Desclaimers: I personaggi appartengono ad Inoue tranne Owaru che è mio ^^
(MIO MIO MIO E Non lo do a nessuno KIA giù le zampeeeeee) e Junda che invece è stato sequestrato da kieran che ne ha bisogno per allietare le noiose giornate di pioggia (io non c'entro, le lamentele a lei^^)
 
Avvertenze: ricordatevi che voi volete bene all'autrice......^^

 


 

 Club privato iguana

di Niane

Parte III

 
 
Si potrebbe dire, per storpiare una frase fatta: altra settimana altra corsa; peccato solo però che non sia assolutamente passata una settimana dall’ultima volta che ha messo piede all’Iguana, ma solo cinque miseri giorni. E non era stato nemmeno facile arrivarci ai cinque giorni, come accade ai drogati la sua capacità di resistenza tra una dose e l’altra sembrava andare continuamente riducendosi in modo allarmante. Qualcosina di subdolo e malefico saltellava allegramente nel suo stomaco ogni volta che sentiva dire la parola club, il che accadeva almeno una ventina di volte al giorno: lungo I corridoi della scuola quando incrociava I piccoli secchioni che si dirigevano al club di fisica dove un corpo bianco e morbido si sedeva sulle sue ginocchia e lo spingeva steso sul letto…o quando incrociava le ragazze del club di letteratura e lingua giapponese e lui sentiva la lingua di un particolare giapponese intrecciarsi alla sua, scivolare sul suo corpo, nell’orecchio, sul ventre e più giù e le cose non miglioravano nemmeno con I club sportivi perché lo sport implica movimento e sudore che scivola su una gola adamantina e che fa luccicare I corpi riflessi nello specchio; che dire poi del club di basket? Quello in cui lui militava e in cui c’era anche un tale con cui non aveva avuto mai nulla a che fare(MAI; CAPITO?!) che se ne andava in giro per la palestra con un paio di pantaloncini così corti ed attillati per il sudore che se non se li fosse mai messi sarebbe stato meglio, perché almeno non si sarebbe trovato costretto a ricordare la pelle liscia e candida che celavano e il loro calore che lo avvolgeva? Appunto che dire del club di basket? Nulla, tanto non c’era mai stato nulla; erano sempre e solo quegli ormoni imbizzarriti che l’avevano costretto ad andare al Club Privato Iguana la prima volta.
Avrebbe voluto attendere almeno una settimana prima di tornarci, ma quegli indisciplinati ormoni avevano bisogno di un corso immediato di buone maniere.
Nonostante l’ora fosse più tarda c’era ancora meno gente della volta precedente, del resto erano pochi quelli che uscivano il lunedì sera, per questo forse il buttafuori, felice di rivederlo, lo aveva accompagnato fin dentro la sala più premurosamente del solito.
Una musica bassa e dolce, soffusa come le luci fioche che provenivano dai lati della stanza: I faretti che di solito illuminavano la pista erano stati spenti in modo da lasciare un’intimità maggiore alle poche coppiette.
Fermo sull’ultimo scalino Hanamichi osservò con indolenza la zona bar, c’erano solo due dei cinque baristi e si muovevano pigri, rinunciando ai loro spettacolari giochetti con le bottiglie. Da dietro il bancone Junda lo salutò sollevando in alto un bicchierino e strizzandogli un occhio. Hanamichi infilò le mani nelle tasche dei jeans avanzando piano verso di lui, mirandolo con decisione, attento a non girare lo sguardo verso la zona dei divanetti.
"HA-ANA-MICHI!!!" tuonò Junda gettando in aria il bicchiere, volteggiando su se stesso prima di riafferrarlo allungando la mano dietro la propria schiena "Come sono felice di rivederti tesoro mio bellissimissimo! Sto posto all’inizio settimana è più desolato di un cimitero di zombies il giorno del giudizio universale! Cosa ti faccio da bere,amore mio?"
"Qualsiasi cosa sia vorrei offrire io" sussurrò piano una gentile voce calda.
Hanamichi sussultò arrossendo vistosamente e Junda socchiuse gli occhi in due fessurine strette per un istante, prima di riprendere il suo ruolo di animatore ed allungarsi lascivo sul tavolo, sfiorando con un dito il bottone della giacca scura dell’uomo "Vorrà mica portarmi via la preda, vero ingegnere?"
"Certo, la preda ed anche due cocktail deliziosi, io prendo quello che fai per lui" sussurrò Owaru strizzandogli un occhio.
"Naaaa mi oppongo, mi oppongo, mi oppongo, è troppo giovane per te, vero Hana che sei troppo….."si interruppe con un sospiro desolato: Hanamichi si era perso negli occhi verdi di Owaru con un sorriso che non lasciava scampo "…giovane per lui" concluse piano iniziando a preparare il suo cocktail speciale.
"E’ un piacere rivederti, Hanamichi" sussurrò piano Owaru sedendosi sull’alto sgabello accanto al suo, il proprio ginocchio che sfiorava appena quello del rosso
"E’ un piacere anche per me" borbottò Hana impacciato, sentiva un calore intollerabile ardergli il viso ed il collo.
"Et voilà Bellezza rosa, un ottimo cocktail creato in un impeto d’ispirazione dal sottoscritto la settimana scorsa in onore del qui presente Hanamichi. Che mi dici, ingegnere, ti piace?" chiese Junda piantando I gomiti sul bancone, tra il braccio di Hanamichi e quello di Owaru, e posandovi sopra il viso in una sorridente attesa.
Cercando lo sguardo di Hana oltre la spalla del barman, Owaru sollevò il calice portandolo alla bocca, assaporandone un breve sorso che gli macchiò di rosso le labbra carnose; lentamente socchiuse appena gli occhi pulendosi la bocca con la punta della lingua: "delizioso, anche se non credo possa essere buono davvero come l’ Hanamichi originale" sussurrò.
Hana spalancò gli occhi sentendo il proprio membro guizzare con violenza nei pantaloni all’insinuazione; improvvisamente faceva caldo troppo caldo là dentro e l’aria faceva fatica a raggiungere I suoi polmoni congestionati lasciandogli l’affanno.
"Ti va di andarci a sedere Hana?" chiese sottovoce Owaru accarezzandogli con il polpastrello le dita contratte attorno al bordo del bancone.
Hanamichi si limitò ad annuire, incapace di parlare; quell’uomo riusciva a annullarlo completamente: pochi semplici gesti e lui, il tensai, si dimenticava persino di come si facesse a parlare. Incerto sulle gambe, passo dopo passo, lo sguardo fisso sulla schiena dell’uomo che lo precedeva, lo seguì fino ad un separé appartato, sedendogli accanto ed afferrando con le dita tremanti il bicchiere che l’altro gli porgeva.
