Dediche Questa la dedico tutta a Jean&Didi…-___- ehm…volevo dire a Seimei^^ con la promessa che andrò a trovarla appena posso!!!!

 


 
 
 
Club privato Iguana

di Niane

Parte I

 
Il grosso allegro occhione giallo del gigantesco iguana, che decorava la porta in
spesso vetro azzurro inerpicandosi dall’angolo in basso a sinistra a quello in alto a destra,
lo osservò ammiccante, quasi sfidandolo a posare la mano sulla maniglia sotto la sua zampetta e ad aprire la porta.
Sakuragi deglutì, strinse le dita tremanti attorno al pomolo freddo e lo abbassò lentamente.
"Che credi schifida bestia, io sono un tensai, non ho paura di entrare in un locale" sibilò irritato
 dal sorriso umano che era stato dato al disegno.
Nonostante la sicurezza che ostentava davanti all’iguana, il suo cuore rullava nel petto
minacciando di prendere così tanta velocità da scappargli dalla gola e decollare per I fatti suoi.
Con un gesto meccanico e teso spalancò la porta e posò con decisione un piede, coperto
da una scarpa da ginnastica bianca, nuova, comperata per l’occasione, sul pavimento verdemare del pub.
Una innumerevole quantità di sottili campanelle a vento dalla forma allungata iniziò a suonare la
 propria melodia, informando il buttafuori del suo arrivo.
L’uomo l’osservò con sguardo esperto, sorridendo compiaciuto nel notare l’abbigliamento
sobrio ed elegante del ragazzo. Scarpe da ginnastica pulite, pantaloni di cotone bianco e
morbido che si appoggiavano sulle gambe lunghe e tornite sottolineandone I muscoli, una
camicia scura, forse un verde bosco, che metteva in risalto la carnagione ambrata del ragazzo,
 una leggera giacca in tinta con I pantaloni. Roba di classe.
"Posso esserle d’aiuto? " chiese gentilmente avvicinandosi di qualche passo al rosso ancora
fermo sulla soglia. "Questo è un club privato per entrare bisogna essere tesserati" l’informò
permettendo ai propri occhi di scivolargli sulle spalle ampie in una leggera carezza "ha la tessera?"
 chiese con un tono colmo di speranza.
Hanamichi annuì, pregando vivamente affinché il calore che sentiva infiammargli il collo e il volto
 non fosse assolutamente il sintomo di un suo inopportuno rossore.
"Posso vederla?" sussurrò l’uomo.
Hanamichi annuì di nuovo ed infilò una mano in tasca estraendone la sottile tesserina plastificata
 che gli aveva portato Yohei quella mattina stessa.
Yohei…
Che fosse maledetto anche lui, cosa gli era saltato in mente di fargli un regalo simile?
"Può entrare" l’informò il buttafuori infilandogli la tessera tra le mani, "venga" e gli appoggiò la
mano sulla schiena spingendolo verso la tenda in perline rosse che separava il locale dalla hall.
Hanamichi annuì infilando la tessera nella tasca posteriore dei pantaloni (e il buttafuori seguì
attentamente la mano che si infilava a carezzare quelle natiche perfette e tonde come un melone,
che sembrava l’implorassero di stringerle tra le dita…) e si infilò tra le perline abbandonando il modo
normale, fatto di luce chiara, per immergersi nella penombra azzurrata del locale.
"Yohei maledetto!" sussurrò tra I denti, sentendo le gambe prudere dalla voglia di scappare.
Il locale era piuttosto grande, una pista da ballo occupava tutta la parte centrale, a destra si apriva
 un lungo bancone dietro cui cinque bellissimi barman si esibivano in allegri giochi con I cocktail,
mentre la parte sinistra, era suddivisa in tanti piccoli séparé tondi e quadrati occupati da un unico
morbido divano ed un tavolino su cui faceva capolino una bassa lampada di vetro colorato, stile tiffany,
 che li lasciava in una penombra morbida ed ammiccante.
Nel complesso l’insieme era piuttosto intimo ed accogliente o meglio, sarebbe stato intimo ed
accogliente se lui non si fosse sentito così tremendamente in imbarazzo!
Era la prima volta che infrangeva la legge da solo, senza I compagni dell’armata………..bhè, certo
 non avrebbe mai potuto chiedere ai ragazzi di accompagnarlo lì………e se era arrivato a quel punto
 era solo perché aveva bisogno di……..e certo non poteva immaginare di farlo con quei casinari attorno
e poi Takamya manco l’avrebbero fatto entrare! Lui poteva passare per un maggiorenne, ma Takamya…
"Scusami!" gli mormorò una voce bassa all’orecchio mentre due braccia lo afferravano alla vita
impedendogli di cadere. "Scusami, non ti avevo visto con tutte queste perline" ripeté lo sconosciuto,
 un bel ragazzo moro di non più di 25 anni, sorridendogli.
Hanamichi deglutì inalando il profumo dolce del ragazzo.
"No……….non fa nulla. Colpa mia che ero in mezzo ai piedi" si scusò arrossendo; il ragazzo non
aveva allontanato le braccia dai suoi fianchi.
"Figurati, sono io lo stupido, non guardo mai dove vado, anche se devo dire che non sono mai
 stato così felice di essere uno stupido talpone come stasera" gli sussurrò sorridendo "Io mi
 chiamo Owaru e tu?"
"Sak.…Hanamichi" mormorò stringendogli la mano nella sua.
 
‘Sarà facile Hana, tu dovrai solo entrare, sorridere e non prendere a testate nessuno, vedrai che
 saranno gli altri a rimorchiarti.’ gli ricordò il suo Yohei mentale.
"Ti va di bere qualcosa Hanamichi? Sono appena uscito dal lavoro, e sto morendo di sete"
"No, grazie, io non ho sete" rispose senza pensare.
"Come vuoi" mormorò l’altro palesemente dispiaciuto dirigendosi verso il piano bar.
La sua mano scattò prima ancora che la sua mente potesse pensare e afferrò il polso del ragazzo
"Non ho sete, ma se vuoi posso farti compagnia" azzardò tutto d’un fiato, ringraziando la penombra
 che non permetteva all’altro di vedere il colore scarlatto che gli tingeva le guance, perché stavolta
Hana non aveva alcun dubbio di essere arrossito.
Owaru sorrise dolcemente e strinse la mano di Hana nella sua conducendolo verso due altissimi
sgabelli ancora liberi.
