Disclaimer: i personaggi sono miei e li
torturo come mi pare e piace senza chiedere il permesso a nessuno!!
Note: allora l'ideuzza mi è venuta stanotte mentre scrivevo una RuHana
moolto lemon per Neko e Aiko non so se è colpa loro però, dato che
questa fic non ha niente a che vedere con SD >_<
Cinderella di
Neko
"Suuuuuu Matt che ti costa?" il ragazzo dai capelli castani
perennemente spettinati lanciò un'occhiata cupa alla sorella minore.
"Non mi piacciono le discoteche" borbottò dirigendosi verso la
propria camera sperando di aver chiuso l'argomento con quella
dichiarazione. Ma Melany non era mai stata una che si arrendeva dinanzi
alla prima difficoltà anche perchè altrimenti non sarebbe mai riuscita a
spuntarla con il suo serissimo fratellino. "Lo sai quanto costa
l'ingresso di quel posto? Ho speso tutti i miei risparmi per pagarmi il
biglietto per stasera. Tutte le ragazze della scuola ci andranno!!!"
piagnucolò provando a giocare quella carta seguendolo in camera. Si
sedette sul suo letto stringendosi il plaid sulle spalle per reprimere un
brivido nonostante la bella giornata di sole. "Senti se non mi fossi
ammalata" e quasi a farlo apposta le sfuggì uno starnuto a
sottolineare quell'esclamazione "ci andrei io ma visto che il medico
mi ha obbligata a stare in casa devi andarci tu!" "Ma perchè?"
si lamentò il ragazzo fissando la ragazza tra il disperato e
l'esasperato. Lui odiava le discoteche, non sapeva ballare, non gli
piaceva la musica, in mezzo a tutta quella gente poi si sentiva a disagio,
terribilmente a disagio. Melany estrasse da sotto la coperta una macchina
fotografica sorridendogli "Devi fargli una foto" disse con un
sorriso a trentadue denti. "Tu sei pazza!" borbottò il ragazzo
voltandole le spalle per osservare il giardino fuori dalla finestra, la
vista del grande albero verde che cresceva proprio sotto di essa
accarezzato dai raggi solari ebbe la capacità di calmarlo almeno un po'.
"Sentimi bene Matt si tratta di un principe. Un vero principe
capisci?" disse gesticolando forsennatamente. "Il suo regno sarà
anche piccolo e la sua carica sarà anche rappresentativa ma resta il
fatto che è un nobile. Nessuno sa che faccia abbia perchè si
incontrerà con il sindaco solo domani però la notizia che stasera
sarebbe andato al Lady è trapelata." "Ci saranno un sacco di
giornalisti" borbottò Matt seguendo i suoi pensieri più che quelli
della sorella che continuò imperterrita "Non puoi sprecare
quest'occasione Matt!!!!" "Magari è brutto!" cercò di
convincerla lui ma gli occhi sbarluccicanti e anche un po' febbricicanti
di sua sorella lo ignorarono persi nella loro visione ideale. Alla fine
Matt acconsentì, non poteva fare altro. Sua sorella era giunta a
supplicarlo praticamente con le lacrime agli occhi di scattargli almeno
una fotografia per lei e lui non aveva resistito.
Melany riusciva sempre ad imbrogliarlo o a fargli fare quello che voleva
lei, d'altronde chi non si sarebbe piegato ai voleri di quella splendida
creatura. Lanciò un'occhiata allo specchio osservando gli occhiali da
lettura che immancabilmente portava sul naso, avevano una montatura spessa
e verdognola che gli spargeva sul viso pallido un'aria un po' malsana. I
lineamenti morbidi erano coperti dai capelli di un comunissimo castano
scuro che cadevano in ciocche scomposte sul volto finendo spesso per
andargli davanti agli occhi di un banale verde oliva. I vestiti spesso una
taglia più grande e fuori moda gli davano un'aria scomposta e trasandata.
In poche parole: brutto. Lanciò un'occhiata allo specchio mentre alla
radio una canzoncina allegra cercava invano di migliorare il suo umore
tetro. Guardò il maglione grigio e ai jeans sopra il suo letto. Non aveva
niente di speciale da mettere per l'occasione, quello era il meglio che
era riuscito a trovare. Avrebbe fatto una figura meschina in quella
discoteca alla moda. Ma perchè aveva accettato!! Stava seriamente
ponderando l'idea di fuggire dalla finestra quando bussarono alla porta.
Melany fece capolino con un sorriso sul volto arrossato. Aveva il naso
screpolato e rosso per via del raffreddore e gli occhi lacrimanti, i
capelli scarmigliati e la coperta sulle spalle eppure era cento volte
meglio di come sarebbe stato lui dopo un 'ora di preparazioni. Si sedette
sul letto con un gemito di sconforto.
Melany entrò nella stanza con un sorriso e una borsetta tra le mani.