"Credo che ora Junda mi odi" sussurrò divertito l’uomo sorseggiando la crema liquorosa "mi sa che ha qualche mira su di te. Ti dispiace se ti ho rapito?"
Hanamichi scosse il capo trangugiando in un unico sorso il suo cocktail.
"Hanamichi ti prego parlami" lo supplicò accarezzandogli la guancia con dolcezza fermandosi un attimo prima di sfiorargli le labbra con le nocche.
Piano, con esitazione, Hana girò il viso verso la sua mano, sfiorandola appena con le labbra, cosa poteva dire? Se avesse aperto la bocca probabilmente il cuore gli sarebbe schizzato fuori spiaccicandosi contro l’elegante lampada sul tavolino tondo davanti a lui "no" riuscì a sussurrare roco "non mi dispiace."
Owaru l’osservò un istante con attenzione. Cos’era tutta quella esitazione? Quell’imbarazzo, quell’incertezza? Che Hana non avesse fatto nemmeno un minimo di esperienza da quando lo aveva abbandonato? No, non era possibile; quel luogo avrebbe dovuto essere frequentato da deficienti ciechi perché questo accadesse. Che il ragazzo avesse deciso di aspettarlo? Il suo cuore guizzò come un salmone in mezzo alle rapide e fu con dolore che si costrinse a scacciarla dalla mente: se si fosse fatto simili illusioni avrebbe solo sofferto. Era molto più probabile che Hana fosse solo timido. Con dolcezza fece scivolare la propria mano sotto il mento del rosso, sollevandogli il viso.
"Hana" sussurrò ed Hana chiuse gli occhi avvicinandosi fino a sfiorare quelle labbra che aveva solo potuto assaporare superficialmente.
Morbide. Calde. Profumate di fragola.
Dolcissime.
Con lentezza Owaru gli accarezzò la gola, scivolando con la mano sul suo collo fino alla nuca, affondando nella zazzera rossa e morbida che la ricopriva. Hana sospirò schiudendo la bocca e succhiando piano il labbro inferiore dell’uomo, rubandogli un gemito strozzato.
Piccoli infiniti brividi gli rivestirono la schiena serpeggiando ammiccanti nella leggera peluria delle braccia, sollevandola appena dal piacere: finalmente dopo un’attesa troppo lunga avrebbe conosciuto il sapore della sua bocca, finalmente….la lingua di Owaru sfiorò la sua e il cuore di Hana sussultò al contatto, il respiro si smarrì da qualche parte tra I suoi bronchi e gli occhi gli si socchiusero appena.
Una fessura piccola piccola in cui si insinuava la luce azzurra e fioca della lampada Tiffany e l’ombra di una persona che li stava osservando.
Le mano sinistra di Owaru gli circondò la vita attirandolo carezzevole verso il suo petto.
Qualcuno li stava osservando.
La lingua di Owaru titillò la sua invitandola a danzare e I brividi di Hana volteggiarono felici sulla sua pelle.
Qualcuno li stava osservando DANNAZIONE!
Con uno scatto non molto gentile nei confronti di Owaru Hanamichi si tirò indietro irritato, stropicciandosi gli occhi per abituarli di nuovo alla luce e per togliere il velo residuo di passione che li offuscava.
"Non volevo disturbare" annunciò indifferente Rukawa che, con un paio di pantaloni di lino neri ed un dolcevita bianco, se ne stava languidamente appoggiato alla grata sottile di bambù che divideva un séparé dall’altro osservandoli
"Bhè lo stai facendo Kitsune!" gridò un po’ troppo alterato Hanamichi: perché doveva essere lì anche quella sera? Perché lo doveva guardare in quel modo? Perché doveva essere così schifosamente sexy?
"Shhh, non ti arrabbiare per nulla tesoro" sussurrò piano Owaru, accarezzando con due nocche lo zigomo di Hana, la sua guancia, soffermandosi intenzionalmente per un lungo attimo sulle sue labbra prima di allungarsi appena verso l’inopportuno disturbatore.
" Lieto di conoscerti" sussurrò educatamente porgendo la mano al moro che la strinse con forza eccessiva "io sono Owaru".
Gli occhi Di Kaede si spalancarono visibilmente colmi di sorpresa ed orrore " Kaede; un compagno di scuola di Hanamichi" sibilò ritirando con forza la mano e, giratosi sui tacchi, si allontanò veloce.
"Compagno di scuola?" sussurrò divertito Owaru, accarezzando con le labbra il collo di un Hanamichi immobile in una posa rigida e forzata: la schiena drittissima le labbra serrate fino a sbiancare e le dita strette in un pugno spasmodico; "Di solito ci si definisce ‘amici’ non compagni di scuola. O magari" sussurrò scivolando con piccoli baci verso l’orecchio "siete stati assieme alle superiori?" gli chiese leccandogli il lobo, cercando di distogliere con le sue dolci carezze l’attenzione di Hana dal moretto.
"Niente, niente di tutto questo" borbottò Hana incapace di distogliere lo sguardo dalla schiena di Rukawa che si dirigeva al bar "senti, mi scuseresti solo un attimo?"
Owaru si congelò letteralmente, le sue labbra si bloccarono attorno al lobo del ragazzo, la mano che gli stava accarezzando piano la schiena si fermò a metà del gesto mentre lui si allontanava lentamente e di poco dal rosso, giusto lo spazio necessario per guardarsi in faccia "Cosa c’è tra di voi, Hana?"
"Nulla" rispose evitando di guardarlo.
"Sicuro?" sussurrò dolcemente.
"Siamo stati a letto una volta, ma morta lì. Solo che non mi piace il suo atteggiamento. CHI CAVOLO PENSA DI ESSERE PER VENIRE QUI E COMPORTARSI COSI’ EH???? Lui la deve smettere di comportarsi così, io non lo tollero! L’unica cosa che sa fare è pavoneggiarsi, per il resto non è altro che un emerito idiota convinto di essere più bravo di me a giocare a basket!" esplose, sbuffando tutta la sua rabbia in un unico rivolo di parole ininterrotte.
Owaru sogghignò "Rivalità sportive dunque? Se proprio ti far star meglio vai a cantagliene quattro, tesoro. Io ti aspetto qui. Perché tu tornerai vero?"
Hanamichi lo fissò in silenzio per un attimo prima di annuire e sorridere "Di sicuro" promise sfiorandogli le labbra con un bacio leggero prima di alzarsi.
Era perfettamente cosciente del fatto che stava reagendo in modo sproporzionato, che avrebbe dovuto strafegarsene di quell’idiota cretino, eppure qualcosa dentro di lui ribolliva di rabbia. Probabilmente era una capacità innata di Rukawa , era una cosa che gli capitava fin dal loro primissimo incontro.
