Ovviamente i personaggi sono
di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche
Cuthbert, l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo
rinchiudessero insieme a me… Buona lettura a voi e buona scrittura a me^^
Come
divenni uomo
parte III
di Mia
A dodici anni ero ancora un bambino ingenuo, e già che dico che ero un
bambino è tutto dire. A Gilead a dodici anni non si è più bambini, è l’età
di transizione che ci fa passare a ragazzi. Ci sono i più precoci tipo
Steven e All che hanno cambiato il loro corpo a soli dieci anni e quelli più
tardivi che sviluppano verso la fine dei loro dodici anni. Io ero lontano
anni luce da qualsiasi cambiamento fisico. Sembravo un bambino di dodici
anni di qualsiasi altro regno… peccato che a Gilead i ragazzini dimostrano
almeno cinque anni più della loro reale età. Una caratteristica tipica della
stirpe dei pistoleri che avendo in genere vita breve hanno adattato il loro
corpo e metabolismo all’esigenza di avere una vita attiva prima degli altri,
una specie di illusione per far sembrare più lunga la loro vita. Ovviamente
gran parte del merito va anche all’addestramento fatto che porta il fisico
all’estremo e che lo costringe quasi al cambiamento verso un corpo più
maturo. Di fatto gli allievi di Cort maturano tutti prima dei dodici anni,
essendo il Maestro più severo che Gilead abbia mai avuto ha ridotto ancora
di più i tempi di crescita. Cort a differenza dei precedenti Maestri ha
ridotto a sedici anni l’età massima per sfidarlo quando prima era diciotto e
facendo questo ha attivato anche un meccanismo interno nei suoi allievi per
renderli in grado di affrontarlo. Questo generalmente… poi ci sono io che
sono un caso a parte. Quattro anni di corso, di punizioni e quanto altro
erano riusciti a fare miracoli per quanto mi riguardava, per quanto
riguardava Cort erano un totale fallimento. Avevo imparato a sopportare il
dolore, a portare il mio fisico oltre il limite, a sopravvivere in
situazioni estreme ma non avevo ancora imparato minimamente ad usare una
sola arma. Cort non ha lasciato mai correre un mio fallimento, ad ogni
sbaglio è sempre corrisposta una punizione. Mi ha schiaffeggiato e preso a
pugni così tante volte che è incredibile come il mio viso sia ancora intero
e ben proporzionato e poi i calci devono sicuramente avermi leso qualche
organo interno. La nostra vecchia amicizia non esisteva più, o almeno così
pensavo io… poi ho scoperto che venivo picchiato in modo assai più leggero
degli altri. Ma allora pensavo che mi odiasse per la mia goffaggine tanto
più che ciò che importa a Cort è insegnare ad usare le armi, sul resto può
anche chiudere un occhio, io come sempre ero il contrario di quello che
voleva. Anche con l’arma più facile, la pistola, riuscivo a malapena a
sfiorare il bersaglio e con quelle più difficili finiva che mi facevo male
da solo. Il bastone, la prima arma insegnata da Cort perché quella base, era
l’arma che più detestavo. Quando mi scontravo con il mio avversario finiva
sempre che chi avevo di fronte si divertiva a schiacciarmi le dita, così ero
costretto a mollare e riprendere la presa in continuazione perdendo sempre
la posizione ideale sbilanciando sia la forza con cui colpivo sia il mio
equilibrio, quindi venivo inevitabilmente battuto. In quei momenti Cort si
incazzava sempre di brutto, mi riempiva di calci finché non mi rialzavo e
riprendevo la giusta posizione. Mi ha ripetuto un miliardo di volte che non
dovevano essere le mie mani a spostarsi ma era il bastone che doveva essere
spostato per proteggermi, dovevo riuscire a cozzare il mio bastone contro
quello dell’avversario e impedirgli così di colpirmi, mani comprese. Io ho
sempre avuto una paura fottuta di farmi male alle mani, sapevo che se me
l’avessero schiacciate probabilmente molte dita si sarebbero fratturate e
non avrei più potuto suonare il piano come facevo. Cort era consapevole di
questa mia paura e questo non faceva altro che farlo incazzare di più. Un
giorno stufo della mia disobbedienza quasi mi stava per spezzare lui due
dita per mettere fine alla questione poi quando ero sicuro che me l’avesse
già rotte per la strana posizione in cui me le stringeva me le lasciò andare
e preferì per un’altra punizione, cinque frustate. Ne porto ancora le
cicatrici… Questo fu uno dei momenti che mi fece capire che è possibile
smettere o impedirsi di piangere quando si viene picchiati duramente, Cort
mi minacciò che se avessi versato una sola lacrima avrebbe raddoppiato la
mia dose, e faceva talmente male che non ci pensai un secondo a piangere
quasi non fiatai per non indispettirlo ulteriormente. Nonostante questo non
feci nessun miglioramento perseveravo nel mio comportamento, non riuscivo
proprio a mettere a rischio le mie mani ma Cort non mi frustò più, in
seguito mi ha detto che non l’ha più fatto perché si è accorto che con la
pelle che ho mi avrebbe lasciato una cicatrice ad ogni frustata. Continuava
a schiaffeggiarmi o a prendermi a calci senza risultati finché un giorno
quando ero stato di nuovo battuto dalla mia paura non mi fece nulla. Io
steso a terra ero già pronto ad incassare i colpi e lui invece mi ignorò
totalmente continuando ad osservare gli altri allievi, rimasi a terra
incredulo pensando che fosse tutto un trucco che presto sarebbe venuto e mi
avrebbe dato la ripassata che meritavo, perché sapevo di meritarla. Non
successe nulla, mi rialzai e continuai ad usare il bastone nel modo
sbagliato senza che nessuno mi dicesse niente. Quando finì la lezione non mi
sembrava vero di averla passata liscia, infatti quando Cort mi chiamò a sé
non ne fui stupito più di tanto.
- Principessa vieni qui…- Eh già… mi chiamava ancora principessa, tutti i
miei compagni mi prendevano in giro per questo e Cort lo sapeva, suppongo si
divertisse ad umiliarmi. Comunque il tono non fece accendere nessun
campanellino d’allarme era tranquillo, così andai da lui con la solita
soggezione che sempre mi accompagnava da quando ero diventato un suo
allievo.
- Eccomi-.
- Portami nella tua stanza-. Allora… io già da un po’ facevo certi pensieri
su Cort e una richiesta del genere mi avrebbe agitato anche se fossi stato
un po’ meno innamorato di lui. Il fatto che desiderassi ardentemente che
Cort entrasse nella mia stanza e che ci rimanesse si palesò facendomi
arrossire completamente. In quella stanza su di lui avevo sognato di tutto e
di più e mi sembrava impossibile che mi chiedesse di portarcelo…
- Perché?-
- Ti ho dato il permesso di fare domande ragazzino?- Il fatto poi che nei
miei sogni lui mi chiamasse in continuazione ragazzino e principessa mentre
mi faceva cose che solo pensandole mi facevano bruciare non aiutava di
certo.
- Scusa… Andiamo-. Lo guidai verso la mia camera con una tensione addosso
mai provata, fortunatamente mi seguiva dietro e non poteva guardarmi in
faccia. Lui si muoveva silenziosamente come un felino, non sentivo un rumore
come se fossi seguito dal nulla in persona. In genere Cort si comporta così
quando fa sul serio o è in pieno ruolo del Maestro ma io allora non lo
sapevo ancora, non sapevo neanche che quando Cort si comporta normalmente è
più rumoroso di un bambino di due anni. Quando arrivammo feci entrare prima
lui da bravo padrone di casa e poi mi chiusi la porta alle spalle, sapevo di
non avere nessuna possibilità che succedesse qualcosa ma è sempre meglio
prevenire.
- E’ così allora che vivono i nobili-.
- Sì…- Mi guardò e per un attimo riuscii a vedere le sue vere intenzioni ma
non ci feci caso forse perché erano del tutto contrarie ai miei di pensieri…
- Questo è il tuo piano?- Ci passò sopra le mani come se lo volesse suonare
ma non sapesse come fare. Sarei rimasto stupito se fosse stato in grado di
fare pure quello.
- Sì..-
- Sai che a volte si sente fino a casa mia?- Fui contento di questa notizia
avrei potuto suonare ogni sera qualcosa per lui… mentre pensavo questo Cort
prese l’unica sedia della stanza e l’abbatté con tutta la sua potenza sul
piano spezzandolo in due. Fu talmente fulmineo che rimasi a bocca aperta
anche mentre prendeva a calci i resti spaccando tasti e corde e sbriciolando
il legno. Riuscii solo a sussurrare:
- Che… cosa… fai?-
- Ti sto impartendo l’ultima lezione della giornata, mi pare ovvio-. Col
respiro appena più pesante continuava a dare calci a quello che una volta
era stato il mio piano, unico regalo voluto che mia madre mi aveva fatto.
Cominciai a vederci appannato, una sensazione che da tanto non provavo,
erano anni che non piangevo e in quel momento ero sul punto di farlo di
nuovo.
- Il… mio… piano…-
- Stavolta l’hai capita la lezione? Hai capito che se ti dico di fare una
cosa tu la fai e basta? Hai capito che quando sei impegnato in un
combattimento te ne devi fregare se ti rovini le tue preziose manine e devi
batterti anche a rischio della vita? Sei iscritto all’Accademia per futuri
pistoleri e non a una scuola di musica per futuri pianisti del cazzo! O
cresci e cominci a fare sul serio o giuro sul mio onore che ti distruggo!
Quello che ho fatto al tuo piano sarà il minore dei tuoi mali. E cazzo non
metterti a piangere davanti a me se non vuoi vedermi veramente incazzato!
Prendi la tua roba, il minimo indispensabile-. Mi tirò forte i capelli,
molti gli rimasero tra le mani, mi disse ogni singola parola ad un
centimetro dal viso come se la stesse sputando. Uscii dallo shock iniziale e
in me montò per la prima volta la rabbia e il furore. Cercai di controllarlo
e tenerlo ma sentivo che stavo per esplodere…
- Perché?-
- Ti trasferisci giù di sotto insieme a tutti gli altri che non hanno
abbastanza sangue blu da stare qui sopra. Mischiarti con gli altri e vivere
nelle loro stesse condizioni ti farà bene-. Me ne fregai sul momento l’unica
cosa che mi interessava era il mio piano e la fine che aveva fatto… nuovi
sentimenti non di certo positivi affiorarono in me…
- Cort…-
- Hai qualcosa da ridire? Attento a quello che dici potrei distruggerti quel
bel faccino che hai tanto da renderti perfino più orrendo di me. Muovi il
culo non ho tutto il pomeriggio da sprecare con te-. In una situazione
diversa avrei avuto molto da ridire sulla sua frase ma in quel momento tutto
quello che avrei voluto dire o fare era contro Cort.
- Cort…-
- Che diavolo vuoi?-
- Giuro che me la paghi, il piano era la mia unica fuga dalla la realtà e tu
me l’hai distrutta-.
- Allora tienitela bene in mente questa intenzione che magari ti darà la
forza necessaria per cominciare a combinare qualcosa di buono, finora mi
pare di aver addestrato una ragazzina non un uomo!-
- Ti odio…- Ciò che pensavo che mai avrei provato e mai avrei detto a Cort
mi uscii spontaneamente come un giorno mi sarebbe uscito spontaneamente il
suo opposto, ovvero ti amo. Appena lo dissi mi sentii più soddisfatto e
calmo ma nonostante questo avrei voluto non averlo mai detto, qualcosa si
spezzò in me, una delle mie poche certezze era stata appena spazzata via da
due sole parole… Non so se fosse frutto della mia immaginazione ma mi parve
di scorgere uno sguardo ferito nell’espressione di ghiaccio e irritata di
Cort. Non posso esserne sicuro perché fu solo un attimo e finora non
gliel’ho mai chiesto è un ricordo troppo doloroso per volerlo ritirare fuori
e se ha fatto male anche lui è doppiamente meglio non parlarne.
- Non lo fanno tutti? Mi dovrebbe interessare il fatto che lo faccia anche
tu? Finalmente un sentimento da uomo da parte tua!-
- Vuoi che diventi come tutti i tuoi allievi? Bene ti accontenterò. Non sarò
mai un pistolero lo sappiamo tutti e due ma ti prometto che farò in modo che
non mi distinguerai dagli altri allievi, comincerò ad odiarti e ad avere
paura di te come fanno tutti-. La rabbia e il dolore che provavo mi portava
ancora a parlare malignamente, presto mi sarei accorto che non si può odiare
una persona che non si odia e non si può aver paura di qualcosa che non si
teme. Comunque quelle cose le dissi e andarono a spargere sale sulle ferite
di entrambi. Quello che mi fa pensare che anche per Cort è stato un momento
difficile fu quello che mi rispose, non era da lui giustificarsi o dare
spiegazioni. Con un tono svuotato da ogni emozione, come se qualcuno lo
avesse ferito così in profondità da non provare più dolore, a me le diede e
fui costretto ad ammettere che aveva ragione su tutto.