Lanciò un'occhiata bieca ai vestiti sul letto che costituivano il meglio
del guardaroba di suo fratello e cominciò ad estrarre dalla borsa quanto
aveva portato. Bhe a dire la verità estrasse molto poco. "Quella
roba che è?" le chiese Mat allibito. "Non vorrai andare in
disco con quel maglione vecchio e i jeans che usi per andare a scuola
vero?" gli chiese con gli occhi spalancati. Le sfuggì un gemito e
uno sguardo al cielo quando il fratello arrossì. "Lascia fare a
me!" esclamò la ragazza scomparendo in bagno per raccogliere tutto
il necessario. Matt ormai rassegnato al peggio la lasciò fare. Non aveva
niente da perdere infondo. Tuttavia dopo aver indossato gli attillati
pantaloni neri e la magliettina nera aderente si corresse. Aveva ancora
una cosa da perdere: la sua dignità. "Io non vado da nessuna parte
conciato così!!!" protestò vivacemente mentre la sorella lo
guardava con occhio clinico. "Sai fratellino sotto i chilometri di
stoffa che usi per nasconderti di solito hai proprio un bel fisico"
borbottò con un sorriso osservando le natiche sode avvolte dai pantaloni
stretti e gli addominali fasciati dalla magliettina attillata. Matt arrossì
zittendosi. Sua sorella doveva avere davvero la febbre alta per
considerarlo bello con quell'abbigliamento ridicolo. La ragazza tuttavia
ignorò prontamente le sue proteste facendolo sedere sul letto mentre si
armava di gel e pettine.
Continuò a zompettargli attorno per un bel po' ignorando le proteste del
ragazzo ogni volta che tirava una ciocca un po' troppo forte o che lo
asfissiava con una spruzzata di lacca. Gli tolse gli occhiali gettandoli
sul letto. "Hey!" protestò Matt allungando una mano per
recuperarli. Ma sua sorella gliela colpì con la propria "Fermo lì
non puoi andare in disco con gli occhiali e poi non capisco perchè ti
ostini a portare quelle cose orribili sul viso quando non ti
servono." Lo rimproverò cupa "Sono occhiali da lettura"
borbottò Matt "Ma se ci vedi benissimo" protestò la sorella.
Matt sospirò aveva ragione Melany ma... bhe era puerile ma si sentiva al
sicuro dietro il riparo offerto dalle lenti trasparenti. "Ecco
fatto!!" esclamò la sorella distogliendolo dai suoi pensieri mentre
lo spingeva ad alzarsi, portandolo di fronte al grande armadio. Aprì
l'anta destra che al suo interno aveva attaccato un grande specchio e
osservò sorridendo gli occhi di Matt allargarsi per la sorpresa.
Il ragazzo che lo fissava dallo specchio non poteva essere lui.
I capelli castani pettinati con il gel in modo da ricadere solo sulla
parte destra del viso in aguzze ciocche ribelli velavano appena due grandi
occhi verde grigio spalancati sul volto dalla carnagione candida ancor più
messa in risalto dalla maglietta nera senza maniche che gli avvolgeva il
corpo sottile come una seconda pelle fasciandogli il ventre piatto
infilandosi nei stretti jeans neri accuratamente sbiaditi sulle cosce e
sulle natiche che si allargavano un po' attorno alle caviglie coprendo
quasi interamente le scarpe da ginnastica. "I... io...."
balbetto Matt allungando la mano per sfiorare lo specchio quasi ad
assicurarsi che non fosse uno scherzo, che quella non fosse che una parete
di vetro al di la della quale quella splendida creatura lo stava prendendo
in giro. Ma il ragazzo al di là dello specchio allungò la mano nello
stesso identico gesto incontrando le sue dita con il medesimo sguardo
perduto. "Sei proprio tu fratellino" lo rassicurò Melany con un
sorriso gentile colmo di affetto. Poi gli batté un colpetto sul sedere
ridendo nel vederlo arrossire "Hai un gran bel.." "MELANY!"
la fermò lui prima che potesse completare la frase diventando scarlatto
in volto. La ragazza rise ma dovette interrompersi a metà soffocando un
eccesso di tosse. "Bene fratellino prendi" disse tendendogli un
giubbotto di jeans e la macchina fotografica. "Vai e stendili
tutti" mormorò spingendolo verso la porta. Matt scosse il capo con
un sorriso indossando il giubbotto e prendendo le chiavi della macchina.
"Io vado" disse passando in cucina per salutare i suoi genitori.
Sua madre sollevò il volto dal piatto che stava lavando rimanendo di
stucco. La stoviglia cadde a terra sfracellandosi sul pavimento mentre la
donna fissava il figlio con gli occhi spalancati. Matt sospirò offeso, ma
insomma era proprio così brutto normalmente da stupire tutti così tanto!
