Club privato Iguana
di Niane
Parte I
Il grosso allegro occhione giallo del
gigantesco iguana, che decorava la porta in
spesso vetro azzurro inerpicandosi
dall’angolo in basso a sinistra a quello in alto a destra,
lo osservò ammiccante, quasi sfidandolo
a posare la mano sulla maniglia sotto la sua zampetta e ad aprire la
porta.
Sakuragi deglutì, strinse le dita
tremanti attorno al pomolo freddo e lo abbassò lentamente.
"Che credi schifida bestia, io sono
un tensai, non ho paura di entrare in un locale" sibilò irritato
dal sorriso umano che era stato
dato al disegno.
Nonostante la sicurezza che ostentava
davanti all’iguana, il suo cuore rullava nel petto
minacciando di prendere così tanta
velocità da scappargli dalla gola e decollare per I fatti suoi.
Con un gesto meccanico e teso spalancò
la porta e posò con decisione un piede, coperto
da una scarpa da ginnastica bianca,
nuova, comperata per l’occasione, sul pavimento verdemare del pub.
Una innumerevole quantità di sottili
campanelle a vento dalla forma allungata iniziò a suonare la
propria melodia, informando il
buttafuori del suo arrivo.
L’uomo l’osservò con sguardo
esperto, sorridendo compiaciuto nel notare l’abbigliamento
sobrio ed elegante del ragazzo. Scarpe
da ginnastica pulite, pantaloni di cotone bianco e
morbido che si appoggiavano sulle gambe
lunghe e tornite sottolineandone I muscoli, una
camicia scura, forse un verde bosco, che
metteva in risalto la carnagione ambrata del ragazzo,
una leggera giacca in tinta con I
pantaloni. Roba di classe.
"Posso esserle d’aiuto? "
chiese gentilmente avvicinandosi di qualche passo al rosso ancora
fermo sulla soglia. "Questo è un
club privato per entrare bisogna essere tesserati" l’informò
permettendo ai propri occhi di
scivolargli sulle spalle ampie in una leggera carezza "ha la
tessera?"
chiese con un tono colmo di
speranza.
Hanamichi annuì, pregando vivamente
affinché il calore che sentiva infiammargli il collo e il volto
non fosse assolutamente il sintomo
di un suo inopportuno rossore.
"Posso vederla?" sussurrò
l’uomo.
Hanamichi annuì di nuovo ed infilò una
mano in tasca estraendone la sottile tesserina plastificata
che gli aveva portato Yohei quella
mattina stessa.
Yohei…
Che fosse maledetto anche lui, cosa gli
era saltato in mente di fargli un regalo simile?
"Può entrare" l’informò il
buttafuori infilandogli la tessera tra le mani, "venga" e
gli appoggiò la
mano sulla schiena spingendolo verso la
tenda in perline rosse che separava il locale dalla hall.
Hanamichi annuì infilando la tessera
nella tasca posteriore dei pantaloni (e il buttafuori seguì
attentamente la mano che si infilava a
carezzare quelle natiche perfette e tonde come un melone,
che sembrava l’implorassero di
stringerle tra le dita…) e si infilò tra le perline abbandonando il
modo
normale, fatto di luce chiara, per
immergersi nella penombra azzurrata del locale.
"Yohei maledetto!" sussurrò
tra I denti, sentendo le gambe prudere dalla voglia di scappare.
Il locale era piuttosto grande, una
pista da ballo occupava tutta la parte centrale, a destra si apriva
un lungo bancone dietro cui cinque
bellissimi barman si esibivano in allegri giochi con I cocktail,
mentre la parte sinistra, era suddivisa
in tanti piccoli séparé tondi e quadrati occupati da un unico
morbido divano ed un tavolino su cui
faceva capolino una bassa lampada di vetro colorato, stile tiffany,
che li lasciava in una penombra
morbida ed ammiccante.
Nel complesso l’insieme era piuttosto
intimo ed accogliente o meglio, sarebbe stato intimo ed
accogliente se lui non si fosse sentito
così tremendamente in imbarazzo!
Era la prima volta che infrangeva la
legge da solo, senza I compagni dell’armata………..bhè, certo
non avrebbe mai potuto chiedere ai
ragazzi di accompagnarlo lì………e se era arrivato a quel punto
era solo perché aveva bisogno
di……..e certo non poteva immaginare di farlo con quei casinari
attorno
e poi Takamya manco l’avrebbero fatto
entrare! Lui poteva passare per un maggiorenne, ma Takamya…
"Scusami!" gli mormorò una
voce bassa all’orecchio mentre due braccia lo afferravano alla vita
impedendogli di cadere. "Scusami,
non ti avevo visto con tutte queste perline" ripeté lo
sconosciuto,
un bel ragazzo moro di non più di
25 anni, sorridendogli.
Hanamichi deglutì inalando il profumo
dolce del ragazzo.
"No……….non fa nulla. Colpa
mia che ero in mezzo ai piedi" si scusò arrossendo; il ragazzo
non
aveva allontanato le braccia dai suoi
fianchi.
"Figurati, sono io lo stupido, non
guardo mai dove vado, anche se devo dire che non sono mai
stato così felice di essere uno
stupido talpone come stasera" gli sussurrò sorridendo "Io
mi
chiamo Owaru e tu?"
"Sak.…Hanamichi" mormorò
stringendogli la mano nella sua.
‘Sarà facile Hana, tu dovrai solo
entrare, sorridere e non prendere a testate nessuno, vedrai che
saranno gli altri a
rimorchiarti.’ gli ricordò il suo Yohei mentale.
"Ti va di bere qualcosa Hanamichi?
Sono appena uscito dal lavoro, e sto morendo di sete"
"No, grazie, io non ho sete"
rispose senza pensare.
"Come vuoi" mormorò l’altro
palesemente dispiaciuto dirigendosi verso il piano bar.
La sua mano scattò prima ancora che la
sua mente potesse pensare e afferrò il polso del ragazzo
"Non ho sete, ma se vuoi posso
farti compagnia" azzardò tutto d’un fiato, ringraziando la
penombra
che non permetteva all’altro di
vedere il colore scarlatto che gli tingeva le guance, perché stavolta
Hana non aveva alcun dubbio di essere
arrossito.
Owaru sorrise dolcemente e strinse la
mano di Hana nella sua conducendolo verso due altissimi
sgabelli ancora liberi.
