Disclaimers: ribadisco,  Inoue è mio padre quindi posso usare i suoi personaggi sempre e comunque, ma senza scopo di lucro, altrimenti otosan mi castiga!! [oh si babbo… puniscimi come solo tu sai fare *_______*]

Note: nn mi viene in mente nulla… leggete e meditate!!!!

PS: ma come fa Sanzo ad essere così cool??? Scusate, sclero del momento… mi sono appena fatta una full immersion di Saiyuki seconda serie con le mie friends del mitico threesome e sono ancora galvanizzata *________* Goku you're my pedomon-icon *_*

 


Chocolate 

second time

di Alexiel


Sendoh si stava infilando nervosamente i calzini… era stata una disfatta su tutta la linea. Dopo allenamento Hiroaki non si era nemmeno fermato per la doccia, bofonchiando qualcosa su degli esercizi di giapponese che doveva finire… dio che scusa patetica!!! Ad Akira veniva da piangere per la frustrazione e la rabbia… appoggiò i gomiti alle ginocchia e si prese il viso tra le mani, cercando disperatamente di trattenere le lacrime, finchè un palmo grande e caldo si appoggiò alla sua spalla facendolo sussultare.

-Fuku-chan…-

Il sorriso comprensivo del compagno lo investì di un gradevole calore, Akira appoggiò la propria mano su quella dell'amico e sospirò.

-Sono ridotto tanto male, vero Fuku-chan?-

Kitcho appoggiò anche l'altra mano sulla schiena di Sendoh e cominciò a smuovere delicatamente i muscoli contratti sotto la pelle chiara.

-Beh, amico… di certo non sei in forma smagliante… Senti… ti va di venire a cena da me, così magari chiacchieriamo un po'?-

Akira annuì e finì di vestirsi, buttando nel borsone i vestiti sudati dell'allenamento dopo averli appallottolati in un unico groviglio.

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Kitcho abitava in un appartamento nel quartiere popolare insieme ai genitori e al fratellino di otto anni, che non appena sentì il rumore delle chiavi nella toppa si scagliò verso la porta gridando felice 'onichaaaaaaaannn!!!'

Kitcho lo accolse abbracciandolo e sollevandolo tra le braccia forti:

-Ciao piccola peste!! Hai fatto il bravo oggi?-

Il bambino sorridente circondò il collo del fratello stampandogli un grosso bacio sulla guancia.

-Sono stato bravissimo, chiedi a 'kasan!! Ho anche finito i compiti senza fare capricci!-

Fukuda lo riappoggiò a terra e gli diede una leggera spinta in direzione della cucina.

-Hideki, per favore, vai ad avvertire okasan che abbiamo ospite un mio compagno di squadra per cena, intanto che lo faccio accomodare.-

Il bimbo sorrise ed annuì.

-D'accordo niichan!! Ma chi è? Chi è?-

Nascosto dietro la possente figura di Fukuda fece capolino Sendoh, divertito per la simpatica scenetta familiare alla quale aveva appena assistito.

-Buonasera Hide-chan!-

Il bambino sgranò gli occhi e diventò improvvisamente rosso fino alle orecchie:

-Sendoh-san!! Non ti avevo visto… Buonasera!-

Il bimbo si inchinò imbarazzato di fronte all'ospite, che a malapena riusciva a trattenere le risate. Akira sapeva benissimo che Hideki lo vedeva come un idolo e il suo imbarazzo gli faceva una grande tenerezza. Gli scompigliò i capelli con un gesto affettuoso e gli sorrise.

-Ah ah non preoccuparti Hide-chan… è sempre bello vedere te e tuo fratello insieme!!-

Il bimbo si inchinò un'ultima volta prima di correre in cucina ad avvertire la madre.

Sendoh adorava andare da Kitcho, in quell'appartamento si respirava profumo di familiarità, di casa, di affetto e in quel periodo schifoso passare un po' di tempo in quel posto accogliente era un toccasana per Akira, che seguì Kitcho in salotto e si rilassò accanto a lui sul divano.

La signora Fukuda, una bella signora piccola e magra dai lineamenti delicati come quelli di una bambolina si affacciò alla porta della sala per salutare il suo ospite, che si alzò dal divano e si inchinò educatamente.

-Buonasera zia, grazie dell'invito e scusa se non abbiamo avvertito prima!-

La signora agitò la mano come per scacciare le parole di Sendoh:

-Ma figurati Sen-kun, è sempre un piacere averti qui, soprattutto perchè almeno Hideki se ne starà un po' zitto, eh eh eh!!-

Sendoh si schermì, nascondendo il piacere che gli facevano le parole della signora Fukuda dietro un sorriso genuino che gli illuminò il viso.