Suo padre entrò in cucina attirato dal rumore del piatto rotto,
preoccupato che la moglie si fosse fatta male, ma si fermò sulla soglia
fissando il ragazzo accanto alla figlia. "Melany!" tuonò
furioso "Chi ti ha dato il permesso di portare un ragazzo in casa! Mi
pareva di essere stato chiaro sull'argomento!" "Papà!"
protestarono entrambi i ragazzi in coro. Il signor Scott li guardò
entrambi per un secondo fissando poi lo sguardo sul ragazzo. "Mattew?"
chiese incredulo. "Ma insomma!!!" protestò il ragazzo
arrossendo violentemente. "E' meglio che vai o farai tardi!!!"
lo rimproverò Melany spingendolo verso la porta d'ingresso. Matt si fermò
poco oltre la soglia con un sospiro. "Vedrai che farai furori!"
lo rassicurò la sorella chiudendosi la porta alle spalle e lasciandolo lì
a fronteggiare il buio e le sue paure. Matt parcheggio l'auto un po'
distante dall'entrata per darsi modo di recuperare un po' di sangue freddo
e per non dover mettere la semplice utilitaria di sua madre tra le
mercedes e le auto sportive che occupavano il piazzale. Sospirò chiudendo
a chiave la portiera e dirigendosi a passo spedito verso l'ingresso.
S'impose di tenere la testa alta e di camminare dritto per la sua strada
fino all'ingresso. Mostrò il biglietto che gli aveva dato sua sorella ed
entrò. Il buttafuori lanciò un'occhiata un po' bieca alla piccola
macchina fotografica che gli spuntava dalla tasca della giacca ma non
disse niente. Matt si infilò nel locale buio illuminato da sprazzi di
luce colorata cercando di evitare la pista già ingombra e andando a
cercarsi un angolino tranquillo. Era fermò vicino al bar solo da pochi
minuti quando una biondina gli si avvicinò chiedendogli il suo nome.
Matt per poco non si sentì male quando si accorse che era una compagna di
classe di sua sorella. "Mark" mentì. La ragazza continuò
a chiedergli e a dargli informazioni mentre Matt decideva che per quella
sera, una volta in tutta la sua vita, avrebbe finto di essere uno di quei
ragazzi per cui oche come quella sbavavano tanto. Infondo ne aveva tutto
l'aspetto in quel momento. Lunedì sarebbe tornato ad essere Matthew Scott
e si sarebbe nascosto dietro le lenti dei suoi occhiali. Sorrise a quella
ragazza civettuola che aveva impunemente cominciato ad allungare le mani.
La staccò gentilmente da se togliendosi per una volta, lui che era sempre
stato rifiutato, di rifiutare. La ragazza ci rimase visibilmente male ma
Mark si allontanò da lei senza badarci, si sarebbe presto consolata con
qualcun altro. Si diresse invece al bar dove ordino un cocktail colorato e
molto alcolico che gli avrebbe consentito di entrare un po' più nella
parte. Un'ora più tardi Mat se ne stava in un angolo buio della discoteca
ad osservare la pista non visto. Nonostante tutti i suoi buoni propositi
Matt aveva distrutto Mark con la sua timidezza e trovatosi un angolino
veramente appartato, da cui tuttavia si poteva godere della vista dei
cubisti, si era appostato aspettando l'arrivo di questo principe
misterioso per poi potersene andare a casa in santa pace. Quasi avesse
ascoltato la sua preghiera silenziosa una serie di gridolini ed
esclamazioni serpeggiò nella sala mentre un brivido attraversava i
presenti. La musica venne abbassata mentre tutti si voltavano verso
l'ingresso "Oh arriva sua maestà" mormorò cupo Matt
"Non ne sembri molto contento" disse una voce profonda accanto a
lui. Matt si voltò di scatto rimanendo bloccato. Accanto a lui un ragazzo
alto dai capelli color della notte e due occhi blu da infarto se ne stava
aggraziatamente appoggiato alla parete. Non l'aveva assolutamente sentito
arrivare. "Mia sorella mi ha praticamente costretto a venire qui per
vederlo" borbottò mostrandogli la macchina fotografica con una
smorfia. Il moro alzò gli occhi al cielo disgustato. "Povero
disgraziato sempre inseguito dalle macchine fotografiche" commentò
cupo Matt gli sorrise "In effetti nessuno pensa mai a questo lato
della faccenda" disse divertito "Però non credo che sua Maestà"
disse accentuando le ultime due parole "sarebbe felice di sapere che
ci fa pena" Il ragazzo moro alzò un sopracciglio sorpreso prima di
scoppiare a ridere piegandosi in due. Matt lo fissò confuso prima di
immaginarsi la situazione e cominciare a ridere esso stesso. Alla fine
aveva un tale mal di pancia che si appoggiò a lui per non cadere,
asciugandosi le lacrime che gli erano scivolate sul viso per il troppo
ridere. Il ragazzo moro gli poggiò una mano sul fianco chinando il volto
per sfiorargli il viso con un bacio leggero. Matt si ritrasse di scatto
arrossendo e portandosi una mano al punto in cui le sue labbra si erano
posate, la pelle bruciava come se si fosse ustionato. Il ragazzo moro gli
sorrise dolcemente. "Scusami non ho resistito alla tentazione la tua
pelle sembrava cosi morbida" gli disse fissandolo negli occhi con uno
sguardo assassino che tolse il fiato a Matt facendolo arrossire ancora di
più. "Io.... io" balbettò il ragazzo. L'altro gli si avvicinò
nuovamente il passo lento, felino, della belva che va a caccia. Immobile
sotto quello sguardo blu che lo sfidava a fuggire Matt attese. Le mani del
moro scivolarono intorno alla sua vita mentre questi chinava nuovamente il
capo verso di lui. Matt sollevò il viso socchiudendo le labbra
inconsciamente.
