Club
privato iguana
di Niane
Parte III
Si potrebbe dire, per storpiare una
frase fatta: altra settimana altra corsa; peccato solo però che non
sia assolutamente passata una settimana dall’ultima volta che ha
messo piede all’Iguana, ma solo cinque miseri giorni. E non era
stato nemmeno facile arrivarci ai cinque giorni, come accade ai
drogati la sua capacità di resistenza tra una dose e l’altra
sembrava andare continuamente riducendosi in modo allarmante.
Qualcosina di subdolo e malefico saltellava allegramente nel suo
stomaco ogni volta che sentiva dire la parola club, il che accadeva
almeno una ventina di volte al giorno: lungo I corridoi della scuola
quando incrociava I piccoli secchioni che si dirigevano al club
di fisica dove un corpo bianco e morbido si sedeva sulle sue
ginocchia e lo spingeva steso sul letto…o quando incrociava le
ragazze del club di letteratura e lingua giapponese e
lui sentiva la lingua di un particolare giapponese intrecciarsi alla
sua, scivolare sul suo corpo, nell’orecchio, sul ventre e più giù
e le cose non miglioravano nemmeno con I club sportivi perché lo
sport implica movimento e sudore che scivola su una gola adamantina
e che fa luccicare I corpi riflessi nello specchio; che dire poi del
club di basket? Quello in cui lui militava e in cui c’era anche un
tale con cui non aveva avuto mai nulla a che fare(MAI; CAPITO?!) che
se ne andava in giro per la palestra con un paio di pantaloncini così
corti ed attillati per il sudore che se non se li fosse mai messi
sarebbe stato meglio, perché almeno non si sarebbe trovato
costretto a ricordare la pelle liscia e candida che celavano e il
loro calore che lo avvolgeva? Appunto che dire del club di basket?
Nulla, tanto non c’era mai stato nulla; erano sempre e solo quegli
ormoni imbizzarriti che l’avevano costretto ad andare al Club
Privato Iguana la prima volta.
Avrebbe voluto attendere almeno una
settimana prima di tornarci, ma quegli indisciplinati ormoni avevano
bisogno di un corso immediato di buone maniere.
Nonostante l’ora fosse più tarda
c’era ancora meno gente della volta precedente, del resto erano
pochi quelli che uscivano il lunedì sera, per questo forse il
buttafuori, felice di rivederlo, lo aveva accompagnato fin dentro la
sala più premurosamente del solito.
Una musica bassa e dolce, soffusa come
le luci fioche che provenivano dai lati della stanza: I faretti che
di solito illuminavano la pista erano stati spenti in modo da
lasciare un’intimità maggiore alle poche coppiette.
Fermo sull’ultimo scalino Hanamichi
osservò con indolenza la zona bar, c’erano solo due dei cinque
baristi e si muovevano pigri, rinunciando ai loro spettacolari
giochetti con le bottiglie. Da dietro il bancone Junda lo salutò
sollevando in alto un bicchierino e strizzandogli un occhio.
Hanamichi infilò le mani nelle tasche dei jeans avanzando piano
verso di lui, mirandolo con decisione, attento a non girare lo
sguardo verso la zona dei divanetti.
"HA-ANA-MICHI!!!" tuonò
Junda gettando in aria il bicchiere, volteggiando su se stesso prima
di riafferrarlo allungando la mano dietro la propria schiena
"Come sono felice di rivederti tesoro mio bellissimissimo! Sto
posto all’inizio settimana è più desolato di un cimitero di
zombies il giorno del giudizio universale! Cosa ti faccio da
bere,amore mio?"
"Qualsiasi cosa sia vorrei offrire io" sussurrò piano una
gentile voce calda.
Hanamichi sussultò arrossendo
vistosamente e Junda socchiuse gli occhi in due fessurine strette
per un istante, prima di riprendere il suo ruolo di animatore ed
allungarsi lascivo sul tavolo, sfiorando con un dito il bottone
della giacca scura dell’uomo "Vorrà mica portarmi via la
preda, vero ingegnere?"
"Certo, la preda ed anche due
cocktail deliziosi, io prendo quello che fai per lui" sussurrò
Owaru strizzandogli un occhio.
"Naaaa mi oppongo, mi oppongo, mi
oppongo, è troppo giovane per te, vero Hana che sei
troppo….."si interruppe con un sospiro desolato: Hanamichi si
era perso negli occhi verdi di Owaru con un sorriso che non lasciava
scampo "…giovane per lui" concluse piano iniziando a
preparare il suo cocktail speciale.
"E’ un piacere rivederti,
Hanamichi" sussurrò piano Owaru sedendosi sull’alto sgabello
accanto al suo, il proprio ginocchio che sfiorava appena quello del
rosso
"E’ un piacere anche per
me" borbottò Hana impacciato, sentiva un calore intollerabile
ardergli il viso ed il collo.
"Et voilà Bellezza rosa, un
ottimo cocktail creato in un impeto d’ispirazione dal sottoscritto
la settimana scorsa in onore del qui presente Hanamichi. Che mi dici,
ingegnere, ti piace?" chiese Junda piantando I gomiti sul
bancone, tra il braccio di Hanamichi e quello di Owaru, e posandovi
sopra il viso in una sorridente attesa.
Cercando lo sguardo di Hana oltre la
spalla del barman, Owaru sollevò il calice portandolo alla bocca,
assaporandone un breve sorso che gli macchiò di rosso le labbra
carnose; lentamente socchiuse appena gli occhi pulendosi la bocca
con la punta della lingua: "delizioso, anche se non credo possa
essere buono davvero come l’ Hanamichi originale" sussurrò.
Hana spalancò gli occhi sentendo il
proprio membro guizzare con violenza nei pantaloni
all’insinuazione; improvvisamente faceva caldo troppo caldo là
dentro e l’aria faceva fatica a raggiungere I suoi polmoni
congestionati lasciandogli l’affanno.
"Ti va di andarci a sedere Hana?"
chiese sottovoce Owaru accarezzandogli con il polpastrello le dita
contratte attorno al bordo del bancone.
Hanamichi si limitò ad annuire,
incapace di parlare; quell’uomo riusciva a annullarlo
completamente: pochi semplici gesti e lui, il tensai, si dimenticava
persino di come si facesse a parlare. Incerto sulle gambe, passo
dopo passo, lo sguardo fisso sulla schiena dell’uomo che lo
precedeva, lo seguì fino ad un separé appartato, sedendogli
accanto ed afferrando con le dita tremanti il bicchiere che
l’altro gli porgeva.
"Credo che ora Junda mi odi"
sussurrò divertito l’uomo sorseggiando la crema liquorosa
"mi sa che ha qualche mira su di te. Ti dispiace se ti ho
rapito?"
Hanamichi scosse il capo trangugiando
in un unico sorso il suo cocktail.
"Hanamichi ti prego parlami"
lo supplicò accarezzandogli la guancia con dolcezza fermandosi un
attimo prima di sfiorargli le labbra con le nocche.
Piano, con esitazione, Hana girò il
viso verso la sua mano, sfiorandola appena con le labbra, cosa
poteva dire? Se avesse aperto la bocca probabilmente il cuore gli
sarebbe schizzato fuori spiaccicandosi contro l’elegante lampada
sul tavolino tondo davanti a lui "no" riuscì a sussurrare
roco "non mi dispiace."