- Hai finito? Vanny ti ricordo che sei stato tu a volerti iscrivere alla mia
scuola non sono stato io a costringerti anzi ti ho chiesto più volte di
ritirarti quindi non fare la parte della vittima, se volevi continuare ad
essere trattato come quando eri piccolo ti bastava non iscriverti ma ora
sono il tuo Maestro e che ti piaccia o no dovrai obbedirmi e portarmi
rispetto altrimenti quello che ti ho fatto passare finora non è niente in
confronto a come sarò in futuro. Ti aspetto giù, sbrigati a scendere-. Se ne
andò lasciandomi tra le macerie create da lui e da me stesso, non so quali
erano le più strazianti, se quelle del piano o quelle del mio cuore… rimasi
seduto sul letto a fissare il vuoto una volta riempito dal mio piano e
pensai che davvero non mi rimaneva altro da fare che odiare Cort, non potevo
proprio fare altro dopo una cosa del genere. Decisi con il provare
indifferenza poi il resto sarebbe venuto, non è che Cort si facesse amare
così tanto, era più facile odiarlo che adorarlo, ovviamente questo vale per
gli altri allievi per me è stato sempre il contrario. Scesi dopo dieci
minuti, non mi disse nulla del tempo che ci misi mi indicò la stanza che
avrei dovuto occupare e se ne andò senza dirmi una parola. Cercai davvero di
odiarlo ci misi tutto me stesso ma già lo scoprire che mi aveva assegnato
una camera singola quando tutti gli altri erano costretti a dormire in
coppia mi smontò dall’inizio. Cercai di provare odio ogni volta che uno dei
ragazzi, ormai miei vicini di stanza, mi molestava o aggrediva per il
corridoio ma non ci riuscivo perché dopotutto Cort aveva ragione, ero stato
io a voler entrare in Accademia e fino a quel momento ero venuto meno alla
promessa fattagli il primo giorno, ovvero che avrei dato tutto me stesso per
aiutarlo a cambiarmi… Comunque rimanemmo tutti e due sulle nostre per
parecchi mesi, non ci parlammo, se sbagliavo mi puniva in silenzio se facevo
bene mi lasciava stare. In quel periodo mi accorsi quanto in realtà ero
stato trattato differentemente dagli altri in quegli anni purtroppo me ne
accorsi solo quando avevo perso quel privilegio. Cercai di riconquistarlo
dando tutto me stesso ma sapevo che non sarebbe servito, ero comunque una
schiappa quindi difficilmente Cort avrebbe riconosciuto qualche mio merito.
Venne il periodo in cui ci allenammo molto sul corpo a corpo… l’ho sempre
odiato, è la materia in cui sono andato sempre peggio. Va contro la mia
natura combattere e quello è il modo più brutale. Ero il più piccolo di
tutta la classe e per riuscire a colpire l’avversario ci dovevo mettere il
doppio dell’energia. Non mi interessava affatto sopraffare gli altri, in
genere ero io ad essere sopraffatto era nella mia natura essere dominato e
forse non centrava neanche il mio aspetto. Anche parlando di sesso mi piace
essere dominato, mi piace affidarmi completamente al mio amante, non ho mai
avuto pretese di essere l’attivo, semplicemente mi fa impazzire essere il
passivo. Da ragazzino non trovavo l’impulso per riuscire a vincere un solo
scontro nel corpo a corpo, il mio corpo e il mio cervello non erano fatti
per sottomettere qualcuno. Nonostante tutto odiavo stare sotto il corpo del
mio avversario, non sopportavo tutte quelle mani che mi toccavano, quel
corpo premuto al mio. Di natura ero remissivo ma solo perché ero fatto per
stare con Cort, quindi avrei voluto che mi montasse sopra solo il suo corpo
e non di chiunque fosse stato in grado di battermi, ovvero tutta Gilead.
Quello che potevo fare era limitare i danni, cercare di non farmi mettere a
ko, ero diventato abbastanza bravo ad incassare, riuscivo quasi a svenire in
piedi per quanta esperienza avevo. Soffrivo di più ovviamente perché il mio
avversario mi si accaniva contro finché non riusciva ad abbattermi ma
qualche volta venivo salvato o da Cort stesso, giudicando di essere stato
pestato abbastanza o da Steven e All che in qualche modo attiravano l’ira
del mio avversario su di loro spostandola da me. Un giorno mi capitò
l’avversario peggiore, Bobby, il ragazzino che da piccolo mi aveva
perseguitato e non aveva più smesso. L’unico che lo poteva battere era All
ma anche a lui non piaceva combatterci contro perché sapeva essere sleale.
Era un buon allievo ma un pessimo elemento. Da quando Cort mi aveva ordinato
di trasferirmi nel dormitorio degli allievi mi dava la caccia continuamente
tanto che ormai non giravo più senza le mie guardie del corpo All e Steven.
Inizialmente quando riusciva a trovarmi solo mi picchiava e poi mi lasciava
svenuto dove mi aveva trovato ma l’ultima volta che riuscì a mettermi le
mani addosso mi mise davvero paura. Mi aveva trattato come se fossi un suo
oggetto sessuale, mi aveva spogliato e si era spogliato, si era steso su di
me stando ben attento a farmi sentire quanto fosse eccitato, fortunatamente
poi intervenne All che incazzatissimo gli spaccò la faccia. Pregai All di
non dire niente a nessuno di quello che era successo e così quando Cort gli
chiese spiegazioni non gli diede risposte e come da regolamento venne
punito. In realtà mi vergognavo e non volevo che Cort sapesse che qualcuno
mi aveva toccato come solo lui aveva il diritto di toccarmi. E poi se lo
avesse saputo, Bobby non se la sarebbe cavata con una semplice ripassata,
avrebbe potuto ucciderlo, anche se il nostro rapporto non era più quello di
una volta ero sicuro che Cort mi considerava ancora la sua principessa ed
era molto possessivo con tutto quello che considerava suo e per qualche
ragione e maniera incomprensibile io ero suo. Quello che feci per evitare di
nuovo una situazione del genere fu andare in giro solo se con me c’erano
Steven e All, mi venivano a prendere la mattina e mi riportavano nella mia
stanza la sera, senza di loro non facevo un passo, ero veramente
terrorizzato. Quel giorno mi toccò lottare proprio contro di lui. Cercai
Cort con e lo vidi impegnato a seguire quelli dell’ultimo anno, mi girai a
guardare dove fossero Steven e All e li trovai già impegnati nei loro
scontri dalla parte opposta di dove mi trovavo io. Sospirai e mi rassegnai a
battermi o meglio ad essere battuto, almeno avevo la sicurezza che in
pubblico non avrebbe fatto nient’altro che pestarmi. Appena lo vidi leccarsi
le labbra come se stesse per pregustarsi la preda non ne fui più tanto
sicuro.
- Bellezza oggi continuiamo il discorso lasciato in sospeso l’altro giorno e
stavolta nessuno ti salverà-. Non riuscivo a capire come potesse pensare di
mettermi paura quando eravamo circondati da tutti gli altri.
- Sei pazzo?-
- No ma sono terribilmente arrapato al pensiero di quello che sto per
farti…- Abbassai lo sguardo al suo inguine e vidi che non mentiva era
talmente eccitato che i pantaloni erano tesi, cominciai a provare paura
nonostante fossi sicuro che stesse solo giocando.
- Non farai niente…-
- Sì che lo farò, lo farò molto presto, non vedo l’ora di spaccarti in due,
l’altra volta ci sono andato talmente vicino da sentire il calore del tuo
buco e ormai che l’ho sentito sarà mio, sei solo una troia da aggiungere al
mio elenco, niente di personale-. Fece un passo in avanti e io indietreggiai
d’istinto, quasi scappai a gambe levate mandando a quel paese Bobby e il
combattimento, ma non avevo sofferto tanto per rimanere il ragazzino
vigliacco di un tempo. Ero terrorizzato ma decisi di rimanere.
- Non puoi farlo…-
- Ti violenterò davanti a tutti e nessuno se ne accorgerà-. Si passò una
mano sulla sua eccitazione che era talmente tirata da fargli sicuramente
male.
- E’ impossibile…-
- Certo che è possibile, tu ti farai fare tutto quello che voglio non solo
perché sei una puttana ma anche perché non vuoi che Cort si accorga di
quello che ti sto facendo vero? E’ incredibile quale pretese ha una
puttanella come te, davvero speri che un giorno Cort ti permetterà di stare
al suo fianco? Al massimo ti vorrà scopare come lo vogliono tutti, infondo
tu sei fatto per questo, altrimenti il tuo aspetto non sarebbe così
lussurioso. Cazzo sei una donna e le donne vanno scopate Vanny è inutile che
ti opponi…- Aveva ragione nel dire che non avrei chiesto aiuto, non sarei
mai riuscito a guardare negli occhi Cort mentre subivo una cosa del genere.
Mi sarei morso il braccio per non urlare e gli avrei permesso di farmi
quello che voleva. L’unica cosa era non permettergli di atterrarmi perché
una volta a terra non avrei avuto speranze, sarei stato totalmente suo.
- Fottiti-. Mi mossi per primo per colpirlo in faccia con un calcio che nei
miei piani lo avrebbe dovuto almeno stordire invece a malapena fece una
smorfia…
- Fotterò te Vanny mi pareva di essere stato abbastanza chiaro, ma ora
passiamo ai fatti ho il cazzo talmente duro che mi sta facendo un male del
diavolo, vedrai quanto sarà bello quando te lo sbatterò tutto su per il culo,
ovviamente bello per me non posso assicurare che lo sia anche per te-.
Cominciò a venirmi incontro con studiata lentezza terrorizzandomi ancora di
più che se mi avesse attaccato direttamente.
- Ti prego lasciami stare-.
- Stiamo già alle preghiere? Quelle devi tenertele per quando ti fotterò
tesoro-. Non mi accorsi che mi aveva portato ancora più lontano dagli altri,
il panico ormai mi aveva paralizzato; se ne accorse subito, in futuro
sarebbe stato un ottimo pistolero a differenza di me, e cominciò a
massacrarmi di botte. Cercai di schivare più colpi possibili ma il mio corpo
si rifiutava di obbedire come se si fosse già arreso, resistetti con la
forza della disperazione e quando anche quella mi abbandonò crollai a terra.
Mi mollò una scarica di calci allo stomaco e all’inguine che mi fece restare
senza aria e mentre ero lì che boccheggiavo mi si buttò sopra.
- Pensi ancora che non lo farò?- Me lo disse talmente vicino alle labbra che
pensai che mi stesse per baciare, mi ero già preparato al disgusto, invece
allontanò il viso e mi fece sentire tutta la sua eccitazione, terrorizzato
chiusi gli occhi aspettando che tutto finisse.
- Ti prego lasciami andare…-
- Lo so che ti piace Vanny, lo so che lo vuoi, non mentirmi. Cazzo io lo
voglio fin da quando il mio corpo ha scoperto il sesso e finalmente ti
avrò-. Mi prese una mano e se la mise sulla sua erezione, non mi ero accorto
che si era già tirato giù la lampo e che il suo membro mi stesse sporcando
di sperma la camicia, quando lo toccai un conato di vomito mi salì su per la
gola, non ebbi tempo di fare niente che di peso mi girò a pancia sotto
slacciandomi contemporaneamente i pantaloni, li abbassò quanto gli serviva e
per un po’ non fece altro che guardarmi e accarezzarmi. Chiunque ci avesse
visto avrebbe pensato che stessimo continuando a combattere, magari solo
Steven e All se ne sarebbero accorti conoscendo i precedenti ma loro erano
fuori dalla visuale. Quando smise di accarezzarmi, strinsi gli occhi perché
sapevo che aveva finito di giocare. Quando arrivò la prima spinta mi morsi
la guancia tanto forte da staccarmi un pezzo di carne ma non era riuscito a
farmi niente per quanto riguardava la penetrazione. Probabilmente capì che
non ci aveva messo abbastanza forza e che non aveva ben capito quanto
potessi essere stretto, fatto sta che quando mi assestò la seconda spinta
quasi svenni e sentii il mio corpo cedergli e spaccarsi per farlo entrare.
Lo sentivo alla mia entrata ed ero consapevole che alla prossima mi avrebbe
violato completamente, cominciai a piangere ben sapendo che non avrei fatto
altro che eccitarlo di più, ma non riuscii a trattenermi. Sentivo il sangue
bagnarmi le cosce e pensai che il danno che mi aveva causato era già
irreversibile e che avevo perso la mia verginità con una simile nullità.
Quando si ritirò dal mio corpo per assestarmi un’altra spinta non mi
dibattevo più, rimasi immobile sotto al suo corpo, non mi importava più cosa
facesse al mio corpo, ormai mi aveva violato. Continuai a piangere in
silenzio aspettando una nuova ondata di dolore ma invece del mio urlo
strozzato sentii quello di Bobby. Trovai la forza di voltarmi e vidi Cort
che mi sovrastava e che aveva preso per la camicia Bobby e lo stava
massacrando come se fosse un sacco di patate.
- Che cazzo ti credevi di fare bastardo?- Ovviamente non rispose, Cort
continuava a dargli pugni in faccia. Non erano i soliti pugni che dava
quando ci puniva, erano quelli che usava quando faceva sul serio e quando
molto probabilmente ci sarebbe scappato il morto.
- Come cazzo hai osato solo toccarlo? Ti sei bevuto il cervello?- Lo buttò a
terra e lo prese a calci sul pisello che ancora mezzo eretto gli usciva dai
pantaloni. Ad ogni calcio si afflosciava sempre più fino a quando non prese
a schizzare sangue. Bobby non aveva neanche il fiato di urlare per il
dolore. Cort non si fermò finché tra le gambe non gli rimase altro che una
massa sanguinolenta poi spostò semplicemente la sua attenzione all’addome.
Mi misi in ginocchio e mi coprii prima che occhi curiosi venissero a vedere
cosa stava succedendo. Cort stava urlando e infatti ben presto tutti gli
altri allievi si misero a cerchio intorno a noi. Appena Steven mi vide fece
per venire verso di me ma io gli feci segno di rimanere dov’era, per il
momento era meglio che nessuno si avvicinasse a Cort, era talmente incazzato
che anch’io avevo paura di dire o fare qualcosa ma qualcosa dovevo fare
altrimenti avrebbe ammazzato Bobby davanti ai miei occhi e non era quello
che volevo. Ormai non potevo riavere niente di quello che avevo perso e lo
stronzo aveva sofferto abbastanza. Ancora in ginocchio visto che non sapevo
se riuscivo a tenermi in piedi sia per lo spavento che per il dolore che mi
bruciava tra le natiche, mi limitai a toccare i pantaloni di Cort attirando
così la sua attenzione. Trovando il coraggio gli feci segno con la testa di
smetterla. Mi guardò confuso come se non capisse come potesse starmi bene
che un coglione del genere continuasse a vivere, continuò a pestarlo e dopo
un ultimo calcio nelle palle lo lasciò stare. A me non importava di Bobby
sinceramente, ciò che mi premeva era non mettere nei casini Cort. Cort
riprese Bobby e se lo portò alla faccia per essere sicuro che udisse bene le
sue parole e che non le dimenticasse più.
