Club privato Iguana
di Niane
Parte II
Era piuttosto presto quella sera e il
club era semideserto.
Una musica lentissima e dolce,
imballabile, a meno di non restare in piedi immobili
al centro della pista, scivolava
con indolenza negli spazi tra le persone. Effettivamente
non era un luogo dove andare così
presto, sarebbe stato meglio attendere il pieno
arrivo della notte lasciando che
ricoprisse con quel suo particolare velo d’onirica
magia la realtà. Avrebbe dovuto
attendere che fossero almeno le dieci prima di sbeffeggiare
il grande iguana e far
tintinnare le campanelle a vento; ma attendere voleva dire aspettare
ancora più di due ore ed Hanamichi
non ce la faceva più. Dopo quella prima volta, ben dieci
giorni prima, non aveva più messo
piede all’Iguana né era più riuscito a darsi soddisfazione da
solo.
Oh certo, gli impulsi sessuali
continuavano a colpirlo con l’inopportuna invadente precisione
dell’adolescenza: la mattina
appena sveglio, a scuola mentre si cambiava per l’allenamento
e, inevitabilmente, sotto la doccia
dopo l’allenamento; però lui non era più riuscito a toccarsi.
In entrambi I casi il motivo era
lo stesso: Rukawa.
‘Facciamo finta di nulla’ avevano
deciso unanimi alla fine di quell’assurda serata e Nulla era
stato.
Rukawa aveva continuato ad ignorarlo
con sufficienza. Non uno sguardo, un’occhiata, un filo
d’imbarazzo; Sakuragi avrebbe
potuto credere di aver fatto un sogno troppo vivido se non
fosse stato per un dolore sordo
e pulsante nel suo fondoschiena e per le continue moleste
insinuazioni di Yohei ( ‘ci sei
andato?’; ‘l’hai fatto?’, ‘E lui com’era?’, ‘com’è
stato?’); a cui
lui aveva risposto solo con
mezze frasi (‘ si’ ‘si’ ‘il più bel ragazzo del locale’
‘bellissimo’)
che avevano lasciato l’amico
insoddisfatto.
Del resto cosa avrebbe potuto dirgli?
Che era stato a letto con la volpe? Assolutamentissimamente
no…avevano deciso di far finta di
nulla, era l’unico comportamento saggio da adottare: tra loro
non era accaduto niente, continuavano
ad ignorarsi ed insultarsi.
Non si picchiavano più….ma questo
non era un argomento su cui Sakuragi volesse soffermarsi
a riflettere, aveva già gli altri
problemi. Intanto quel suo non riuscire più a masturbarsi: ogni
volta
che se lo prendeva in mano la
sua mente gli proiettava le immagini del viso alterato di piacere di
Kaede, del suo corpo candido che
si muoveva sul suo, la sua voce roca che lo chiamava….cioè
scherziamo? E lui avrebbe dovuto
toccarsi con quelle immagini in mente? E poi tornare a far finta
di nulla? Ma piuttosto avrebbe fatto
un po’ di astinenza finché I ricordi troppo vividi non fossero
scemati e lui avesse potuto
ricominciare a fantasticare su qualcun altro. Ma non poteva
fantasticare
su un altro dato che non aveva
più trovato il coraggio di andare al club. E se ci fosse stata la
volpe?
E se si fossero incontrati di
nuovo? Cosa doveva fare? Ignorarlo? Va bene, possibilissimo, ma poi?
L’idea di farsi rimorchiare da
qualcuno con Kaede lì davanti a guardare…I suoi occhi azzurri
puntati
sul suo partner, magari un
sorriso sprezzante…come avrebbe potuto far finta di nulla con lui
dopo una
simile cosa? O peggio ancora! E
se nessuno avesse provato a rimorchiarlo? Che figura ci avrebbe
fatto
davanti alla volpe?
Dieci giorni, dieci lunghissimi giorni
passati ad uscire di casa per rientravi come una furia dopo pochi
passi e a distribuire testata
frustrate a destra e a manca. Situazione ormai intollerabile,
soprattutto
per la sua scalcagnata banda di amici
che non lo sopportava più.
‘Sei sessualmente frustrato sai?’
aveva pigolato quel pomeriggio Takamya dopo aver ricevuto
l’ennesima testata.
‘Ha davvero ragione lui, sai
Hanamichi? Vedi di fare qualcosa’ aveva intimato Yohei
abbandonandolo davanti a casa sua.
Erano solo le sette.
Le sette….troppo presto perché al
club ci fosse tanta gente. Forse troppo presto perché al club
ci fosse un odioso volpino
abituato a giocare con la palla fino a tardi. Poteva provare ad
andare
a vedere com’era la situazione in
prima serata…vedere se riusciva a rimorchiare qualcuno prima
dell’arrivo di Rukawa. E poi
insomma, sinceramente, perché mai il Genio doveva preoccuparsi di
quello che pensava il volpino?
No, insomma….lui era stato rimorchiato da un figo del calibro di
Owaru mentre la volpe girava con un
pulcino gracchiante…
Aveva continuato ad auto-rassicurarsi
per tutto il tragitto, il cuore che martellava violento, più
emozionato della prima volta.
Le campanelle avevano tintinnato
attorno a lui e il buttafuori gli aveva sorriso strizzandogli un
occhio e salutandolo con un cordiale
"bentornato", spingendolo all’interno senza nemmeno
chiedergli la tessera.
La musica l’aveva avvolto mentre la
mano dell’uomo scivolava con una carezza leggera dalla
sua spalla.
Gli occhi di Hanamichi si erano
stretti per la penombra passando al setaccio I pochi visi presenti:
Rukawa non c’era. Il suo cuore
rallentò rilassandosi.
Si diresse a passi lenti verso il bar
ed ordinò un Daiquiri, l’unico cocktail che conoscesse.
