo. Mi piegai per proteggermi il volto ma lì non arrivarono altri colpi si limitò a darmi calci allo stomaco che mi levarono il respiro. Stavo per svenire quando finalmente smise e semplicemente si girò di spalle.

- La prossima volta che farai tardi ti uccido Vanny, basta con i giochi-. Nel tempo che ci misi per riprendermi ebbi il tempo per pensare alla sua frase. Già il fatto che mi chiamasse Vanny era abbastanza grave, stava mettendo delle distanze tra di noi distruggendo il rapporto particolare che avevamo costruito in tanti anni e che non aveva mai avuto niente a che fare con il rapporto Maestro-allievo. Dicendo basta con i giochi sottintendeva che quello che c’era stato era un errore che non si sarebbe mai più ripetuto. Quando mi ripresi presi un’arma a caso tanto per non dare a Cort un altro pretesto di sfogarsi su di me. Ero talmente soprappensiero che quando abbassai lo sguardo per vedere quale arma avevo mi venne da ridere. Era un arco, l’unica arma che Cort non ci aveva mai insegnato ad usare, la mia solita fortuna. Una volta presa in mano l’arma non può essere rimessa a posto, una lezione per imparare a scegliersi l’arma più adatta per se stessi. E io mi trovavo con un arco che non sapevo neanche come prendere, quale fosse il verso giusto, quale parte dovessi tendere e soprattutto la freccia dove andava messa? Un’altra regola è che nessun allievo può dare aiuto a un altro in difficoltà e nonostante ci fosse Steven che cercava in tutti i modi più o meno discreti di mostrarmi come usare l’arco io ci capivo sempre meno. Arrivai alla pausa pranzo che avevo appena capito il verso giusto di presa e dove andava messa la freccia, non ero ancora riuscito a fare un solo tiro e sapere che dopo pranzo quell’attrezzo infernale sarebbe stato lì ad aspettarmi mi fece chiudere del tutto lo stomaco ancora dolorante. Non avevo mai osato guardare negli occhi Cort, non ce l’avevo con lui ma sapevo che lui ce l’aveva con me e di certo non volevo una nuova dose di calci e pugni. Avevo imparato ad amare anche quella parte terribile di Cort, non la temevo ma preferivo di gran lunga evitarla quando si manifestava. Invece di mangiare tornai al castello verso il pozzo. Mi strappai un pezzo di camicia e bagnandola nell’acqua fresca cominciai a tamponarmi il viso che mi doleva come se una mandria intera di bufali ci fosse passata sopra. Cercai di ripulire delicatamente le croste di sangue senza riaprire la ferita al labbro spaccato e lasciai un lembo di stoffa umido sulla parte colpita dal bastone, sperando di limitare il gonfiore e i lividi che sentivo pulsare per metà faccia. Mi misi seduto con la schiena poggiata al pozzo e chiusi gli occhi. Fui subito disturbato da un corpo che si chinava vicino al mio, la speranza che potesse essere Cort durò meno di un attimo, l’odore non era il suo.

- Che hai combinato Vanny per farlo incazzare così tanto?- Era Steven, quasi mi  commosse il fatto che rinunciava a passare la pausa pranzo a limonare da qualche parte con All per stare con me… Non mi guardò in faccia forse pensando che così sarebbe stato più facile parlare del mio problema.

- Mi è parso evidente, ho fatto due ore di ritardo…-

- Cazzate, avrebbe trattato gli altri così ma non te…- Gli sfuggì una risatina maliziosa.

- Ah no?- Non potevo negare di essere trattato diversamente da Cort ma quanto non lo sapevo anche perché mi sentivo perseguitato piuttosto che privilegiato, mi stava sempre col fiato sul collo… Nonostante questo però sapevo che Cort provava dell’affetto per me. 

- No, anche quando ti sei beccato le punizioni più dure lui ha sempre cercato di andarci piano. Ma oggi… pensavo che ti volesse ammazzare…-

- Fortuna che non l’ha fatto allora-.

- Non mi dirai cos’è successo vero?- Non glielo volevo dire per lo stesso motivo per cui non gli avevo detto di quella promessa che Cort mi fece quando ero bambino. Ero geloso dei miei momenti felici forse perché così pochi che potevano contarsi sulle dita di una mano. Però trovai confortante come sempre la sua vicinanza. Mi dispiaceva mentirgli ma quando si trattava della mia intimità diventavo piuttosto riservato, forse perché mi vergognavo anche del fatto che non avevo affatto nessuna intimità a differenza di lui che appena aveva un momento libero si infrattava con All senza nessuna paura di essere scoperto a fare l’amore, l’avevano scoperti talmente tante volte che ormai era diventato normale vederli nudi in qualche angolo appartato del castello o dietro un albero del bosco. 

- Non è successo niente, sono semplicemente arrivato in ritardo…-

- So che alcune notti le passi da lui…- Lo guardai chiedendomi come facesse a saperlo, io e Cort avevamo concordato che sarebbe stato meglio che nessuno sapesse ed eravamo sicuri che nessuno lo aveva ancora scoperto. Evidentemente ci sbagliavamo.

- E’ una punizione Steven non metterti in testa strane idee, vado lì gli sistemo casa, gli faccio i massaggi che gli servono per reggersi in piedi e mi sveglio alle sei ogni mattina insieme a lui per farmi abituare a non fare tardi alle sue lezioni. Solo che l’unico risultato è che la sera arrivo distrutto e se non ci fosse lui a svegliarmi dormirei ad oltranza fino alla mattina successiva-. Erano tutte verità, solo mancava la più grande, non c’era bisogno che Steven sapesse che stavo facendo tutto quello che lui mi aveva ripetuto più volte di non fare perché era sbagliato e pericoloso.

- Vuoi che rifaccia il solito discorso su quanto sia pericoloso Cort e su quanto sia meglio per te stargli il più lontano possibile Vanny?-

- Non è successo niente…-

- Mi hai sempre raccontato tutto, perché ora non lo fai? Hai forse paura che possa usare la mia influenza per dare problemi a Cort? Sai che non farei mai niente che tu non voglia, se sono qui è solo per esserti di aiuto. Non andrei mai da mio padre a dire che è successo qualcosa tra te e Cort che non sarebbe dovuto accadere. E non raccontarmi cazzate dicendo che non è successo nulla, dimmi piuttosto che non ne vuoi parlare…-

- Non ne voglio parlare, scusami-. Almeno questo glielo dovevo, dopotutto aveva anche rinunciato a stare con All per starmi vicino e poi non avevo mai mentito a Steven e mai avrei voluto farlo in futuro.

- Scemo vieni qui che ti pulisco la faccia, ma lo sai che sei un disastro con quell’arco in mano? O lo stavi facendo apposta per attirare l’attenzione di Cort?-

- Ti pare che voglia attirare la sua attenzione in questo momento?-

- Ah allora sei proprio impedito…-

- Fottiti Steven-. Lo ringraziai mentalmente per aver alleggerito l’atmosfera che si era creata. La mia goffaggine era sempre l’argomento migliore per sollevarci di morale.

- Se non stessi qui a consolare te probabilmente lo starei facendo…-

- In effetti dov’è All? Non dirmi che si è finalmente deciso a scaricarti e si sta trastullando con qualcun altro!-

- Ti ricordo che stai parlando di Sunny… quando lo vedrò insieme ad un altro o altra la prima sensazione che proverò sarà felicità per lui e poi gelosia… ma non accadrà mai-. Sembrava una battuta ma io che lo conoscevo capii che stava dicendo la verità, lo amava a tal punto che pur di vederlo felice e dimentico del suo passato avrebbe sopportato qualunque cosa. L’unico modo per All di liberarsi del suo passato era proprio superare il ribrezzo per il sesso e il fatto che l’odiasse anche quando era lui a fare l’attivo faceva capire a Steven che il suo amante era ancora prigioniero del suo incubo. All non avrebbe voluto fare altro con Steven ma se pensava di farlo con un’altra persona era capace di farsi venire le convulsioni e svenire. Il trauma gli impediva di avere una vita normale anche a distanza di tanti anni. Eravamo tre amici uno più problematico dell’altro…

- Almeno hai la sicurezza della sua fedeltà… ma dov’è?-

- E’ andato a prendere qualcosa da mangiare, eccolo-. Anche se si stava ad occhi chiusi si poteva capire se All era nei paraggi dai mormorii delle dame presenti. Al suo passaggio lasciava dietro di sé decine di cuori infranti e a volte non solo femminili, il suo arrivo fu accompagnato da risolini e mormorii di ragazzine che si credevano innamorate di lui. Mi girai per vedere se a Steven dava fastidio ma lo trovai sorridente, fiero che quella bellezza fosse totalmente sua. Infatti appena arrivò sottolineò quel possesso con un bacio che fece scappare anche le più petulanti e cieche delle dame che avevano messo gli occhi sul fondoschiena di All. Nonostante ripetessero che anch’io ero di una bellezza divina non avevo mai fatto un simile effetto a nessuno, a me non rivolgevano sguardi adoranti passavano direttamente all’attacco fisico. Devo ammettere però che All aveva una struttura fisica del tutto diversa dalla mia se solo qualcuno si fosse azzardato a toccarlo senza il suo permesso l’avrebbe massacrato di botte e si sarebbe trovato davanti un futuro Re alquanto incazzato.

