DESCLAMERS: I personaggi non sono miei ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta!!

 

DEDICHE: in primis alla mia sys coccolosa perché… mhhh… i motivi sono tanti e quindi no comment!!^__- Alla mia padroncina nonché sensei Najka dato che in questo momento le piacciono le scene dolci e per finire alla presidentessa del comitato delle MitKog e SenKosh, ovvero alla grandiosa Soffio d’argento!!^O^

 

NOTE 1: e in questo capitolo tornano i flash back!!!^O^ Sono contenta poiché pensavo di usarli di più invece, li ho usati pochissimo per tutta la fic!!!^O^

 

NOTE 2: se tutto va bene, mancano ancora 1 o 2 capitoli al finale di questa fic, ^^ e poi finalmente mi dedicherò alle altre in sospeso. Ora la scena si svolgerà su Ru e Hana, Sendo e Koshino, per i quali ho scritto una scenetta davvero carina!!^///^ spero vi piaccia!!

 

 

 

COME CUOCERE UNA VOLPE

 

XI Parte

 

di Lucy

 

 

Erano le undici e tutti si erano rintanati nelle loro camere.

Le luci della villa erano spente, per i corridoi non c'era anima viva, il silenzio regnava incontrastato.

Uno scricchiolio, ed una porta si aprì.

Un ragazzo alto uscì.

Con passi lenti camminava per i corridoi, non poteva aprire la luce, altrimenti avrebbe potuto svegliare qualcuno. Inoltre doveva stare attento a non sbattere contro qualcosa, eppure la sua mente mandava interrottamente l'immagini di quel pomeriggio, quando si era messo a giocare ha nascondino.

Scese le scale e senza far rumore uscì dalla casa.

Camminò per molto fino a giungere in una radura, dove alberi altissimi svettavano alti nel cielo punteggiato di stelle, mentre tutto intorno a lui era nell'oscurità.

Alzò gli occhi al cielo e ricordò quel pomeriggio o meglio l'attimo in cui...

 

 

******** FLASH BACK ************

 

Lui e Hiroaki si erano messi a correre per nascondersi da Nobunaga.

Gli alberi li proteggevano dallo sguardo del moretto, mentre teneramente si erano rifugiati dietro un albero secolare, che con il suo tronco spesso poteva proteggere entrambi.

Akira stringeva a sè il corpo di Koshino il quale, titubante si era lasciato avvolgere dal tepore del suo abbraccio.

Si sentiva bene.

Eppure nella sua mente aveva paura, così quando Kyota fu abbastanza lontano, si separò da Sendo.

Senza dire una parola, senza dare il tempo al porcospino di fare nulla.

Doveva scappare, prima che il suo cuore andasse in frantumi.

Si mise a correre velocemente, sperava che Sendo non lo seguisse, ma in cuor suo disperava che il ragazzo lo fermasse.

Era una contraddizione ma.... era più forte di lui.

Passò alcuni cespugli, ma non sentendo nulla si mise a correre più forte.

Doveva fuggire.

Ora sapeva che l'altro ci provava solo per passatempo, e lui ci era cascato!!! Commettendo l'errore più grande della sua vita: donargli il suo cuore.

Proprio quando stava per raggiungere il lago, si sentì afferrare per un braccio e trascinare in un caloroso abbraccio.

Immediatamente si sentì al sicuro.

 

Akira lo stringeva a se.

Non poteva lasciarlo andare! Quando l'aveva visto allontanarsi, correre, scappare via da lui, si era sentito…… perso, morto...

No, non poteva lasciarlo andare, ed aveva agito d'istinto.

Non gli importava che Nobunaga li avrebbe trovati, non importava che il lago brillava come un manto argentato, non gli importava degli uccellini che cantavano allegri…

L’unica cosa che davvero contava era quella di tenere stretto a sè il suo Hiro.

Pochi secondi e ricevette un pugno in stomaco, che lo fece piegare in due.

"Ma... perché???"

"Non provare a toccarmi!!!"

"Hiro... aspetta!!" gridò Sendo afferandolo per un braccio, per poi sussurrargli all'orecchio.

"Ti amo piccolo, dolce e scorbutico Hiroaki!!"

Koshino restò immobile.

Non poteva muoversi, non riusciva a credere alle sue orecchie, Akira... Akira aveva detto...

Passarono alcuni minuti, immobili.

Solo il canto degli uccellini si librava libero nell'aria, gli animaletti continuavano a muoversi, la natura parlava.