"Allora è la prima volta che vieni qui, vero Hanamichi? Sono certo che ti avrei già visto, non sei un
 tipo che passa inosservato"
"Si è la prima volta, me l’ha consigliato un amico" rispose cercando di dare un tono fermo alla sua
 voce, anche se era difficile; si sentiva assurdamente emozionato, il suo stomaco si era tutto contratto
 su se stesso, le gambe gli tremavano leggermente e la mano di Owaru che giocherellava distrattamente
 sul suo braccio destro non migliorava certo la situazione.
"Buon consiglio, anche se facile; in tutta Kanagawa ci sono solo tre locali gay e questo è il migliore,
anche se il tesseramento è un po’ caro e ci sono fin troppe discriminazioni tra I clienti"
"Discriminazioni?"
"Privilegi se preferisci. Privilegi riservati o al denaro o all’anzianità." Gli spiegò sfiorando sensualmente
con le labbra il bordo del bicchiere prima di bere un sorso di gin lemon. "Vedi quella scala dietro la consolle del DJ?"
Hanamichi si girò e notò il DJ, un bel ragazzo biondissimo, dal petto ampio rivestito solo da una maglia
a rete larga la cui funzione gli restò nascosta, dal momento che non lasciava nulla all’immaginazione.
"Non Max, Hana, ma la scala" gli soffiò all’orecchio Owaru facendolo rabbrividire di piacere e girare lo s
guardo un poco più a sinistra, su una scala scura, quasi invisibile, davanti a cui stavano due uomini
palestrati e vestiti entrambi di nero.
"Quei due sono due buttafuori di prima categoria, sai" gli spiegò Owaru sfiorandogli il lobo con le labbra
 " Quella scala conduce al piano superiore dove si trovano alcune splendide camere full optional a
disposizione dei clienti. O almeno di quelli che hanno la carta oro."
Hanamichi annuì leggermente inclinando un po’ la testa; gli piacevano da morire quei baci leggeri sull’orecchio.
"Un tale mi ci ha portato una volta."
Hanamichi si morse un labbro indispettito; certo non poteva pretendere che un bel ragazzo come
Owaru non avesse nessuna esperienza, ma almeno poteva evitare di dirgli certe cose così tranquillamente…
"Sono davvero stanze bellissime" sussurro imprigionandogli il lobo tra I denti e succhiandolo piano.
….ma in fondo cosa gli importava di quel che Owaru aveva o no fatto? Non era andato lì anche lui
 per fare un po’ di sano semplice e salutare sesso prima di impazzire del tutto?
"Uhmmm" mugolò quando le labbra bollenti del moro gli succhiarono piano la pelle del collo sotto l’orecchio.
"Come vedi questo non è giusto" si lamentò tornando a sfiorargli l’orecchio con le labbra,
"soprattutto quando uno ha avuto la fortuna di incontrare te qua dentro" gli sussurrò facendo scivolare
 piano la lingua sul lobo prima di infilarne la punta all’interno dell’orecchio.
Sakuragi gemette piano, soffocando l’ansito mordendosi le labbra; ma nessuno sembrava far caso a loro.
"E’ da molto che vieni qui Owaru?" chiese appena il moretto si staccò da lui con un sorriso per tornare
 a sorseggiare il suo drink.
"Due anni. Alla tua età non avevo abbastanza soldi per permettermi un posto simile, allora era molto
più caro di ora."
"Alla mia età? Quanti anni ho?" chiese.
Owaru si mordicchiò le labbra e gli afferrò il mento tra il pollice e l’indice osservandolo attentamente.
Hanamichi poteva sentire il suo alito caldo sfiorargli il viso e chiuse gli occhi con un sospiro.
"Sembri così giovane" mormorò incantato Owaru ammirandone la pelle liscia e dolcemente dorata
"non ti darei nemmeno vent’anni." Ammise sfiorandogli le labbra piene con un dito
"Infatti ne ho appena fatti diciotto" mentì Hanamichi spingendo il viso verso quello del moro, e
sfiorandogli la bocca.
Owaru sospirò di piacere accarezzando con dolce lentezza quelle labbra carnose, succhiandole
 piano tra le sue, lentamente, dolcemente.
Ricordava la sua prima esperienza; si vergognava così tanto di essere gay che era andato fino a
Tokyo per cercare un locale. Era stato abbordato da un bel ragazzo che l’aveva trascinato in camera,
ma la sua incontenibile eccitazione, che a casa sembrava farlo impazzire, era scomparsa non appena
 la porta si era chiusa alle sue spalle. Aveva avuto paura, ma il suo amante l’aveva accolto tra le braccia
 e coccolato a lungo prima di iniziarlo alle meraviglie del sesso. Aveva solo 17 anni. Hanamichi aveva un
 anno in più di lui, ma era quasi certo che non avesse mai avuto alcun tipo di esperienza prima. Non voleva
 spaventarlo. Voleva che al rosso piacesse; voleva che quel rosso lo desiderasse e lo cercasse e magari
non solo per quella sera.
Gli accarezzò piano la nuca, facendo scivolare le dita tra I capelli cortissimi e morbidi e solo quando
lo sentì ansimare piano contro le sue labbra si azzardò ad aprire la bocca e ad esplorare con la punta
 della lingua le sue labbra socchiuse.
Hanamichi non aspettava altro, alzò le braccia gettandole attorno al collo di Owaru e con un tremito
aprì la bocca concedendogli l’accesso.
Owaru sobbalzò tra le sue braccia e si scostò di colpo "Merda, scusami Hana" gemette estraendo il
 cellulare che vibrava con forza dalla tasca dei pantaloni.
Fu una telefonata brevissima a cui Owaru contribuì con un numero impressionante di no e un’imprecazione finale.
"Che succede?" gli chiese Hanamichi prendendo coraggio ed accarezzandogli con la punta del dito
 l’avambraccio.
"Rogne" grugnì con una smorfia Owaru "sul lavoro. Hanno incasinato tutto e dopodomani c’è la riunione.
Devo tornare in ufficio a sistemare I computer" sospirò mesto; avrebbe voluto chiedere a quella visione di
aspettarlo per altri due giorni, di uscire da lì e darsi appuntamento fuori, ma non poteva farlo. Conosceva il
 bisogno bruciante che animava il rosso, l’aveva provato a sua volta. Afferrò la mano destra di Hanamichi
e la strinse tra le sue, baciando le dita una ad una "Scegli bene Hanamichi," sussurrò alzandosi "e
chissà che io e te non ci si riveda qui una sera" lo salutò dandogli un bacio casto sulla fronte.