Quel gesto candidamente sensuale accese mille fuochi turchini negli occhi
scuri del compagno che si avventò affamato sulle sue labbra. Fu un bacio
lungo, umido, profondo. Così intenso che quando si separarono per
respirare Matt non potè fare a meno di appoggiare la fronte al suo petto
per sostenersi. Fece scivolare le mani sul petto ampio coperto dal tessuto
leggero della camicia mentre l'altro lo sospingeva dolcemente verso il
muro.
Lo sconosciuto catturò entrambe le sue mani chinandosi nuovamente per
baciarlo con passione. Matt era confuso. Non gli era mai capitato di
lasciarsi andare in quella maniera, mai in vita sua aveva provato
un'attrazione così immediata e violenta per qualcuno, che cosa gli stava
succedendo? Diede la colpa all'alcol, alla musica così forte da
ottenebrare i suoi sensi e a quel re misterioso che non era ancora
riuscito a vedere. Ma ora non aveva nessuna importanza. Niente aveva
importanza a parte quel corpo muscoloso che lo teneva contro la parete.
Avvertì una gamba infilarsi tra le sue e gemette strofinando i fianchi
contro i suoi. "Dio piccolo non tentarmi..." mormorò in un
ansito eccitato il ragazzo moro soffiandogli sull'orecchio e provocandogli
una cascata di brividi. Inebriato dalla sensazione di potere che gli dava
sentire quell'uomo bellissimo eccitarsi per il suo tocco leggero Matt si
fece più audace infilando una mano pallida sotto il tessuto della camicia
scura. Il ragazzo moro gemette spingendolo con forza contro il muro mentre
infilava una mano tra i loro corpi cercando la cerniera dei pantaloni.
Matt si inarcò con un sussultò quando sentì quella mano grande
avvolgere la sua virilità attraverso il tessuto degli slip. Il ragazzo
moro si staccò da lui a fatica il fiato corto perdendosi per alcuni
secondi nelle iridi verdi di Matt prima di sorridergli dolcemente.
"Vieni" gli disse prendendolo per mano. Matt lo seguì con il
cuore che gli batteva a mille mentre varcava una porta con su scritto
"Riservato". "Ma..." cercò di protestare, ma il suo
compagno lo rassicurò con un "Il proprietario è un mio amico"
aprendo l'ennesima porta. Accese la luce illuminando quello che sembrava
un piccolo appartamento. Ma Matt non avrebbe saputo dirlo con certezza
perchè non ebbe il tempo di guardarsi attorno. Appena richiusosi la porta
alle spalle lo sconosciuto riprese a baciarlo facendogli dimenticare ogni
cosa. Si ritrovò ben presto sdraiato sull'ampio divano che occupava un
angolo della stanza con il suo affascinante seduttore sopra di lui. Con
un'abilità incredibile il ragazzo moro lo liberò dei vestiti gettandoli
con noncuranza sul tappeto presto seguiti dai suoi. Matt si tese nervoso
tra le sue braccia. Finche si trattava di baci e carezze era un discorso
ma ora... era davvero pronto a fare l'amore con lui? Avvertendo la sua
esitazione il ragazzo moro gli sorrise dolcemente accarezzandogli una
guancia "Rilassati" gli sussurrò prima di ricominciare a
baciargli sensualmente le labbra per poi scendere sul collo e sul petto.