Solo i due ragazzi si erano bloccati.

Uno a pensare e l'altro ad attendere una risposta.

"Io... io..."

"Shhh...." sussurrò Akira girandolo verso di se, delicatamente gli posò una mano sotto il mento, tirando su il volto dell'altro.

Un solo sfiorarsi leggero, dolce, impalpabile come il soffio del vento primaverile,  dolce come il nettare più prelibato.

Gli occhi socchiusi, a velare il volto dell'altro per non dover interrompere quel piccolo contatto. Per non leggere una temuta risposta, che avrebbe deciso l'inferno o il paradiso del suo cuore.

 

"Io... io..."

"Hiro, ti amo posso solo dirti questo... pensaci con la calma, io attenderò!"

Un cenno affermativo.

Un bacio veloce.

E poi Sendo sparì tra gli alberi, lasciandolo scoccato vicino al lago lucente, perso tra pensieri inconcludenti.

Sentì la voce di Nounaga, e corse a nascondersi.

 

******* FINE FLASH BACK *************

 

 

"Akira..."

Il ragazzo si voltò verso quella voce, non poteva sbagliarsi era il suo Hiro.

I loro occhi si fissarono un'interminabile secondo.

Non esisteva il tempo scandito dalle lancette, non esisteva il soffiare del vento, non esisteva la rugiada che bagnava l'erba.

Solo loro.

Loro due insieme.

"Hiro... cosa ci fai qui??"

"Non riesco a dormire..." rispose avvinandoglisi e sorpassandolo.

Senza voltarsi capiva che l'altro lo stava osservando, e tutto ciò gli faceva piacere.

Gli piaceva sentire i suoi occhi sulla sua figura, anche se non l'avrebbe mai ammesso: si sentiva bene insieme a Sendo.

Sorrise un attimo prima di ritornare a fissare la grande distesa verde, poteva sentire il profumo della terra bagnata. L'odore dell'erba e del vento che portava con se la fragranza della pioggia.

Si riempì i polmoni di quell'aria, doveva trovare il coraggio di confessargli la sua decisione.

Non poteva lasciarlo così.

Certo aveva paura di quello che Sendo era, ovvero un dongiovanni, ma sapeva anche che lui, era pur sempre quel bambino con cui giocava tanti anni fa.

 

"Senti..."

 

Akira chiuse gli occhi.

 

"Sai bene cosa dicono di te, che sei un play boy..."

 

Il ragazzo strinse gli occhi, e i pugni stretti per trattenersi a scappare.

 

".... è la maggior parte delle volte..." si fermò per trovare le parole adatte "giochi con i sentimenti degli altri"

 

Si sentiva morire, Hiroaki non l'amava.

 

"... ma so anche che sei una persona affidabile, dolce..."

 

Il suo cuore perse un battito....

 

...forse non tutto era perduto...

 

"ed io...." un lungo silenzio "... wow!!!!!" gridò con trasporto Hiroaki.

 

Sendo aprì gli occhi, ma cosa significava??

 

"Hiro ma che diavol...." la frase gli morì sulle labbra.

 

Tutto il prato era ricoperto di tante piccole luci d'orate, sembravano tante stelle cadute dal firmamento. Tra i fiori quelle luci brillavano radiose, in ogni angolo del prato migliaia di luci risplendevano, diventando fari della notte.

Tra le foglie degli alberi, tra i fiori, l'erba era tutta una distesa di luccichii come a disegnare un sentiero che avrebbe portato l'amore in quei cuori, che si rincorrevano da troppo tempo.

 

"Lucciole*" mormorò Akira.

Piano si chinò verso uno stelo e portando un dito per prendere quel piccolo essere, che brillava come non mai in quell'oscurità disegnando una via per trovare pace e tranquillità.

"Sono bellissime..." mormorò Hiro avvicinandosi all'altro.

Posandosi sulle spalle atletica di Akira e guadando quel  paesaggio notturno, che divenne un mare luminoso, grazie alla grande quantità delle lucciole.

Sendo osservava le lucciole con occhi felici.

Erano secoli che non le vedeva, in città non si potevano vedere, eppure ora erano li ad illuminare tutto.

"Ti amo" bisbigliò Hiro, guardando il volto del ragazzo che ancora affascinato osservava quel prato magico. Mentre i grilli iniziarono la loro dolce melodia.

 

Ci vollero pochi attimi.