"Allora è la prima volta che vieni
qui, vero Hanamichi? Sono certo che ti avrei già visto, non sei un
tipo che passa inosservato"
"Si è la prima volta, me l’ha
consigliato un amico" rispose cercando di dare un tono fermo alla
sua
voce, anche se era difficile; si
sentiva assurdamente emozionato, il suo stomaco si era tutto contratto
su se stesso, le gambe gli
tremavano leggermente e la mano di Owaru che giocherellava
distrattamente
sul suo braccio destro non
migliorava certo la situazione.
"Buon consiglio, anche se facile;
in tutta Kanagawa ci sono solo tre locali gay e questo è il migliore,
anche se il tesseramento è un po’
caro e ci sono fin troppe discriminazioni tra I clienti"
"Discriminazioni?"
"Privilegi se preferisci. Privilegi
riservati o al denaro o all’anzianità." Gli spiegò sfiorando
sensualmente
con le labbra il bordo del bicchiere
prima di bere un sorso di gin lemon. "Vedi quella scala dietro la
consolle del DJ?"
Hanamichi si girò e notò il DJ, un bel ragazzo biondissimo, dal
petto ampio rivestito solo da una maglia
a rete larga la cui funzione gli restò
nascosta, dal momento che non lasciava nulla all’immaginazione.
"Non Max, Hana, ma la scala"
gli soffiò all’orecchio Owaru facendolo rabbrividire di piacere e
girare lo s
guardo un poco più a sinistra, su una
scala scura, quasi invisibile, davanti a cui stavano due uomini
palestrati e vestiti entrambi di nero.
"Quei due sono due buttafuori di
prima categoria, sai" gli spiegò Owaru sfiorandogli il lobo con
le labbra
" Quella scala conduce al
piano superiore dove si trovano alcune splendide camere full optional
a
disposizione dei clienti. O almeno di
quelli che hanno la carta oro."
Hanamichi annuì leggermente inclinando un po’ la testa; gli
piacevano da morire quei baci leggeri sull’orecchio.
"Un tale mi ci ha portato una
volta."
Hanamichi si morse un labbro
indispettito; certo non poteva pretendere che un bel ragazzo come
Owaru non avesse nessuna esperienza, ma
almeno poteva evitare di dirgli certe cose così tranquillamente…
"Sono davvero stanze
bellissime" sussurro imprigionandogli il lobo tra I denti e
succhiandolo piano.
….ma in fondo cosa gli importava di
quel che Owaru aveva o no fatto? Non era andato lì anche lui
per fare un po’ di sano semplice
e salutare sesso prima di impazzire del tutto?
"Uhmmm" mugolò quando le
labbra bollenti del moro gli succhiarono piano la pelle del collo
sotto l’orecchio.
"Come vedi questo non è
giusto" si lamentò tornando a sfiorargli l’orecchio con le
labbra,
"soprattutto quando uno ha avuto la
fortuna di incontrare te qua dentro" gli sussurrò facendo
scivolare
piano la lingua sul lobo prima di
infilarne la punta all’interno dell’orecchio.
Sakuragi gemette piano, soffocando
l’ansito mordendosi le labbra; ma nessuno sembrava far caso a loro.
"E’ da molto che vieni qui Owaru?"
chiese appena il moretto si staccò da lui con un sorriso per tornare
a sorseggiare il suo drink.
"Due anni. Alla tua età non avevo
abbastanza soldi per permettermi un posto simile, allora era molto
più caro di ora."
"Alla mia età? Quanti anni ho?" chiese.
Owaru si mordicchiò le labbra e gli
afferrò il mento tra il pollice e l’indice osservandolo
attentamente.
Hanamichi poteva sentire il suo alito
caldo sfiorargli il viso e chiuse gli occhi con un sospiro.
"Sembri così giovane" mormorò
incantato Owaru ammirandone la pelle liscia e dolcemente dorata
"non ti darei nemmeno
vent’anni." Ammise sfiorandogli le labbra piene con un dito
"Infatti ne ho appena fatti diciotto" mentì Hanamichi
spingendo il viso verso quello del moro, e
sfiorandogli la bocca.
Owaru sospirò di piacere accarezzando
con dolce lentezza quelle labbra carnose, succhiandole
piano tra le sue, lentamente,
dolcemente.
Ricordava la sua prima esperienza; si
vergognava così tanto di essere gay che era andato fino a
Tokyo per cercare un locale. Era stato
abbordato da un bel ragazzo che l’aveva trascinato in camera,
ma la sua incontenibile eccitazione, che
a casa sembrava farlo impazzire, era scomparsa non appena
la porta si era chiusa alle sue
spalle. Aveva avuto paura, ma il suo amante l’aveva accolto tra le
braccia
e coccolato a lungo prima di
iniziarlo alle meraviglie del sesso. Aveva solo 17 anni. Hanamichi
aveva un
anno in più di lui, ma era quasi
certo che non avesse mai avuto alcun tipo di esperienza prima. Non
voleva
spaventarlo. Voleva che al rosso
piacesse; voleva che quel rosso lo desiderasse e lo cercasse e magari
non solo per quella sera.
Gli accarezzò piano la nuca, facendo
scivolare le dita tra I capelli cortissimi e morbidi e solo quando
lo sentì ansimare piano contro le sue
labbra si azzardò ad aprire la bocca e ad esplorare con la punta
della lingua le sue labbra
socchiuse.
Hanamichi non aspettava altro, alzò le
braccia gettandole attorno al collo di Owaru e con un tremito
aprì la bocca concedendogli
l’accesso.
Owaru sobbalzò tra le sue braccia e si
scostò di colpo "Merda, scusami Hana" gemette estraendo il
cellulare che vibrava con forza
dalla tasca dei pantaloni.
Fu una telefonata brevissima a cui Owaru
contribuì con un numero impressionante di no e un’imprecazione
finale.
"Che succede?" gli chiese
Hanamichi prendendo coraggio ed accarezzandogli con la punta del dito
l’avambraccio.
"Rogne" grugnì con una
smorfia Owaru "sul lavoro. Hanno incasinato tutto e dopodomani
c’è la riunione.
Devo tornare in ufficio a sistemare I
computer" sospirò mesto; avrebbe voluto chiedere a quella
visione di
aspettarlo per altri due giorni, di
uscire da lì e darsi appuntamento fuori, ma non poteva farlo.
Conosceva il
bisogno bruciante che animava il
rosso, l’aveva provato a sua volta. Afferrò la mano destra di
Hanamichi
e la strinse tra le sue, baciando le
dita una ad una "Scegli bene Hanamichi," sussurrò alzandosi
"e
chissà che io e te non ci si riveda qui
una sera" lo salutò dandogli un bacio casto sulla fronte.
Sakuragi lo guardò allontanarsi in
fretta tra la folla e sparire dietro la tendina di perline.