Owaru l’osservò un istante con
attenzione. Cos’era tutta quella esitazione? Quell’imbarazzo,
quell’incertezza? Che Hana non avesse fatto nemmeno un minimo di
esperienza da quando lo aveva abbandonato? No, non era possibile;
quel luogo avrebbe dovuto essere frequentato da deficienti ciechi
perché questo accadesse. Che il ragazzo avesse deciso di
aspettarlo? Il suo cuore guizzò come un salmone in mezzo alle
rapide e fu con dolore che si costrinse a scacciarla dalla mente: se
si fosse fatto simili illusioni avrebbe solo sofferto. Era molto più
probabile che Hana fosse solo timido. Con dolcezza fece scivolare la
propria mano sotto il mento del rosso, sollevandogli il viso.
"Hana" sussurrò ed Hana
chiuse gli occhi avvicinandosi fino a sfiorare quelle labbra che
aveva solo potuto assaporare superficialmente.
Morbide. Calde. Profumate di fragola.
Dolcissime.
Con lentezza Owaru gli accarezzò la
gola, scivolando con la mano sul suo collo fino alla nuca,
affondando nella zazzera rossa e morbida che la ricopriva. Hana
sospirò schiudendo la bocca e succhiando piano il labbro inferiore
dell’uomo, rubandogli un gemito strozzato.
Piccoli infiniti brividi gli
rivestirono la schiena serpeggiando ammiccanti nella leggera peluria
delle braccia, sollevandola appena dal piacere: finalmente dopo
un’attesa troppo lunga avrebbe conosciuto il sapore della sua
bocca, finalmente….la lingua di Owaru sfiorò la sua e il cuore di
Hana sussultò al contatto, il respiro si smarrì da qualche parte
tra I suoi bronchi e gli occhi gli si socchiusero appena.
Una fessura piccola piccola in cui si
insinuava la luce azzurra e fioca della lampada Tiffany e l’ombra
di una persona che li stava osservando.
Le mano sinistra di Owaru gli circondò
la vita attirandolo carezzevole verso il suo petto.
Qualcuno li stava osservando.
La lingua di Owaru titillò la sua
invitandola a danzare e I brividi di Hana volteggiarono felici sulla
sua pelle.
Qualcuno li stava osservando
DANNAZIONE!
Con uno scatto non molto gentile nei confronti di Owaru Hanamichi si
tirò indietro irritato, stropicciandosi gli occhi per abituarli di
nuovo alla luce e per togliere il velo residuo di passione che li
offuscava.
"Non volevo disturbare"
annunciò indifferente Rukawa che, con un paio di pantaloni di lino
neri ed un dolcevita bianco, se ne stava languidamente appoggiato
alla grata sottile di bambù che divideva un séparé dall’altro
osservandoli
"Bhè lo stai facendo Kitsune!"
gridò un po’ troppo alterato Hanamichi: perché doveva essere lì
anche quella sera? Perché lo doveva guardare in quel modo? Perché
doveva essere così schifosamente sexy?
"Shhh, non ti arrabbiare per
nulla tesoro" sussurrò piano Owaru, accarezzando con due
nocche lo zigomo di Hana, la sua guancia, soffermandosi
intenzionalmente per un lungo attimo sulle sue labbra prima di
allungarsi appena verso l’inopportuno disturbatore.
" Lieto di conoscerti"
sussurrò educatamente porgendo la mano al moro che la strinse con
forza eccessiva "io sono Owaru".
Gli occhi Di Kaede si spalancarono
visibilmente colmi di sorpresa ed orrore " Kaede; un compagno
di scuola di Hanamichi" sibilò ritirando con forza la mano e,
giratosi sui tacchi, si allontanò veloce.
"Compagno di scuola?"
sussurrò divertito Owaru, accarezzando con le labbra il collo di un
Hanamichi immobile in una posa rigida e forzata: la schiena
drittissima le labbra serrate fino a sbiancare e le dita strette in
un pugno spasmodico; "Di solito ci si definisce ‘amici’ non
compagni di scuola. O magari" sussurrò scivolando con piccoli
baci verso l’orecchio "siete stati assieme alle
superiori?" gli chiese leccandogli il lobo, cercando di
distogliere con le sue dolci carezze l’attenzione di Hana dal
moretto.
"Niente, niente di tutto
questo" borbottò Hana incapace di distogliere lo sguardo dalla
schiena di Rukawa che si dirigeva al bar "senti, mi scuseresti
solo un attimo?"
Owaru si congelò letteralmente, le
sue labbra si bloccarono attorno al lobo del ragazzo, la mano che
gli stava accarezzando piano la schiena si fermò a metà del gesto
mentre lui si allontanava lentamente e di poco dal rosso, giusto lo
spazio necessario per guardarsi in faccia "Cosa c’è tra di
voi, Hana?"
"Nulla" rispose evitando di
guardarlo.
"Sicuro?" sussurrò
dolcemente.
"Siamo stati a letto una volta,
ma morta lì. Solo che non mi piace il suo atteggiamento. CHI CAVOLO
PENSA DI ESSERE PER VENIRE QUI E COMPORTARSI COSI’ EH???? Lui la
deve smettere di comportarsi così, io non lo tollero! L’unica
cosa che sa fare è pavoneggiarsi, per il resto non è altro che un
emerito idiota convinto di essere più bravo di me a giocare a
basket!" esplose, sbuffando tutta la sua rabbia in un unico
rivolo di parole ininterrotte.
Owaru sogghignò "Rivalità
sportive dunque? Se proprio ti far star meglio vai a cantagliene
quattro, tesoro. Io ti aspetto qui. Perché tu tornerai vero?"
Hanamichi lo fissò in silenzio per un attimo prima di annuire e
sorridere "Di sicuro" promise sfiorandogli le labbra con
un bacio leggero prima di alzarsi.
Era perfettamente cosciente del fatto
che stava reagendo in modo sproporzionato, che avrebbe dovuto
strafegarsene di quell’idiota cretino, eppure qualcosa dentro di
lui ribolliva di rabbia. Probabilmente era una capacità innata di
Rukawa , era una cosa che gli capitava fin dal loro primissimo
incontro.
"Rukawa" sibilò
stringendogli la spalla in una morsa.
"Hn?" mugugnò Kaede senza
smettere di sorseggiare un lucente liquido dorato dall’odore
pungente.
"Non si può fare a botte qua
dentro ragazzi chiaro?" li avvertì Junda e il suo tono
costrinse Hana sollevare lo sguardo dalla schiena di Kaede per
fissarlo.
Gli occhi sorridenti del barman
avevano assunto un taglio duro e serio che non ammetteva repliche;
tuttavia nel loro profondo si leggeva anche qualcos’altro:
delusione? Preoccupazione? Che cosa?
Obbediente Hanamichi abbassò la mano
lasciando andare Rukawa.
"Che cazzo volevi insinuare con
quella frase volpe?"
"Mi sono presentato do’hao"
"Deficiente! C’era bisogno di
dirgli che sei un…"
"Ho detto solo la verità"
rimbrottò trangugiando in un sorso il contenuto del bicchiere.
