Ovviamente i personaggi sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me…
Come divenni uomo Parte
IV di
Mia Dopo qualche mese il mio
fisico cambiò, prese le forme che Cort gli aveva detto di prendere come a
voler dimostrare che era pronto a donarsi a lui, si era fatto bello come lui
lo desiderava, non avrebbe più avuto scuse per rifiutarmi. Nessuno mi avrebbe
più potuto scambiare per una donna, anche se il viso era quasi uguale al
bambino che ero stato il mio corpo era cambiato ed era innegabilmente da
uomo. Non ero muscoloso come i miei compagni ma lo ero senz’altro più di una
donna, la mia voce era ancora dolce ma più profonda e aveva perso la stridio
tipico dei bambini. Ma quello che mi faceva sentire più orgoglioso di ogni
altra cosa era la splendida erezione che segnava ogni mio risveglio e ogni
mio pensiero, fantasia o sogno che facevo su Cort. Non ero più diviso in due,
da una parte le mie emozioni dall’altra il mio corpo, finalmente mi ero unito
in un essere tutt’uno e quel tutt’uno aveva lo stesso unico obiettivo, Cort.
Tutti rimasero stupiti della mia crescita e della bellezza che questa mi
aveva portato; a volte scorgevo Steven stesso guardarmi con adorazione finché
non veniva beccato da All che gli rifilava una gomitata alle costole. Forse
solo All era immune alla mia bellezza, gli altri se avessero potuto mi
sarebbero saltati addosso in qualsiasi momento come se fossero bestie in
amore e odorassero la loro partner in calore. Io anche se non ero
propriamente in calore avevo gli ormoni parecchio sballati e un corpo che non
avevo ancora imparato a gestire per non parlare del fatto che ero rimasto l’ingenuo
ragazzino di prima. Ero ancora più appetibile, se non avessi avuto la
protezione di Steven, All e Cort in quel periodo sarei stato violentato da
tutta Gilead e forse non avrebbero avuto neanche la pazienza di stuprarmi uno
alla volta. Ciò che Bobby mi fece quando ero più piccolo servì come monito a
tutti, nessuno voleva misurarsi con Cort per una scopata anche se sembrava la
più fantastica scopata di Gilead. Nonostante questi piccoli contrattempi ero
felice di essere cresciuto, Cort finalmente mi guardava da uomo e non solo…
Un pomeriggio a settimana facevamo immersione nel lago, io ero uno dei
migliori anche se mai ero riuscito a conquistare il primato. Miglioravo di
continuo ed era l’unica lezione in cui non venivo punito. Un giorno la mia
prova andò al di là di ogni mia più rosea aspettativa e non me ne resi
nemmeno conto. Una volta riemerso dall’acqua gelida mi limitai ad uscire per
ritrovare la sensibilità agli arti, nonostante fossi bravo nell’apnea non
riuscivo ad abituarmi al freddo. Mentre nuotavo verso la riva sentivo la voce
di Cort tuonare ma non contro di me… - Larve vi siete fatti battere
dalla principessa! Non solo vi ha battuti ma ha messo anche il suo record
personale. Se fossi in voi mi vergognerei, soprattutto quelli che avevano il
primato e ora se lo sono fatto soffiare-. Uscii dall’acqua nudo e ancora
incredulo mi diressi da Cort per avere la conferma. Era la prima volta che
eccellevo in qualcosa. - Davvero ho battuto il mio
record?!- Quel giorno fu il primo sguardo di desiderio che si lasciò
scappare, mi guardò dalla testa ai piedi, si leccò le labbra e poi
mordendosele tornò in sé. Mi sentii bruciare per tutto il tempo che mi aveva
guardato, avevo imparato a riconoscere quel tipo di sguardo per quello che
era. - L’hai stracciato… ottimo
lavoro principessa-. Mi diede una pacca sul sedere, una via di mezzo tra una
palpata e uno schiaffo, talmente forte che mi lasciò la forma della mano
sulla natica arrossata. Il mignolo poi lo nascose nella valle delle due
natiche e lo spinse e lo sfregò contro la mia fessura “casualmente”. Arrossii
ben sapendo che quel contatto non era stato affatto casuale ma voluto. - Gr… grazie!- - Bell’impronta…Cort ha una
mano veramente grande… Steven prova a toccarlo e ti uccido!- Quando tornai al
mio posto All cominciò a prendermi in giro mentre Steven era davvero un po’
troppo interessato al mio sedere… - Volevo solo vedere la
differenza di mano!- - Inventatene un’altra… Vanny
non mi pare che Cort abbia solo quattro dita…- Dopo aver mollato la solita
gomitata a Steven All tornò ad interessarsi e a studiare l’impronta di Cort
sul mio sedere, sapevo che non gli sarebbe sfuggito un particolare che io
avevo solo potuto intuire visto che non riuscivo a vedermi… - Hmm?- - Non vedo il mignolo, chissà
dov’è andato a nascondersi eh?- Il mignolo curioso di Cort infatti non era
stampato, probabilmente la sua impronta era un po’ più in profondità dove
neanche lo sguardo curioso di All era capace di arrivare. - Sta’ zitto scemo…- Arrossii
per il suo sguardo malizioso e per evitarlo mi girai a guardare Cort, lo
sorpresi a guardarmi e questo mi fece arrossire ancora di più. Distogliemmo
lo sguardo tutti e due subito ma facendo così mi esposi di nuovo alla
curiosità di All. - Che carino che sei quando
arrossisci Vanny, quasi mi innamoro anch’io di te…- Sbuffai appena per
l’assurdità della cosa, se fosse successa una cosa simile si sarebbe scoperto
che non ero umano e che ero in possesso di poteri magici. Con lui stavo
talmente tranquillo che era il mio confidente personale, ogni cosa che mi
passava per la testa gliela dicevo, e quando dico ogni cosa intendo dire
anche ogni mia fantasia. Se lo avessi fatto con Steven ci sarebbe stato
dell’imbarazzo e lo avrei fatto terribilmente eccitare e quindi forse
rovinato la nostra amicizia. All invece mi ascoltava, a volte rimaneva serio
altre scoppiava a ridere sfottendomi ma poi mi rassicurava dicendomi che le
mie fantasie erano uguali a tutti gli innamorati del mondo e che non ero
l’unico pervertito, lui stesso aveva le mie stesse fantasie, ovviamente a
ruoli invertiti. Mi uscii naturale dirgli quello che pensavo anche in quel
momento. - Spero rimanga per un po’ di
tempo, mi sembra di essere stato marchiato da Cort-. - Quel mignolo ti ha marchiato
mica la mano…- E’ il talento principe di All imbarazzarti quando credi di
aver già raggiunto il massimo dell’imbarazzo, tira fuori il meglio di te. - Non è come pensi…- Visto che
avevamo i stessi pensieri perversi sapevo benissimo che cosa credeva che era
successo e si sbagliava… purtroppo. - Perché secondo te che
penso?- - Che… che… ma…non è così! Mi
ha solo accarezzato… l’ha solo appoggiato…- - Quante tonalità di rosso
riesci a raggiungere! Lo so che non ti ha fatto altro, se si fosse spinto più
in là probabilmente gli saresti svenuto tra le braccia…- Aveva ragione se
quel mignolo avesse superato le mie difese fisiche sarei svenuto o mi sarei
messo ad uggiolare come un cucciolo bisognoso d’affetto. Avevo abbastanza
amor proprio da negare o almeno provarci sapevo già che non sarei stato affatto
convincente, non con tutto quello che All sapeva di me. - Non ti prendere gioco di
me…- - Mi fai troppa tenerezza per
non farlo, per me sei rimasto il bambino di un tempo. Ora però rivestiti
altrimenti sarò costretto a far fuori il nostro futuro Re…- Steven non era
come me, era diventato passivo per amore del suo compagno ma la parte attiva
di lui non era riuscito a sopprimerla e visto che All da quel punto di vista
non lo soddisfaceva a volte si dimostrava frustato come quella volta che non
riusciva a staccarmi gli occhi di dosso. Ormai mi ero abituato al suo sguardo
voglioso e soprattutto mi ero abituato a vedere All mollargli una gomitata
nel costato per risvegliarlo. Nonostante le sue fantasie da attivo non ha mai
tradito All, solo diventato Re ha potuto sfogare la frustrazione sulla sua
Regina… - Dai non fare il geloso lo
sai che amo solo te-. Ed era vero, come me Steven nella vita avrebbe amato
solo una persona, il suo compagno di sempre. A quel tempo era ancora giovane
e aveva gli ormoni a mille e anche se il suo fisico reagiva agli stimoli non
sarebbe mai stato con nessun altro, tanto meno con me. Faceva pensieri impuri
ma si limitava a quello All in confronto a me era fortunato, io sapevo che
Cort si faceva una puttana diversa ogni notte… Quando ci siamo messi insieme
poi ho avuto il suo stesso problema, Cort era particolarmente sensibile al
fascino femminile ma anche lui per quanto io ne sappia non è mai arrivato a
tradirmi. - Ami me ma ti vuoi scopare
lui!- - Ma stiamo parlando di Vanny!
E’ bellissimo lo ammetto e ti fa venire pensieri che non dovresti ma non ci
farei assolutamente nulla per me è un fratello!- Mi accarezzò una guancia per
far capire al suo compagno quanto fosse innocente il nostro rapporto, Steven
in passato mi ha guardato con lussuria ma non si è mai permesso di toccarmi
con un sentimento diverso dall’affetto fraterno. Poi una volta cresciuti gli
capitava sempre meno di incantarsi davanti a me, come per molti altri era
solo una questione di ormoni impazziti. - Sarà meglio per te…- Quando
li vedevo baciarsi mi voltavo sempre più per invidia che per altro, ormai li
avevo visti pure scopare quindi non c’era niente che mi imbarazzasse in un
bacio. Feci finta di nulla e intanto mi rivestii sbirciando un pochino verso
Cort che però aveva smesso di badare a me, per fortuna aggiungerei se avesse
beccato i due piccioncini tubare durante la sua lezione li avrebbe spiumati
per bene e poi cotti e mangiati in un sol boccone. Lo faceva apposta a far
finta di non vedere altrimenti troppe volte li avrebbe dovuti punire… Quando
si staccarono vidi All ancora leggermente imbronciato nonostante Steven gli
stesse mangiando il collo di baci. Non poteva lamentarsi troppo visto che
tutto dipendeva da lui e dalla sua fobia di essere sottomesso, d’altra parte
Steven non poteva certo obbligarlo a fare quello che da bambino l’aveva
traumatizzato a vita. Essere violentati ripetutamente a soli quattro anni ha
distrutto per sempre una parte della sua vita e Steven lo sapeva e lo sa
tutt’ora. Loro due sono stati il mio modello di coppia perfetta nonostante i
problemi che avevano, riuscivano comunque a mantenere un certo equilibrio.
Quindi mi dispiaceva sempre quando litigavano o bisticciavano per colpa mia… - All ma di che ti preoccupi
lo sai che mi faccio toccare solo da Cort-. - Oltre che toccare ti fai
anche sculacciare…- Anche se felice di aver distolto la sua attenzione da
Steven la sua allusione mi fece arrossire di nuovo, quasi mi maledii di aver
aperto bocca, infondo quello più incasinato tra noi ero io mica loro… - Non mi ha sculacciato… era
una pacca amichevole…- Mi sentii in dover di spiegare ma già avevano
ricominciato a baciarsi e stavolta con la loro solita passione di sempre,
feci una smorfia e mi allontanai per paura di essere contagiato dalla loro
idiozia e magari commetterne qualcuna io tipo andare da Cort abbracciarlo e
baciarlo come avevo voglia di fare in quel momento e non sarebbe stata una
cosa furba da fare, probabilmente ci avrei rimesso la vita. Dopo quel giorno
Cort non diede più segni di apprezzamento, rimaneva impassibile tanto da
chiedermi se mi fossi sognato quel giorno e quel contatto che c’era stato e
se tutto non era rimasto come quando ero solo un bambino in un corpo da
bambino… Forse non bastava solo un corpo nuovo per cambiare le cose… Il fatto
che diede veramente inizio alla mia nuova vita, ovvero passare dal sognare di
avere una speranza con Cort al sperare di averla veramente, si materializzò
durante una pausa pranzo. Quel giorno come tanti altri, stavo in punizione,
ero arrivato tardi a lezione di dieci minuti quindi non ero affatto di buon
umore, ero stufo di passare tutto il mio tempo libero a spalare merda nelle
stalle, ci passavo talmente tanto tempo che cominciavano a venirmi anche
paranoie tipo: quella mucca mi sta facendo gli occhi dolci, il bue al suo
fianco è geloso e vuole uccidermi, non mi piace come mi sta guardando quel
cavallo da monta meglio non dargli le spalle… insomma stavo impazzendo. La
mia vita era maledettamente monotona: lezione, stalla, lezione, ancora stalla
e poi dormire. Ero un fascio di nervi, stavo cominciando ad odiare Cort che
non me ne lasciava scappare una, ogni minimo sgarro che facevo veniva punito
e c’era tanta di quella merda da spalare ogni giorno che dovevo ridurre anche
le mie ore di sonno per dare una sistemata che non avrebbe fatto storcere
troppo il naso a Cort. Non mi ero mai sentito tanto abbattuto, con Cort non
riuscivo a fare passi in avanti dopo quel giorno al lago, come pistolero
valevo ancora meno di quello che pensavo e da quando avevo scoperto fin dove
si era spinto il rapporto tra Steven e All cercavo di evitare di rompergli le
palle con le mie richieste di suonare il loro piano e quindi soffrivo anche
di una terribile astinenza… tamburellavo le dita su ogni superficie appena
avevo un attimo libero, stava diventando un’irritante mania. Sapendo poi
quanto fossi ossessivo sapevo che non mi sarebbe mai passata, come non mi
passava l’ossessione che avevo per Cort. La tensione che minacciava di farmi
esplodere da un momento all’altro era ben visibile me ne andavo in giro come
se avessi un manico di scopa su per il culo, ero talmente rigido che appena
chinavo la schiena sentivo il mio corpo cigolare, e scattavo come una molla
per un nonnulla. Schizzai per aria anche durante quella pausa pranzo quando
due mani mi si posarono sulle spalle massaggiandomele con vigore. Mi voltai e
fui quasi accecato dal sorriso incredibilmente ampio di Cort e dai suoi occhi
che davano l’idea di un bambino che avesse appena scoperto il segreto della
vita. - Ho trovato una nuova
punizione per te, praticamente non ci dormivo più la notte per trovare una
soluzione adatta-. Scrollai la testa, totalmente sconfitto, non credevo che
la mia vita potesse prendere una piega peggiore di così dopo quest’ultima
notizia. Almeno avevo fatto felice Cort, anche se in un modo diverso da
quello che pensavo io… era sempre molto contento di scoprire nuovi modi di
punizioni. Ero certo che per quanto era eccitato ci mancasse poco che si
schizzasse nei pantaloni. Una scopata con me non gli avrebbe fatto lo stesso
effetto anzi magari gli avrebbe fatto anche schifo visto che di sviluppi non
ce n’erano nonostante continuavo a mandargli chiari segnali. - Mi fa piacere che passi così
tanto tempo a pensarmi…- - Ormai mi capita di punirti
solo per i tuoi ritardi, gli altri tuoi difetti dopo tanta fatica sono
riuscito ad assopirli per bene…- Sembrava quasi dispiaciuto che non potesse
punirmi di più; eh già, gli dovevano proprio mancare i pugni, i calci e le
frustate quelle sì che non se le sarebbe fatte ripetere due volte se gli
avessi chiesto masochistamente di darmele, non gli sarebbe servito neanche un
segnale da parte mia per farlo per quanta voglia aveva di mettermi le mani
addosso, peccato però che fosse per la voglia sbagliata. - Non vorrei irritarti ma se
non sono puntuale dipende solo da te, non so se hai notato ma ho cominciato a
fare tardi da quando mi hai costretto a lasciare la mia camera per quella
topaia che è diventata la mia stanza da quasi due anni…- - Certo perché prima ti veniva
a svegliare un servo non è così?- - Ci sarà qualche vantaggio ad
essere un nobile no?- - Vedo che pensi ancora come
una principessa viziata. La tua punizione sarà quella di pulire la mia casa,
che è quasi peggio delle stalle, prendere il posto della mia massaggiatrice e
dormire da me cosicché sarò io stesso ad assicurarmi che ti svegli puntuale,
diciamo all’alba-. Spalancai gli occhi all’idea di riuscire a toccarlo avendo
il suo permesso con la scusa di massaggiarlo e di dormire insieme a lui ma
per non sembrare troppo sfacciato feci finta di essere scioccato per altro. - All’alba?- - Certo è quella l’ora in cui
mi sveglio io…- - Che fine ha fatto la
massaggiatrice?- Una mezza idea me l’ero già fatta da solo ma essendo
masochista lo volevo sentire dalle sue labbra c’era pur sempre una
piccolissima probabilità che mi sbagliavo… - Suo marito ci ha trovato a
letto insieme, ogni giorno dovrai andare a prendere l’unguento che prepara
solo lei a rischio della tua vita, suo marito è diventato piuttosto geloso e
appena vede un uomo aggirarsi intorno alla sua casa comincia ad affilare i
coltelli, magari vedendo te neanche si accorge di trovarsi davanti un uomo-.