"Certo che con un coso simile le
mie capacità non risaltano di sicuro" si lamentò il barman,
un bel
ragazzo dall’età
indefinibile, I capelli cortissimi e scuri, uno sguardo profondo e
un piccolo orecchino
brillante sul sopracciglio
"Senti facciamo così, ora ti preparo io qualcosa di
eccezionale e se poi
non ti piace ti offro un Daiquiri, ti
va?" chiese e, senza attendere la risposta di Hanamichi
estraesse
da sotto il bancone un nugolo di
bottiglie colorate ed uno Shaker.
Afferrò la prima bottiglia con la
sinistra e, facendola roteare sopra la testa, con un’ammiccante
strizzatina d’occhi ad Hana,
l’afferrò con la destra versandone alcune gocce nello shaker.
Hanamichi osservò divertito e colpito
I movimenti fluidi dell’uomo che con rapidità e precisione
giocava prima con le varie bottiglie e
poi con lo shaker che rivelò al suo interno un liquido rosa e
cremoso. Con delicatezza,
l’uomo afferrò un bicchiere e, intintone il bordo in un liquido
chiaro e
spumoso lo fece rotolare nel ghiaccio
tritato fine ed infine vi riversò il cocktail all’interno.
"Ed ora il bello" annunciò
allegro afferrando un cucchiaio e facendovi scivolare sopra uno
strato
sottile di crema bianca che si stese,
senza nessuna increspatura, sul liquido rosa.
Hanamichi ricordò delle dita candide
ed affusolate che versavano, allo stesso modo, un liquore
verde ed uno azzurro in un piccolo
bicchiere, il suo cuore accelerò I battiti e quasi non notò la
perizia con cui l’uomo stava
disegnando, con uno sciroppo alla fragola, di quello che si usa
anche
per I gelati, un piccolo cuore
sulla superficie bianca del cocktail.
"Fragolina et voila, il suo
cocktail monsieur" declamò appoggiando davanti al rosso il
bicchiere
decorato da una fragola ed una fettina
di limone incrostata di zucchero..
"E’ bellissimo" ammise
ammirandolo
"Mai quanto te, dolcezza Ora però
mi devi dire come ti chiami così posso dare il tuo nome a
questa mia ultima creazione!"
sussurrò l’uomo appoggiando I gomiti sul tavolo ed avvicinandosi
ad Hana, che arrossì, con un sorriso
"allora?"
"Hanamichi" borbottò
appoggiando le labbra sul bordo ghiacciato del bicchiere ed
assaggiando
il cocktail. Era dolce e buonissimo.
"Hanamichi?" ripeté
perplesso il ragazzo "Ma come sono sfigatooooo" piagnucolò
teatralmente
nascondendo il viso tra e braccia per
un secondo prima di risollevarlo e presentarsi. "Vabbè, io
sono Junda piacere" ed
afferrò la mano di Hana tra le sue stringendole in una carezza
" e sono
molto, molto dispiaciuto che tu sia tu
e che io debba lavorare stasera. E penso che il nuovo
cocktail si chiamerà libidine
rossa che ne dici?"
"E’ rosa…" rispose
stupidamente in un soffio imbarazzato; ma erano tutti maniaci in
quel posto?
"Hai ragione" si allarmò
Junda fissando il bicchiere, Hanamichi, di nuovo il bicchiere
"allora che
ne dici di ossessione
rossa?"
Hanamcihi rise di gusto scuotendo il
capo "E’ sempre rosa"
"Hai ragione, allora io direi
Bellezza rosa….e la tua bellezza ha fatto colpo sai Hana?"
sussurrò
avvicinandosi ancora un po’ di più
al rosso che si irrigidì sullo sgabello "E che colpo! Sta
incenerendo
me e spogliando te…io non me
lo farei scappare, sai qua dentro di più bello non trovi
nessuno…ora
girati piano piano e guarda il terzo
divanetto da destra. Prima fila." Suggerì tirando fuori tre
bottiglie
da sotto il tavolo ed un bicchiere
pulito.
Sakuragi si girò emozionato, cavolo
quella era la sua serata! Prima tutti quei complimenti dal barista
Junda (però aveva un nome
familiare…) poi un tipo che se lo mangiava con gli occhi dal
divanetto…
sperava davvero che fosse bello….ed
era bello che peccato che la volpe non fosse lì a schiattare
d’invidia…
Capelli di un castano scuro e occhi
grandi, un sorriso dolce sulle labbra; un fisico notevole.
"Mf..non c’è male"
sussurrò girandosi di nuovo e sorseggiando il cocktail.
"Non c’è male? Non c’è
male? C’è solo una persona qui dentro meglio di quello!! Cazzo,
che aspetti
ad andare lì?" tuonò Junda
appoggiando un bicchiere con tanta foga sul tavolo da far ballare le
ciotoline con I salatini.
"Io dovrei…." Biascicò
Hanamichi arrossendo.
Junda gli passò una mano tra I
capelli corti accarezzandogli la sommità della testa, "Si fa
così tesoro"
sussurrò riempiendo due piccoli
bicchierini con una crema scura e profumata di cioccolato
"Siccome
è certo come il sorgere del sole che
tu gli interessi, vai lì gli offri questo e ti fai quattro
chiacchiere,
che ne dici? Magari scopri che oltre
ad essere carino è anche il tuo tipo mh?" lo incoraggiò
strizzandogli un occhio.
"Grazie" sussurrò Hana
scivolando giù dallo sgabello
"Figurati, svezzare I giovincelli
inesperti come te è il mio hobby preferito"
Hana sorrise allontanandosi tra la
folla. Spalle larghissime sopra dei fianchi stretti e un sedere
alto,
duro, tondo; peccato che quella
creatura avesse solo 16 anni; gliene sarebbero bastati due o tre
in più e avrebbe mandato a ‘fanculo
tutti quanti pur di trascinarselo a letto. Sorrise osservando
Hanamichi ancheggiare leggermente,
preoccupato di non spandere la crema al cacao.