Junda scosse la testa.
"La verità??? E che cazzo di
bisogno c’era di dire la verità??? Tu volevi solo mettermi in
difficoltà non è vero Kitsune????Tu sei solo invidioso perché io
ho rimorchiato Owaru!"
"Do’hao"; un sussurro
lieve e stanco "non mi interessa minimamente chi ti rimorchi,
per me puoi scoparti anche tutto il locale.."
"E’ proprio quello che farò
baka kitsune" soffiò più irritato di prima girandosi di
scatto.
"perché ti alteri così do,hao?"
"La tua sola presenza è
irritante, stupido"
"Se è così sarà meglio che
evitiamo di incontrarci qui dentro va bene?" chiese in un
soffio.
Hanamcihi si girò di nuovo verso
Rukawa che aveva mantenuto la stessa identica posizione durante
tutta la loro lite "Sarebbe a dire Kitsune?"
"Sarebbe a dire che tu vieni qui
il lunedì e il mercoledì quando io non ci sarò….do’hao."
"Benissimo. Ottimo, per me è già troppo vederti a
scuola" approvò.
Non si sarebbero più incontrati
casualmente nel club. Non avrebbe più dovuto correre il rischio di
vederlo, di incontrarlo. Era fantastico, no?
"Hanamcihi…"
"Che vuoi?"
"Vai su se ti va. Di' a Shingo
che hai il mio permesso di salire e che ti dia una stanza
bianca."
"Grazie volpe" sussurrò
allontanandosi.
Poteva salire in camera con Owaru.
Poteva fare sesso con Owaru. Aveva il permesso della volpe.
Lui non aveva bisogno di nessun
permesso.
La volpe gli offriva I mezzi per fare
sesso con un altro.
Perché tra loro non era accaduto
nulla.
Poteva salire con Owaru. A Rukawa non
interessava. Perché si era fermato a guardarli prima? Perché non
gli importava?
Perché non era accaduto nulla. NULLA.
Notti inesistenti. Notti da eliminare anche dalla memoria, aveva
avuto bisogno di una gomma per cancellare I ricordi di Kaede, ora
l’aveva trovata. Owaru. Owaru avrebbe cancellato Kaede e tessuto
un altro disegno. Perché tanto non c’era nulla no? Ma allora cosa
doveva cancellare?
"Tutto bene Hana?" sussurrò
piano Owaru tendendogli la mano.
Hanamichi sorrise stringendo quelle
dita sottili tra le sue "Ottimo direi" sussurrò sedendosi
arditamente a cavalcioni sulle cosce dell’uomo, spingendolo
indietro con foga ed affondando nella sua bocca.
"Sei scemo per caso?" urlò
sottovoce Junda "mi vieti di toccarlo e lo lasci andare via con
quello? Cos’è ti ho fatto io un torto per caso? Ce l’hai con
me? Dillo!!"
"Non ti ho mai detto che non
potevi toccarlo" borbottò Rukawa allungandogli di nuovo il
bicchiere vuoto affinché lo riempisse.
"Senti un po’ se vuoi
ubriacarti liberissimo, sei il padrone ed hai anche la facoltà di
riempire col tuo bel vomito rabbioso tutta la pista da ballo, però
non tentare di far fesso me, capito? IO povero innocente barista di
un localino gay ho una mente più reattiva della tua che dev’essere
piena di aria compressa come quei palloni che ti piacciono tanto.
Non solo ti porti a letto uno, e questo è già un miracolo che solo
Buddha sa che cazzo ci venivi a fare tu qui ogni maledettissima sera
prima di metterti a fare la spalla, ma non appena io oso fare un
piccolo innocente piccante commentino sulle chiappe da urlo del tuo
bel principe mi lanci uno sguardo che anche Attila si cagherebbe
sotto supplicando la mamma e poi dici che potevo pure provarci?
L’avessi fatto sarei finito
licenziato, tagliuzzato inscatolato e servito con contorno di riso
alghe e bambù nei peggiori ristoranti cinesi. Sii serio marmocchio!
Credi davvero che non mi sia accorto di come tu abbia iniziato a
venire qui anche se non c’è Keichi? O di come lo pianti in asso,
poveretto, non appena Hanamichi compare. Oh…ovviamente sto
tralasciando l’insignificante fatto che hai dato a quel ragazzino
minorenne il permesso di continuare a venire qui invece di sbatterlo
fuori…chissà com’è contento di questo quel negriero di tuo
zio…….senza contare che se si viene a sapere la carriera di
Keichi è un po’ a rischio, ma tanto lui lascia correre perché a
te ti si illuminano gli occhi quando arriva il rosso e gli ricordi
tanto tanto lui stesso quando ha incontrato Takashi….."
"Piantala. Quello è Owaru."
"E lo so chi è sai, anche meglio di te deficiente. E’ solo
un ingegnere informatico, non è uno yakuza che può fare il bello e
il cattivo tempo….."
"Sei tu che non capisci. E’ Owaru. Il tipo con cui Hana
voleva andare a letto la prima volta che è stato qui."
" Kaede tu devi imparare
che……che fai?" chiese allarmato. Rukawa, afferrata la
bottiglia di rum, si era alzato in piedi con uno scatto "Mi
cerco un posto lontano dalle tue prediche" grugnì
allontanandosi verso uno degli sgabelli più lontani dal piano bar.
Più lontano dal bancone, ma anche
rivolto verso I divanetti.
Hanamichi era seduto sopra a quell’Owaru,
nella stessa identica posizione in cui lui stesso si era messo la
prima volta che lo aveva portato su. Nella posizione in cui
l’ultima volta avevano fatto l’amo..sesso.
L’Owaru da parte sua sembrava non
aver perso tempo: aveva insinuato una mano sotto la camicia di Hana
e gli accarezzava I glutei con l’altra.
Lo toccava e la bocca di Hana gli
baciava la gola.
Lo toccava e poteva sentire sospiri di
Hana.
Lo toccava.
Tracannò un altro bicchiere di rum e
gli occhi gli lacrimarono costringendolo a chiudergli; quando li
riaprì Hana e l’Owaru stavano parlando con Shingo.
Il buttafuori cercò il suo sguardo
per un istante e Kaede annuì.
Hana e Owaru salirono la scala e Kaede
si versò un altro bicchiere.
Peccato che non avesse più voglia di
bere.
NIA: che bello, bhè che dite vi piace
fin qui???
Kosh: O_O ma tu già sei bacata al cervello, ora c'hai anche le
manie suicide? ma vuoi che ti accoppino???
Nia: perchè non è un bel pezzo
questo?ç_ç
Kosh. si guarda in giro vede le armi
punatate prende in spalla Niane e scappa.....RIcordate che le volete
bene!!!!
Era contro ogni legge della logica.
Rukawa gli aveva dato due giorni ben
precisi in cui lui sarebbe potuto andare al locale senza incontrarlo e
lui che faceva? Ci andava di giovedì..uno dei giorni riservati alla
volpe.
Non poteva farci nulla era..semplicemente
era più forte di lui; come quando lo sfotteva all’allenamento.