Avrei rischiato la vita volentieri sapendo che una donna in meno entrava nel
letto di Cort. Feci finta che la situazione mi pesasse quando in realtà
quella era la punizione migliore che mi avesse mai dato, fu quasi un favore
personale… - Non avrò più una vita…- - Esatto, fino a quando non
avrai un orologio biologico che ti dirà quando è ora di alzarti sarai praticamente
mio schiavo-. - Non sono bravo a
massaggiare…- - Lo diventerai e poi sei
quello che ha visto più parti del mio corpo scoperto…- - Beh ti vergogni delle tue
cicatrici?- - No ma le considero
personali, ognuna una mia esperienza passata e non mi va di spartirle con
chiunque…- Mi emozionai all’idea che mi considerava così speciale da
condividere solo con me la sua storia. Avevo già visto il suo corpo nudo e
già avevo amato ogni sua cicatrice com’era giusto che fosse… era
semplicemente bellissimo. - Per questo non ti spogli
mai?- - Già, allora stasera vai
direttamente a casa mia, la porta è sempre aperta nessuno è tanto pazzo da
tentare di rubarmi-. - E tu dove vai?- Domanda
stupida lo so ma ho già detto di essere un masochista, in realtà ero solo troppo
ingenuo ma vivere con Cort mi avrebbe fatto svegliare. - A darmi da fare per conto
mio principessa…- Saperlo era una cosa sentirselo dire era un’altra, faceva
sempre maledettamente male sapere che Cort faceva sesso con qualcuna, mi
sembrava che mi stesse tradendo e che io non potessi fare nient’altro che
acconsentire ad una situazione del genere… La sera andai da lui come
concordato, ripulii l’immenso schifo che era riuscito ad accumulare nella sua
casa rendendola quasi vivibile e poi mi sedetti ad aspettarlo, appoggiai per
un attimo la testa sul tavolo e senza accorgermene mi addormentai. Mi svegliò
un rumore e quando andai a controllare vidi quello che non avrei mai voluto
vedere. Cort ubriaco che si stava facendo una sul letto. Capii che era ubriaco
dalla sua voce impastata, non riuscivo a capire nulla di quello che stava
dicendo ma di una cosa ero certo non si era accorto della mia presenza. Si
scopò la puttana con una violenza tale che quasi temetti che la stesse
uccidendo. Le sue urla erano un misto di piacere e dolore, la puzza
dell’alcool mischiata a quella del sesso mi stava dando alla testa, vedere
Cort entrare e uscire dal suo corpo mi stava dando alla nausea e proprio
mentre stavo per vomitare Cort venne. La donna non lo so e neanche mi interessa
ma quando vidi Cort liberarsi un altro pezzo di me stesso si ruppe e lo persi
per sempre. Fino a quel momento avevo sempre pensato che se mai ci fossimo
messi insieme lui sarebbe stato il mio primo amante e giocando di fantasia potevo illudermi di essere il primo anche
io per lui ma in quel momento avevo appena avuto la prova pratica
inconfutabile del contrario. Dopotutto però lo sono stato veramente il suo
primo, il primo uomo… sempre meglio di niente. Dopo la scopata Cort parve
ritrovare lucidità si accorse subito che c’era qualcun altro oltre a lui e
alla donna… - E tu che ci fai qui?- - Mi hai detto tu di dormire
da te… ho sistemato la casa, lavato i panni e per terra. Ti stavo aspettando
per farti il massaggio ma quando sei rientrato stavi con quella ubriaco… - - Sei rimasto tutta la notte?-
Era più stupito che scocciato, sembrava un po’ imbarazzato. - Così mi avevi ordinato…- - Non ti avevo ordinato di
rimanere a guardarmi mentre scopavo però. Ehi tu vattene-. Con una pacca sul
sedere cercò di svegliare la donna che evidentemente non aveva i suoi stessi
tempi di ripresa, probabilmente aveva in circolo ancora l’alcool o magari
dopo il sesso violento non riusciva a stare neanche in piedi. Cort l’alzò
bruscamente dal letto, la donna si lasciò sfuggire un gemito di dolore,
sembrava una bambola senza anima. - Vestiti e vattene-. La sua
voce fredda mi fece venire i brividi anche se non era diretta a me, era fin
troppo facile immaginarmi al posto della donna dopo una notte passata con
lui. Cercai di convincermi che con me non si sarebbe comportato con tanta
meschinità. Pensai quasi che sarebbe arrivato a picchiarla per liberarsi di
lei il più presto possibile. Si alzò totalmente nudo per raccogliere i
vestiti sparsi della donna. Era la prima volta che lo vedevo completamente
nudo e il suo fisico immaginandolo come mio amante non mi fece affatto paura,
lo desiderai subito dal primo momento che lo vidi, sentii il mio corpo
fremere e terribilmente attratto dalla sua nudità come se non aspettasse
altro di liberarsi dei vestiti. Sentivo i glutei andarmi a fuoco e la bocca
arida come se respirassi aria del deserto. - Ma Cort è ancora presto…- La
donna cercò di toccare Cort intimamente per eccitarlo di nuovo ma lui
appoggiò la mano sulla sua e la allontanò bruscamente. - Ti ho detto di andartene, ti
ho pagato la scopata-. - Ma è ancora presto in
genere…- - Fuori!- Prese i suoi vestiti
e li buttò fuori di casa insieme alla prostituta. Poi chiuse la porta
appoggiandocisi sopra e si stropicciò gli occhi. Mi approfittai del suo
momentaneo disagio per osservare tutta la sua bellezza che un giorno sarebbe
stata sicuramente mia. Lo sguardo continuava a cadermi sulla sua eccitazione
desiderandola di averla a contatto con la mia che sentivo risvegliarsi, la
desideravo tutta dentro di me come se facesse parte del mio corpo e non del
suo. Poi sembrò risvegliarsi dal trance momentaneo e si versò un bicchiere di
vino rosso ancora totalmente nudo, me ne offrì ma rifiutai, per me era il
momento di mangiare il corpo di Cort con lo sguardo mica di bere. Purtroppo
si decise ad infilarsi una vestaglia coprendo tutta la sua imponenza fisica. - Hai fatto un buon lavoro
complimenti-. - Grazie-. - Se non fossi stato tanto
ubriaco, mi sarei accorto che hai anche cambiato le lenzuola…- - Non sapevo che avevi
compagnia…- - Neanch’io… Mi ero
dimenticato che ti saresti trasferito qui, sarei rimasto al bordello, in
genere rimango sempre lì non mi piace portarmele a casa-. - Mi è difficile credere che
il tuo letto sia così puro…- - Le puttane difficilmente ci
entrano, la signora che mi faceva i massaggi invece era ospite fissa. Dovrai
cambiarmi nuovamente le lenzuola odio dormire nell’odore del sesso…-
Gongolai, sapere che dopotutto il letto di Cort non era stato sporcato da
tutte le puttane di Gilead era già una gran bella notizia da poter restare
allegro per il resto della giornata. - Davvero? Non si direbbe…- - Forse perché non è quello
giusto… vado a darmi una lavata poi mi aiuti a preparare la lezione di oggi-.
Se si rendeva conto anche lui che non era quello l’odore che avrebbe dovuto
impregnare il suo letto metà lavoro era già fatto, mi rimaneva solo da
convincerlo che era il mio quello giusto e poi finalmente mi avrebbe
accettato nel suo letto e infilato nel mio corpo. Sembrava troppo facile a
dirsi… nel frattempo mi limitai a godere della pelle che la vestaglia
lasciava scoperta desiderando ardentemente leccargliela, per poi sciogliere
il nodo e mettere in mostra quello che più ardevo per poi farci un incontro
di primo grado… ma per il momento mi sarei accontentato anche di accarezzarlo
solo… - E il massaggio?- - Oggi niente massaggio-. - E’ ancora presto, hai tempo
di dormire se vuoi ti cambio le lenzuola ora…- - Lascia stare principessa,
rilassati nel frattempo prepara la colazione per entrambi-. Se ne andò in
bagno lasciandomi mortalmente deluso, ero ansioso di fargli il mio primo
massaggio e toccarlo dove in pochi altri avevano potuto, e poi l’avrei potuto
rivedere nudo ed era sempre un piacevolissimo spettacolo per me. Sapevo che
aveva problemi ad una coscia e quindi lo avrei massaggiato pericolosamente
vicino al suo uccello e non ero sicuro di riuscire a resistere alla
tentazione di massaggiare anche quello, baciarglielo e leccarglielo e
nominarlo mio personale e unico dio… Se lo avessi fatto Cort non mi avrebbe
più permesso di avvicinarmi a lui considerandomi un pazzo maniaco, forse fu
solo quello a impedirmi di farlo ogni volta che dovevo massaggiarlo. Quando
uscii dal bagno già si capiva che era di pessimo umore, facemmo colazione in silenzio
e poco prima di uscire mi disse che la sua colazione erano due uova
strapazzate e pancetta e non pane e marmellata… Mi venne da vomitare al solo
pensiero di poter ingurgitare una simile quantità di calorie di prima mattina
ma mi limitai ad annuire, il tono con cui me l’aveva detto non ammetteva né
repliche né battute… fortuna che aveva scopato altrimenti chissà quanto
sarebbe stato ancora più incazzato. Solo io ero l’unico che nonostante non
avesse mai battuto chiodo in vita sua gli girava sempre bene… e dire che mi
tirava eccome! La sera tornai da lui e gli feci il messaggio che gli avrei
dovuto fare, purtroppo quella volta rimase solo in pantaloni per cui potei
approfittarmi solo della sua schiena e avevo così voglia di toccarlo e
accarezzarlo che non ebbe da lamentarsi una volta finito, l’avevo impastato
come se fossi stato un massaggiatore professionista, in realtà era tutto
merito della voglia che avevo di lui quindi le mie mani avevano seguito solo
l’istinto… In cambio del mio massaggio strepitoso ottenni una cena
disgustosa, Cort ha molti pregi come amante e pochi difetti tra questi c’è la
sua totale incapacità di cucinare qualsiasi cosa, può trovare difficoltà
anche a far bollire l’acqua; quella sera non so dire che cosa preparò era una
poltiglia insapore viscida e incolore comunque fu abbastanza da farmi
decidere di cucinare io da quel momento in poi. Altra ricompensa fu il
magnifico giaciglio che mi fece: una coperta e un cuscino per dormire per
terra… il massimo. Ma gli si ritorse contro, non essendo abituato ad un
simile trattamento appena mi misi giù cominciai a starnutire e a respirare
come se avessi i polmoni tutti intasati… avevo di nuovo pulito la casa ma la
polvere ormai era incrostata al pavimento e difficilmente sarebbe andata via…
Starnutii ancora e ancora finché la ben poca pazienza di Cort si esaurì… - Non mi dire che sei anche
asmatico?- - Se vuoi non te lo dico…-
Risposi leggermente offeso dal suo trono brusco, se stavo male dopotutto era
colpa sua non mia… se mia madre fosse venuta a sapere che stavo dormendo per
terra avrebbe dato fuoco a Cort e alla sua intera casa. - Sei un disastro principessa,
salta su-. - Hmm?- - Vieni a letto, c’è
abbastanza posto per tutti e due, è ovvio che gran parte dello spazio me lo
prendo io-. Per un attimo rimasi senza parole cercando di capire se avevo
capito male, era un sogno o era l’incredibile realtà che finalmente aveva
esaudito i miei desideri… Poi però pensai alle conseguenze… non sarebbe stata
affatto una buona idea. - Non ti preoccupare Cort…- - Non mi sto preoccupando per
te, ho bisogno di dormire per fare quello che faccio e di certo i tuoi
continui starnuti non sono il metodo migliore per conciliarmi il sonno. Mi
sto punendo io invece che te, dai sbrigati non ho tutta la notte… Se cominci
a russare ti prendo a calci, già l’altra notte non ho chiuso occhio e non ho
intenzione di passare in bianco anche questa…- Mi lasciai convincere e mi
arrampicai sul suo letto, mi ritrovai al suo fianco praticamente sopra di
lui, e con un sorriso da: ti piacerebbe eh? Mi spinse in quello che in futuro
sarebbe stato per sempre il mio angoletto, spiaccicato tra lui e il muro. - Io non russo…- - Lo spero per te…- - Buonanotte Cort-. - Hmmm…- Non mi ero accorto
che il letto di Cort fosse ad una piazza e mezza e in tutto quello spazio io
ero stretto tra il muro e il suo corpo in un quarto di letto. Le posizioni
che potevo assumere dipendevano da come si metteva Cort. Se stava a pancia
sotto o sulla schiena potevo mettermi sul fianco abbastanza comodamente
piegando anche un po’ le gambe. Se si metteva lui sul fianco io non potevo
fare altro che spiaccicarmi al muro in perfetta linea retta fino a farmi
venire i crampi alle gambe. E visto che quest’ultima era la sua posizione
preferita passai l’ennesima notte in bianco a massaggiarmi i muscoli per
facilitare la circolazione del sangue. Lo guardai dormire visto che era
sempre voltato dalla mia parte, mi sembrò di vegliare il suo sonno e l’idea
mi fece sorridere perché di certo Cort non aveva bisogno di essere difeso da
nessuno. Anche non avendo chiuso occhio quella mattina mi alzai più felice di
molte altre, contento anche di aver sfiorato per un attimo la catastrofe.