- Prova a rifare una cosa simile o anche solo toccarlo quando non hai il mio
permesso e ti giuro che mi pregherai di prenderti a ginocchiate nelle palle;
ti taglierò l’uccello e lo darò in pasto ai corvi e ovviamente ti sbatterei
fuori dall’Accademia assicurandomi che tu venga esiliato da Gilead. Siamo
intesi?- Gli diede una scrollata tanto per vedere se era ancora cosciente,
dal lamento si capì che almeno era ancora in vita.
-…-
- Ho detto: siamo intesi brutto coglione?- Gli diede un ceffone tale che il
labbro gli si spaccò immediatamente e uno schizzo di sangue quasi mi
raggiunse.
- Sì… Cort… ti prego basta-.
- Basta? Non te l’ha detto anche Vanny di fermarti? E tu gli hai dato forse
retta?- Vidi che la furia stava nuovamente montando in lui, gli appoggiai
nuovamente la mano sui pantaloni per tentare di calmarlo e il pugno che
stava per partire si bloccò.
- No e chiedo scusa per questo-.
- Stai chiedendo scusa a me o a Vanny?- Io mi sarei accontentato di quelle
scuse anche se erano false ma Cort non è indulgente nelle cazzate figurarsi
nelle cose serie.
- E’ lui che se le cerca…cazzo è praticamente una donna!- Dissi addio a
Bobby nello stesso momento in cui Cort lo scagliò a terra e cominciò
nuovamente a tempestarlo di calci su tutto il corpo. Spesso mi chiedo come
ha fatto Bobby ad avere figli, dopo quel trattamento ero sicuro che non gli
si sarebbe mai più alzato neanche per sbaglio. Quando Cort decise che
finalmente gli aveva fatto abbastanza male si asciugò il sudore dalla fronte
e si pulì le mani dal sangue di Bobby sull’erba.
- Che nessuno si permetta di toccarlo o aiutarlo, quando torno lo voglio
vedere ancora privo di sensi magari mi viene voglia di prenderlo ancora a
calci… Continuate ad allenarvi, io torno subito… seguimi principessa-. Mi
tirò su lui evitandomi così di scoprire se ne ero in grado, sapere di
riuscire a camminare tranquillamente mi diede un filo di speranza e anche il
dolore che sentivo non era poi così forte come all’inizio, magari non mi
aveva causato i danni che avevo pensato. Stavo seguendo Cort ma non mi
accorsi che stavamo andando a casa sua. Non ci ero mai entrato e la trovai
degna di Cort, era lampante che lì ci vivesse lui, il minimo indispensabile,
la filosofia di Cort fatta casa. Mi fece accomodare su una delle due sedie
che c’erano e lui si prese l’altra, ma subito si alzò per preparare il tè,
una gentilezza che non gli avrei mai attribuito. Me ne portò una tazza e
anche se non era buono come quello che veniva servito al castello era
comunque confortevole. Cort si prese la sedia e la mise al mio fianco,
studiando ogni mio taglio definendolo più o meno grave come un esperto. In
quel casino mi ero scordato di essere stato pestato anch’io prima di essere
stato violentato o quasi… ormai propendevo più per il quasi.
- Tutto bene?-
- Credo di sì- Non lo guardai negli occhi, anche se non ero stato
violentato, ed era ancora da decidere questo, Bobby mi aveva toccato
intimamente cosa che avevo sempre immaginato che facesse solo Cort.
- Avevi forse intenzione di farti violentare in silenzio se non fossi
arrivato in tempo?- La mia intenzione era stata proprio quella, ma dopo
quello che avevo visto con che coraggio lo potevo ammettere? Magari avrebbe
massacrato pure me…
- …-
- Hai voglia di piangere?- Tornò ad accarezzarmi i capelli dopo mesi che non
lo aveva più fatto e sentii nella sua voce il tono dolce di un tempo ma non
volevo piangere davanti a lui, gli volevo far vedere che nonostante tutto
anch’io stavo crescendo.
- No-.
- Davvero?- Mi alzò il viso con le mani per guardarmi dritto negli occhi e
quasi cedetti.
- …-
- Vieni qui piangi quanto vuoi…- Mi prese in braccio e mi mise sulle sue
gambe, queste erano cose che non faceva addirittura da quando ero bambino,
avevo più voglia di piangere per questo che per quello che mi era successo.
- Non voglio farlo-.
- Sfogati poi ti sentirai meglio-. Mi abbracciò e mi accarezzò la schiena e
a quel punto mi sciolsi, piansi come facevo quando ero piccolo in braccio a
lui a volte per finta e a volte per davvero. Il passato mi fece tornare in
mente tutte le mie insicurezze di una volta che non avevo mai superato.
- Sembro davvero una donna?-
- Non sei la virilità in persona Vanny ma di certo sei cambiato molto da
quando ti scambiavo per una bambina… Hai quasi tredici anni e il tuo
problema è che tanta bellezza non si è mai vista in un uomo e poi hai dei
lineamenti così delicati… - Evidenziò con la mano tutto il mio viso
sorridendomi dolcemente come se fosse evidente la mia bellezza e ciò che
poteva causare.
- Non mi ero reso conto di quanto mi mancavi Cort…- Lo abbracciai di slancio
rifugiandomi nel suo collo, non mi importava se mi avesse preso a calci nel
sedere per il mio gesto tanto il dolore lì già ce l’avevo e per quanto
riguardava l’amor proprio quando si tratta di Cort ne ho sempre dimostrato
poco, amo più lui che me stesso, non ci posso fare niente…
- Hmmm?-
- Erano anni che non mi abbracciavi e che non mi dimostravi un gesto
d’affetto…-
- Soprattutto è la prima volta che ti abbraccio sapendo che sei un ragazzo…-
Fece una faccia sorpresa e quasi scandalizzata nel ricordarsi che ero un
ragazzo e che ero tra le sue braccia. Lo strinsi ancora più forte, quello fu
il primo abbraccio di Cort che mi godetti veramente, non c’era più nessuna
menzogna tra di noi a renderlo meno perfetto di quello che era. Finalmente
avevo tutto il diritto di dire che Cort stava abbracciando me.
- Già… Cort…- Pensavo che non ci sarebbe stato un momento migliore di quello
per fargli capire cosa provavo. Non potevo farlo visto che era ancora il mio
Maestro ma volevo che sapesse che per me era speciale.
- Hmmm?-
- Sai… ho cercato di odiarti dopo che mi hai distrutto il pianoforte ma non
credo di esserne in grado. Ci ho provato ma ogni volta mi sentivo come se
stessi andando contro natura. Ho pensato a tutte le punizioni, le offese, le
derisioni e nonostante tutto non riuscivo ad odiarti ma continuavo a
provare…-
- Ne sono contento…- Lo guardai sbalordito, pensavo che mi deridesse
addirittura insultasse ma mai questo. Avevo davvero di nuovo a che fare con
il vero Cort.
- Davvero?-
- Sì, mi disturba sapere che mi odi-.
- Ricordi quando mi avvisavi che ancora non conoscevo la tua parte peggiore?
Ora che la conosco ribadisco che non sei affatto una persona cattiva, un po’
stronza e narcisista sì ma la cattiveria è altra cosa…-
- Ehi ragazzino ora non esagerare stai sempre parlando al tuo Maestro, non
devi mica avere tutta questa confidenza sai?-
- Davvero sto parlando al Maestro?- Glielo chiesi guardandolo con occhi
luminosi, sapeva che era inutile mentirmi, gli si leggeva in faccia
l’adorazione che provava per me.
- Insolente! Stai fin troppo bene… stai bene veramente? Ti fa male da
qualche parte?- Mi guardò nuovamente preoccupato e io di nuovo abbassai lo
sguardo. Stavo quasi per confessargli i miei timori ma poi mi limitai a
dirgli ciò che speravo.
- No… non ha avuto il tempo di… insomma hai capito no? Ma se avessi
ritardato un attimo mi avrebbe violentato davanti a tutti…-
- Ma tu ce l’hai la voce per urlare e chiedere aiuto no?-
- Sì ma mi vergognavo-.
- Ah ho capito hai preferito vergognarti e farti quasi violentare piuttosto
che chiedere aiuto, mossa veramente intelligente… Ah Vanny quanti problemi
che mi dai, non avresti fatto meglio a non iscriverti e continuare a fare la
parte della principessa? Magari alla fine mi sarei pure innamorato di te-.
Era veramente irritato ma nonostante questo continuava ad accarezzarmi i
capelli come per addolcire la sua predica. Il sentire solo l’ipotesi che lui
si sarebbe potuto innamorare di me mi fece dimenticare tutto il resto, Cort
non sapeva che la sua l’ipotesi sarebbe diventata realtà perché dopotutto,
anche se ero un suo allievo, io ero rimasto la principessa di una volta.
- Potresti innamorarti di me anche ora, ho assistito a molti festini dove
pistoleri andavano con altri pistoleri…- Volevo dimostrare con prove
pratiche la mia teoria, non pensando però che così mi stavo sputtanando da
solo.
- Assistevi? Come hai fatto ad assistere se sono severamente vietati a
chiunque?-
- Ho visto anche te e tu non sei un pistolero-. Cercai di riportare
l’attenzione su di lui anche se mi faceva rodere di gelosia ripensare a
quello che avevo visto ma anche di desiderio perché mi ricordo di aver
immaginato di esserci io al posto di quelle prostitute.
- Non lo sono ma ho abbastanza potere da entrare ovunque. Partecipare a quei
festini è un po’ come entrare nel paradiso del sesso, i desideri diventano
realtà e tutto rimane tra quelle mura, quindi ora dimmi come hai fatto ad
assistere?-
- Beh non ho proprio assistito, diciamo che ho spiato più volte da una crepa
sul muro…- Svelai il segreto dei festini sperando che Cort se lo tenesse per
lui infondo non facevamo niente di male io, Steven e All.
- Farò finta di non essere il tuo Maestro ora, perché se lo fossi dovrei
stroncare adesso la tua giovane vita…- Fece un sospiro esagerato per farmi
capire che stavolta me ne stava facendo passare una veramente grossa e lo
faceva solo perché ero io. Lo ripagai cercando di metterlo in difficoltà con
le cose che avevo scoperto mentre facevo lo spione.
- Ma davvero si può fare sesso con tre donne contemporaneamente?-
- Oh sì che si può… stavo con tre donne quando mi hai visto?- I suoi occhi
si illuminarono forse per il bel ricordo dell’esperienza e poi tornò a
squadrarmi perplesso. Aveva l’espressione di uno che è stato beccato a fare
qualcosa di sbagliato, mi chiedo se già allora sapesse quanto ero geloso, da
come mi guardò mi sembrò che si sentisse in colpa, magari incosciamente
sapeva che lui era mio e che era come se mi stesse tradendo.
- Dire che ti ho visto è una parola grossa, eri coperto da loro…- Divenni
verde di gelosia e di invidia, una faccia simile la doveva avere solo
pensando a me non per tre sciacquette di cui non si ricordava neanche i
nomi. Cort si rese conto che c’era qualcosa che non andava, peccato che non
aveva idea di cosa fosse… Era incredibile il fatto che non aveva ancora
capito cosa provavo, sperai che stesse solo facendo finta di nulla per
convenienza, sapevo che avrebbe passato dei guai se fosse circolata la voce
che frequentava un allievo che era poco più di un ragazzino. Non era neanche
detto che mi volesse frequentare, forse semplicemente non gli importava
nulla di me e fare finta di nulla era un modo gentile di farmelo capire.
Questo pensiero non migliorò affatto il mio umore…
- Non hai una bella cera, sicuro che non hai niente?- Avevo tante di quelle
cose che se avessi potuto dirle non avrei saputo da dove iniziare ma mi ero
ripromesso che avrei aspettato di essere adulto e smettere così di essere
solo un peso per lui. Mi chiesi quanto tempo mancava prima che questo
miracolo avvenisse, cominciavo a sentirmi stretto nel mio corpo di bambino,
specialmente quando stavo vicino a Cort e ora che gli stavo seduto sopra
abbracciato a lui mi sentivo addirittura stritolato. Avevo voglia di urlare
tutto il mio disappunto per l’ingiustizia del momento, se fossi stato più
grande di certo non mi sarei limitato a rimanere immobile tra le sue braccia
e di sicuro non avrei sprecato tempo in inutili chiacchiere. Sarei voluto
crescere di botto in quello stesso momento per non sprecare l’occasione che
mi si presentava, quasi commisi l’errore di provarci lo stesso con il
piccolo corpo che mi ritrovavo e che tremava ad ogni sua carezza.
- Sto bene-.
- Spogliati fammi vedere-.