Sakuragi lo guardò allontanarsi in fretta tra la folla e sparire dietro la tendina di perline.
"Ma…ma…merda!" sbottò irritato col mondo, con I computer e con Yoehi che l’aveva mandato lì.
Ma cazzo! Ma quello non solo era uno schianto da far concorrenza Rukawa, ma era pure gentile e
simpatico e quel bacio…Cazzooooo triplo e quadruplo! Aveva rotto l’anima al suo migliore amico perché
 aveva bisogno, BISOGNO di fare sesso e Owaru.. Owaru gli aveva fatto assaporare appena appena il
gusto di un bacio vero…l’aveva stuzzicato ed abbandonato. Ma era ammissibile? No che non era
ammissibile! Era una congiura ecco!
Quelle labbra che sfiorano le sue……..
Quella lingua che gli serpeggia dentro l’orecchio….
Kami…quella lingua che tocca appena la sua…..
Sakuragi abbassò la testa con un sospiro sommerso da brividi di eccitazione e da un
profondo senso di frustrazione.
Doveva trovare qualcun altro e in fretta e magari qualcuno dotato di carta oro, perché lui
non ce la faceva più.
Il primo, si decise, avrebbe cercato di rimorchiare il primo che fosse passato.
"Fammi un Alexander per favore" ordinò ad uno dei baristi una voce irritata alle sue spalle.
Hanamichi sgranò gli occhi e si accasciò con un gemito sul tavolo nascondendo il viso tra
 le braccia.
"Anche la kitsune malefica ora!!! E’ un incubo" mugugnò disperato contro il proprio gomito.
Una mano gentile si posò sulla sua spalla "ehi tu, stai bene?"
Hanamichi ruotò piano il viso in modo per trovarsi faccia a faccia con la sua nemesi "Stavo meglio
 prima di incontrati."
"Sakuragi…." Borbottò incredulo Rukawa allontanando velocemente la mano dalla spalla del rosso
"Kaedeeeee cattivone, perché mi tratti così male? Daiii andiamo suuuu" pigolò un ragazzo castano,
più basso di Rukawa di almeno venti centimetri, strofinandosi contro il braccio del moro in modo sensuale.
"Ho detto di no, stasera sono con un altro. Non rompere" sibilò di rimando cercando di scrollarselo
di dosso, senza per altro ottenere nessun risultato: il ragazzo perseverava nel suo placcaggio strusciando
 Il bacino contro Il fianco di Rukawa in modo allusivo.
"Ma se sei tutto solo da quasi due ore" pigolò leccandogli il collo.
"Solo perché ‘sto deficiente mi aspettava dalla parte sbagliata." Disse allontanandolo di malagrazia ed
 afferrando il polso di Sakuragi, tirandolo in piedi con uno strattone doloroso.
"Ora noi andiamo su: addio" sibilò
"Cos’è che facciamo stupida vol….." il sangue defluì dal viso del rosso mentre un forte dolore,
proveniente dal mignolo che Rukawa gli stava torcendo, gli bloccava ogni protesta in gola.
Come un automa, o un cane il cui guinzaglio fosse stato tirato con forza eccessiva, Hanamichi
s’incamminò accanto a Rukawa, superando le coppie che ballavano abbracciate in pista, fino alla scala di mogano scuro.
"Buonasera" li salutò uno dei due buttafuori.
"’sera. Shingo probabilmente un rompiscatole insisterà per salire, credo sia piuttosto ubriaco…"
"Non si preoccupi signor Rukawa. Credo che la sua stanza preferita sia ancora libera." L’informò
porgendogli un piccolo elegante portachiavi di pelle lucida che Rukawa afferrò ringraziando con un
 mugugno e un cenno del capo.
"Stupida volpe deficiente!" gridò Hanamichi quando, chiusasi la porta dietro le spalle, Rukawa lo
lasciò finalmente andare, "che diavolo volevi fare? Rompermi un dito? Cos’è un sistema per essere
 sicuro che io non mi metta più in risalto di te al prossimo torneo?"
"Scusa" borbottò Rukawa togliendosi la giacca scura e gettandola su un grossissimo puff blu ai piedi del letto.
"Scusa?? Hai quasi menomato il genio!! Pensi che…" Sakuragi chiuse gli occhi e li riaprì in fretta
osservandosi intorno con attenzione, l’ira che sfumava velocemente in una esterrefatta sorpresa
La stanza era un tripudio di blu, bianco ed oro. Un immenso tappeto bianco morbido e dal pelo alto
 ricopriva l’intero pavimento stendendosi attorno ad un gigantesco letto all’occidentale su cui erano
stati gettati, in uno studiato disordine, una quantità di cuscini blu di raso e seta. Un comò di ciliegio
chiaro, dagli arabeschi dorati, si allungava sulla parete di destra, al lato opposto c’era una finestra dalle
pesanti tende blu notte.
Una quantità di lampade illuminava la stanza, creando suggestivi giochi d’ombra.
Nessun lampadario pendeva dal soffitto interamente coperto da un unico grande specchio.
"Cos’è cos’è ‘sto posto?"
"Una delle stanze a disposizione degli ospiti che desiderano fermarsi per la notte do’hao" l’informò Rukawa
 con tono saccente, aprendo una portina del comò e rivelando un grande fornitissimo mini bar "Sono…sono tutte così?"
"No." rispose con indifferenza esaminando alcune bottiglie.
"Ehi volpe, che cavolo ci fai tu qui!" gridò Hanamichi all’improvviso.
Rukawa inarcò un sopracciglio e chiuse il frigo girandosi piano verso di lui; Sakuragi era fermo dove Rukawa
 l’aveva lasciato appena entrati, le mani piantate sui fianchi e un’aria di sfida sul viso contratto.
"Io cercavo qualcuno con cui divertirmi stasera e tu?" chiese con un fare insinuante che fece avvampare
vistosamente Hanamichi.
"Io io io.." balbettò… "ma tu hai la carta oro?" chiese sperando di sviare il discorso.
"Non ho nessuna carta. Questo posto è di mio zio e posso fare ciò che voglio.Cosa bevi?"
Hanamichi spalancò gli occhi perplesso osservando l’alieno che si era impossessato della pelle di Rukawa,
 perché di certo non era possibile che il tipo in giacca e pantaloni di lino neri davanti a lui che gli offriva da
bere come se nulla fosse, fosse davvero quella scamorza acida del suo compagno di squadra.