Poco prima che Cort si svegliasse stavo cedendo all’impulso di assaggiare le
sue labbra e non lo feci solo perché nel sonno Cort girandosi mi mollò un
calcio negli stinchi che quasi mi fece imprecare a voce alta. - Ma non stai mai fermo eh
principessa?- - Io eh?- - Alzati preparami da
mangiare-. Ancora mezzo addormentato, come se fossi stato davvero io a
svegliarlo, mi diede una pacca sul sedere per farmi muovere ma poi si scordò
di levarla e rimase semplicemente appoggiata lì. Col cavolo che io mi alzai
almeno non prima di aver temporeggiato un altro un po’ per sentirmi addosso
quella pressione. - Non pensavo che mi avresti
veramente schiavizzato Cort…- - Mi hai svegliato prima del
tempo quindi sono anche di cattivo umore-. - Non dirlo agli altri, già mi
odiano abbastanza. Cosa vuoi mangiare?- Non mi sembrava affatto di cattivo
umore, la mattina presto anche lui era più vulnerabile come tutti gli altri
così me ne approfittai ancora. Rimasi sdraiato accanto a lui con la sua mano
beatamente appoggiata sul mio sedere continuai a farlo parlare, probabilmente
era ancora del mondo dei sogni per metà cervello. - Frutta fresca, miele, carne,
latte, torta di fragole…- - Hai solo uova…- - Tu fammi quello che ti ho
chiesto e ti faccio diventare pistolero senza dovermi sfidare-. - Frutta fresca in questo
periodo dell’anno? Non hai ancora il potere di sottomettere alla tua volontà
le stagioni e la natura sai?- - Hai detto bene non ancora ma
presto vedrai che avrò il mondo ai miei piedi. Fammi le uova, ben cotte mi
raccomando principessa-. Mi diede un’altra pacca sul sedere ma stavolta non
la riappoggiò quindi non avendo più scuse per rimanere a letto al suo fianco
fui costretto ad alzarmi. Passai sopra di lui per scendere e ci rimasi un
secondo più del necessario giusto per godermi la sensazione dei nostri due
corpi, una sensazione che in futuro ero sicuro sarebbe divenuta un’abitudine…
ovviamente lo è diventata, quando non sono appiccicato a lui mi sembra di
essere nudo senza il suo calore… - Spero che le uova ti vadano
di traverso…- - Hai detto qualcosa? Sono le
sei in punto, sono appena rientrato nel mio ruolo di Maestro- - Niente, posso mangiare
anch’io o vuoi lasciarmi a stomaco vuoto fino all’ora di pranzo?- - E vederti svenire al primo
sforzo? Rimpinzati per bene piuttosto, sei troppo magro-. - Già ricordo che a te
piacciono le persone in carne…- Un ricordo di bambino ma anche la prostituta
era bella formosa… mi chiedo che cavolo ci fa con me allora… - Infatti-. Appena si alzò
rimasi senza saliva, non avevo mai visto niente di tanto bello e sensuale, il
desiderio che avevo provato per lui finora era solo una scintilla in paragone
… - Potresti coprirti?- - Hmm? Sono coperto, sono in
mutande…- - Che non riescono a coprire
molto bene la tua erezione…- Le sue mutande erano tese al massimo fin quasi a
strapparsi e il fatto che Cort stesse verso di me anche l’erezione puntava
contro di me. Mi eccitai all’istante anche se il più del desiderio io lo
provavo ancora tra le natiche dove volevo che fosse in quel momento
l’eccitazione di Cort, mi si alzarono appena le mutande, non ero dotato come
lui io e anche se così fosse stato credo che la mia dimostrazione di
eccitazione sarebbe rimasta uguale. Vado a fuoco e non è solo una sensazione
il mio corpo brucia veramente. Anche quel giorno bruciai ma almeno ancora non
sapevo cosa voleva dire soddisfare quel fuoco quindi riuscì comunque a
mantenere un minimo di controllo. - Ehi principessa ho trentadue
anni se non mi si addrizza adesso che è l’ora dell’erezione mattutina che
farò tra qualche anno? Ti scandalizzi per poco…- Non ero affatto
scandalizzato, ero innamorato pazzo e terribilmente eccitato e se non si
fosse deciso a coprirsi al più presto gli avrei fatto capire subito qual’era
il suo posto. - Forse perché io riesco a
tenere sottocontrollo i miei ormoni…- A questo serve avercelo piccolo a non
farti beccare quando sei eccitatissimo e non vuoi farlo vedere…. - Non sapevo che anche tu
avessi degli ormoni, se non ti vedessi nudo a lezione stenterei ancora a
credere che tu sia un uomo…- - Mi si dovrebbe drizzare come
una bestia per dimostrarti che sono un uomo Cort?- - Lascia stare principessa,
non sono discorsi adatti a te questi…- Infatti per me sarebbero stati più
adatti i fatti ma lasciai andare, dopotutto la giornata non era iniziata
tanto male… - Ci metterò dell’arsenico
sulle tue uova…- - Mi dispiace per te ma ne
sono immune-. - Davvero?- - Provaci e lo scoprirai…- Ovviamente
non ci ho mai provato ma è davvero immune alla maggior parte dei veleni è
stato abituato fin da piccolissimo a prenderne a piccoli dose fino a quando
non ne è diventato immune. Se potessi ucciderei con le mie mani tutti i suoi
maestri per avergli fatto tutto quello che è stato costretto a subire. A
volte mi chiedo come fa ad essere un uomo così meraviglioso nonostante quello
che ha passato, ovviamente non sto parlando del Cort Maestro, quello era ed è
uno stronzo professionista, ma del mio Cort, quello vero… L’esperienza della
notte passata totalmente in bianco per colpa dell’ingombrante presenza di
Cort mi servii per migliorare e studiare la situazione per la notte
successiva. Diventai praticamente la sua seconda pelle, in ogni posizione che
assumeva io mi appoggiavo sempre al suo corpo in modo da utilizzare al meglio
ogni minimo spazio… Ogni mattina ci svegliavamo sempre più vicini in
posizioni diverse: abbracciato a lui, con la testa sul suo petto, una sua
mano sul mio fianco, la faccia schiacciata contro il suo collo, un suo
braccio intorno alla mia vita. Risvegli cosiddetti casuali che non ci
facevano neanche imbarazzare, ci staccavamo io andavo a preparare la
colazione lui a vestirsi. Più passava il tempo più la casualità si faceva
sempre più fasulla. Incosciamente lo scoprimmo quando ci svegliammo con la
sua mano appoggiata pigramente sul mio sedere che lentamente mi massaggiava.
Da quella mattina ogni risveglio avveniva sempre di più seguendo la nostra
volontà: la sua mano che mi accarezzava i capelli, sul mio petto, che andava
su e giù sulla mia schiena, che oltrepassava l’elastico delle mutande
accarezzando appena la curva delle mie natiche, io che mi stringevo sempre di
più a lui intrappolandolo con le gambe che poggiavo sulle sue. Anche allora
non provavamo nessun disagio quando veniva il momento di guardarci negli
occhi e smettere di fare finta di dormire, era il nostro piccolo segreto che
sarebbe rimasto tra quelle quattro mura e davvero non facevamo nulla di male
se non darci qualche carezza innocente e dimostrarci un affetto particolare.
Da parte di Cort non c’era mai stato niente di particolarmente sessuale e se
per me era diverso, ovvero volevo che succedesse qualcosa di più, non feci
mai niente che potesse andare oltre il limite che inconsciamente ci eravamo
dati. La sera continuavo a massaggiarlo, non tentai mai di fare qualcosa di
avventato anche se avevo una voglia pazzesca di pregarlo di farmi tutto
quello che voleva ma non osai mai rischiare di rompere gli equilibri. Metà
della settimana la passavo da lui, aveva bisogno per tre volte di massaggi,
non lo dava a vedere ma già così giovane il suo fisico era abbastanza provato
che se non curato adeguatamente avrebbe faticato ad alzarsi ogni mattina. Il
resto dei giorni Cort mi rispediva nella mia topaia, non voleva che mi
abituassi troppo a quella situazione, voleva che sapessi perfettamente
qual’era il mio posto e quale il suo. Non lo avrebbe mai ammesso ma anche lui
sentiva che qualcosa stava cambiando e non era sicuro che fosse un bene
quindi aveva bisogno del suo spazio, per quel che ne sapevo passava quelle
serate andando a puttane recuperando il tempo perso con me. Ma quando tornavo
da lui, ci ricascava, ritornava a tenermi tra le braccia mentre dormivamo ed
accarezzarmi quando ci svegliavamo. Era veramente buffa la situazione magari
il giorno mi gonfiava di botte e la sera era lì premuroso che cercava di
medicarmi il meglio possibile e lo stesso facevo io. Il giorno lo maledicevo
e mi ci scontravo per ogni cosa e la sera lo massaggiavo e attendevo con
ansia il momento che fossimo andati a dormire per stare innocentemente tra le
sue braccia. Inevitabilmente l’innocenza del nostro rapporto si sfaldò, fu la
dimostrazione che anche Cort aveva un desiderio represso nei miei confronti. Una
mattina mi svegliai con il suo corpo premuto al mio che mi schiacciava contro
il muro. Non fu una novità, spesso ci capitava di svegliarci così ma da come
Cort mi accarezzava l’addome e un po’ più basso capii che lui era sveglio già
da tempo e ciò che mise fine all’innocenza fu che ero inchiodato al muro
dalla sua erezione. Dal suo respiro che mi solleticava il collo lo immaginai
con la testa rialzata che mi fissava mentre stavo ancora con gli occhi
chiusi, giocava con i miei capelli con più delicatezza del solito forse per
paura di svegliarmi, sapeva che stava passando il limite e sperava di tornare
in sé prima del mio risveglio. Io però non glielo permisi mi stiracchiai
all’indietro trattenendolo per la mano che mi accarezzava l’addome non
dandogli possibilità di allontanarsi. Mi spinsi contro di lui e gemetti
sentendo l’eccitazione di Cort premermi contro le mutande tanto da
infilarmele tra le natiche. Non aprii gli occhi, per qualche strana ragione
avevo paura che se li avessi aperti e l’avessi guardato o detto qualcosa Cort
si sarebbe allontanato. Continuai a gemere stringendomelo ancora più addosso
strusciandomi su di lui, sentii il suo fiato spezzato sull’orecchio fino a
quando non cominciò a torturarmelo con i denti e con la lingua. Ormai la sua
pressione sul mio corpo era uguale a quella che quello stronzo di Bobby aveva
esercitato con l’intenzione di violentarmi, la mia unica reazione fu
continuare a gemere e mordermi le labbra per il desiderio e la voglia di
denudarci entrambi per permettergli l’accesso al mio corpo. Cort continuò a
spingersi in me fino a incastrarsi tra le mie cosce, la parte più delicata
del mio corpo mi stava andando a fuoco a forza di essere strofinata con
quella intensità ma non provavo dolore. Mi sembrava come se da un momento
all’altro mi potessi spalancare per permettergli l’accesso, non pensavo che
le mie difese fisiche potessero reggere ancora per molto ad attacchi simili.
Lo volevo talmente tanto che mi sentivo pronto a riceverlo quando in realtà
ero ancora totalmente serrato nonostante sentissi il membro di Cort spingersi
contro la mia carne. Gemetti di frustrazione e in un gesto di disperazione
cercai di districarmi dalle mie mutande per fargli forzare il mio corpo con
più facilità ma appena lo feci la mano di Cort mi spezzò quasi il polso
bloccandomi prima che mi potessi spogliare. - Basta così-. Aprii gli occhi
per la prima volta e gli rivolsi uno sguardo carico di desiderio e
frustrazione, sperai di essermi immaginato la sua voce ma guardandolo non
potei illudermi sulle sue intenzioni. Si alzò dal letto dandomi appena il
tempo di vedere quanto fosse eccitato, e anche se lo era veramente tanto non
poteva competere a quanto lo ero io, poi si rinchiuse in bagno. Rimasi sotto
le coperte, era ancora buio come minimo mancavano ancora due ore all’alba,
l’ora in cui in genere Cort si alzava, quindi sperai che una volta uscito dal
bagno sarebbe tornato a letto. Non mi illudevo che avremmo ripreso da dove
avevamo lasciato ma speravo almeno che tornasse a dormire in modo da scaldarmi
con il suo calore e il suo corpo. Ma quando uscì dal bagno era vestito e dopo
un breve scambio di sguardi se ne andò. Non trovai il coraggio di chiedergli
dove stava andando, strinsi gli occhi e morsicai il cuscino per sfogare un
po’ dell’amarezza che provavo, mi spostai nella parte del letto di Cort,
ovvero tutto, che ancora tratteneva il suo calore e il suo odore, ci
sprofondai il viso e mi addormentai… Mi svegliai che era giorno e mi accorsi
subito di essere in ritardo ma me la presi comoda lo stesso. Cercai indizi di
un eventuale ritorno di Cort ma tutto era come prima niente era stato
spostato e conoscendo il disordine del padrone di casa era chiaro che non era
tornato affatto. Mi concessi il tempo di fare colazione, tanto peggio di così
non poteva andare. Passai un buon quarto d’ora a godermi il ricordo delle
carezze e del corpo di Cort e non fui stupito di aver immaginato e desiderato
tutto questo per tanti anni e trovare la fantasia così simile alla realtà,
Cort forte e dolce allo stesso tempo. Quando uscii da casa sapevo bene di
avere due ore di ritardo ma la giornata era troppo bella per preoccuparsene e
poi per quel giorno ci saremmo allenati sulla mira di armi alternative,
ovvero tutte quelle armi che non erano da fuoco e io in quello ero una schiappa.