"Rukawa" sibilò stringendogli la spalla in una morsa.
"Hn?" mugugnò Kaede senza smettere di sorseggiare un lucente liquido dorato dall’odore pungente.
"Non si può fare a botte qua dentro ragazzi chiaro?" li avvertì Junda e il suo tono costrinse Hana sollevare lo sguardo dalla schiena di Kaede per fissarlo.
Gli occhi sorridenti del barman avevano assunto un taglio duro e serio che non ammetteva repliche; tuttavia nel loro profondo si leggeva anche qualcos’altro: delusione? Preoccupazione? Che cosa?
Obbediente Hanamichi abbassò la mano lasciando andare Rukawa.
"Che cazzo volevi insinuare con quella frase volpe?"
"Mi sono presentato do’hao"
"Deficiente! C’era bisogno di dirgli che sei un…"
"Ho detto solo la verità" rimbrottò trangugiando in un sorso il contenuto del bicchiere. Junda scosse la testa.
"La verità??? E che cazzo di bisogno c’era di dire la verità??? Tu volevi solo mettermi in difficoltà non è vero Kitsune????Tu sei solo invidioso perché io ho rimorchiato Owaru!"
"Do’hao"; un sussurro lieve e stanco "non mi interessa minimamente chi ti rimorchi, per me puoi scoparti anche tutto il locale.."
"E’ proprio quello che farò baka kitsune" soffiò più irritato di prima girandosi di scatto.
"perché ti alteri così do,hao?"
"La tua sola presenza è irritante, stupido"
"Se è così sarà meglio che evitiamo di incontrarci qui dentro va bene?" chiese in un soffio.
Hanamcihi si girò di nuovo verso Rukawa che aveva mantenuto la stessa identica posizione durante tutta la loro lite "Sarebbe a dire Kitsune?"
"Sarebbe a dire che tu vieni qui il lunedì e il mercoledì quando io non ci sarò….do’hao."
"Benissimo. Ottimo, per me è già troppo vederti a scuola" approvò.
Non si sarebbero più incontrati casualmente nel club. Non avrebbe più dovuto correre il rischio di vederlo, di incontrarlo. Era fantastico, no?
"Hanamcihi…"
"Che vuoi?"
"Vai su se ti va. Di' a Shingo che hai il mio permesso di salire e che ti dia una stanza bianca."
"Grazie volpe" sussurrò allontanandosi.
Poteva salire in camera con Owaru. Poteva fare sesso con Owaru. Aveva il permesso della volpe.
Lui non aveva bisogno di nessun permesso.
La volpe gli offriva I mezzi per fare sesso con un altro.
Perché tra loro non era accaduto nulla.
Poteva salire con Owaru. A Rukawa non interessava. Perché si era fermato a guardarli prima? Perché non gli importava?
Perché non era accaduto nulla. NULLA. Notti inesistenti. Notti da eliminare anche dalla memoria, aveva avuto bisogno di una gomma per cancellare I ricordi di Kaede, ora l’aveva trovata. Owaru. Owaru avrebbe cancellato Kaede e tessuto un altro disegno. Perché tanto non c’era nulla no? Ma allora cosa doveva cancellare?
"Tutto bene Hana?" sussurrò piano Owaru tendendogli la mano.
Hanamichi sorrise stringendo quelle dita sottili tra le sue "Ottimo direi" sussurrò sedendosi arditamente a cavalcioni sulle cosce dell’uomo, spingendolo indietro con foga ed affondando nella sua bocca.
"Sei scemo per caso?" urlò sottovoce Junda "mi vieti di toccarlo e lo lasci andare via con quello? Cos’è ti ho fatto io un torto per caso? Ce l’hai con me? Dillo!!"
"Non ti ho mai detto che non potevi toccarlo" borbottò Rukawa allungandogli di nuovo il bicchiere vuoto affinché lo riempisse.
"Senti un po’ se vuoi ubriacarti liberissimo, sei il padrone ed hai anche la facoltà di riempire col tuo bel vomito rabbioso tutta la pista da ballo, però non tentare di far fesso me, capito? IO povero innocente barista di un localino gay ho una mente più reattiva della tua che dev’essere piena di aria compressa come quei palloni che ti piacciono tanto. Non solo ti porti a letto uno, e questo è già un miracolo che solo Buddha sa che cazzo ci venivi a fare tu qui ogni maledettissima sera prima di metterti a fare la spalla, ma non appena io oso fare un piccolo innocente piccante commentino sulle chiappe da urlo del tuo bel principe mi lanci uno sguardo che anche Attila si cagherebbe sotto supplicando la mamma e poi dici che potevo pure provarci?
L’avessi fatto sarei finito licenziato, tagliuzzato inscatolato e servito con contorno di riso alghe e bambù nei peggiori ristoranti cinesi. Sii serio marmocchio! Credi davvero che non mi sia accorto di come tu abbia iniziato a venire qui anche se non c’è Keichi? O di come lo pianti in asso, poveretto, non appena Hanamichi compare. Oh…ovviamente sto tralasciando l’insignificante fatto che hai dato a quel ragazzino minorenne il permesso di continuare a venire qui invece di sbatterlo fuori…chissà com’è contento di questo quel negriero di tuo zio…….senza contare che se si viene a sapere la carriera di Keichi è un po’ a rischio, ma tanto lui lascia correre perché a te ti si illuminano gli occhi quando arriva il rosso e gli ricordi tanto tanto lui stesso quando ha incontrato Takashi….."
"Piantala. Quello è Owaru."
"E lo so chi è sai, anche meglio di te deficiente. E’ solo un ingegnere informatico, non è uno yakuza che può fare il bello e il cattivo tempo….."
"Sei tu che non capisci. E’ Owaru. Il tipo con cui Hana voleva andare a letto la prima volta che è stato qui."
" Kaede tu devi imparare che……che fai?" chiese allarmato. Rukawa, afferrata la bottiglia di rum, si era alzato in piedi con uno scatto "Mi cerco un posto lontano dalle tue prediche" grugnì allontanandosi verso uno degli sgabelli più lontani dal piano bar.
Più lontano dal bancone, ma anche rivolto verso I divanetti.
Hanamichi era seduto sopra a quell’Owaru, nella stessa identica posizione in cui lui stesso si era messo la prima volta che lo aveva portato su. Nella posizione in cui l’ultima volta avevano fatto l’amo..sesso.
L’Owaru da parte sua sembrava non aver perso tempo: aveva insinuato una mano sotto la camicia di Hana e gli accarezzava I glutei con l’altra.
Lo toccava e la bocca di Hana gli baciava la gola.
Lo toccava e poteva sentire sospiri di Hana.
Lo toccava.
Tracannò un altro bicchiere di rum e gli occhi gli lacrimarono costringendolo a chiudergli; quando li riaprì Hana e l’Owaru stavano parlando con Shingo.
Il buttafuori cercò il suo sguardo per un istante e Kaede annuì.
Hana e Owaru salirono la scala e Kaede si versò un altro bicchiere.
Peccato che non avesse più voglia di bere.
 