Doveva farlo e basta; senza nessuna
ragione.
Insomma e poi Rukawa gli aveva solo
detto I giorni in cui lui non ci sarebbe stato e non gli aveva imposto
di andare tassativamente il lunedì o il mercoledì, giusto?
Giusto.
Per cui lui non stava facendo nulla di
sbagliato, vero?
Vero.
Eppoi insomma, la volpe non poteva mica
dettare legge no? Tanto tra loro non era cambiato nulla.
Non si parlavano, come al solito, non si
passavano la palla, come al solito, non si insultavano e non si
scazzottavano….come al solito, o almeno il solito che era cominciato
da quando erano stati a letto assieme.
C’era un sacco di gente quella sera al
locale e la maggior parte sembrava essere piuttosto vecchia, si, sulla
quarantina. Impiegati ben vestiti nei loro pantaloni scuri con la
piega, la giacca inamidata e la camicia con la cravatta leggermente
slacciata. In realtà si sentiva un po’ a disagio dopo la prima
volta aveva eliminato la giacca optando per semplici pantaloni e
camicia, molto casual…molto fuor d’acqua in quell’ambiente di
inamidati, l’avrebbe di certo guardato tutti e non nel modo in cui
lui voleva.
Ignorando gli sguardi avidi degli altri
clienti e rispondendo a grugniti alle loro avances si fece largo fino
al bancone del bar.
"Posso offriti qualcosa
dolcezza?"
"Lo vuoi un aperitivo
principessa?"
"JUNDA!" chiamò senza degnare d’uno sguardo I due uomini
che gli avevano offerto da bere.
"Hana tesoro che bello vederti.
Vuoi qualcosina di buono? Ehi gente! Lui è quello che mi ha ispirato
Bellezza rosa" gridò dall’estremità del bancone.
"E ci credo che te l’ha ispirata,
ispirerebbe tante cose anche a me"
"Io preferirei bermi lui però al
posto del drink, che dici tesorino si può fare?"
Junda appoggiò le bottiglie che aveva
in mano e si avvicinò lentamente a lui, succhiandosi le guance e
schioccando occhiatacce roventi ai clienti che l’attorniavano.
"Mi sbaglio o Kaede ti aveva detto
di non venire quando lui è qui?"
"Io non prendo ordini da una volpe
come lui. C’é ?"
"Perché?"
"perché…..perché così mi cerco
un posto lontano da lui ovvio no?"
"Stasera è troppo impegnato per
giocare con te"
"Non.non voglio giocare con
lui." Balbettò sentendo il calore colorargli di rosso le guance.
Perché diavolo stava arrossendo, in fondo aveva detto la verità no?
Junda lo osservò per un lungo istante
indeciso, gli occhi nocciola buoni e sinceri, forse un po’ tonti, ma
a giudicare dal comportamento di Kaede era una cosa tipica degli
adolescenti: Poteva correre il rischio di tirare la corda e sperare
che I burattini non rompessero I fili? No, era meglio limitarsi solo
ai fatti:" Starà su uno dei divanetti centrali" disse
" credo stia tortoreggiando con Keichi" aggiunse odiandosi:
non aveva appena deciso di non mettersi in mezzo?
Il bel viso di Hana si contrasse per un attimo in una smorfia cattiva
"grazie" sibilò: c’era ira nella sua voce e Junda sorrise
guardandolo allontanarsi verso I divanetti: probabilmente Keichi
avrebbe fatto festa anche quella sera.
Kaede era seduto nella fila più
esterna, nel séparé centrale.
Seduto….parola grossa seduto, il
termine più corretto era stravaccato: la schiena poggiata al
bracciolo, una gamba sul divano ed una per terra, un braccio gettato
con noncuranza sullo schienale dietro la schiena di Keichi che teneva
la testa appoggiata al suo petto. Cazzo: sembrava una coppietta che si
rilassa dopo aver fatto l’amore! Lui non c’era mai stato così con
Kaede.
Fu Keichi a vederlo per primo, immobile
a lato della pista, la bocca socchiusa e le orecchie rosse di rabbia;
il biondino sorrise stiracchiandosi voluttuosamente e strofinò il
viso contro il collo candido di Kaede pienamente rivelato da un
semplice maglioncino rosso scuro dal profondissimo scollo a v.
Non portava nient’altro sotto.
Svogliatamente un dito di Keichi iniziò
a tratteggiare il contorno dello scollo sul petto di Kaede che abbassò
gli occhi sorpreso dal gesto; ma il biondino non lo guardava, no il
biondo era troppo preso dallo spettacolo esaltante della faccia
contratta dalla gelosia di Hanamichi per preoccuparsi di Kaede.
Keichi lanciò un piccolo bacio aereo al
rosso prima di girare il viso e leccare vistosamente il collo di Kaede.
Con due unici passi Hanamcihci li
raggiunse ed afferrato il polso di Keichi lo strattonò lontano da
Kaede "Tu lurido moncherino d’uomo" sibilò e poi si
verificarono alcune piccole, insignificanti, cose che la mente del
tensai non riuscì ad ordinare.
Lui aveva stretto in una morsa ferrea il
polsetto mingherlinetto del biondino giusto? Allora come mai si
trovava piegato sopra il tavolino, la faccia che alitava sul legno
lucido e le braccia strette dietro la schiena?
" Kaeduccccccio hai visto chi è
venuto a trovarci?" canticchiò allegro Keichi costringendo
Hanamichi ad alzarsi e a sedersi sul divano tra loro "però
dolcezza non possiamo continuare a vederci così sai, credo sia meglio
che voi sistemiate la faccenda una volta per tutte e che quando io e
te usciamo insieme lui non ci capiti tra I piedi. Non sono geloso, ma
ho bisogno di intimità, perbacco" ridacchiò liberando I polsi
del rosso. Aveva parlato col suo solito falsetto effeminato, ma lo
sguardo che lanciò loro non era assolutamente divertito e Kaede annuì
Con un sospiro un po’ esagerato il biondo afferrò il proprio
bicchiere e quello di Kaede "devo affogare la noia nell’alcool
tesoro, permetti vero" chiese girandosi e allontanandosi
leggermente, sculettando
"E’ giovedì do’hao" sibilò
Kaede
"Lo so baka kitsune che credi.
Piuttosto che ci facevi con quello?"
Kaede si strinse nelle spalle, non aveva
voglia di perdere tempo a discutere con un idiota.
"allora" sibilò Hana
afferrandogli una spalla.
"Non sono cazzi tuoi do’hao"
"Non mi parlare così stupida
volpe" gridò tirandogli un pugno che Kaede parò appena in
tempo.
"Niente botte qua dentro
ragazzi" li ammonì divertito Keichi da poco distante, anche
Junda era accorso, irritato e preoccupato, non appena aveva visto
l’atmosfera scaldarsi un po’ troppo.
"Se proprio sentite il bisogno di
mettervi le mani addosso andatevene su" chiocciò sorseggiando il
liquore da uno dei bicchieri che aveva in mano.
"Non ho nessuna intenzione di
andare a letto con questo cretidiota" gridò Hanamichi, rosso
come I suoi stessi capelli.
"Do’hao" ringhiò Kaede
scoccandogli un’occhiata congelante.