Matt dimenticò tutti i suoi dubbi lasciandosi accarezzare e
restituendo le carezze con la stessa passione. Non si accorse nemmeno che
l'altro lo liberava dell'ultimo indumento rimastogli finche non sentì i
loro membri eccitati sfiorarsi. Un gemito molto simile ad un lamento uscì
dalle loro labbra contemporaneamente. Lo sconosciuto gli sorrise
accarezzandogli una guancia con dolcezza "Guarda come siamo ridotti e
non so nemmeno come ti chiami" mormorò facendo arrossire Matt fino
alla radice dei capelli. "Mark" mormorò correggendosi subito
dopo "cioè volevo dire Matt, Matthew Scott" lo sconosciuto moro
lo osservò sorpreso "Mark Matt Matthew Scott?" chiese
sollevando un sopracciglio divertito "Hai più nomi di me, è la
prima volta che mi capita" borbottò facendo corrugare la fronte a
Matt che non riusciva a comprendere il significato di quella frase.
"Ma è anche la prima volta che mi comporto così con qualcuno"
mormorò riprendendo a baciarlo facendo scivolare i fianchi su quelli del
ragazzo castano sotto di lui. "Sembra che tu abbia la capacità di
farmi impazzire" mormorò chiudendogli la bocca con la propria in un
bacio profondo. Gli fece scivolare una mano lungo la schiena fino ai
glutei spingendogli il ventre contro il proprio mentre Matt allargava le
gambe spontaneamente per permettergli di sistemarsi meglio su di lui. Il
ragazzo moro gli infilò un dito tra le natiche stimolando la piccola
apertura nascosta tra esse provocando un mugolio di piacere da parte del
suo prigioniero. Tuttavia quando le dita divennero due lo sentì
irrigidirsi sotto di lui e trattenere il respiro. Si staccò dalla sua
bocca per osservarlo negli occhi "Vuoi che smetta?" gli chiese
in un sussurro ma Matt scosse il capo cercando di rilassarsi contro di
lui. Voleva farlo. Voleva fare l'amore con quella creatura meravigliosa,
conosciuta per caso, di cui non sapeva nemmeno il nome. Voleva concludere
quella notte irreale tra le sue braccia. Chissà quando avrebbe incontrato
di nuovo una persona come lui. Lunedì sarebbe tornato ad essere
semplicemente Matt, la sua vita si sarebbe nuovamente divisa tra la
scuola, il pc e i suoi manga preferiti e avrebbe dimenticato
quell'affascinante sconosciuto dagli occhi verdi in cui si era trasformato
per una notte. Il ragazzo moro riprese ad accarezzarlo con dolcezza
trovando il giusto ritmo. Matt cominciò a gemere di piacere mentre
l'altra mano libera del ragazzo moro cominciava a stimolare il suo sesso.
Gli fece divaricare un po' di più le gambe prima di liberarlo delle dita
per penetrarlo. Matt lanciò un grido inarcandosi sotto di lui per il
dolore mentre lacrime ribelli gli bagnavano il volto. Avvertì le labbra
delicate dello sconosciuto asciugargliele con teneri baci. "Sei così
stretto..." gli sussurrò con voce roca accarezzandogli il volto con
gentilezza "...è la prima volta?" gli chiese con dolcezza.
Matta annuì incapace di proferire parola o di aprire gli occhi. Il moro
lo bacio sulle labbra lentamente costringendolo piano a socchiuderle per
lui mentre la mano riprendeva a muoversi sul suo sesso. "Avresti
dovuto dirmelo" lo rimproverò dolcemente.
Matt s'inarcò di nuovo sotto di lui questa volta per il piacere che
quelle dita gli stavano regalando e lo sconosciuto cominciò a muoversi
piano dentro di lui strappandogli gemiti di dolore che divennero man mano
sospiri e poi ansiti finche non si liberarono entrambi con un grido di
piacere.
Matt emerse lentamente dal sonno esausto in cui era caduto lanciando un'
occhiata al suo amante che lo teneva ancora abbracciato. Era veramente
splendido anche ora che era addormentato. Scivolò fuori dal suo abbraccio
delicatamente senza far rumore per non rischiare di svegliarlo e lanciò
un'occhiata all'orologio appeso alla parete erano quasi le cinque. E lui
doveva assolutamente rientrare per le sei. Raccolse i vestiti in fretta
rivestendosi senza far rumore. Lanciò un'ultima occhiata all'uomo
addormentato sul divano "Addio" mormorò dolcemente prima di
chiudersi la porta silenziosamente alle spalle e sgattaiolare fuori dalla
discoteca silenziosa.
Giunto a casa si coricò troppo stanco per fare qualsiasi altra cosa. Fu
svegliato dalla voce allegra della sorella.