Akira si voltò e si specchiò in un mare oscuro, dove una luce brillava radiosa.

Sapeva bene che il suo, come suonava bene SUO, Hiro non era un tipo romantico, eppure si lasciò cadere all'indietro, portando con se il corpo dell'altro.

Per poi rotolarsi insieme su quel prato ancora umido.

"Smettilaaaa Aki!!!" brontolò l'altro, riuscendo in uno scatto a bloccarlo sotto di se.

Lo guardò estasiato.

Gli occhi splendenti, le labbra socchiuse in un sorriso diverso dal solito, quel sorriso era più luminoso, era carico di... amore.

Si chinò e lo baciò piano, lentamente.

Le lingue si accarezzarono dolci, calde e languide, senza fretta, solo amore.

Una mano di Akira si posò sulla nuca di Hiro, l'attirò di più a se, unendolo le loro bocche in un bacio senza fine.

"Hiro ti amo..."

"Ti amo"

Si mormorarono sulle labbra separate da pochi millimetri.

Poi un risolino da parte di Hiroaki.

"Ma cosa...???"

"Aki sei buffo!!!! Ha ah ha ha ha ha ha ah ah!!" scoppiò a ridere il piccolo scorbutico, che per una volta si lasciò andare alle risate.

"Perché???"

"Le lucciole... si sono... ah ah ha ha ah...attaccate ai tuoi... ah ah ha ha ha ha..."

 

Sendo rimase estasiato.

Era bello il suo Hiro sorridente e poi si unì alla sua risata.

 

Akira non sapeva che le lucciole si erano attaccate ai suo capelli. Ed ora tra le sue ciocche indurite dal gel, tante lucciole brillavano allegre per celebrare quel momento.

 

 

Il giorno seguente il sole si stava svegliando, lentamente iniziava riscaldare un po' con i suoi raggi la terra ancora bagnata.

Gli uccellini cinguettavano piano, come se avessero paura di disturbare il sonno degli altri animali.

I raggi del sole filtravano tra le foglie, lievemente, accarezzando le foglie con leggera intraprendenza.

Tutto era in completa armonia.

Tutto era perfetto in quella mattina, mentre il cielo si tingeva di rosa e giallo, in colori tenui, mentre i la nebbiolina si diradava al passaggio dei due ragazzi.

 

"ETCHIIIIIIIIIIIIIIIIIII"

 

Starnutò il rossino che assieme a Rukawa camminava lungo il sentiero che li avrebbe riportati alla villa di Maki.

 

"Nh???"

"Mamma che freddo!!" brontolò il rossino, stringendosi le braccia alle spalle.

Sentiva il freddo farsi strada sotto i suoi abiti leggeri.

Si strofinò le braccia e proseguì verso Kaede il quale, si era fermato guardandolo con un sopraciglio alzato.

Il moretto lo lasciò qualche passo avanti, per poi cingergli le spalle con un braccio, stringendoselo contro, facendo aderire i loro corpi.

"Kitsune..." mormorò sorpreso Hana che non si aspettava di certo quel gesto così dolce nei suoi confronti.

"Andiamo!"

 

Ma cosa cavolo ho fatto???!!!

Lo sto abbracciando a me…… ma sono rimbambito del tutto???

Comunque ora, Hana è mio, finalmente potrò vendicarmi di lui... certo che questa notte...

Poso gli occhi sul suo viso.

Ricordo ancora la sua pelle che si scaldava sotto le mie mani, il suo sapore, la sua voce roca che mi chiamava.

Kami è meglio che non ci penso altrimenti...

... me lo faccio qui!!

 

Questi erano i pensieri di Rukawa mentre si dirigeva con Hana alla grande villa di Maki.

Ci misero quasi un'ora ad arrivare a destinazione.

"Hana stai bene???" chiese Kogure restando abbracciato al suo Mitsui, mentre questi guardava sogghignando i due che erano arrivati insieme.

Naturalmente si erano staccati, non se la sentivano ancora di rendere pubblico la loro storia.

"Si, non preoccuparti... ma..." e si guardò attorno.

Vide Ayako con sulle ginocchia il capo di Ryota che era sdraiato sul divano.

Akira che stringeva a se un Koshino alquanto scontroso, che pizzicava il proprio ragazzo per fargli tenere le mani a posto.

"Ma… cosa è successo???"