Solitamente il mio ritardo era di dieci minuti e venivo punito puntualmente
anche se mai esageratamente, quella volta appena misi piede sullo spiazzo dei
bersagli un bastone mi colpì in piena tempia, una volta crollato a terra un
pugno mi spaccò il labbro e per finire un calcio in pieno stomaco mi fece
vomitare in toto la colazione appena consumata. Non ci era mai andato così
pesante con me, questo mi fece capire che si era pentito di quello che
avevamo. Mi piegai per proteggermi il volto ma lì non arrivarono altri colpi
si limitò a darmi calci allo stomaco che mi levarono il respiro. Stavo per
svenire quando finalmente smise e semplicemente si girò di spalle. - La prossima volta che farai
tardi ti uccido Vanny, basta con i giochi-. Nel tempo che ci misi per
riprendermi ebbi il tempo per pensare alla sua frase. Già il fatto che mi
chiamasse Vanny era abbastanza grave, stava mettendo delle distanze tra di
noi distruggendo il rapporto particolare che avevamo costruito in tanti anni
e che non aveva mai avuto niente a che fare con il rapporto Maestro-allievo.
Dicendo basta con i giochi sottintendeva che quello che c’era stato era un
errore che non si sarebbe mai più ripetuto. Quando mi ripresi presi un’arma a
caso tanto per non dare a Cort un altro pretesto di sfogarsi su di me. Ero
talmente soprappensiero che quando abbassai lo sguardo per vedere quale arma
avevo mi venne da ridere. Era un arco, l’unica arma che Cort non ci aveva mai
insegnato ad usare, la mia solita fortuna. Una volta presa in mano l’arma non
può essere rimessa a posto, una lezione per imparare a scegliersi l’arma più
adatta per se stessi. E io mi trovavo con un arco che non sapevo neanche come
prendere, quale fosse il verso giusto, quale parte dovessi tendere e
soprattutto la freccia dove andava messa? Un’altra regola è che nessun
allievo può dare aiuto a un altro in difficoltà e nonostante ci fosse Steven
che cercava in tutti i modi più o meno discreti di mostrarmi come usare
l’arco io ci capivo sempre meno. Arrivai alla pausa pranzo che avevo appena
capito il verso giusto di presa e dove andava messa la freccia, non ero
ancora riuscito a fare un solo tiro e sapere che dopo pranzo quell’attrezzo
infernale sarebbe stato lì ad aspettarmi mi fece chiudere del tutto lo
stomaco ancora dolorante. Non avevo mai osato guardare negli occhi Cort, non
ce l’avevo con lui ma sapevo che lui ce l’aveva con me e di certo non volevo
una nuova dose di calci e pugni. Avevo imparato ad amare anche quella parte
terribile di Cort, non la temevo ma preferivo di gran lunga evitarla quando
si manifestava. Invece di mangiare tornai al castello verso il pozzo. Mi
strappai un pezzo di camicia e bagnandola nell’acqua fresca cominciai a
tamponarmi il viso che mi doleva come se una mandria intera di bufali ci
fosse passata sopra. Cercai di ripulire delicatamente le croste di sangue
senza riaprire la ferita al labbro spaccato e lasciai un lembo di stoffa
umido sulla parte colpita dal bastone, sperando di limitare il gonfiore e i
lividi che sentivo pulsare per metà faccia. Mi misi seduto con la schiena
poggiata al pozzo e chiusi gli occhi. Fui subito disturbato da un corpo che
si chinava vicino al mio, la speranza che potesse essere Cort durò meno di un
attimo, l’odore non era il suo. - Che hai combinato Vanny per
farlo incazzare così tanto?- Era Steven, quasi mi commosse il fatto che rinunciava a passare la pausa pranzo a
limonare da qualche parte con All per stare con me… Non mi guardò in faccia
forse pensando che così sarebbe stato più facile parlare del mio problema. - Mi è parso evidente, ho
fatto due ore di ritardo…- - Cazzate, avrebbe trattato
gli altri così ma non te…- Gli sfuggì una risatina maliziosa. - Ah no?- Non potevo negare di
essere trattato diversamente da Cort ma quanto non lo sapevo anche perché mi
sentivo perseguitato piuttosto che privilegiato, mi stava sempre col fiato
sul collo… Nonostante questo però sapevo che Cort provava dell’affetto per
me. - No, anche quando ti sei
beccato le punizioni più dure lui ha sempre cercato di andarci piano. Ma
oggi… pensavo che ti volesse ammazzare…- - Fortuna che non l’ha fatto
allora-. - Non mi dirai cos’è successo
vero?- Non glielo volevo dire per lo stesso motivo per cui non gli avevo
detto di quella promessa che Cort mi fece quando ero bambino. Ero geloso dei
miei momenti felici forse perché così pochi che potevano contarsi sulle dita
di una mano. Però trovai confortante come sempre la sua vicinanza. Mi
dispiaceva mentirgli ma quando si trattava della mia intimità diventavo
piuttosto riservato, forse perché mi vergognavo anche del fatto che non avevo
affatto nessuna intimità a differenza di lui che appena aveva un momento
libero si infrattava con All senza nessuna paura di essere scoperto a fare
l’amore, l’avevano scoperti talmente tante volte che ormai era diventato normale
vederli nudi in qualche angolo appartato del castello o dietro un albero del
bosco. - Non è successo niente, sono
semplicemente arrivato in ritardo…- - So che alcune notti le passi
da lui…- Lo guardai chiedendomi come facesse a saperlo, io e Cort avevamo
concordato che sarebbe stato meglio che nessuno sapesse ed eravamo sicuri che
nessuno lo aveva ancora scoperto. Evidentemente ci sbagliavamo. - E’ una punizione Steven non
metterti in testa strane idee, vado lì gli sistemo casa, gli faccio i massaggi
che gli servono per reggersi in piedi e mi sveglio alle sei ogni mattina
insieme a lui per farmi abituare a non fare tardi alle sue lezioni. Solo che
l’unico risultato è che la sera arrivo distrutto e se non ci fosse lui a
svegliarmi dormirei ad oltranza fino alla mattina successiva-. Erano tutte
verità, solo mancava la più grande, non c’era bisogno che Steven sapesse che
stavo facendo tutto quello che lui mi aveva ripetuto più volte di non fare
perché era sbagliato e pericoloso. - Vuoi che rifaccia il solito
discorso su quanto sia pericoloso Cort e su quanto sia meglio per te stargli
il più lontano possibile Vanny?- - Non è successo niente…- - Mi hai sempre raccontato
tutto, perché ora non lo fai? Hai forse paura che possa usare la mia
influenza per dare problemi a Cort? Sai che non farei mai niente che tu non
voglia, se sono qui è solo per esserti di aiuto. Non andrei mai da mio padre
a dire che è successo qualcosa tra te e Cort che non sarebbe dovuto accadere.
E non raccontarmi cazzate dicendo che non è successo nulla, dimmi piuttosto
che non ne vuoi parlare…- - Non ne voglio parlare,
scusami-. Almeno questo glielo dovevo, dopotutto aveva anche rinunciato a
stare con All per starmi vicino e poi non avevo mai mentito a Steven e mai
avrei voluto farlo in futuro. - Scemo vieni qui che ti
pulisco la faccia, ma lo sai che sei un disastro con quell’arco in mano? O lo
stavi facendo apposta per attirare l’attenzione di Cort?- - Ti pare che voglia attirare
la sua attenzione in questo momento?- - Ah allora sei proprio
impedito…- - Fottiti Steven-. Lo
ringraziai mentalmente per aver alleggerito l’atmosfera che si era creata. La
mia goffaggine era sempre l’argomento migliore per sollevarci di morale. - Se non stessi qui a
consolare te probabilmente lo starei facendo…- - In effetti dov’è All? Non
dirmi che si è finalmente deciso a scaricarti e si sta trastullando con
qualcun altro!- - Ti ricordo che stai parlando
di Sunny… quando lo vedrò insieme ad un altro o altra la prima sensazione che
proverò sarà felicità per lui e poi gelosia… ma non accadrà mai-. Sembrava
una battuta ma io che lo conoscevo capii che stava dicendo la verità, lo
amava a tal punto che pur di vederlo felice e dimentico del suo passato
avrebbe sopportato qualunque cosa. L’unico modo per All di liberarsi del suo
passato era proprio superare il ribrezzo per il sesso e il fatto che
l’odiasse anche quando era lui a fare l’attivo faceva capire a Steven che il
suo amante era ancora prigioniero del suo incubo. All non avrebbe voluto fare
altro con Steven ma se pensava di farlo con un’altra persona era capace di
farsi venire le convulsioni e svenire. Il trauma gli impediva di avere una
vita normale anche a distanza di tanti anni. Eravamo tre amici uno più
problematico dell’altro… - Almeno hai la sicurezza
della sua fedeltà… ma dov’è?- - E’ andato a prendere
qualcosa da mangiare, eccolo-. Anche se si stava ad occhi chiusi si poteva
capire se All era nei paraggi dai mormorii delle dame presenti. Al suo
passaggio lasciava dietro di sé decine di cuori infranti e a volte non solo
femminili, il suo arrivo fu accompagnato da risolini e mormorii di ragazzine
che si credevano innamorate di lui. Mi girai per vedere se a Steven dava
fastidio ma lo trovai sorridente, fiero che quella bellezza fosse totalmente
sua. Infatti appena arrivò sottolineò quel possesso con un bacio che fece
scappare anche le più petulanti e cieche delle dame che avevano messo gli
occhi sul fondoschiena di All. Nonostante ripetessero che anch’io ero di una
bellezza divina non avevo mai fatto un simile effetto a nessuno, a me non
rivolgevano sguardi adoranti passavano direttamente all’attacco fisico. Devo
ammettere però che All aveva una struttura fisica del tutto diversa dalla mia
se solo qualcuno si fosse azzardato a toccarlo senza il suo permesso
l’avrebbe massacrato di botte e si sarebbe trovato davanti un futuro Re
alquanto incazzato. - Non riuscirò a mandare giù
nulla, ho ancora i crampi allo stomaco-. Dissi quando All mi passò un panino
che sembrava fatto con vecchie suole di stivali imbottite di vecchi cinturoni
ormai marciti… - Devi proprio averlo fatto
incazzare…- - Io opto più per lo devi aver
proprio fatto sconvolgere…- Il fascino di All non è dovuto solo alla sua
bellezza, ha un alone di mistero che lo avvolge e un intuito che aggiunto
alla sua intelligenza lo fa diventare una persona interessante sotto tutti i
punti di vista. Peccato che il suo intuito non sempre mi ha fatto un favore.
Gli bastò darmi un’occhiata per capire quello che avevo faticosamente cercato
di nascondere a Steven. - Così dici Sun? Che te lo fa
pensare?- Steven fidandosi ciecamente del suo compagno si mostrò subito
interessato alla sua teoria. - Che la principessa qui
presente l’ha fatto incazzare in tutti i modi possibili e mai si è beccato
una punizione simile. Io mi sono beccato una dose del genere di calci solo
per aver sbagliato l’impugnatura della pistola… Io dico che ci ha provato e
gli è andata male-. - Non è vero!- Negare fu il
mio primo impulso, ero troppo scioccato per poter pensare a qualcosa di più
intelligente. Il suo fare diretto poi mi aveva spiazzato quasi quanto al
fatto che fossi stato scoperto così presto. - Non è vero che c’hai provato
o non è vero che ti è andata male? Oh Gan non mi dire che è così sconvolto
perché si è lasciato andare?!- Stavolta pareva sconvolto anche lui per la
possibilità che Cort, il Cort che conoscevano e temevano tutti, si era
lasciato andare ed aveva quasi perso la testa per un ragazzino come me. Ero
veramente nei guai avevo attirato la sua curiosità e non si sarebbe fermato
finché non avesse ottenuto come minimo una mia confessione scritta. - Sta’ zitto e non urlare!
Comunque non è vero!- Ci mancava solo che andasse in giro la voce che avevo
una storia con Cort allora sì che sarei morto prima di sera, già il fatto che
Steven e All avevano intuito un briciolo di verità mi metteva a rischio se
Cort lo fosse venuto a sapere. - Che c’è non riuscivi ad
alzarti dal letto stamattina? Per questo hai fatto così tardi? Avete scopato
tutta la notte e ti ha sfondato a tal punto che al momento del risveglio ti
sei accorto che non avevi neanche la forza di stare in piedi?- Arrossii sia
per il linguaggio usato ma soprattutto perché mi immaginai le sue parole
trasformate in realtà, magari lo fossero state, erano mesi che desideravo che
una cosa del genere capitasse. All me lo lesse in faccia e sorrise
sadicamente facendomi vergognare ancora di più. - Non è vero!- - Sunny smettila!- Steven
cercò di mettere un freno al suo uomo ma neanche lui era capace di tappargli
la bocca quando era sicuro di aver messo in trappola la sua preda. L’unica
cosa che l’avrebbe fermato forse era minacciarlo di tenerlo a stecchetta ma
Steven non era pronto a fare un sacrificio del genere, aveva la stessa voglia
di essere scopato da All di quanta ne avevo voglia io con Cort se non di più. - Sei ancora vergine Vanny? Il
tuo culo è ancora vergine o è diventato come quello di Steven?- Rimediò una
gomitata al costato da parte di Steven infuriato per la sua ultima battuta.