"Ma…ma…merda!" sbottò
irritato col mondo, con I computer e con Yoehi che l’aveva mandato lì.
Ma cazzo! Ma quello non solo era uno
schianto da far concorrenza Rukawa, ma era pure gentile e
simpatico e quel bacio…Cazzooooo
triplo e quadruplo! Aveva rotto l’anima al suo migliore amico perché
aveva bisogno, BISOGNO di fare
sesso e Owaru.. Owaru gli aveva fatto assaporare appena appena il
gusto di un bacio vero…l’aveva
stuzzicato ed abbandonato. Ma era ammissibile? No che non era
ammissibile! Era una congiura ecco!
Quelle labbra che sfiorano le
sue……..
Quella lingua che gli serpeggia dentro
l’orecchio….
Kami…quella lingua che tocca appena la
sua…..
Sakuragi abbassò la testa con un
sospiro sommerso da brividi di eccitazione e da un
profondo senso di frustrazione.
Doveva trovare qualcun altro e in fretta
e magari qualcuno dotato di carta oro, perché lui
non ce la faceva più.
Il primo, si decise, avrebbe cercato di
rimorchiare il primo che fosse passato.
"Fammi un Alexander per
favore" ordinò ad uno dei baristi una voce irritata alle sue
spalle.
Hanamichi sgranò gli occhi e si accasciò
con un gemito sul tavolo nascondendo il viso tra
le braccia.
"Anche la kitsune malefica ora!!!
E’ un incubo" mugugnò disperato contro il proprio gomito.
Una mano gentile si posò sulla sua
spalla "ehi tu, stai bene?"
Hanamichi ruotò piano il viso in modo
per trovarsi faccia a faccia con la sua nemesi "Stavo meglio
prima di incontrati."
"Sakuragi…." Borbottò
incredulo Rukawa allontanando velocemente la mano dalla spalla del
rosso
"Kaedeeeee cattivone, perché mi
tratti così male? Daiii andiamo suuuu" pigolò un ragazzo
castano,
più basso di Rukawa di almeno venti
centimetri, strofinandosi contro il braccio del moro in modo sensuale.
"Ho detto di no, stasera sono con
un altro. Non rompere" sibilò di rimando cercando di
scrollarselo
di dosso, senza per altro ottenere
nessun risultato: il ragazzo perseverava nel suo placcaggio
strusciando
Il bacino contro Il fianco di
Rukawa in modo allusivo.
"Ma se sei tutto solo da quasi due
ore" pigolò leccandogli il collo.
"Solo perché ‘sto deficiente mi
aspettava dalla parte sbagliata." Disse allontanandolo di
malagrazia ed
afferrando il polso di Sakuragi,
tirandolo in piedi con uno strattone doloroso.
"Ora noi andiamo su: addio"
sibilò
"Cos’è che facciamo stupida vol….."
il sangue defluì dal viso del rosso mentre un forte dolore,
proveniente dal mignolo che Rukawa gli
stava torcendo, gli bloccava ogni protesta in gola.
Come un automa, o un cane il cui
guinzaglio fosse stato tirato con forza eccessiva, Hanamichi
s’incamminò accanto a Rukawa,
superando le coppie che ballavano abbracciate in pista, fino alla
scala di mogano scuro.
"Buonasera" li salutò uno dei
due buttafuori.
"’sera. Shingo probabilmente un
rompiscatole insisterà per salire, credo sia piuttosto
ubriaco…"
"Non si preoccupi signor Rukawa.
Credo che la sua stanza preferita sia ancora libera." L’informò
porgendogli un piccolo elegante
portachiavi di pelle lucida che Rukawa afferrò ringraziando con un
mugugno e un cenno del capo.
"Stupida volpe deficiente!"
gridò Hanamichi quando, chiusasi la porta dietro le spalle, Rukawa lo
lasciò finalmente andare, "che
diavolo volevi fare? Rompermi un dito? Cos’è un sistema per essere
sicuro che io non mi metta più in
risalto di te al prossimo torneo?"
"Scusa" borbottò Rukawa
togliendosi la giacca scura e gettandola su un grossissimo puff blu ai
piedi del letto.
"Scusa?? Hai quasi menomato il
genio!! Pensi che…" Sakuragi chiuse gli occhi e li riaprì in
fretta
osservandosi intorno con attenzione,
l’ira che sfumava velocemente in una esterrefatta sorpresa
La stanza era un tripudio di blu, bianco
ed oro. Un immenso tappeto bianco morbido e dal pelo alto
ricopriva l’intero pavimento
stendendosi attorno ad un gigantesco letto all’occidentale su cui
erano
stati gettati, in uno studiato
disordine, una quantità di cuscini blu di raso e seta. Un comò di
ciliegio
chiaro, dagli arabeschi dorati, si
allungava sulla parete di destra, al lato opposto c’era una finestra
dalle
pesanti tende blu notte.
Una quantità di lampade illuminava la
stanza, creando suggestivi giochi d’ombra.
Nessun lampadario pendeva dal soffitto
interamente coperto da un unico grande specchio.
"Cos’è cos’è ‘sto
posto?"
"Una delle stanze a disposizione
degli ospiti che desiderano fermarsi per la notte do’hao"
l’informò Rukawa
con tono saccente, aprendo una
portina del comò e rivelando un grande fornitissimo mini bar
"Sono…sono tutte così?"
"No." rispose con indifferenza
esaminando alcune bottiglie.
"Ehi volpe, che cavolo ci fai tu
qui!" gridò Hanamichi all’improvviso.
Rukawa inarcò un sopracciglio e chiuse
il frigo girandosi piano verso di lui; Sakuragi era fermo dove Rukawa
l’aveva lasciato appena entrati,
le mani piantate sui fianchi e un’aria di sfida sul viso contratto.
"Io cercavo qualcuno con cui
divertirmi stasera e tu?" chiese con un fare insinuante che fece
avvampare
vistosamente Hanamichi.
"Io io io.." balbettò…
"ma tu hai la carta oro?" chiese sperando di sviare il
discorso.
"Non ho nessuna carta. Questo posto
è di mio zio e posso fare ciò che voglio.Cosa bevi?"
Hanamichi spalancò gli occhi perplesso
osservando l’alieno che si era impossessato della pelle di Rukawa,
perché di certo non era possibile
che il tipo in giacca e pantaloni di lino neri davanti a lui che gli
offriva da
bere come se nulla fosse, fosse davvero
quella scamorza acida del suo compagno di squadra.
"Cosa stavi bevendo giù do’hao?"
"Io nulla"
"E quel bicchiere?"