"Kitsune..su ti posso picchiare
liberamente" sibilò
"Certo che lo puoi fare, muovetevi
tutti e due" rincarò Junda indicando loro la scala.
"Do hao", rincarò Kaede, ma
si incamminò verso la scala afferrando la chiave di una stanza.
Junda li osservò salire rigidamente le
scale, riusciva ad immaginare benissimo l’aura di rabbia che li
avvolgeva e che si espandeva come accadeva negli anime "sei
sicuro che sia una buona idea?In fondo si stavano per picchiare"
chiese perplesso.
"Oh quante storie, quei due hanno
solo bisogno di parlare" decretò scolando un bicchiere e
porgendolo al barman "spero" aggiunse subito dopo
interrompendo a metà il sospiro di sollievo di Junda.
"bene do’hao sentiamo"
chiese non appena Hana si fu chiuso la porta alle spalle.
La stanza era completamente nera: neri I
muri, nere le lenzuola del grande letto che la occupava, neri I
tappeti, nere le pesanti tende di velluto che correvano lungo tutta la
parete est; neri anche Il centrino sotto l’unica lampade. Nera e
spoglia. Nessun divano, nessun armadio, nessun comodino; solo il letto
ed una piccola bassa mensolina su cui poggiava la lampada.
"Che cazzo ci facevi con
quello?"
"Affari miei. Se è tutto qui
quello che hai da dire possiamo anche picchiarci e farla finita"
sospirò stringendo I pugni, ma a dispetto delle sue parole non si
mosse.
"TU stai sostituendo il tensai con
una specie di hobbit!"
"Non è un hobbit, do’hao e non
devo sostituire nessuno. Ricordi tra noi non c’è nulla e tu ti
scopi Owaru" sibilò con rabbia
"Non mi piace come ti si appiccica
quel tipo! Deficiente!"
"Non hai nessun diritto di parlarmi
così capito? Sei stato tu ad andare su con Owaru solo perché ti
prudeva"
"Che cazzo stai dicendo volpe? Tu
hai al tuo attivo chissà quanti altri amanti! Junda e poi chissà,
magari ti sei fatto anche I nostri compagni!" insinuò maligno.
Rukawa inspirò e gli tirò un pugno che
lo scaraventò di lato costringendolo ad aggrapparsi alla pesante
tenda di velluto, che, sotto il suo peso, si scardinò dai gancetti
che la sostenevano rivelando un’immensa vetrata. La luna piena
scintillava avvolta da un alone rossastro sopra il mare leggermente
mosso.
"Sei sempre indietro vero do’hao?
Arrivi sempre dopo di me…sono più bravo di te nel basket e nel
procurarmi gli uomini… Io sono stato a letto col tuo Mitsui, con
Sendo e Koshino…."
"Maledizione volpe" gridò alzandosi di scatto e,
afferratolo per le spalle lo gettò con violenza sul letto
bloccandogli I polsi sopra la testa, un ginocchio sul suo stomaco
"Qual è il problema do’hao, ti
sto dando ragione, no? sei forse geloso? Forse il tuo Owaru non era
bravo come me?" sibilò faticando a respirare.
"OWARU ERA MILLE VOLTE Più BRAVO DI TE, DEMENTE! C’è la
stessa differenza che passa tra un pivello come te e un genio come me
nel basket! Owaru era eccezionale! Un amante attento e premuroso,
molto gentile e pieno di esperienza! Ogni sua carezza era una poesia
per I sensi, eppure non è riuscito a spegnermi il cervello." La
sua voce collassò improvvisamente diventando un debole sussurro
"Quando mi tocchi tu io non riesco a pensare a nulla, mentre lo
faceva lui io…io ero cosciente e pensavo, ragionavo. Era bello
stupida volpe, ma non era…non come con te." Confessò
liberandogli I polsi e mettendosi a sedere sul bordo del letto, un
sorriso triste sul viso.
Se ne era reso conto prima ancora di
salire: I baci di Owaru erano tecnicamente eccezionali, eppure non lo
coinvolgevano come quelli meno esperti della volpe. Non aveva avuto
intenzione di salire in camera, almeno fino a che Owaru non gli aveva
detto che Rukawa li stava osservando da un angolo del locale, allora
qualcosa si era acceso dentro di lui. Kaede gli aveva dato la stanza.
Non gli importava davvero nulla? O era così convinto del suo fascino
da credere che lui non sarebbe mai salito? E perché diavolo li
guardava?
Era andato su ed Owaru ce l’aveva
messa tutta per renderla un’esperienza indimenticabile.
‘Si può conquistare un cuore tramite
il corpo solo se il cuore è ancora libero; temo che il tuo non lo
sia. Addio Hana’.
Si addio addio addio ma intanto il guaio
era fatto, forse se avesse parlato con Kaede subito, ma quando era
sceso Kaede se ne era già andato. L’aveva mandato su e non lo aveva
aspettato. Non gliene fregava nulla, ecco la verità. L’aveva
dimostrato il giorno dopo, indifferente come sempre.
Ma Hana aveva continuato a pensare a
lui, alle sue carezze al suo calore. Era ossessionato e non dal sesso,
ma da Rukawa. Per quello era andato lì quella sera, solo per quello;
ma per la sua ossessione era solo un gioco nuovo.
"E con Mitsui com’era?"
chiese pur non volendolo sapere.
"Non sono mai andato a letto con
Mitsui do’hao"
Qualcosa rotolò allegramente nel suo
cuore portandogli una ventata di stupida gioia
"E Sendo?" chiese col cuore
che gli batteva all’impazzata.
"Nemmeno con lui" confessò in
un sussurro Rukawa.
"E suppongo neanche con Koshino
vero,"
Rukawa tacque
"Volpe??? Tu…" chiese in un
soffio girando appena il viso per cercare lo sguardo azzurro del
compagno.
Rukawa incrociò le braccia sotto la
testa fissando il soffitto "E’ stato tanto tempo fa, io ero in
seconda media e dopo un incontro di Basket ci siamo trovati da soli
nello spogliatoio...lui ci stava e io...non c'è’ stato altro che
qualche carezza. Do’hao…."
"…e Keichi?"
"Convive da 5 anni col suo uomo,
hanno adottato un bimbo tre mesi fa ed è un poliziotto in borghese,
lavora qui da due mesi e io sono la sua copertura"
"Ah" esclamò rimanendo a
bocca aperta davanti alla rivelazione e la volpe glielo aveva pure
detto che doveva controllare il locale per conto di suo zio…..
Un silenzio imbarazzato calò sulla
stanza; Kaede steso sul letto, fissava ostentatamente la lontana spuma
del mare che si increspava nella risacca, Hana le mani strette sulle
gli occhi guardava fisso il muro nero davanti a sé: cosa doveva fare
ora?
"Senti Kitsune…." Sussurrò
girandosi verso di lui, il suo bellissimo viso spiccava come una
macchia di neve sulle lenzuola scure, cos’è che gli voleva dire?
"Hn?"