- Spogliarmi?- Fu come avere una secchiata di acqua gelida in viso. Tutte le
volte che mi pensavo nudo con Cort le cose andavano a finire sempre nello
stesso modo, io e lui a fare l’amore senza più nessun freno. Immediatamente
sentii il mio corpo andare a fuoco. Ed era una cosa strana questa, avevo
ancora il corpo di un bambino, non avevo ancora avuto un’erezione eppure
quando ero eccitato, ovviamente solo Cort mi faceva questo effetto, sentivo
il mio corpo prendere fuoco e mi sentivo pulsare sia al ventre che tra le
natiche…
- Hai una piccola lesione, quando te l’ho levato di dosso ho visto che stavi
perdendo sangue…- Mi alzai da lui e mi abbassai i pantaloni e le mutande con
un gesto unico. La sua constatazione mi riaccese il panico di prima, volevo
che controllasse subito quello che Bobby mi aveva fatto, la speranza che non
avesse penetrato non era abbastanza per farmi stare tranquillo. Gli feci
intendere che ero convinto che non fosse successo nulla di grave ma in
realtà non ne avevo idea, male mi aveva fatto, di sangue ne era uscito…
- Ma non mi ha assolutamente…- Mi guardò di nuovo con dolcezza mentre mi
sollevò per la vita per farmi rimettere seduto sulle sue gambe, appoggiai la
testa sulla sua spalla e non sapendo che cosa mi avrebbe fatto mi tenni ben
stretto a lui.
- Lo credo anch’io ma ha cercato di forzarti quindi inevitabilmente ti ha
fatto qualche ferita, non mi pare che abbia lesinato in forza. Poi tu hai la
pelle talmente delicata che se anche ti si accarezza si arrossa subito. Se
fossi abituato ai rapporti anali ti avrebbe sicuramente violentato-. Il suo
discorso mi fece rilassare, se Cort diceva che probabilmente non c’era nulla
di cui preoccuparsi io gli credevo anche perché non è che mi stava mentendo
aveva visto anche lui la forza che Bobby aveva messo nelle sue spinte e
aveva ragione a dire che avevo la pelle così delicata che si arrossava anche
con una semplice carezza. Gongolai anche del fatto che era sicuro che io
fossi vergine, magari con un po’ di fantasia avrebbe capito che se lo ero
ancora era perché solo a lui era permesso l’accesso al mio corpo, chiunque
altro ci avesse provato avrebbe trovato delle dure difese fisiche e mentali
da abbattere che difficilmente si sarebbero fatte da parte per far entrare
uno sconosciuto qualunque, erano addestrate per arrendersi solo ad un’unica
persona e finché quella persona non si sarebbe data una mossa avrebbero
protetto la mia castità. La prova era che erano riuscite a resistere a degli
attacchi cruenti come quelli di Bobby senza riportare grossi danni, o almeno
così speravo.
- Come fai a sapere…- Cercai di aiutarlo a capire ma mi distolse subito dal
mio intento massaggiandomi lentamente la schiena per scendere poi sul
fondoschiena, sapevo che stava cercando di fami rilassare ma io al contrario
mi irrigidii tutto.
- Che sei ancora vergine? Te l’ho detto, la forza che Bobby ci ha messo
avrebbe dovuto bastare per sfondarti ma evidentemente sei talmente stretto
che ci vuole ben altro per riuscire a penetrarti. Oltre a me dovresti
ringraziare il tuo corpo, è una cassaforte-. Cercò di penetrarmi con un dito
ma la sua affermazione era talmente vera che non riuscì neanche ad avanzare
di un millimetro.
- Ho un fisico piuttosto testardo in effetti…- Mentre mi mordevo il braccio
per non farmi scappare versi strani feci una risata roca. Se quel dito
continuava a stuzzicarmi in quel modo avrebbe fatto una brutta fine, una
volta che il corpo si fosse spalancato me lo sarei scopato fin quando non lo
avessi staccato dalla mano di Cort e dopo di che me lo sarei tenuto dentro
in attesa di avere tutto il resto.
- Principessa devi cercare di rilassarti altrimenti rischio di farti male
anch’io-. Tornò a massaggiarmi le natiche, il pensiero che facesse lo stesso
con quelle puttane che si scopava non mi aiutò affatto a rilassarmi… Tornò a
cercare di penetrarmi ma anche stavolta fu respinto, non mi accorsi nemmeno
che avevo il respiro affannato.
- Non è così semplice te lo posso assicurare-.
- Se vuoi che ti controlli ci devi riuscire, non ti farò male…- Mi baciò i
capelli per farmi capire che non mi avrebbe fatto niente di male, forse
pensava che temessi che mi facesse quello che aveva tentato di farmi Bobby,
non si rendeva conto che temevo proprio il contrario, che una volta
abbassate le mie difese il mio corpo avrebbe esagito non solo il suo dito ma
tutto di lui. Era da troppo tempo che non desideravo altro che lui e non ero
convinto di essere in grado di controllare il mio desiderio.
- Non è il dolore che temo…- Temevo di saltargli addosso da un momento
all’altro, avevo gli ormoni tutti sballati che non mi facevano agire con
molta lucidità. Sentire quel dito che cercava di entrare mi faceva venire
immagini di contenuti molto più ampi, vista la nostra posizione non potevo
fare a meno di sognare ad occhi aperti di montarlo in quella posizione. Ma
quando strusciai il mio bacino sul suo, casualmente, non percepii nessun
segno di eccitazione, quindi mi sarebbe stato incredibilmente difficile
impalarmi su di lui.
- Andrà tutto bene-. Mi schioccò un nuovo bacio continuando ad accarezzarmi
lentamente. La scoperta di non averlo eccitato per nulla mi calmò, se non
fosse stato Cort sembrava di stare dal dottore. E un dottore non mi avrebbe
mai fatto un simile effetto quindi presi un respiro profondo e cominciai con
la mente ad ordinare al mio corpo di rilassarsi e di arrendersi a lui. Non
gli dissi di spalancarsi ma solo di arrendersi, spalancarsi avrebbe
comportato che mi sarei scopato a morte, probabilmente la mia, Cort.
- Più rilassato di così non puoi pretendere…- Avrei dovuto dirgli che non
gli sarebbe convenuto, più di così sarebbe stato a suo rischio e pericolo.
Appena trovò l’ostacolo ridimensionato con una lieve pressione Cort riuscì a
far entrare il suo dito nel mio corpo
- Ti fa male qui?- Si fermò talmente tanto in superficie, praticamente
proprio sulla piega di carne che era la mia apertura, che quasi gli dissi di
no per la delusione. Pensavo che andasse molto più in profondità o che
comunque mi penetrasse. Il fatto però che fosse proprio lì il punto che mi
faceva male mi sollevò il morale perché se Bobby era riuscito ad arrivare
solo lì non mi aveva fatto nulla. Chiedo scusa per la scurrilità ma quando
mi pulivo il culo io andavo più a fondo di quanto era arrivato lui, feci un
sospiro di sollievo che sembrò liberarmi della sciagura più grossa della mia
vita.
- Sì…-.
- Qui?- Pigiò il dito sulla parete opposta, e nonostante il dolore sorrisi
perché davvero quello era il massimo punto in cui Bobby era riuscito ad
arrivare. Finalmente libero dalla paura approfittai anche della situazione
per avere un po’ di quello che desideravo, sentivo il mio corpo darmi il
permesso ed ero sicuro che anche Cort sentisse il mio corpo pulsare intorno
a lui come a volerlo inghiottire più a fondo…
- Aha anche più dentro…-
- Davvero? Strano il taglio è proprio qui, forse è solo infiammazione, ora
ti metto un po’ di crema va bene?- In quel momento ebbi la certezza che Cort
sapeva cosa provavo per lui e cosa avrei voluto, non accontentò la mia
richiesta ma nella sua voce sentii una certa nota di autocompiacimento. Lo
maledii per questo. Tirò fuori la crema che usava per le sue ferite e mi
guardò per avere un’altra conferma, nei suoi occhi leggevo tutto il
divertimento e la malizia, arrossii così tanto da non riuscire a tenere alto
lo sguardo e mi rifugiai nuovamente nel suo collo.
- Sì-.
- Senti che va meglio?- Il dito caldo di Cort unito al gelo della crema mi
fece di nuovo irrigidire tutto e sentii il mio orifizio stringersi intorno a
lui, ma stavolta non rimase fermo continuò a massaggiarmi finché non mi
rilassai nuovamente, rischiando quasi di spalancarmi a lui come temevo.
Stavo perdendo il controllo e sicuramente Cort lo sapeva e si stava
divertendo un mondo, si è sempre divertito ad imbarazzarmi e a mettermi a
disagio e in quel momento non lo ero mai stato tanto. Non c’è niente di più
imbarazzante di non avere il controllo del proprio corpo. Gli feci capire
che sapevo che aveva capito mordendogli la spalla, se si voleva divertire
con me avrebbe dovuto sopportare i miei morsi perché stavo pericolosamente
perdendo il controllo della mia voce, e anche la mia respirazione sembrava
quello di uno che era appena risalito dall’apnea.
- Oh sì…-
- Oggi ti esonero dalle lezioni, puoi andartene in camera tua o fare quello
che ti pare-. Quello che avrei voluto e che quella tortura finisse al più
presto ed iniziare a fare maledettamente sul serio mi morsi le labbra e poi
tornai a mordere lui per tenere per me i miei pensieri perversi.
- Oh grazie…-
- Non permetterò più che capiti che il tuo avversario sia Bobby, se
possibile cercherò di tenervi il più lontano possibile-. Pensai che se
essere violentati da Bobby avrebbe portato a questi sviluppi mi sarei
sacrificato volentieri. Non riuscivo a credere di aver passato gli ultimi
mesi a cercare di odiare Cort quando era palese al mondo intero che non
potevo fare altro che amarlo e desiderarlo. La sensazione di bagnato sulla
mia entrata mi fece sognare un altro tipo di liquido su di me, per la prima
volta mi ritrovai a desiderare di essere bagnato e pregno del suo sperma,
mai mi ero spinto tanto in là con la fantasia.
- Oh grazie…-
- Solo io posso fare del male ai miei allievi mi pareva di essere stato
abbastanza chiaro all’inizio del corso… Hai il sedere pieno di lividi vuoi
che ti spalmi anche lì la crema?- Con la mano libera mi massaggiò
delicatamente le natiche in effetti ad ogni tocco sentivo un dolore lontano
ma era un dolore che mi serviva per rimanere aggrappato alla realtà.
- No, no continua a metterla lì, sento dolore solo in quel punto… e magari
anche un po’ più dentro-. Era il mio stesso corpo a chiederglielo era
impossibile che non si accorgesse di come il corpo si tendeva e si rilassava
ad ogni suo tocco. Mi strofinai di nuovo sul suo bacino e stavolta lo
percepii leggermente eccitato, mi sentii euforico scoprendo che un minimo di
effetto gli facevo. Contro ogni mia previsione Cort mi accontentò e mi
penetrò di un centimetro appena. Il respiro mi si bloccò nel petto e morsi
la sua spalla a sangue. Pensò che mi avesse fatto male e ovviamente anche
quella volta non capì un cazzo.
- Ti sto facendo male? La crema dovrebbe lubrificarti-. Fu l’unica volta che
usammo quella crema per un simile scopo, quando finalmente riuscii a
convincere Cort, perché davvero dovetti convincerlo, a stare con me o
usavamo l’olio o la semplice saliva, ora non mi prepara quasi più mi prende
a secco, non ho bisogno di nient’altro che lui. Gan quanto mi piace quando
lo fa, cazzo Cort dove sei quando servi non ci sei mai…
- Niente dolore… mai sentito meglio-.
- Hmmm?- Avevo detto qualcosa di troppo, Cort era stato al gioco finché
facevamo finta di nulla ma mi ero scoperto e gli avevo fatto capire quanto
mi piacesse quello che mi stava facendo. Non avrebbe permesso che la cosa
diventasse troppo seria. Mi voleva bene e gli piacevo ma non abbastanza da
stravolgere la sua vita per me e poi è vero che a Cort gli piaceva il sesso
ma non tanto da crearsi casini e io ero comunque un uomo e lui con uomo non
ci era mai stato, forse se ci fosse stata una donna al mio posto non si
sarebbe fermato e non ci avrebbe giocato così tanto se la sarebbe
semplicemente scopata. Mi dissi beata lei… in quei momenti odiavo essere un
uomo…
- Nulla, credo che possa bastare, ti ringrazio Cort non pensavo potessi
essere così delicato, dalle mani non si direbbe-. Glielo dissi arrossendo
guardando quelle sue grandi mani e sentendo una parte di quella mano ancora
dentro di me. Quel poco di lui che mi aveva penetrato lo sfilò, mi accorsi
solo allora che ciò che mi aveva ridotto in un essere senza spina non era
stato altro che un centimetro e anche meno dell’indice di Cort.
- So essere delicato quando voglio… Vuoi venire a dare qualche calcio a
Bobby? Non credo che si sia ancora ripreso, ti puoi divertire quanto vuoi io
farò finta di non guardare…- Mi diede prima un leggero schiaffo sul sedere e
poi tornò ad accarezzarmi la schiena e i capelli, io rimasi abbracciato a
lui non avevo intenzione di staccarmi fino a quando non fosse stato lui a
dirmi di andarmene, chissà quando avrei riavuto la possibilità di stargli
nuovamente così vicino. Una volta fuori di lì Cort avrebbe ricominciato a
trattarmi da allievo e di certo non mi avrebbe permesso di abbracciarlo
davanti a tutti.
- Non è il mio genere di divertimento quello…- Mi feci più spinto che mai,
lo dissi con il tono più malizioso che avevo e gli baciai il collo. Se non
capiva in quel modo quale sarebbe stato il mio genere di divertimento allora
mi sarei arreso. Cort capii benissimo quello che intendevo si morsicò un
attimo le labbra e poi mi tirò su di forza, lasciò le mani sui miei fianchi
ma mi guardò con rimprovero. Quando abbassai lo sguardo per la vergogna mi
rimise a posto i pantaloni e le mutande. Nonostante appoggiasse spesso le
mani sul mio inguine, non ebbi nessuna reazione fisica visibile, odiavo il
mio corpo, nonostante Cort mi facesse bruciare di desiderio ad ogni sua
carezza pareva che non provassi nulla. Gli avrei voluto mostrare che cosa mi
stava causando con la prima erezione della mia vita ma evidentemente non era
arrivato ancora il momento. Mi allacciò la cintura, quando finì mi strinse a
lui e mi baciò la guancia. Non seppi come interpretare il suo comportamento
faceva il malizioso, mi provocava e poi si tirava indietro. Sperai con tutto
me stesso che il significato fosse ‘aspetta di crescere principessa e vedrai
poi quello che ti combino’. Ora con il senno di poi so che era proprio
quello.