- Non riuscirò a mandare giù nulla, ho ancora i crampi allo stomaco-. Dissi quando All mi passò un panino che sembrava fatto con vecchie suole di stivali imbottite di vecchi cinturoni ormai marciti…

- Devi proprio averlo fatto incazzare…-

- Io opto più per lo devi aver proprio fatto sconvolgere…- Il fascino di All non è dovuto solo alla sua bellezza, ha un alone di mistero che lo avvolge e un intuito che aggiunto alla sua intelligenza lo fa diventare una persona interessante sotto tutti i punti di vista. Peccato che il suo intuito non sempre mi ha fatto un favore. Gli bastò darmi un’occhiata per capire quello che avevo faticosamente cercato di nascondere a Steven.

- Così dici Sun? Che te lo fa pensare?- Steven fidandosi ciecamente del suo compagno si mostrò subito interessato alla sua teoria.

- Che la principessa qui presente l’ha fatto incazzare in tutti i modi possibili e mai si è beccato una punizione simile. Io mi sono beccato una dose del genere di calci solo per aver sbagliato l’impugnatura della pistola… Io dico che ci ha provato e gli è andata male-.

- Non è vero!- Negare fu il mio primo impulso, ero troppo scioccato per poter pensare a qualcosa di più intelligente. Il suo fare diretto poi mi aveva spiazzato quasi quanto al fatto che fossi stato scoperto così presto.

- Non è vero che c’hai provato o non è vero che ti è andata male? Oh Gan non mi dire che è così sconvolto perché si è lasciato andare?!- Stavolta pareva sconvolto anche lui per la possibilità che Cort, il Cort che conoscevano e temevano tutti, si era lasciato andare ed aveva quasi perso la testa per un ragazzino come me. Ero veramente nei guai avevo attirato la sua curiosità e non si sarebbe fermato finché non avesse ottenuto come minimo una mia confessione scritta.

- Sta’ zitto e non urlare! Comunque non è vero!- Ci mancava solo che andasse in giro la voce che avevo una storia con Cort allora sì che sarei morto prima di sera, già il fatto che Steven e All avevano intuito un briciolo di verità mi metteva a rischio se Cort lo fosse venuto a sapere.

- Che c’è non riuscivi ad alzarti dal letto stamattina? Per questo hai fatto così tardi? Avete scopato tutta la notte e ti ha sfondato a tal punto che al momento del risveglio ti sei accorto che non avevi neanche la forza di stare in piedi?- Arrossii sia per il linguaggio usato ma soprattutto perché mi immaginai le sue parole trasformate in realtà, magari lo fossero state, erano mesi che desideravo che una cosa del genere capitasse. All me lo lesse in faccia e sorrise sadicamente facendomi vergognare ancora di più.

- Non è vero!-

- Sunny smettila!- Steven cercò di mettere un freno al suo uomo ma neanche lui era capace di tappargli la bocca quando era sicuro di aver messo in trappola la sua preda. L’unica cosa che l’avrebbe fermato forse era minacciarlo di tenerlo a stecchetta ma Steven non era pronto a fare un sacrificio del genere, aveva la stessa voglia di essere scopato da All di quanta ne avevo voglia io con Cort se non di più.

- Sei ancora vergine Vanny? Il tuo culo è ancora vergine o è diventato come quello di Steven?- Rimediò una gomitata al costato da parte di Steven infuriato per la sua ultima battuta. Anche se non sembrava Steven era piuttosto riservato a riguardo della sua vita sessuale. All lo abbracciò affettuosamente per farsi perdonare e dopo qualche altra gomitata riuscì a farlo restare tra le sue braccia. Nonostante questa dolce scenetta io mi sentii comunque oltraggiato dal suo atteggiamento che non mostrava un minimo di tatto. 

- Sì brutto scemo!-

- Certo che lo sei, sei ancora talmente innocente che ti si legge in faccia, ma qualcosa è successo vero? E ora Cort è incazzato con se stesso perché ha lasciato che accadesse, è sconvolto perché neanche lui sa per quale motivo ha così tanta voglia di infilarsi nelle tue mutande e farsi quella che per lui è diventata stranamente la scopata migliore della sua vita nonostante si sia fatto tutte le puttane del Regno…- Abbracciò anche me per addolcire le cose che mi aveva detto. Ovviamente fu un abbraccio diverso da quello dato a Steven, il massimo che riuscii a fare fu mettermi un braccio intorno alle spalle, ero già fortunato che sopportasse la mia vicinanza. A volte mi chiedevo come potesse essere la vita di All, incapace di qualsiasi contatto umano se non quello con il suo compagno e anche con lui non era semplice. Parla facilmente di sesso ma poi è incapace di farlo se non è lui a dominare, Steven deve amarlo veramente tanto per accettare una cosa simile… dopotutto io ho accettato la stessa cosa con Cort… ma per me non è stata una grande rinuncia.

- Hai ragione, tutto quello che hai detto è vero, per questo mi ha picchiato… stamattina ci siamo lasciati un po’ troppo andare e quando è tornato in sé se n’è andato infuriato, pensavo che sarebbe tornato a svegliarmi invece non si è fatto vedere per questo ho fatto tardi, non mi sono reso conto quanto era tardi-.

- Vanny tu sei ancora un allievo lo sai vero?- Ed ecco che ritornava la temuta predica, mi chiesi se Steven era convinto davvero che se me la continuava a ripetere un giorno o l’altro mi sarebbe entrata veramente nel cervello e mi avrebbe fatto desistere dal volere Cort come mio compagno di vita… Ormai erano dieci anni che andavamo avanti così, lui che predicava e io che facevo finta di ascoltarlo.

- Lo so, Steven mi hai promesso che non avresti detto niente a nessuno…-

- Da me non avrai problemi ma non è permesso ad un Maestro frequentare un suo allievo e se qualcuno viene a scoprirlo e lo dicesse a mio padre Cort sarebbe in grossi guai…-

- Quali?- Era la prima volta che mi fermai a pensare alle conseguenze delle mie azioni, non sulla mia vita per quello ero praticamente pronto a tutto, ma su quella di Cort e su quello che Cort desiderava veramente. Fino a quel momento ero stato sicuro che lui volesse me ma mi venne il dubbio se questa mia convinzione non fosse solo il riflesso del mio desiderio… Sapevo di essere bello e che di conseguenza molti sarebbero stati tentati di farsi una scopata e via con me e magari Cort era uno tra questi.

- Sicuramente verrebbe fustigato e si farebbe un bel po’ di prigione, forse gli leverebbero il ruolo e nel caso peggiore lo esilierebbero da Gilead. Quando è iniziato il corso Cort ci ha detto che gli appartenevamo ma non è proprio così, una volta diventati apprendisti siamo entrati a far parte della proprietà di Gilead quindi del Re, capisci da te che Cort non può farci veramente quello che gli pare. Tra quello che gli è vietato: non puoi ucciderci, non può menomarci e non può approfittarsi di noi…-

- Anche se in questo caso è la principessa qui presente ad approfittarsi di lui non il contrario…- Sottolineò con sarcasmo All ma in effetti era la pura verità… solo una cosa però mi dava fastidio…

- Smettila di chiamarmi principessa All!-

- Non ti lamenti mica del fatto che ti ho dato dell’approfittatore eh?- Mi strizzò l’occhio facendosi come sempre perdonare con il minimo sforzo, era veramente impossibile rimanere incazzati con lui. Se si incazzava lui era capace di tenerti il muso per giornate intere ma il contrario era andare contro natura, All era fatto per essere guardato e adorato e magari arrossire se ti ricambiava lo sguardo.

- A Cort non è permesso avere storie con gli allievi, né per solo sesso né per qualcosa di più-. Mentalmente mi chiesi che c’è veramente tra me e Cort? Mi risposi a voce alta…

- Tra noi non c’è né sesso e né qualcosa di più quindi Cort può stare tranquillo… Io vado non voglio dargli altri pretesti per pestarmi, anche per un solo secondo di ritardo chissà cosa è capace di farmi. Acqua in bocca eh ragazzi?-

- Ovviamente, buona fortuna Vanny ne avrai bisogno se a Cort non gli passa…- Avrei avuto bisogno di altro che della semplice fortuna se a Cort non gli fosse passata, avevo ancora l’ordine di andare da lui tre volte a settimana e se le cose non si fossero sistemate prevedevo grossi guai in arrivo. Non me ne ero ancora andato che già All aveva fatto accomodare Steven sulle sue gambe abbracciandolo stretto, il fatto che non riuscivo a vedere le sue mani fu un indizio abbastanza grande da farmi capire che si stava intrufolando tra i vestiti di Steven.

- Ehi voi! Cercate di non fare tardi, se Cort è incazzato con me è incazzato con chiunque-.

- Vorrai dire che la subirai tu la nostra punizione, è colpa tua se non ho avuto il mio momento di relax con Steven-. Scoppiai a ridere per la sua faccia tosta, compatendo Steven che poi non era per niente da compatire visto che si stava godendo a pieno ogni carezza del suo amante. Il modo in cui cercò di zittirlo me lo tenni a mente se mai mi fosse servito in futuro. Gli chiuse la bocca con la sua così non poté replicare alla mia battuta.

