Autrice:
one shot piccolissima, ancora una volta una songfic. ^^;;;. Questa ff è
ambientata durante la vita da teppista di Mitsui, poco prima che incontri (o
sarebbe meglio dire che faccia a pugni) Miyagi.
Ciò che
poteva essere
di
Soffio d'argento
Vorrei una stella che mi guidi dove sei,
vorrei vedere coi miei occhi adesso cosa fai,
Ora che ti sto pensando senti la mia voce? Mi
chiedo se mi riconosceresti se mi vedessi in questo momento. Sono molto
cambiato e non solo nell’aspetto. Ho i capelli lunghi e un sorriso
sarcastico sempre dipinto sul viso. Sono disilluso dalla vita e cerco sempre
un pretesto per dimenticare i miei fallimenti, magari con qualche bella
rissa. La sera torno tardi, ubriaco e con qualche livido sul volto. Sono
entrato a far parte di una banda, sono molto rispettato lo sai? Ma dubito
che a te interessi. Se sapessi cosa sono diventato, sono sicuro che mi
guarderesti con quell’espressione delusa e triste che mi hai rivolto
l’ultima volta che ci siamo visti. Quel giorno fuori dell’ospedale… mi hai
chiesto perché avessi lasciato il basket… e io ti ho detto che lo odiavo e
che odiavo te, una mammoletta noiosa e saccente. Ricordi? Adesso sono molto
temuto e i ragazzini delle superiori si spostano quando passo fra di loro.
Mi piace questa potenza che esercito sugli altri. Mi fa sentire importante,
adesso che non potrò essere più nessuno. Una volta era il basket il mio
sogno più bello, adesso non sogno più. Ho perso il basket per uno stupido
incidente e ho perso te per la mia stupida paura di deluderti.
se mi pensi, ora che tutto poi si è spento
dietro quei discorsi persi,
rivivo i passi in quei giorni,
Quei giorni sono marchiati a fuoco nella mia
mente. Li rivivo ogni volta che chiudo gli occhi, ogni volta che ti vedo, di
sfuggita, camminare lungo i corridoi o nel cortile della scuola. Non sei mai
solo, con te c’è sempre qualcuno. Tu sei il bravo ragazzo, l’amico di tutti.
Io ero solo una stella del basket, che si è spenta prima di nascere. Cosa
potevo offrirti? Avevo deluso tutti, me stesso per primo. Così ti ho
lasciato, come un vigliacco ti ho chiesto di non venirmi più a trovare,
nonostante sapessi, anche troppo bene, quanto aspettassi con impazienza ogni
tua visita. Sono solo un fallito. Cercavo la via più veloce per sfuggire al
dolore. Pensavo che così avrei dimenticato più in fretta. Ma ogni volta che
mi ubriacavo, ogni volta che pestavo a sangue qualcuno, ogni volta che
scappavo per dimenticare, non riuscivo mai a sentirmi sollevato. Nella
pioggia vedevo il tuo viso.
e mi trovo a scrivere, pensando a quello che
tra noi, sai?
Poteva nascere, ciò che poteva essere e poi non lo è stato, rivango nel
passato,
capisco che è finito, cancellato, come il tuo nome scritto sulla sabbia,
rapito
dalla pioggia, portato via dal mare.
In fondo cosa eravamo noi? Solo amici.
M’illudo sempre che i tuoi sentimenti potessero essere diversi, ma non lo
erano. Io ero un amico, solo quello. Ma ciò che desideravo io andava ben
oltre l’amicizia, parlava d’amore e mi faceva stare bene. Però sapevo
accontentarmi. Mi viene da ridere. Io, l’MVP Hisashi Mitsui, abituato ad
avere tutto ciò che desiderava, mi accontentavo si avere la pallida immagine
di ciò che più mi riscaldava il cuore. Poi l’incidente al ginocchio. Quel
maledetto giorno! Dovevo sempre dimostrare di essere il migliore, di fronte
a tutti. Non pensavo alle conseguenze, volevo solo vincere, perché così ero
abituato a fare.
Non sono mai stato un ragazzo forte,
nonostante le apparenze. E solo la tua vicinanza mi dava il coraggio di
andare avanti. Venivi a trovarmi ogni giorno e mi portavi il tuo sorriso.
Parlavamo di tutto e io, per la prima volta in vita mia, ero sincero con
qualcuno e persino con me stesso.