Anche se non sembrava Steven era piuttosto riservato a riguardo della sua
vita sessuale. All lo abbracciò affettuosamente per farsi perdonare e dopo
qualche altra gomitata riuscì a farlo restare tra le sue braccia. Nonostante
questa dolce scenetta io mi sentii comunque oltraggiato dal suo atteggiamento
che non mostrava un minimo di tatto. - Sì brutto scemo!- - Certo che lo sei, sei ancora
talmente innocente che ti si legge in faccia, ma qualcosa è successo vero? E
ora Cort è incazzato con se stesso perché ha lasciato che accadesse, è
sconvolto perché neanche lui sa per quale motivo ha così tanta voglia di
infilarsi nelle tue mutande e farsi quella che per lui è diventata
stranamente la scopata migliore della sua vita nonostante si sia fatto tutte
le puttane del Regno…- Abbracciò anche me per addolcire le cose che mi aveva
detto. Ovviamente fu un abbraccio diverso da quello dato a Steven, il massimo
che riuscii a fare fu mettermi un braccio intorno alle spalle, ero già
fortunato che sopportasse la mia vicinanza. A volte mi chiedevo come potesse
essere la vita di All, incapace di qualsiasi contatto umano se non quello con
il suo compagno e anche con lui non era semplice. Parla facilmente di sesso
ma poi è incapace di farlo se non è lui a dominare, Steven deve amarlo
veramente tanto per accettare una cosa simile… dopotutto io ho accettato la
stessa cosa con Cort… ma per me non è stata una grande rinuncia. - Hai ragione, tutto quello
che hai detto è vero, per questo mi ha picchiato… stamattina ci siamo
lasciati un po’ troppo andare e quando è tornato in sé se n’è andato
infuriato, pensavo che sarebbe tornato a svegliarmi invece non si è fatto
vedere per questo ho fatto tardi, non mi sono reso conto quanto era tardi-. - Vanny tu sei ancora un
allievo lo sai vero?- Ed ecco che ritornava la temuta predica, mi chiesi se
Steven era convinto davvero che se me la continuava a ripetere un giorno o
l’altro mi sarebbe entrata veramente nel cervello e mi avrebbe fatto
desistere dal volere Cort come mio compagno di vita… Ormai erano dieci anni
che andavamo avanti così, lui che predicava e io che facevo finta di
ascoltarlo. - Lo so, Steven mi hai
promesso che non avresti detto niente a nessuno…- - Da me non avrai problemi ma
non è permesso ad un Maestro frequentare un suo allievo e se qualcuno viene a
scoprirlo e lo dicesse a mio padre Cort sarebbe in grossi guai…- - Quali?- Era la prima volta
che mi fermai a pensare alle conseguenze delle mie azioni, non sulla mia vita
per quello ero praticamente pronto a tutto, ma su quella di Cort e su quello
che Cort desiderava veramente. Fino a quel momento ero stato sicuro che lui
volesse me ma mi venne il dubbio se questa mia convinzione non fosse solo il
riflesso del mio desiderio… Sapevo di essere bello e che di conseguenza molti
sarebbero stati tentati di farsi una scopata e via con me e magari Cort era
uno tra questi. - Sicuramente verrebbe
fustigato e si farebbe un bel po’ di prigione, forse gli leverebbero il ruolo
e nel caso peggiore lo esilierebbero da Gilead. Quando è iniziato il corso
Cort ci ha detto che gli appartenevamo ma non è proprio così, una volta
diventati apprendisti siamo entrati a far parte della proprietà di Gilead
quindi del Re, capisci da te che Cort non può farci veramente quello che gli
pare. Tra quello che gli è vietato: non puoi ucciderci, non può menomarci e
non può approfittarsi di noi…- - Anche se in questo caso è la
principessa qui presente ad approfittarsi di lui non il contrario…-
Sottolineò con sarcasmo All ma in effetti era la pura verità… solo una cosa
però mi dava fastidio… - Smettila di chiamarmi
principessa All!- - Non ti lamenti mica del
fatto che ti ho dato dell’approfittatore eh?- Mi strizzò l’occhio facendosi
come sempre perdonare con il minimo sforzo, era veramente impossibile rimanere
incazzati con lui. Se si incazzava lui era capace di tenerti il muso per
giornate intere ma il contrario era andare contro natura, All era fatto per
essere guardato e adorato e magari arrossire se ti ricambiava lo sguardo. - A Cort non è permesso avere storie
con gli allievi, né per solo sesso né per qualcosa di più-. Mentalmente mi
chiesi che c’è veramente tra me e Cort? Mi risposi a voce alta… - Tra noi non c’è né sesso e
né qualcosa di più quindi Cort può stare tranquillo… Io vado non voglio
dargli altri pretesti per pestarmi, anche per un solo secondo di ritardo
chissà cosa è capace di farmi. Acqua in bocca eh ragazzi?- - Ovviamente, buona fortuna
Vanny ne avrai bisogno se a Cort non gli passa…- Avrei avuto bisogno di altro
che della semplice fortuna se a Cort non gli fosse passata, avevo ancora
l’ordine di andare da lui tre volte a settimana e se le cose non si fossero
sistemate prevedevo grossi guai in arrivo. Non me ne ero ancora andato che
già All aveva fatto accomodare Steven sulle sue gambe abbracciandolo stretto,
il fatto che non riuscivo a vedere le sue mani fu un indizio abbastanza
grande da farmi capire che si stava intrufolando tra i vestiti di Steven. - Ehi voi! Cercate di non fare
tardi, se Cort è incazzato con me è incazzato con chiunque-. - Vorrai dire che la subirai
tu la nostra punizione, è colpa tua se non ho avuto il mio momento di relax
con Steven-. Scoppiai a ridere per la sua faccia tosta, compatendo Steven che
poi non era per niente da compatire visto che si stava godendo a pieno ogni
carezza del suo amante. Il modo in cui cercò di zittirlo me lo tenni a mente
se mai mi fosse servito in futuro. Gli chiuse la bocca con la sua così non
poté replicare alla mia battuta. - Relax? E da quando si chiama
così quello che fate?- - Sta’ tranquillo Vanny fra un
po’ veniamo anche noi, neanche Sunny può combinare qualcosa avendo così poco
tempo a disposizione…- Mancavano più o meno dieci minuti all’inizio della
lezione, non capii se Steven stesse dicendo sul serio o stava solo sfidando
il suo amante a dare del suo meglio e a mettere alla prova le sue doti
amatoriali. Era il momento giusto per dileguarmi ma non lo feci, io non avevo
alcuna esperienza sessuale e vedere loro due era come seguire un corso breve
verso il professionismo. E aggiungerei che ero anche maledettamente curioso
di chi l’avrebbe spuntata, ovviamente appena le cose si fossero messe più
intime li avrei lasciati al loro accoppiamento animale… - Vogliamo provare?- Avrei
scommesso che non si sarebbe tirato indietro e se fossi stato in Steven il
luccichio nei suoi occhi mi avrebbe fatto mooolto preoccupare o al contrario
mooolto sperare…. A seconda dello stato d’animo e della persona ovviamente,
se fosse stato Cort mi sarei sciolto… - No, leva le mani da lì che
tanto non mi convincerai…- Avevo ragione nel supporre che le mani di All non
stessero facendo niente di innocente sotto i vestiti di Steven, e
quest’ultimo anche se visibilmente scocciato non riusciva a trattenere
qualche languido miagolio che me lo faceva sembrava un gatto che fa le fusa
stimolato ad un certo tipo di carezze… - E allora perché ti sei messo
così? Lo sai che mi fai perdere la testa…- Quasi intervenni dicendo che in realtà era stato proprio
All a farlo mettere a cavallo su di lui. Ormai mi avevano del tutto
dimenticato, mi sentii uno spione ma ero talmente affascinato da ciò che
traspariva da loro che non riuscivo a decidermi di andarmene. Più li guardavo
e più mi dicevo: ‘è questo quello che voglio, solo questo’ e guardandoli mi
sembrava di vivere almeno in parte io stesso quel momento che probabilmente
io non avrei mai avuto, almeno non con la persona che avevo sempre desiderato
e che probabilmente sarebbe stato l’unico che avrei voluto nella mia vita. - Sai a volte ad una persona
può piacere anche essere accoccolata senza fare sesso Sun, lo so che per te
può risultare un’eresia…- - Non è vero… mi sei mancato
così tanto Steven-. - Ma se siamo stati sempre insieme!- - Non è vero, mi hai mandato a
prendere da mangiare da solo. Ho tanto freddo quando non mi sei vicino, per
questo voglio fare l’amore con te sempre, tu mi riscaldi…- Avrei dato di
tutto, il mio titolo, il mio onore, il mio patrimonio, avrei dato anche tutta
Gilead per sentire una simile frase sulle labbra di Cort, me ne andai sia per
lo sconforto e l’invidia che provavo sia perchè avevo capito che Steven aveva
capitolato e insieme avrebbero provato a battere il record della scopata più
veloce dell’universo. Mi sentii ingiusto per l’invidia che provavo ma la
frustrazione unita alla sfiducia che avevo nelle poche speranze di arrivare
un giorno ad avere quello che avevano loro mi rendevano solo un comune essere
umano, non era una mia caratteristica essere meschino ma l’uomo lo era e
visto che volevo smettere di essere l’innocente ed etereo ragazzo che era
talmente puro da risultare una nullità senza nessuna concretezza era giusto
provare anche simili sentimenti. Avrei voluto avere anch’io un corpo intrecciato
al mio, e non un corpo qualsiasi che mi facesse sentire solo una puttana ma
colui che avrei riscaldato con il mio cuore e il mio corpo e Cort mi sembrò
una volta di più la mia anima gemella, non conoscevo nessuno che avesse più
bisogno di lui di essere riscaldato e di essere amato, ciò che faceva di lui
un uomo incompleto era il solo amore e ciò che faceva di me incompleto era
semplicemente lui. Lasciai i due al pozzo che fregandosene di dare spettacolo
a chiunque passava di lì continuavano ad amarsi come se al mondo ci fossero
solo loro. Tornai al campo di addestramento, eravamo in pochi ad essere già
presenti neanche Cort si vedeva. Probabilmente dopo aver saltato la colazione
stava sbranando un bue e ora era passato al contorno di patate al forno, non
volevo neanche pensare alla possibilità che fosse andato a sbattersi una
prostituta in qualche angolo di Gilead. Dopo aver visto con i miei occhi
l’amore puro tra Steven e All pensare a del sesso sporco e sudicio mi dava la
nausea, mi disgustava anche se si trattava di Cort oltre al fatto che mi
faceva comunque male saperlo con qualcuno che non ero io, nonostante la
sfiducia ero ancora convinto di essere solo io l’unico adatto per Cort anche
se si trattava del solo sesso... Ripresi in mano l’arco tanto per fare
qualcosa non sapendo ancora come diavolo funzionava. Dopo un po’ vidi dei
ragazzi con i vestiti terribilmente stracciati, i visi stravolti, con capelli
ancora sconvolti… evidentemente Steven e All erano riusciti nell’impresa e
sembravano terribilmente felici e soddisfatti… beati loro. Dietro di loro
veniva Cort, dal suo aspetto era lampante che si era fatto la doccia a cui
aveva rinunciato la mattina per scappare il più lontano possibile da me.
Sembrava anche che avesse ripreso la freddezza che gli era tipica. Se davvero
ero riuscito a sconvolgerlo ormai pareva tutto passato… Ci rimettemmo tutti
ad allenarci, Cort ci lasciò abbastanza liberi perché era occupato con gli
allievi degli ultimi anni che a breve avrebbero dovuto decidere se sfidarlo o
rinunciare alle pistole. Il suo sguardo non ci abbandonò mai del tutto
infatti appena uno di noi si rilassava troppo un sasso si scagliava su di noi
non fallendo mai il bersaglio. Io mi diedi da fare e finalmente capii dove
andava messa la freccia e sopratutto qual’era la direzione giusta ma i primi
tentativi di tiro furono un fallimento totale, la freccia fece una parabola
di un metro e poi si afflosciò a terra… veramente ridicolo. Tentai e ritentai
e ad ogni tentativo insieme alla freccia mi partiva anche un pezzo di pelle
delle dita, avevo il sangue appiccicato sui palmi che quasi scendeva dai
polsi e nonostante tutti i miei sforzi i risultati erano sempre umilianti.
Quando cominciai finalmente ad ingranare seminai il terrore tra i miei
compagni, le frecce mi partivano in tutte le direzioni, nonostante prendessi
la mira sempre verso quel maledetto bersaglio fisso non lo raggiunsi mai. Fu
un miracolo se non ferii nessuno o molto probabilmente fu grazie ai riflessi
incredibili a cui avevamo abituato i nostri corpi. Sembrava che ci fosse un
ballo piuttosto che un esercitazione, tutti si agitavano per evitare i miei
colpi con una certa eleganza che sembrava studiata. - Vanny che vuoi farci fuori
tutti? Metti giù quell’affare per l’amore di tuo padre! E’ possibile che sia
un disastro in qualunque cosa tu faccia!- Vari insulti di questo genere e
anche più pesanti, tipo: ‘Vanny vieni qui a farmi una sega saresti
sicuramente più bravo’, mi piovvero addosso. Maledii l’arco che doveva per
forza avere un maleficio, mi era impossibile credere di essere davvero un
simile disastro. Stavo per lanciare un’altra freccia causando il panico di
tutti quando l’arco mi venne strappato di mano. - Sì può sapere che diavolo
sta succedendo? Neanche il primo giorno di lezione avete fatto tanto
chiasso!- Avevo Cort dietro di me e sapendolo non mi azzardai a fare un
movimento, quasi smisi di respirare come se questo bastasse a non farmi
notare da lui. Quel giorno ebbi la certezza che era impossibile diventare
invisibili, a prescindere da quanto lo si voleva. I miei compagni gli
raccontarono il mio ennesimo fallimento e i disastri evitati solo per caso.
Lo sentii digrignare e mugugnare tra sé, probabilmente maledicendo il ka per
avergli messo sulla strada un impiastro simile poi mi levò del tutto l’arco
dalle mani e mi fece segno di seguirlo. Prima di farlo guardai terrorizzato
Steven convinto ormai che la mia vita era arrivata al capolinea e lui mi
restituì lo stesso sguardo. - Allora ti sbrighi?- - Subito Signore!- Optai per
essere il più formale possibile, non capitava spesso che dessimo del Lei a
Cort, lui non lo aveva mai richiesto e noi lo facevamo solo quando eravamo
veramente terrorizzati da lui. - Mi spieghi se non ti è di
troppo disturbo perché cazzo hai scelto un’arma che non sai usare e che non
ti ho mai imparato ad usare?- Niente principessa, niente ragazzino, niente
Vanny, evidentemente non gli era ancora passata. - Non l’ho scelta…- - Non l’hai scelta?- - No, è la prima che mi è
capitata tra le mani…- Sapevo che se ancora non aveva raggiunto il massimo
della sua furia questo probabilmente gliel’avrebbe fatto superare… - Oh cazzo divertente questa!-
Cort quando era incazzato non rideva mai, neanche per nervosismo e il fatto
che lo facesse ora rendeva il suo umore un gradino in su a tutte le sue
precedenti incazzature. - Stavo pensando ad altro e
non mi sono accorto di cosa avevo preso…- - E a che diavolo stavi
pensando quando la lezione che avevo dato era proprio scegliere l’arma più
adatta al proprio talento e attitudine e allenarcisi per tutto il giorno?-
Arrivò il momento in cui mi incazzai anch’io, ero stufo del fatto che Cort
pensasse che l’universo girasse tutto intorno a lui senza che gli sfiorasse
minimamente l’idea che potessi essere sconvolto anch’io per quello che era successo,
che anzi probabilmente sarei dovuto essere l’unico ad essere scioccato e
leggermente incazzato. Infondo era stato lui ad iniziare quella mattina, è
vero io non l’avevo fermato e avevo cercato di approfondire la cosa, ma non
avrei mai preso l’iniziativa se non fosse stato per lui. Così esplosi davanti
a tutta la sua perplessità… - Beh scusami tanto se non ho
avuto la cortezza di scegliere l’arma giusta subito dopo che mi hai spaccato
la tempia e la schiena con il tuo bastone e dopo avermi preso a calci nello
stomaco fino a farmi vomitare e svenire. Scusami davvero se ho preso in mano
questo fottutissimo arco che non ho la più pallida idea di come si usa e di
averti rovinato la giornata per questo! Quando tu porca puttana… tu… mi hai
lasciato su quel-. Stavo per urlargli in faccia che mi aveva lasciato su quel
letto come una puttana umiliandomi come se fossi un oggetto da prendere e
gettare ogni volta che ne aveva voglia. Ma non volevo esagerare, anche se ero
infuriato continuavo ad amarlo e dopotutto ci tenevo a vivere… - Ora basta-. - Certo meglio non parlarne
più… Ti ha fatto troppo schifo per parlarne vero? Ti ha fatto talmente schifo
che per sentirti a posto con te stesso mi hai dovuto massacrare di botte!-
Non so cosa mi prese era la prima volta nella mia vita che perdevo il
controllo e una volta sfuggito non riuscivo più a riprenderne le briglie, ero
un cavallo pazzo che continuava a correre fino a quando non si rompeva una
zampa. E mi rendevo conto di essere vicino alla rottura, ovviamente non alla zampa,
ma qualcosa dentro di me che se avessi perso mi avrebbe annientato. - Hai fatto tardi e sei stato
punito solo per questo ti ho picchiato-. Sentivo il mio cuore rompersi… le
menzogne che diceva a me che si ripeteva sembravano mettere mille ruote di distanza
tra di noi quando invece mi sarebbe bastato allungare una mano per toccarlo.