"La crema al cacao è la base
fondamentale per un buon Aexander sai?" sussurrò piano alla
schiena lontana del rosso.
"Certo che lo so brutta gallina
ampollosa" chiocciò un suo collega mostrandogli la lingua.
"Non dicevo a te" gli
rispose mollando una sonora pacca sul bel didietro tornito del
biondino.
"Ahhhh mi molesti?"
"Dio me ne scampi, ti piacerebbe
troppo…….."
Hanamichi avanzava piano, incerto;
cosa stava facendo? Stava davvero andando da quel tipo
ad offrirgli un bicchiere di
non-so-cosa? Così senza tanti preliminari? Ciao come ti chiami,
come stai cosa fai, fai sesso con me?
Kami che squallore; senza contare che avrebbe dovuto
mentire a metà delle domande,
certo non poteva dirgli che frequentava il liceo….né che era un
supercampione di basket.
Sollevò appena gli occhi dal
pavimento di marmo e lo vide.
Il cuore gli balzò in fretta in gola
scandendo con precisione ogni sillaba Ru-ka-wa.
Alcuni divanetti più a sinistra
rispetto al tipo indicatogli da Junda; affondato nella pelle morbida
di un divanetto, la testa appoggiata
svogliatamente sulla spalliera. Accanto a lui, così vicino da
essergli appiccicato, c’era lo
stesso pigolante biondino della volta precedente. In soli due uniche
lunghissime falcate si portò
davanti ai due, dimenticandosi del proprio obbiettivo e dei
bicchieri
che gli sporcarono le dita con un
po’ di crema.
"Ehilà volpe" salutò
ostentando una sicurezza che non sentiva assolutamente: perché le
gambe
gli tremavano come due gelatine
percosse?
Il biondino sollevò due giganteschi
occhi verdi fissandolo con…con sospetto?
"Cosa ci fai qui do’hao?"
"Oh passavo di qui per caso,
disturbo?" chiese sedendosi accanto a Rukawa ed appoggiando I
due bicchieri sul tavolo.
"Abbastanza" confermò il
biondino fissando Kaede osservare rapito Hanamichi portarsi le dita
sporche di crema alle labbra e
succhiarle con erotica tranquillità: leccando prima la punta del
polpastrello per poi immergere il dito
nella bocca. "Kaede?" lo chiamò tirandogli leggermente
I capelli sulla nuca.
Il moro si girò appena chiudendo gli
occhi "Keichi io…"
Il biondino sbuffò divertito
stropicciandogli I capelli con affetto "Ma pensa te"
sussurrò e la
sua voce suonò, alle orecchie di Hana
profonda e quasi sensuale "Vabbè, cattivooone che
non sei altro, per stasera ti cedo a
lui, ma che non si ripeta" pigolò ritrovando il suo tono in
falsetto "a meno che non si
possa organizzare a tre….." gli occhioni verdi si
spalancarono
diventando due immense praterie mentre
lui si allungava oltre il petto di Kaede per fissare
da sotto in su Hanamichi "
L’hai mai fatto a tre? Che dici proviamo? Ehhhhh diiiiiiiiiii di
siiiiiiiiiiii"
chiocciò scoppiando a ridere davanti
all’imbarazzo del rosso "me ne vado, me ne vado e mi porto
via uno di questi…"
decretò alzandosi ed afferrando un bicchiere "ciao
picciiiiiiiiionciniiiiiii" gridò
sparendo verso il piano bar.
"Ti ho rovinato la serata
volpe?" chiese sottovoce, incapace di guardarlo in faccia.
"Hn"
"Ah"
Un silenzio imbarazzato li avvolse. La
volta prima era accaduto tutto così velocemente, non aveva
avuto nemmeno il tempo di
riflettere e ora…ora si trovava fianco a fianco con la volpe,
nella zona
più equivoca di un locale altrettanto
equivoco…..equivoco, in realtà era tutto chiarissimo però…….
perché diavolo era andato dalla
volpastra?
"Perché sei venuto da me
Sakuragi?" chiese all’improvviso Kaede facendolo sobbalzare.
"Ma non so…….c’è così
poca gente stasera, mi annoiavo e ti ho visto con quel tale, credevo
avessi
bisogno di scappare come la
volta scorsa" mentì, non poteva dirgli la verità ossia
che….che…che
che aveva sentito l’impulso di
raggiungerlo non appena l’aveva visto? Che aveva dovuto fare
qualcosa per impedire che il braccio
che il pulcino gli allungava dietro la schiena scendesse ad
accarezzarlo?
"C’è sempre poca gente il
giovedì" spiegò Rukawa girandosi piano verso il rosso,
aspettando che
l’altro smettesse di
contemplare il tavolo e lo guardasse; ma il tavolo sembrava troppo
dannatamente interessante.
"Il giovedì? Vieni qui spesso
eh?"
"Quasi sempre, non ho poi molto
da fare" spiegò afferrando il bicchierino e assaporando un
goccio di liquore.
"E che scusa propini ai tuoi per
venire qui?" chiese allibito guardandolo, ufficilamente lui si
fermava
a casa di Yohei a guardare la
tv.
Kaede fece ruotare piano il liquore
nel bicchiere aspettando a lungo prima di rispondere
"Nessuna"
"Stai dicendo che I tuoi lo
sanno? Che non dicono nulla? ‘sto posto sarà anche di tuo zio, ma
mi
sembra strano che non ti dicano
proprio niente".
"Dirmi qualcosa sarebbe come
ammettere la mia esistenza e mio padre preferisce far finta che il
suo figlio gay non esista."