- Relax? E da quando si chiama così quello che fate?-

- Sta’ tranquillo Vanny fra un po’ veniamo anche noi, neanche Sunny può combinare qualcosa avendo così poco tempo a disposizione…- Mancavano più o meno dieci minuti all’inizio della lezione, non capii se Steven stesse dicendo sul serio o stava solo sfidando il suo amante a dare del suo meglio e a mettere alla prova le sue doti amatoriali. Era il momento giusto per dileguarmi ma non lo feci, io non avevo alcuna esperienza sessuale e vedere loro due era come seguire un corso breve verso il professionismo. E aggiungerei che ero anche maledettamente curioso di chi l’avrebbe spuntata, ovviamente appena le cose si fossero messe più intime li avrei lasciati al loro accoppiamento animale…

- Vogliamo provare?- Avrei scommesso che non si sarebbe tirato indietro e se fossi stato in Steven il luccichio nei suoi occhi mi avrebbe fatto mooolto preoccupare o al contrario mooolto sperare…. A seconda dello stato d’animo e della persona ovviamente, se fosse stato Cort mi sarei sciolto…

- No, leva le mani da lì che tanto non mi convincerai…- Avevo ragione nel supporre che le mani di All non stessero facendo niente di innocente sotto i vestiti di Steven, e quest’ultimo anche se visibilmente scocciato non riusciva a trattenere qualche languido miagolio che me lo faceva sembrava un gatto che fa le fusa stimolato ad un certo tipo di carezze…

- E allora perché ti sei messo così? Lo sai che mi fai perdere la testa…- Quasi intervenni  dicendo che in realtà era stato proprio All a farlo mettere a cavallo su di lui. Ormai mi avevano del tutto dimenticato, mi sentii uno spione ma ero talmente affascinato da ciò che traspariva da loro che non riuscivo a decidermi di andarmene. Più li guardavo e più mi dicevo: ‘è questo quello che voglio, solo questo’ e guardandoli mi sembrava di vivere almeno in parte io stesso quel momento che probabilmente io non avrei mai avuto, almeno non con la persona che avevo sempre desiderato e che probabilmente sarebbe stato l’unico che avrei voluto nella mia vita.

- Sai a volte ad una persona può piacere anche essere accoccolata senza fare sesso Sun, lo so che per te può risultare un’eresia…-

- Non è vero… mi sei mancato così tanto Steven-.

- Ma se siamo stati sempre insieme!-

- Non è vero, mi hai mandato a prendere da mangiare da solo. Ho tanto freddo quando non mi sei vicino, per questo voglio fare l’amore con te sempre, tu mi riscaldi…- Avrei dato di tutto, il mio titolo, il mio onore, il mio patrimonio, avrei dato anche tutta Gilead per sentire una simile frase sulle labbra di Cort, me ne andai sia per lo sconforto e l’invidia che provavo sia perchè avevo capito che Steven aveva capitolato e insieme avrebbero provato a battere il record della scopata più veloce dell’universo. Mi sentii ingiusto per l’invidia che provavo ma la frustrazione unita alla sfiducia che avevo nelle poche speranze di arrivare un giorno ad avere quello che avevano loro mi rendevano solo un comune essere umano, non era una mia caratteristica essere meschino ma l’uomo lo era e visto che volevo smettere di essere l’innocente ed etereo ragazzo che era talmente puro da risultare una nullità senza nessuna concretezza era giusto provare anche simili sentimenti. Avrei voluto avere anch’io un corpo intrecciato al mio, e non un corpo qualsiasi che mi facesse sentire solo una puttana ma colui che avrei riscaldato con il mio cuore e il mio corpo e Cort mi sembrò una volta di più la mia anima gemella, non conoscevo nessuno che avesse più bisogno di lui di essere riscaldato e di essere amato, ciò che faceva di lui un uomo incompleto era il solo amore e ciò che faceva di me incompleto era semplicemente lui. Lasciai i due al pozzo che fregandosene di dare spettacolo a chiunque passava di lì continuavano ad amarsi come se al mondo ci fossero solo loro. Tornai al campo di addestramento, eravamo in pochi ad essere già presenti neanche Cort si vedeva. Probabilmente dopo aver saltato la colazione stava sbranando un bue e ora era passato al contorno di patate al forno, non volevo neanche pensare alla possibilità che fosse andato a sbattersi una prostituta in qualche angolo di Gilead. Dopo aver visto con i miei occhi l’amore puro tra Steven e All pensare a del sesso sporco e sudicio mi dava la nausea, mi disgustava anche se si trattava di Cort oltre al fatto che mi faceva comunque male saperlo con qualcuno che non ero io, nonostante la sfiducia ero ancora convinto di essere solo io l’unico adatto per Cort anche se si trattava del solo sesso... Ripresi in mano l’arco tanto per fare qualcosa non sapendo ancora come diavolo funzionava. Dopo un po’ vidi dei ragazzi con i vestiti terribilmente stracciati, i visi stravolti, con capelli ancora sconvolti… evidentemente Steven e All erano riusciti nell’impresa e sembravano terribilmente felici e soddisfatti… beati loro. Dietro di loro veniva Cort, dal suo aspetto era lampante che si era fatto la doccia a cui aveva rinunciato la mattina per scappare il più lontano possibile da me. Sembrava anche che avesse ripreso la freddezza che gli era tipica. Se davvero ero riuscito a sconvolgerlo ormai pareva tutto passato… Ci rimettemmo tutti ad allenarci, Cort ci lasciò abbastanza liberi perché era occupato con gli allievi degli ultimi anni che a breve avrebbero dovuto decidere se sfidarlo o rinunciare alle pistole. Il suo sguardo non ci abbandonò mai del tutto infatti appena uno di noi si rilassava troppo un sasso si scagliava su di noi non fallendo mai il bersaglio. Io mi diedi da fare e finalmente capii dove andava messa la freccia e sopratutto qual’era la direzione giusta ma i primi tentativi di tiro furono un fallimento totale, la freccia fece una parabola di un metro e poi si afflosciò a terra… veramente ridicolo. Tentai e ritentai e ad ogni tentativo insieme alla freccia mi partiva anche un pezzo di pelle delle dita, avevo il sangue appiccicato sui palmi che quasi scendeva dai polsi e nonostante tutti i miei sforzi i risultati erano sempre umilianti. Quando cominciai finalmente ad ingranare seminai il terrore tra i miei compagni, le frecce mi partivano in tutte le direzioni, nonostante prendessi la mira sempre verso quel maledetto bersaglio fisso non lo raggiunsi mai. Fu un miracolo se non ferii nessuno o molto probabilmente fu grazie ai riflessi incredibili a cui avevamo abituato i nostri corpi. Sembrava che ci fosse un ballo piuttosto che un esercitazione, tutti si agitavano per evitare i miei colpi con una certa eleganza che sembrava studiata.

- Vanny che vuoi farci fuori tutti? Metti giù quell’affare per l’amore di tuo padre! E’ possibile che sia un disastro in qualunque cosa tu faccia!- Vari insulti di questo genere e anche più pesanti, tipo: ‘Vanny vieni qui a farmi una sega saresti sicuramente più bravo’, mi piovvero addosso. Maledii l’arco che doveva per forza avere un maleficio, mi era impossibile credere di essere davvero un simile disastro. Stavo per lanciare un’altra freccia causando il panico di tutti quando l’arco mi venne strappato di mano.

- Sì può sapere che diavolo sta succedendo? Neanche il primo giorno di lezione avete fatto tanto chiasso!- Avevo Cort dietro di me e sapendolo non mi azzardai a fare un movimento, quasi smisi di respirare come se questo bastasse a non farmi notare da lui. Quel giorno ebbi la certezza che era impossibile diventare invisibili, a prescindere da quanto lo si voleva. I miei compagni gli raccontarono il mio ennesimo fallimento e i disastri evitati solo per caso. Lo sentii digrignare e mugugnare tra sé, probabilmente maledicendo il ka per avergli messo sulla strada un impiastro simile poi mi levò del tutto l’arco dalle mani e mi fece segno di seguirlo. Prima di farlo guardai terrorizzato Steven convinto ormai che la mia vita era arrivata al capolinea e lui mi restituì lo stesso sguardo.

- Allora ti sbrighi?-

- Subito Signore!- Optai per essere il più formale possibile, non capitava spesso che dessimo del Lei a Cort, lui non lo aveva mai richiesto e noi lo facevamo solo quando eravamo veramente terrorizzati da lui.

- Mi spieghi se non ti è di troppo disturbo perché cazzo hai scelto un’arma che non sai usare e che non ti ho mai imparato ad usare?- Niente principessa, niente ragazzino, niente Vanny, evidentemente non gli era ancora passata.

- Non l’ho scelta…-

- Non l’hai scelta?-

- No, è la prima che mi è capitata tra le mani…- Sapevo che se ancora non aveva raggiunto il massimo della sua furia questo probabilmente gliel’avrebbe fatto superare…

- Oh cazzo divertente questa!- Cort quando era incazzato non rideva mai, neanche per nervosismo e il fatto che lo facesse ora rendeva il suo umore un gradino in su a tutte le sue precedenti incazzature.