Tu stavi lì, vicino al mio letto, vicino ma
troppo lontano. E io ti guardavo ridere e pensavo: “lo fa per me, lo fa solo
per me”. Mi portavi notizie degli allenamenti e io mi accorgevo che del
basket, in quel momento, m’interessava ben poco. Sentivo, però, che dovevo
guarire e presto. Temevo che qualcosa o qualcuno potesse diventare più
importante di me. Per questo abbandonai la terapia prima del tempo. E ti
persi per sempre.
Non c'è più freccia dentro al mio cuore,
restan parole per ciò che sento e tu non hai capito cosa da te stavo
cercando,
ora non fingo perché so quanto ti volevo quando stavo
scrivendo queste mie parole
sole, che in fondo al cuore fanno male.
Non capivo perché ma con te stavo bene.
All’inizio pensai di aver trovato un amico sincero. Io non n’avevo mai avuto
uno. Chi mi stava accanto, lo faceva solo per ciò che rappresentavo. Quanti
di loro se ne sono andati via al momento del mio tramonto? Quanti di quelli
che si proclamavano miei amici, mi sono rimasti accanto quando ho lasciato
il basket? Nessuno. Sono rimasto solo, con un pugno di ricordi fra le mani e
più li stringevo e più scappavano via.
Quel giorno, durante quella partita…. Non
fossi mai venuto! Quel giorno mi sentii ancora più solo, maledettamente
solo. Avevo perso il basket e te! Il mio sogno di diventare il miglior
giocatore di basket del Giappone si era infranto di fronte al secondo
incidente. A che sarebbe servito giocare ancora con un ginocchio malandato?
Avrei solo peggiorato la situazione. Ora che la cima non era più visibile,
era sciocco puntare alla metà della montagna. Avrei solo deluso tutti, il
signor Anzai compreso. Lui aveva avuto fiducia in me, quando ancora non mi
conosceva. E nonostante le sue parole mi ronzassero ancora in mente, gettai
la spugna rinunciando al mio sogno. E a te….
Cerco le parole per spiegare quello che poteva
nascere e ridare luce ai giorni miei.
Dimmi come mai non ci sei, è tutto ormai spento tra noi. Cosa lascerai
dentro gli
occhi miei?
Se tu fossi stato ancora con
me… se io quel giorno non fossi venuto a guardare quella partita….
Ricordi? Io sì e benissimo.
Come potrei d’altronde? Tu eri lì in panchina ad incitare i nostri compagni,
ma soprattutto Akagi. Sono sempre stato tremendamente geloso di lui. Lo
incitavi come avresti fatto con me e così ho finalmente capito. Io per te
ero solo un amico, così come lo era Akagi. Se quel giorno fosse stato lui a
farsi male, saresti andato a trovarlo e avresti riso delle sue battute, come
avevi fatto con me, come un amico. Ma io come ti consideravo? Mi eri entrato
nell’anima ormai. Solo allora capii cosa rappresentassi davvero per me e
fuggii. Cosa avrei potuto offrirti? L’unico mio legame con te era stato
distrutto da quell’incidente. Sarei diventato un peso e mi avresti odiato,
anche se solo come amico. Solo adesso so quanto mi sbagliassi.
Volevo vivere perso negli occhi tuoi, volevo
crescere solo con ciò che tu mi dai,
ma ora non ci sei ed io vivo pensandoti, perché senza averti sei riuscito
già a
disperderti tra i miei ricordi senza donarmi attimi, credici, mi manchi.
Quanto mi manchi! Dopo di te non c’è stato più
nulla. Sono diventato un teppista e questo lo sai pure tu. Un giorno ti ho
incontrato per strada e ho fatto finta di non vederti. So che tu mi avresti
riconosciuto, nonostante i capelli lunghi, nonostante tutte le risse che
avevano cambiato il mio aspetto. Da semplice ragazzino sono diventato un
uomo, ma non ho nulla di cui vantarmi. Come è iniziato tutto? Non lo so. O
forse sì…
Quel giorno lasciai anche l’ospedale e la
riabilitazione. Girovagai senza meta per Kanagawa e nel luogo più buio
incontrai il nuovo me stesso. E non ne fui spaventato.
Per la prima volta nella mia vita feci a pugni
con qualcuno e non ricordo neppure il motivo. Il capo del gruppo di teppisti
era un osso duro. Era già stato in prigione due volte per aggressione,
nonostante fosse ancora solo poco più di un ragazzo. Quelli che lo
circondavano non erano da meno. Anche se non erano ancora finiti in
prigione, probabilmente vi sarebbero finiti presto.
Presi così tanti pugni da non sentire più
dolore. Mi accasciai al suolo con il viso rivolto al cielo. Era già sera e
il cielo era coperto di stelle. Tetsuo, il capo, mi si avvicinò. Mi fece
alzare e mi spolverò i vestiti ben bene.