"Kaede…….." sussurrò piano Hanamichi, ferito dal tono
duro e sofferente al contempo della volpe.
Con dolcezza gli accarezzò piano una
guancia, scivolando con le nocche sulle labbra umide.
"Non commiserarmi do’hao"
sibilò girando il viso verso il suo.
Per un momento si fissarono negli
occhi, scavando per cercare di raggiungere l’uno l’anima
dell’altro,
perdendosi in profondità
insondabili. Kaede chiuse gli occhi sfiorando con le labbra quelle
di Hana
che rispose al bacio, appena
accennato, con timidezza.
"Buono" sussurrò Hana
"cos’è?"
"Crema al cioccolato"
rispose la volpe, afferrando al volo il concetto e, preso un altro
sorso
di liquore, si chinò su Hana che aprì
la bocca per riceverlo.
Fu un attimo…la lingua di Rukawa si
attorcigliò su quella di Hana e le braccia del rosso gli
scivolarono dietro la schiena,
costringendo I loro petti ad aderire e strofinarsi tra loro. Kaede
mugolò qualcosa lasciando
cadere a terra il bicchiere e, insinuato il ginocchio tra le gambe
di
Hana, gli si sedette sulla sua
coscia sinistra.
Che importava se erano ancora in un
luogo pubblico? Che importava se magari la gente attorno
a loro ridacchiava curiosa ed
eccitata osservando le loro effusioni.
Di nuovo quel corpo caldo contro il
suo. Di nuovo la dolcezza ineguagliabile di quella bocca. Di nuovo
lui.
Kaede si agitò sopra di Hana,
sfiorandogli con il ginocchio la virilità tesa sotto I pantaloni.
Hana gemette forte contro le sue
labbra, lasciando scivolare le mani sulle natiche di Kaede,
sulla sua coscia. Aveva bisogno di
toccarlo, toccarlo, sentirlo come non aveva fatto al volta prima.
"Volpe, possiamo salire?"
borbottò imbarazzato contro la sua bocca, il viso in fiamme.
Kaede trattenne il fiato per un
istante, colpito dalla timida domanda del rosso e dalle sue mani
curiose che gli sfioravano la schiena
e le gambe. Andare su……..no che non potevano andare
su…non era andato lì per
quello, non cercava compagnia quella sera…..doveva lavorare,
controllare se le voci di uno spaccio
di droga erano vere…..gli dispiaceva per Hana, ma quella
sera non potevano salire…….
"Si" sussurrò staccandosi
e, afferrato il rosso per un polso, lo trascinò via verso la scala.
Junda li osservò salire le scale
avvinghiati, incespicando come ubriachi ad ogni scalino; cavolo
Kaede quella sera aveva dei
pantaloni da infarto, dei jeans così stretti che pareva gli fossero
stati dipinti addosso e che gli
mettevano in evidenza il suo favoloso didietro…..che doveva
piacere molto anche al rosso dato che
da quando ci aveva appoggiato la mano non l’aveva poi nemmeno più
tolta.
Invidiava quel rosso ed invidiava
anche Kaede.
"Come sono sfigatoooo"
piagnucolò affondando il viso tra le braccia.
"Tu? E io allora? Mi ha scaricato
anche stasera" brontolò il biondo amichetto di Kaede
sorridendo nel vederli salire
E questa?" chiese allibito
Hanamichi osservano la camera che era stata loro assegnata quella
sera..
Quella stanza era completamente diversa
dall’elegante camera azzurra
in cui era stato precedentemente.
Le pareti erano rivestite da una carta
da parati rosso scuro, decorata negli
angoli e sotto le applique, che
illuminavano fiocamente la camera, da elaborati
disegni floreali di differenti tonalità
di rosso.
Un grande specchio occupava la parete
della camera riflettendo un immenso letto
con baldacchino, piuttosto basso, dalle
lenzuola candide. Accanto al letto si trovavano
I due soliti comodini, mentre il
lungo comò era situato sulla parete est, accanto alla
porta del bagno. Un divanetto a
due posti, bianco e bordò completava l’arredamento
della stanza. Ad Hanamichi sembrava di
essere finito in una di quelle vecchie camere
europee del settecento.
"Impressionante" disse
sottovoce.
Rukawa sorrise divertito spingendolo con
forza sul letto.
"Baka ,un po’ di dolcez……AHHHHHHHHHHH"
urlò Hanamichi piombando sul letto
che si aprì sotto di lui in morbide
onde. "Kitsune che è ‘sta cosa?" gridò scalciando nel
vano
tentativo di mettersi a sedere.
"Un letto ad acqua" spiegò
divertito dai suoi sforzi: più Hanamichi scalciava e si affannava per
recuperare una posizione dignitosa, più
il letto si muoveva sotto di lui impedendoglielo.
"Fai qualcosa kitsune
demente!" gridò afferrandolo per la maglia e tirandolo giù con
troppa forza.
"Devi stare calmo do’hao, sennò
non ti alzerai mai" ridacchiò puntando le mani contro la
spalliera
per risollevarsi. Sembrava facile….ma
Hanamichi continuava a muoversi come un ossesso facendo
dondolare il materasso rendendolo
instabile; Kaede perse la presa e scivolò affondando col
viso nelle lenzuola.
"Do’hao" sibilò.
"Ah si ecco la colpa è mia, tu sei
scemo e la colpa è mia" rise alzando ed abbassando con violenza
il bacino sul letto facendolo
ondeggiare sempre più forte, stava diventando divertente.
Rukawa mugugnò qualcosa di
intelligibile e rotolò su se stesso con lentezza spostandosi verso il
centro
del letto accanto ad Hana.
"Do’hao rotola fino al bordo e
poi buttati giù, è l’unico modo per uscire" sussurrò.
"Così?" chiese rotolando
sulla destra: sopra a Kaede.