- Stavo pensando ad altro e non mi sono accorto di cosa avevo preso…-

- E a che diavolo stavi pensando quando la lezione che avevo dato era proprio scegliere l’arma più adatta al proprio talento e attitudine e allenarcisi per tutto il giorno?- Arrivò il momento in cui mi incazzai anch’io, ero stufo del fatto che Cort pensasse che l’universo girasse tutto intorno a lui senza che gli sfiorasse minimamente l’idea che potessi essere sconvolto anch’io per quello che era successo, che anzi probabilmente sarei dovuto essere l’unico ad essere scioccato e leggermente incazzato. Infondo era stato lui ad iniziare quella mattina, è vero io non l’avevo fermato e avevo cercato di approfondire la cosa, ma non avrei mai preso l’iniziativa se non fosse stato per lui. Così esplosi davanti a tutta la sua perplessità…

- Beh scusami tanto se non ho avuto la cortezza di scegliere l’arma giusta subito dopo che mi hai spaccato la tempia e la schiena con il tuo bastone e dopo avermi preso a calci nello stomaco fino a farmi vomitare e svenire. Scusami davvero se ho preso in mano questo fottutissimo arco che non ho la più pallida idea di come si usa e di averti rovinato la giornata per questo! Quando tu porca puttana… tu… mi hai lasciato su quel-. Stavo per urlargli in faccia che mi aveva lasciato su quel letto come una puttana umiliandomi come se fossi un oggetto da prendere e gettare ogni volta che ne aveva voglia. Ma non volevo esagerare, anche se ero infuriato continuavo ad amarlo e dopotutto ci tenevo a vivere…

- Ora basta-.

- Certo meglio non parlarne più… Ti ha fatto troppo schifo per parlarne vero? Ti ha fatto talmente schifo che per sentirti a posto con te stesso mi hai dovuto massacrare di botte!- Non so cosa mi prese era la prima volta nella mia vita che perdevo il controllo e una volta sfuggito non riuscivo più a riprenderne le briglie, ero un cavallo pazzo che continuava a correre fino a quando non si rompeva una zampa. E mi rendevo conto di essere vicino alla rottura, ovviamente non alla zampa, ma qualcosa dentro di me che se avessi perso mi avrebbe annientato.

- Hai fatto tardi e sei stato punito solo per questo ti ho picchiato-. Sentivo il mio cuore rompersi… le menzogne che diceva a me che si ripeteva sembravano mettere mille ruote di distanza tra di noi quando invece mi sarebbe bastato allungare una mano per toccarlo. Amavo Cort anche per la sua forza e la sua capacità di proteggermi e farmi sentire sicuro, purtroppo quando mi innamorai di lui non feci i conti con il suo orgoglio.

- Hai finito di lamentarti? E’ stata una fortuna se non hai preso nessuno con quell’arco! Ma dico ma come fai ad essere così negato poi? Sono ore e ore che ti stai allenando e non hai preso il bersaglio neanche una volta-. Lasciai cadere il discorso anch’io, non volevo che quella rottura che sentivo dentro diventasse permanente, avevo bisogno di Cort e dell’amore che provavo per lui, era l’unico che mi faceva sentire vivo.

- Ho passato l’intera mattinata a capire come andava preso, ora mi stavo esercitando…-

- Beh sei sveglio eh?-

- La botta in testa che mi hai dato non deve avermi giovato… dove stiamo andando?-

- Ti insegno come si usa quest’arma almeno non c’è più pericolo che ammazzi qualcuno per caso, e i tuoi compagni staranno più tranquilli a non averti vicino…-

- Non hai lezione con quelli più grandi?-

- L’avrei ma se tu mi stermini un intero corso cosa farò il prossimo anno? Che dici qua nessuno dovrebbe essere in pericolo per la tua goffaggine…- Ci trovavamo praticamente in mezzo al bosco lontano da tutto e da tutti e lo guardai con uno sguardo alquanto imbronciato che lo fece sorridere.

- Magari riesci ad ammazzare qualche povero scoiattolo se hai un po’ di fortuna, su con il morale principessa-. Il morale mi si alzò veramente ma non al pensiero di far fuori uno scoiattolo innocente ma sentirmi chiamare principessa mi fece sentire al settimo cielo.

- L’unico essere vivente che vorrei fare fuori sei tu e guarda caso sei l’unico bersaglio qui-. Mi venne il dubbio di essere stato un po’ troppo esplicitamente malizioso, non avevo esperienza in quelle cose potevo osservare Steven e All per anni interi ma ero comunque un imbranato, solo l’esperienza diretta mi avrebbe insegnato cosa fare e cosa dire e cogliere il momento giusto. Comunque Cort non ci fece quasi caso.

- Non avere fretta ora te lo creo io il bersaglio, prima però dobbiamo fare una cosa…-

- Cosa?-

- Aspettami qui-. Lo aspettai esattamente dove mi aveva lasciato, mi tastai piano la faccia per farmi un’idea della situazione, ero abbastanza malconcio, un labbro gonfio e una tempia che era diventata tutt’una con lo zigomo, mi alzai la camicia e notai che ogni costola aveva un livido violaceo, supposi che lo stesso doveva essere la mia schiena. Quando Cort tornò vidi che aveva una manica della sua maglia strappata e un’inevitabile sensazione di deja vu mi colse.

- Ehi ragazzino questa è la terza maglietta che mi devi…- Tirò fuori una pezza bagnata e cominciò a farmela scivolare per tutto il volto… questa sì che era una medicazione mica come quella che mi ero fatta io o quella che aveva cercato di farmi Steven. Mi alzò la camicia e tirò fuori un nuovo lembo di stoffa bagnato che mi mise sull’addome. Il freddo sulla mia pelle calda mi fece rabbrividire e mi morsi le labbra per non farmi sfuggire un gridolino stridulo da femminuccia che minacciava di uscirmi. Incassai appena il mio corpo all’indietro e non rendendomene conto riaprii la ferita al labbro e subito senti il sapore metallico del sangue in bocca. Cort mi tamponò subito per fermare il flusso poi quando lo levò mi accarezzo appena il taglio con una tale delicatezza che quasi non lo sentii, mi guardò e finalmente tornò a sorridermi e come suo abitudine mi accarezzò una guancia e si permise per un attimo di perdersi tra i miei capelli.

- Va meglio?-

- Abbastanza-. Avrei voluto specificare che stavo meglio non tanto per le sue cure ma per il suo sorriso e per le sue carezze, gli avrei permesso di tutto pur di farmi toccare così da lui, gli stavo quasi per dire: “Cort pestami di nuovo e poi torna ad amarmi così”. Ma credo che più di tutto mi fece stare meglio il suo sguardo che mi considerava di nuovo la sua principessa. Non riuscii a tenermi e l’abbracciai, mi aveva fatto veramente male per riuscire a fare finta di niente, ovviamente lui non mi ricambiò ma mi bastò la pacca che mi diede sulla schiena. Non ci mise forza ben sapendo come ce l’avevo ridotta, quelle piccole attenzioni mi fecero più piacere di qualsiasi altro gesto. Rischiai l’infarto a soli quattordici anni quando Cort si levò del tutto la maglietta… il cuore cominciò a battermi nel petto come se mi volesse esplodere, arrossii fino alla punta dei piedi e gli occhi quasi mi uscirono dalle orbite… non potevo credere… non osavo sperare…

- Tutto bene principessa? Non mi sverrai mica vero?- Veramente era proprio quello che stavo per fare nonostante fosse l’ultima cosa che volevo fare in quel momento. Poi vidi Cort inchiodare la maglietta su un albero e capii le sue reali intenzioni che ovviamente non avevano nulla a che fare con quello che avevo capito io, purtroppo. Io mi ero immaginato che Cort finalmente si fosse arreso e che volesse fare l’amore con me in quel momento, in mezzo alla natura noi due soli, la realtà era che si era tolto la maglietta solo per fare un bersaglio per il mio arco. Quasi mi venne voglia di conficcarmi una freccia nel cuore per la mia stupidità ed ingenuità. Volevo che ogni suo gesto fosse rivolto unicamente a me e che avesse un qualcosa di ambiguo per farmi capire che nonostante facesse di tutto per negarlo anche lui sapeva quello che sapevo io, ovvero che eravamo fatti l’uno per l’altro. Speravo che ogni suo gesto mi dicesse ti amo in realtà ogni suo gesto al massimo poteva arrivare a dire scopiamo, come quella mattina…

- Ti basta come bersaglio?- Si mise al mio fianco ad ammirare la sua creazione, mi girai a guardarlo con sopracciglio alzato, fermandomi un po’ troppo sulle sue labbra ma credo che riuscii nel mio intento di dimostrarmi abbastanza deluso aggiungendoci anche un delizioso broncio.

- Continuo a preferire te come bersaglio…- Mi mise un braccio intorno alla vita senza fare null’altro che stringermi un po’ più a sé. Con il suo miglior sorriso sfrontato e sfacciato tornò a fare il malizioso come se il tempo passato dal nostro risveglio fino a quel momento non fosse mai esistito.