"Cosa stavi bevendo giù do’hao?"
"Io nulla"
"E quel bicchiere?"
"Era di Owaru…" disse in un soffio arrossendo di nuovo.
"Owaru?" chiese con un tono scettico Rukawa estraendo dal mobile due bicchieri e tre bottiglie.
"Si Owaru, baka kistune. Che credi?" pontificò stizzito dal tono del compagno "il grande tensai non
 ha fatto nemmeno in tempo ad entrare nel locale che già lo avevo folgorato col mio fascino! E lui si
 che era uno schianto, altro che quel pidocchio che ti si era appiccicato prima. Ah sono un genio nel
 basket e nella seduzio…."
Rukawa lo lasciò sproloquiare, non aveva bisogno di girarsi ad osservare il suo compagno di squadra;
 stavolta sapeva che aveva ragione. Sakuragi era un idiota sbruffone, ma aveva un fisico notevole.
Spesso negli spogliatoio, prima della doccia, dopo al doccia e, se gli capitava anche durante la doccia,
 si era trovato a fissarlo di sottecchi, incantato da quelle spalle ampie e da quelle gambe da favola,
 lunghe e scolpite, sormontate da un sedere in cui avrebbe voluto affondare con I denti e la lingua e….
"Che fai baka kitsune?"
La mano di Rukawa tremò spandendo il liquore rosso fuori dal bicchiere mentre la testa di Sakuragi
si sporgeva accanto alla sua, per spiare da sopra la spalla.
Sul piano del comò erano stati posati due bicchierini in cui era stato versato mezzo dito di un liquore
denso e rosso rubino.
"Da bere" rispose Rukawa afferrando una seconda bottiglia e cominciando a versarne il liquido verde
menta sul retro di un cucchiaio. Il liquore scivolava piano sulla pancia della posata e cadeva come un
velo lento coprendo il liquido rosso nel bicchiere, senza mescolarsi.
Sakuragi trattenne il respiro per tutta la durata dell’operazione, affascinato. Alla fine nei bicchierini si
trovavano tre strisce uguali e perfette di liquore rosso, verde e blu.
Rukawa accennò un sorriso e leccò il curaçao rimasto sul cucchiaio, porgendo un bicchierino a
 Sakuragi che lo fissò perplesso.
"Cos’è?"
"Un Bandiera" rispose Rukawa gettando indietro la testa e svuotando in un solo colpo il contenuto
"e ora spiegami cosa fai qui."
"Secondo te baka?" chiese cercando di imitare lo stesso tono usato dalla volpe e buttando giù di
colpo il drink. Il fuoco gli corse per la gola incendiandogli lo stomaco facendolo boccheggiare.
"Potrei sempre informare la scuola che un minorenne è entrato in club per adulti" minacciò Rukawa
sedendosi sul bordo del letto.
"Anche tu!" gridò Sakuragi guardandolo con astio, ma Rukawa si limitò a stringersi nelle spalle e
a sussurrare con calma ""Mio zio""
Sakuragi sbuffò lasciandosi cadere sul puff azzurro ai piedi del letto.
"Me ne ha parlato Yo….un amico." Capitolò alla fine con un sospiro, "E’ un pezzo che…che…insomma
volpe io avevo bisogno di…."
"Credevo ti piacesse la sorella di Akagi"
Hanamichi scosse il capo piano, gli occhi fissi sul tappeto bianco " Si.No.Cioè…. E’ dolce, intelligente,
 simpatica, mi piace in questo senso, ma io non sono attratto dalle ragazze. E’ un segreto, lo sa solo
Yohei e tu………per cui se non vuoi morire vedi di tenere quella fogna chiusa, capito kitsune!?"
Rukawa non rispose, limitandosi a guardarlo in tralice.
"Comunque sia da un po’ a questa parte non riesco più a controllarmi. Prima sai era semplice,
uno faceva col fai da te ed era a posto un paio di giorni. Ultimamente il mio fai da te si è moltiplicato,
cavolo a momenti mi tocca farlo anche sotto la doccia agli allenamenti! All’inizio non mi faceva né
caldo né freddo, però ora mi sorprendo a fissarvi e…e poi ogni tanto sogno pure di essere molestato da te o Mitsui…"
Rukawa si alzò di scatto deglutendo, aveva bisogno di bere qualcosa. Qualcosa di forte ‘te o
Mitsui’…… ‘te……..’
"Mitsui?" chiese versandosi un dito di Rum su alcuni cubetti di ghiaccio e rovesciandoci sopra una
 spolverata di zucchero.
Hanamichi arrossì fissando intensamente le pieghe della tenda "Bhe, ammetterai che Mitsui non
 è niente male, non trovi?" sussurrò in un soffio imbarazzato; cosa diavolo stava mai confessando all’iceberg?
"E come hai fatto a conoscere questo posto?" l’ignorò Rukawa
"Te lo detto me ne ha parlato un amico e mi ha dato una tessera falsa. Risulto maggiorenne." Rispose
 sollevato dal fatto che Rukawa avesse accantonato il discorso Mitsui e non avesse sollevato per nulla
 quello su di lui, chissà magari alla volpe faceva schifo pensare di essere oggetto delle sue fantasie.
Poi ad essere sinceri non erano proprio fantasie, si limitava a toccarsi pensando al suo corpo…non
erano fantasie no?
"Do’hao, è importante: chi è il tuo amico" chiese con tono duro, senza girarsi, le spalle contratte.
"Perché?" gridò Hana balzando in piedi.
"Se cominciano a regalare tessere false ai minori, questo posto rischia grossi guai. Ho promesso a
 mio zio di controllare che certe cose non si verifichino, come che non circoli droga; in cambio posso
 sfruttare tutte le comodità del club. Allora? Non credo che uno dei tuoi amici deficienti sia in grado di falsificare……"
"Non offendere Yohei volpe!"
Improvvisamente le spalle di Rukawa si rilassarono "Do’aho." Sospirò sollevato
" Chiedi a Mito di non farne più, in cambio puoi tenere la tua bevi" l’invitò porgendogli
un grosso bicchiere panciuto dal bordo coperto di una sottile crosta di zucchero.
"Cos’è?" chiese appoggiando le labbra al bordo……..
"Daiquiri….."
e svuotandolo in un sol colpo…..
"……e va sorseggiato do’hao.." spiegò alzando la voce per farsi sentire nell’accesso
di tosse che squassava il rosso "to’, riprova" lo invitò porgendogli il proprio bicchiere,
 ancora intatto e sedendosi sul letto accanto a lui.