"No" gemette il moro
"dall’altra parte"
"Ah" sussurrò Hana affondando
il viso contro il suo collo "così non è male però"
sussurrò.
Kaede chiuse gli occhi e sospirò,
sfregando il proprio torace contro quello largo di Hana.
Rimasero immobili, stesi sul letto che
beccheggiava seguendo il ritmo accelerato dei loro respiri, in
un silenzio rotto solo dal
sussurro trattenuto del loro fiato che si infrangeva sulle loro gole.
Hanamichi aveva il terrore di muoversi,
di spezzare con un gesto o una parola l’atmosfera che si
era creata tra loro; era come col
basket: ora che era sceso in campo per la prima volta non sapeva
che fare, sentiva il bisogno di
istruzioni: come diavolo si conduceva un simile gioco?
Due mani sottili e gelide
s’infiltrarono sotto al sua camicia, sfiorandogli la pelle liscia a
calda della
schiena ed Hana rabbrividì con un urlo
strozzato.
"Do’hao"
"Hai le mani fredde baka"
"Pesi idiota"
"Ma se sono un figurino!!!!"
si lamentò alzando il viso irritato per cercare quello del suo
offensivo
compagno. Kaede ricambiò lo sguardo con
calma, gli occhi grandi e brillanti sembravano rilucere
come le stelle; una stella polare che
magnetizzava gli strumenti di controllo e li faceva impazzire
inghiottendoli in un buco
nero….dio quante scemate! Hanamichi scosse la testa cercando di
schiarirsi
le idee ed abbassò il viso verso quello
di Kaede che aprì le labbra permettendogli di sprofondare
nel suo calore ancora profumato di
cioccolato e brandy.
Un bacio lungo, languido, senza lotte
per il controllo, le lingue si rincorrevano incapaci di restare
separate.
Le mani di Kaede scivolarono lente sulla
schiena di Hanamichi, accarezzandogli le spalle muscolose
e la nuca prima di scendere
sfiorando, con la punta del polpastrello, la colona vertebrale fino
alla
curva morbida delle natiche. Hanamichi
rabbrividì con forza sciogliendo il bacio ansimante.
"Volpaccia" gemette il rosso
baciandogli piano una guancia, la tempia, le palpebre che si chiusero
sotto la carezza delle sue labbra.
Rukawa sospirò di piacere. Soddisfatto dal risultato Hana si
puntellò su un gomito per
sbottonargli la camicia baciandogli al contempo la gola sotto
l’orecchio
ed il letto dondolò a forza quattro
facendogli perdere l’equilibrio e facendolo ricadere sul corpo
del moro sotto di lui.
"Kami" gemette Kaede in un
sussurro quando l’eccitazione di Hana si schiacciò sulla sua;
inconsciamente allargò le gambe attorno
alle cosce del rosso, ricercando un contatto più intimo
ma impossibile. Con un sospiro di
disapprovazione abbandonò la schiena calda di Hanamichi per
portarsi le mani al petto ed iniziare a
sbottonare quell’odiosa camicia; ma Hanamichi lo fermò bloccandogli
I polsi.
Il letto dondolò di nuovo irradiando
nuovi scariche di piacere in entrambi I ragazzi.
"Voglio…..spogliarti io"
biascicò Hana, il viso rosso intonato alla tappezzeria della stanza.
Kaede inspirò, trattenendo il fiato a
lungo prima di rilasciarlo in un "si" che fece venire la
pelle
d’oca ad Hana "Così è
impossibile però…spostati" gli ordinò sfiorandogli con le
labbra l’orecchio.
Hanamichi annuì, lo sguardo velato dal
desiderio e rotolò di lato, lasciandolo libero.
Kaede avrebbe voluto rotolare fino al
bordo del letto e mettersi in piedi per facilitare al massimo
la fase di svestizione e soddisfare al
più presto al brama che quel do’hao rosso riusciva a iniettargli
nel sangue, ma riuscì solo a
finire di nuovo sopra ad Hana, facendo combaciare il suo corpo
sottile a quello più robusto del rosso.
Le gambe baciavano le gambe, gli inguini tesi si schiacciavano
l’uno sull’altro e I capezzoli
duri si sfregavano da sotto la stoffa leggere delle camicie.
Si ecco appunto, le camicie..sarebbe
stato tutto così dannatamente perfetto se non ci fossero
stati quei vestiti tra loro…così era
come quando una splendida azione costruita su passaggi
perfetti e sensazionali veniva annullata
per passi. Il corpo di Kaede si tese d’aspettativa quando
le mani del rosso si spinsero ad
esplorare il territorio sconosciuto della sua schiena scendendo piano
e con voracità pressante verso la
base, a saggiare la consistenza dei fianchi perfetti, tirando la
camicia fuori dai pantaloni e cercando
di farsi strada sotto la stoffa così dannatamente stretta dei jeans.
Perché non si era messo un paio
di pantaloni della tuta? Quelli venivano via così facilmente….
Scatenando l’ennesimo maremoto nel
letto sotto di loro afferrò tra le mani il viso di Hana, aspettando
che il rosso aprisse gli occhi serrati
per guardarlo, prima di piombare sulla sua bocca baciandola con
ingordigia, soffocando con la
propria lingua I suoi fortissimi gemiti di piacere.
Improvviso come aveva iniziato Kaede lo
lasciò, rotolando in fretta giù dal letto.
Hanamichi rimase immobile, in croce, al
centro del materasso, il viso rosso per l’eccitazione, la bocca
socchiusa sul respiro affannato.
"Do….do’hao" gracchiò
Kaede, la voce bassa e roca "hai tre secondi per spogliarmi sennò
lo faccio io"
Senza aprire gli occhi Hanamichi rotolò
verso la voce riuscendo a sedersi sul bordo del letto: se solo
qualcuno avesse inventato un sistema per
smaterializzare I vestiti ed evitargli così situazioni dannatamente
imbarazzanti. Eppure ci teneva a
spogliare la volpe, voleva toccarla, sentire sotto le sue mani la
consistenza
della sua carne…..di tutta la sua
carne…….deglutì.