 
NIA: che bello, bhè che dite vi piace fin qui???
Kosh: O_O ma tu già sei bacata al cervello, ora c'hai anche le manie suicide? ma vuoi che ti accoppino???
Nia: perchè non è un bel pezzo questo?ç_ç
Kosh. si guarda in giro vede le armi punatate prende in spalla Niane e scappa.....RIcordate che le volete bene!!!!
 
 
Era contro ogni legge della logica.
Rukawa gli aveva dato due giorni ben precisi in cui lui sarebbe potuto andare al locale senza incontrarlo e lui che faceva? Ci andava di giovedì..uno dei giorni riservati alla volpe.
Non poteva farci nulla era..semplicemente era più forte di lui; come quando lo sfotteva all’allenamento.
Doveva farlo e basta; senza nessuna ragione.
Insomma e poi Rukawa gli aveva solo detto I giorni in cui lui non ci sarebbe stato e non gli aveva imposto di andare tassativamente il lunedì o il mercoledì, giusto?
Giusto.
Per cui lui non stava facendo nulla di sbagliato, vero?
Vero.
Eppoi insomma, la volpe non poteva mica dettare legge no? Tanto tra loro non era cambiato nulla.
Non si parlavano, come al solito, non si passavano la palla, come al solito, non si insultavano e non si scazzottavano….come al solito, o almeno il solito che era cominciato da quando erano stati a letto assieme.
C’era un sacco di gente quella sera al locale e la maggior parte sembrava essere piuttosto vecchia, si, sulla quarantina. Impiegati ben vestiti nei loro pantaloni scuri con la piega, la giacca inamidata e la camicia con la cravatta leggermente slacciata. In realtà si sentiva un po’ a disagio dopo la prima volta aveva eliminato la giacca optando per semplici pantaloni e camicia, molto casual…molto fuor d’acqua in quell’ambiente di inamidati, l’avrebbe di certo guardato tutti e non nel modo in cui lui voleva.
Ignorando gli sguardi avidi degli altri clienti e rispondendo a grugniti alle loro avances si fece largo fino al bancone del bar.
"Posso offriti qualcosa dolcezza?"
"Lo vuoi un aperitivo principessa?"
"JUNDA!" chiamò senza degnare d’uno sguardo I due uomini che gli avevano offerto da bere.
"Hana tesoro che bello vederti. Vuoi qualcosina di buono? Ehi gente! Lui è quello che mi ha ispirato Bellezza rosa" gridò dall’estremità del bancone.
"E ci credo che te l’ha ispirata, ispirerebbe tante cose anche a me"
"Io preferirei bermi lui però al posto del drink, che dici tesorino si può fare?"
Junda appoggiò le bottiglie che aveva in mano e si avvicinò lentamente a lui, succhiandosi le guance e schioccando occhiatacce roventi ai clienti che l’attorniavano.
"Mi sbaglio o Kaede ti aveva detto di non venire quando lui è qui?"
"Io non prendo ordini da una volpe come lui. C’é ?"
"Perché?"
"perché…..perché così mi cerco un posto lontano da lui ovvio no?"
"Stasera è troppo impegnato per giocare con te"
"Non.non voglio giocare con lui." Balbettò sentendo il calore colorargli di rosso le guance. Perché diavolo stava arrossendo, in fondo aveva detto la verità no?
Junda lo osservò per un lungo istante indeciso, gli occhi nocciola buoni e sinceri, forse un po’ tonti, ma a giudicare dal comportamento di Kaede era una cosa tipica degli adolescenti: Poteva correre il rischio di tirare la corda e sperare che I burattini non rompessero I fili? No, era meglio limitarsi solo ai fatti:" Starà su uno dei divanetti centrali" disse " credo stia tortoreggiando con Keichi" aggiunse odiandosi: non aveva appena deciso di non mettersi in mezzo?
Il bel viso di Hana si contrasse per un attimo in una smorfia cattiva "grazie" sibilò: c’era ira nella sua voce e Junda sorrise guardandolo allontanarsi verso I divanetti: probabilmente Keichi avrebbe fatto festa anche quella sera.
Kaede era seduto nella fila più esterna, nel séparé centrale.
Seduto….parola grossa seduto, il termine più corretto era stravaccato: la schiena poggiata al bracciolo, una gamba sul divano ed una per terra, un braccio gettato con noncuranza sullo schienale dietro la schiena di Keichi che teneva la testa appoggiata al suo petto. Cazzo: sembrava una coppietta che si rilassa dopo aver fatto l’amore! Lui non c’era mai stato così con Kaede.
Fu Keichi a vederlo per primo, immobile a lato della pista, la bocca socchiusa e le orecchie rosse di rabbia; il biondino sorrise stiracchiandosi voluttuosamente e strofinò il viso contro il collo candido di Kaede pienamente rivelato da un semplice maglioncino rosso scuro dal profondissimo scollo a v.
Non portava nient’altro sotto.
Svogliatamente un dito di Keichi iniziò a tratteggiare il contorno dello scollo sul petto di Kaede che abbassò gli occhi sorpreso dal gesto; ma il biondino non lo guardava, no il biondo era troppo preso dallo spettacolo esaltante della faccia contratta dalla gelosia di Hanamichi per preoccuparsi di Kaede.
Keichi lanciò un piccolo bacio aereo al rosso prima di girare il viso e leccare vistosamente il collo di Kaede.
Con due unici passi Hanamcihci li raggiunse ed afferrato il polso di Keichi lo strattonò lontano da Kaede "Tu lurido moncherino d’uomo" sibilò e poi si verificarono alcune piccole, insignificanti, cose che la mente del tensai non riuscì ad ordinare.
Lui aveva stretto in una morsa ferrea il polsetto mingherlinetto del biondino giusto? Allora come mai si trovava piegato sopra il tavolino, la faccia che alitava sul legno lucido e le braccia strette dietro la schiena?
" Kaeduccccccio hai visto chi è venuto a trovarci?" canticchiò allegro Keichi costringendo Hanamichi ad alzarsi e a sedersi sul divano tra loro "però dolcezza non possiamo continuare a vederci così sai, credo sia meglio che voi sistemiate la faccenda una volta per tutte e che quando io e te usciamo insieme lui non ci capiti tra I piedi. Non sono geloso, ma ho bisogno di intimità, perbacco" ridacchiò liberando I polsi del rosso. Aveva parlato col suo solito falsetto effeminato, ma lo sguardo che lanciò loro non era assolutamente divertito e Kaede annuì Con un sospiro un po’ esagerato il biondo afferrò il proprio bicchiere e quello di Kaede "devo affogare la noia nell’alcool tesoro, permetti vero" chiese girandosi e allontanandosi leggermente, sculettando
"E’ giovedì do’hao" sibilò Kaede
"Lo so baka kitsune che credi. Piuttosto che ci facevi con quello?"
Kaede si strinse nelle spalle, non aveva voglia di perdere tempo a discutere con un idiota.
"allora" sibilò Hana afferrandogli una spalla.
"Non sono cazzi tuoi do’hao"