"Era di Owaru…" disse in un
soffio arrossendo di nuovo.
"Owaru?" chiese con un tono
scettico Rukawa estraendo dal mobile due bicchieri e tre bottiglie.
"Si Owaru, baka kistune. Che
credi?" pontificò stizzito dal tono del compagno "il grande
tensai non
ha fatto nemmeno in tempo ad
entrare nel locale che già lo avevo folgorato col mio fascino! E lui
si
che era uno schianto, altro che
quel pidocchio che ti si era appiccicato prima. Ah sono un genio nel
basket e nella seduzio…."
Rukawa lo lasciò sproloquiare, non
aveva bisogno di girarsi ad osservare il suo compagno di squadra;
stavolta sapeva che aveva ragione.
Sakuragi era un idiota sbruffone, ma aveva un fisico notevole.
Spesso negli spogliatoio, prima della
doccia, dopo al doccia e, se gli capitava anche durante la doccia,
si era trovato a fissarlo di
sottecchi, incantato da quelle spalle ampie e da quelle gambe da
favola,
lunghe e scolpite, sormontate da
un sedere in cui avrebbe voluto affondare con I denti e la lingua
e….
"Che fai baka kitsune?"
La mano di Rukawa tremò spandendo il
liquore rosso fuori dal bicchiere mentre la testa di Sakuragi
si sporgeva accanto alla sua, per spiare
da sopra la spalla.
Sul piano del comò erano stati posati
due bicchierini in cui era stato versato mezzo dito di un liquore
denso e rosso rubino.
"Da bere" rispose Rukawa
afferrando una seconda bottiglia e cominciando a versarne il liquido
verde
menta sul retro di un cucchiaio. Il
liquore scivolava piano sulla pancia della posata e cadeva come un
velo lento coprendo il liquido rosso nel
bicchiere, senza mescolarsi.
Sakuragi trattenne il respiro per tutta
la durata dell’operazione, affascinato. Alla fine nei bicchierini si
trovavano tre strisce uguali e perfette
di liquore rosso, verde e blu.
Rukawa accennò un sorriso e leccò il
curaçao rimasto sul cucchiaio, porgendo un bicchierino a
Sakuragi che lo fissò perplesso.
"Cos’è?"
"Un Bandiera" rispose Rukawa
gettando indietro la testa e svuotando in un solo colpo il contenuto
"e ora spiegami cosa fai qui."
"Secondo te baka?" chiese
cercando di imitare lo stesso tono usato dalla volpe e buttando giù
di
colpo il drink. Il fuoco gli corse per
la gola incendiandogli lo stomaco facendolo boccheggiare.
"Potrei sempre informare la scuola
che un minorenne è entrato in club per adulti" minacciò Rukawa
sedendosi sul bordo del letto.
"Anche tu!" gridò Sakuragi
guardandolo con astio, ma Rukawa si limitò a stringersi nelle spalle
e
a sussurrare con calma ""Mio
zio""
Sakuragi sbuffò lasciandosi cadere sul
puff azzurro ai piedi del letto.
"Me ne ha parlato Yo….un
amico." Capitolò alla fine con un sospiro, "E’ un pezzo
che…che…insomma
volpe io avevo bisogno di…."
"Credevo ti piacesse la sorella di Akagi"
Hanamichi scosse il capo piano, gli
occhi fissi sul tappeto bianco " Si.No.Cioè…. E’ dolce,
intelligente,
simpatica, mi piace in questo
senso, ma io non sono attratto dalle ragazze. E’ un segreto, lo sa
solo
Yohei e tu………per cui se non vuoi
morire vedi di tenere quella fogna chiusa, capito kitsune!?"
Rukawa non rispose, limitandosi a
guardarlo in tralice.
"Comunque sia da un po’ a questa
parte non riesco più a controllarmi. Prima sai era semplice,
uno faceva col fai da te ed era a posto
un paio di giorni. Ultimamente il mio fai da te si è moltiplicato,
cavolo a momenti mi tocca farlo anche
sotto la doccia agli allenamenti! All’inizio non mi faceva né
caldo né freddo, però ora mi sorprendo
a fissarvi e…e poi ogni tanto sogno pure di essere molestato da te o
Mitsui…"
Rukawa si alzò di scatto deglutendo,
aveva bisogno di bere qualcosa. Qualcosa di forte ‘te o
Mitsui’…… ‘te……..’
"Mitsui?" chiese versandosi un
dito di Rum su alcuni cubetti di ghiaccio e rovesciandoci sopra una
spolverata di zucchero.
Hanamichi arrossì fissando intensamente
le pieghe della tenda "Bhe, ammetterai che Mitsui non
è niente male, non trovi?"
sussurrò in un soffio imbarazzato; cosa diavolo stava mai confessando
all’iceberg?
"E come hai fatto a conoscere
questo posto?" l’ignorò Rukawa
"Te lo detto me ne ha parlato un
amico e mi ha dato una tessera falsa. Risulto maggiorenne."
Rispose
sollevato dal fatto che Rukawa
avesse accantonato il discorso Mitsui e non avesse sollevato per nulla
quello su di lui, chissà magari
alla volpe faceva schifo pensare di essere oggetto delle sue fantasie.
Poi ad essere sinceri non erano proprio
fantasie, si limitava a toccarsi pensando al suo corpo…non
erano fantasie no?
"Do’hao, è importante: chi è il
tuo amico" chiese con tono duro, senza girarsi, le spalle
contratte.
"Perché?" gridò Hana
balzando in piedi.
"Se cominciano a regalare tessere
false ai minori, questo posto rischia grossi guai. Ho promesso a
mio zio di controllare che certe
cose non si verifichino, come che non circoli droga; in cambio posso
sfruttare tutte le comodità del
club. Allora? Non credo che uno dei tuoi amici deficienti sia in grado
di falsificare……"
"Non offendere Yohei volpe!"
Improvvisamente le spalle di Rukawa si
rilassarono "Do’aho." Sospirò sollevato
" Chiedi a Mito di non farne più,
in cambio puoi tenere la tua bevi" l’invitò porgendogli
un grosso bicchiere panciuto dal bordo
coperto di una sottile crosta di zucchero.
"Cos’è?" chiese
appoggiando le labbra al bordo……..
"Daiquiri….."
e svuotandolo in un sol colpo…..
"……e va sorseggiato do’hao.."
spiegò alzando la voce per farsi sentire nell’accesso
di tosse che squassava il rosso "to’,
riprova" lo invitò porgendogli il proprio bicchiere,
ancora intatto e sedendosi sul
letto accanto a lui.