"Sveglia fratellone mi devi raccontare tutto!!!" gli disse
aprendo il balcone per far entrare la luce solare. "Lasciami
dormire" borbottò Matt con voce cupa da sotto le coperte. "Matthew
Scott sono le quattro del pomeriggio quanto ancora vuoi farmi aspettare
per raccontarmi qualcosa!!!" Mattew sospirò emergendo dalle coperte
e controllando l'orologio. Aveva ragione lei naturalmente. "Dammi due
minuti" borbottò e la sorella uscì dalla sua stanza per dargli modo
di farsi una doccia e vestirsi. Prese dei pantaloni e una maglia
dall'armadio indossandoli prima di lanciare un'occhiata agli occhiali
posati sulla scrivania ma decise di lasciarli lì. La reazione dei suoi
genitori era stata fin troppo eloquente la sera prima. Da quel momento in
poi avrebbe curato un po' di più la sua immagine chissà che questo non
lo spingesse ad incontrare qualcuno di speciale almeno la metà del suo
amante senza nome. Ormai vestito e pettinato si preparò ad affrontare la
curiosità della sorella. "Allora l'hai visto?" gli chiese
subito lei non appena lui la raggiunse in salotto "Ti dirò mi
aspettavo qualcosa di meglio" disse con un sorriso. Matt la fissò
sorpreso e lei gli porse il giornale. Sulla copertina un'immagine a tutta
pagina ritraeva un uomo sulla trentina seduto ad un tavolinetto della
discoteca. Il titolo a lettere cubitali diceva << IL principe
ereditario di **** visto in discoteca >> Niente di speciale. Un uomo
dalla faccia comune. Non come... no,no,no! Non doveva assolutamente
pensare a lui. Matt scosse la testa "Non l'ho visto c'era troppa
gente davanti a me" sì davanti a me c'era un dio moro dagli occhi
blu che mi impediva di vedere la sala e di pensare in modo razionale...
ancora? Doveva smettere di pensare a lui probabilmente non l'avrebbe più
rivisto. Inventò un paio di scuse da raccontare alla sorella che sembrava
felice di non essersi persa molto e passò il resto del pomeriggio a
sonnecchiare e a finire i compiti che aveva lasciato in sospeso sabato.
Stavano bevendo il caffè dopo cena quando il telegiornale cominciò. Di
solito Matt se la svignava prima di farsi intristire dalle brutte notizie
ma una voce profonda e conosciuta lo spinse a sollevare lo sguardo di
scatto. Sorridente in tutta la sua bellezza l'affascinante sconosciuto con
cui aveva fatto l'amore era lì davanti a lui sullo schermo. "Mi
dispiace" stava dicendo "di aver ingannato chi mi stava
aspettando ieri sera ma volevo passare una serata nell'anonimato così ho
chiesto ad una delle mie guardie del corpo di fingersi me approfittando
del fatto che qui nessuno conosce il mio volto"
"Incredibile" esplose Melany "Quel pezzo di figo imperiale
sarebbe il principe di ****!! Hai visto Matt?" chiese senza voltarsi
a fissare il fratello cinereo in volto troppo presa dallo sbavare sul
teleschermo. "E come ha passato la serata?" gli chiese la
giornalista curiosa
Oddio....oddio....oddio....
Ronan Alexiel Friederik terzo sorrise maliziosamente alle telecamere
"No comment" mormorò con la sua bella voce sensuale
improvvisamente bassa e roca. Melany e sua madre per poco non caddero
dalle seggiole sotto quello sguardo blu che sembrava trappassare le
telecamere per infilarsi nelle case degli spettatori. Il bel principe se
ne andò scortato dalle sue guardie del corpo mentre il giornalista in
studio tentava invano di richiamare la sua reporter che fissava la sagoma
regale allontanarsi con occhi sbarluccicanti.
"E pensare che era in mezzo alla folla della discoteca" mormorò
Melany con le lacrime agli occhi mentre il telegiornale passava a parlare
del piccolo regno di **** e della sua fiorente economia. "Tu l'hai
visto Matt?" chiese ma non ottenne risposta.
"Matt????"
Il ragazzo era una statua di sale.
Gli occhi incollati al video senza vederlo.
Si riscosse quando suo padre lo scosse delicatamente "Hey tutto
bene?" chiese preoccupato.
Matt scattò in piedi come una molla.
"Cos... ah sì, scusatemi... io... sì sono stanco vado a letto"
mormorò scomparendo a velocità della luce dalla cucina.
"Spero che tu non gli abbia attaccato il raffreddore Melany"
borbottò sua madre perplessa.
"Matt?" il ragazzo si voltò verso l'amico che lo stava
guardando sorpreso.
Aveva indossato un paio di jeans semplici e un maglioncino dolce vita,
anche se non era un abbigliamento per nulla speciale senza occhiali e con
i capelli tirati indietro Matt sembrava un'altra persona tanto che il suo
migliore amico l'aveva chiamato per nome quasi ad assicurarsi che fosse
lui.
Il diretto interessato gli sorrise voltandosi. "Che cosa c'è Tomas
sembra che tu abbia visto un ufo" lo canzonò senza cattiveria. Il
ragazzo sorrise "E infatti tu devi essere un alieno perchè il
Matthew che conosco io non attira in questa maniera gli sguardi della
nostre compagne di classe" gli disse facendogli notare solo in quel
momento che le ragazze della sua classe lo stavano fissando piacevolmente
sorprese dal cambiamento. Non se n'era accorto. In effetti era dalla sera
precedente che era insensibile a tutto.