"Non mi parlare così stupida volpe" gridò tirandogli un pugno che Kaede parò appena in tempo.
"Niente botte qua dentro ragazzi" li ammonì divertito Keichi da poco distante, anche Junda era accorso, irritato e preoccupato, non appena aveva visto l’atmosfera scaldarsi un po’ troppo.
"Se proprio sentite il bisogno di mettervi le mani addosso andatevene su" chiocciò sorseggiando il liquore da uno dei bicchieri che aveva in mano.
"Non ho nessuna intenzione di andare a letto con questo cretidiota" gridò Hanamichi, rosso come I suoi stessi capelli.
"Do’hao" ringhiò Kaede scoccandogli un’occhiata congelante.
"Kitsune..su ti posso picchiare liberamente" sibilò
"Certo che lo puoi fare, muovetevi tutti e due" rincarò Junda indicando loro la scala.
"Do hao", rincarò Kaede, ma si incamminò verso la scala afferrando la chiave di una stanza.
Junda li osservò salire rigidamente le scale, riusciva ad immaginare benissimo l’aura di rabbia che li avvolgeva e che si espandeva come accadeva negli anime "sei sicuro che sia una buona idea?In fondo si stavano per picchiare" chiese perplesso.
"Oh quante storie, quei due hanno solo bisogno di parlare" decretò scolando un bicchiere e porgendolo al barman "spero" aggiunse subito dopo interrompendo a metà il sospiro di sollievo di Junda.
"bene do’hao sentiamo" chiese non appena Hana si fu chiuso la porta alle spalle.
La stanza era completamente nera: neri I muri, nere le lenzuola del grande letto che la occupava, neri I tappeti, nere le pesanti tende di velluto che correvano lungo tutta la parete est; neri anche Il centrino sotto l’unica lampade. Nera e spoglia. Nessun divano, nessun armadio, nessun comodino; solo il letto ed una piccola bassa mensolina su cui poggiava la lampada.
"Che cazzo ci facevi con quello?"
"Affari miei. Se è tutto qui quello che hai da dire possiamo anche picchiarci e farla finita" sospirò stringendo I pugni, ma a dispetto delle sue parole non si mosse.
"TU stai sostituendo il tensai con una specie di hobbit!"
"Non è un hobbit, do’hao e non devo sostituire nessuno. Ricordi tra noi non c’è nulla e tu ti scopi Owaru" sibilò con rabbia
"Non mi piace come ti si appiccica quel tipo! Deficiente!"
"Non hai nessun diritto di parlarmi così capito? Sei stato tu ad andare su con Owaru solo perché ti prudeva"
"Che cazzo stai dicendo volpe? Tu hai al tuo attivo chissà quanti altri amanti! Junda e poi chissà, magari ti sei fatto anche I nostri compagni!" insinuò maligno.
Rukawa inspirò e gli tirò un pugno che lo scaraventò di lato costringendolo ad aggrapparsi alla pesante tenda di velluto, che, sotto il suo peso, si scardinò dai gancetti che la sostenevano rivelando un’immensa vetrata. La luna piena scintillava avvolta da un alone rossastro sopra il mare leggermente mosso.
"Sei sempre indietro vero do’hao? Arrivi sempre dopo di me…sono più bravo di te nel basket e nel procurarmi gli uomini… Io sono stato a letto col tuo Mitsui, con Sendo e Koshino…."
"Maledizione volpe" gridò alzandosi di scatto e, afferratolo per le spalle lo gettò con violenza sul letto bloccandogli I polsi sopra la testa, un ginocchio sul suo stomaco
"Qual è il problema do’hao, ti sto dando ragione, no? sei forse geloso? Forse il tuo Owaru non era bravo come me?" sibilò faticando a respirare.
"OWARU ERA MILLE VOLTE Più BRAVO DI TE, DEMENTE! C’è la stessa differenza che passa tra un pivello come te e un genio come me nel basket! Owaru era eccezionale! Un amante attento e premuroso, molto gentile e pieno di esperienza! Ogni sua carezza era una poesia per I sensi, eppure non è riuscito a spegnermi il cervello." La sua voce collassò improvvisamente diventando un debole sussurro "Quando mi tocchi tu io non riesco a pensare a nulla, mentre lo faceva lui io…io ero cosciente e pensavo, ragionavo. Era bello stupida volpe, ma non era…non come con te." Confessò liberandogli I polsi e mettendosi a sedere sul bordo del letto, un sorriso triste sul viso.
Se ne era reso conto prima ancora di salire: I baci di Owaru erano tecnicamente eccezionali, eppure non lo coinvolgevano come quelli meno esperti della volpe. Non aveva avuto intenzione di salire in camera, almeno fino a che Owaru non gli aveva detto che Rukawa li stava osservando da un angolo del locale, allora qualcosa si era acceso dentro di lui. Kaede gli aveva dato la stanza. Non gli importava davvero nulla? O era così convinto del suo fascino da credere che lui non sarebbe mai salito? E perché diavolo li guardava?
Era andato su ed Owaru ce l’aveva messa tutta per renderla un’esperienza indimenticabile.
‘Si può conquistare un cuore tramite il corpo solo se il cuore è ancora libero; temo che il tuo non lo sia. Addio Hana’.
Si addio addio addio ma intanto il guaio era fatto, forse se avesse parlato con Kaede subito, ma quando era sceso Kaede se ne era già andato. L’aveva mandato su e non lo aveva aspettato. Non gliene fregava nulla, ecco la verità. L’aveva dimostrato il giorno dopo, indifferente come sempre.
Ma Hana aveva continuato a pensare a lui, alle sue carezze al suo calore. Era ossessionato e non dal sesso, ma da Rukawa. Per quello era andato lì quella sera, solo per quello; ma per la sua ossessione era solo un gioco nuovo.
"E con Mitsui com’era?" chiese pur non volendolo sapere.
"Non sono mai andato a letto con Mitsui do’hao"
Qualcosa rotolò allegramente nel suo cuore portandogli una ventata di stupida gioia
"E Sendo?" chiese col cuore che gli batteva all’impazzata.
"Nemmeno con lui" confessò in un sussurro Rukawa.
"E suppongo neanche con Koshino vero,"
Rukawa tacque
"Volpe??? Tu…" chiese in un soffio girando appena il viso per cercare lo sguardo azzurro del compagno.
Rukawa incrociò le braccia sotto la testa fissando il soffitto "E’ stato tanto tempo fa, io ero in seconda media e dopo un incontro di Basket ci siamo trovati da soli nello spogliatoio...lui ci stava e io...non c'è’ stato altro che qualche carezza. Do’hao…."
"…e Keichi?"
"Convive da 5 anni col suo uomo, hanno adottato un bimbo tre mesi fa ed è un poliziotto in borghese, lavora qui da due mesi e io sono la sua copertura"
"Ah" esclamò rimanendo a bocca aperta davanti alla rivelazione e la volpe glielo aveva pure detto che doveva controllare il locale per conto di suo zio…..
Un silenzio imbarazzato calò sulla stanza; Kaede steso sul letto, fissava ostentatamente la lontana spuma del mare che si increspava nella risacca, Hana le mani strette sulle gli occhi guardava fisso il muro nero davanti a sé: cosa doveva fare ora?