Amavo Cort anche per la sua forza e la sua capacità di proteggermi e farmi
sentire sicuro, purtroppo quando mi innamorai di lui non feci i conti con il
suo orgoglio. - Hai finito di lamentarti? E’
stata una fortuna se non hai preso nessuno con quell’arco! Ma dico ma come
fai ad essere così negato poi? Sono ore e ore che ti stai allenando e non hai
preso il bersaglio neanche una volta-. Lasciai cadere il discorso anch’io, non
volevo che quella rottura che sentivo dentro diventasse permanente, avevo
bisogno di Cort e dell’amore che provavo per lui, era l’unico che mi faceva
sentire vivo. - Ho passato l’intera
mattinata a capire come andava preso, ora mi stavo esercitando…- - Beh sei sveglio eh?- - La botta in testa che mi hai
dato non deve avermi giovato… dove stiamo andando?- - Ti insegno come si usa
quest’arma almeno non c’è più pericolo che ammazzi qualcuno per caso, e i
tuoi compagni staranno più tranquilli a non averti vicino…- - Non hai lezione con quelli
più grandi?- - L’avrei ma se tu mi stermini
un intero corso cosa farò il prossimo anno? Che dici qua nessuno dovrebbe
essere in pericolo per la tua goffaggine…- Ci trovavamo praticamente in mezzo
al bosco lontano da tutto e da tutti e lo guardai con uno sguardo alquanto
imbronciato che lo fece sorridere. - Magari riesci ad ammazzare
qualche povero scoiattolo se hai un po’ di fortuna, su con il morale
principessa-. Il morale mi si alzò veramente ma non al pensiero di far fuori
uno scoiattolo innocente ma sentirmi chiamare principessa mi fece sentire al
settimo cielo. - L’unico essere vivente che
vorrei fare fuori sei tu e guarda caso sei l’unico bersaglio qui-. Mi venne
il dubbio di essere stato un po’ troppo esplicitamente malizioso, non avevo
esperienza in quelle cose potevo osservare Steven e All per anni interi ma
ero comunque un imbranato, solo l’esperienza diretta mi avrebbe insegnato
cosa fare e cosa dire e cogliere il momento giusto. Comunque Cort non ci fece
quasi caso. - Non avere fretta ora te lo
creo io il bersaglio, prima però dobbiamo fare una cosa…- - Cosa?- - Aspettami qui-. Lo aspettai
esattamente dove mi aveva lasciato, mi tastai piano la faccia per farmi
un’idea della situazione, ero abbastanza malconcio, un labbro gonfio e una
tempia che era diventata tutt’una con lo zigomo, mi alzai la camicia e notai
che ogni costola aveva un livido violaceo, supposi che lo stesso doveva
essere la mia schiena. Quando Cort tornò vidi che aveva una manica della sua
maglia strappata e un’inevitabile sensazione di deja vu mi colse. - Ehi ragazzino questa è la
terza maglietta che mi devi…- Tirò fuori una pezza bagnata e cominciò a
farmela scivolare per tutto il volto… questa sì che era una medicazione mica
come quella che mi ero fatta io o quella che aveva cercato di farmi Steven.
Mi alzò la camicia e tirò fuori un nuovo lembo di stoffa bagnato che mi mise
sull’addome. Il freddo sulla mia pelle calda mi fece rabbrividire e mi morsi
le labbra per non farmi sfuggire un gridolino stridulo da femminuccia che
minacciava di uscirmi. Incassai appena il mio corpo all’indietro e non
rendendomene conto riaprii la ferita al labbro e subito senti il sapore
metallico del sangue in bocca. Cort mi tamponò subito per fermare il flusso
poi quando lo levò mi accarezzo appena il taglio con una tale delicatezza che
quasi non lo sentii, mi guardò e finalmente tornò a sorridermi e come suo
abitudine mi accarezzò una guancia e si permise per un attimo di perdersi tra
i miei capelli. - Va meglio?- - Abbastanza-. Avrei voluto
specificare che stavo meglio non tanto per le sue cure ma per il suo sorriso
e per le sue carezze, gli avrei permesso di tutto pur di farmi toccare così
da lui, gli stavo quasi per dire: “Cort pestami di nuovo e poi torna ad amarmi
così”. Ma credo che più di tutto mi fece stare meglio il suo sguardo che mi
considerava di nuovo la sua principessa. Non riuscii a tenermi e
l’abbracciai, mi aveva fatto veramente male per riuscire a fare finta di
niente, ovviamente lui non mi ricambiò ma mi bastò la pacca che mi diede
sulla schiena. Non ci mise forza ben sapendo come ce l’avevo ridotta, quelle
piccole attenzioni mi fecero più piacere di qualsiasi altro gesto. Rischiai
l’infarto a soli quattordici anni quando Cort si levò del tutto la maglietta…
il cuore cominciò a battermi nel petto come se mi volesse esplodere, arrossii
fino alla punta dei piedi e gli occhi quasi mi uscirono dalle orbite… non
potevo credere… non osavo sperare… - Tutto bene principessa? Non
mi sverrai mica vero?- Veramente era proprio quello che stavo per fare
nonostante fosse l’ultima cosa che volevo fare in quel momento. Poi vidi Cort
inchiodare la maglietta su un albero e capii le sue reali intenzioni che
ovviamente non avevano nulla a che fare con quello che avevo capito io,
purtroppo. Io mi ero immaginato che Cort finalmente si fosse arreso e che
volesse fare l’amore con me in quel momento, in mezzo alla natura noi due
soli, la realtà era che si era tolto la maglietta solo per fare un bersaglio
per il mio arco. Quasi mi venne voglia di conficcarmi una freccia nel cuore
per la mia stupidità ed ingenuità. Volevo che ogni suo gesto fosse rivolto
unicamente a me e che avesse un qualcosa di ambiguo per farmi capire che
nonostante facesse di tutto per negarlo anche lui sapeva quello che sapevo
io, ovvero che eravamo fatti l’uno per l’altro. Speravo che ogni suo gesto mi
dicesse ti amo in realtà ogni suo gesto al massimo poteva arrivare a dire
scopiamo, come quella mattina… - Ti basta come bersaglio?- Si
mise al mio fianco ad ammirare la sua creazione, mi girai a guardarlo con
sopracciglio alzato, fermandomi un po’ troppo sulle sue labbra ma credo che
riuscii nel mio intento di dimostrarmi abbastanza deluso aggiungendoci anche
un delizioso broncio. - Continuo a preferire te come
bersaglio…- Mi mise un braccio intorno alla vita senza fare null’altro che
stringermi un po’ più a sé. Con il suo miglior sorriso sfrontato e sfacciato
tornò a fare il malizioso come se il tempo passato dal nostro risveglio fino
a quel momento non fosse mai esistito. - Se ti faccio da bersaglio
chi ti fa da Maestro principessa? E poi non credo che tu voglia veramente
farmi fuori…- Mi accarezzò con il pollice le labbra e quasi caddi nella
tentazione di spalancare le labbra e succhiarlo, intrappolarlo nella mia
bocca e non lasciarlo più andare, farlo mio prigioniero o meglio primo
prigioniero del suo corpo nel mio. Non feci nulla rimasi fermo a godermi quel
contatto ma cercai di trasmettergli ciò che volevo attraverso i miei occhi e
visto che sono alquanto espressivo il messaggio gli arrivò forte e
chiaro. - Infatti.. quello che vorrei
farti sarebbe altro…- - Non oltrepassare il limite
ragazzino…- Una carezza languida sul mio sedere fu la sua risposta al mio
desiderio, quella sarebbe l’unica cosa che avrei avuto da lui e l’unica che
si sarebbe lasciato scappare ma anche lui è abbastanza espressivo con i suoi
occhi e quindi potei leggergli il fuoco che gli bruciava dentro. - Lo sta oltrepassando la tua
fantasia Cort io non ho detto nulla…- - Sarai decisamente la mia
rovina…- Scrollò con disperazione la testa in un gesto di finto sconforto. Io
gli feci il verso per prenderlo un po’ giro. Ero troppo felice di non aver
perso il rapporto speciale che avevamo prima per dargli una tregua facile da
conquistare. Ormai ero deciso ad arrendermi solo una volta raggiunto
l’obiettivo, fino allora ogni mia frase sarebbe stata una chiara allusione
per Cort, volevo vedere fino a quando era in grado di resistermi, e chissà
quanto ero in grado di resistergli io a vederlo a torso nudo senza perdere la
testa e cominciare a baciargli ogni singola cicatrice che gli disegnava il
petto, a quel punto credo che sarei passato decisamente alle preghiere e al
diavolo la dignità e l’orgoglio, l’avrei pregato di scoparmi e basta. - No sarò per tua fortuna la
tua salvezza…- - Mettiti in posa ragazzino-.
Per un attimo mi scordai il motivo per cui ci trovavamo lì e mi vennero in
mente tutte le pose possibili in cui avevo beccato Steven e All e anche altre
che non avevo mai visto ma che erano mie semplice fantasie. Poi Cort mi passò
l’arco in mano e dovetti tornare duramente alla realtà. - Fatto-. - E questa sarebbe una posa da
arciere?- Il fatto che puntassi l’arco al bersaglio e che tenessi il mento
alto faceva di me un perfetto arciere o almeno così pensavo… e sicuramente
ero anche bellissimo, cioè lo ero normalmente figurarsi se mi mettevo in una
posa da eroe. - No questa è la mia posa con
un arco in mano. Non dirmi che non faccio un figurone-. Mi girò intorno come
se stesse osservando qualche specie rara di serpente mai visto… e i serpenti
sono gli animali preferiti di Cort. Infatti quando mi si parò di fronte si
stava leccando le labbra con un sorriso da predatore che mi fece venire un
brivido per la schiena, mise le sue mani sui miei fianchi e facendolo non
riuscii a nascondergli cosa mi stava scatenando il suo solo guardarmi. Ma il
fatto è che non mi stava solo guardando, mi stava pregustando, spogliando,
mangiando, desiderando, penetrando ogni angolo del mio corpo. Se solo fossi
stato nudo credo che sarei venuto sotto quel tentativo di stupro a distanza.
Mi accarezzò appena le anche e fui costretto a chiudere gli occhi e mordermi
le labbra per non farmi sfuggire nulla anche se poi il mio petto si alzava e
si abbassava in un ritmo che andava al di là della tachicardia e si
avvicinava pericolosamente all’infarto…
- Cos’è questa la posa del
guardatemi sono bellissimo?- - Allora fammi vedere tu come
mi devo mettere!- Mi levai dalla sua scia cercando di liberarmi
dell’influenza che il suo sguardo e il suo corpo avevano su di me, ma anche
lontano mi sentivo comunque stordito dal mio desiderio alimentato dal suo
odore. E quando Cort mi si mise dietro come a volermi abbracciare e farmi
appoggiare a lui il mio cuore con il corpo mi sembrò impazzire. - Come vuoi, fai tutto quello
che ti dico di fare e vedrai che riuscirai a fare centro…- - Sì Cort…- Non riuscì ad
evitare di strusciarmi su di lui, solo le nostre parti superiori erano a
contatto mentre con le mani mi teneva fermo i fianchi in modo da mantenere le
distanze dove in realtà volevo che non ci fossero, ormai mi conosceva troppo
bene per lasciarsi fregare ma con la scusa di avere le mani sul mio bacino
ogni tanto si concedeva qualche carezza che mi faceva ben sperare che presto
smettesse di vietarmi di strofinarmi per farlo eccitare come lo era quella
mattina. Mi teneva al guinzaglio e mi torturava come voleva… Appoggiò la
testa alla mia spalla e cominciò a darmi gli ordini sussurrandomi tra il
collo e l’orecchio sibilando come se il suo amore per i serpenti gli avesse
fatto crescere improvvisamente una lingua biforcuta che mi stava stimolando
la pelle sensibile facendomi accumulare altra eccitazione dentro le mutande,
e già le sentivo maledettamente strette. Stava giocando con me e io gli avevo
lasciato in mano il comando, come sempre avevo voluto, pregavo solo che il
gioco finisse presto e che cominciasse finalmente a fare sul serio. Ma
davvero sembrava intenzionato ad impararmi ad usare quel maledetto attrezzo
che non mi sarebbe mai servito neanche per la caccia alla lepre… - Allarga le gambe…- Mise una
gamba tra le mie strusciandola ripetutamente sul mio sedere prima che
riuscissi finalmente a bloccarla per non arrivare alla pazzia. - Ora rilassa i glutei, sei
troppo teso per riuscire a prendere bene la mira-. Incapace di rilassarmi per
il livello di eccitazione ormai raggiunto, lasciai di nuovo il compito a Cort
che prese a massaggiarmi con i palmi i muscoli del sedere, glutei, adduttori
e addirittura l’inguine che mi fece di nuovo tendere tutto. - Bravissimo, sei stranamente
obbediente e recettiva principessa, come mai?- - Hai cambiato modo di
insegnare…- - Ti piace di più così?- - Immensamente, ma non credo
di essere l’unico…- Riuscii a liberarmi dalla presa ferrea delle sue mani sui
miei fianchi e mi spinsi indietro incontrando un non indifferente gonfiore
all’altezza del mio sedere, sapevo di non essere l’unico ad essere eccitato,
il gioco che Cort stava facendo era un’arma a doppio taglio che stava
coinvolgendo anche lui. - Terribilmente sfacciato…- Mi
diede una pacca sul sedere per ristabilire le giuste distanze ma non mi
lasciai scappare l’occasione di imbarazzarlo. - Terribilmente eccitato…- E
gli accarezzai l’eccitazione sentendola gonfiare tra le mie dita poi però
Cort mi schiaffeggiò la mano. - Riporta la mano sull’arco
ragazzino…- - Proprio sicuro?- - Sì, la destra nella parte
alta, con la sinistra prendi una freccia la sistemi e tiri indietro il braccio finché non senti il legno fare
massima resistenza, hai capito?- - Non riesco a tendere più di
così…- - Rimani morbido con le gambe
e con il sedere, è un movimento che devi fare con le spalle e con gli
addominali il resto deve rimanere rilassato-. Cominciò ad accarezzarmi ogni
muscolo teso che non voleva saperne di starsene a riposo e appena la sua mano
ci passava sopra diventavo praticamente pasta frolla, mi avrebbe potuto
impastare come voleva se solo lo avesse voluto… - Va bene così?- - Perfetto, ora porta la gamba
destra in avanti-. Me la spinse lui venendo avanti con il suo bacino costringendo
praticamente il mio corpo a obbedire ai suoi ordini, avevo la sua eccitazione
tra il mio sedere che mi fece rimanere a gambe aperte anche quando levò la
sua tra le mie. Stavo impazzendo e non ci stavo capendo niente, non mi
rendevo neanche conto di avere un
arco in una mano e una freccia nell’altra. Sentivo solo la sua gamba che
spingeva la mia in avanti e la sua eccitazione che mi costringeva a
divaricarmi appena. - Ora porta la sinistra
indietro-. - Come diavolo faccio?- In
effetti era impossibile con lui che mi spingeva tutto in avanti ma mi
dimostrò ancora una volta che la parola impossibile non esisteva. Mi mise una
mano a palmo aperto sulla mia erezione e mi spinse indietro. - Ti serve solo la spinta
giusta principessa…- - Bastardo!- La mia voce era
bassa e roca quasi ero incapace di riconoscerla io stesso, ero eccitato al
massimo: essere spinto contro la sua erezione e al tempo stesso essere
toccato sulla mia era una sublime tortura. - Non abbiamo ancora finito,
ora arriva la parte più difficile-. - Quale? Resistere
dall’ucciderti?- - No, riuscire a lanciare la
freccia e cercare di colpire almeno di striscio il bersaglio-. - Dopo questa tortura niente è
impossibile…- - Ma la tortura non è affatto
finita…- Mi morsicò il collo e poi me lo leccò rendendo la pelle umida e
quindi ancora più sensibile al suo respiro. - Dio Cort non credo che
questo sia l’unico metodo per imparare ad usare un arco-. - No infatti, questo è quello
esclusivo per le principesse insolenti…- - Io non sono insolente-. - Oh sì che lo sei…- Ormai non
stava più cercando di fare finta che ogni tocco fosse una casualità, aveva
una mano sotto la mia maglietta pronta a stuzzicarmi le parti più sensibili e
l’altra che giocava perversamente con i miei capelli. Dopo tanti anni di
convivenza con lui sono riuscito a capire almeno una cosa ogni volta che me
li tocca ci fa l’amore è la prima cosa di cui entra in possesso poi passa al
resto, allora ciò che era già suo erano i miei capelli e appena ne aveva
l’occasione li amava, aveva cominciato quando avevo solo quattro anni e non
aveva più smesso e forse se dovesse scegliere tra il mio corpo e i miei
capelli sceglierebbe quest’ultimi, forse. - Ora principessa vedi di
impegnarti e ascoltami bene: non è difficile centrare il bersaglio, non per
uno che mi ha rotto le palle in tutti questi anni con le materie teoriche. Tu
che conosci così bene la fisica, la matematica e via dicendo dovresti
riuscire a capire quanta forza e quanta sensibilità metterci. Ti dico i
movimenti ma poi dovrai equilibrarti tu, capito?- - Sì, ma temo che il primo
tiro farà schifo, non posso sapere quanto devo regolarmi se non provo almeno
una volta…- - Non ti preoccupare proveremo
tutte le volte che vorrai, intanto ricordati bene questa posizione. Quando ti
trovi così fissi bene il bersaglio nella mente e cerchi di concentrarti, poi
chiudi gli occhi e piano abbassi la schiena, quando il tuo corpo avrà
quest’angolazione…-. Gli stavo per far notare che sarebbe stato più giusto
dire quando praticamente ho il tuo uccello che mi sta penetrando nonostante
indossi ancora pantaloni e mutande… - Ehi mi stai ascoltando?- - Oh sì, ti sento, ti sento-.