"Stai cercando di ubriacarmi
volpe malefica?" chiese in un verso strozzato, la gola gli
bruciava ancora e un incendio di
proporzioni macroscopiche gli stava carbonizzando stomaco e polmoni.
Chissà poi perché I polmoni…si
chiese.
"Do’hao davvero credevi di
poter fare sesso con uno sconosciuto senza aver bevuto
nemmeno un goccio?"
"Non era uno sconosciuto, era
Owaru"
"Mh e lo conosci da?"
"Stasera, che domande sceme.
Avessi avuto qualcuno con cui farlo non sarei venuto qui.
Fa caldo qui dentro" brontolò
cercando di togliersi la giacca con una mano, ma fortunatamente
Rukawa lo soccorse
sfilandogliela di dosso e sfiorandogli accidentalmente le spalle
fecandolo rabbrividire leggermente.
"Sai che avresti anche potuto
andare in bianco? Oh, di sicuro avresti rimorchiato qualcuno,
ma per fare del sesso serve una stanza
e non tutti hanno la fortuna di avere la carta oro"
"O di essere I nipoti del
proprietario di un bordello" brontolò Hanamichi sorseggiando
un goccio
di cocktail; era buono bevuto in
quel modo, dolce e piacevole, si sentiva rilassato e un
po’…un po’..si ecco, vuoto, si
sentiva la mente vuota…se solo la volpe non gli fosse stata
così vicina..sentiva il calore delle
sue gambe passare oltre lo strato dei pantaloni e scaldargli la
coscia, cavolo con tutto lo spazio che
c’era nella stanza…poteva anche sedersi su una sedia….no…
sedie non ce n’erano…sul pavimento
o sul comò..o un po’ più in là..o sulle sue ginocchia…No,
fermi
eh…la volpe sulle ginocchia del
tensai? Quella era la realtà, per quanto strana, è non poteva far
sedere
Rukawa sulle sue ginocchia e poi
spogliarlo come faceva nelle sue fantasie. No, fermi tutti, non
avevamo
detto che il tensai non aveva
fantasie sulla volpe? Certo era carino, molto carino, ma anche il
David era
carino e forse, visto che non parlava,
era pure più simpatico di Rukawa.
Una mano fresca sfiorò le sue dita
sottraendogli il bicchiere
"Ehi baka ,quello è mio"
"Tu ti stai ubriacando do’hao e
questo non è un bordello, non organizziamo incontri sessuali
qui."
"Ah…allora ora scendiamo?"
"No. Giù c’è quel citrullo
che vuole venire a letto con me. Rompe da un mese più tenace di
quelle
galline che fanno baccano
durante le mie partite."
"E se non andiamo giù cosa
facciamo? Non c’è nemmeno la tv qui"
Rukawa sorrise tornando a sederglisi
accanto ed Hanamichi deglutì; nonostante tutto quello che
aveva bevuto sentiva la gola
secchissima e gli era venuto un caldo su tutto il corpo; si era
ubriacato
tante volte, ma un calore simile non
l’aveva mai provato.
"Non eri venuto qui per fare
sesso Sakuragi?" sussurrò Rukawa nel suo orecchio.
"Siii" mormorò Hanamichi
rabbrividendo sotto la carezza di quell’alito caldo "ma non
con te" ebbe
la forza di correggersi quasi
immediatamente.
"Perché no? mi pareva di aver
capito che eri interessato a Mitsui e me. Mitsui non c’è…io si
però";
la sua mano scivolò ad accarezzare
leggera il petto di Hana che non si sottrasse.
"Io volevo un ragazzo, non
te" mugolò Hana desiderando che quelle carezze accennate
diventassero
qualcosa di più spinto ed odiandosi
per questo suo desiderio.
"Avanti do’hao; dov’è la
differenza" sussurrò baciandogli il collo appena sotto
l’orecchio "Io sono un
ragazzo ed è solo sesso, fingi
pure di non conoscermi"
"Senti kitsune scema, io volevo
un uomo esperto"
"Io sono esperto" ribatté
scendendo a sfiorargli appena la gola con le labbra.
"No tu sei una kitsune"
"Tanto per cominciare do’hao ti
mostro come si beve il daiquiri" sussurrò "apri la bocca
e tira fuori
la punta della lingua"
"Perché?" pigolò Sakuragi
sulla difensiva.
"Hai paura do’hao?" lo
stuzzicò Rukawa con un mezzo sorriso divertito.
Gli occhi di Sakuragi scintillarono di
sfida, ma il rosso eseguì l’ordine, spingendo la punta della
lingua
appena fuori della bocca, I denti
stretti su di essa.
Rukawa scosse la testa divertito
versandovi un mezzo cucchiaino di zucchero "Ora riportala
dentro la
bocca, ma non la chiudere e non
sfregarla contro il palato, lo zucchero deve rimanere sulla lingua,
sei capace?" sussurrò sottovoce
afferrando il bicchiere e sedendosi a cavalcioni sulle ginocchia del
rosso
che sgranò gli occhi
irrigidendosi , ma obbedì.
Il corpo di Rukawa era caldo sopra il
suo e la sua pelle aveva un profumo insolito, dolce e speziato,
inebriante.
Una mano sottile gli bloccò la nuca,
tenendolo fermo, impedendogli di spostarsi
"Attento allo zucchero Sakuragi"
sussurrò Kaede prima di prendere un bel sorso di liquore e
strattonare
verso di sé la testa rossa.
Le loro labbra si sfiorarono e Rukawa
aprì la bocca, cercando con la lingua lo zucchero su quella di Hana,
inondandolo al contempo con il rum
pungente che scivolò piano attorno agli angoli delle loro bocche.
Hanamchi strabuzzò gli occhi gemendo
per il contatto: non era un bacio….almeno credeva. La volpe si
limitava a cercare lo zucchero e a
mescolarlo con il liquore nella sua bocca, creando un cocktail dolce
e sensuale.
Le labbra di Rukawa si allontanarono
dalle sue ed Hana si affrettò ad inghiottire il poco liquore che
non gli era scivolato sul collo.
"Giochetto carino volpe, chi te
l’ha insegnato?" chiese ansimando e cercando di ignorare il
calore
bruciante delle cosce di Rukawa
premute contro le sue, la lingua del volpino che serpeggiava sul suo
mento raccogliendo le gocce di
rum e il proprio membro che pulsava impazzito nei pantaloni.
"Junda, il barista con
l’orecchino" gli rispose con indifferenza scendendo a
lappargli il collo con la
golosa cura di un gattino che abbia
trovato una ciotola di panna zuccherata.