"Semplice ci siamo messi insieme!!" disse Akira schioccando a tradimento un bacio al suo ragazzo che in tutta furia gli tirò una gomitata nello stomaco.

"Cretino, non permetterti più...!!!" ma venne interrotto dalle labbra calde e soffici del porcospino.

"Ah-ah" disse solo Hana.

Il rossino con stanchezza si diresse in camera sua, ma prima di iniziare a fare le scale la voce di Kogure lo fermò.

"Senti noi andiamo al lago, ti va di venire???"

"No, mi dispiace. Con tutta la pioggia che ho preso mi sento stanco!!"

"Peccato, allora copriti e riposati!!" rispose Ayako con un dolce sorriso, le dita si dilettavano in carezze tra i riccioli di Ryota il quale, sorrideva adorante a quelle coccole.

"Grazie!!"

"Ascolta, questo pomeriggio per le tre partiamo per il ritorno… quindi riposati!!" lo informò Maki, sbadigliando e stiracchiandosi i muscoli prima di prendere il suo zaino.

"Va bene!! E buon divertimento!!" augurò il rossino salendo le scale, ripensando a quello che era successo tra lui e Rukawa.

 

 

Forse ho sbagliato ha fare l'amore con  lui, ma...

...quando ci siamo baciati ho provato una forte scossa...

...comunque ora basta pensarci, inoltre da quello che ho capito Kaede...

......

 

...che bel suono ha il suo nome, mi piace la decadenza...

Ops... ehm... mi sa che divento troppo romantico!!

Comunque Kaede vuole stare con me, si…… insomma altrimenti ciò che è successo questa mattina non avrebbe senso……

………il suo abbracciò così caldo, quando siamo arrivati e non lo più sentito, mi è subito sembrato di aver perso qualcosa.

Mamma mia che stanchezza!! Mi sento a pezzi!

Arrivo in camera e mi butto sul letto!

Giuro che dormirò per le prossime tre ore.

Peccato che dobbiamo tornare, mi sarebbe piaciuto restare qui ancora qualche giorno.

 

Il rossino si stiracchiò ma ancor prima di arrivare davanti alla porta della sua camera, venne preso per un braccio.

Tirato per poi sentire solo una porta chiudersi alle sue spalle e un caldo corpo contro il suo.

Solo allora si rese conto che Rukawa l'aveva stretto a se.

Alzò gli occhi e si lasciò sfiorare da quelle belle labbra.

I tocchi leggeri e dolci.

Il profumo della pelle della volpe, e non di cosmetici, ma semplicemente l'odore…… l'odore del suo amore.

Le mani dorate si allacciarono attorno alla vita di Kaede, spingendoselo contro per far combaciare ogni parte dei loro corpi.

Nel frattempo la mano di Rukawa si posava ipnotica sulle ciocche della nuca del rossino, giocando con i leggeri ciuffi.

L'altra posata su un fianco, scese piano fino ad accarezzare la stoffa ruvida dei pantaloni. Per poi posarsi possessiva su un gluteo, stringendolo e rivendicandolo come suo.

Le lingue duellavano senza sosta: accarezzandosi, cercandosi come se non si fossero mai conosciute.

Duellando non per il predominio del bacio, ma solo per conoscersi meglio, per rivendicare come propria 'proprietà privata' la bocca dell'altro.

 

Rukawa in preda alla frenesia del bacio, indietreggiò fino al grande letto matrimoniale. Il quale veniva baciato dai raggi del sole che timidi entravano dalle tende tirate, chiedo solo un po' di spazio per riscaldare il giaciglio dove, i due ragazzi si erano distesi.

Kaede sentiva il peso dell'altro, le gambe che combaciavano poi con uno sforzo ribaltò la situazione.

Sedendosi sul bacino dell'altro.

Staccandosi da quelle labbra rosse come due fragole.

"Bellissimo...." bisbigliò il moretto guardando l'altro.

Hanamichi con gli occhi socchiusi riprendeva fiato dopo quel magnifico bacio. La mano sinistra abbandonata innocentemente al lato della testa, i capelli rossi sparsi sul candido copriletto di cotone.

Le labbra socchiuse, la pelle più rossa sulle guance, gli occhi lucenti e dolci che accarezzavano il suo corpo, saggiando ogni sua forma.

Senza riflettere Kaede si spostò al suo fianco.

Gli prese una mano e l'attirò a se.

Sfiorò piano le sue labbra, dolcemente, senza pretese.