E lo sentivo eccome era enorme messo direttamente a confronto con la mia
minuscola fessura ancora per poco vergine e, nonostante mi rendessi conto
della differenza enorme di misure che mi avrebbe provocato un dolore
lacerante, desideravo che la sfondasse con la forza proprio in quel momento
che mi prendesse nello stesso momento in cui avrei lasciato andare la freccia
e avrei fatto miracolosamente centro mentre Cort avrebbe fatto centro nel mio
corpo. - Ora che stai così devi
caricare la potenza del lancio tirando indietro il braccio, tiri a seconda
della lontananza del tuo bersaglio, questo è abbastanza vicino quindi così
può bastare. Ora devi invece fare il contrario, puntare l’arco appena verso
l’alto sempre a seconda della posizione e della lontananza del bersaglio. E’
un movimento unico, ti abbassi, carichi di potenza, ti alzi per mirare e
infine lanci la freccia. Chiaro?- - Mica tanto non ho capito
questo movimento unico- - Va bene lo facciamo
insieme…- Non avevo davvero capito come si faceva ma solo ascoltandolo a
parole avevo intuito che era una cosa terribilmente eccitante da fare con
Cort dietro di me e soprattutto premuto con quella pressione che minacciava
di strapparmi i pantaloni. Difatti… mi spinse in giù e sentii la sua
eccitazione percorrermi tutta la valle delle natiche e quando mi rialzò la
sentii puntarsi nella mia fessura come se fosse rimasta incastrata e a quel
punto totalmente impanicato dalle incredibili sensazioni che stavo provando
lanciai la freccia senza rendermene conto, non aprii neanche gli occhi per
vedere dove diavolo l’avevo mandata concentrai tutto me stesso su quel
contatto incredibilmente reale che si era stabilito tra me e Cort e nel
rinculo dell’arco mi ritrovai totalmente tra le sue braccia. - Niente male, visto che hai
tirato ad occhi chiusi-. Alleggerì la pressione che ancora la sua erezione
esercitava sul mio sedere abbastanza da farmela rendere ancora più piacevole
ma non si allontanò da me, mi abbracciava ancora come se temesse che non
riuscissi a stare in piedi da solo, probabilmente aveva ragione se mi avesse
lasciato l’unica cosa che sarei stato in grado di fare era premermi
maggiormente al suo corpo e violentarmi su di lui anche con tutti i vestiti
addosso. Aprii gli occhi per vedere che fine avesse fatto la freccia e mi
stupii vedendola poco sopra il bersaglio che aveva fatto Cort. - Riproviamo?- Glielo chiesi
innocentemente, se ero riuscito a fare un simile risultato pensando a
tutt’altro ero sicuro che impegnandomi avrei centrato quel maledetto
bersaglio. - Ovviamente, finché non
riuscirai a centrare almeno la manica della maglietta, non ci muoveremo da
qui principessa-. L’unica mia paura era che ora che avevo imparato mi
lasciasse fare da solo ma visto che non sembrava volersi allontanare e
neanche smettere di farmi impazzire con il suo corpo così dolorosamente
vicino al mio mi tranquillizzai e presi una nuova freccia ma prima che
l’afferrai Cort mi bloccò la mano. - Ma come te la sei ridotta?-
Me la guardai anch’io, mi ero scordato delle ferite che mi ero fatto nei
primi tentativi di tiro. Avevo i polpastrelli completamente consumati e da
essi mi colavano gocce di sangue grosse come lacrime. - Mi sono ferito quando non
sapevo ancora come diavolo funzionava questo dannato coso!- Lanciai uno
sguardo di odio verso l’arco ma poi ricordandomi che era solo grazie a lui se
avevo avuto un contatto così intimo con Cort gli dichiarai amore eterno, sarebbe
stata la mia arma preferita per sempre. - Lo dicevo che avevi delle
mani troppo delicate ed esili-. Mi prese la mano ferita tra le sue e ad uno
ad uno cominciò a succhiarmi ogni dito ripulendolo dal sangue che si andava
seccando. Lo fissai ipnotizzato per tutto il tempo, avevo voglia di
strappargli la mano dalla bocca e farmi succhiare in quel modo le labbra, la
lingua e tutto quanto e mangiarlo io stesso, ero sicurissimo di essere ormai
vicinissimo al mio sogno, insomma Cort non poteva farmi certe cose e poi non
ammettere di desiderarmi e di amarmi. - Ora tirerai sicuramente
meglio, l’arco va usato con le mani il più secche possibile altrimenti se ti
scivola di un millimetro la traiettoria diventa sballata. Pronto a
riprovare?- Annuì solo con la testa non sicuro che dalla mia gola non uscisse
un verso gutturale al posto della mia solita voce. Mi rimisi esattamente come
prima, con il suo corpo schiacciato totalmente al mio che mi incendiava ma
stavolta ero più preparato ad accogliere tutte quelle meravigliose sensazioni
mantenendo comunque un minimo di concentrazione, stavo quasi per scoccare
quando Cort mi bloccò la spalla. - Aspetta-. - Ho sbagliato qualcosa?- - No fin qui sei stato
perfetto è questo il problema, non vorrei che rovini tutto nel finale mancando
di nuovo il bersaglio…- - Stavolta non succederà…- - Credo che ti serva uno
stimolo in più… vediamo… se manchi il bersaglio non metterai più piede a casa
mia, tornerai a dormire nella tua stanza e non succederà mai più niente di
tutto questo. Ti piace provocarmi e non lo fai tanto per fare tu lo fai
proprio perché vuoi che io perda il controllo. Se manchi il bersaglio non
avrai più possibilità di farmi impazzire e neanche dovrai tentare, sono un
Maestro e non rischierò il mio posto se non mi dimostri almeno di valere
qualcosa di più del bel faccino che hai e del culo da favola che ti porti
dietro. Se riuscirai a centrare il bersaglio ti darò il permesso di
continuare a dormire da me tre volte a settimana, ovviamente anche in questo
caso dovrai moderarti sarò sempre io a condurre il gioco su questo non devono
esserci dubbi. Sono io che dico quello che si può e quello che non si può,
quando basta e quando invece ne ho voglia…- Non ero mai stato bravo a
raggiungere l’obiettivo quando ero sotto pressione, anche in quel momento che
stava giocando con me Cort stava comunque facendo il suo lavoro. Voleva farmi
riuscire a superare tutta la mia insicurezza mettendo in palio qualcosa che
sapeva che per me era tutto. In nessun altro caso avrebbe attirato tutta la mia
attenzione, sarei stato al massimo della concentrazione e al massimo della
tensione proprio come se mi fossi trovato sul campo di battaglia. Non credevo
di essere in grado di sopportare una simile pressione… - E se mi tirassi indietro da
questa scommessa?- - Libero di farlo, io non mi
interesso dei deboli e dei perdenti…- Si staccò da me palesando l’intenzione
di andarsene ma stavolta lo bloccai io per il polso. Non avevo intenzione di
sprecare nessuna occasione di poter stare con lui e avrei tentato anche cose
più impossibili per poter stare con lui, infondo era solo uno stupidissimo
bersaglio… - Io non sono né debole e né
perdente!- - Bene dimostralo! Abbatti il
bersaglio…- Lo stupidissimo bersaglio lo avrei sicuramente abbattuto ma non
con Cort dietro di me che aveva ricominciato a leccarmi il collo e mi faceva
sentire quanto era eccitato strusciandosi sul mio sedere e con le sue mani
che mi arrivavano dappertutto… Avrei potuto sopportare la tensione ma
l’eccitazione, il piacere e il desiderio erano cose ancora troppo sconosciute
per me per poterle controllare. - Non con te così…- - Vuoi forse che mi sposti? Ma
allora dove sarebbe la difficoltà? Devi imparare a concentrarti anche nelle
situazioni più assurde, dimostrami che ne sei capace e non ti caccerò,
fallisci e da me non avrai altro che calci e pugni e devo ammettere che mi
dispiacerebbe molto farlo-. Mi palpò indecentemente quasi da togliermi i
pantaloni di dosso e con la lingua continuava a tormentarmi il collo… - Sei un bastardo Cort…- Lo
sussurrai con la poca voce che riuscivo a far uscire mi rilassai
completamente appoggiandomi addosso a lui, in quelle condizioni non sarei
riuscito a centrare neanche un elefante… - No sono solo il tuo Maestro,
ora tira principessa, struscia di nuovo il tuo bel sederino…- - Fottiti!- Intanto mi
strusciai su di lui non per eseguire il suo ordine ma perché era
maledettamente meraviglioso sentirmi premuto contro la sua eccitazione. Mi
sentivo un idiota cercavo di darmi un contegno cercando di impalarmi a lui…
La mia mente urlava: “Dignità Vanny! Dignità!” il mio corpo: “Scopatelo
Vanny! Scopatelo!” Avevo quattordici anni è ovvio che sia stato il mio corpo
a vincere… - Magari più tardi, ora ho
altro da fare…- Il suo da fare era fare del suo meglio per distrarmi mentre
tendevo l’arco e mi concentravo sulla mira, cercai di non pensare a dove
stavano le sue mani, a cosa stava facendo la sua lingua e a come si muovesse
con il bacino. Pensai piuttosto a cosa avrebbero fatto nelle notti che avrei
passato con lui se fossi riuscito a fare centro e cosa avrei fatto io… Mi
chinai per dare potenza al tiro sentendo di nuovo la meravigliosa presenza
tra le mie natiche e poi alzare l’arco e quindi sentirla fermarsi nella mia
fessura e poi feci sparire tutto quanto dalla mia mente liberandola e tirai.