- Se ti faccio da bersaglio chi ti fa da Maestro principessa? E poi non credo che tu voglia veramente farmi fuori…- Mi accarezzò con il pollice le labbra e quasi caddi nella tentazione di spalancare le labbra e succhiarlo, intrappolarlo nella mia bocca e non lasciarlo più andare, farlo mio prigioniero o meglio primo prigioniero del suo corpo nel mio. Non feci nulla rimasi fermo a godermi quel contatto ma cercai di trasmettergli ciò che volevo attraverso i miei occhi e visto che sono alquanto espressivo il messaggio gli arrivò forte e chiaro. 

- Infatti.. quello che vorrei farti sarebbe altro…-

- Non oltrepassare il limite ragazzino…- Una carezza languida sul mio sedere fu la sua risposta al mio desiderio, quella sarebbe l’unica cosa che avrei avuto da lui e l’unica che si sarebbe lasciato scappare ma anche lui è abbastanza espressivo con i suoi occhi e quindi potei leggergli il fuoco che gli bruciava dentro.

- Lo sta oltrepassando la tua fantasia Cort io non ho detto nulla…-

- Sarai decisamente la mia rovina…- Scrollò con disperazione la testa in un gesto di finto sconforto. Io gli feci il verso per prenderlo un po’ giro. Ero troppo felice di non aver perso il rapporto speciale che avevamo prima per dargli una tregua facile da conquistare. Ormai ero deciso ad arrendermi solo una volta raggiunto l’obiettivo, fino allora ogni mia frase sarebbe stata una chiara allusione per Cort, volevo vedere fino a quando era in grado di resistermi, e chissà quanto ero in grado di resistergli io a vederlo a torso nudo senza perdere la testa e cominciare a baciargli ogni singola cicatrice che gli disegnava il petto, a quel punto credo che sarei passato decisamente alle preghiere e al diavolo la dignità e l’orgoglio, l’avrei pregato di scoparmi e basta. 

- No sarò per tua fortuna la tua salvezza…-

- Mettiti in posa ragazzino-. Per un attimo mi scordai il motivo per cui ci trovavamo lì e mi vennero in mente tutte le pose possibili in cui avevo beccato Steven e All e anche altre che non avevo mai visto ma che erano mie semplice fantasie. Poi Cort mi passò l’arco in mano e dovetti tornare duramente alla realtà.

- Fatto-.

- E questa sarebbe una posa da arciere?- Il fatto che puntassi l’arco al bersaglio e che tenessi il mento alto faceva di me un perfetto arciere o almeno così pensavo… e sicuramente ero anche bellissimo, cioè lo ero normalmente figurarsi se mi mettevo in una posa da eroe.

- No questa è la mia posa con un arco in mano. Non dirmi che non faccio un figurone-. Mi girò intorno come se stesse osservando qualche specie rara di serpente mai visto… e i serpenti sono gli animali preferiti di Cort. Infatti quando mi si parò di fronte si stava leccando le labbra con un sorriso da predatore che mi fece venire un brivido per la schiena, mise le sue mani sui miei fianchi e facendolo non riuscii a nascondergli cosa mi stava scatenando il suo solo guardarmi. Ma il fatto è che non mi stava solo guardando, mi stava pregustando, spogliando, mangiando, desiderando, penetrando ogni angolo del mio corpo. Se solo fossi stato nudo credo che sarei venuto sotto quel tentativo di stupro a distanza. Mi accarezzò appena le anche e fui costretto a chiudere gli occhi e mordermi le labbra per non farmi sfuggire nulla anche se poi il mio petto si alzava e si abbassava in un ritmo che andava al di là della tachicardia e si avvicinava pericolosamente all’infarto… 

- Cos’è questa la posa del guardatemi sono bellissimo?-

- Allora fammi vedere tu come mi devo mettere!- Mi levai dalla sua scia cercando di liberarmi dell’influenza che il suo sguardo e il suo corpo avevano su di me, ma anche lontano mi sentivo comunque stordito dal mio desiderio alimentato dal suo odore. E quando Cort mi si mise dietro come a volermi abbracciare e farmi appoggiare a lui il mio cuore con il corpo mi sembrò impazzire.

- Come vuoi, fai tutto quello che ti dico di fare e vedrai che riuscirai a fare centro…-

- Sì Cort…- Non riuscì ad evitare di strusciarmi su di lui, solo le nostre parti superiori erano a contatto mentre con le mani mi teneva fermo i fianchi in modo da mantenere le distanze dove in realtà volevo che non ci fossero, ormai mi conosceva troppo bene per lasciarsi fregare ma con la scusa di avere le mani sul mio bacino ogni tanto si concedeva qualche carezza che mi faceva ben sperare che presto smettesse di vietarmi di strofinarmi per farlo eccitare come lo era quella mattina. Mi teneva al guinzaglio e mi torturava come voleva… Appoggiò la testa alla mia spalla e cominciò a darmi gli ordini sussurrandomi tra il collo e l’orecchio sibilando come se il suo amore per i serpenti gli avesse fatto crescere improvvisamente una lingua biforcuta che mi stava stimolando la pelle sensibile facendomi accumulare altra eccitazione dentro le mutande, e già le sentivo maledettamente strette. Stava giocando con me e io gli avevo lasciato in mano il comando, come sempre avevo voluto, pregavo solo che il gioco finisse presto e che cominciasse finalmente a fare sul serio. Ma davvero sembrava intenzionato ad impararmi ad usare quel maledetto attrezzo che non mi sarebbe mai servito neanche per la caccia alla lepre…

- Allarga le gambe…- Mise una gamba tra le mie strusciandola ripetutamente sul mio sedere prima che riuscissi finalmente a bloccarla per non arrivare alla pazzia.

- Ora rilassa i glutei, sei troppo teso per riuscire a prendere bene la mira-. Incapace di rilassarmi per il livello di eccitazione ormai raggiunto, lasciai di nuovo il compito a Cort che prese a massaggiarmi con i palmi i muscoli del sedere, glutei, adduttori e addirittura l’inguine che mi fece di nuovo tendere tutto.

- Bravissimo, sei stranamente obbediente e recettiva principessa, come mai?-

- Hai cambiato modo di insegnare…-

- Ti piace di più così?-

- Immensamente, ma non credo di essere l’unico…- Riuscii a liberarmi dalla presa ferrea delle sue mani sui miei fianchi e mi spinsi indietro incontrando un non indifferente gonfiore all’altezza del mio sedere, sapevo di non essere l’unico ad essere eccitato, il gioco che Cort stava facendo era un’arma a doppio taglio che stava coinvolgendo anche lui.

- Terribilmente sfacciato…- Mi diede una pacca sul sedere per ristabilire le giuste distanze ma non mi lasciai scappare l’occasione di imbarazzarlo.

- Terribilmente eccitato…- E gli accarezzai l’eccitazione sentendola gonfiare tra le mie dita poi però Cort mi schiaffeggiò la mano.

- Riporta la mano sull’arco ragazzino…-

- Proprio sicuro?-

- Sì, la destra nella parte alta, con la sinistra prendi una freccia la sistemi e tiri indietro il  braccio finché non senti il legno fare massima resistenza, hai capito?-

- Non riesco a tendere più di così…-

- Rimani morbido con le gambe e con il sedere, è un movimento che devi fare con le spalle e con gli addominali il resto deve rimanere rilassato-. Cominciò ad accarezzarmi ogni muscolo teso che non voleva saperne di starsene a riposo e appena la sua mano ci passava sopra diventavo praticamente pasta frolla, mi avrebbe potuto impastare come voleva se solo lo avesse voluto…

- Va bene così?-

- Perfetto, ora porta la gamba destra in avanti-. Me la spinse lui venendo avanti con il suo bacino costringendo praticamente il mio corpo a obbedire ai suoi ordini, avevo la sua eccitazione tra il mio sedere che mi fece rimanere a gambe aperte anche quando levò la sua tra le mie. Stavo impazzendo e non ci stavo capendo niente, non mi rendevo neanche  conto di avere un arco in una mano e una freccia nell’altra. Sentivo solo la sua gamba che spingeva la mia in avanti e la sua eccitazione che mi costringeva a divaricarmi appena.

- Ora porta la sinistra indietro-.

- Come diavolo faccio?- In effetti era impossibile con lui che mi spingeva tutto in avanti ma mi dimostrò ancora una volta che la parola impossibile non esisteva. Mi mise una mano a palmo aperto sulla mia erezione e mi spinse indietro.

- Ti serve solo la spinta giusta principessa…-

- Bastardo!- La mia voce era bassa e roca quasi ero incapace di riconoscerla io stesso, ero eccitato al massimo: essere spinto contro la sua erezione e al tempo stesso essere toccato sulla mia era una sublime tortura.

- Non abbiamo ancora finito, ora arriva la parte più difficile-.

- Quale? Resistere dall’ucciderti?-

- No, riuscire a lanciare la freccia e cercare di colpire almeno di striscio il bersaglio-.

- Dopo questa tortura niente è impossibile…-

- Ma la tortura non è affatto finita…- Mi morsicò il collo e poi me lo leccò rendendo la pelle umida e quindi ancora più sensibile al suo respiro.

- Dio Cort non credo che questo sia l’unico metodo per imparare ad usare un arco-.