"Ci sei andato a letto"
gemette Sakuragi inarcandosi sotto quei tocchi appena accennati,
rimanere
seduto cominciava a diventare
difficile, sentiva la testa piacevolmente leggera e la sua schiena
pareva
avere l’intenzione di
stendersi sul letto.
"Ah, ah" annuì l’altro
salendo in linea retta dalla gola alle sue labbra, sfiorandole
appena con la lingua.
"lasciati andare Hana, su
rilassati" gli sussurrò mordicchiandogli il labbro inferiore
tra I denti e spingendolo
con delicatezza verso il
materasso.
"Suppongo che tu sia stato a
letto con tutti quelli che lavorano qui dentro vero volpe?"
mugugnò
incapace di staccarsi dalle labbra del
moro; del resto cosa poteva pretendere? Era la sua prima
esperienza, mentre il nipote del
padrone di un simile locale poteva probabilmente contare un nugolo
infinito di amanti.
"No, solo con Junda" rispose
Kaede succhiandogli piano il lobo dell’orecchio.
Hanamichi gemette e, finalmente
abbandonò ogni resistenza, lasciandosi cadere all’indietro;
assurdamente contento della risposta
del moro.
Rukawa gli morse piano il lobo e scese
sulla gola, alternando piccoli morsi a leggere leccatine
che facevano mugolare e contorcere
Hanamichi, distraendolo dalle sue mani che gli stavano
sbottonando piano la camicia verde.
Hana teneva gli occhi chiusi,
abbandonandosi alle carezze leggere sul suo collo, alle mani che
gli accarezzavano il petto,
sfiorando velocemente, quasi per sbaglio I capezzoli eretti. Era
vero,
ci sapeva fare la volpe….no,
si impose, non pensare alla volpe, non pensare che lo stai facendo
con un tuo compagno di squadra.
Non è la volpe artica. E’ un tale..uno che hai incontr-ahhhhh-to
per caso..unohh che si chiama Kaede.
Non è la volpe quello che ti sta sfiorando il petto con la lingua.
Non è di Kaede il cazzo duro
che si struscia sul tuo attraverso I pantaloni…no, cioè è di
Kaede,
ma non è della volpe…la volpe non
ce l’ha così duro…cioè ce l’ha grosso, ma purtroppo non
l’hai mai visto duro…
"Kaede…" gemette a voce
alta, incapace di dare un seguito ai suoi pensieri, e Kaede alzò il
viso
sorpreso per osservarlo. Un
rossore soffuso si allungava sul volto di Hanamichi colorandolo
sensualmente di rosa; le labbra
leggermente aperte e gli occhi chiusi; una mano che artigliava con
forza il lenzuolo bianco.
"Hana" sussurrò con
tenerezza sfiorando con due dita il pugno stretto, coprendone il
dorso
con il proprio palmo ed insinuando le
proprie dita tra quelle strette del rosso, spingendole ad
aprirsi e a rilassarsi. Con lentezza
si abbassò sul viso del rosso, sfiorandogli la bocca con la
propria, assaporandogli la bocca con
la punta della lingua schiudendo poco a poco quelle
labbra frementi fino ad aprirsi
un varco nella cavità calda e dolcissima della sua bocca.
Hanamcihi fremette sotto la curiosa
esplorazione della volpe che gli assaporava il palato
e gli sfiorava I denti e, con un
mugugno di protesta, gli gettò il braccio libero attorno al collo
attirandolo ancor più contro di sé
iniziando a muovere la lingua cercando un contatto con la sua.
Rukawa sorrise approfondendo il bacio
e coinvolgendo Hana in un’umida lotta che accese
un grande black out nella mente
del rosso: non esisteva più nulla se non quella bocca che
succhiava la sua e quel corpo che lo
premeva contro il letto e quel calore bruciante che
gli infiammava I lombi….Kaede
gli fermò la lingua tra I denti iniziando a succhiarla piano e
Hanamichi gemette e si contorse.
"Kami sama Hana" mugugnò
Kaede sciogliendo il bacio con il cuore impazzito, Hana si era
avvinghiato con una gamba alla sua
schiena e il suo movimento aveva fatto sfregare tra loro le
erezioni dure da far male. Avrebbe
voluto essere lento e gentile con il do’hao, portarlo
all’estremo
del piacere, ma non credeva di
esserne in grado; ogni suo gemito, ogni suo movimento gli
provocavano
una scarica d’eccitazione
incontrollabile. Non ce la faceva più.
Con un mugugno abbandonò le sue
labbra scivolando vorace sul collo, sul petto per saggiare la
durezza
dei piccoli capezzoli duri che impastò
lentamente con la lingua e coi denti, mentre la sua mano libera,
l’altra teneva ancora stretta
quella di Sakuragi, sbottonava I pantaloni del rosso afferrando
l’elastico
dei boxer ed abbassandolo con
decisione.
Sakuragi spalancò gli occhi per la
sorpresa e il cuore gli si mozzò in gola.
Sopra di lui, sul soffitto, un giovane
ragazzo dai capelli rossi e dal viso contratto in una smorfia
ridicola era steso su un letto bianco,
sotto il corpo sottile di un altro ragazzo moro che, completamente
vestito, gli stava baciando il
petto.
Baciando il petto….in realtà si
vedeva chiaramente la lingua tracciare dei cerchi concentrici
attorno
al capezzolo eretto e la
mano..la mano stava risalendo dal ginocchio, dove aveva
accartocciato
pantaloni e mutande, verso il..il
…il…il coso..ritto sull’attenti e tutto congestionato
"Oh mio dio…." Gemette
chiudendo con forza gli occhi.
Rukawa si fermò di botto, c’era
qualcosa di non proprio piacevole nell’esclamazione del suo
amante.
"Che ti prende Hana?" chiese
scivolando su di lui e baciandolo piano sulle labbra.
Sakuragi girò il viso scarlatto di
lato ed alzò un dito verso l’enorme specchio sul soffitto a cui
Kaede gettò un’occhiata distratta
stringendosi nelle spalle "e allora?" domandò
"Come ‘allora’ scimunita di
una volpe" pigolò Hanamichi odiando la sua voce così
stranamente
flebile e troppo alta, c’è
uno specchio e io mi rifletto lì seminudo…"
Rukawa rise scuotendo piano la testa e
Hanamichi socchiuse un occhio piacevolmente colpito,
aveva un suono così piacevole quella
risata….
"Hai ragione, non è il massimo
degli spettacoli, do’hao ora rimedio" lo rassicurò alzandosi
in piedi.