- A volte mi chiedo se ti piace essere punito…- Gli allacciai le braccia al
collo per perdermi nel suo odore e permettergli così di accarezzarmi di
nuovo la testa, quando lo faceva mi sembrava di non volere altro nella vita,
a parte avere Cort nel mio corpo ovviamente, era il mio primo bisogno fisico
che avevo e il primo desiderio che volevo esaudire.
- In un certo senso sì in quel momento la tua attenzione è tutta fissata su
di me, proprio come quando ero piccolo, cosa potrei chiedere di più?-
- Il tuo scopo nella vita è farmi impazzire?-
- Forse lo è… ma in un modo diverso da quello che intendi tu-. Lo guardai
negli occhi e con la mano gli andai a sfiorare il gonfiore ancora visibile
nei suoi pantaloni, la lasciai appoggiata per qualche secondo e prima di
toglierla la premetti per sentire tutta la sua consistenza e sentii
distintamente farsi più duro di prima, ci pensò Cort a spostarmi la mano
portandosela alle labbra e baciandola.
- Peste! Usciamo di qui prima che uno di noi due faccia qualcosa che non
dovrebbe fare…- Mi diede una pacca sul sedere talmente forte che mi
risvegliò il dolore di prima ma godetti di quel bruciore perché era il segno
che la mano di Cort era passata per di lì. Dopo quel giorno non solo la mia
vita al Castello divenne più sicura, visto quello che era successo a Bobby
nessuno si permetteva più di toccarmi, ma anche il mio rapporto con Cort era
tornato più o meno a quello prima della distruzione del mio pianoforte. Anzi
entrambi sembravamo più rilassati e Cort cominciò a trattarmi più da uomo e
meno da bambino. Non c’era più nessun problema che ci costringeva a farci
del male a vicenda e anche se Cort non smise di picchiarmi c’erano volte che
tornava ad accarezzarmi i capelli e a trattarmi gentilmente, soprattutto
quando nessuno ci vedeva. Quando mi era possibile, ovviamente non nelle ore
di lezioni, palesavo tutto quello che provavo per lui e anche se Cort faceva
finta di nulla e si girava dall’altra parte sapevo che di certo non ero un
mistero per lui. Ero un libro aperto e ancora non avevo mai provato a
sedurlo, ci ero riuscito con il solo sguardo, ogni volta che lo incontravo
abbattevo ogni mia difesa e mi mostravo a lui completamente nudo,
emotivamente parlando. Solo una cosa ero riuscito a nascondergli e che non
avrei mai voluto che venisse fuori allo scoperto. L’unico altro segreto che
riuscii ad avere con Cort, oltre a quello mantenuto per anni che non ero una
bambina, fu l’effettiva pazzia di mia madre. Tutti sapevano bene o male che
fosse pazza ma nessuno immaginava quanto lo potesse essere. Da piccolo non
lo sapevo neanch’io, mi limitavo ad obbedirgli e quando mi era possibile ad
ignorarla. Passai dal considerarla strana al totalmente matta quando avevo
appena compiuto otto anni e non ero ancora entrato a far parte
dell’accademia. In quel periodo tutti si erano resi conto quale fosse il
vero rapporto tra Steven e All, ovviamente la fisicità si basava ad abbracci
e baci innocenti ma era evidente che appena si fossero fatti uomini
avrebbero portato il rapporto su un livello di intimità più adulto. I due
non lo nascondevano, tutta la corte lo sapeva compreso il Re che allora non
aveva ancora nulla da ridire sulla faccenda. Fu mia madre l’unica scioccata
nello scoprire il legame che univa i miei due migliori amici. Quando venne
da me era talmente arruffata e agitata che pensai a chissà cosa era successo
e fui ancora più confuso quando riuscì finalmente a mettere insieme una
domanda…
- Com’è potuto accadere?- Mi chiesi di che diavolo stesse parlando, capitava
spesso che io non capissi subito l’argomento di cui voleva parlarmi, non
spiegava mai passava subito ai fatti. La guardai per fargli capire che non
avevo idea di che cosa volesse da me.
- Sto parlando di quei due!- Ancora non compresi di chi stesse parlando per
due motivi: il primo è che era una notizia ormai talmente risaputa che non
potevo credere che mia madre lo sapesse solo ora, la seconda è che a Gilead
non è di certo uno scandalo il fatto che due ragazzini si infatuino tra di
loro, per di più è risaputo che molti pistoleri se la fanno tra di loro…
Neanche il fatto che fossero così giovani poteva disturbarla così tanto
visto che non facevano niente all’altro che darsi qualche bacio a timbro
sulle labbra.
- Di chi stai parlando Madre?-
- Oh mio innocente bambino, certo tu che ne puoi sapere…-
- Ma di cosa?-
- Di quei due! Quei tuoi cosiddetti amici!- A quel punto capii di chi stava
parlando visto che avevo solo due amici più Cort, ma non credo che mia madre
stesse parlando di lui, se avesse saputo del rapporto che avevo con lui non
so cosa sarebbe stata capace di fare.
- Steven e All? Che hanno fatto?-
- Come puoi non vederlo Vanny? Ti proibisco di stare in loro compagnia!-
- Cosa? E perché?-
- Non ti ho certo allevato per fare questa fine…- Da questo punto in poi mia
madre continuò a parlare come se io non fossi lì presente, ignorò ogni mia
domanda continuando nel suo sproloquio.
- Non ti avrei mai permesso di crescere insieme a due ragazzini se sapevo
che sarebbe finita così… Come ha potuto? Come può non averti notato? Eppure
gli sei sempre rimasto accanto come quel bastardello! Che razza di Re avremo
in futuro se non riesce a distinguere la nobiltà e la purezza dalla
volgarità e l’indecenza se sceglie quest’ultime alla tua innocenza e alla
tua bellezza? Chiunque sceglierebbe te al suo posto ed ero sicura che lo
avrebbe fatto anche lui e come non avrebbe potuto? Sei così dolce e bello,
se avesse scelto te sarebbe stato come stare con una donna… Come ha fatto a
scegliere quel senza famiglia? E’ forse più bello di te? Non credo. Più
nobile? Neanche per sogno. Ero sicura che avrebbe scelto te una volta
cresciuto. Ti avrei sistemato a dovere e avrei compiuto il mio dovere di
madre… essere l’amante del Re ti avrebbe portato tanti di quei privilegi da
poter rimanere tranquillo per il resto della tua vita, non avresti più avuto
nessun motivo di diventare pistolero e io sarei potuta stare finalmente
tranquilla… invece ha scelto quel figlio di nessuno! Ma non ti preoccupare
bambino mio ti troverò una sistemazione ancora migliore, sei talmente bello
che nessuno potrà rifiutarti, chiunque sarà impaziente di cogliere la tua
innocenza e di prendersi cura di te…- Questo fu il momento in cui capii che
mia madre era senz’altro pazza. Farmi crescere accanto a Steven per sperare
che lui si innamorasse di me era talmente folle da non avere nessuna logica,
ma potevo ancora capirlo. Avere intenzione di farmi sposare qualcuno che
fosse impaziente di cogliere la mia innocenza aveva dell’incredibile. Sapere
che mia madre pensava da sempre che avrei sposato un uomo una volta
cresciuto andava oltre a tutti i vestiti effeminati, alle buone maniere
imparate e a tutto il resto che mi aveva imposto per farmi sembrare il più
femminile possibile. Sapevo che se lei aveva in mente questo sicuramente
sarebbe riuscita nel suo intento, non importava se i matrimoni tra uomini
non erano validi, per lei era importante che io diventassi l’amante di un
uomo facoltoso che si sarebbe preso cura di me come se fossi stato una
fanciulla in difficoltà. Ero talmente allibito dallo scoprire il vero volto
di mia madre che rimasi senza parole…
- Vanny ti proibisco di frequentare quei due svergognati, non vorrei che la
tua reputazione ne risentisse o che magari vengano messe in giro strane voci
sul tuo conto, la tua purezza è tutto quello che abbiamo per poterti
sistemare come meriti e di certo non permetterò a quei due di traviarti
piccolo mio. Tutti i miei sforzi di allevarti come una signorina per bene
vedrai che un giorno verranno ripagati-. Quel giorno scappai da lei e dalla
sua pazzia come se potesse contagiarmi, rimasi rinchiuso nella mia stanza
per una settimana intera, al buio senza fare altro che fissare il vuoto;
pensavo se non era molto meglio farla finita subito, e più rimanevo in
quella stanza al buio più me ne convincevo. Non suonavo, a malapena mangiavo
e bevevo e non avevo neanche voglia di vedere Cort. Non avevo voglia di
vedere nessuno dopo il discorso fatto da mia madre. Mi sembrava come se non
sapessi più chi ero e cosa volevo. M sentii nuovamente confuso sulla mia
entità, mia madre aveva il potere di farmi sentire così e vedere Cort in
quelle condizioni non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Con
lui avevo il desiderio di essere un uomo migliore, forte, degno di lui e se
in quel momento mi avesse chiamato principessa come suo solito, il nomignolo
non avrebbe avuto più niente di positivo per me, perché ciò che mia madre
voleva era proprio che io diventassi una principessa. Non volevo che Cort mi
vedesse come una principessa nonostante non avessi il coraggio di dirgli che
ero un maschio volevo che lui mi “amasse” come uomo. Volevo diventare
pistolero proprio per quello ma ora tutto mi sembrava inutile. Mi sentivo
tradito e svuotato, come se il Vanny che ero non sarebbe più ritornato mi
stavo arrendendo alla pazzia di mia madre, stavo per accettare l’idea di
diventare la puttana di qualche uomo potente come desiderava lei. Poi venni
praticamente stanato da Steven, scardinò la porta della mia stanza ed entrò…
Per tre giorni non si preoccupò della mia assenza ma già dal quarto si fece
impaziente e non avendo risposte esaurienti da mia madre, non fece altro che
chiedersi con All che diavolo di fine avessi fatto e che cosa mi fosse
successo. Non era mai successo che non fossimo stati insieme per così tanto
tempo. Poi un giorno riuscì ad intercettare il mio servo e scoprì che da una
settimana non facevo altro che starmene al buio a letto come se fossi morto.
Decise che era il momento di risvegliarmi, spaccò la porta della mia stanza
ed entrò, ritirò le tende e quando vide in che stato ero ridotto, ovvero
quasi come un vegetale mi diede tanti di quei schiaffi e pugni che la faccia
mi fece male per giorni e giorni. E avrebbe continuato a picchiarmi per non
so quanto ancora se non ci fosse stato All a fermarlo; quando smise scoppiai
a piangergli tra le braccia, lui non mi chiese mai nulla e io non gli diedi
mai nessuna spiegazione. Passai il resto del pomeriggio abbracciato a lui e
poi su sua richiesta suonai la sua canzone preferita, ciò che venne fuori fu
una melodia più triste del normale perché ovviamente non tutto era stato
sistemato ma stavo in via di guarigione, riuscii ad acchiappare al volo il
Vanny che ero prima che questo sparisse del tutto. Giorno dopo giorno
imparai ad ignorare mia madre e la sua pazzia, tenendo bene in mente chi ero
e ciò che volevo e non quello che voleva lei. Quando cominciava a delirare
la lasciavo fare, ormai non poteva più scioccarmi il suo massimo l’aveva già
dato. L’ultima volta che permisi a mia madre di interferire nella mia vita
fu il mio primo giorno di Accademia poi quasi smise di esistere. Cort
conobbe la vera pazzia di mia madre quasi subito dopo il fatto di Bobby,
fino allora anche lui era a conoscenza solo della punta dell’iceberg, ovvero
dei vestiti che mi metteva da piccolo o delle mie buone maniere. Quando
successe quasi venne travolto da un uragano inaspettato e furioso che quasi
gli fece perdere la sua solita sicurezza. Fortunatamente mia madre scelse il
momento della pausa pranzo per la sfuriata e fortunatamente c’eravamo solo
io e lui. Io stavo in punizione, mi era vietato mangiare e al posto di fare
la pausa stavo mettendo a posto le armi che avevamo usato quella mattina,
Cort invece stava mangiando un panino con lo sguardo rivolto verso il lago,
non la vide neanche arrivare. Prima di aggiungere altro devo dire che mia
madre era molto bella, la più bella donna di Gilead, pazza o meno faceva
sempre un certo effetto agli uomini. Io assomiglio molto a lei. Quando mia
madre si piazzò davanti a Cort lui per un momento rimase incantato a fissare
la sua figura con malcelato desiderio, partendo dal basso verso l’alto per
poi fermarsi sul suo viso, a quel punto capì che era mia madre per
l’evidente somiglianza e si girò a cercare me. Io ero rimasto totalmente
paralizzato, non sapevo perché diavolo mia madre fosse andata da Cort.
Nessuno genitore ha il coraggio di andare da Cort, al massimo è lui ad
andare da loro se c’è qualcosa che non va. La colpa di un genitore può
benissimo ricadere sul figlio, Cort è abbastanza vendicativo e se lo si fa
incazzare è certo che qualcuno ne deve pagare le conseguenze. Quindi i
normali genitori ne stanno intelligentemente alla larga. Ma mia madre non
era certo normale, fortunatamente la sua bellezza mitigò il caratteraccio di
Cort, l’unica cosa capace di far diventare gentile Cort è la sua debolezza
per il sesso. Non capendo del tutto la gravità della situazione cercò anche
di scherzarci.