"Senti Kitsune…." Sussurrò girandosi verso di lui, il suo bellissimo viso spiccava come una macchia di neve sulle lenzuola scure, cos’è che gli voleva dire?
"Hn?"
Silenzio incerto ed imbarazzato. Il silenzio di chi ha tante cose da dire e nulla perché il significato delle parole non può esprimere il contenuto dell’animo. Nemmeno I loro occhi, l’azzurro dell’uno che si fondeva nel nocciola dell’altro, riuscirono a spiegarsi, ma in fondo anche il cielo e la terra si limitano a cercarsi senza aver mai bisogno di parole.
"Ti dona il nero, kitsune" sussurrò roco, la gola contratta così tanto da aver problemi a far passare l’aria.
"Idiota", un mormorio liquido, quasi un gemito di voluttà che fece rabbrividire Hana.
"Non voglio venire di nuovo a letto con te volpe"
"Chi ti vuole do’hao?"
Un sorriso malizioso sul viso del rosso, il suo indice audace che sfiorò appena l’erezione incipiente di Kaede "Tu" la sua risposta.
Kaede chiuse gli occhi ansimando ed Hana lo rivestì col proprio corpo, schiacciandolo col suo peso sul materasso.
A fatica Kaede liberò le braccia da sotto alla testa per abbrancare quella di Hana imprigionandolo in una morsa contro il suo viso, non ebbe bisogno di leccargli le labbra perchè queste si schiudessero sulle sue e lo avvolgessero in un bacio profondo ed ansimante.
"Perché mi baci?" lo stuzzicò muovendo appena il bacino sotto di lui, sfregandosi contro la sua erezione dura che gli scavava nella coscia.
"Non…" borbottò mordendo la pelle del collo sotto il mente "spreco mai nulla io" sussurrò scivolando sulla gola verso l’ampio scollo del maglione "soprattutto le volpi servite su lenzuola di seta nera" biascicò tirando la lana di lato fino a scoprire il piccolo capezzolo rosato e completamente eretto.
Le labbra si chiusero attorno a lui e Kaede sospirò " è raso do’hao" ed Hana lo morse delicatamente costringendolo ad inarcarsi con forza.
"Non mi interessa baka kitsune" sussurrò infilandogli le mani sotto il maglione e sollevandoglielo sopra la testa per sfilarlo.
Un corpo candido sulla stoffa nera, un piatto prelibato che doveva essere assaggiato. Iniziò dal collo succhiando piano la giugulare che pulsava, incurante di lasciare segni rossi sulla pelle diafana. Che restassero degli ematomi, che tutti vedessero che non era roba su cui posare gli occhi.
Baci, baci continui ed umidi su tutto il petto a casaccio, seguendo l’istinto: preciso in mezzo al petto, sullo stomaco, su un capezzolo duro da impastare con la lingua e poi di nuovo il collo, senza uno schema, soffermandosi sui punti in cui il respiro affannoso di Kaede diventava un ansimo e le sue mani stringevano la presa sulle spalle. Baci in discesa verso lo stomaco, l’ombelico e sopra la cintura dei pantaloni. Che fastidio I pantaloni, bisogna toglierli I pantaloni…si potevano baciare I pantaloni? Un bacio leggero sulla coscia, che fastidio la stoffa, un bacio leggero più verso l’interno, ma la stoffa morbida era sempre più grossolana e ruvida della pelle di seta, un bacio sul suo membro eretto e schiacciato,un albero abbattuto che non può svettare. Kaede mugulò ed Hana mordicchiò piano la sua virilità impedita facendolo inarcare. No, bisognava togliere I pantaloni.
"Spogliati " susurrò spogliandosi con foga.
Con un sospiro, non molto accondiscendente Kaede si alzò sfilandosi I pantaloni e restando con un paio di piccoli slip neri che disegnavano perfettamente il suo splendido sedere. Senza pensare Hanamcihi si allungò sul letto mordendo piano la carne soda.
"Do’hao!" lo sgridò divertito Kaede girandosi verso di lui e spingendolo supino sul letto.
"Guarda ed impara, do’hao" sussurrò portandosi le mani ai fianchi e facendole scivolare con lentezza sotto l’elastico. Abbassando gli slip millimetro per millimetro fino a liberare, con un sospiro, la sua virilità tesa. Hanamcihi guardava sentendo il fiato rarefarsi e il caldo ricoprirgli il corpo. Voleva toccarlo. Voleva essere toccato. Con uno scatto si rialzò gettando Kaede sul letto e stendendoglisi sopra, riprendendo a baciare la sua pelle diafana come un assetato.
"Volpe" mugugnò contro la sua pelle, scendendo a leccare con la punta della lingua il suo membro bollente "volpaccia" ripetè succhiandone piano la punta congestionata facendolo gemere di paciere.
"Volpaccia lussuriosa" sussurrò salendo alle sue labbra per un bacio lungo e sensuale.
"Do’hao chiacchierone" lo rimproverò Kaede facendolo rotolare dall’altra parte del letto e sistemandosi sopra di lui.
"Do’hao" ripetè accarezzandogli dolcemente lo zigomo con un dito "il mio do’hao" sussurrò baciandogli il punto sfiorato e sussurrando così piano che Hana non lo sentì nemmeno.
"Mio" ripetè scendendo sul collo fino alla spalla che morse con dolcezza.
Le sue mani scivolavano sul corpo di Hanamichi aprendo la strada per le labbra che le seguivano: il braccio destro e il palmo per risalire alla spalla e scendere di nuovo verso il petto che si muoveva affannato, e I fianchi morbidi, la coscia scolpita e il polpaccio.
"tra un po’ cadi dal letto volpe" l’avvisò incapace di tenere gli occhi aperti: probabilmente le statue santi davanti alla venerazione dei credenti dovevano sentire lo stesso strano miscuglio nello stomaco che accartocciava il suo in quel momento.
Quello non era certo solo sesso, non poteva esserlo.
Kaede gli mordicchiò la pianta del piede e la lambì con la punta della lingua scivolando piano verso l’alluce, incurante dei gemiti smorzati che uscivano dalla gola del rosso che si contorceva sotto di lui.
Stava invadendo Hanamichi un piacere strano più emotivo che fisico, quelle labbra che baciavano una parte del corpo così poco sexy, quei denti affilati che mordicchiavano il suo alluce dimostrando di accettare di lui tutto anche le parti meno erotiche, quella bocca che gratificava il suo ego più che il suo corpo…..un singulto che gli scappò dal petto rovinò completamente le sue elucubrazioni: Kaede gli stava succhiando l’alluce, non lo leccava, non lo mordeva lo stava proprio succhiando come avrebbe potuto fare con….con..e il piacere che gli dava non era emotivo, ma completamente fisico, come si stava impegnando a dimostrare il suo pene che pulsava indiavolato.