Per un secondo, per un breve istante
Hanamichi sperò che Kaede facesse sparire lo specchio
( un pulsante segreto, una tenda
a coprirlo, qualsiasi cosa!!!!) e tornasse giù a baciarlo, ma Kaede
si allontanò dal letto in silenzio.
Senza girare il viso Hanamichi puntò
l’occhio socchiuso sullo specchio per osservare I movimenti
di quel deficiente che lo lasciava lì
con le brache calate e il coso di fuori senza dire una parola; ma
non ebbe l’opportunità di
arrabbiarsi.
Il Kaede sul soffitto si era già tolto la camicia e sbottonato I
pantaloni. Le mani lunghe si infilarono
sotto la cintura scoprendo le
gambe scolpite da anni passati a giocare a basket e un paio di slip
essenziali che non potevano contenere
l’eccitazione del moro che occhieggiava da sopra l’elastico.
Fu un attimo e sul soffitto un Kaede
completamente nudo si avvicinò al letto sfilando pantaloni e
boxer dell’idiota, che continuava ad
avere quell’espressione che gli faceva venire voglia di prendersi
a sberle, lasciandolo
completamente nudo.
"Così va decisamente
meglio" sussurrò Kaede posandogli le mani candide sulle sue
caviglie,
accarezzandole lentamente, scivolando
sensuale sul polpaccio.
Hana lo vide piantare un ginocchio tra
I suo piedi ed allungarsi tra le sue gambe accarezzandogli
le cosce. Chiuse gli occhi: non
voleva vedere altro.
Non che fosse utile….sentiva
benissimo le gambe di Kaede inginocchiato tra I suoi polpacci, le
sue mani che avanzavano sempre più
su, inesorabili eppure fin troppo lente; lui voleva che lo
toccasse….
.e il suo cuore ed I polmoni balzarono
sino al soffitto quando le dita di Kaede sfiorarono davvero il suo
inguine accarezzandogli la peluria che lo ricopriva.
"Do’hao sei rosso per
davvero…e io che ero convinto che tu fossi tinto…."
"Ba….bababaka" mugugnò
facendo appello a tutte le sue forze, era indeciso se pregare che
il letto si aprisse sotto di lui
inghiottendolo o se scongiurare Kaede di continuare; ma Kaede
si stese completamente sopra di lui,
sfregando il proprio corpo contro il suo, accarezzando
languidamente il suo sesso con
la propria dura erezione e nulla ebbe più importanza.
Hanamichi s’inarcò con violenza
sotto Kaede stringendogli le braccia attorno al corpo,
strusciandosi e dimenandosi
febbrilmente sotto di lui, tirandolo con forza a sé, in un vano
tentativo di sfida alla non
compenetrazione dei corpi; gioiendo nel sentire I gemiti smorzati
del moretto sopra di lui.
Voleva di più. Si poteva avere di più?
Voleva essere una cosa sola. Si può
essere una cosa sola?
"Diiii più" gemette
allacciando le gambe attorno alla schiena di Kaede che sussultò.
Non aveva previsto di andare oltre con
Hanamichi; aveva sempre pensato di scaricare un po’
la tensione in modo piacevole,
ma non di prendere, di prenderlo per davvero. In fondo però
era quello che il rosso voleva o no?
Sakuragi sapeva benissimo a cosa andava incontro andando
in un locale simile.
"Kaedee" supplicò Hana e
per una volta la volpe lo accontentò scivolando con le labbra sul
suo
petto, sul suo torace e sullo
stomaco Ed Hanamcihi spalancò gli occhi: se Kaede fosse sceso
ancora, se avesse continuato a
scendere così…lo specchio gli confermò I suoi sospetti. La testa
scura della volpe era sopra il suo
inguine e si stava abbassando lentamente su di lui.
Vide la lingua guizzare sopra la sua
punta tesa e allo stesso tempo sentì , con una scossa di piacere
che lo fece urlare, la lingua
leccarlo. La vide e la sentì leccare tutta la sua durezza.
Guardare quello specchio gli faceva
male, male al petto che bruciava nell’affanno, male allo stomaco
che si torceva su sé stesso,
male al cazzo che pulsava indemoniato, eppure non era capace di
distogliere lo sguardo da quello
spettacolo.
Rukawa, il bellissimo, il campione,
quello a cui aveva dedicato milioni di seghe negli ultimi sei
mesi( non è vero! Si ostinò a far
presente un angolino molto stupido e cocciuto della sua mente)
glielo stava succhiando. E non
è che si limitasse a succhiarlo, no lo baciava, lo mordicchiava
pianissimo e il suo viso……Kami, il
suo viso era forse la cosa più bella tra tutto. Teneva gli
occhi aperti e lo fissava
con…con…..con soddisfazione? Con dolcezza? Sembrava quasi che
lui fosse contento di averlo in bocca,
che ci provasse piacere.
Sentì le dita affusolate della volpe
insinuarsi tra le sue cosce accarezzandogli la linea calda
tra le natiche ed infiltrandosi piano
nel suo buchetto.
"KaEEEde" gridò
inarcandosi; continuava ad avere un disperato bisogno di qualcosa di
più,
soprattutto ora che le dita
della volpe lo accarezzavano così in profondità….se solo fosse
sceso ancora un po’ se solo si fosse
spinto in profondità qualche altro centimetro, se solo l’avesse
saziato del tutto……
Lentamente Kaede scivolò di nuovo sul
suo corpo caldo per baciarlo.
"Hana" sussurrò affannato
senza staccare la bocca dalla sua " sei sicuro che lo
vuoi?" chiese.
"SI" ululò Hanamichi
agitandosi sotto di lui, troppo eccitato e frustrato per chiedersi
cosa
dovesse volere.
Rukawa rotolò sul letto aprendo il
comodino ed Hana gli rotolò sopra la schiena baciandogli
piano il collo prima di strabuzzare
gli occhi.
"Que…quelli cosa sono?"
chiese indicando un nugolo di sacchettini a chiusura ermetica.
"Giochetti strani" spiegò
Rukawa rimestando tra le confezioni bianche ed azzurre.
"Giochetti?"
"Hn" borbottò buttando sul
pavimento una quantità di bustine azzurre su cui finestrelle
trasparenti permettevano di
vedere il contenuto. "tutto sterilizzato, per l’igiene
sai.."
"E’ tutto molto poco romantico
volpe"
"Non è un posto per romantico
do’hao…lo vuoi un preservativo a forma di diavolo? Ha anche
I cornini…" borbottò Rukawa
gettandone uno sul letto ed afferrando finalmente un tubettino di
vaselina.