Chiusi gli occhi, non volevo vedere se avevo sbagliato o meno, sentii Cort
staccarsi da me per andare a controllare il bersaglio e aspettai che me lo
dicesse lui. Ovviamente rimase zitto voleva che guardassi con i miei occhi,
tenni gli occhi bassi finché non arrivai all’albero e poi non trovai il
coraggio di fare altro… - Ehi! Non sei curioso dopo
tutta la fatica fatta?- - Non puoi dirmelo tu?- - No, alza lo sguardo
principessa e sii pronto a subire le conseguenze del risultato conseguito-. - E’ andata male vero?- - Vuoi che ti costringa ad
aprire gli occhi forse?- - No… Oh Gan… l’ho preso… Cort
l’ho preso!- L’avevo preso davvero, non centrato ma non era importante visto
che il patto non lo prevedeva. Di impulso mi girai e abbracciai Cort, gli
baciai il collo e la guancia, ogni parte che potevo, quando arrivai alle
labbra si staccò in tempo prima che riuscissi a raggiungerle. Non ero ancora
riuscito a baciarlo lì o meglio non si era ancora lasciato baciare, mi venne
il dubbio che mi stesse trattando come una puttana, la quale prima regola era
non baciare… - Fortunatamente stasera non
devi stare da me… ho bisogno di una megascopata per riuscire a scrollarmi di
dosso tutta l’eccitazione che mi hai provocato principessa…- Sapere che tutto
quel ben di dio che sentivo premermi addosso sarebbe andato ad un’altra
persona mi sembrò incredibilmente ingiusto anche perché ero stato io a
portare Cort ad un simile livello di eccitamento… - Allora che dovrai fare il
giro completo dei bordelli di Gilead stanotte…- - Perché?- - Nessuna puttana riuscirà a
soddisfarti, non importa quante te ne faccia ciò che conta è con chi lo fai e
non ti basterà immaginare la mia faccia e il mio corpo al posto del loro,
magari le chiamerai principessa ma il tuo corpo rifiuterà chiunque non sia
io, è me che vuole. Ha capito che l’unico che può veramente soddisfarlo sono
io, non si accontenterà più delle troiette che gli rifili-. - Mi stai dicendo che stanotte
sarò impotente?- - Guardandoti mi è veramente
impossibile dirlo… ma comunque fare sesso non ti aiuterà a farti dimenticare
il desiderio che hai di me…- Non avrebbe mai fatto cilecca con l’erezione che
si ritrovava in quel momento così abbassai le mie pretese sperando che almeno
non rimanesse soddisfatto del solo sesso e sperai che mentre stava con la
fortunata di quella sera gemesse il mio nome e che pensasse davvero di stare
a fare l’amore con me. - Hai un bel culo principessa
ma sai quanti ce ne sono come tuoi, per di più io mi faccio le donne che
oltre ad un bel culo hanno anche…- Lo bloccai prima che continuasse, aveva
già detto abbastanza da avermi spezzato il cuore. Davvero mi ero illuso che
ci fosse qualcosa tra di noi che fosse diverso dalla semplice attrazione
fisica, dalla semplice voglia di scoparmi che avevano tutti. L’avermi detto
che avevo un bel culo fu l’insulto più grande che mi potesse fare infatti non
badai neanche alla sua conferma dei suoi gusti sessuali… - Pensi di desiderare solo il
mio culo Cort? Sei come Bobby o tutti gli altri che non vedono l’ora di beccarmi
da solo nei corridoi bui del castello per farsi una bella scopata? Allora
perché non ti unisci a loro? Magari prima o poi vi andrà bene, tutti insieme
farete una bella violenza di gruppo che dici? Non ti pare il più eccitante
dei pensieri di tutti quei cazzi che mi violano e mi sfondano e su tutti il
tuo? Non sarebbe una gran bella scopata questa? Credo che sia abbastanza per
farti cambiare gusti sessuali almeno per una volta…- - Posso sapere che cazzo stai
dicendo?- Ancora non aveva capito quanto fosse frustante per me essere
giudicato solo dal mio aspetto ed essere desiderato come se fossi solo un
corpo vuoto da scopare. Sapere che anche per lui era così mi aveva fatto
esplodere di rabbia e quando mi arrabbiavo finivo sempre per spiazzare le
persone forse credevano che non ne fossi capace. Ne ero capace eccome anzi
reprimendo sempre le mie emozioni quando esplodevo mi ci mancava solo di fare
il botto, forse un po’ ho ereditato la pazzia di mia madre anch’io quando
sono furioso non so mai quando è il momento di finirla… - Sto dicendo vaffanculo!- - Tu sei pazzo-. - Hai ragione sono veramente
pazzo a pensare che tu fossi una persona migliore di quei pervertiti-. Me ne
andai e lo lasciai lì da solo, mi scordai anche che stavo nel pieno della
lezione, me ne tornai nella mia stanza a prendere a pugni il cuscino. Solo in
quel momento pensai che l’indomani Cort mi avrebbe probabilmente fatto a
pezzi per aver abbandonato una sua lezione senza il suo permesso ma ormai era
troppo tardi per tornare indietro. Saltai la cena, avevo lo stomaco chiuso
dal nervosismo e quando ormai era buio inoltrato mi decisi a risolvere la
questione. Già una volta aveva provato a rimanere arrabbiato e addirittura ad
odiare Cort con scarsi risultati quindi capitolai subito e andai da lui
sicuro di non trovarlo ancora a casa. Infatti quando entrai tutto era buio e
non percepivo nessuna presenza, mi sedetti sulla sedia che ormai consideravo
mia e decisi di aspettarlo solo per un po’… ovvero due ore. Quando lo vidi
entrare mi venne voglia di gettarmi su di lui e prenderlo a schiaffi, come
sempre la prima sensazione che provai fu tradimento. - Eh tu che ci fai qui? Non
dovevi stare nella tua stanza stanotte?- La sua voce era brusca ed
innegabilmente ubriaca. Quando Cort è ubriaco diventa più violento o
incredibilmente sdolcinato non ha una via di mezzo…. - Sì avrei dovuto…- - E allora?- - Ero venuto per parlarti ma
evidentemente non sei in grado di sostenere una discussione civile, riesci a
malapena a stare in piedi… quanto hai bevuto?- - Ehi ragazzino impicciati dei
fatti tuoi e vattene-. Mi diede una spinta che mi fece crollare sulla sedia
dove ero seduto un momento prima, mi rimisi in piedi ormai rassegnato a dover
rimandare tutto al giorno dopo ma non avrei lasciato Cort da solo in quelle
condizioni… - No prima ti aiuto a metterti
a letto…- - Ce la faccio benissimo da
solo, che vuoi approfittarti di me?- Quasi mi venne voglia di farlo ma non
c’era soddisfazione con Cort in quelle condizioni, era lui che mi doveva
prendere mica il contrario. Lo accompagnai verso il letto e poi lo feci
sedere. - Veramente fino adesso sei tu
che ti sei approfittato di me, ma non me ne lamento…- - Ah no?- Gli avrei dovuto
rispondere che invece mi lamentavo eccome visto che non si approfittava abbastanza
quando era evidente che l’unica cosa che volevo era che si approfittasse di
me. Gli tolsi gli stivali inginocchiandomi davanti a lui. - Era proprio di questo che ti
volevo parlare. Mi stupisce che tu sia tornato ormai pensavo che saresti
rimasto al bordello…- - Non mi andava…- - Non ti andava? Sicuro di
sentirti bene?- Lo guardai ad occhi spalancati e lo stupore non mi fece
neanche arrossire per il fatto che gli stavo togliendo i pantaloni. Quella fu
l’unica volta in vita mia che sentii affermare Cort di non voler fare sesso
perché non gli andava. A Cort va sempre di fare sesso questo è uno dei suoi
elementi distintivi, il principale. - E’ colpa tua…- - Mia? Sei proprio ubriaco
eh?- - Già colpa tua anche questo…
che hai fatto alla faccia? Chi è stato quel bastardo che ti ha picchiato
principessa?- Mentre gli stavo sbottonando la camicia lo guardai per capire
se mi stesse prendendo in giro oppure no. Era veramente preoccupato e
vagamente irritato con chi mi aveva massacrato, sarebbe stato divertente se
fossi stato in vena di scherzare. Il fatto poi che avesse cominciato ad
accarezzarmi i lividi non aiutava il mio umore. - Tu…- - Davvero?- - Ti ricorderai niente
domani?- - Non credo…- - Beh allora posso anche
dirtelo senza rischiare che mi ammazzi…- Almeno una piccola soddisfazione me
la poteva anche togliere allora visto che stava cominciando a palparmi
indecentemente senza un minimo di controllo, era passato alla modalità
sdolcinato… e pervertito. Fortuna che non aveva abbastanza lucidità per
spogliarmi altrimenti non si sarebbe fermato alle carezze e io non volevo
farlo con lui ubriaco che non avrebbe ricordato nulla il giorno dopo, lo amavo
ma non mi odiavo così tanto da buttare via così la mia prima volta. Anche se
era capace di sciogliermi fra le sue braccia con un solo tocco… - Cosa…non ti ammazzerei mai…-
Sicuramente non in quel momento in cui era chiarissimo quello che mi avrebbe
voluto fare. Per una volta ero io quello che si tirava indietro, era
veramente una situazione assurda. Avevo Cort in mutande completamente ubriaco
pronto ad esaudire ogni mio desiderio e l’unica cosa a cui riuscii a pensare
era dichiararmi apertamente e ufficialmente a lui. E’ facile dichiararsi ad
uno sbronzo o non si ricorderà di te o non ti prenderà sul serio, alternative
che mi andavano bene entrambe. - Ti amo Cort…- - Lo so principessa…- E’
proprio vero che l’alcool rende sinceri finalmente ammise di sapere quello
che provavo per lui e me lo disse pure con un tono da cospiratore come se mi
stesse svelando un segreto che aveva protetto fino a quell’ultima sbronza.
Almeno un dubbio me lo aveva levato quindi continuai a confidargli tutti i
miei sogni e desideri, tanto tutti riguardavano lui che era sempre stato il
mio unico mondo. - E voglio passare il resto
della mia vita con te…- - Sarebbe meraviglioso…- - E voglio fare l’amore con
te…- - Domani Vanny, domani-. - Sì, certo domani, buonanotte
Cort-. Gli diedi un bacio sulla fronte per essere il più innocente possibile
ero riuscito a districarmi da lui e non avevo intenzione di approfittarmi su
niente, il massimo che potevo avere dalla situazione senza dovermi sentirmi
uno schifo il giorno dopo lo avevo ottenuto. Gli rimboccai il lenzuolo giusto
per coprirlo ai miei occhi, Cort non sentiva mai freddo ma non ce la facevo
più ad averlo nudo davanti con quelle mani che non sapevano starsi ferme un
momento… - Dove vai?- - A dormire-. - Non rimani qui?- Mi fece una
faccia da cucciolo abbandonato che non riuscii a sostenere il suo sguardo,
come cavolo faceva a fare una simile espressione quando il giorno era un tale
bastardo da farti quasi desiderare di spaccarti la testa per non avere più a
che fare con lui? Se da sobrio mi avesse fatto una simile faccia non avrebbe
avuto scampo, me lo sarei succhiato dalla testa ai piedi e fanculo alle
conseguenze. - No-. - Mi mancherà il tuo calore
principessa…- E non sapeva ancora quale incendio mi provocava la sua
vicinanza dentro di me nel posto in cui solo a lui avrei dato il diritto di
raggiungere. Mi sembrava come se in una vita precedente avessi avuto Cort
dentro di me di continuo e che in questa vita ricordavo quelle splendide
sensazioni che ora mi mancavano più dell’aria. - Anche tu mi mancherai, a
domani sera Cort…- - No, non ti muovi di
qui…dormiamo insieme-. Mi prese il polso con gentilezza trattenendomi vicino
a lui. Non mi sembrava vera una simile richiesta da parte sua ma avevo anche
paura di commettere qualche sciocchezza rimanendo. Sentire la sua mano calda
sulla mia pelle era una pessima consigliera, desideravo dormire anche quella
notte tra le sue braccia e il suo corpo caldo. - Sicuro? Non è che mi
prenderai a calci domani?- - E’ impossibile che mi
dimentico di avere te nel letto, probabilmente sarà l’unica cosa che
ricorderò-. Era talmente bello da non sembrare vero, mi venne voglia di farlo
ubriacare ogni sera. Mi sentivo emozionato a sentirlo parlare così, mi
permisi di illudermi alle sue parole ed era maledettamente facile. Mi stesi
al suo fianco e subito mi circondò la vita con le braccia. Non avevo più
niente da dire o da protestare, ero in pace con me stesso. - …- - Principessa?- - Sì?- - Non sono un uomo così
orribile come mi hai dipinto sai?- Mi si strinse il cuore perché io più di
tutti, anche più di lui sapevo che non era affatto il bastardo che avevo
detto. Doveva essersi tormentato per tutta la sera per colpa delle mie
parole, gli avevo sempre detto che lui era migliore di quello che voleva
sembrare ma poi in un momento di rabbia gli avevo fatto credere il contrario.
Odiavo veder soffrire Cort, e stavolta ero io ad averlo fatto soffrire. Avrei
voluto donarmi a lui facendogli capire che riponevo in lui tutta la mia
fiducia ma nelle condizioni in cui stava mi avrebbe semplicemente scopato
senza nessun significato particolare e potevo dire qualsiasi cosa ma a me il
sesso fine a se stesso non interessava neanche con lui. - Lo so, per questo ti amo
Cort, aspetterò tutto il tempo necessario perché tu ti accorga che anche tu
non puoi fare a meno di me-. - Forse accadrà davvero…
dopotutto non sei affatto male principessa, e non sto parlando del tuo culo,
quello è semplicemente sensazionale-. Me lo accarezzò per sottolineare la
verità della frase ma poi ritornò con la mano sul mio stomaco, almeno gli era
passato il momento dell’attacco sessuale. Nessuno aveva dato del sensazionale
al mio culo… e nessuno mi aveva detto che non ero affatto male, dopotutto mi
poteva andare peggio. Aveva anche messo in conto la possibilità di
innamorarsi di me… - Lo prendo per un
complimento…- - Lo è, e non sono neanche
tanto meglio di come mi hai dipinto oggi, ho veramente una voglia pazzesca di
scoparti-. Mi ero sbagliato non gli era affatto passata la voglia…
semplicemente era troppo ubriaco per metterla in atto ma quando mi girai per
vederlo in faccia notai che era abbastanza eccitato da poter attuare il fai
da te se lo avessi voluto… - Ti confido un segreto, io ho
una voglia pazzesca di essere scopato da te anzi io ho una voglia pazzesca di
fare l’amore con te…- Mi corressi, se davvero avessi avuto solo voglia di
scopare l’avrei fatto in quel momento, era maledettamente difficile
resistergli lo amavo così tanto da volermi dare a lui il prima possibile. Gli
accarezzai la parte sfigurata del viso desiderando di leccargliela per
sentire sulla lingua quanto fosse innaturalmente liscia. Era una delle sue
parti del corpo che più mi affascinava, non comprendevo come potesse piacermi
una cicatrice tanto profonda da sfigurare il volto del mio amore. - Beh allora prima o poi
troveremo una soluzione a questo problema che soddisfi entrambi…- - Lo credo anch’io… buonanotte
Cort-. Gli baciai come se fossi un bambino le labbra a timbro e poi mi girai,
non c’era più niente da dire dopo che entrambi eravamo convenuti che col
tempo una soluzione si sarebbe trovata ai due nostri diversi bisogni… - Buonanotte Vanny… vienimi
più vicino, voglio dormire nel tuo calore con il corpo premuto al tuo-. Io
volendo dormire con il suo corpo premuto al mio non faticai ad obbedirgli, mi
strinsi a lui più che potevo poi ad eliminare il più piccolo millimetro di
distanza ci pensò Cort stesso stritolandomi con le mani che mi avevano già
circondato in precedenza. Stavamo nella stessa posizione in cui eravamo
quella mattina solo fortunatamente a Cort gli era passata l’eccitazione
quindi dopo poco tempo riuscì ad addormentarmi e fu una delle dormite
migliori della mia vita. Cort mi accarezzò lo stomaco anche da addormentato e
il calore del suo corpo riuscì a raggiungere ogni parte del mio corpo
facendomi sentire sicuro e protetto come mai in precedenza. Sperai davvero
che l’alcool facesse diventare sinceri… in quel momento Cort mi stava
trattando come sempre avevo desiderato… come se mi amasse e fossi il suo
compagno… come mi tratta ora che lo sono veramente. Continua…
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