"Do’hao a cosa stai
pensando?" chiese Kaede in un sussurro malizioso, avanzando di un
passo fino a
trovarsi tra le sue ginocchia.
Hanamichi aprì gli occhi regalandogli
una smorfia "Non disturbare il genio!" ringhiò allungando
le mani verso
I piccoli bottoni in madreperla.
Quei piccoli, dannatissimi maledettessimi piccoli bottoncini che di
sicuro
si erano accordati per non passare
attraverso la strameledettissma e piccolissima asola, o per
scivolargli
tra le dita tremanti a metà
strada; sarebbe stato felicissimo di continuare a tentare di
sbottonare invano
la camicia di Kaede se solo avesse avuto
sentore di metà dell’imbarazzo che lo colse quando finalmente
l’operazione fu compiuta.
Quando l’ultimo bottone fu slacciato
Kaede si scrollò di dosso la camicia lasciandola cadere a terra ed
Hana sperò di morire. E ora?
Kaede era in piedi davanti a lui, a
petto nudo. A petto nudo. Volendo avrebbe potuto toccarlo.
Toccare quella pelle diafana e
seducente, magari stringere tra le dita I piccoli capezzoli scuri e
poi avrebbe
dovuto togliergli I pantaloni e
sotto I pantaloni…dio mio che sei nell’alto dei cieli….i
pantaloni……
"Do’hao?" lo chiamò Rukawa
prendendogli con dolcezza il viso tra le mani "che ti piglia? In
fondo lo
abbiamo già fatto no? Eri meno
pudico la volta scorsa"
Eh certo che era meno pudico la volta
scorsa…..aveva fatto tutto lui….
"Si…cioè no…ma non è che mi
dai qualcosa da bere?" chiese supplichevole, in fondo anche la
volpe
aveva detto che non si poteva fare sesso
senza aver bevuto no?
"No"
"Come no baka kistune!"
brontolò, riscosso dal suo imbarazzo dall’affronto.
"No" ripeté il moro
abbassando il viso per baciarlo con dolcezza, limitandosi però a
giocherellare
appena con le sue labbra.
Hanamichi mugugnò qualcosa attirandolo di più a sé, posandogli le
mani sui fianchi, sfiorando con
le dita quella pelle nuda e calda.
Kaede lo accontentò socchiudendo la
bocca e permettendogli di farsi strada in lui, distraendolo
mentre le sue mani afferravano quelle
del rosso e le conducevano sul suo collo, accompagnandole
lentamente in basso, alla scoperta
del suo petto, dei capezzoli duri, dello stomaco piatto, prima di
riabbandonarle sui fianchi.
Il cuore di Hana cominciò a battere
infuriato, pompando sangue al suo inguine duro e al suo viso
che bruciava. Senza mai smettere di
baciare Kaede, quel bacio era la sua ancora di salvezza, iniziò
un’incerta carezza sul corpo del
volpino. Prima solo I pollici a saggiare la consistenza setosa di
quella pelle calda, poi anche le altre
dita, invidiose, si mossero di loro iniziativa spostandosi verso
lo stomaco, scivolando piano sopra
l’orlo dei jeans….l’orlo dei Jeans? Con un singulto Hanamichi
le spostò velocemente più in alto in
territorio neutro, sulle spalle morbide della volpe. E ricominciò
a scendere piano sfiorando con timide
carezze I piccoli capezzoli tesi, costringendo Kaede a gemere
nel bacio e a contorcersi tra le sue
braccia. Stava semplicemente impazzendo. Posò un ginocchio sul letto,
facendolo dondolare. Gli dava altri due
secondi, poi l’avrebbe steso sul letto e..e…e avrebbe fatto
qualcosa,
che diamine.
La mano destra di Hana si appoggiò sul
suo ginocchio costringendolo a trattenere il fiato nell’attesa che
salisse, che scendesse che accadesse
qualsiasi cosa.
Ed Hana salì; piano, sfiorandogli con
il polpastrello l’interno coscia fermandosi incerto all’inguine.
"Hana" supplicò Kaede ed Hana
aprì gli occhi incontrando due pozze blu brucianti di passione; perché
a volte anche l’acqua brucia ed allora
assume un colore scuro e brillante ed inevitabile.
Senza distogliere gli occhi da quelli
della sua volpe spostò la mano più su, sulla dura protuberanza
bollente
schiacciata dai jeans. Ne sentiva
il calore bruciante sotto il palmo, la consistenza dura e morbida e
pulsante e poi gli occhi di Kaede
avevano quello sguardo così così….così che bruciò.
Abbandonò la bocca di Kaede per
affondare il viso contro il suo torace, slacciando I pantaloni e
facendoli scivolare a terra con velocità,
abbassandogli gli slip scuri con bramosia.
"Kaede?" sussurrò contro il
suo ventre e il moretto gli accarezzò con dolcezza la nuca,
sbottonandogli
con l’altra mano la camicia.
"Hn?" mugugnò annuendo,
invitando e supplicando al contempo.
Hanamichi chiuse gli occhi con forza e
schiacciò la faccia contro quel torace duro obbligandosi ad
afferrare tra le dita il sesso del
volpino.
Era caldo e poi era durissimo e al
contempo era così morbido sotto le sue dita, come se avessero
rivestito una sbarra di ferro con
del velluto tiepido. Senza allontanare la fronte dal suo rifugio aprì
gli occhi guardando in basso, spostando
un dito ad accarezzare la punta rossa ed umida.
Kaede s’inarcò e gemette, piegandosi
su Hana fino ad appoggiare la propria testa su quella del rosso.