<< Hai avuto fegato ragazzino. Vuoi unirti al
mio gruppo? >>
E così sono diventato un teppista. Era un modo
come un altro per dimenticare. Avevo bisogno di qualcosa in cui credere,
qualcosa a cui aggrapparmi. Ho scelto la fede sbagliata…
Senza te, dentro me i sogni restan spenti, i
momenti poi dipinti e quanti pianti per saper
quello che senti.
Ogni tanto ti
sogno la notte, lo sai? Il sogno è sempre lo stesso. Siamo in un campo da
basket e giochiamo. Siamo solo noi due e ci sfidiamo in un one
to
one. Lo so che non sei ancora alla mia altezza, ma mi piace giocare con te,
perché più che un gioco diventa sempre una chiacchierata. Finiamo di giocare
e ci sediamo sul parquet, sfiniti. Tu ti sdrai vicino a me e ricominci a
parlare. Il basket, la scuola, i sogni… e io non faccio nulla, solo mi
sdraio vicino a te e ti sto ad ascoltare. E mentre parli mi sembra di non
averti mai lasciato, ma so che si tratta solo di un sogno. A volte, però, mi
sembri così vicino da poterti toccare, ma quando lo faccio il sogno svanisce
e resto di nuovo da solo. Senza il basket, senza te e senza i miei sogni.
Ormai non ho più nessun sogno da realizzare.
Mi sento stanco, ma forse è solo codardia.
Dimmi come mai non ci sei, è tutto ormai
spento tra noi. Cosa lascerai dentro gli
occhi miei? Dimmi come mai non ci sei, è tutto ormai spento tra noi. Cosa
lascerai
dentro gli occhi
miei?
Perché non sei con me? Avrei tanto bisogno di
averti vicino, anche solo per sentirti parlare. Eppure tu non ci sei. Non mi
hai mai cercato, perché? Forse avevi paura di sapere la verità su di noi? Ma
perché ci penso sempre? Perché m’illudo che provasse qualcosa per me?
Probabilmente non mi considerava neppure un amico. Chissà cosa stai facendo
in questo momento…. Starai dormendo?
Nella mia anima ora
il tuo volto illumina la penna che a te dedica ricordi in aria.
A te che sei già storia ora il mio cuore svaria, in cerca di una storia
seria, nasce
la voglia ora che dal mio amore sei lontano 1000 miglia.
Se mi vedesse Tetsuo mi prenderebbe a pugni.
Sto scrivendo un… non so neppure io cosa. Un diario? Non ne ho mai avuti.
Una lettera? Impossibile. Tanto non te la spedirei mai. Scrivo per non
venire da te e riempirti il viso di pugni e mentre scrivo ti penso.
Ho bisogno di una storia seria, qualcuno che
possa strapparti via dal mio cuore e gettarti il più lontano possibile. Ma
ho voglia di te e solo di te.
Durante tutto questo tempo le occasioni di
“divertimento” non mi sono mai mancate, ma ogni volta che ci provavo
rivedevo te e capivo quanto sciocco fosse il mio comportamento. Più cercavo
di allontanarti da me e più tu ritornavi, sempre più prepotente,
sconvolgendo la mia vita.
Cerco un motivo solo che non ha voluto donarlo
il futuro, ora che con me stesso provo ad essere sincero avendo in bocca un
gusto amaro penso a te.
Penso sempre a te, in qualsiasi momento. E’ un
po’ difficile non farlo quando studi nella stessa scuola della persona che
ami. Ogni tanto ti vedo di sfuggita, sempre sorridente e sempre vicino ad
Akagi. Eppure mi sembra sempre che il tuo sorriso non sia mai sincero. E’
come se ti mancasse qualcosa e a volte m’illudo che quel “qualcosa” possa
essere io. E’ stupido, lo so, ma non posso fare a meno di pensarci.
Spesso mi chiedo cosa sarebbe accaduto tra noi
se quel maledetto giorno non me ne fossi andato. Forse tu saresti rimasto
con me, anche solo come amico e io avrei smesso di considerarmi un fallito.
Lo so cosa pensano di me tutti. Hisashi Mitsui, l’MVP, ormai non è che un
buono a nulla, un fallito che non sa far altro che riempirsi lo stomaco di
birra e prendere a pugni tutti.
Che c'è di male se negli attimi sono perso
dietro inutili parole che non lasciano
nulla, che non diano nostalgia. E adesso resto senza più parole, sai? Cala
la notte
come un velo chiaro su di noi. Comunque vada io mai mi scorderò di te.
