NOTE.: Ehm... Sei-chan è abbastanza out of
character....^^;;
Ovviamente i personaggi non sono miei... ma di quelle sadiche delle Clamp e
di tutti gli aventi diritto.
Change your destiny
di Minako
Parte: 3/4
Hokuto tornò a notte fonda.
La casa era immersa nel silenzio.
- Subaru-kun? - domandò a bassa voce, poi sospirò- Si sarà addormentato.
Gli chiederò domani come sta.- e si diresse verso camera sua.
...
Subaru aprì gli occhi, un raggio di sole birichino illuminava i suoi
lineamenti.
- Buon giorno.- disse una voce conosciuta accanto a lui. Si voltò e
s'accorse che Seishiro stava sdraiato reggendosi il capo con la mano destra
e lo osservava.
- Sei-chan!- lo stupore del ragazzo era infinito. Poi abbracciò il compagno
-Sei rimasto davvero! Credevo che m'avresti lasciato solo nel cuore della
notte.!
- Te l'avevo promesso, no?
- Già.- poi fece per alzarsi ma Sei-chan lo fermò.
- Dove credi d'andare?
- A preparare la colazione.
- In questo stato?- solo allora Subaru s'accorse d'essere ancora nudo.
- ... Devo mettermi qualcosa.- e, arrossendo, si diede un gran da fare per
ritrovare il suo pigiama tra le coperte.
- Oh no mio caro...- il veterinario lo prese per un braccio e lo baciò
sulle labbra.
La risposta di Subaru non si fece attendere ed il bacio si fece sempre più
appassionato.
- Subby! Svegliati!- Hokuto aprì la porta e li trovo intenti a baciarsi.
Dopo il primo attimo di stupore, durante il quale Subaru si era coperto alla
meno peggio, Hokuto commentò.
- Bravo Sei-chan! Ero certa che ci saresti riuscito a conquistare Subaru!
- Merito dei tuoi incoraggiamenti!- esclamò stringendole le mani di fronte
ad un Subaru sempre più stupito.
- Bisogna festeggiare! Vado a prepararvi qualcosa di buono! E non impiegate
troppo a venire a tavola!- disse facendo l'occhiolino ai due.
- Hokuto-chan!- l'ennesima protesta del Sumeragi fu soffocata dal bacio di
Seishiro.
- Sei...
- Vestiamoci! Non è carino far aspettare una donna.
Così dicendo prese i suoi vestiti e li rimise.
- Sei imbambolato?
- Cosa...? Oh, no!- esclamò guardando i vestiti che aveva ancora in mano
mentre Sei-chan era già pronto.
- Oppure vuoi che ti dia una mano io...?- lo sguardo del Sakurazuka si fece
malizioso.
Pochi istanti dopo Subaru era vestito.
- Sedetevi! È quasi pronto.- disse loro Hokuto armeggiando con le padelle,
poi porse loro l colazione- Buon appetito!
- Grazie!- risposero i due e poi cominciarono a mangiare.
...
- Driin! Driiin!- squillò il telefono e rispose Hokuto.
- Sì?
- Hokuto?
- Nonna! Che bella sorpresa!
- Mi passi Subaru?
- È uscito poco fa.- mentì guardando il fratello che faceva colazione-
Devo dirgli qualcosa?
- Digli solo che ho avuto una visione. e che non mi è piaciuta affatto!- il
tono della donna non ammetteva repliche.
- Lo farò.
- E io richiamerò più tardi.
- Va bene. Ciao nonna.
- Ciao piccola.
- Chi era?- domandò Subaru alzandosi per togliere i piatti da tavola.
- La nonna.
- Craaash!- i piatti che il tredicesimo capofamiglia teneva in mano andarono
in frantumi.
- Coma la nonna?!- esclamò.
- Ha detto d'aver avuto una visione su di te e che non gli è piaciuta.-
rispose Hokuto raccogliendo i cocci.
- E tu cosa le hai detto?
- Che eri appena uscito.- Subaru tirò un sospiro di sollievo- Ma ha detto
che richiamerà.
Il gelo si fece di nuovo largo sul viso del ragazzo.
...
Seishiro gli passò un braccio sulle spalle per rassicurarlo.
- Subaru, sono qui.- gli mormorò all'orecchio- siamo qui tu ed io. cosa
c'importa dei nostri clan.?