"Stai cercando di ubriacarmi volpe malefica?" chiese in un verso strozzato, la gola gli
bruciava ancora e un incendio di proporzioni macroscopiche gli stava carbonizzando stomaco e polmoni.
Chissà poi perché I polmoni…si chiese.
"Do’hao davvero credevi di poter fare sesso con uno sconosciuto senza aver bevuto
 nemmeno un goccio?"
"Non era uno sconosciuto, era Owaru"
"Mh e lo conosci da?"
"Stasera, che domande sceme. Avessi avuto qualcuno con cui farlo non sarei venuto qui.
Fa caldo qui dentro" brontolò cercando di togliersi la giacca con una mano, ma fortunatamente
 Rukawa lo soccorse sfilandogliela di dosso e sfiorandogli accidentalmente le spalle fecandolo rabbrividire leggermente.
"Sai che avresti anche potuto andare in bianco? Oh, di sicuro avresti rimorchiato qualcuno,
ma per fare del sesso serve una stanza e non tutti hanno la fortuna di avere la carta oro"
"O di essere I nipoti del proprietario di un bordello" brontolò Hanamichi sorseggiando un goccio
 di cocktail; era buono bevuto in quel modo, dolce e piacevole, si sentiva rilassato e un
po’…un po’..si ecco, vuoto, si sentiva la mente vuota…se solo la volpe non gli fosse stata
così vicina..sentiva il calore delle sue gambe passare oltre lo strato dei pantaloni e scaldargli la
coscia, cavolo con tutto lo spazio che c’era nella stanza…poteva anche sedersi su una sedia….no…
sedie non ce n’erano…sul pavimento o sul comò..o un po’ più in là..o sulle sue ginocchia…No, fermi
eh…la volpe sulle ginocchia del tensai? Quella era la realtà, per quanto strana, è non poteva far sedere
Rukawa sulle sue ginocchia e poi spogliarlo come faceva nelle sue fantasie. No, fermi tutti, non avevamo
 detto che il tensai non aveva fantasie sulla volpe? Certo era carino, molto carino, ma anche il David era
carino e forse, visto che non parlava, era pure più simpatico di Rukawa.
Una mano fresca sfiorò le sue dita sottraendogli il bicchiere
"Ehi baka ,quello è mio"
"Tu ti stai ubriacando do’hao e questo non è un bordello, non organizziamo incontri sessuali qui."
"Ah…allora ora scendiamo?"
"No. Giù c’è quel citrullo che vuole venire a letto con me. Rompe da un mese più tenace di quelle
 galline che fanno baccano durante le mie partite."
"E se non andiamo giù cosa facciamo? Non c’è nemmeno la tv qui"
Rukawa sorrise tornando a sederglisi accanto ed Hanamichi deglutì; nonostante tutto quello che
aveva bevuto sentiva la gola secchissima e gli era venuto un caldo su tutto il corpo; si era ubriacato
tante volte, ma un calore simile non l’aveva mai provato.
"Non eri venuto qui per fare sesso Sakuragi?" sussurrò Rukawa nel suo orecchio.
"Siii" mormorò Hanamichi rabbrividendo sotto la carezza di quell’alito caldo "ma non con te" ebbe
 la forza di correggersi quasi immediatamente.
"Perché no? mi pareva di aver capito che eri interessato a Mitsui e me. Mitsui non c’è…io si però";
la sua mano scivolò ad accarezzare leggera il petto di Hana che non si sottrasse.
"Io volevo un ragazzo, non te" mugolò Hana desiderando che quelle carezze accennate diventassero
qualcosa di più spinto ed odiandosi per questo suo desiderio.
"Avanti do’hao; dov’è la differenza" sussurrò baciandogli il collo appena sotto l’orecchio "Io sono un
 ragazzo ed è solo sesso, fingi pure di non conoscermi"
"Senti kitsune scema, io volevo un uomo esperto"
"Io sono esperto" ribatté scendendo a sfiorargli appena la gola con le labbra.
"No tu sei una kitsune"
"Tanto per cominciare do’hao ti mostro come si beve il daiquiri" sussurrò "apri la bocca e tira fuori
la punta della lingua"
"Perché?" pigolò Sakuragi sulla difensiva.
"Hai paura do’hao?" lo stuzzicò Rukawa con un mezzo sorriso divertito.
Gli occhi di Sakuragi scintillarono di sfida, ma il rosso eseguì l’ordine, spingendo la punta della lingua
appena fuori della bocca, I denti stretti su di essa.
Rukawa scosse la testa divertito versandovi un mezzo cucchiaino di zucchero "Ora riportala dentro la
bocca, ma non la chiudere e non sfregarla contro il palato, lo zucchero deve rimanere sulla lingua,
sei capace?" sussurrò sottovoce afferrando il bicchiere e sedendosi a cavalcioni sulle ginocchia del rosso
 che sgranò gli occhi irrigidendosi , ma obbedì.
Il corpo di Rukawa era caldo sopra il suo e la sua pelle aveva un profumo insolito, dolce e speziato, inebriante.
Una mano sottile gli bloccò la nuca, tenendolo fermo, impedendogli di spostarsi
"Attento allo zucchero Sakuragi" sussurrò Kaede prima di prendere un bel sorso di liquore e strattonare
 verso di sé la testa rossa.
Le loro labbra si sfiorarono e Rukawa aprì la bocca, cercando con la lingua lo zucchero su quella di Hana,
inondandolo al contempo con il rum pungente che scivolò piano attorno agli angoli delle loro bocche.
Hanamchi strabuzzò gli occhi gemendo per il contatto: non era un bacio….almeno credeva. La volpe si
limitava a cercare lo zucchero e a mescolarlo con il liquore nella sua bocca, creando un cocktail dolce e sensuale.
Le labbra di Rukawa si allontanarono dalle sue ed Hana si affrettò ad inghiottire il poco liquore che
non gli era scivolato sul collo.
"Giochetto carino volpe, chi te l’ha insegnato?" chiese ansimando e cercando di ignorare il calore
bruciante delle cosce di Rukawa premute contro le sue, la lingua del volpino che serpeggiava sul suo
 mento raccogliendo le gocce di rum e il proprio membro che pulsava impazzito nei pantaloni.
"Junda, il barista con l’orecchino" gli rispose con indifferenza scendendo a lappargli il collo con la
golosa cura di un gattino che abbia trovato una ciotola di panna zuccherata.