Dopo quello che aveva scoperto!! Le ore di lezione passarono monotone
mentre Matt tentava invano di seguire le parole dei professori emerse dai
propri pensieri soltanto quando la campanella suonò annunciando che
potevano tornarsene a casa. Si diresse insieme a Tomas verso il cancello
scolastico quando una serie di esclamazioni di meraviglia li bloccarono.
"Ma che succede?" chiese Tomas guardandosi attorno confuso. Gli
studenti in prossimità del cancello si scostarono lasciando passare una
berlina scura seguita da una lunga elegante limosine nera. Dalla berlina
scesero un paio di guardie del corpo che si guardarono attorno in mezzo
agli studenti sconvolti e meravigliati. Uno dei due si avvicinò alla
limosine e aprì lo sportello del passeggero con un inchino. Matt avrebbe
riconosciuto tra mille le lunghe gambe avvolte dai pantaloni eleganti che
ne emersero. "Ma quello non è.....?" domando Tomas impallidendo
violentemente quando si ritrovò a fissare due occhi blu che avevano
trapassato la folla fino a fermarsi su di lui. No, non su di lui sulla
persona accanto a lui. Si girò notando Matt retrocedere lentamente come
se fosse pronto a voltarsi e a scappare. Ma che diavolo stava succedendo?
La sua sorpresa e quella di tutti i presenti non potè che aumentare
quando il principe attraversò a larghe falcate il cortile raggiungendo i
due ragazzi immobili con sguardo fiammeggiante. "Andiamo!" disse
soltanto prima di afferrare Matt per un polso trascinarlo verso la
limosine. Matt congelato dalla sorpresa non era riuscito a muovere un
muscolo. Si lasciò spingere nella lussuosa vettura sotto lo sguardo
sconvolto di mezza scuola. Si riscosse soltanto quando l'auto partì.
Sollevò lo sguardo sul ragazzo dagli occhi blu confuso. "Tu
sei...?" Ronan sospirò. "Sì io sono Ronan Alexiel Friederik
terzo" gli disse con un sorriso di scusa. "Mi hai
ingannato..." mormorò chinando il capo sulle mani strette in grembo.
"Lo so mi dispiace" mormorò dolcemente il principe allungando
una mano per fargli sollevare il capo. Impallidì quando vide gli occhi
verdi bagnati di lacrime. "Matt..." mormorò passando il palmo
della mano sul suo volto per asciugargliene una sfuggita al suo controllo.
"Ricordi quello che ti ho detto in discoteca?" Matt arrossì
violentemente di cose gliene aveva dette parecchie soprattutto mentre....
Ronan gli sorrise malizioso
"Prima..." specificò facendolo arrossire ancora di più.
"Che ti dispiaceva per il principe sempre inseguito dalle macchine
fotografiche" mormorò Matt e Ronan gli sorrise dolcemente. "Sì,
volevo solo qualche ora di normalità non volevo ferirti" gli spiegò
dolcemente. Matt annuì sospirando "E l'hai avuta?" gli
chiese guardando fuori dal finestrino. Era così che aveva considerato
quello che erano stati insieme, qualche ora di normalità? "No"
mormorò Ronan allungando le braccia e attirandolo a se. "Ho
conosciuto un ragazzo bellissimo che mi ha fatto perdere completamente la
testa per lui"
Matt arrossì facendogli scivolare le braccia intorno al collo "La
cosa è stata reciproca signor principe" gli disse riacquistando il
sorriso. Il ragazzo moro si chinò a baciarlo sulle labbra e ben presto la
cosa degenerò con mani che s'intrufolavano ovunque. "Ro...Ronan"
protestò Matt finito sotto di lui per metà sdraiato sul sedile di pelle
della limosine. "Hmmm?" borbottò il principe troppo impegnato
nello sbottonare la camicia del ragazzo per rispondergli. "Il....
ah.... sta fermo con quelle mani!" protestò afferrandogliele
entrambe e ricevendo uno sguardo fintamente contrariato. "Il tuo
autista ci sentirà" protestò il ragazzo scarlatto in volto. Il
principe lanciò un'occhiata al separè che li divideva dall'uomo al
volante e scosse le spalle "E' un uomo fidato non andrà a
spettegolare" gli disse con un sorriso sornione mentre riprendeva la
sua opera di svestizione.
"Ma io mi vergogno!!!" protestò Matt, tutto inutile, Ronan
risalì fino al suo volto baciandogli le labbra e soffocando le sue
ulteriori proteste. Com'era accaduto due giorni prima ben presto Matt
perse cognizione di se stesso lasciandosi andare alla dolce tortura a cui
l'altro lo stava sottoponendo.