- Seishiro... che clan hai tu?- paura e stupore invasero l'animo del
ragazzino mentre il silenzio si faceva opprimente. "O mio dio! No! Non
può essere vero! Sei-chan è solo un veterinario!!!!! No!!!! Non è
vero!!!! È solo un caso che il suo cognome sia così simile a... No! Non
posso neanche pensarlo!!!!!"
- Sono il Sakurazukamori.- gli confessò in fine, cercando di intuire la
reazione del ragazzo.
- Allora mi hai ingannato...! MI HAI INGANNATO PER TUTTO QUESTO TEMPO!
- Fratellino, calmati.- s'intromise Hokuto stringendogli un braccio, ma ciò
non servì a fermarlo.
- MI HAI INGANNATO! ANCHE I TUOI SENTIMENTI SONO FALSI! SEI UN
BUGIARDO!!!!!!!!!!!!!!!
- È vero, ti ho ingannato sulla mia identità.- la sincerità di
quest'affermazione calmò il Sumeragi- Ma non sui miei sentimenti! È vero!
Forse all'inizio era solo una scommessa, ma poi.- fece una pausa d'effetto-
poi è diventata una cosa seria.- i suoi occhi si tuffarono in quelli
oceanici del ragazzo più giovane- ... Ma se lo desideri - riprese- posso
uscire dalla tua vita... anche subito...- gli occhi rapaci erano velati di
tristezza.
- No... ti prego! Non andartene!!!!- si gettò tra le sue braccia e cominciò
a piangere, dilaniato tra il suo amore e il suo onore.
Seishiro lo strinse a sé, mentre Hokuto usciva da casa senza essere vista.
...
- Ti sei calmato?- gli domandò il veterinario quando sentì che il pianto
isterico si placava.
- Sì...- annuì lui.
- Cosa farai ora?
- Io...- sentì le lacrime sul punto di esplodere ancora ma si trattenne-
non so cosa fare...- ammise.
- Subaru-kun...- mormorò avvicinando il volto ai capelli del Sumeragi per
inspirarne il profumo delizioso.
- Driin! Driin!- lo squillare del telefono interruppe l'idillio creatosi.
- Rispondi.- disse Sei-chan.
Subaru afferrò la cornetta con mano mal ferma, poi rispose.
- Sì?- la voce gli tremava.
- Subaru.
- Ciao nonna... come stai?
- Non cambiare discorso.
- Scusa.
- Hokuto ti ha riferito il messaggio?
- Sì...- sentiva le gambe che gli tremavano, Seishiro lo abbracciò da
dietro.
- Vorrei che tu venissi qui stasera.
- Sì.
- Ti aspetto.
- Allora?- chiese l'altro capoclan presente.
- Devo tornare alla vecchia casa.
- Ci andrai?
- Sì... non posso disubbidire alla nonna.
- Vengo con te.
- Cosa?! Non puoi! Ti farebbero del male!
- Io vado dove va il mio amore.- lo baciò dietro l'orecchio, poi sussurrò-
E poi io so come difendermi.
Gli baciò il collo con fremente passione, mentre la sua mano destra
s'intrufolava sotto la camicia del più giovane.
Subaru si strusciò contro il petto muscoloso del suo amante.
- Dobbiamo andare...- mugolò, mentre il piacere prendeva nuovamente
possesso del suo corpo- dobbiamo...
- Non ora Su-kun... non ora.
Lo voltò e lo baciò in profondità, le mani scorrevano sulla seta che
ricopriva la schiena del Sumeragi.
- Driin! Driin!
- Il te... le... fo...
- Lascialo squillare.- un bacio sulla fronte.
- Ma...
- Driin! Driin!
- Lascialo stare...- e sollevò la cornetta con una mano, il suo intento era
quello di ributtarla giù, ma qualcosa lo fermò.
- Subby!
- Hokuto?- domandò il Sakurazukamori appoggiando la cornetta all'orecchio.
- Oh, sei tu Sei-chan?
- Sì ma... dove sei?- solo allora s'accorse che Hokuto era uscita da un
pezzo.
- Sono al parco. Pensavo aveste bisogno di chiarire delle cose.
- Già...- mormorò scompigliando i capelli neri dell'altro.
- La nonna vi ha chiesto d'andare a Kyoto, giusto?
- Sì.
- Bhè... c'è un treno tra mezz'ora se vi spicciate!
- Vieni anche tu?
- Potrei mai lasciare soli Romeo e Giulietta? Non vorrei faceste la stessa
fine!
- Grazie.
- Non lo faccio per te, ma per mio fratello.
- Grazie comunque.
- A dopo.
- Cosa voleva mia sorella?
- Dirci di muoverci... il treno parte tra poco.
- Sei-chan... non sei obbligato ad accompagnarmi.
- Io desidero farlo.- non c'era ombra d'incertezza in quelle parole ed il
sorriso solare che Seishiro rivolse a Subaru toglieva ogni dubbio: lui
l'amava dal profondo del suo cuore.
- Andiamo.- disse porgendogli una mano e gli occhi verdissimi dell'altro
s'illuminarono con un'intensità senza pari.
...
Il vagone era vuoto, solo Seishiro Subaru e Hokuto lo occupavano e il
silenzio stava diventando opprimente.
- Io vado a fare un giro!- disse Hokuto alzandosi di scatto- Voi
rilassatevi, credo che ormai sappiate come fare.- e si allontanò ridendo.
- Smettila di angustiarti.- mormorò Seishiro avvicinando il ragazzino a sé
fino a che la sua testa non fu appoggiata sulle ginocchia del più adulto.
- Come posso smettere...?
- Non servirà a niente, lo sai vero?
- Sì... ma è così difficile! Io voglio bene a mia nonna, ma... ma è te
che amo! È a te che ho deciso di dedicare la mia vita!
- Non ci pensare...- mormorò- io so come farti dimenticare.- e ripresero da
dove lo squillo del telefono li aveva interrotti.
Si scambiarono baci sempre più intensi, intrisi d'amore e disperazione.
Le mani di Subaru, sempre più desiderose della certezza che il suo amato
fosse lì con lui, iniziarono ad artigliargli le braccia per avere prova
tangibile della presenza.
Seishiro non si opponeva, si limitava a dare all'amante le certezze di cui
aveva disperatamente bisogno, lui era lì e lo amava davvero.
...
- Dobbiamo scendere.- mormorò Seishiro continuando ad accarezzare la testa
del moro.
- Dobbiamo proprio...?- la sua voce era flebile come quella di un bambino.
- Ci sono io con te... non preoccuparti.- e lo baciò nuovamente.
- Allora? Siete pronti?- Hokuto era tornata nello scompartimento.
Subaru annuì ed i tre scesero.
...
Una macchina li stava attendendo.
- Salve Ryochi!- esclamò Hokuto salutandolo- È contento di rivedermi?
- Certo signorina.
- Ryochi.- disse Subaru avvicinandosi.
- Salve signorino. Chi è l'uomo con voi?
- Un mio amico.
- Mi spiace ma ho l'ordine di portare solo lei dalla signora.
- Come solo me? E Hokuto?
- Neanche lei, mi spiace.
- Ma...?
- Sono gli ordini.
- Non se ne parla!!!! Io vado con Subaru!!!- l'interruppe Hokuto.
- Ma signorina.
- Non faccia storie! Subaru è mio fratello e Seishiro è un mio amico! O
tutti o nessuno!
- Ma!!!!!!- sospirò- Uff... e va bene, salite! Ma poi ve la vedete voi con
la signora.
- Vittoria!- esclamò Hokuto saltando di gioia, poi salì sull'auto.
- Andiamo.- disse il veterinario sorridendo e anche loro due salirono
sull'auto.
...
Durante il viaggio Hokuto non fece che parlare di tutto ciò che aveva fatto
a Tokyo, dei suoi amici, della nuova scuola, il povero Ryochi s'era
lamentato per la sua bontà e Subaru aveva stretto la mano di Seishiro senza
che nessuno se ne accorgesse.
Il Sakurazukamori, a sua volta, era inquieto; non si era mai avvicinato
tanto alla base dei Sumeragi, sentiva che il potere sprigionato e le
barriere erano state erette per lui... lo temevano e non l'avrebbero fatto
arrivare facilmente dalla nonna di Subaru.
Strinse maggiormente la mano del tredicesimo capofamiglia.
Ora mai erano alla soglia della grande casa.
...
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