di Nuel

*Non ho l’età
Mio padre è un re
Vivo in un grande castello lassù
Ho un letto d’oro
due occhi blu
ma non so dirti che nome... ho*

Questo sono io. Un cumulo di quello che mio padre e mia madre hanno voluto, senza chiedersi mai cosa volessi io. Un bambino non sa distinguere la propria volontà da quella dei suoi genitori. 
“Mamma e papà hanno sempre ragione. Mamma e papà sanno tutto”... un facile aforisma per un bambino che non sa neppure cosa sia un aforisma. Il “piccolo lord Malfoy”. Il ritratto in miniatura del suo orgoglioso padre e della sua altera madre. Un castello di quelli che, in Inghilterra, si vedono ancora abbastanza frequentemente, stuoli di servitù, feste, abiti eleganti... e, dentro, il vuoto...

*Un giorno poi
dalla finestra
quella più alta e più stretta che ho
ho visto Lui
lunghi capelli*

Credevo di vivere in cielo. Un cielo luminoso, fatto per pochi eletti. Mi sentivo un privilegiato, un eletto. Anche sopra lo sgabello su cui mi aveva fatto salire Madama McClan per appuntarmi gli spilli alla divisa, perché ero piccolo, io mi sentivo più grande di tutti. Mio padre era l’uomo più grande del mondo, no? Quindi lo sarei diventato pure io.... logico, no? 
Finché sullo sgabello accanto al mio salì un altro ragazzino. Un tipo anonimo, mingherlino, con una selva indomabile di capelli in testa...... 

*L’ho disegnatO in me... così*
A distanza di tanti anni, rivivo ogni particolare dentro di me.... nemmeno sicuro che sia andata
davvero così.....

*LUI mi guardò
LUI mi chiamò*

Sembrava la prima volta che vedeva un altro mago. “Ciao. Anche tu ad Hogwarts?” Non potei evitare di rivolgergli la parola. Era lui che mi chiamava: con la sua timida curiosità, col suo sguardo insicuro, incerto tra la paura e la promessa di cose felici....

*Tanta paura poi.... perché?*

Non sapevo nulla di lui, né chi fosse, né da dove venisse. Non avevo mai avuto amici: a casa mia non si vedevano spesso bambini. Ad undici anni avevo già studiato tanto da potermi risparmiare la fatica per i primi due anni di scuola. Ai figli degli amici di mio padre non era andata molto diversamente, quindi non era abituato a socializzare. Fremevo dal desiderio di avere un amico e lui era il primo ragazzino della mia età che vedevo fuori dal maniero, che avrebbe fatto parte della mia vita, dato che avremmo frequentato la stessa scuola. Volevo fare amicizia con lui, lo desideravo più di qualunque cosa al mondo!

*io da quassù
dalla finestra
aspetto e arriva col sole già giù*

Dal mio cielo esclusivo pensavo che il mio desiderio bastasse. Ero abituato a dare ordini, non ad aprire il mio cuore ed accettare che altri lo aprissero a me. Che ne sapevo io dell’amicizia? O della vita? Figurarsi se sapevo qualcosa della guerra! Io mi aprivo per la prima volta ad un mondo spensierato e lui.... lui accoglieva un destino così enorme, così devastante... in cui io non ero compreso. 

*Raccoglie i fiori
lo fa per me
corre nel prato ed io... ed io quassù*

Tutto quello che io conoscevo mi era stato insegnato dai miei genitori. Sapevo di essere superiore. Era verità assodata. Ero un Malfoy, qualunque cosa significasse. Ammiravo e rispettavo la forza, il potere... e lui ne aveva. Aveva l’unico potere che non potevo rispettare. 
Al primo anno, quando entrò nella squadra di Quidditch, rimanevo col naso all’insù e lo ammiravo, volava per me e io volavo con lui, nel mio cuore... il mio animo gli volava accanto.

*Se mai amore
conoscerò
solo e di ruggine io vivrò*

Che ne so io dell’amore? Posso accodarlo a tutte le altre cose che non conosco. Sapevo che avrei fatto un matrimonio d’interesse. Magari con la figlia purosangue di qualche purosangue amico di mio padre. Bella, mediamente intelligente, con una buona educazione, ma soprattutto un’ottima famiglia alle spalle. Sarebbe stato un amore freddo, un dovere prima che un piacere. Quindi, non c’era bisogno che m’innamorassi. Soprattutto, non dovevo innamorarmi di lui.

*Non avrò non avrò non avrò
un giorno io non avrò non avrò più paura*
Me lo ripeto anche ora. Soprattutto ora. Stringo gli occhi e porgo il braccio. Mio padre è pieno 
d’orgoglio. Lo so. Lo sento anche se non posso vederlo. 
Brucia.

*Anche se io non posso parlare e giocare con LUI
perché mio padre è un re*

Ora non posso ancora aprirgli il mio cuore. Non con mio padre a capo dei Mangiamorte. Non con una guerra che divampa. Non con lui che deve salvare il mondo. Non con un marchio che mi identifica per quello che sono.

*Non avrò non avrò non avrò
un giorno io non avrò non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con LUI
perché mio padre è un re*

Eppure, un giorno... un giorno io avrò il coraggio di dire a mio padre che non lo posso più seguire. Quel giorno io andrò da lui e gli confesserò tutto il mio amore. Gli dirò: “Si, mio padre è un Mangiamorte, ma io ti amo”

*Ma io so ma io so ma io so che per LUI
prima o poi scavalcherò le mura
Io per lei solo LUI io per LUI io da adesso vivrò 
e non avrò paura io non avrò paura*

Quel giorno sarò disposto a combattere al suo fianco se mi vorrà. Quel giorno rinnegherò questo marchio che mi brucia la carne, il sorriso di mio padre che mi abbraccia. Rinuncerò al mio nome per lui. Verrà il giorno in cui non sarò più un ragazzo pauroso. Sarò un uomo degno di stargli accanto, senza alcuna paura. Quel giorno verrà, ne sono sicuro! Verrà il giorno in cui non avrò paura.

*Non avrò non avrò non avrò
un giorno io non avrò non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con LUI
perché mio padre è un re
Ma io so ma io so ma io so che per LUI
prima o poi scavalcherò le mura
Io per LUI solo LUI io per LUI io da adesso vivrò 
e non avrò paura io non avrò paura
non avrò paura
non avrò paura*
“Harry....”



Fine

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