"Matt....?" il ragazzo tra le sue braccia si mosse sbadigliando
e Ronan gli rimboccò le coperte con dolcezza. Lo aveva portato nella sui
suite all'ultimo piano del plaza dove avevano ripreso quanto avevano
interrotto in auto. L'interpellato lanciò un'occhiata alla sveglia sul
comodino sussultando. "E' tardissimo devo avvisare i miei
genitori" disse scattando a sedere ma Ronan allungò le braccia
riattirandolo a se "L'ho fatto io" disse scoccandogli un bacio
sulla fronte "Hai fatto coooosa???" chiese Matt impallidendo.
"Li ho chiamati mentre dormivi mi ha risposto tua sorella credo"
Matt lo fissava allibito "E cosa... cosa le hai detto?" Ronan si
alzò su un gomito fissandolo con attenzione "Che volevo
sposarti"
Matt aprì e richiuse la bocca un paio di volte in cerca d'aria.
"Che... che.." balbettò incredulo. Ronan gli sorrise dolcemente
"Nel mio paese è legale il matrimonio tra due persone dello stesso
sesso, la sorella di mia nonna era sposata con una contessa francese"
Matt lo fissò allibito
"Tu vorresti davvero.....?" per un momento la reazione di sua
sorella ad un'affermazione come quella o quello che potevano aver pensato
i suoi genitori passò brutalmente in secondo piano. "Ci conosciamo
da tre giorni. Non sai niente di me come fai a dire che vuoi
sposarmi" mormorò incredulo. Ronan gli sorrise "So che ti
chiami Matthew Scott, che hai diciotto anni degli ottimi voti a scuola che
ti piace giocare con il computer e leggere manga giapponesi. So che ami
passeggiare che tra mare e montagna preferisci la montagna, che non ami
prendere il sole anche se ti piace stare all'aria aperta che ti piacciono
gli animali e vorresti avere un cane anche se a casa non avete spazio. So
che hai una sorella più piccola di un anno di nome Melany che frequenta
la tua stessa scuola ma che ora è a casa con l'influenza, che tuo padre
lavora per una ditta metalmeccanica e adora la formula uno e che tua madre
fa la casalinga e ama il giardinaggio." Matt lo fissò incredulo e
Ronan rise dolcemente sfiorandogli le labbra con le sue.
"Mai sottovalutare le fonti di informazione di un principe" gli
disse passandogli una mano tra i capelli castani. "Io... io non so
nulla su di te" balbettò spaesato. "Domandamelo tesoro e io ti
dirò tutto quello che vuoi sapere" "Perchè?" mormorò
Matt confuso "Perchè ti amo" "Ma..." Ronan sospirò
stringendolo a se "Conosci la favola di Cenerentola Matt" il
ragazzo arrossì tra le sue braccia annuendo. "Ebbene il principe
quando vide Cenerentola rimase come folgorato ignorando tutte le altre.
Tanto da inseguirla quando lei lasciò la festa, tanto da cercarla con la
scarpina di cristallo pur di ritrovarla" gli sorrise "a me è
successa la stessa cosa. Sono rimasto folgorato da te Matthew Scott.
Quando mi sono svegliato e non ti ho trovato accanto a me mi sono sentito
perso. Ti ho cercato in discoteca e quando ho capito che te ne sei andato
ho messo all'opera i servizi segreti del mio paese perchè ti scovassero e
non appena ti hanno trovato sono venuto a prenderti." Ronan gli
accarezzò il volto con riverenza. "Mancano sei mesi al termine dei
tuoi studi Matt e il mio regno dista solo due ore di volo da qui. Useremo
questi sei mesi per conoscerci meglio, per stare insieme quando potremo,
ti mostrerò il mio paese e tu il tuo. Ti farò una corte spietata e alla
fine di questi sei mesi deciderai se vuoi sposarmi o meno ok?" Matt
osservò quel volto amato incredulo. Sembrava davvero la favola di
Cenerentola. "Allora Matt che mi dici accetti?" il ragazoz lo
fissò con uno sguardo malizioso negli occhi verdi "Perchè se ti
dico di no che fai?" Ronan ghignò "Straccio gli accordi
economici con il tuo paese finche non ti mi consegnano con tanto di fiocco
rosso" disse con uno scintillio di sfida negli occhi blu. Matt rise
"Allora devo accettare per forza ti pare" sussurrò sfiorandogli
le labbra con le proprie. Ronan non si fece sfuggire l'occasione di
approfondire il bacio e ben presto si ritrovarono sdraiati uno sull'altro.
"Ronan?" lo chiamò piano Matt mentre questi era intento a
ricoprirgli il petto di baci. "Hn?" "Che reazione ha avuto
mia sorella?" gli chiese curioso. "Credo sia svenuta"
mormorò Ronan tornando a baciarlo con passione.
E vissero tutti felici e contenti ^___^
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