Come immaginato la cena fu un momento molto piacevole, passato tra le chiacchiere amabili della signora Fukuda e i rossori di Hideki, al settimo cielo per la presenza del suo campione preferito in casa.

Dopo cena i due ragazzi si chiusero nella stanzetta di Kitcho con la ferma intenzione di rilassarsi.

Akira si lanciò sul letto di Fukuda a pancia in giù, esalando un lunghissimo sospiro di benessere, mentre Kitcho, scuotendo la testa, si sedette sul pavimento, appoggiò la testa sul materasso e non perse tempo in preamboli.

-Senti Akira... cosa diavolo hai fatto a Koshino per farlo incazzare così tanto?-

Sendoh voltò la testa e fissò gli occhi sulla nuca rasata dell'amico.

-Diretto come un treno, eh?-

Kitcho non ribattè, stava aspettando una risposta da Akira. Il neo-capitano sospirò e si sedette sul letto, appoggiando l'ampia schiena alla parete tappezzata di poster ritraenti capioni NBA.

-Io.. ecco.. forse mi sono spinto un po' troppo in là..e ecco... sì... magari senza chiedere il suo consenso...-

Kitcho si schiarì la voce, rimanendo nella sua posizione.

-Beh, per certe cose non credevo si dovesse chiedere il consenso... si prova e poi sta all'altra persona starci o meno... se poi non ci sta ma tu insisti, allora hai torto... com'è andata esattamente con Kosh?-

Sendoh arrossì leggermente, ma tanto Kitcho gli dava le spalle, e non certo per maleducazione. Era un ragazzo molto sensibile, cresciuto in un quartiere popolare... aveva avuto a che fare con situazioni del genere già parecchie volte e ci sapeva davvero fare... parlare con lui veniva naturale, ci si fidava senza condizioni di Kitcho Fukuda.

-Beh ecco... da quando stiamo insieme, io e Kosh non abbiamo mai fatto niente, tranne scambiarci qualche bacio...-

-Beh, un bacio non è esattamente 'niente', Sendoh...-, ribattè sardonico Fukuda.

-Sì in effetti.. ma era per farti capire che noi, ecco...-

-OK, non siete andati fino 'in fondo'. E quindi?-

Sendoh giochicchiò con l'anello che aveva al dito medio, denotando profondo imbarazzo.

-L'altra sera, prima che lui facesse l'asino e cominciasse a comportarsi da orso polare, ecco, è successa una cosa negli spogliatoi. Perchè vedi... eravamo rimasti noi due soli e lui si stava vestendo... ed aveva tutti i capelli bagnati e il viso arrossato... e aveva su solo dei boxer attillati che... Kosh ha un culetto da favola, non puoi nemmeno immaginare, i pantaloncini larghi non gli rendono giustizia! Comunque... era lì chino sulla borsa che trafficava e io non so cosa mi è preso... anzi lo so.. è lui che mi fa questo effetto, mi piace troppo... sembrava che mi provocasse apposta, ma è questo il bello di Hiro, che lui non si accorge di che effetto mi fa! Quindi mi viene ancora più voglia...-

Akira stava parlando senza sosta, aprendo e chiudendo da solo delle parentesi, indizio che faceva chiaramente capire quanto bisogno avesse il ragazzo di confidarsi con qualcuno.

Continuò il suo racconto: si era avvicinato alle spalle di Koshino, appoggiandogli baci leggeri sulla schiena nuda... Hiroaki si era girato ridacchiando tra le sue braccia dicendogli di smetterla, ma Akira aveva approfittato della posizione per catturare la bocca del ragazzo con la sua, e aveva cominciato a stuzzicarlo leccandogli e mordicchiandogli il labbro inferiore. Koshino si era lasciato andare abbandonandosi contro il petto di Sendoh e aprendo leggermente la bocca per permettere che la punta della lingua di Akira giocasse con la sua, facendolo eccitare al leggero contatto. Koshino aveva emesso un gemito che aveva fatto andare a fuoco il sangue del capitano: il playmaker si era sentito sollevare da terra e trasportare altrove, mentre le labbra affamate di Akira continuavano a divorargli la bocca di baci.

Sendoh aveva aperto con un calcio la porta dell'infermeria e aveva appoggiato il suo ragazzo su uno dei lettini, distendendosi sopra di lui e facendo combaciare perfettamente il proprio bacino con quello di Koshino, che si era improvvisamente irrigidito.

-Che stai facendo Akira?-, aveva chiesto con voce tremante.