Poi chiuse gli occhi stringendoselo a se, iniziando a giocare distrattamente con le ciocche sul suo torace.

Il rossino si strofinò a lui, sorridendo soddisfatto, per poi lasciarsi blandire da quelle dita leggere.

Era la prima volta che si sentiva così al sicuro.

Neppure con Toshio si era sentito così…… ma con la kitsune, tutto era magnifico.

Anche il solo stare abbracciati.

Sospirò piano e posando un bacio sul cuore del suo amato volpino si addormentò soddisfatto.

Dimenticando tutto, tranne quelle dolci carezze che gli riscaldavano il cuore.

 

 

...........

 

 

All'ora prestabilita partirono.

Un po' dispiaciuti nel lasciare quel magico luogo che era stato testimone dello sbocciare dell'amore tra molti di loro.

Un testimone prezioso per le scorribande tra gli alberi, per i baci rubati, per i giochi e per stare in compagnia.

Ringraziando nascondino che aveva aiutato i loro cuori a liberarsi per poi legarsi per sempre.

Il viaggio per Hanamichi fu abbastanza piacevole, anche se avrebbe voluto stringersi al suo volpino.

Si sentiva imbarazzato ogni qual volta gli occhi blu si posavano su di lui, sfidandolo ad avvicinarsi, di stringersi a lui per riscaldarsi con il suo calore.

Ma non poteva o meglio si vergognava di farsi vedere in atteggiamenti intimi davanti gli altri.

Ad un certo punto Kaede si tolse la camicia che sbottonata gli faceva da giacca, per posarla in mezzo a loro due. Coprendo volontariamente la mano dell'altro che tormentosa picchiettava sul sedile.

Lentamente allungò le dita candide, per poi giocare con quelle abbronzate.

Sfiorandole appena, per intrecciarsi prima mollemente e poi per prendere la sua mano nella sua, stringendola forte.

Legandola alla sua.

Non seppero dirsi il perché ma quando giunsero davanti al campetto, che li aveva visti incontrarsi, si sentirono un po' giù.

Non avevano ancora voglia di lasciarsi andare, ma per forza dovettero separarsi.

Kaede scese dalla macchina notando vicino a se la babbuina che lo guardava estasiata.

Hanamichi che era li accanto vedeva la scena.

Si morse l'interno della guancia, cercando di controllarsi: non poteva picchiare una ragazza!!!

Con una solo occhiata restò incantato dal volpino.

Il ragazzo infatti portava solo una canottiera verde scuro, che lasciava scoperta un po' troppa pelle per i suoi gusti.

Ma restò pietrificato vedendo un piccolo segno rosso alla base della spalla.

Haruko si avvicinò al moretto.

"Ru…Rukawa ma sei ferito???" chiese titubante posando una mano sul succhiotto.

Hana non ci vide più.

Stava per gridarle di non toccare la sua proprietà, Kaede si scansò da lei con riluttanza e con pochi passi arrivò davanti al rossino.

Passò un braccio attorno alla sua vita, chiudendola in un abbracciò possessivo, per poi chiudergli la bocca.

Gli occhi nocciola restarono sorpresi da tutto ciò poi si socchiusero, le guance si imporporarono di un tenue rossore.

Il braccio che era ancora lungo il fianco risalì lungo la schiena, la mano si posò sui capelli corvini per impedirgli di spostarsi.

L’altra che era rimasta bloccata tra i loro corpi, si strinse alla canottiera del moro.

Proprio sul cuore.

Per poter sentire il battito furioso di quel cuore, per poi lasciarsi andare a quel bacio dolce e passionale.

 

Attorno si avvertirono solo gli fischi d'ammirazione.

E poi il tonfo del corpo di Haruko che cadeva a terra sotto shock.

Incapace di capire che Rukawa era gay.

 

 

 

Continua....

 

 

 

La RUbricHANA

 

Lucy: evvia tra poco l'ho finitaaaaa!!!!^O^

Sendo: ma allora mi vuoi bene ^___________________^

Lucy: ^^ beh, diciamo che non mi sei così antipatico... ^^

Sendo: mi è piaciuta la scena delle lucciole!!! ^________________^ anche se potevi metterci una piccola lemon!!!^__________________^

Lucy_ignora_lemon: ^^ bah sai, io adoro le lucciole!!

Peccato che non se ne vedano più!!!

Comunque preparati tra poco torni in scena!!!^O^

Sendo: sempre pronto ^__________________________^