Con voluta lentezza Kaede abbandonò le sue dita scivolando con la lingua sul dorso del piede, tracciando una scia infuocata lungo il polpaccio, segnando la sua coscia con piccoli morsetti e lunghe lappate che lo facevano contorcere sotto al sua bocca.
"Do’hao" sussurrò scivolando col viso nell’interno coscia, spingendolo ad allargare le gambe per lasciargli più spazio, ansimando senza controllo.
Con la crudeltà degli amanti Kaede si dedicò a lungo a leccare quel piccolo centimetro di pelle morbida dell’attaccatura della gamba, incurante del membro infuocato che sfiorava con la guancia e delle suppliche inintelligibili del suo amante. Ci vollero milioni di anni prima che la sua bocca salisse verso destra e trovasse la base della virilità tesa di Hanamichi ed iniziasse ad arrampicarsi senza fretta sulla sua lunghezza pulsante fermandosi solo quando ebbe raggiunto la punta rossa ed umida.
"stronzo" gracchiò Hanamcihi notando lo sguardo divertito del moretto che sorrise dolcemente, aprì le labbra e lo prese completamente in bocca.
I gemiti di Hana riecheggiarono nella stanza spoglia avvolgendoli assieme alle lenzuola che si ammonticchiavano, attorno alle sue mani contratte, rivelando qua e là il biancore del letto.
Implacabile la bocca di Kaede lo succhiava senza posa stuzzicandolo con la lingua.
"Kaaaa basta!" supplicò Hanamcihi dopo alcuni centenari istanti di quella tortura che minacciava di farlo esplodere nelle sua bocca.
Kaede si interruppe sollevando appena il viso dal suo ventre pulsante "perché?" chiese, aveva la voce roca.
"perché sto per…" ansimò arrossendo vistosamente dall’attaccatura dei capelli fino a metà collo.
"E’ quello che voglio".
Hanamcihi sgranò gli occhi emettendo un versetto strano a metà tra un gemito ed un singulto.
Kaede scosse piano la testa e strisciò su di lui fino a raggiungergli il viso col proprio. "Dov’è il problema do’hao" sussurrò baciandogli una guancia "io voglio che tu venga, voglio poterti assaggiare" gli sussurrò direttamente nell’orecchio.
Hanamcihi boccheggiò privo di aria, il suo corpo reagiva alle parole della volpe con milioni di scariche di piacere, eppure era tutto così…"Imbarazzante" sussurrò chiudendo gli occhi.
"Pf, è normalissimo, tutte le coppie lo fanno, do’hao" annunciò senza togliere il viso dal riparo sicuro del suo collo, non voleva che Hanamcihi si accorgesse di quanto quel discorso lo stesse imbarazzando.
"Ah E’ NORMALE??? A quanti l’hai fatto volpe?"
Kaede si strinse un secondo nelle spalle "tu sei il primo che mi ha fatto venire una simile voglia. E io faccio sempre quello che mi va" annunciò serafico baciandogli il collo e dirigendosi di nuovo verso il suo inguine.
"Ru..Nooo" gemette.
"Rilassati Hana. Non pensare. Finora il gioco l’ho sempre condotto io no?Ti volevo prendere e ti ho preso. Ti volevo in me e l’ho fatto. Ora ti voglio assaggiare. Completamente. Rilassati. Rilassati e goditelo" lo rassicurò.
"IO mi vergogno baka kistune!" gemette inarcandosi sotto la sua lingua.
"Vergognati allora" stabilì riprendendo, se possibile, a succhiare con ancora più voracità di prima.
Il respiro di Hana si fece violento, incontrollato, l’aria non faceva in temo ad entrare nella sua bocca che veniva espulsa con gemiti inarticolati sempre più forti e violenti, rumorosi.
Sentiva il velluto umido della bocca attorno a sé.
Sentiva il proprio membro che si ingrossava e pulsava raggiungere implacabile il limite del non ritorno.
Strinse con violenza le lenzuola tra le dita, nascondendosi il viso con l’altro braccio.
"KAEDE" gridò e Kaede chiuse gli occhi mentre il piacere bollente e salato di Hana gli invadeva la bocca, continuando a succhiare dolcemente fino a che non lo sentì ammorbidirsi tra le labbra.
"Hana?" lo chiamò baciandogli piano l’ombelico.
"st…stronzo" rispose il rosso da sotto il braccio abbandonando finalmente le lenzuola sgualcite per passare la mano nella seta nera più soffice e corposa dei capelli di Kaede.
"Vieni fuori da lì sotto Hana"; ma Hanamichi non si mosse, costringendolo a tirargli via il braccio dal viso a forza.
"Coraggio Hana apri gli occhi"; ma Hana gli fece la linguaccia.
"Do’hao" proclamò Kaede baciandogli un occhio chiuso, poi l’altro, la punta del naso ed infine la bocca che si aprì timida sotto la sua in un lungo bacio lento.
"kitsune" rispose finalmente Hanamichi aprendo gli occhi per specchiarsi nel suo cielo privato "kitsune antipatica" sussurrò contro le sue labbra invocando un altro bacio che non gli venne negato.
Si era sfogato, svuotato nel modo più completo e appagante che avesse mai sperimentato nella sua giovane vita, eppure quel bacio dolce ed anche dispettoso, il caldo corpo morbido steso sul suo, il sesso duro di Kaede che batteva sulla sua coscia imprimendovi un marchio di fuoco, tutto gli causava una certa insoddisfazione, era come se il desiderio languisse sepolto nelle sue vene come uno di quegli incendi che paiono sedati ma che divampano improvvisi dopo pochi istanti.
Lasciò scivolare le mani sulla schiena liscia, soffermandosi in un istante di incertezza sulla collina della natiche(peccato non aver uno specchio in quella camera gli fece notare un angolino sconosciuto della sua mente), prima di solcare la loro linea, accarezzando la carne e scivolando lungo la fessura bollente, sfiorandogli al piccola apertura, più giù fino a toccare la base della sua virilità. Kaede gemette sciogliendo il bacio ed inarcandosi su di lui.
"Hana…"
"kami ka" sospirò il rosso: l’incendio aveva iniziato a divampare nuovamente e stavolta non aveva voglia di giocare, non voleva le coccole e le carezze, voleva la violenza dall’amplesso.
Con un unico movimento allargò le gambe e il membro di kaede si trovò a bussare tra le sue cosce.
"fallo Kaede" supplicò.
Rukawa lo guardò con gli occhi appannati dalla voglia di accontentarlo " Bisogna andare a prendere…" sussurrò chiedendosi se sarebbe stato davvero in grado di alzarsi ed abbandonare quel nido.
"Dove?" chiese Hanamichi spingendo il bacino verso quello di Kaede
"Di là..in bagno, dentro qualche mobile credo"
"al diavolo, hai qualche malattia volpe?"
"No.." e spalancò gli occhi rendendosi conto di quello che Hanamichi stava realmente dicendo.
"Bhe io nemmeno e comunque l’ho fatto solo con te per cui…"
"E Owaru" aggiunse
"si bhe ma con lui non abbiamo fatto che…io non ho…cioè io e lui e noi …io"
"Lui non ti ha preso?" sussurrò Kaede, ma il suo cuore batteva ancora o si era fermato?