"Ci sei andato a letto" gemette Sakuragi inarcandosi sotto quei tocchi appena accennati, rimanere
 seduto cominciava a diventare difficile, sentiva la testa piacevolmente leggera e la sua schiena pareva
 avere l’intenzione di stendersi sul letto.
"Ah, ah" annuì l’altro salendo in linea retta dalla gola alle sue labbra, sfiorandole appena con la lingua.
 "lasciati andare Hana, su rilassati" gli sussurrò mordicchiandogli il labbro inferiore tra I denti e spingendolo
 con delicatezza verso il materasso.
"Suppongo che tu sia stato a letto con tutti quelli che lavorano qui dentro vero volpe?" mugugnò
incapace di staccarsi dalle labbra del moro; del resto cosa poteva pretendere? Era la sua prima
esperienza, mentre il nipote del padrone di un simile locale poteva probabilmente contare un nugolo infinito di amanti.
"No, solo con Junda" rispose Kaede succhiandogli piano il lobo dell’orecchio.
Hanamichi gemette e, finalmente abbandonò ogni resistenza, lasciandosi cadere all’indietro;
assurdamente contento della risposta del moro.
Rukawa gli morse piano il lobo e scese sulla gola, alternando piccoli morsi a leggere leccatine
che facevano mugolare e contorcere Hanamichi, distraendolo dalle sue mani che gli stavano
sbottonando piano la camicia verde.
Hana teneva gli occhi chiusi, abbandonandosi alle carezze leggere sul suo collo, alle mani che
 gli accarezzavano il petto, sfiorando velocemente, quasi per sbaglio I capezzoli eretti. Era vero,
 ci sapeva fare la volpe….no, si impose, non pensare alla volpe, non pensare che lo stai facendo
 con un tuo compagno di squadra. Non è la volpe artica. E’ un tale..uno che hai incontr-ahhhhh-to
per caso..unohh che si chiama Kaede. Non è la volpe quello che ti sta sfiorando il petto con la lingua.
 Non è di Kaede il cazzo duro che si struscia sul tuo attraverso I pantaloni…no, cioè è di Kaede,
ma non è della volpe…la volpe non ce l’ha così duro…cioè ce l’ha grosso, ma purtroppo non
 l’hai mai visto duro…
"Kaede…" gemette a voce alta, incapace di dare un seguito ai suoi pensieri, e Kaede alzò il viso
 sorpreso per osservarlo. Un rossore soffuso si allungava sul volto di Hanamichi colorandolo
sensualmente di rosa; le labbra leggermente aperte e gli occhi chiusi; una mano che artigliava con
forza il lenzuolo bianco.
"Hana" sussurrò con tenerezza sfiorando con due dita il pugno stretto, coprendone il dorso
con il proprio palmo ed insinuando le proprie dita tra quelle strette del rosso, spingendole ad
aprirsi e a rilassarsi. Con lentezza si abbassò sul viso del rosso, sfiorandogli la bocca con la
propria, assaporandogli la bocca con la punta della lingua schiudendo poco a poco quelle
 labbra frementi fino ad aprirsi un varco nella cavità calda e dolcissima della sua bocca.
Hanamcihi fremette sotto la curiosa esplorazione della volpe che gli assaporava il palato
e gli sfiorava I denti e, con un mugugno di protesta, gli gettò il braccio libero attorno al collo
attirandolo ancor più contro di sé iniziando a muovere la lingua cercando un contatto con la sua.
Rukawa sorrise approfondendo il bacio e coinvolgendo Hana in un’umida lotta che accese
 un grande black out nella mente del rosso: non esisteva più nulla se non quella bocca che
succhiava la sua e quel corpo che lo premeva contro il letto e quel calore bruciante che
 gli infiammava I lombi….Kaede gli fermò la lingua tra I denti iniziando a succhiarla piano e
 Hanamichi gemette e si contorse.
"Kami sama Hana" mugugnò Kaede sciogliendo il bacio con il cuore impazzito, Hana si era
avvinghiato con una gamba alla sua schiena e il suo movimento aveva fatto sfregare tra loro le
erezioni dure da far male. Avrebbe voluto essere lento e gentile con il do’hao, portarlo all’estremo
 del piacere, ma non credeva di esserne in grado; ogni suo gemito, ogni suo movimento gli provocavano
 una scarica d’eccitazione incontrollabile. Non ce la faceva più.
Con un mugugno abbandonò le sue labbra scivolando vorace sul collo, sul petto per saggiare la durezza
dei piccoli capezzoli duri che impastò lentamente con la lingua e coi denti, mentre la sua mano libera,
 l’altra teneva ancora stretta quella di Sakuragi, sbottonava I pantaloni del rosso afferrando l’elastico
 dei boxer ed abbassandolo con decisione.
Sakuragi spalancò gli occhi per la sorpresa e il cuore gli si mozzò in gola.
Sopra di lui, sul soffitto, un giovane ragazzo dai capelli rossi e dal viso contratto in una smorfia
ridicola era steso su un letto bianco, sotto il corpo sottile di un altro ragazzo moro che, completamente
 vestito, gli stava baciando il petto.
Baciando il petto….in realtà si vedeva chiaramente la lingua tracciare dei cerchi concentrici attorno
 al capezzolo eretto e la mano..la mano stava risalendo dal ginocchio, dove aveva accartocciato
pantaloni e mutande, verso il..il …il…il coso..ritto sull’attenti e tutto congestionato
"Oh mio dio…." Gemette chiudendo con forza gli occhi.
Rukawa si fermò di botto, c’era qualcosa di non proprio piacevole nell’esclamazione del suo amante.
"Che ti prende Hana?" chiese scivolando su di lui e baciandolo piano sulle labbra.
Sakuragi girò il viso scarlatto di lato ed alzò un dito verso l’enorme specchio sul soffitto a cui
Kaede gettò un’occhiata distratta stringendosi nelle spalle "e allora?" domandò
"Come ‘allora’ scimunita di una volpe" pigolò Hanamichi odiando la sua voce così stranamente
 flebile e troppo alta, c’è uno specchio e io mi rifletto lì seminudo…"
Rukawa rise scuotendo piano la testa e Hanamichi socchiuse un occhio piacevolmente colpito,
aveva un suono così piacevole quella risata….
"Hai ragione, non è il massimo degli spettacoli, do’hao ora rimedio" lo rassicurò alzandosi in piedi.