- Lei deve essere senz’altro la madre della principessa, stessa bellezza,
stessa eleganza. Ho sempre dubitato sul fatto che suo figlio fosse un comune
essere umano ma ora che ho conosciuto lei vedo l’origine di tanta bellezza.
Piacere di conoscerla-. Credo che Cort in quel momento si stesse chiedendo
come sarebbe stato andare a letto con una donna di tale classe e se potesse
avere qualche possibilità. Se mia madre avesse saputo a cosa stava pensando
ne sarebbe rimasta scandalizzata a pensare di essere solo sfiorata da un
tanto rozzo e volgare e per di più così esteticamente scarso servo. Poi Cort
non si alzò neanche a farle il baciamano ma rimase a mangiare il suo panino
continuando a fissare ogni millimetro di pelle scoperta che il vestito di
mia madre lasciava intravedere.
- Lei sta rovinando mio figlio, sottospecie di uomo primitivo…- Dalla mia
posizione non potevo vedere la faccia di Cort ma fui sicuro che il sorriso
malizioso di prima era completamente sparito.
- Può ripetere scusi?- La sua voce aveva la stessa tonalità che usava con
noi allievi, come se volesse sfidarci a contraddirlo o a farlo incazzare,
non lo credevo capace di picchiare una donna ma mi preoccupai comunque per
mia madre, gli bastava solo sfiorarla per fargli molto male. Anche se era
pazza era pur sempre mia madre…
- Sottospecie di uomo primitivo-. Come tutti i pazzi non sapeva quando era
l’ora di finirla.
- Oh no, questo lo avevo capito bene e lo posso anche capire sono davvero un
primitivo in confronto a lei e a suo figlio, è l’altra cosa che non ho
capito o che almeno spero di non aver capito, perché sa mi farebbe irritare
molto se avessi capito bene la sua accusa-.
- Lei sta rovinando il mio bambino…- Cort si alzò, a vederli a confronto
sembravano un gigante contro una formica. Prima che il gigante decidesse di
schiacciare la formica mi avvicinai a loro per intervenire in caso di
bisogno. Come se avessi potuto fare qualcosa se Cort si fosse incazzato sul
serio, e poi in quel caso non ero neanche sicuro se avessi preso le difese
di mia madre o no… Sicuramente le avrei prese, sarei andato contro l’uomo
che amavo per difenderla nonostante tutto il male che mi aveva fatto.
- Il suo bambino? Io non vedo in giro bambini, ci sono io, lei e un ragazzo
che sta diventando un uomo…- Si girò appena a guardarmi giusto per far
capire a mia madre che stava parlando di me.
- Tsk un uomo? Lui non diventerà mai un uomo, non l’ho cresciuto per farlo
diventare un uomo…- Anche mia madre mi guardò con un espressione di disgusto
al solo pensiero che potessi diventare un uomo.
- Ah no? Cosa crede che sia suo figlio allora? Vanny dai una dimostrazione a
tua madre che tu sei veramente un uomo, spogliati-. Lo guardai sconvolto non
sapendo se me lo stesse ordinando sul serio, se così fosse stato non l’avrei
mai fatto.
- Ma come si permette! Mio figlio non si dovrebbe mischiare con gentaglia
simile, non sta facendo altro che sporcare la sua innocenza e la sua
purezza, lei non sa che cosa sta facendo! Lui deve rimanere così com’è…- Fui
terrorizzato dall’idea che mia madre si mettesse a sproloquiare sulla sua
intenzione di darmi ad un uomo che avesse cura di me, così aprii bocca per
la prima volta.
- Basta! Cosa ti ha fatto venire fin qui?-
- Vanny ho saputo che cosa ti è successo e sono venuta subito per impedire
che una cosa del genere accada di nuovo-.
- Ma di che stai parlando?- Mi succedevano tante di quelle cose che mia
madre considerava sconvenienti che avrebbe dovuto lamentarsi con Cort ogni
giorno. E poi l’idea di venirsi a lamentare faceva ridere, come se a Cort
gli importasse qualcosa dei genitori troppo premurosi anzi forse si sarebbe
addirittura divertito.
- Del fatto che un allievo di questo uomo ti ha quasi violentato piccolo
mio-.
- Madre non è come credi-. L’apocalisse era vicina, non sapevo come l’avesse
saputo ma ora che lo sapeva la fine del mondo era vicina, o almeno la fine
del mio di mondo.
- Come non lo è? Li conosco i fatti ed è inutile che proteggi quest’uomo!-
- Ha qualcosa da dirmi signora?- Il divertimento dalla voce di Cort era
totalmente sparito, ora stava facendo sul serio e se solo mia madre fosse
stata meno pazza di quel che era avrebbe cominciato ad aver paura di lui.
- Certamente lei avrebbe dovuto vegliare sul mio bambino e non permettere
agli atri teppisti di abusare di lui, che razza di Maestro è?-
- Infatti ho impedito che succedesse signora-. Mi indicò con la mano come se
fosse evidente che fossi ancora puro e intatto. Arrossii, forse per il
sollievo di esserlo ancora per concedermi un giorno a lui, donandogli la mia
prima volta.
- Lo ha impedito? Ha impedito l’irreparabile ma non di certo che venisse
toccato da quell’individuo immondo che per solo questione di attimi non l’ha
violentato! Ha messo in pericolo la sua innocenza, l’unica cosa che lo rende
speciale-.
- Ma davvero? E in cosa lo renderebbe speciale? E se così fosse una volta
persa cosa gli rimarrebbe? O pensa davvero che suo figlio rimarrà illibato
fino alla morte!- Se fosse dipeso da me non era una cosa tanto incredibile,
l’unico con cui avrei voluto fare del sesso era Cort e se lui mi avesse
rifiutato sarei stato bene anche senza farlo.
- Lei non sa nulla, non sa quale sarà il destino di mio figlio-.
- Me lo dica lei-. La parola pericolo prese dimensioni gigantesche nella mia
mente, ci stavamo avvicinando di nuovo all’argomento che non volevo far
sapere a Cort. La pregai di non dire nulla anche se sapevo che sarebbe stato
inutile, era fiera del suo obiettivo.
- Madre no…-
- Sì Vanny deve saperlo, così almeno la smetterà con i suoi modi rudi di
cercare di cambiarti, saprà quanto è inutile la tua presenza in questa
scuola. Ci penso io al futuro di mio figlio signore, ho già preso i giusti
contatti per sistemarlo a dovere per tutta la vita, non avrà bisogno di
combattere o di lavorare gli basterà sposare la persona giusta-.
- Oh è questo il destino di suo figlio sposarsi qualche ricca ereditiera, il
sogno di tutti immagino-. Fece una risata lanciandomi un’occhiata facendomi
capire quanto fosse banale il discorso di mia madre e quanto lo
disprezzasse. Non si rendeva conto che banale era l’ultima parola adatta a
identificare mia madre e il piano che aveva in mente.
- Non ha capito il mio bambino non andrà a nessuna donna si sposerà un uomo
forte e potente che lo proteggerà e lo amerà per il resto della sua vita in
cambio gli darà la sua innocenza e lei ha rischiato di mandare a monte ogni
cosa! Sa che cosa accadrebbe se Vanny perdesse la sua castità? Dovrei
accontentarmi di seconde scelte, i gentiluomini non apprezzano avere un
corpo già usato da qualcun altro nonostante Vanny sia comunque
incredibilmente bello!- Il recinto era stato aperto e i tori erano scappati
ora dovevo solo aspettare la reazione furiosa di Cort. So che sarebbe
arrivata e che si sarebbe sentito oltraggiato al posto mio, nonostante tutto
Cort mi considerava la sua principessa e come si era incazzato con Bobby si
sarebbe incazzato con chiunque avesse tentato di farmi una cosa del genere,
e ora chi stava tentando era mia madre.
- Oh Gan ma lei è pazza! Mi sta davvero dicendo che ha intenzione di vendere
suo figlio a qualche pervertito facoltoso?-
- Non sarà un pervertito sarà suo marito, suo sposo. Quindi è inutile che
Vanny continui a venire a lezione da lei molto presto lascerà Gilead e tutta
la violenza che ne è connessa. Gli uomini preferiscono un corpo giovane e
Vanny è dell’età giusta, se ritardasse gli rimarrebbe da sposare chissà
chi-.
- Ma il Re sa quanto lei è pazza? Non credo altrimenti non la lascerebbe
andare in giro da sola! Come può parlare di suo figlio in questo modo?-
- Io penso al suo futuro è questo quello che fa una madre. Vanny sarà al
sicuro-.
- Lei è venuta qui a lamentarsi con me del fatto che suo figlio è stato
quasi violentato da un altro allievo e poi mi dice che permetterà ad uno
sconosciuto di abusare di lui solo per proteggerlo?- Aveva alzato di una
nota il tono di voce, ed era strano in genere urlava con noi allievi ma non
perché era incazzato ma solo per essere più autoritario. In realtà non lo
avevo ancora mai visto arrabbiarsi, tranne che con Bobby ma lì era oltre
alla rabbia, ma immaginavo che quando lo fosse mantenesse una voce bassa e
roca, invece guarda un po’ quel tono ce l’ha quando fa sesso…
- Non abuserà di lui lo amerà-. Mia madre non si era ritirata di un passo,
guardava Cort con sguardo fisso e fiero, senza timore come se fosse lei la
più forte e pericolosa tra i due. Forse la pazzia la rendeva davvero più
pericolosa di Cort ma io cominciai a temere per lei. Vedevo Cort tremare di
rabbia e non sapevo davvero cosa aspettarmi se avesse perso il controllo.
Lui era comunque una macchina di morte, mia madre una donna esile malata.
- Oh certo è per questo che vuole che abbia un corpo giovane, ma neanche
giovane! Vanny ha il corpo di un bambino! Ma non lo vede? – Mi prese per un
braccio mostrandomi a mia madre… io ero il più piccolo di tutti gli allievi
del mio anno e il mio corpo non aveva ancora subito cambiamenti decisivi per
la mia crescita. Quasi temetti che Cort mi richiedesse di spogliarmi per
mostrarlo ma non lo fece, forse capì che era una battaglia persa in partenza
e che non si convince un pazzo del contrario di quel che crede.
- E lei come fa a saperlo?-
- Sono il suo Maestro e conosco ogni mio allievo-.
- Certo e immagino che ci si diverta anche molto…- Quello fu il momento che
la discussione degenerò e davvero non avevo idea dove la cosa ci potesse
portare, insinuare una cosa del genere era stata una mossa suicida da parte
di mia madre.
- Cosa vuole intendere?- Cort gli diede un’ultima possibilità di ritrattare
la terribile accusa che aveva osato fargli. Non tutti possono dire di aver
avuto un simile trattamento da Cort, forse fu una gentilezza che fece più
per me che per mia madre, chiunque altro si fosse ritrovato al posto di mia
madre sarebbe stato già spazzato via.
- Che è un fottuto bastardo e approfittatore di bambini ingenui!-
- Che cosa?- Fu semplicemente troppo sconvolto per poter reagire, non era
abituato ad avere a che fare con qualcuno che gli parlasse con tanta
cattiveria e spavalderia in genere era lui a comandare la conversazione, con
mia madre invece si era trovato davanti un cavallo indomabile. Nei suoi
occhi lessi anche la pietà che provava per quella donna così bella almeno
quanto era guasta dentro.
- Lo ammetta che si è fatto ogni suo singolo allievo, magari con la scusa
della punizione o semplicemente come prova da superare-.
- La avverto che la mia pazienza sta arrivando al limite…- Strinse e aprì il
pugno per far ritornare la circolazione del sangue dopo aver per troppo
tempo ficcato le unghie nei palmi. Si fece più vicino a mia madre con aria
minacciosa, sperando che bastasse questo a farla zittire aveva ancora
abbastanza autocontrollo da non voler usare la violenza. Io mi feci più
vicino a mia madre non sapevo ancora cosa avrei fatto se Cort avesse perso
la pazienza sul serio, sicuramente se intervenivo le avrei prese anche io.
Non sapevo neanche se lo volevo o no, sentirla parlare in quel modo mi fece
venire una voglia perversa di vederla soffrire, il fatto che mi considerasse
una puttana in crescita non mi fece male quanto le accuse che stava
rivolgendo a Cort.
- Che cosa ha fatto al mio bambino brutto porco bastardo? Lo ha violentato è
così? E ora è geloso del fatto che non potrà più avere per sé il mio Vanny e
che finalmente il mio bambino sarà al sicuro da lei. Andrò direttamente dal
Re e gli dirò tutto, dirò tutto quello che succede qui e quale mostro sia in
realtà lei!- All’improvviso la voce di mia madre si spezzò, fu il momento in
cui Cort perse definitivamente il controllo, con una mano strinse il suo
collo abbastanza forte da temere che lo stesse per spezzare. La stava
strozzando con due dita e con quella pressione gli impediva sia di parlare
che di respirare.
- Ora mi stia a sentire lei! Sarò io ad andare dal Re se non la smette di
blaterare cose assurde, per me i miei allievi sono sacri e non li sporcherei
mai neanche se ne andasse della mia vita. E ora un’ultima cosa e mi stia a
sentire molto bene perché su questa cosa non ho intenzione di andare dal Re,
ma ho intenzione di occuparmene di persona, se lei osa, dico solo osa far
avvicinare un uomo a Vanny con l’intenzione di concederglielo, gli giuro su
quello che ho di più caro al mondo che mi dimenticherò che lei è una donna e
che è pazza e la ucciderò come farei con chiunque altro. Non permetterò che
continui a rovinargli la vita, l’ha già fatto abbastanza e ne sto pagando
anch’io le conseguenze. Ha capito? Giuro sul mio onore che la ucciderò…- La
lasciò andare per farla tornare a respirare ma non aveva ancora finito con
lei le diede uno schiaffo che anche se leggero le fece sanguinare il labbro.