"Ma sei pazzo? Non glielo avrei mai fatto fare."
"E non hai preso lui?"
"no" ammise arrossendo "io….." ma non poté finire al frase perché la bocca assetata di Kaede scese sulla sua rapendola in un bacio mozzafiato.
"senza crema farà male Hana" lo avvertì allontanandosi da lui di pochi millimetri
"macché" stabilì il tensai, pentendosi quasi immediatamente della sua sparata perché in effetti per quanto piano Kaede avanzasse faceva male; cavolacci se faceva male, solo che ora sapeva cosa aspettarsi, sapeva che il dolore sarebbe scemato per essere sostituito dall’estasi; tuttavia non riuscì a trattenere un gemito di dolore quando con un ultima spinta Kaede lo forzò entrando completamente in lui. Rimase immobile per un momento lunghissimo e non per dare ad Hana la possibilità di abituarsi, ma per se stesso: era una sensazione intossicante, mille volte più vivida che non con quell’affarino di plastica, era come se avesse sempre guardato il mondo con un paio di occhiali da sole e per la prima volta se li fosse tolti rimanendo abbagliato; se si fosse mosso probabilmente sarebbe esploso.
Ancora immobili allungò la mano verso il sesso turgido di Hana, accarezzandolo dolcemente, aiutandolo a dimenticare il fastidio che provava e solo quando il bacino del rosso cominciò a spingere contro il suo iniziò a muoversi a sua volta.
Un movimento ritmico, anche se non proprio unisono, fatto di spinte e di fughe sempre più scoordinate ed ossessive.
"Ruuuuuu" gemette piano e a lungo Hana sollevando le gambe ed allacciandogliele dietro la schiena, il bacino alto completamente offerto ai suoi colpi profondi e veloci.
"Si" rispose tirandosi quasi fuori da lui e riaffondando con forza, spingendosi a fondo dentro di lui cercando la salvezza. E la salvezza li sopraffece entrambi con un urlo.
Erano immobili nel letto sfatto, la testa di Kaede appoggiata sul petto di Hanamichi, una gamba tra le sue ed il braccio destro di Hana che gli pesava svogliato sulla schiena.
La luna nel cielo si era un poco spostata finendo ad illuminare direttamente la spuma del mare, ma per quanto ne sapevano loro erano trascorse ore da quando si erano accasciati sul letto con un sospiro.
"non ho voglia di alzarmi" si lamentò flebilmente Hanamichi cercando di sollevare la testa dal letto e di sconfiggere il torpore dell’amore.
"resta qui allora"
"Dormire con te Non se ne parla, non posso"
"Che c’è do’hao ti fai venire I pudori? E’ tardi sai" borbottò scostandosi da lui.
"Avanti volpe! Come posso dormire con te e poi far finta che tra noi non sia successo nulla?"
Kaede chiuse con forza gli occhi, non voleva più sentire "dov’è il problema idiota?"
"Dov’è il problema?! Il problema stupida volpe cretina è che se io me ne vado domani mi sveglio nel mio letto solo e potrò relegare questa notte al campo dei sogni; se invece resto…." Chiuse gli occhi e girò il viso dall’altra parte, non lo voleva vedere " se resto mi girerò nel sonno fino a che non finiremo abbracciati come due amanti. Domattina mi sveglierò tra le tue braccia e vedrò il tuo brutto muso addormentato e poi magari soprappensiero ti saluterò pure con un bacio. E sarà giorno e io non riuscirò a far finta che non sia accaduto nulla. Passerò il mio tempo sperando di incrociarti nei corridoi e squadrandoti all’allenamento, desiderando toccarti e rodendomi il fegato ogni volta che quelle sgualdrine starnazzeranno I loro stupide slogan….."
"Tho" sussurrò Kaede porgendogli il suo cellulare "telefona a casa e di che resti a dormire fuori"
"KITSUNE!" gridò girandosi furioso verso di lui " non hai ascoltato una mazza di quello che ti dicevo vero?"
"Do’hao" sussurrò piano rotolando su di lui per un quarto ed appoggiando la testa tra la sua spalla e la testa "non andrà così do’hao. Domani faremo finta che stanotte non sia esistita. Domani ti sveglierò così" e lo baciò piano prima sulla gola e poi sulle labbra " ‘Buongiorno amore, ti va di saltare le lezioni e rimanere qui a giocare con me?’"
Hanamcihi spalancò gli occhi e la bocca stringendo a sé la volpe, il viso leggermente arrossato "quella è la domanda che mi farai domattina vero? Perché io sono un po’ stanco" ammise guardando il soffitto.
L’aveva davvero chiamato amore?
"Do’hao……."
"Comunque domani potrei anche risponderti che sono un tensai e non ho bisogno di seguire le lezioni" sussurrò componendo il numero di casa sul cellulare.
Davvero l’aveva chiamato amore?
"Mamma senti io resto a dormire da Yohei..si…si…si….si…si…si…..si….si! va bene si. Si…..ok…notte…si…."sbuffò chiudendo la telefonata e continuando ad aggeggiare col telefonino.
"Che stai facendo ora?"
"Che domande, volpe fessa, avverto Yohei che sto dormendo da lui, no? Chissà che faccia farà quando gli dirò che stiamo assieme" disse trattenendo il respiro. L’aveva fatto, aveva detto le paroline magiche che non avrebbero più potuto lasciare adito a dubbi; ora toccava a Kaede emettere la sentenza.
Sorridendo Rukawa si accoccolò meglio contro di lui "intendi dirglielo?"
Hanamichi si rilassò accarezzandogli piano la schiena felice "non è mia intenzione baciarti in mezzo alla scuola, ma non ho nemmeno intenzione di non farlo negli spogliatoi. Non farò finta che tra noi non c’è nulla, e poi Yo lo scoprirebbe subito"
"Mh" concordò Kaede.
Il silenzio li avvolse senza ombra di imbarazzo, dolcemente e a lungo.
"Kaede?"
"mm" grugnì col tono distaccato di chi è già sulla strada del sonno.
"Credo che…si, insomma…" sussurrò spostandogli piano I capelli dalla fronte per baciarla " ti amo".
Kaede sorrise.
La luna piena brillava nel cielo, rischiarando le nuvole passeggere con la sua luce dorata. Sotto di lei il mare si increspava in mille piccole ondine dalla punte argentate. Una brezza leggera leggera muoveva appena le fronde degli alberi di quel paesaggio da cartolina; ma Hanamichi non lo notò neppure.
Il viso addormentato di Kaede era un paesaggio di gran lunga più bello.
 
FINE
 
Nia orpolina non finiva più….
Kosh: è che sei pigra
Nia:-____- grazie molto gentile, ma come sei carino…..
SENDO: scusa..ma Kosh e Rukawa????
Kosh O_O è vero io e QUELLO:::CHE ORRORE PREFERISCO TE!!!!
Nia: *_* Me a Ru?? davvero???? ta tattata ta ta tatatta (ehm...è la marcia nuziale-_-"")
Sendo: E io nulla  con nessuno dei due ma non è giustoç_____ç
Kosh: che palle….>_<
Nia ta tatta tatatataaaaaaaaaaaaaa

 


 

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