Ma ne vale la pena torturarsi? E allora è
meglio lasciare che i ricordi prendano il sopravvento. Stasera, anche so
volessi, non potrei mai fare a meno di pensare a te e alla mia vita. Che
rida, se vuole, il mondo intero. Io stanotte voglio solo essere me stesso,
senza nascondermi dietro una maschera. Voglio ricordarti e immaginare.
Immaginare il suono delle tue parole rivolte solo a me, il calore dei tuoi
sorrisi solo miei. Stanotte sei solo mio e di nessun altro.
Cerco le parole per spiegare quello che poteva
nascere e ridare luce ai giorni miei.
Dimmi come mai non ci sei, è tutto ormai spento tra noi. Cosa lascerai
dentro gli
occhi miei? Dimmi come mai non ci sei, è tutto ormai spento tra noi. Cosa
lascerai
dentro gli occhi miei?
Ora sono ancora in ospedale.
Questa volta ho incontrato qualcuno molto forte sulla mia strada. Si chiama
Ryota Miyagi. Lo conosci, lo so. Era nella squadra di basket. Una nuova
promessa! Adesso è solo un giocatore di basket che non potrà giocare per
molto tempo. Un playmaker molto forte, lo avevo visto giocare durante una
partita d’allenamento. E’ combattivo e coraggioso. Per questo avevo deciso
di strappargli quel sorrisino ironico sul viso, ma mi è andata male. Se non
fosse stato per i miei compagni a quest’ora sarei ridotto molto peggio.
Tutto sommato mi è andata bene. Mi mancano due denti e ho una cicatrice al
lato del mento che mi da un’aria da duro. Lui… beh lui deve essere in
pessime condizioni. Hotta non c’è andato leggero.
Odio il basket e chi lo
pratica. Odio te perché mi ricordi sempre il mio fallimento e odio tutti
perché mi ricordano te.
In questa notte solitaria,
torno ancora a pensare a te e sorrido. Sorrido, perché nonostante tutto ho
ancora il tuo ricordo. Non mi sentirò mai solo finché ci sarai tu con me e
un giorno…. Forse un giorno.
OWARI
SCLERI FINALI.
Tutti: ………
Autrice: sì! Lo so! Le one shot
mi vengono proprio male.
Ru: non solo quelle a dire il
vero.
Autrice: tu devi sempre mettere
la parolina in più, vero?
Ru: così impari a non scrivere
di me e il mio koi!
Autrice: uffa! Tutti scrivono
di voi! Per una volta volevo provare a scrivere una ff sulla coppia Mitko.
Mi piacciono molto le storie che leggo su di loro, ma…
Hana: non ci sei riuscita! E
poi perché le tue one shot sono sempre e solo canzoni?
Autrice:
quoque tu Hana! Come puoi ? Sigh! Sigh!
Mit: ma che è sta cosa? Potevi
sforzarti di scrivere qualcosa di decente! Quando mi hai promesso di
scrivere una Mitko non immaginavo che avresti scritto una lagna come questa!
Altrimenti non avrei mica accettato! E poi che conclusione è? Perché non c’è
Kimi vicino a me?
Autrice: T____T c’è qualcun
altro ?
Kog: ehmm… ci sarei io… però ti
risparmio perché credo che tu sia già depressa così.
Autrice: meno male! Qualcuno di
buon cuore!
Mit:
andiamo
Kimi-kun!
Kogure: dove?
Mit: a rimediare alle mancanze
di questa sottospecie di scrittrice! – e se lo trascina via.
Autrice: beh come avete avuto
modo di leggere è venuta una schifezza!
Ru: ce ne siamo accorti tutti!
Autrice:
e tu non te ne vai?
Stai sempre qui !
Ru: forse è meglio! Leggere
questa sottospecie di ff mal riuscita mi ha fatto venire la nausea.
Hana: ci penso io koi a farti
riprendere! – e se lo porta via.
Autrice: ehmm…. Lasciamo stare!
Questa ff è venuta peggio delle altre. E io che pensavo che ci fosse un
limite al peggio! Beh i declaimers li conoscete già. La canzone, “Ciò che
poteva essere”, non è mia ma dei Gemelli Diversi. I personaggi non sono miei
ma di Inoue sensei. Vi prego di essere clementi! E’ la prima Mitko che
scrivo, benché sia una coppia che mi piaccia parecchio.
Secondo voi dovrei smettere di scrivere Mitko o direttamente
le ff? A dire il vero in questo periodo sono più propensa per la seconda
ipotesi. Sto pensando di abbandonare i miei sogni e dedicarmi alla vita
reale. Fatemi sapere che ne pensate.
!
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