Silenzio incerto ed imbarazzato. Il
silenzio di chi ha tante cose da dire e nulla perché il significato
delle parole non può esprimere il contenuto dell’animo. Nemmeno I
loro occhi, l’azzurro dell’uno che si fondeva nel nocciola
dell’altro, riuscirono a spiegarsi, ma in fondo anche il cielo e la
terra si limitano a cercarsi senza aver mai bisogno di parole.
"Ti dona il nero, kitsune"
sussurrò roco, la gola contratta così tanto da aver problemi a far
passare l’aria.
"Idiota", un mormorio liquido,
quasi un gemito di voluttà che fece rabbrividire Hana.
"Non voglio venire di nuovo a letto
con te volpe"
"Chi ti vuole do’hao?"
Un sorriso malizioso sul viso del rosso,
il suo indice audace che sfiorò appena l’erezione incipiente di
Kaede "Tu" la sua risposta.
Kaede chiuse gli occhi ansimando ed Hana
lo rivestì col proprio corpo, schiacciandolo col suo peso sul
materasso.
A fatica Kaede liberò le braccia da
sotto alla testa per abbrancare quella di Hana imprigionandolo in una
morsa contro il suo viso, non ebbe bisogno di leccargli le labbra
perchè queste si schiudessero sulle sue e lo avvolgessero in un bacio
profondo ed ansimante.
"Perché mi baci?" lo stuzzicò
muovendo appena il bacino sotto di lui, sfregandosi contro la sua
erezione dura che gli scavava nella coscia.
"Non…" borbottò mordendo la
pelle del collo sotto il mente "spreco mai nulla io" sussurrò
scivolando sulla gola verso l’ampio scollo del maglione
"soprattutto le volpi servite su lenzuola di seta nera"
biascicò tirando la lana di lato fino a scoprire il piccolo capezzolo
rosato e completamente eretto.
Le labbra si chiusero attorno a lui e
Kaede sospirò " è raso do’hao" ed Hana lo morse
delicatamente costringendolo ad inarcarsi con forza.
"Non mi interessa baka kitsune"
sussurrò infilandogli le mani sotto il maglione e sollevandoglielo
sopra la testa per sfilarlo.
Un corpo candido sulla stoffa nera, un
piatto prelibato che doveva essere assaggiato. Iniziò dal collo
succhiando piano la giugulare che pulsava, incurante di lasciare segni
rossi sulla pelle diafana. Che restassero degli ematomi, che tutti
vedessero che non era roba su cui posare gli occhi.
Baci, baci continui ed umidi su tutto il
petto a casaccio, seguendo l’istinto: preciso in mezzo al petto,
sullo stomaco, su un capezzolo duro da impastare con la lingua e poi
di nuovo il collo, senza uno schema, soffermandosi sui punti in cui il
respiro affannoso di Kaede diventava un ansimo e le sue mani
stringevano la presa sulle spalle. Baci in discesa verso lo stomaco,
l’ombelico e sopra la cintura dei pantaloni. Che fastidio I
pantaloni, bisogna toglierli I pantaloni…si potevano baciare I
pantaloni? Un bacio leggero sulla coscia, che fastidio la stoffa, un
bacio leggero più verso l’interno, ma la stoffa morbida era sempre
più grossolana e ruvida della pelle di seta, un bacio sul suo membro
eretto e schiacciato,un albero abbattuto che non può svettare. Kaede
mugulò ed Hana mordicchiò piano la sua virilità impedita facendolo
inarcare. No, bisognava togliere I pantaloni.
"Spogliati " susurrò
spogliandosi con foga.
Con un sospiro, non molto
accondiscendente Kaede si alzò sfilandosi I pantaloni e restando con
un paio di piccoli slip neri che disegnavano perfettamente il suo
splendido sedere. Senza pensare Hanamcihi si allungò sul letto
mordendo piano la carne soda.
"Do’hao!" lo sgridò
divertito Kaede girandosi verso di lui e spingendolo supino sul letto.
"Guarda ed impara, do’hao"
sussurrò portandosi le mani ai fianchi e facendole scivolare con
lentezza sotto l’elastico. Abbassando gli slip millimetro per
millimetro fino a liberare, con un sospiro, la sua virilità tesa.
Hanamcihi guardava sentendo il fiato rarefarsi e il caldo ricoprirgli
il corpo. Voleva toccarlo. Voleva essere toccato. Con uno scatto si
rialzò gettando Kaede sul letto e stendendoglisi sopra, riprendendo a
baciare la sua pelle diafana come un assetato.
"Volpe" mugugnò contro la sua
pelle, scendendo a leccare con la punta della lingua il suo membro
bollente "volpaccia" ripetè succhiandone piano la punta
congestionata facendolo gemere di paciere.
"Volpaccia lussuriosa" sussurrò
salendo alle sue labbra per un bacio lungo e sensuale.
"Do’hao chiacchierone" lo
rimproverò Kaede facendolo rotolare dall’altra parte del letto e
sistemandosi sopra di lui.
"Do’hao" ripetè
accarezzandogli dolcemente lo zigomo con un dito "il mio do’hao"
sussurrò baciandogli il punto sfiorato e sussurrando così piano che
Hana non lo sentì nemmeno.
"Mio" ripetè scendendo sul
collo fino alla spalla che morse con dolcezza.
Le sue mani scivolavano sul corpo di
Hanamichi aprendo la strada per le labbra che le seguivano: il braccio
destro e il palmo per risalire alla spalla e scendere di nuovo verso
il petto che si muoveva affannato, e I fianchi morbidi, la coscia
scolpita e il polpaccio.
"tra un po’ cadi dal letto
volpe" l’avvisò incapace di tenere gli occhi aperti:
probabilmente le statue santi davanti alla venerazione dei credenti
dovevano sentire lo stesso strano miscuglio nello stomaco che
accartocciava il suo in quel momento.
Quello non era certo solo sesso, non
poteva esserlo.
Kaede gli mordicchiò la pianta del
piede e la lambì con la punta della lingua scivolando piano verso
l’alluce, incurante dei gemiti smorzati che uscivano dalla gola del
rosso che si contorceva sotto di lui.
Stava invadendo Hanamichi un piacere
strano più emotivo che fisico, quelle labbra che baciavano una parte
del corpo così poco sexy, quei denti affilati che mordicchiavano il
suo alluce dimostrando di accettare di lui tutto anche le parti meno
erotiche, quella bocca che gratificava il suo ego più che il suo
corpo…..un singulto che gli scappò dal petto rovinò completamente
le sue elucubrazioni: Kaede gli stava succhiando l’alluce, non lo
leccava, non lo mordeva lo stava proprio succhiando come avrebbe
potuto fare con….con..e il piacere che gli dava non era emotivo, ma
completamente fisico, come si stava impegnando a dimostrare il suo
pene che pulsava indiavolato.
Con voluta lentezza Kaede abbandonò le
sue dita scivolando con la lingua sul dorso del piede, tracciando una
scia infuocata lungo il polpaccio, segnando la sua coscia con piccoli
morsetti e lunghe lappate che lo facevano contorcere sotto al sua
bocca.
"Do’hao" sussurrò
scivolando col viso nell’interno coscia, spingendolo ad allargare le
gambe per lasciargli più spazio, ansimando senza controllo.