Una nuova carezza ed un altro gemito, il
corpo di Kaede che tremava d’eccitazione e piacere contro il suo.
Hanamichi alzò il viso cercando la
bocca della volpe, spingendolo piano sul letto, steso sotto di sé,
alla mercé delle mani curiose che
scivolavano impazienti a saggiare quel corpo su cui aveva fantasticato
tante volte. Lo stava eccitando,
sentiva I suoi gemiti sciogliersi sulla sua bocca e il tremare delle
braccia
che gli accarezzavano la schiena.
Affondò il viso contro il suo collo
scendendo con entrambe le mani sul suo membro, stringendolo tra
le dita, accarezzandone la
lunghezza con I palmi, stuzziacandone la punta con I polpastrelli con
la
curiosità del neofita. E I
gemiti……oh kami I gemiti! Erano ancora più eccitanti di quelle
mani sottile
che s’infilavano sotto I pantaloni
sbottonati stringendogli con forza le natiche e carezzandogli le
cosce,
l’ansimare sommesso di Kaede, la
prova che gli stava procurando piacere……voleva sentirlo urlare.
"Kaede posso……." gli morse
piano la gola e leccò la zona morsa "posso prenderlo in
bocca?"
Kaede rantolò strabuzzando gli occhi ed
affondando le dita nella carne morbida dei glutei di Hana
"dio si" gemette in un
sussurro appena percettibile.
Per un lungo momento rimasero immobile,
le dita della volpe strette attorno alla carne di Hana e la
bocca del rosso immobile sul bel
collo della volpe. Congelati ad ascoltare il battito dei loro cuori;
poi Hana scese.
Scese senza staccare le labbra dal copro
della volpe, scese piano con gli occhi chiusi, indovinando
la direzione a casaccio. I peli neri del
pube gli solleticarono il naso inebriandolo col loro profumo di
volpe. Aiutandosi con una mano condusse
il membro alle labbra, saggiandolo appena con la punta della lingua.
Kaede s’inarcò ed il letto beccheggiò
sotto di loro, spingendo la bocca di Hana attorno a quel palo
di velluto duro.
"Hana" gridò Kaede ed il
rosso aprì gli occhi succhiando piano, attento alle espressioni del
suo amante,
deciso a farlo urlare il suo nome ancora
ed ancora ed ancora, che importava se ad ogni grido di Kaede
il suo sesso premeva con forza
contro la stoffa delle mutande? Se ad ogni gemito lo sentiva pulsare
supplicando per qualcosa? Se sentiva il
piacere contrarre lo stomaco? Kaede era lì e godeva sotto le
sue attenzioni, Kaede era la realtà, il
resto non importava.
E quando le mani della volpe si chiusero
sulla sua testa dettando il ritmo, quando sentì la sua voce
implorarlo di succhiare con più
forza una specie di orgasmo asciutto esplose nel petto di Hana
inondandolo di piacere, di dolcezza di
soddisfazione.
"Basta" gemette Kaede tirando
con difficoltà quei corti capelli rossi.
Hanamichi si staccò perplesso,
fissandolo come un cucciolo smarrito. Basta? Perché basta?
Perché quel baka lo aveva fatto
smettere se era così divertente per entrambi?
"Spogliati" lo supplicò Kaede,
la voce rotta dall’affanno.
Hanamichi arrossì, ma ubbidì
liberandosi dei pantaloni e degli slip troppo stretti. Cavolo…il suo
uccello
era così grosso e
congestionato….era imbarazzante; tanto imbarazzante.
Lentamente Kaede si portò in piedi
davanti ad Hanamichi che abbassò lo sguardo fissando il pavimento.
Il dito di Kaede si posò sulla punta
eretta del suo sesso, scivolando piano per tutta la sua lunghezza
fino al ventre, salendo lungo lo stomaco
e il petto spingendo in alto il mento basso del rosso
accarezzandogli piano le labbra.
Kaede scosse piano la testa sorridendo
divertito "Non distogliere lo sguardo do’hao" sussurrò
circondandolo con le braccia ed
attirandolo a sé, strusciandosi piano contro di lui .
Hana abbandonandosi a quell’abbraccio
e a quella bocca invadente e tenera per un lungo bacio.
"Aspetta" sussurrò Kaede
abbandonandolo un istante per aprire il mobiletto del comodino,
afferrando la bustina allungata di un
preservativo.
Hana chiuse gli occhi felice, era ora,
lo voleva o se lo voleva……..spalancò gli occhi di botto:
qualcosa di strano gommoso e viscido gli
stava titillando la punta rossa del pene.
Kaede lo guardava con uno sguardo
divertito… " Te lo metti tu o te lo metto io?" chiese.
"Eh?"
"Do’ hao" sussurrò
iniziando a rivestire il membro di Hana con la sottile guaina
lubrificata.
"Oh kami" mugolò Hana. La
mano di Kaede scivolava sul suo membro stuzzicandolo prima di
comprimerlo dentro il lattice. Era
strano. Non solo l’aspetto così lucido, non solo la pressione…
ma il fatto che fosse Ru ad
infilarglielo…insomma aveva fatto anche lui delle prove ogni tanto,
immaginando di prepararsi per
qualche bel ragazzo…ma non aveva mai e poi mai pesato che
a metterglielo potesse essere il suo
partner. Insomma, siamo sinceri, quell’affare doveva essere
l’antitesi di ogni romanticismo,come
diavolo faceva quel demone di volpe a farlo diventare un
giochetto erotico? Chissà che effetto
potevano fare I cornini di quello a forma di diavoletto….
.perché l’ aveva rifiutato la volta
precedente?
Troppo immerso nei suoi pensieri e in quelle insolite sensazioni lasciò
che Kaede lo spingesse
con dolcezza sul divanetto; lasciò che
la volpe gli prendesse la mano nella sua e ne baciasse il
palmo, ridisegnando con la lingua le
linee del suo destino.