"N…no grazie" balbettò
spiando di sottecchi le lunghe dita di Kaede che si attardavano
attorno
al suo membro srotolando un
preservativo trasparente. Faceva uno strano effetto, era come se
ilpene del ragazzo fosse stato
coperto da uno strato sottile di gelatina lucente.
Hanamichi arrossì al pensiero,
chiedendosi come dovesse essere affondare la bocca……….
"do’hao, se vuoi guardare
guarda, non fare finta" lo rimproverò Rukawa spingendolo
bruscamente
all’indietro, recuperando la
posizione di prima.
"S…Se…senti volpe, non è
che….."
"shhhh" sussurrò Kaede stendendoglisi di fianco e
soffocando ogni protesta con la propria bocca;
non se lo sarebbe lasciato scappare
per dei ripensamenti dell’ultimo momento.
Senza smettere di baciarlo fece
scivolare la propria mano lungo il fianco del rosso accarezzandogli
piano la coscia fino al ginocchio,
spostandosi sull’altra gamba e risalendo al membro caldo,
stringendolo tra le dita e
pompandolo con lentezza. Fino a che le gambe di Hanamichi non
si aprirono spontaneamente
permettendogli di scivolare con l’altra mano tra le sue cosce,
sulla pelle sensibile sotto I
testicoli, fino all’apertura stretta, insinuandosi dentro quel
calore pulsante.
Hanamichi inarcò la schiena verso
l’alto, sollevandosi dal letto , tremando sotto il palmo caldo
che gli accarezzava l’erezione
e le dita viscide e fresche di vaselina che si scavavano la strada
dentro di lui, in fondo, quasi
sfiorando quel punto che bramava per un affondo.
"KA-EEE-DE!!" orinò in
gemito lungo che gli svuotò I polmoni e Kaede gli infilò dei
cuscini
sotto la schiena, tenendolo sollevato;
non poteva più aspettare.
"shhhhh" sussurrò facendosi
strada tra le sue gambe, scivolando lentamente all’interno di Hana.
Millimetro per millimetro, attento ai
gemiti soffocati del rosso, fermandosi non appena li
sentiva salire di tono.
"Ora ti farà male tesoro, sei
pronto?" gli chiese.
Hanamichi aprì gli occhi schockato;
l’aveva davvero chiamato tesoro?
Rukawa si spinse con forza dentro di
lui, un unico colpo forte che fece urlare Hanamichi
con tutto il fiato che aveva nel
corpo, lasciandolo muto e tremante, sfinito.
"scusa" gli sussurrò kaede
inondandogli di confortevoli baci il petto; "vedrai che tra un
po’ andrà meglio"
"Io sto benissimo" gemette
Hanamichi e Rukawa gli accarezzò con le nocche le due
sottili lacrime che gli scorrevano
sulle guance.
"Do’hao, ora mi muovo"
l’avvertì.
Maledetto Yohei, maledetta la volpe e
lui stesso, perchè non era etero? Gli etero mica
lo sentivano quel dolore che ti
squarciava il culo e la schiena…oddio la schiena…e se
si fosse rotta? E se lui si fosse
spezzato in due? Cavolo! La volpe lo stava facendo
apposta! Ecco perchè si
spingeva così in fondo dentro di lui!
Spalancò gli occhi trovandosi davanti
all’immagine riflessa dal soffitto.
Kaede in ginocchio tra le sue gambe
che si ritraeva da lui per quasi tutta lasciando
dentro solo la punta e…eccolo,
eccolo che di nuovo affondava in lui con forza……
.Hana chiuse gli occhi sentendo il
colpo squassarlo e provocargli un brivido.
Kaede uscì di nuovo e di nuovo hana
vide il suo riflesso immergersi con forza dentro
il rosso che spalancò le bocca
in un lungo ohhhhh di piacere inarcando il bacino.
Di nuovo il moro sul soffitto uscì e
si rimmerse.
Hanamichi gettò la testa
all’indietro in un grido di piacere supplicandolo di continuare.
Il soffitto di specchi non esisteva più,
il dolore alla schiena non c’era più, restava la
frenesia che accelerava il
movimento dei loro fianchi, la necessità di urlare e di
i implorare di più….(ma cosa di più?
Più a fondo? Più veloce? Più…più…di più……).
E ancora una volta venne accontentato,
Kaede afferrò il suo membro pulsante tra le dita
masturbandolo
velocemente…….ed il mondo attorno ad hana si spense
nell’esplosione dell’orgasmo
Trascorsero attimi ed eternità prima
che Hanamichi riuscisse ad aprire di nuovo gli occhi.
Sopra di lui lo specchio gli mostrava
il suo volto sudato e sorridente e un corpo sottile ed
affannato accasciato sul suo petto.
Strinse le braccia cingendo la schiena bianca della volpe
che strofinò il viso contro il suo
collo. Che strano….era come se….non riusciva a non pensare
a come gli stesse bene quella
volpe tra le braccia…si gli donava. Provò ad immaginare
Owaru nella stessa posizione, ma…non
rendeva altrettanto bene. Haruko? Mh…nemmeno
Harukina. La volpe…la volpe…la
volpe sembrava creata apposta per stare così su di lui….
"Volpe?" sussurrò contro I
suoi capelli
"Do’hao?"
Il silenzio imbarazzato li avvolse
cogliendoli impreparati.
Rukawa e Sakuragi volpe e do’hao.
Kaede rotolò prono dall’altra parte
del letto sul letto "tutto bene?"
Hanamichi girò il viso dall’altra
parte "Si….ora….noi facciamo finta che……"
Kaede annuì "facciamo finta che non sia accaduto nulla."
"Benissimo!" esultò hanamichi iniziando a vestirsi
velocemente; ma proprio a letto col volpino
doveva capitare? "Senti
Rukawa..io non sono gay e questa notte…"
"Quale notte?" chiese Kaede
sbadigliando con forza, gli occhi socchiusi dal sonno.
"Resti qui?" mormorò
sollevando un lembo del lenzuolo e coprendo alla meno peggio
il moretto semi addormentato.
"hn…"
"Buonanotte allora" lo salutò
chiudendosi la porta alle spalle.
Fine
Nia: uhm…..
Nobu che c’è stavolta?????
Nia: la lemon non mi piace molto…
Nobu: ehm..è tutto una lemon…
Nia: la trama è un po’ scontatina…
Nobu:O_O cavolo c’è anche la trama
dove?
Nia: mhhhhh non ne combino una
giusta….
Nobu: esercizio! Devi fare esercizio..
guarda ci sacrifichiamo io e il senpai, poi non dire che non ti
voglio bene.
Nia: uhmmmmm qualcuno mi dice cosa
c’è che non va?