Mia madre con gli occhi lucidi di follia e di pianto tornò a guardarlo di
nuovo incapace di capire che era il momento di ritirarsi.
- Come ha osato? Bastardo di un servo insignificante come si è permesso di
mettere le mani addosso ad una donna nobile? La farò impiccare…- Vidi con la
coda dell’occhio la mano di Cort nuovamente scagliarsi su mia madre e per
una volta fui abbastanza veloce da riuscire a fare quello che doveva essere
fatto. Scansai mia madre e mi presi al posto suo lo schiaffo. Mi accorsi
anche che per il secondo schiaffo ci aveva messo più cattiveria del primo ma
io abituato a ben altro a malapena lo sentii.
- Basta!- Urlai a tutti e due anche se mi riferivo con più speranze a Cort,
il più lucido dei due. Stranamente fu mia madre a lasciar perdere
- Va bene ma non si illuda che la faccenda finisca qui… e non si permetta
più di intromettersi nella vita di mio figlio lui è mio-.
- Madre io non sono di nessuno o almeno sarò solo io a deciderò a chi
apparterrò e mi dispiace dirtelo ma ho già scelto…- Rivolsi uno sguardo
fugace a Cort che come al solito fece finta di nulla ma non importava,
l’importante era che lo sapesse.
- Bambino mio, lascia fare a me, ti voglio bene e non lascerò che ti capiti
nulla di male-.
- Lo so mamma, anch’io te ne voglio ma ti prego ora vai-. Ero stanco e
depresso, non volevo più continuare il discorso, troppe volte mi ero
disperato con mia madre cercando di spiegarmi e di farmi valere, dopo tanti
anni mi ero semplicemente arreso. Mi baciò come sempre anche trovandosi
davanti a Cort e poi con una fierezza che davvero pareva innata ed esclusiva
alla nobiltà se ne andò. Mi appoggiai al tronco dell’albero sfinito come se
avessi appena combattuto contro un intero esercito. Chiusi gli occhi
cercando di ritrovare la mia tranquillità interiore che ogni volta mia madre
riusciva a spezzare. Mi sentii accarezzare i capelli con dolcezza e intuendo
che Cort mi era davanti a pochi centimetri mi appoggiai a lui. Gli arrivavo
all’altezza del petto così per un po’ mi strusciai sul suo sterno godendomi
per la seconda volta i battiti accelerati del suo cuore. Mi staccò lui
stesso per guardarmi in viso ma continuava ad accarezzarmi la guancia con un
pollice, aveva capito che avevo bisogno di un contatto fisico con lui in
quel momento.
- Tutto bene?-
- Non sono io che ho quasi ucciso una donna a mani nude…- Non avrei dovuto
dirlo ma comunque non mi era piaciuto il fatto che avesse messo le mani
addosso a mia madre dopotutto era inoffensiva a parte la sua lingua.
- Gan ma come diavolo hai fatto a sopportare tua madre fino adesso?- Si mise
seduto ignorando la mia frecciatina, ne fui contento non volevo ferirlo e
non volevo neanche litigare, la giornata già era storta abbastanza senza
farla finire peggio.
- Ti chiedi sempre come mai sono così strano, ora hai la risposta…-
- Vedendo tua madre, sei anche troppo sano ragazzino, mettiti seduto qui
vicino a me e mangia il resto del mio panino mi è passato l’appetito-.
- Ti ricordo che sono in punizione Cort-. Rimasi in piedi non riconoscendolo
come il Maestro che avevo sempre conosciuto. Mi sarei aspettato che dopo un
abbraccio di consolazione mi avrebbe dato un calcio nel sedere e rispedito a
rimettere a posto ogni cosa invece vedendomi titubante mi tirò per un
braccio e mi fece sedere tra le sue gambe.
- Fanculo alla punizione principessa, mangiati il panino siamo già stati
puniti abbastanza dalla presenza di tua madre-. Guardai il panino con una
fame da lupo, sembrava che lo avesse fatto lui stesso infatti dentro c’era
un po’ di tutto, un’accozzaglia di ingredienti che se uniti troppe volte
avrebbero avuto lo stesso effetto di un proiettile allo stomaco… e poi
avevano i schifosi, maledetti…
- Non mi piacciono i pomodori…- Li tirai fuori con due dita guardandoli con
disgusto e glieli mostrai come se fossero due ripugnanti mostri capaci di
avvelenarmi da un momento all’altro. Cort mi prese il polso con la mano e
con le labbra avviluppò i pomodori e gran parte delle mie dita, suggendole
in un modo che se avessi avuto più esperienza avrei detto decisamente
provocante e ambiguo. Un chiaro segnale sessuale. Sarei stato pazzamente
felice se lo avessi riconosciuto come tale…
- Mangia il resto-.
- Dopotutto è una fortuna che mia madre sia venuta, avevo una fame da lupo,
stamattina non ho fatto in tempo a fare colazione e mi sarebbe seccato
saltare anche il pranzo…-
- Allora buon appetito approfittati delle poche volte che mi rimangio la
parola data, non ho mai graziato nessuno oltre a te-.
- Devo proprio averti fatto pena allora-. Finii il panino, sazio e
soddisfatto mi appoggiai al suo petto, non pensavo di essermi preso chissà
quale libertà mi venne normale farlo come se lo avessi fatto ogni giorno e
non per la prima volta. Forse perché l’avevo desiderato ogni giorno mangiare
con lui e poi rilassarmi appoggiato a lui. Anche a Cort non sembrò strano
infatti tornò ad accarezzarmi i capelli aiutandomi a rilassare fino a farmi
chiudere gli occhi per la stanchezza, in quel momento avrei giurato di poter
dormire per anni interi.
- Già, riposati, ti sveglierò io ti si legge in faccia che stai dormendo ad
occhi aperti-.
- E’ vero, sei un comodissimo materasso Cort, buonanotte…- Ed è vero con
tutti i muscoli che ha quando ha il corpo rilassato è morbidissimo e ha una
figura così ampia che ci si può sdraiare sopra in tutte le posizioni senza
stare mai scomodi. Io ormai dormo sempre su di lui anche perché il suo
materasso è troppo duro e io avendolo avuto sempre morbido non riesco
proprio ad abituarmi.
- ‘Notte principessa-. Mi baciò il collo e quando mi addormentai mi stava
ancora dando dei casti bacetti sulla testa e sulla guancia… la prima volta
che mi sentii in paradiso. Quando mi svegliai ero completamento avvolto
nelle sue braccia come se mi avesse fatto da coperta. Mi stiracchiai
approfittando anche per strusciarmi su di lui, lo trovavo sempre piacevole
anche quando mi bloccava i fianchi per impedirmi di rifarlo…
- Mi sono addormentato?-
- Già e a me si è addormentato il braccio…-
- Quanto ho dormito?-
- Non più di un’ora-. Per un attimo non realizzai ma quando lo feci
spalancai gli occhi non credendo di aver fatto una cazzata del genere…
- Cosa? Cort! La lezione di Teoria è già iniziata da un pezzo!-
- Già-. La sua tranquillità mi spiazzò come se non sapesse quanto grave
fosse ritardare ad una lezione o addirittura mancarla. Avevo già deciso che
visto il ritardo mostruoso avrei completato il casino non andando affatto.
Ma il menefreghismo di Cort era incredibile!
- Mi potevi svegliare prima!-
- Visto che non avevo niente di meglio da fare sono rimasto a guardarti
dormire-. Vedendo come mi guardava non dubitai che stesse mentendo anche ora
che ero sveglio continuava a guardarmi in un modo strano che forse solo
quando eravamo soli a casa sua aveva già fatto. Uno sguardo misto tra
l’adorazione e il desiderio represso…
- Ah quel vecchiaccio mi punirà, già mi mal sopporta ora ha anche la scusa
per punirmi-. Il mio vecchio Maestro di Teoria mi odiava davvero, non
sopportava che io fossi più colto e preparato di lui sulle sue materie, ogni
volta che cercava di mettermi in difficoltà alla fine era lui a fare brutta
figura gli ero troppo superiore. Non aspettava altro che l’occasione giusta
per farmela pagare, io ero la prova vivente della sua inettitudine…
- Ti fai punire anche da lui ora?-
- Grazie a te sì!-
- E che punizione ti potrà mai dare? Spolverare la sua biblioteca?-
- Se fosse così ci metterei due giorni a farlo! Non avresti permesso che
facessi tardi ad una tua lezione e ora praticamente è colpa tua se ho
saltato la lezione di teoria!-
- Lo sai che considero la Teoria spazzatura Vanny, e poi mi mancava
accoccolarti come facevo un tempo quando eri ancora un bambino…- Sorvolai
sulla definizione poco sensibile delle mie materie preferite solo per la
seconda parte della frase. Solo in quel momento mi accorsi che le sue mani
oltre a stringermi erano sotto la mia camicia, chissà cosa cavolo mi aveva
fatto mentre dormivo, sicuramente qualcosa che avrei apprezzato molto di più
da sveglio, mi maledii per aver dormito e sprecato un’occasione del genere.
- Lo sai che se ti vedesse mia madre ora urlerebbe all’abuso?-
- Per così poco? Gan se mi vedesse scopare con una puttana allora cosa
direbbe?- Mi tornarono in mente l’immagini di lui nei festini e oltre alla
solita rabbia e gelosia mi venne da ridere a pensare cosa avrebbe detto mia
madre vedendo un’orgia simile… probabilmente non avrebbe detto nulla sarebbe
morta sul colpo in silenzio.
- Probabilmente direbbe che sei posseduto da qualche demone che fa di te uno
stupratore di ragazzini-.
- Mi si può accusare di tutto ma non di approfittare dei miei allievi, cazzo
sto sprecando la mia intera vita per cercare di salvarvi il culo per più
tempo possibile addestrandovi al meglio delle mie possibilità…- Cominciò ad
accarezzarmi lo stomaco, avrei voluto dirgli, scherzando, che il suo gesto
era abbastanza ambiguo se ci avesse visto qualcuno ma non volevo rischiare
che smettesse di toccarmi. Mia madre poi lo aveva accusato di aver stuprato
dei bambini non di aver flirtato con quelli che ormai lui considerava
uomini, io ero ancora un mezzo uomo è vero ma ero l’unico con cui Cort
flirtava e lo faceva perché sapeva benissimo, anche se faceva finta di
niente, che io lo amavo e lo desideravo.
- Non te la prendere mia madre è gravemente malata, lo è sempre stata ma da
quando sono diventato apprendista è peggiorata, il suo incubo che io possa
diventare pistolero come mio padre è diventato una realtà insopportabile,
pensa che l’unico modo di salvarmi la vita sia affidarmi ad un uomo che mi
protegga da tutto e da tutti-.
- E da lui chi ti protegge?- Passò le labbra sui miei capelli stringendomi
ancora di più a lui come se bastasse quello a proteggermi dal futuro che mia
madre voleva per me.
- Per mia madre si tratta solo di sesso, quante donne vengono maritate
contro il loro volere e sono costrette ad entrare nei letti dei loro mariti?
Per mia madre non sarò mai un uomo, credo che mi consideri un asessuato
tendente al femminile e quindi mi tratta più come una donna che come un
uomo… Non è cattiva Cort è solo molto malata e ti posso assicurare che poche
madri amano così tanto un figlio come lei ama me-.
- Non la vorrai mica accontentare Vanny? Promettimi che non ti farai mai
toccare da nessuno se non lo vorrai principessa, non voglio che tu faccia
niente contro la tua volontà intesi?- Mi voltò con la sola forza delle
braccia per potermi guardare bene in faccia. Mi venne quasi da ridere per la
scelta delle sue parole, lui mi stava toccando una carezza che anche se non
aveva niente di sessuale aveva molto di intimo e lo sapevamo entrambi, lo
faceva con tranquillità quindi sapeva che io volevo essere toccato da lui ma
ancora negava la realtà. Sapeva benissimo che non mi sarei mai addormentato
tra le braccia di nessun altro e che non mi sarei mai fatto accarezzare i
capelli, lo stomaco e quanto altro da nessun altro che lui. Per quanto
riguardava la mia intenzione di fare sesso con uno sconosciuto non avrebbe
neanche dovuto chiedermelo, io avevo sempre solo avuto intenzione di fare
l’amore con una sola persona ed era frustante che ancora non se ne rendesse
conto. Avevo quasi tredici anni, il mio corpo mi tradiva ma ormai ero da
considerare un uomo anch’io o almeno lo erano tutti i miei coetanei…
- La mia intenzione è quella, ma non sono molto bravo nel corpo a corpo e se
mia madre mi presenta un uomo abbastanza grosso non so mica se riuscirò a
tenermelo lontano…-
- In quel caso mi chiami e gli spacco il culo io a quel bastardo! Non
permetterò a nessuno di farti male te l’ho promesso una volta e vale per
sempre! Quel diritto ce l’ho solo io-. Mi chiesi di quale diritto stesse
parlando, di farmi male o di toccarmi o ancora meglio di avermi? L’inconscio
di Cort era più complesso di una formula chimica… ma mi scaldò la sua
reazione violenta magari non sapendolo era anche geloso…
- Tu hai ogni tipo di diritto su di me Cort-.
- Beh lo spero proprio ti ho scoperto io principessa-. Pure qui il doppio
senso mi colpì in pieno era: ti ho scoperto toccandomi e amandomi oppure nel
senso che mi ha creato lui? Io credevo di essere abbastanza chiaro nelle mie
risposte mentre lui riusciva sempre a sgusciare e a risultare ambiguo.
Cambiai discorso più per disperazione che per interesse.