-Ti voglio Hiroaki... oggi sei irresistibile, mi hai mandato fuori di testa...-

Così dicendo aveva infilato una mano nei boxer scuri del playmaker, afferrando delicatamente il membro già teso e pulsante del ragazzo.

Ma le reazioni fisiche di Hiro, evidentemente, non combaciavano con la volontà del ragazzo, che aveva cominciato ad agitarsi sotto il peso di Akira, ottenendo come risultato una frizione che non aveva fatto altro che eccitare ulteriormente l'asso del Ryonan.

-Mhh.. Hiro... la tua pelle è così profumata... lasciati mangiare...-

Sendoh aveva cominciato a mappare lentamente il petto di Hiroaki, coprendo ogni millimetro quadrato di pelle con baci delicati e furtive leccate con la punta della lingua... ma dopo poco si era reso conto che qualcosa non andava. Hiroaki era stranamente silenzioso...

Akira si era sollevato per guardare in faccia il ragazzo e quello che aveva visto non gli era affatto piaciuto: Hiroaki aveva gli occhi chiusi, serrati e il labbro inferiore stretto tra gli incisivi. Il corpo immobile, teso... Sul suo volto non c'era un'espressione estatica o di godimento, ma di *dolore*, come se stesse *subendo*, invece che condividendo.

Akira si era fermato immediatamente e si era sollevato dal corpo minuto che aveva cominciato a tremare convulsamente sotto di lui.

-Cucciolo, ma cosa c'è?-

Hiroaki non aveva risposto, si era alzato dal letto, aveva fulminato Akira con uno sguardo carico di dolore e risentimento e se n'era andato dall'infermeria adiacente allo spogliatoio, infilandosi jeans e felpa alla bell'e meglio e scappando letteralmente dalla palestra.

-Il resto è storia nota, Fuku-chan... è da quel giorno che Hiroaki non mi si avvicina nemmeno per sbaglio e quando provo a parlargli diventa isterico... non so più cosa fare...-

Fukuda sospirò e si sollevò da terra, massaggiandosi le reni e risedendosi, stavolta sulla sedia girevole della scrivania e mettendosi di fronte a Sendoh.

-In effetti tu non hai fatto nulla di sbagliato Akira... non lo hai forzato a fare nulla che non volesse da quanto ho capito... quindi immagino che il problema, quello *vero*, sia nella testa di Koshino... chissà come mai si è comportato così...-

Sendoh era costernato. 

Stanco, amareggiato... 

Si sentiva con le mani legate quando l'unica cosa che voleva in quel momento era fare pace col suo ragazzo, ma non sapeva assolutamente come fare.

-Allora pensi che abbia qualche problema legato al sesso? O magari è solo spaventato perchè non l'ha mai fatto e io l'ho sbattuto su un letto senza preavviso, senza il minimo preliminare, infilandogli per prima cosa una mano nei boxer...?-

Kitcho si inumidì le labbra carnose con la punta della lingua, prima di parlare:

-Che sia spaventato è fuori discussione, Akira... quel ragazzo è un fascio di nervi e il problema non ha una faccia sola... io credo che ci siano molti elementi di disagio, fra i quali anche la tua rudezza... ma non è assolutamente solo quello.-

-Allora cosa devo fare Fuku-chan? Cercare di parlargli non serve assolutamente a niente!! Si chiude a riccio e si nasconde dietro a un muro insormontabile... mi sento così frustrato... incapace...-

Fukuda aggrottò le sopracciglia nel vedere il suo capitano solitamente solare con una faccia così scura.

-Se affrontarlo direttamente non serve, prendi la cosa alla lontana... magari cerca di fare finta di niente e comportati come al solito, come se avessi dimenticato l'episodio.. e poi, al momento giusto, introduci *delicatamente* l'argomento e cerca di farlo sfogare... forse Koshino ha solo bisogno di farsi un bel pianto e di aprire il suo cuore a qualcuno che lo capisca... mi sembra un ragazzo tanto solo..-

Sendoh spalancò gli occhi.

-Dici? Ti sembra così? A me ha sempre dato l'impressione che gli servisse darsi una mossa!-

Fukuda sospirò:

-Sì, Akira... ma non serve che gli prendi il coso in mano per dargli una mossa! Tu in effetti non sei un maestro di sensibilità e quando si tratta di ormoni davvero non ragioni più...-

Akira sporse il labbro inferiore in un broncio giocoso.