- No infatti, questo è quello esclusivo per le principesse insolenti…-

- Io non sono insolente-.

- Oh sì che lo sei…- Ormai non stava più cercando di fare finta che ogni tocco fosse una casualità, aveva una mano sotto la mia maglietta pronta a stuzzicarmi le parti più sensibili e l’altra che giocava perversamente con i miei capelli. Dopo tanti anni di convivenza con lui sono riuscito a capire almeno una cosa ogni volta che me li tocca ci fa l’amore è la prima cosa di cui entra in possesso poi passa al resto, allora ciò che era già suo erano i miei capelli e appena ne aveva l’occasione li amava, aveva cominciato quando avevo solo quattro anni e non aveva più smesso e forse se dovesse scegliere tra il mio corpo e i miei capelli sceglierebbe quest’ultimi, forse.

- Ora principessa vedi di impegnarti e ascoltami bene: non è difficile centrare il bersaglio, non per uno che mi ha rotto le palle in tutti questi anni con le materie teoriche. Tu che conosci così bene la fisica, la matematica e via dicendo dovresti riuscire a capire quanta forza e quanta sensibilità metterci. Ti dico i movimenti ma poi dovrai equilibrarti tu, capito?-

- Sì, ma temo che il primo tiro farà schifo, non posso sapere quanto devo regolarmi se non provo almeno una volta…-

- Non ti preoccupare proveremo tutte le volte che vorrai, intanto ricordati bene questa posizione. Quando ti trovi così fissi bene il bersaglio nella mente e cerchi di concentrarti, poi chiudi gli occhi e piano abbassi la schiena, quando il tuo corpo avrà quest’angolazione…-. Gli stavo per far notare che sarebbe stato più giusto dire quando praticamente ho il tuo uccello che mi sta penetrando nonostante indossi ancora pantaloni e mutande…

- Ehi mi stai ascoltando?-

- Oh sì, ti sento, ti sento-. E lo sentivo eccome era enorme messo direttamente a confronto con la mia minuscola fessura ancora per poco vergine e, nonostante mi rendessi conto della differenza enorme di misure che mi avrebbe provocato un dolore lacerante, desideravo che la sfondasse con la forza proprio in quel momento che mi prendesse nello stesso momento in cui avrei lasciato andare la freccia e avrei fatto miracolosamente centro mentre Cort avrebbe fatto centro nel mio corpo.

- Ora che stai così devi caricare la potenza del lancio tirando indietro il braccio, tiri a seconda della lontananza del tuo bersaglio, questo è abbastanza vicino quindi così può bastare. Ora devi invece fare il contrario, puntare l’arco appena verso l’alto sempre a seconda della posizione e della lontananza del bersaglio. E’ un movimento unico, ti abbassi, carichi di potenza, ti alzi per mirare e infine lanci la freccia. Chiaro?-

- Mica tanto non ho capito questo movimento unico-

- Va bene lo facciamo insieme…- Non avevo davvero capito come si faceva ma solo ascoltandolo a parole avevo intuito che era una cosa terribilmente eccitante da fare con Cort dietro di me e soprattutto premuto con quella pressione che minacciava di strapparmi i pantaloni. Difatti… mi spinse in giù e sentii la sua eccitazione percorrermi tutta la valle delle natiche e quando mi rialzò la sentii puntarsi nella mia fessura come se fosse rimasta incastrata e a quel punto totalmente impanicato dalle incredibili sensazioni che stavo provando lanciai la freccia senza rendermene conto, non aprii neanche gli occhi per vedere dove diavolo l’avevo mandata concentrai tutto me stesso su quel contatto incredibilmente reale che si era stabilito tra me e Cort e nel rinculo dell’arco mi ritrovai totalmente tra le sue braccia.

- Niente male, visto che hai tirato ad occhi chiusi-. Alleggerì la pressione che ancora la sua erezione esercitava sul mio sedere abbastanza da farmela rendere ancora più piacevole ma non si allontanò da me, mi abbracciava ancora come se temesse che non riuscissi a stare in piedi da solo, probabilmente aveva ragione se mi avesse lasciato l’unica cosa che sarei stato in grado di fare era premermi maggiormente al suo corpo e violentarmi su di lui anche con tutti i vestiti addosso. Aprii gli occhi per vedere che fine avesse fatto la freccia e mi stupii vedendola poco sopra il bersaglio che aveva fatto Cort.

- Riproviamo?- Glielo chiesi innocentemente, se ero riuscito a fare un simile risultato pensando a tutt’altro ero sicuro che impegnandomi avrei centrato quel maledetto bersaglio.

- Ovviamente, finché non riuscirai a centrare almeno la manica della maglietta, non ci muoveremo da qui principessa-. L’unica mia paura era che ora che avevo imparato mi lasciasse fare da solo ma visto che non sembrava volersi allontanare e neanche smettere di farmi impazzire con il suo corpo così dolorosamente vicino al mio mi tranquillizzai e presi una nuova freccia ma prima che l’afferrai Cort mi bloccò la mano.

- Ma come te la sei ridotta?- Me la guardai anch’io, mi ero scordato delle ferite che mi ero fatto nei primi tentativi di tiro. Avevo i polpastrelli completamente consumati e da essi mi colavano gocce di sangue grosse come lacrime.

- Mi sono ferito quando non sapevo ancora come diavolo funzionava questo dannato coso!- Lanciai uno sguardo di odio verso l’arco ma poi ricordandomi che era solo grazie a lui se avevo avuto un contatto così intimo con Cort gli dichiarai amore eterno, sarebbe stata la mia arma preferita per sempre.

- Lo dicevo che avevi delle mani troppo delicate ed esili-. Mi prese la mano ferita tra le sue e ad uno ad uno cominciò a succhiarmi ogni dito ripulendolo dal sangue che si andava seccando. Lo fissai ipnotizzato per tutto il tempo, avevo voglia di strappargli la mano dalla bocca e farmi succhiare in quel modo le labbra, la lingua e tutto quanto e mangiarlo io stesso, ero sicurissimo di essere ormai vicinissimo al mio sogno, insomma Cort non poteva farmi certe cose e poi non ammettere di desiderarmi e di amarmi.

- Ora tirerai sicuramente meglio, l’arco va usato con le mani il più secche possibile altrimenti se ti scivola di un millimetro la traiettoria diventa sballata. Pronto a riprovare?- Annuì solo con la testa non sicuro che dalla mia gola non uscisse un verso gutturale al posto della mia solita voce. Mi rimisi esattamente come prima, con il suo corpo schiacciato totalmente al mio che mi incendiava ma stavolta ero più preparato ad accogliere tutte quelle meravigliose sensazioni mantenendo comunque un minimo di concentrazione, stavo quasi per scoccare quando Cort mi bloccò la spalla.

- Aspetta-.

- Ho sbagliato qualcosa?-

- No fin qui sei stato perfetto è questo il problema, non vorrei che rovini tutto nel finale mancando di nuovo il bersaglio…-

- Stavolta non succederà…-

- Credo che ti serva uno stimolo in più… vediamo… se manchi il bersaglio non metterai più piede a casa mia, tornerai a dormire nella tua stanza e non succederà mai più niente di tutto questo. Ti piace provocarmi e non lo fai tanto per fare tu lo fai proprio perché vuoi che io perda il controllo. Se manchi il bersaglio non avrai più possibilità di farmi impazzire e neanche dovrai tentare, sono un Maestro e non rischierò il mio posto se non mi dimostri almeno di valere qualcosa di più del bel faccino che hai e del culo da favola che ti porti dietro. Se riuscirai a centrare il bersaglio ti darò il permesso di continuare a dormire da me tre volte a settimana, ovviamente anche in questo caso dovrai moderarti sarò sempre io a condurre il gioco su questo non devono esserci dubbi. Sono io che dico quello che si può e quello che non si può, quando basta e quando invece ne ho voglia…- Non ero mai stato bravo a raggiungere l’obiettivo quando ero sotto pressione, anche in quel momento che stava giocando con me Cort stava comunque facendo il suo lavoro. Voleva farmi riuscire a superare tutta la mia insicurezza mettendo in palio qualcosa che sapeva che per me era tutto. In nessun altro caso avrebbe attirato tutta la mia attenzione, sarei stato al massimo della concentrazione e al massimo della tensione proprio come se mi fossi trovato sul campo di battaglia. Non credevo di essere in grado di sopportare una simile pressione…

- E se mi tirassi indietro da questa scommessa?-

- Libero di farlo, io non mi interesso dei deboli e dei perdenti…- Si staccò da me palesando l’intenzione di andarsene ma stavolta lo bloccai io per il polso. Non avevo intenzione di sprecare nessuna occasione di poter stare con lui e avrei tentato anche cose più impossibili per poter stare con lui, infondo era solo uno stupidissimo bersaglio…

- Io non sono né debole e né perdente!-

- Bene dimostralo! Abbatti il bersaglio…- Lo stupidissimo bersaglio lo avrei sicuramente abbattuto ma non con Cort dietro di me che aveva ricominciato a leccarmi il collo e mi faceva sentire quanto era eccitato strusciandosi sul mio sedere e con le sue mani che mi arrivavano dappertutto… Avrei potuto sopportare la tensione ma l’eccitazione, il piacere e il desiderio erano cose ancora troppo sconosciute per me per poterle controllare.