Con la crudeltà degli amanti Kaede si
dedicò a lungo a leccare quel piccolo centimetro di pelle morbida
dell’attaccatura della gamba, incurante del membro infuocato che
sfiorava con la guancia e delle suppliche inintelligibili del suo
amante. Ci vollero milioni di anni prima che la sua bocca salisse
verso destra e trovasse la base della virilità tesa di Hanamichi ed
iniziasse ad arrampicarsi senza fretta sulla sua lunghezza pulsante
fermandosi solo quando ebbe raggiunto la punta rossa ed umida.
"stronzo" gracchiò Hanamcihi
notando lo sguardo divertito del moretto che sorrise dolcemente, aprì
le labbra e lo prese completamente in bocca.
I gemiti di Hana riecheggiarono nella
stanza spoglia avvolgendoli assieme alle lenzuola che si
ammonticchiavano, attorno alle sue mani contratte, rivelando qua e là
il biancore del letto.
Implacabile la bocca di Kaede lo
succhiava senza posa stuzzicandolo con la lingua.
"Kaaaa basta!" supplicò
Hanamcihi dopo alcuni centenari istanti di quella tortura che
minacciava di farlo esplodere nelle sua bocca.
Kaede si interruppe sollevando appena il
viso dal suo ventre pulsante "perché?" chiese, aveva la
voce roca.
"perché sto per…" ansimò
arrossendo vistosamente dall’attaccatura dei capelli fino a metà
collo.
"E’ quello che voglio".
Hanamcihi sgranò gli occhi emettendo un
versetto strano a metà tra un gemito ed un singulto.
Kaede scosse piano la testa e strisciò
su di lui fino a raggiungergli il viso col proprio. "Dov’è il
problema do’hao" sussurrò baciandogli una guancia "io
voglio che tu venga, voglio poterti assaggiare" gli sussurrò
direttamente nell’orecchio.
Hanamcihi boccheggiò privo di aria, il
suo corpo reagiva alle parole della volpe con milioni di scariche di
piacere, eppure era tutto così…"Imbarazzante" sussurrò
chiudendo gli occhi.
"Pf, è normalissimo, tutte le
coppie lo fanno, do’hao" annunciò senza togliere il viso dal
riparo sicuro del suo collo, non voleva che Hanamcihi si accorgesse di
quanto quel discorso lo stesse imbarazzando.
"Ah E’ NORMALE??? A quanti
l’hai fatto volpe?"
Kaede si strinse un secondo nelle spalle
"tu sei il primo che mi ha fatto venire una simile voglia. E io
faccio sempre quello che mi va" annunciò serafico baciandogli il
collo e dirigendosi di nuovo verso il suo inguine.
"Ru..Nooo" gemette.
"Rilassati Hana. Non pensare.
Finora il gioco l’ho sempre condotto io no?Ti volevo prendere e ti
ho preso. Ti volevo in me e l’ho fatto. Ora ti voglio assaggiare.
Completamente. Rilassati. Rilassati e goditelo" lo rassicurò.
"IO mi vergogno baka kistune!"
gemette inarcandosi sotto la sua lingua.
"Vergognati allora" stabilì
riprendendo, se possibile, a succhiare con ancora più voracità di
prima.
Il respiro di Hana si fece violento,
incontrollato, l’aria non faceva in temo ad entrare nella sua bocca
che veniva espulsa con gemiti inarticolati sempre più forti e
violenti, rumorosi.
Sentiva il velluto umido della bocca
attorno a sé.
Sentiva il proprio membro che si
ingrossava e pulsava raggiungere implacabile il limite del non
ritorno.
Strinse con violenza le lenzuola tra le
dita, nascondendosi il viso con l’altro braccio.
"KAEDE" gridò e Kaede chiuse
gli occhi mentre il piacere bollente e salato di Hana gli invadeva la
bocca, continuando a succhiare dolcemente fino a che non lo sentì
ammorbidirsi tra le labbra.
"Hana?" lo chiamò baciandogli
piano l’ombelico.
"st…stronzo" rispose il
rosso da sotto il braccio abbandonando finalmente le lenzuola
sgualcite per passare la mano nella seta nera più soffice e corposa
dei capelli di Kaede.
"Vieni fuori da lì sotto Hana";
ma Hanamichi non si mosse, costringendolo a tirargli via il braccio
dal viso a forza.
"Coraggio Hana apri gli
occhi"; ma Hana gli fece la linguaccia.
"Do’hao" proclamò Kaede
baciandogli un occhio chiuso, poi l’altro, la punta del naso ed
infine la bocca che si aprì timida sotto la sua in un lungo bacio
lento.
"kitsune" rispose finalmente
Hanamichi aprendo gli occhi per specchiarsi nel suo cielo privato
"kitsune antipatica" sussurrò contro le sue labbra
invocando un altro bacio che non gli venne negato.
Si era sfogato, svuotato nel modo più
completo e appagante che avesse mai sperimentato nella sua giovane
vita, eppure quel bacio dolce ed anche dispettoso, il caldo corpo
morbido steso sul suo, il sesso duro di Kaede che batteva sulla sua
coscia imprimendovi un marchio di fuoco, tutto gli causava una certa
insoddisfazione, era come se il desiderio languisse sepolto nelle sue
vene come uno di quegli incendi che paiono sedati ma che divampano
improvvisi dopo pochi istanti.
Lasciò scivolare le mani sulla schiena
liscia, soffermandosi in un istante di incertezza sulla collina della
natiche(peccato non aver uno specchio in quella camera gli fece notare
un angolino sconosciuto della sua mente), prima di solcare la loro
linea, accarezzando la carne e scivolando lungo la fessura bollente,
sfiorandogli al piccola apertura, più giù fino a toccare la base
della sua virilità. Kaede gemette sciogliendo il bacio ed inarcandosi
su di lui.
"Hana…"
"kami ka" sospirò il rosso:
l’incendio aveva iniziato a divampare nuovamente e stavolta non
aveva voglia di giocare, non voleva le coccole e le carezze, voleva la
violenza dall’amplesso.
Con un unico movimento allargò le gambe
e il membro di kaede si trovò a bussare tra le sue cosce.
"fallo Kaede" supplicò.
Rukawa lo guardò con gli occhi
appannati dalla voglia di accontentarlo " Bisogna andare a
prendere…" sussurrò chiedendosi se sarebbe stato davvero in
grado di alzarsi ed abbandonare quel nido.
"Dove?" chiese Hanamichi
spingendo il bacino verso quello di Kaede
"Di là..in bagno, dentro qualche
mobile credo"
"al diavolo, hai qualche malattia
volpe?"
"No.." e spalancò gli occhi rendendosi conto di quello che
Hanamichi stava realmente dicendo.
"Bhe io nemmeno e comunque l’ho
fatto solo con te per cui…"
"E Owaru" aggiunse
"si bhe ma con lui non abbiamo
fatto che…io non ho…cioè io e lui e noi …io"
"Lui non ti ha preso?" sussurrò
Kaede, ma il suo cuore batteva ancora o si era fermato?
"Ma sei pazzo? Non glielo avrei mai
fatto fare."
"E non hai preso lui?"
"no" ammise arrossendo "io….." ma non poté
finire al frase perché la bocca assetata di Kaede scese sulla sua
rapendola in un bacio mozzafiato.