-Ma io non lo faccio con cattive intenzioni... è che Hiro-chan mi piace tantissimo e vorrei farci l'amore in ogni momento buono della giornata... se potessi gli starei sempre addosso, ma è perchè lo *amo*!!!!-

Fukuda sorrise in simpatia:

-Ma certo Akira, lo so benissimo... e forse lo sa anche Hiroaki... Cioè, lui sa benissimo che ne sei innamorato, ma, come ti dicevo prima, credo ci sia qualche problema *suo personale* che noi non conosciamo e che lui non ti vuole dire magari perchè se ne vergogna. E quindi, in *certi* momenti, si blocca.-

Akira sorrise stancamente. 

-OK... allora dici che devo solo avere tantissima pazienza... e farlo parlare usando un po' di tatto.-

-Esattamente! Adesso ti va un po' di the? Io ho la gola secchissima!!!-

Sendoh annuì, sembrava decisamente sollevato. 

Almeno al momento. 

 

Akira tornò a casa nel vento fresco di quella notte d'estate inoltrata, la mente un po' più tranquilla, ma il cuore sempre stretto in una morsa di insicurezza... c'era quel costante senso di malessere alla bocca dello stomaco che non lo lasciava mai in pace...

Sendoh rientrò in casa e come al solito era solo... si buttò sul divano, dopo aver scaraventato il borsone della palestra in lavanderia.

Optò per un dvd di anime, dato che mettersi a pensare *ancora* alla sua situazione lo avrebbe solamente fatto sprofondare in un circolo vizioso di pensieri tormentati.

 

00o.o00

Koshino si girava e rigirava nel futon senza riuscire a prendere sonno. Il pensiero dell'espressione tristissima sul viso di Sendoh lo perseguitava come una banshee non appena chiudeva gli occhi e di dormire non c'era verso. Sudato, agitato, si mise seduto con un gesto stizzoso e si prese la testa tra le mani.

-Basta, BASTA!! Non ce la faccio più.... ma perchè devo stare così male?-

Hiroaki si sentiva una vera *merda* a trattare Akira in quel modo orribile, ma al contempo sapeva di non farcela a dargli quello che il ragazzo, giustamente, desiderava... non riusciva, era più forte di lui... gli faceva... schifo.. senso.. ribrezzo...

I baci di Akira gli piacevano, e anche le sue coccole affettuose... gli piaceva quando lo accarezzava dolcemente, quando lo stringeva forte a sè, quando gli mordicchiava deliziosamente il collo e le spalle, quando lo massaggiava per farlo rilassare... ma quando si spingeva appena un po' *oltre* la soglia delle dolcezze, Hiroaki si bloccava letteralmente.

Inconsciamente.

Per quanto amasse Akira, e lo amava davvero, perchè era stato grazie a lui che aveva imparato ad aprirsi un po' di più con la gente, per quanto lo amasse non riusciva a farci l'amore.

E sapeva che questo avrebbe, alla lunga, portato Akira ad allontanarsi da lui... come biasimarlo? Probabilmente a causa del suo comportamento Akira non si sentiva desiderato, era frustrato e soprattutto non riusciva a darsi una spiegazione dei suoi rifiuti... ma come spiegarglielo? 

Era così imbarazzante... e doloroso...

Hiroaki si ridistese sul futon e cominciò a singhiozzare dolorosamente, lasciando che solo il silenzio della notte ascoltasse il suo pianto disperato...

>><>><><<><<

Il pomeriggio seguente prima di allenamento, Hiroaki decise che avrebbe parlato con Akira.

Voleva fare la pace con tutto se stesso e magari avrebbe trovato anche una scusa plausibile per  il suo problema con il sesso... qualcosa di molto classico tipo che non si sentiva pronto... banale, patetica... ma gli avrebbe permesso di prendere un po' di tempo.

Quindi mentre si stavano riscaldando correndo in cortile con gli altri ragazzi della squadra, Hiroaki si avvicinò ad Akira a testa bassa e glielo disse.

-Akira... dopo allenamento potresti fermarti per un po'? Avrei qualcosa da dirti.-

Sendoh lo guardò e in quel momento il piccolo playmaker alzò lo sguardo, incontrando gli occhi neri del suo ragazzo. Erano lucidi e arrossati, come se avesse pianto molto o come se non avesse dormito affatto... specchio probabilmente dei suoi.

-Sì va bene Hiro-kun... -

Nessun sorriso, nessuna luce in quel viso bellissimo. Ad Hiroaki si strinse lo stomaco... Akira stava davvero male.. ed era tutta colpa sua.

-Allora a dopo.-

Detto questo aumentò il ritmo della corsa per distaccarsi dalla flemma di Sendoh e per non dover più guardare in quegli occhi pieni di costernazione.

 

**TSUZUKU**

 


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