- Non con te così…-

- Vuoi forse che mi sposti? Ma allora dove sarebbe la difficoltà? Devi imparare a concentrarti anche nelle situazioni più assurde, dimostrami che ne sei capace e non ti caccerò, fallisci e da me non avrai altro che calci e pugni e devo ammettere che mi dispiacerebbe molto farlo-. Mi palpò indecentemente quasi da togliermi i pantaloni di dosso e con la lingua continuava a tormentarmi il collo…

- Sei un bastardo Cort…- Lo sussurrai con la poca voce che riuscivo a far uscire mi rilassai completamente appoggiandomi addosso a lui, in quelle condizioni non sarei riuscito a centrare neanche un elefante…

- No sono solo il tuo Maestro, ora tira principessa, struscia di nuovo il tuo bel sederino…-

- Fottiti!- Intanto mi strusciai su di lui non per eseguire il suo ordine ma perché era maledettamente meraviglioso sentirmi premuto contro la sua eccitazione. Mi sentivo un idiota cercavo di darmi un contegno cercando di impalarmi a lui… La mia mente urlava: “Dignità Vanny! Dignità!” il mio corpo: “Scopatelo Vanny! Scopatelo!” Avevo quattordici anni è ovvio che sia stato il mio corpo a vincere…

- Magari più tardi, ora ho altro da fare…- Il suo da fare era fare del suo meglio per distrarmi mentre tendevo l’arco e mi concentravo sulla mira, cercai di non pensare a dove stavano le sue mani, a cosa stava facendo la sua lingua e a come si muovesse con il bacino. Pensai piuttosto a cosa avrebbero fatto nelle notti che avrei passato con lui se fossi riuscito a fare centro e cosa avrei fatto io… Mi chinai per dare potenza al tiro sentendo di nuovo la meravigliosa presenza tra le mie natiche e poi alzare l’arco e quindi sentirla fermarsi nella mia fessura e poi feci sparire tutto quanto dalla mia mente liberandola e tirai. Chiusi gli occhi, non volevo vedere se avevo sbagliato o meno, sentii Cort staccarsi da me per andare a controllare il bersaglio e aspettai che me lo dicesse lui. Ovviamente rimase zitto voleva che guardassi con i miei occhi, tenni gli occhi bassi finché non arrivai all’albero e poi non trovai il coraggio di fare altro…

- Ehi! Non sei curioso dopo tutta la fatica fatta?-

- Non puoi dirmelo tu?-

- No, alza lo sguardo principessa e sii pronto a subire le conseguenze del risultato conseguito-.

- E’ andata male vero?-

- Vuoi che ti costringa ad aprire gli occhi forse?-

- No… Oh Gan… l’ho preso… Cort l’ho preso!- L’avevo preso davvero, non centrato ma non era importante visto che il patto non lo prevedeva. Di impulso mi girai e abbracciai Cort, gli baciai il collo e la guancia, ogni parte che potevo, quando arrivai alle labbra si staccò in tempo prima che riuscissi a raggiungerle. Non ero ancora riuscito a baciarlo lì o meglio non si era ancora lasciato baciare, mi venne il dubbio che mi stesse trattando come una puttana, la quale prima regola era non baciare…

- Fortunatamente stasera non devi stare da me… ho bisogno di una megascopata per riuscire a scrollarmi di dosso tutta l’eccitazione che mi hai provocato principessa…- Sapere che tutto quel ben di dio che sentivo premermi addosso sarebbe andato ad un’altra persona mi sembrò incredibilmente ingiusto anche perché ero stato io a portare Cort ad un simile livello di eccitamento…    

- Allora che dovrai fare il giro completo dei bordelli di Gilead stanotte…-

- Perché?-

- Nessuna puttana riuscirà a soddisfarti, non importa quante te ne faccia ciò che conta è con chi lo fai e non ti basterà immaginare la mia faccia e il mio corpo al posto del loro, magari le chiamerai principessa ma il tuo corpo rifiuterà chiunque non sia io, è me che vuole. Ha capito che l’unico che può veramente soddisfarlo sono io, non si accontenterà più delle troiette che gli rifili-.

- Mi stai dicendo che stanotte sarò impotente?-

- Guardandoti mi è veramente impossibile dirlo… ma comunque fare sesso non ti aiuterà a farti dimenticare il desiderio che hai di me…- Non avrebbe mai fatto cilecca con l’erezione che si ritrovava in quel momento così abbassai le mie pretese sperando che almeno non rimanesse soddisfatto del solo sesso e sperai che mentre stava con la fortunata di quella sera gemesse il mio nome e che pensasse davvero di stare a fare l’amore con me.   

- Hai un bel culo principessa ma sai quanti ce ne sono come tuoi, per di più io mi faccio le donne che oltre ad un bel culo hanno anche…- Lo bloccai prima che continuasse, aveva già detto abbastanza da avermi spezzato il cuore. Davvero mi ero illuso che ci fosse qualcosa tra di noi che fosse diverso dalla semplice attrazione fisica, dalla semplice voglia di scoparmi che avevano tutti. L’avermi detto che avevo un bel culo fu l’insulto più grande che mi potesse fare infatti non badai neanche alla sua conferma dei suoi gusti sessuali…

- Pensi di desiderare solo il mio culo Cort? Sei come Bobby o tutti gli altri che non vedono l’ora di beccarmi da solo nei corridoi bui del castello per farsi una bella scopata? Allora perché non ti unisci a loro? Magari prima o poi vi andrà bene, tutti insieme farete una bella violenza di gruppo che dici? Non ti pare il più eccitante dei pensieri di tutti quei cazzi che mi violano e mi sfondano e su tutti il tuo? Non sarebbe una gran bella scopata questa? Credo che sia abbastanza per farti cambiare gusti sessuali almeno per una volta…-

- Posso sapere che cazzo stai dicendo?- Ancora non aveva capito quanto fosse frustante per me essere giudicato solo dal mio aspetto ed essere desiderato come se fossi solo un corpo vuoto da scopare. Sapere che anche per lui era così mi aveva fatto esplodere di rabbia e quando mi arrabbiavo finivo sempre per spiazzare le persone forse credevano che non ne fossi capace. Ne ero capace eccome anzi reprimendo sempre le mie emozioni quando esplodevo mi ci mancava solo di fare il botto, forse un po’ ho ereditato la pazzia di mia madre anch’io quando sono furioso non so mai quando è il momento di finirla… 

- Sto dicendo vaffanculo!-

- Tu sei pazzo-.

- Hai ragione sono veramente pazzo a pensare che tu fossi una persona migliore di quei pervertiti-. Me ne andai e lo lasciai lì da solo, mi scordai anche che stavo nel pieno della lezione, me ne tornai nella mia stanza a prendere a pugni il cuscino. Solo in quel momento pensai che l’indomani Cort mi avrebbe probabilmente fatto a pezzi per aver abbandonato una sua lezione senza il suo permesso ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Saltai la cena, avevo lo stomaco chiuso dal nervosismo e quando ormai era buio inoltrato mi decisi a risolvere la questione. Già una volta aveva provato a rimanere arrabbiato e addirittura ad odiare Cort con scarsi risultati quindi capitolai subito e andai da lui sicuro di non trovarlo ancora a casa. Infatti quando entrai tutto era buio e non percepivo nessuna presenza, mi sedetti sulla sedia che ormai consideravo mia e decisi di aspettarlo solo per un po’… ovvero due ore. Quando lo vidi entrare mi venne voglia di gettarmi su di lui e prenderlo a schiaffi, come sempre la prima sensazione che provai fu tradimento.            

- Eh tu che ci fai qui? Non dovevi stare nella tua stanza stanotte?- La sua voce era brusca ed innegabilmente ubriaca. Quando Cort è ubriaco diventa più violento o incredibilmente sdolcinato non ha una via di mezzo….

- Sì avrei dovuto…-

- E allora?-

- Ero venuto per parlarti ma evidentemente non sei in grado di sostenere una discussione civile, riesci a malapena a stare in piedi… quanto hai bevuto?-

- Ehi ragazzino impicciati dei fatti tuoi e vattene-. Mi diede una spinta che mi fece crollare sulla sedia dove ero seduto un momento prima, mi rimisi in piedi ormai rassegnato a dover rimandare tutto al giorno dopo ma non avrei lasciato Cort da solo in quelle condizioni…

- No prima ti aiuto a metterti a letto…-

- Ce la faccio benissimo da solo, che vuoi approfittarti di me?- Quasi mi venne voglia di farlo ma non c’era soddisfazione con Cort in quelle condizioni, era lui che mi doveva prendere mica il contrario. Lo accompagnai verso il letto e poi lo feci sedere.

- Veramente fino adesso sei tu che ti sei approfittato di me, ma non me ne lamento…-

- Ah no?- Gli avrei dovuto rispondere che invece mi lamentavo eccome visto che non si approfittava abbastanza quando era evidente che l’unica cosa che volevo era che si approfittasse di me. Gli tolsi gli stivali inginocchiandomi davanti a lui.