"senza crema farà male Hana"
lo avvertì allontanandosi da lui di pochi millimetri
"macché" stabilì il tensai,
pentendosi quasi immediatamente della sua sparata perché in effetti
per quanto piano Kaede avanzasse faceva male; cavolacci se faceva
male, solo che ora sapeva cosa aspettarsi, sapeva che il dolore
sarebbe scemato per essere sostituito dall’estasi; tuttavia non
riuscì a trattenere un gemito di dolore quando con un ultima spinta
Kaede lo forzò entrando completamente in lui. Rimase immobile per un
momento lunghissimo e non per dare ad Hana la possibilità di
abituarsi, ma per se stesso: era una sensazione intossicante, mille
volte più vivida che non con quell’affarino di plastica, era come
se avesse sempre guardato il mondo con un paio di occhiali da sole e
per la prima volta se li fosse tolti rimanendo abbagliato; se si fosse
mosso probabilmente sarebbe esploso.
Ancora immobili allungò la mano verso
il sesso turgido di Hana, accarezzandolo dolcemente, aiutandolo a
dimenticare il fastidio che provava e solo quando il bacino del rosso
cominciò a spingere contro il suo iniziò a muoversi a sua volta.
Un movimento ritmico, anche se non
proprio unisono, fatto di spinte e di fughe sempre più scoordinate ed
ossessive.
"Ruuuuuu" gemette piano e a
lungo Hana sollevando le gambe ed allacciandogliele dietro la schiena,
il bacino alto completamente offerto ai suoi colpi profondi e veloci.
"Si" rispose tirandosi quasi
fuori da lui e riaffondando con forza, spingendosi a fondo dentro di
lui cercando la salvezza. E la salvezza li sopraffece entrambi con un
urlo.
Erano immobili nel letto sfatto, la
testa di Kaede appoggiata sul petto di Hanamichi, una gamba tra le sue
ed il braccio destro di Hana che gli pesava svogliato sulla schiena.
La luna nel cielo si era un poco
spostata finendo ad illuminare direttamente la spuma del mare, ma per
quanto ne sapevano loro erano trascorse ore da quando si erano
accasciati sul letto con un sospiro.
"non ho voglia di alzarmi" si
lamentò flebilmente Hanamichi cercando di sollevare la testa dal
letto e di sconfiggere il torpore dell’amore.
"resta qui allora"
"Dormire con te Non se ne parla,
non posso"
"Che c’è do’hao ti fai venire
I pudori? E’ tardi sai" borbottò scostandosi da lui.
"Avanti volpe! Come posso dormire
con te e poi far finta che tra noi non sia successo nulla?"
Kaede chiuse con forza gli occhi, non
voleva più sentire "dov’è il problema idiota?"
"Dov’è il problema?! Il problema
stupida volpe cretina è che se io me ne vado domani mi sveglio nel
mio letto solo e potrò relegare questa notte al campo dei sogni; se
invece resto…." Chiuse gli occhi e girò il viso dall’altra
parte, non lo voleva vedere " se resto mi girerò nel sonno fino
a che non finiremo abbracciati come due amanti. Domattina mi sveglierò
tra le tue braccia e vedrò il tuo brutto muso addormentato e poi
magari soprappensiero ti saluterò pure con un bacio. E sarà giorno e
io non riuscirò a far finta che non sia accaduto nulla. Passerò il
mio tempo sperando di incrociarti nei corridoi e squadrandoti
all’allenamento, desiderando toccarti e rodendomi il fegato ogni
volta che quelle sgualdrine starnazzeranno I loro stupide
slogan….."
"Tho" sussurrò Kaede
porgendogli il suo cellulare "telefona a casa e di che resti a
dormire fuori"
"KITSUNE!" gridò girandosi
furioso verso di lui " non hai ascoltato una mazza di quello che
ti dicevo vero?"
"Do’hao" sussurrò piano
rotolando su di lui per un quarto ed appoggiando la testa tra la sua
spalla e la testa "non andrà così do’hao. Domani faremo finta
che stanotte non sia esistita. Domani ti sveglierò così" e lo
baciò piano prima sulla gola e poi sulle labbra " ‘Buongiorno
amore, ti va di saltare le lezioni e rimanere qui a giocare con
me?’"
Hanamcihi spalancò gli occhi e la bocca
stringendo a sé la volpe, il viso leggermente arrossato "quella
è la domanda che mi farai domattina vero? Perché io sono un po’
stanco" ammise guardando il soffitto.
L’aveva davvero chiamato amore?
"Do’hao……."
"Comunque domani potrei anche
risponderti che sono un tensai e non ho bisogno di seguire le
lezioni" sussurrò componendo il numero di casa sul cellulare.
Davvero l’aveva chiamato amore?
"Mamma senti io resto a dormire da Yohei..si…si…si….si…si…si…..si….si!
va bene si. Si…..ok…notte…si…."sbuffò chiudendo la
telefonata e continuando ad aggeggiare col telefonino.
"Che stai facendo ora?"
"Che domande, volpe fessa, avverto
Yohei che sto dormendo da lui, no? Chissà che faccia farà quando gli
dirò che stiamo assieme" disse trattenendo il respiro. L’aveva
fatto, aveva detto le paroline magiche che non avrebbero più potuto
lasciare adito a dubbi; ora toccava a Kaede emettere la sentenza.
Sorridendo Rukawa si accoccolò meglio
contro di lui "intendi dirglielo?"
Hanamichi si rilassò accarezzandogli
piano la schiena felice "non è mia intenzione baciarti in mezzo
alla scuola, ma non ho nemmeno intenzione di non farlo negli
spogliatoi. Non farò finta che tra noi non c’è nulla, e poi Yo lo
scoprirebbe subito"
"Mh" concordò Kaede.
Il silenzio li avvolse senza ombra di
imbarazzo, dolcemente e a lungo.
"Kaede?"
"mm" grugnì col tono
distaccato di chi è già sulla strada del sonno.
"Credo che…si, insomma…"
sussurrò spostandogli piano I capelli dalla fronte per baciarla
" ti amo".
Kaede sorrise.
La luna piena brillava nel cielo,
rischiarando le nuvole passeggere con la sua luce dorata. Sotto di lei
il mare si increspava in mille piccole ondine dalla punte argentate.
Una brezza leggera leggera muoveva appena le fronde degli alberi di
quel paesaggio da cartolina; ma Hanamichi non lo notò neppure.
Il viso addormentato di Kaede era un
paesaggio di gran lunga più bello.
FINE
Nia orpolina non finiva più….
Kosh: è che sei pigra
Nia:-____- grazie molto gentile, ma come
sei carino…..
SENDO: scusa..ma Kosh e Rukawa????
Kosh O_O è vero io e QUELLO:::CHE
ORRORE PREFERISCO TE!!!!
Nia: *_* Me a Ru?? davvero???? ta
tattata ta ta tatatta (ehm...è la marcia nuziale-_-"")
Sendo: E io nulla con nessuno dei
due ma non è giustoç_____ç
Kosh: che palle….>_<
Nia ta tatta tatatataaaaaaaaaaaaaa