Un dito venne risucchiato nella bella
bocca della volpe ed Hana spalancò gli occhi trattenendo il fiato.
Kaede gli stava facendo un pompino alla
mano?!
Il cuore aumentò I battiti in modo
preoccupante.
"Ka….." Gracchiò e deglutì
mentre un terribile sospetto gli si faceva strada nella mente….
quel baka non poteva davvero pensare
di……..Oh cazzo…lo pensava….gemette mentre
Kaede si sistemava a cavalcioni sopra di
lui, le ginocchia premute contro le sue cosce.
Per un istante si guardarono negli occhi
"Pensi di esserne in grado do’hao’"
"Kitsune! Io sono un……..tensai"
affermò incerto.
Kaede sorrise e scese piano su di lui,
impalandosi con lentezza estrema su quel membro
grosso e viscido che lo penetrava
centimetro per centimetro….e chi cazzo gliel’aveva fatto
fare ,mio dio! Ma era davvero un
baka! L’aveva preso solo una volta e da allora erano
passati almeno 6 schifossissimi
mesi, senza contare che Junda era più piccolo di Hana..e più
esperto…
aveva saputo far scemare il dolore,
mentre Hana si limitava a starsene fermo immobile a bocca aperta,
la testa reclinata all’indietro
per il piacere
"Ohh Ka……"
Ohhh certo che quel do’hao poteva dire
ohhh non era lui che aveva un palo infilzato nel sedere…
ma perchè aveva sentito il bisogno di
averlo dentro di sè?
Un paio di labbra gentili gli
scivolarono il viso con delicatezza sfiorandogli le palpebre contratte
"Volpe?"
"Tutto a posto, do’hao" lo
rassicurò sentendo il dolore scemare in un sottile fastidio.
Lentamente, facendo forza sulle braccia
sollevò il bacino fin quasi a farlo uscire da sè prima di
lasciarsi ricadere su di lui,
accogliendolo per tutta la sua lunghezza con un gemito soffocato.
"Kede!!!" gridò Hana, era
come se tutto il suo essere si fosse condensato in quell’unico punto
che veniva aspirato dal corpo della
volpe. Era caldo. Era stretto. Era meraviglioso.
Kaede gettò indietro la testa salendo
di nuovo ed Hana ne approfittò per leccare quel collo
bianco davanti a lui facendolo
rabbrividire. Era nel corpo della sua volpe eppure ancora non
gli bastava, voleva fondersi con lui,
bere ogni sua cellula, essere solo una cosa.
Kaede ridiscese ed Hana urlò,
stringendolo con forza, mescolando I suoi gemiti a quelli della volpe.
"kede kedekede" il suo nome
era l’unico ansimante suono che la sua mente fosse in grado di
concepire.
Quel corpo che scivolava lento lungo il
suo membro, le sue gambe calde che premevano contro
le sue cosce, il suo petto che
s’inarcava all’indietro offrendosi all’esame dei suoi occhi.
Kami
quanto era bello….seguendo l’istinto
del momento si spinse con forza contro di lui mentre scendeva
di nuovo sul suo membro scatenando
una frustata di piacere intenso in entrambi.
"SI…fallo di nuovo Hana"
supplicò Kaede ed Hana non se lo fece ripetere. Si sistemò meglio
sotto di lui, trovando lo spazio per
muoversi, spingendo I fianchi contro quelli del moro, aiutandolo
a salire e scendere su di lui,
spingendo con forza, in profondità, cercando quell’identico punto
che
lo faceva urlare di piacere,
premendolo sempre più forte, sempre più velocemente fino a che
urlando
il suo nome Kaede non venne
inondando col suo piacere lo stomaco contratto di Hana, accasciandosi
su di lui.
Hana lo strinse tra le braccia,
spingendosi in profondità tra I suoi muscoli tremanti per l’orgasmo
ancora una volta ed un’altra prima di
mordergli la spalla soffocandovi contro un ruggito di piacere
mentre esplodeva nell’orgasmo più
devastante di tutta la sua giovane vita.
Rimasero immobili ed ansanti uno sopra
l’altro, la testa mora appoggiata contro il collo abbronzato,
le mani grandi di Hana strette in
carezze convulse sulla schiena candida.
Un sottile disagio prendeva il posto
della passione che avevano condiviso.
Ora dovevano alzarsi, separarsi,
guardarsi e magari parlarsi.
Piano facendo leva sulle braccia Kaede
cercò di alzarsi, ma la stanchezza gli piegò il gomito
facendolo rovinare addosso ad Hana.
"Volpetta fiappa" lo rimbrottò
dolcemente sollevandolo tra le braccia e stendendolo delicatamente
sul letto, accasciandoglisi accanto, un
piede a contatto con il pavimento.
Rukawa l’osservò un istante
sorridendo, prima di chiudere gli occhi con un sospiro.
"sei stato in gamba do’hao"
"io sono un tensai…"
"do’hao…"
"Kaede senti questa notte….è un
segreto ok?"
"Hn"
"tra noi non cambia nulla
vero?"
"no"
Sakuragi sorrise con dolcezza
scostandogli la frangia dagli occhi "dormi qui?"
" si"
"Buonanotte volpe"
Solo dieci minuti dopo, quando Hana,
dopo essersi lavato nel piccolo bagno ebbe lasciato la stanza,
Kaede aprì gli occhi con un sospiro.
"Buonanotte do’hao"
Nia -____- nobuuuuu
Nobu: si???
Nia: di qualcosa....
Nobu: arrivata a questo punto puoi solo
migliorare^^
Nia: grazie.....scusate..mi sa che se
saltavo il cap. 2 e vi postavo il 3 forse era meglio....