- Come fai a dire che sono ancora un bambino Cort? Ho quasi tredici anni…-
- In effetti sei in ritardo sulla crescita, ma non me ne stupisco affatto,
hai sempre dimostrato meno della tua età…-
- Non può essere che questo sia il massimo del mio sviluppo?-
- No, crescerai in altezza ancora un po’ e i tuoi lineamenti si faranno
appena più marcati. Diventerai ancora più bello, è difficile da credere
guardandoti ora ma sarà così, e allora sì che ti ci vorrà una guardia del
corpo per tenere lontano i tuoi spasimanti, anche il tuo tono muscolare
dovrebbe notarsi di più. Dovresti finalmente assomigliare ad un uomo…-
- Ma come puoi dirlo?-
- Posso dirlo per molti motivi ma facciamo il test della verità, vuoi?-
- Sì-. Ero curioso di vedere dove sarebbe andato a parare e poi così avrei
avuto la possibilità di rimanere ancora tra le sue braccia.
- Sei innamorato Vanny?- Gli lanciai un’occhiataccia come per dire mi stai
prendendo per il culo forse? Ma forse davvero non si rendeva conto che
quello che io provavo era vero amore magari pensava che fosse solo un mio
capriccio o un’ossessione che sarebbe passata una volta cresciuto, magari
pensava che come lui me ne piacessero altri o altre…
- Sì lo sono-.
- Quando pensi a lei…- Non c’è niente da dire era veramente ottuso, stavo lì
a sciogliermi sotto le sue carezze e lui pensava che avessi in mente una
lei… come diavolo faceva a pensare che mi facessi toccare da lui se mi
fossero piaciute le donne è ancora un mistero.
- A lui-.
- Scusami?-
- Quando penso a lui… amo un uomo, non una donna-.
- Sei stato contagiato da Steven e da Sunny?-
- Forse loro sono stati contagiati da me…- Io potrei dirmi innamorato di
Cort dall’età di quattro anni mentre All è arrivato quando ne avevamo
cinque, in questo sono io il più anziano. Anche dicendo quella frase era
chiaro che stavo parlando di lui.
- Quando pensi a lui a cosa pensi?-
- Perché dovrei dirtelo?- Arrossii fino alle punte dell’orecchie, i miei
pensieri erano indicibili, avevo una fantasia piuttosto fervida su noi due…
- Hai accettato di fare il test…-
- E va bene, penso a quanto starei bene con lui, a quanto sarei felice se
ricambiasse i miei sentimenti e sogno in continuazione di passare la mia
intera vita con lui…- Optai per la risposta meno imbarazzante ma comunque
sincera. In fondo non mi aveva mica chiesto quali pensieri voleva sapere…
- Che romantico principessa…-
- Che fai sfotti?-
- Quello che volevo sapere era fai anche pensieri più spinti su questa
persona? Immagini mai di fare sesso con lui e roba del genere?- Potevo
dirgli che non sognavo di fare altro anche durante le sue lezioni e
fantasticavo di fare l’amore con lui nelle posizioni più diverse e nei
luoghi più impensabili fino allo sfinimento? Non credo che l’avrebbe presa
molto bene, una cosa così diretta e tanto disperata… Gli dissi nuovamente la
verità dando meno particolari possibili, quelli me li sarei tenuti per me
per fantasticarci ancora sopra e aggiungerne ancora e ancora…
- Beh sì sogno di fare l’amore con lui-.
- E questo cosa ti provoca?-
- In che senso?- Ora ero veramente in difficoltà, non essendo ancora
sviluppato il mio corpo non dava segni visibili ma solo Gan sa cosa mi
provocavano certi pensieri…
- Qual è la reazione del tuo corpo a questi pensieri? Quando ritorni con i
piedi per terra sei eccitato, sei duro?- Non lo ero, altrimenti credo che lo
sarei stato anche in quel momento in cui non stavamo facendo altro che
parlare e qualche carezza veniva scambiata quasi per noia. Ma avevo talmente
tanta voglia di fare l’amore con lui che già il solo stare tra le sue gambe
mi avrebbe fatto eccitare. Purtroppo il mio corpo ancora non mi permetteva
un simile lusso ciò che mi dava era solo frustrazione…
- No, mi sento andare a fuoco il corpo, e due punti su tutti, il cuore e il
ventre, tra le gambe sento un forte calore ma non mi si è ancora drizzato
nulla…-
- Questa è la prova finale del fatto che hai ancora un corpo da bambino, ma
dai segnali che ti manda sta cambiando velocemente, presto diventerai un
uomo a tutti gli effetti. Il corpo di un ragazzo diventa tale quando
acquisisce la capacità di procreare Vanny, proprio come succede con le
ragazze, loro quando hanno le mestruazioni non sono più bambine e noi quando
siamo capaci di schizzare il nostro seme non siamo più mocciosi. Hai un
forte desiderio sessuale questo mi dice che presto il tuo corpo si adeguerà
alle tue emozioni e non sarai più diviso in due…-
- Quando sarò unito quindi potrò fare del sesso…- In quel momento pensai:
succederà mai un simile miracolo? Perché in quel momento il problema non
sarebbe più stato il mio corpo ma solo Cort e quello che avrebbe deciso di
fare o non fare.
- Già, prendi Steven e All appena si sono accorti di essere diventati uomini
non hanno perso tempo, hanno sviluppato a soli dieci anni e subito hanno
cominciato a fare sesso-.
- E tu come diavolo fai a saperlo?-
- Io so sempre tutto principessa e poi li ho beccati mentre si davano da
fare dietro casa mia-.
- Io pensavo che fosse solo da un anno… che traditori non mi hanno detto
niente-. Più che altro era invidia quello che provavo e i bastardi non mi
lesinavano di certo scene melense al limite dello stomachevole nonostante
sapessero la mia pena…
- Perché volevi unirti a loro? E tu come hai fatto a scoprire a che punto
sta la loro relazione?-
- Li ho beccati in una festa mentre si davano da fare in un balcone davanti
a chiunque passava per di là, sono rimasto scioccato, ero ancora sicuro che
si limitassero a baci e abbracci…-
- Non avevo dubbi, roba che quei due scopano sicuramente più di chiunque
altro qui a Gilead, appena hanno un attimo libero si imboscano da qualche
parte…-
- Cort posso farti una domanda?- Già che eravamo in tema mi arrischiai a
fare qualche domanda io, e visto quanto ero incasinato in quel periodo non
sarebbero state di certo domande facili o solo imbarazzanti. Cercavo delle
risposte e le volevo da Cort.
- Tu falla poi vedrò se ti posso rispondere-.
- Come mai tutti desiderano il mio corpo? So che ci sono alcuni uomini che
vanno con altri uomini ma quando si tratta di me non ce ne sono solo alcuni,
se potesse tutta Gilead si farebbe una scopata con me…- Rimase un attimo
stupito della mia domanda e gli lessi in faccia tutta la difficoltà di
rispondere ad una domanda così delicata, sapeva che a seconda dalla sua
risposta io avrei sofferto o mi sarei ritenuto soddisfatto. Sospirò e provò
a fare del suo meglio, lo amai per la preoccupazione che mi dimostrava…
- Non posso negarlo, per essere al sicuro dovresti andare in giro con una
cintura di castità e ingoiarti la chiave. Ma vedi il fatto è che nessuno
vede in te un uomo. In te la gente vede l’essenza della purezza e
dell’innocenza, e se c’è una cosa che viene temuta più della violenza quella
è proprio l’innocenza perché nessuno ne è in possesso, la si perde nel
momento stesso in cui si nasce, invece tu sei un concentrato di innocenza e
tutti non vogliono fare altro che rubartela e sporcarti per renderti uguale
a loro. Li fai sentire inferiori e sporchi mentre se non esistessi non
noterebbero affatto la loro meschinità. Il tuo aspetto fisico poi li aiuta
nel volerti, hai il fascino e l’eleganza di una donna e il fisico di un
bambino, come si può non desiderarti? Come si può non volerti fare del male
e distruggerti? E’ questo che ispiri alle persone. Tutti vogliono rubarti la
tua innocenza-.
- Anche tu Cort vorresti farlo?- Glielo chiesi per tastare il terreno per un
eventuale futuro, mi aveva talmente soddisfatto la sua risposta che non
potevo davvero chiedere di più.
- Ho commesso tutti i peccati possibili ma non ho intenzione di stuprare un
bambino. Voglio solo proteggere la tua innocenza e davvero non capisco come
le persone possano pensare di farti del male. Poi chissà forse quando sarai
cresciuto verrà voglia anche a me di provare a rubare un po’ della tua
purezza, sei talmente bello che non posso escludere che un giorno desidererò
per la prima volta un corpo maschile invece di quello femminile, infondo già
ti adoro adesso che sei solo un ragazzino…- Ammise di adorarmi quindi non
era molto lontano dal volermi, dal desiderarmi ed infine amarmi. Volevo
crescere… volevo farlo innamorare di me e mentre mi accarezzava mi chiesi se
davvero non provasse il desiderio di avermi, non capivo come potesse
toccarmi in quel modo senza avere la voglia di approfondire quel contatto in
qualcosa di più. Non mi ero scordato di essere riuscito ad eccitarlo quella
volta a casa sua…
- Davvero ora non mi faresti nulla?-
- Sei ancora un bambino Vanny-.
- E se fossi io a volerti dare la mia innocenza?-
- Ne sarei fiero ma rifiuterei…- Mi sorrise e mi baciò una guancia, non
avevo ancora assaggiato le sue labbra ma già mi sembrava di esserne
dipendente. Ricordai quella notte di quando ero bambino in cui gliele leccai
e cercai di ricordarmi il loro sapore, inutilmente.
- Cort prima ti ho mentito-.
- Su cosa?-
- Tu sai di chi stavo parlando quando dicevo che amo una persona vero?-
- Me lo posso immaginare…- Si fece un po’ rigido ma finalmente ammise di
aver capito che ero pazzo di lui, irrimediabilmente innamorato da sempre di
lui. Era già una conquista.
- Credo che t‘immagini giusto, quando mi hai chiesto delle reazioni del mio
corpo ti ho mentito…-
- Di che parli?-
- Quando penso a questa “persona” e alle cose che vorrei farci non è vero
che non ho nessuna reazione del mio corpo. Non mi diventa duro è vero, ma
tutto il desiderio e il piacere mi confluisce in un unico punto. Il mio
fisico non è pronto per fare sesso con una donna ma Gan credo che sia pronto
per farlo con un uomo, perché se penso a quest’uomo e immagino di fare
l’amore con lui quasi mi vanno a fuoco i lombi, sento il mio sedere prendere
forma attorno a qualcosa di invisibile, l’eccitazione del mio amante. Ogni
sensazione che proverei se fosse reale la penetrazione la provo sul serio e
il desiderio mi fa bruciare tutto il corpo, ogni terminazione nervosa mi si
accende facendomi disperare per il vuoto che dovrebbe essere riempito
dall’uomo dei miei sogni… Non credo di essere ancora un bambino e che il mio
corpo sia così immaturo come pensi… Davvero non accetteresti di fare l’amore
con me se te lo chiedessi? Se ti pregassi di farlo?- Rosso in viso per aver
parlato di una cosa così intima proprio con lui alla fine non avevo più
nessun motivo per non umiliarmi fino alla fine. Quello che avevo detto era
la pura verità ogni volta che fantasticavo su di noi non importava come o
dove lo facevamo quelle erano le sensazioni che provavo e che avrei voluto
far diventare realtà quel momento stesso. Lo guardai offrendomi a lui
completamente in modo da non aver nessun rimpianto…
- No Vanny non lo farei, quell’uomo dei tuoi sogni è fortunato ad avere la
tua fiducia e spero che sia altrettanto saggio da aspettare che tu maturi.
Che il corpo cresca e che tu prenda la tua strada e poi forse accettare il
bellissimo dono che gli vuoi fare…- Tornò a fare l’ambiguo innervosendomi,
io ero pronto ad aspettarlo in eterno se mi avesse detto che un giorno
sarebbe stato mio ma come sempre non riusciva ad essere diretto e fermo
sulle sue scelte future. Sembrava non volesse vedere il suo futuro ma
pensare solo al presente e io nel suo presente non ero contemplato.
- Bastava dirmi di no…-
- Ma non è un no è un aspettiamo e vedremo…- Mi accarezzò ancora cercando di
far risultare più convincente la sua risposta. Apprezzai la carezza ma non
mi tirò su il morale. Dopotutto il suo rimaneva comunque un rifiuto in
qualsiasi modo lo si vedesse.
- Veramente confortante… io mi strazio per te e tu mi metti in lista
d’attesa-.
- Sì ma sei sempre stato in cima tra le mie priorità più preziose… la mia
principessa preferita-. Mi baciò il collo stavolta mettendoci anche un po’
di lingua, devo dire di aver apprezzato maggiormente quel gesto che il
precedente, usare la lingua era qualcosa di molto meno innocente che
accarezzare lo stomaco… Una buona speranza per il futuro.
- Almeno su questo spero di essere l’unica tua principessa Cort..- Gli
offrii il mio collo per invogliarlo a continuare e non solo continuò ma mi
fece il primo succhiotto della mia vita, marchiato come principessa
ufficiale di Cort, rimase solo per tre giorni ma è certo che è ancora
indelebile dentro di me.
- Ovviamente, è già un problema stare dietro ad una figurati se ne avessi di
più-. Guardò il marchio appena fatto e mi sorrise spazzolandomi i capelli
alla rinfusa con la mano. Rimanemmo così per un po’ e poi costretti dai
nostri ruoli tornammo a fare il nostro dovere. Non ci fu bisogno che Cort mi
disse che quello che era successo era stato solo un caso e che non si
sarebbe ripetuto lo sapevo già da me. Ero soddisfatto per quello che ero
riuscito ad ottenere e non mi preoccupava aspettare ancora qualche anno, nel
frattempo avrei continuato a fantasticare e quando finalmente Cort si fosse
deciso avremmo messo in pratica dalla prima all’ultima ogni mia e sua
fantasia… tanto avremmo avuto una vita intera per farlo…
Continua…
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