Per un secondo, per un breve istante Hanamichi sperò che Kaede facesse sparire lo specchio
 ( un pulsante segreto, una tenda a coprirlo, qualsiasi cosa!!!!) e tornasse giù a baciarlo, ma Kaede
si allontanò dal letto in silenzio.
Senza girare il viso Hanamichi puntò l’occhio socchiuso sullo specchio per osservare I movimenti
di quel deficiente che lo lasciava lì con le brache calate e il coso di fuori senza dire una parola; ma
 non ebbe l’opportunità di arrabbiarsi.
Il Kaede sul soffitto si era già tolto la camicia e sbottonato I pantaloni. Le mani lunghe si infilarono
 sotto la cintura scoprendo le gambe scolpite da anni passati a giocare a basket e un paio di slip
essenziali che non potevano contenere l’eccitazione del moro che occhieggiava da sopra l’elastico.
Fu un attimo e sul soffitto un Kaede completamente nudo si avvicinò al letto sfilando pantaloni e
boxer dell’idiota, che continuava ad avere quell’espressione che gli faceva venire voglia di prendersi
 a sberle, lasciandolo completamente nudo.
"Così va decisamente meglio" sussurrò Kaede posandogli le mani candide sulle sue caviglie,
accarezzandole lentamente, scivolando sensuale sul polpaccio.
Hana lo vide piantare un ginocchio tra I suo piedi ed allungarsi tra le sue gambe accarezzandogli
 le cosce. Chiuse gli occhi: non voleva vedere altro.
Non che fosse utile….sentiva benissimo le gambe di Kaede inginocchiato tra I suoi polpacci, le
sue mani che avanzavano sempre più su, inesorabili eppure fin troppo lente; lui voleva che lo toccasse….
.e il suo cuore ed I polmoni balzarono sino al soffitto quando le dita di Kaede sfiorarono davvero il suo inguine accarezzandogli la peluria che lo ricopriva.
"Do’hao sei rosso per davvero…e io che ero convinto che tu fossi tinto…."
"Ba….bababaka" mugugnò facendo appello a tutte le sue forze, era indeciso se pregare che
 il letto si aprisse sotto di lui inghiottendolo o se scongiurare Kaede di continuare; ma Kaede
si stese completamente sopra di lui, sfregando il proprio corpo contro il suo, accarezzando
 languidamente il suo sesso con la propria dura erezione e nulla ebbe più importanza.
Hanamichi s’inarcò con violenza sotto Kaede stringendogli le braccia attorno al corpo,
strusciandosi e dimenandosi febbrilmente sotto di lui, tirandolo con forza a sé, in un vano
 tentativo di sfida alla non compenetrazione dei corpi; gioiendo nel sentire I gemiti smorzati
del moretto sopra di lui.
Voleva di più. Si poteva avere di più?
Voleva essere una cosa sola. Si può essere una cosa sola?
"Diiii più" gemette allacciando le gambe attorno alla schiena di Kaede che sussultò.
Non aveva previsto di andare oltre con Hanamichi; aveva sempre pensato di scaricare un po’
 la tensione in modo piacevole, ma non di prendere, di prenderlo per davvero. In fondo però
era quello che il rosso voleva o no? Sakuragi sapeva benissimo a cosa andava incontro andando
 in un locale simile.
"Kaedee" supplicò Hana e per una volta la volpe lo accontentò scivolando con le labbra sul suo
 petto, sul suo torace e sullo stomaco Ed Hanamcihi spalancò gli occhi: se Kaede fosse sceso
ancora, se avesse continuato a scendere così…lo specchio gli confermò I suoi sospetti. La testa
scura della volpe era sopra il suo inguine e si stava abbassando lentamente su di lui.
Vide la lingua guizzare sopra la sua punta tesa e allo stesso tempo sentì , con una scossa di piacere
 che lo fece urlare, la lingua leccarlo. La vide e la sentì leccare tutta la sua durezza.
Guardare quello specchio gli faceva male, male al petto che bruciava nell’affanno, male allo stomaco
 che si torceva su sé stesso, male al cazzo che pulsava indemoniato, eppure non era capace di
distogliere lo sguardo da quello spettacolo.
Rukawa, il bellissimo, il campione, quello a cui aveva dedicato milioni di seghe negli ultimi sei
mesi( non è vero! Si ostinò a far presente un angolino molto stupido e cocciuto della sua mente)
 glielo stava succhiando. E non è che si limitasse a succhiarlo, no lo baciava, lo mordicchiava
pianissimo e il suo viso……Kami, il suo viso era forse la cosa più bella tra tutto. Teneva gli
occhi aperti e lo fissava con…con…..con soddisfazione? Con dolcezza? Sembrava quasi che
lui fosse contento di averlo in bocca, che ci provasse piacere.
Sentì le dita affusolate della volpe insinuarsi tra le sue cosce accarezzandogli la linea calda
tra le natiche ed infiltrandosi piano nel suo buchetto.
"KaEEEde" gridò inarcandosi; continuava ad avere un disperato bisogno di qualcosa di più,
 soprattutto ora che le dita della volpe lo accarezzavano così in profondità….se solo fosse
sceso ancora un po’ se solo si fosse spinto in profondità qualche altro centimetro, se solo l’avesse saziato del tutto……
Lentamente Kaede scivolò di nuovo sul suo corpo caldo per baciarlo.
"Hana" sussurrò affannato senza staccare la bocca dalla sua " sei sicuro che lo vuoi?" chiese.
"SI" ululò Hanamichi agitandosi sotto di lui, troppo eccitato e frustrato per chiedersi cosa
dovesse volere.
Rukawa rotolò sul letto aprendo il comodino ed Hana gli rotolò sopra la schiena baciandogli
piano il collo prima di strabuzzare gli occhi.
"Que…quelli cosa sono?" chiese indicando un nugolo di sacchettini a chiusura ermetica.
"Giochetti strani" spiegò Rukawa rimestando tra le confezioni bianche ed azzurre.
"Giochetti?"
"Hn" borbottò buttando sul pavimento una quantità di bustine azzurre su cui finestrelle
 trasparenti permettevano di vedere il contenuto. "tutto sterilizzato, per l’igiene sai.."
"E’ tutto molto poco romantico volpe"
"Non è un posto per romantico do’hao…lo vuoi un preservativo a forma di diavolo? Ha anche
I cornini…" borbottò Rukawa gettandone uno sul letto ed afferrando finalmente un tubettino di vaselina.