- Era proprio di questo che ti volevo parlare. Mi stupisce che tu sia tornato ormai pensavo che saresti rimasto al bordello…-

- Non mi andava…-

- Non ti andava? Sicuro di sentirti bene?- Lo guardai ad occhi spalancati e lo stupore non mi fece neanche arrossire per il fatto che gli stavo togliendo i pantaloni. Quella fu l’unica volta in vita mia che sentii affermare Cort di non voler fare sesso perché non gli andava. A Cort va sempre di fare sesso questo è uno dei suoi elementi distintivi, il principale.

- E’ colpa tua…-

- Mia? Sei proprio ubriaco eh?-

- Già colpa tua anche questo… che hai fatto alla faccia? Chi è stato quel bastardo che ti ha picchiato principessa?- Mentre gli stavo sbottonando la camicia lo guardai per capire se mi stesse prendendo in giro oppure no. Era veramente preoccupato e vagamente irritato con chi mi aveva massacrato, sarebbe stato divertente se fossi stato in vena di scherzare. Il fatto poi che avesse cominciato ad accarezzarmi i lividi non aiutava il mio umore.

- Tu…-

- Davvero?-

- Ti ricorderai niente domani?-

- Non credo…-

- Beh allora posso anche dirtelo senza rischiare che mi ammazzi…- Almeno una piccola soddisfazione me la poteva anche togliere allora visto che stava cominciando a palparmi indecentemente senza un minimo di controllo, era passato alla modalità sdolcinato… e pervertito. Fortuna che non aveva abbastanza lucidità per spogliarmi altrimenti non si sarebbe fermato alle carezze e io non volevo farlo con lui ubriaco che non avrebbe ricordato nulla il giorno dopo, lo amavo ma non mi odiavo così tanto da buttare via così la mia prima volta. Anche se era capace di sciogliermi fra le sue braccia con un solo tocco…

- Cosa…non ti ammazzerei mai…- Sicuramente non in quel momento in cui era chiarissimo quello che mi avrebbe voluto fare. Per una volta ero io quello che si tirava indietro, era veramente una situazione assurda. Avevo Cort in mutande completamente ubriaco pronto ad esaudire ogni mio desiderio e l’unica cosa a cui riuscii a pensare era dichiararmi apertamente e ufficialmente a lui. E’ facile dichiararsi ad uno sbronzo o non si ricorderà di te o non ti prenderà sul serio, alternative che mi andavano bene entrambe.

- Ti amo Cort…-

- Lo so principessa…- E’ proprio vero che l’alcool rende sinceri finalmente ammise di sapere quello che provavo per lui e me lo disse pure con un tono da cospiratore come se mi stesse svelando un segreto che aveva protetto fino a quell’ultima sbronza. Almeno un dubbio me lo aveva levato quindi continuai a confidargli tutti i miei sogni e desideri, tanto tutti riguardavano lui che era sempre stato il mio unico mondo.

- E voglio passare il resto della mia vita con te…-

- Sarebbe meraviglioso…-

- E voglio fare l’amore con te…-

- Domani Vanny, domani-.

- Sì, certo domani, buonanotte Cort-. Gli diedi un bacio sulla fronte per essere il più innocente possibile ero riuscito a districarmi da lui e non avevo intenzione di approfittarmi su niente, il massimo che potevo avere dalla situazione senza dovermi sentirmi uno schifo il giorno dopo lo avevo ottenuto. Gli rimboccai il lenzuolo giusto per coprirlo ai miei occhi, Cort non sentiva mai freddo ma non ce la facevo più ad averlo nudo davanti con quelle mani che non sapevano starsi ferme un momento…  

- Dove vai?-

- A dormire-.

- Non rimani qui?- Mi fece una faccia da cucciolo abbandonato che non riuscii a sostenere il suo sguardo, come cavolo faceva a fare una simile espressione quando il giorno era un tale bastardo da farti quasi desiderare di spaccarti la testa per non avere più a che fare con lui? Se da sobrio mi avesse fatto una simile faccia non avrebbe avuto scampo, me lo sarei succhiato dalla testa ai piedi e fanculo alle conseguenze.

- No-.

- Mi mancherà il tuo calore principessa…- E non sapeva ancora quale incendio mi provocava la sua vicinanza dentro di me nel posto in cui solo a lui avrei dato il diritto di raggiungere. Mi sembrava come se in una vita precedente avessi avuto Cort dentro di me di continuo e che in questa vita ricordavo quelle splendide sensazioni che ora mi mancavano più dell’aria.

- Anche tu mi mancherai, a domani sera Cort…-

- No, non ti muovi di qui…dormiamo insieme-. Mi prese il polso con gentilezza trattenendomi vicino a lui. Non mi sembrava vera una simile richiesta da parte sua ma avevo anche paura di commettere qualche sciocchezza rimanendo. Sentire la sua mano calda sulla mia pelle era una pessima consigliera, desideravo dormire anche quella notte tra le sue braccia e il suo corpo caldo.

- Sicuro? Non è che mi prenderai a calci domani?-

- E’ impossibile che mi dimentico di avere te nel letto, probabilmente sarà l’unica cosa che ricorderò-. Era talmente bello da non sembrare vero, mi venne voglia di farlo ubriacare ogni sera. Mi sentivo emozionato a sentirlo parlare così, mi permisi di illudermi alle sue parole ed era maledettamente facile. Mi stesi al suo fianco e subito mi circondò la vita con le braccia. Non avevo più niente da dire o da protestare, ero in pace con me stesso.

- …-

- Principessa?-

- Sì?-

- Non sono un uomo così orribile come mi hai dipinto sai?- Mi si strinse il cuore perché io più di tutti, anche più di lui sapevo che non era affatto il bastardo che avevo detto. Doveva essersi tormentato per tutta la sera per colpa delle mie parole, gli avevo sempre detto che lui era migliore di quello che voleva sembrare ma poi in un momento di rabbia gli avevo fatto credere il contrario. Odiavo veder soffrire Cort, e stavolta ero io ad averlo fatto soffrire. Avrei voluto donarmi a lui facendogli capire che riponevo in lui tutta la mia fiducia ma nelle condizioni in cui stava mi avrebbe semplicemente scopato senza nessun significato particolare e potevo dire qualsiasi cosa ma a me il sesso fine a se stesso non interessava neanche con lui.

- Lo so, per questo ti amo Cort, aspetterò tutto il tempo necessario perché tu ti accorga che anche tu non puoi fare a meno di me-.

- Forse accadrà davvero… dopotutto non sei affatto male principessa, e non sto parlando del tuo culo, quello è semplicemente sensazionale-. Me lo accarezzò per sottolineare la verità della frase ma poi ritornò con la mano sul mio stomaco, almeno gli era passato il momento dell’attacco sessuale. Nessuno aveva dato del sensazionale al mio culo… e nessuno mi aveva detto che non ero affatto male, dopotutto mi poteva andare peggio. Aveva anche messo in conto la possibilità di innamorarsi di me…

- Lo prendo per un complimento…-

- Lo è, e non sono neanche tanto meglio di come mi hai dipinto oggi, ho veramente una voglia pazzesca di scoparti-. Mi ero sbagliato non gli era affatto passata la voglia… semplicemente era troppo ubriaco per metterla in atto ma quando mi girai per vederlo in faccia notai che era abbastanza eccitato da poter attuare il fai da te se lo avessi voluto…

- Ti confido un segreto, io ho una voglia pazzesca di essere scopato da te anzi io ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te…- Mi corressi, se davvero avessi avuto solo voglia di scopare l’avrei fatto in quel momento, era maledettamente difficile resistergli lo amavo così tanto da volermi dare a lui il prima possibile. Gli accarezzai la parte sfigurata del viso desiderando di leccargliela per sentire sulla lingua quanto fosse innaturalmente liscia. Era una delle sue parti del corpo che più mi affascinava, non comprendevo come potesse piacermi una cicatrice tanto profonda da sfigurare il volto del mio amore.

- Beh allora prima o poi troveremo una soluzione a questo problema che soddisfi entrambi…-

- Lo credo anch’io… buonanotte Cort-. Gli baciai come se fossi un bambino le labbra a timbro e poi mi girai, non c’era più niente da dire dopo che entrambi eravamo convenuti che col tempo una soluzione si sarebbe trovata ai due nostri diversi bisogni…

- Buonanotte Vanny… vienimi più vicino, voglio dormire nel tuo calore con il corpo premuto al tuo-. Io volendo dormire con il suo corpo premuto al mio non faticai ad obbedirgli, mi strinsi a lui più che potevo poi ad eliminare il più piccolo millimetro di distanza ci pensò Cort stesso stritolandomi con le mani che mi avevano già circondato in precedenza. Stavamo nella stessa posizione in cui eravamo quella mattina solo fortunatamente a Cort gli era passata l’eccitazione quindi dopo poco tempo riuscì ad addormentarmi e fu una delle dormite migliori della mia vita. Cort mi accarezzò lo stomaco anche da addormentato e il calore del suo corpo riuscì a raggiungere ogni parte del mio corpo facendomi sentire sicuro e protetto come mai in precedenza. Sperai davvero che l’alcool facesse diventare sinceri… in quel momento Cort mi stava trattando come sempre avevo desiderato… come se mi amasse e fossi il suo compagno… come mi tratta ora che lo sono veramente.  

 

 

Continua…