BUON NATALEEEEEEEEEEE!!!

Tanti auguri a tutti!!!

E così c’è l’ho fatta, ho aggiornato prima del 25, anzi, per esattezza il 24 sera…

Mettiamola così, per chiunque legga il nuovo capitolo, questo è il mio regalo per voi.

E nell’ultimo pezzo, è stata davvero l’atmosfera natalizia a rendermi così smielosa!!! ^_^

 

1 bacione a tutte, buona lettura

Row

 



Choice precious

parte III - Nuovo Shinigami: Hisoka Kurosaki

di RowanMayFair

 

“non muoverti”

 

Una voce fredda e determinata impartì l’ordine, direttamente dietro le spalle dello shinigami.

“ma che diamine…” fu il primo pensiero di Tsuzuki, che venne bruscamente interrotto da un altro secco ordine: “girati lentamente”.

Sospirando, non senza provare uno strano timore, il giovane si girò lentamente, trovandosi faccia a faccia con il suo assalitore, o almeno quelle che credeva essere il suo assalitore.

Rimase sinceramente stupito.

 

Di fronte a lui c’era un ragazzino, di massimo diciassette anni.

Aveva fini capelli castano chiaro, tendenti al biondo, che portava a caschetto con una corta frangia che gli ricadeva sulla fronte, non nascondendo per nulla gli intensi occhi color smeraldo, in quel momento decisamente gelidi.

L’intera struttura fisica pareva fragile, più adatta ad una ragazzina che ad un ragazzo, come anche i lineamenti del viso, molto dolci anche se tesi in quella fredda espressione.

E, particolare non indifferente, le piccole mani reggevano una pistola puntata direttamente sul suo petto…

 

Tsuzuki spalancò gli occhi, e fece per dire qualcosa, ma il suo unico pensiero fu quello di trovarsi davanti ad un ragazzino.

“un ragazzino che ti ha fregato” rispose secco l’adolescente, sorridendo leggermente, senza esprimere tuttavia alcuna gioia, solo una malcelata soddisfazione.

Tsuzuki lo fissò un istante, non sapendo dove stesse andando a parare l’altro, indi provò a dire “mi sa che stai sbagliando persona…”

“oh no. Ti ho osservato. È troppo tempo che corri avanti e indietro, Vampiro!” disse questo, il tono così gelido da far rabbrividire lo shinigami.

“he? Cosa? No guarda, ti stai sbagliando.. non sono io…” intervenne, sinceramente sorpreso che anche il ragazzino sapesse della presenza di un vampiro.

“non ho alcuna voglia di giocare con te. Ti sparerò dritto al cuore con una pallottola d’oro. Sparirai in fretta…” lo secco l’adolescente, spingendogli la pistola direttamente sul petto, e fissando il verde sguardo in quello del presunto vampiro.

Restò un istante in silenzio. Quel vampiro… aveva davvero dei begli occhi…

Il medio sfiorò deciso il grilletto…

 

“TSUZUKIIIIIIIII” lo stesso urlo provenne da due differenti parti della piazza, ma quello che accadde subito dopo fu difficile registrarlo.

Da una parte, di corsa e decisamente affannato, Tatsumi era giunto nella piazza giusto in tempo per vedere quel misterioso ragazzino puntare l’arma da fuoco contro Tsuzuki.

Dall’altra, sbucando direttamente da dietro la chiesa, Watari e Gushoshin  avevano visto la medesima scena di Tatsumi, solo che avevano riconosciuto il ragazzino, da una precedente foto mostratagli da Konoe: il nuovo partner di Watari!

Ma non fecero in tempo a gridarlo a Tatsumi e cercare di capire cosa stava succedendo, che questo invocò il proprio potere, scagliandolo direttamente contro la nuova figura.

 

Proprio sul premere del grilletto, il ragazzo sentì improvvisamente scivolargli l’arma di mano, ed un improvviso freddo trafiggerlo. Perché tutto era diventato improvvisamente più scuro? Perché il vampiro si stava sporgendo verso di lui, come a volerlo afferrare? Perché sentiva le forze mancargli? E, soprattutto, perché l’abbraccio di quel gelido essere era così caldo?

Ma non fece in tempo a trovare nessuna risposta alle numerose domande che gli vorticarono nella testa, prima di cadere privo di sensi fra le braccia dello shinigami.

 

*°*°*°*°*°*°*

 

Rumore. Un leggero rumore, come di bicchieri spostati e di acqua che gocciola entrò nel subconscio del ragazzino, che ancora nel mondo di Morfeo, si agitò lentamente, girandosi dall’altra parte nel letto. Letto?

Nel dormiveglia, tese le orecchie, cercando di svegliarsi e al contempo di capire che cosa stava succedendo. Aveva fatto uno strano sogno, non ricordava cosa, ma non gli pareva di esser andato a letto. Schiuse piano gli occhi, lasciando intravedere i due smeraldi nascosti dalle palpebre.

Azzurro. Le lenzuola su cui era adagiato erano azzurre. Decisamente, non era nel suo di letto.

Provò a tirarsi su, ma un dolore lancinante gli trafisse le membra, come se del ghiaccio lo stesse scottando. Un leggero gemito gli sfuggì dalle labbra.

Immediatamente, sentì il rumore dei bicchieri fermarsi, mentre dei passi si avvicinavano al letto.

Che stupido… Come catapultato in un flusso di ricordi non suoi, rivide due intense ametiste fissarlo, e si ricordò tutt’a un tratto del vampiro. Era forse in casa sua?

Non era da escludere. Forse l’aveva morso, e, una volta capito di non aver di fronte un banale essere umano, l’aveva tenuto lì per chissà quale motivo, immobilizzandolo.

Un inspiegabile brivido lo percorse. Paura?

Mentalmente, il ragazzino si convinse che fosse così, anche se si sentiva strano… l’idea di essere in balia di un vampiro era orribile… ma di quel vampiro…

 

“Stai meglio?”

Il giovane trasalì, ridestandosi di scatto dalle proprie riflessioni e sollevando lo sguardo.

Un vago senso di delusione lo attraversò.

Non aveva di fronte il moro vampiro, bensì un uomo con dei lunghi capelli biondi e due occhi castani.

“stai meglio?” ripetè Watari, maledicendo mentalmente il collega per la sua avventatezza.

“mmm…” gemette il ragazzino, girandosi dall’altra parte. E chi era questo? Forse un vampirizzato?

“Hisoka… stai tranquillo. Non voglio farti nulla” cercò di tranquillizzarlo Watari.

Ormai da anni frequentava le stesse identiche persone ed era abituato a conoscere ogni minima reazione dei propri interlocutori, questa nuova situazione lo spiazzava leggermente, in più quel ragazzino non sembrava una persona molto socievole …

Il loro prossimo rapporto non prometteva essere facile.

“Come sai il mio nome” si rigirò il suddetto ragazzo, fissandolo.

Il biondo sorrise “Piacere. Sono Watari Yutaka, Shinigami della sezione Evocazioni e tuo nuovo partner, lieto di fare la tua conoscenza”

“ha” gemette Hisoka, riprovando ad alzarsi per poter meglio osservare il nuovo partner, anche se non provava un particolare interesse. Qualcos’altro aveva la sua completa attenzione.

“il vampiro? Dov’è il vampiro? È riuscito a scappare?”

Watari sospirò, poi continuò con il solito tono allegro che lo caratterizzava “ecco, un argomento scottante. Il ragazzo che hai preso per un vampiro, non lo è affatto!”

Hisoka cercò di parlare, ma Watari non glie lo permise, continuando divertito a parlare. Non sapeva perché, ma l’idea di quel bonaccione di Tsuzuki vampiro lo faceva scompisciare “è anche lui uno shinigami come noi, e lavorerà con  me,  te e il suo partner al caso. Anzi, per l’esattezza saremo noi a lavorare con loro, visto che quest’area è di loro competenza.  In ogni modo, si chiama Asato Tsuzuki, e credimi, ha ben poco del vampiro” concluse fissando il nuovo partner.

Hisoka assimilò le notizie in silenzio, senza dare a vedere quanto queste lo stavano sorprendendo.

Avrebbe lavorato con quell’uomo? Non sapeva spiegarsi il motivo, ma una strana aspettativa lo attraversò da capo a piedi.

“ma… ha gli occhi viola…” ribattè poco dopo, ricordandosi cosa lo aveva colpito.

Il biondo annuì “sì, non so bene il motivo. So che è strano, ma in poco tempo ti ci abituerai” affermò sicuro.

“ma… allora cosa mi è successo? Perché sono svenuto?” chiese sospettoso, osservando gelidamente l’altro.

“ecco, qui arriva la presentazione dell’ultimo shinigami. Seiichiro Tatsumi, il partner di Ttsuzuki.

Quando ti ha visto attaccarlo, si è preoccupato e ha utilizzato il proprio potere contro di te. Lui governa le ombre, può muoverle a suo piacimento e ti assicuro che non è affatto piacevole il loro tocco. Mi sorprendo che ti sia svegliato così presto infatti… neanche un paio d’ore…

Comunque, incontrerai questi due stasera a cena, avevamo in programma una cena per conoscerci meglio…”

Hisoka raggelò ancora di più lo sguardo. Non aveva nessuna voglia di conoscere qualcuno, ma certo voleva vedere in faccia il proprietario di un potere così distruttivo come quello che gli era stato scagliato contro.

 

 

In contemporanea a questi discorsi, in un piccolo parco anche gli altri due shinigami stavano avendo un colloquio. Il verde dell’erba era rigoglioso e la temperatura, sempre afosa, stava diminuendo sul tramonto, donando una romantica sfumatura rosa alle poche nubi in cielo e dipingendo d’arancione l’orizzonte, mentre le poche persone rimaste nel parco, dopo aver dato una sfuggevole occhiata al paesaggio, pigramente si avviavano verso casa.

Ma, quasi a ripicca di tutta questa tranquillità, tra i due shinigami l’aria era gelida.

Una leggera tensione, quasi palpabile, sostava nell’aria e nello sguardo azzurro del segretario del Meifu, mentre osservava senza parlare il proprio partner.

Tsuzuki sedeva su un’altalena, ondeggiando lentamente, con lo sguardo ostinatamente rivolto al terreno, e i capelli sciolti a coprirgli il viso.

Non pensava di aver fatto una cretinata così grande. Come suo solito si era comportato da stupido, aveva messo in pericolo il nuovo shinigami e aveva fatto preoccupare inutilmente l’unica persona che riuscisse a sopportarlo. Sentì i proprio occhi inumidirsi, e scosse il capo, vincendo la propria voglia di piangere.

Dopo quel giorno, molti anni prima, in cui aveva promesso a Tatsumi che non avrebbe più pianto, si era impegnato al massimo. Aveva ridotto notevolmente le lacrime e, le poche volte che se le era concesse, non si era mai fatto vedere dal partner, per non deluderlo ancora.

E ora, ancora una volta, aveva disilluso le aspettative di Tatsumi verso di lui. Come sempre, riusciva a farlo soffrire inutilmente…

 

Tatsumi, severo, fissava il partner dondolarsi, frustrato come non mai.

Aveva attaccato il nuovo shinigami, ma il sangue gli era andato alla testa appena si era reso conto che avrebbe potuto fare del male a Tsuzuki. Il SUO Tsuzuki.

Sospirando, si avvicinò all’altalena di un passo, cercando in intercettare lo sguardo schivo dell’altro.

“Tsuzuki…” lo chiamò dolcemente, ma Tsuzuki non si girò affatto. Non era certo che i suoi occhi non fossero ancora lucidi.

“Tsuzuki…?” lo richiamò incerto Tatsumi, poi, come intuendo qualcosa, si avvicinò di scatto all’altalena afferrando il mento di Tsuzuki e voltandolo verso di se.

Un vago panico riprese possesso, per l’ennesima volta nella giornata, di lui.

I bellissimi occhi viola lo stavano fissando, mentre delle minuscole gocce salate si stavano radunando ai lati di essi, rendendoli lucidi. Pareva un cagnolino abbandonato.

Velocemente, quasi senza rendersene conto, stremato dalla giornata stressante, abbracciò Tsuzuki, stringendolo forte a se.

 

Tsuzuki spalancò gli occhi, sorpreso e turbato assieme.

Era stretto nel caldo abbraccio di Tatsumi,  ne sentiva il leggero profumo e il respiro accelerato contro l’orecchio. Il corpo tremò leggermente, prima di crollare in lacrime, aggrappandosi disperatamente all’amico, chiedendogli scusa tra i singhiozzi e continuando a ripetere il nome del partner come una nenia.

 

“shhhhhhh” Sussurrò Tatsumi, celando abilmente il proprio stato d’animo “non piangere… non c’è né motivo… “ lo rassicurò, stringendolo ancor più forte.

Tsuzuki annuì e si staccò leggermente, tenendosi comunque alla camicia dell’uomo.

“mi spiace Tatsumi…” si asciugò le lacrime con una manica del nero impermeabile, che era diventato ormai insopportabile per colpa dell’afa.

“shhhhhhhhh” lo zittì nuovamente Tatsumi “perché piangi ora? Va tutto bene”

“perché ti ho fatto preoccupare…” rispose sincero Tsuzuki, fissandolo con le ametiste ancora lucide

“ti rendo sempre triste… quando ti vorrei felice… più di chiunque altro”

 

Tatsumi boccheggiò mentalmente un attimo, sentendo le viscere dello stomaco quasi contrarsi e un lieve rossore iniziare a farsi strada nel viso.

Strinse più forte il partner a se, come quel giorno di tanti anni prima, e gli sussurrò, in un tono dolce a lui non consono “va tutto bene. Ora sei qui, tra le mie braccia. E questa, è la cosa che più di tutte mi rende felice…”

In risposta, Tsuzuki si strinse ancora di più a Tatsumi, chiudendo gli occhi e strofinando il viso sulla sua spalla.

Stava incredibilmente bene, si sentiva al sicuro.

 

Pochi istanti dopo riaprì gli occhi, rimanendo silente.

Tatsumi lo stava fissando, come perso in propri pensieri, l’azzurro immerso nel viola, uno scuro abisso in cui ormai, ne era certo, si stava perdendo.

Tsuzuki arrossì leggermente, non movendosi e quasi smise di respirare, nulla doveva turbare quel momento…

 

AHHHHHHHHH” un urlo svegliò entrambi dalla quasi trance, facendoli girare di scatto verso gli alberi del parco…

 

 

 

 

 

 

 

Dimenticavo, un ultimo avviso, dal prossimo la storia inizierà a staccarsi dall’anime, perché ovviamente ci sono molte differenze.

Preparatevi alla cena serale e… MURAKI! ^_^