"N…no grazie" balbettò spiando di sottecchi le lunghe dita di Kaede che si attardavano attorno
al suo membro srotolando un preservativo trasparente. Faceva uno strano effetto, era come se
 ilpene del ragazzo fosse stato coperto da uno strato sottile di gelatina lucente.
Hanamichi arrossì al pensiero, chiedendosi come dovesse essere affondare la bocca……….
"do’hao, se vuoi guardare guarda, non fare finta" lo rimproverò Rukawa spingendolo bruscamente
 all’indietro, recuperando la posizione di prima.
"S…Se…senti volpe, non è che….."
"shhhh" sussurrò Kaede stendendoglisi di fianco e soffocando ogni protesta con la propria bocca;
non se lo sarebbe lasciato scappare per dei ripensamenti dell’ultimo momento.
Senza smettere di baciarlo fece scivolare la propria mano lungo il fianco del rosso accarezzandogli
piano la coscia fino al ginocchio, spostandosi sull’altra gamba e risalendo al membro caldo,
 stringendolo tra le dita e pompandolo con lentezza. Fino a che le gambe di Hanamichi non
si aprirono spontaneamente permettendogli di scivolare con l’altra mano tra le sue cosce,
sulla pelle sensibile sotto I testicoli, fino all’apertura stretta, insinuandosi dentro quel calore pulsante.
Hanamichi inarcò la schiena verso l’alto, sollevandosi dal letto , tremando sotto il palmo caldo
 che gli accarezzava l’erezione e le dita viscide e fresche di vaselina che si scavavano la strada
dentro di lui, in fondo, quasi sfiorando quel punto che bramava per un affondo.
"KA-EEE-DE!!" orinò in gemito lungo che gli svuotò I polmoni e Kaede gli infilò dei cuscini
sotto la schiena, tenendolo sollevato; non poteva più aspettare.
"shhhhh" sussurrò facendosi strada tra le sue gambe, scivolando lentamente all’interno di Hana.
Millimetro per millimetro, attento ai gemiti soffocati del rosso, fermandosi non appena li
sentiva salire di tono.
"Ora ti farà male tesoro, sei pronto?" gli chiese.
Hanamichi aprì gli occhi schockato; l’aveva davvero chiamato tesoro?
Rukawa si spinse con forza dentro di lui, un unico colpo forte che fece urlare Hanamichi
 con tutto il fiato che aveva nel corpo, lasciandolo muto e tremante, sfinito.
"scusa" gli sussurrò kaede inondandogli di confortevoli baci il petto; "vedrai che tra un
po’ andrà meglio"
"Io sto benissimo" gemette Hanamichi e Rukawa gli accarezzò con le nocche le due
sottili lacrime che gli scorrevano sulle guance.
"Do’hao, ora mi muovo" l’avvertì.
Maledetto Yohei, maledetta la volpe e lui stesso, perchè non era etero? Gli etero mica
lo sentivano quel dolore che ti squarciava il culo e la schiena…oddio la schiena…e se
si fosse rotta? E se lui si fosse spezzato in due? Cavolo! La volpe lo stava facendo
 apposta! Ecco perchè si spingeva così in fondo dentro di lui!
Spalancò gli occhi trovandosi davanti all’immagine riflessa dal soffitto.
Kaede in ginocchio tra le sue gambe che si ritraeva da lui per quasi tutta lasciando
dentro solo la punta e…eccolo, eccolo che di nuovo affondava in lui con forza……
.Hana chiuse gli occhi sentendo il colpo squassarlo e provocargli un brivido.
Kaede uscì di nuovo e di nuovo hana vide il suo riflesso immergersi con forza dentro
 il rosso che spalancò le bocca in un lungo ohhhhh di piacere inarcando il bacino.
Di nuovo il moro sul soffitto uscì e si rimmerse.
Hanamichi gettò la testa all’indietro in un grido di piacere supplicandolo di continuare.
Il soffitto di specchi non esisteva più, il dolore alla schiena non c’era più, restava la
 frenesia che accelerava il movimento dei loro fianchi, la necessità di urlare e di
i implorare di più….(ma cosa di più? Più a fondo? Più veloce? Più…più…di più……).
E ancora una volta venne accontentato, Kaede afferrò il suo membro pulsante tra le dita
 masturbandolo velocemente…….ed il mondo attorno ad hana si spense nell’esplosione dell’orgasmo
Trascorsero attimi ed eternità prima che Hanamichi riuscisse ad aprire di nuovo gli occhi.
Sopra di lui lo specchio gli mostrava il suo volto sudato e sorridente e un corpo sottile ed
affannato accasciato sul suo petto. Strinse le braccia cingendo la schiena bianca della volpe
che strofinò il viso contro il suo collo. Che strano….era come se….non riusciva a non pensare
 a come gli stesse bene quella volpe tra le braccia…si gli donava. Provò ad immaginare
Owaru nella stessa posizione, ma…non rendeva altrettanto bene. Haruko? Mh…nemmeno
Harukina. La volpe…la volpe…la volpe sembrava creata apposta per stare così su di lui….
"Volpe?" sussurrò contro I suoi capelli
"Do’hao?"
Il silenzio imbarazzato li avvolse cogliendoli impreparati.
Rukawa e Sakuragi volpe e do’hao.
Kaede rotolò prono dall’altra parte del letto sul letto "tutto bene?"
Hanamichi girò il viso dall’altra parte "Si….ora….noi facciamo finta che……"
Kaede annuì "facciamo finta che non sia accaduto nulla."
"Benissimo!" esultò hanamichi iniziando a vestirsi velocemente; ma proprio a letto col volpino
 doveva capitare? "Senti Rukawa..io non sono gay e questa notte…"
"Quale notte?" chiese Kaede sbadigliando con forza, gli occhi socchiusi dal sonno.
"Resti qui?" mormorò sollevando un lembo del lenzuolo e coprendo alla meno peggio
 il moretto semi addormentato.
"hn…"
"Buonanotte allora" lo salutò chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Fine
 
Nia: uhm…..
Nobu che c’è stavolta?????
Nia: la lemon non mi piace molto…
Nobu: ehm..è tutto una lemon…
Nia: la trama è un po’ scontatina…
Nobu:O_O cavolo c’è anche la trama dove?
Nia: mhhhhh non ne combino una giusta….
Nobu: esercizio! Devi fare esercizio.. guarda ci sacrifichiamo io e il senpai, poi non dire che non ti voglio bene.
Nia: uhmmmmm qualcuno mi dice cosa c’è che non va?
 

 


 

Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions