Questa storia è un incrocio tra i personaggi di Concrete Garden di Tarako Kotobuki e quelli della serie di Wiewfinder di Ayano Yamane.
I personaggi di Tarako Kotobuki sono:Kiyoaru ,Toki e i loro figli,tutti angeli,e il gatto Tama.
Quelli di Ayano Yamane sono:Akihito Takaba,Asami , Feilong e un ragazzino che compare nel secondo volume di Wiewfinder.
La storia è mia.

 


Cerchi nel grano

di Puma

 

Una calda e tranquilla notte di giugno.
Nel cielo sereno un’enorme luna piena diffonde la sua luce gialla sulla campagna addormentata.
Le stelle brillano.
Dalla terra sale ancora il calore del sole cocente del giorno.
All’orizzonte il cielo è rischiarato dal chiarore arancione della città.
Sparse qua e là brillano le luci delle fattorie,si confondono con le stelle.
Le lucciole volano su un campo di grano che si estende a perdita d’occhio.
Le spighe e i papaveri ondeggiano dolcemente, cullate dalla brezza delle notti estive e dal canto dei grilli.
Intorno a un canaletto per l’irrigazione gracidano le rane.
Nascosto in mezzo a dei cespugli,Akihito Takaba scruta il campo di grano attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.
Sono diverse notti che si apposta qui:vuole scoprire chi,col favore dell’oscurità viene a tagliare il grano in cerchi concentrici e altri simboli esoterici.
Vuole sorprenderlo e fotografarlo:non crede all’esistenza di alieni o cose simili.
Sicuro che sia l’opera di qualche ragazzo annoiato,vuole dimostrarlo e questo è il campo di grano più esteso di tutta la regione.
Due lucciole si corteggiano volteggiando nell’aria sopra la sua testa.
Si posano sulla visiera del suo cappello.
Akihito sorride:sono belle.
Distratto dalle lucciole non ha fatto caso alla creatura alata comparsa dal nulla che sta tagliando il grano con un falcetto.
Se ne accorge,non si perde d’animo:scatta una fotografia,due…tre…cerca di avvicinarsi strisciando tra le spighe di grano.
-Un angelo?O un teppista che vuole sembrarlo?
Ha le ali bianche,i capelli lunghissimi chiari come la sua pelle,intorno a lui volano farfalle,sembra che emani profumo di fiori.
Akihito ha il cuore in gola.
Ancora uno scatto…poi un altro…lo fissa pensando:-Voltati,tu,cosa sei!Voltati che voglio fotografare la tua faccia!
La misteriosa creatura alata si gira:in un viso spaventato brillano due occhi blu che incontrano per un istante quelli altrettanto belli di Akihito, che non fa in tempo a scattare nessuna fotografia:sente la testa girare,gli occhi farsi pesanti,il profumo diventa così forte che avvolge tutto il paesaggio intorno e lo fa scomparire.
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Nel quartiere di Shinjuku illuminato da luci artificiali colorate,la gente affolla i locali notturni.
Ryuichi Asami è sulla porta della sua discoteca frequentata da vip e persone dell‘alta società.Saluta con un cenno del capo una coppia che esce.
Aspira una boccata di fumo dalla sua sigaretta e guarda in su:sembra che allungando una mano si possa toccare la luna piena che diffonde la sua luce gialla nel cielo senza nuvole.
Era tanto che non si vedeva una luna così bella.
Offre una sigaretta a due cubiste che sono uscite dal locale ,sono vestite pochissimo e tutte cosparse di brillantini.
Quella con i capelli cortissimi rosso rubino accetta la sigaretta e si mette a discorrere con tre ragazze che arrivano in discoteca adesso.
In una serata così bella c’è tanta gente in giro.
Le ali bianche che spuntano dalla schiena di un ragazzo attirano l’attenzione di Asami.
Sarà un ballerino di qualche altro locale.
Qualcosa di metallico rimbalza tintinnando fino a fermarsi accanto agli stivali dorati con la zeppa di una delle due cubiste che si china a raccoglierlo dicendo al ragazzo con le ali :
-Hai perso questo!
Si guarda intorno con i suoi occhi truccati di azzurro,ma non lo vede più.
È sparito tra i passanti.
Allunga ad Asami il ciondolo d’argento a forma di piuma che ha raccolto e torna svelta nel locale seguita dalla collega e le sue amiche.
Asami fissa quell’oggetto a forma di piuma nella sua mano.
Resta a lungo a rimirarlo e sembra meravigliato.
Entra nella discoteca,dà disposizioni al personale che si inchina e va via accompagnato dal suo autista.
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-Kiyoharu, ma che cos’è?
-Un ragazzo, l’ho trovato nel campo di grano.
-Toki, lo mangerai?
-Ma che schifo! Io non ne voglio neanche un pezzetto!
-Sono anni che non mangio più carne umana.
-Meno male!
-Se dovessi mangiare qualcuno… allora vorrei una bella ragazza, non un fotografo sudato!
-Secondo me è… bello…

Nel dormiveglia Akihito sente voci adulte e infantili dire cose che non capisce.
È steso sull’erba,sente il vento tra i capelli, il rumore del mare, profumo di rose,risate di bambini.
La luce del sole lo sveglia.
Gli tornano in mente i risvegli dolorosi nel letto di Asami e nella prigione di Feilong.
Stringe gli occhi come per scacciare questi pensieri.
Una voce maschile dolce lo sveglia del tutto.
-Mi hai spaventato stanotte! Non mi aspettavo di avere uno spettatore…
Akihito spalanca gli occhi: ha inginocchiato di fronte l’autore dei cerchi nel grano.
-Io sono Kiyoharu, lui è Toki.
Un uomo dai capelli corti neri, il viso truce, l’occhio destro segnato da una vistosa cicatrice è seduto con la schiena contro il tronco di una magnolia secolare.
Ha gli stessi occhi blu del ragazzo, anche il volto è lo stesso, ma più adulto.
Fa un cenno di saluto con la testa.
-Siamo angeli, loro sono i nostri figli.
Akihito si volta verso tre bambini che stanno rincorrendo un aquilone in uno sconfinato prato fiorito.
-Siamo in cielo? Sono… morto?
L’uomo sorride, il ragazzo ride proprio.
-No, no! Questa era una base galleggiante dove compivano esperimenti e studi sulla clonazione al fine di impedire l’estinzione di tante specie animali e vegetali.
Toki ride:-I ricercatori sono tutti crepati… tutti!
Kiyoharu gli fa segno di tacere:- Mettevano a punto anche armi di distruzione. Noi abbiamo portato avanti solo i loro studi sulla clonazione e puoi ammirare il risultato…
Akihito si guarda in giro:sembra un’isoletta sperduta nell’oceano,lontano dalle rotte delle navi, però la vegetazione non è quella dei climi tropicali.
Akihito cerca con lo sguardo la sua macchina fotografica:-Maledizione… è rimasta nel campo di grano!
Toki gli allunga la mano .
Akihito si alza e segue i due angeli lungo una stradina sotto una galleria di rose di ogni colore e dimensione. Intorno alle rose volano farfalle enormi e stranissimi uccelli.
Sulla biforcazione dei rami di un baobab, un leopardo si pulisce la pelliccia.
Sotto pascola una famiglia di rinoceronti bianchi.
Qua e là saltano gazzelle, lepri, canguri.
Un grasso panda si inoltra dondolando in un boschetto di bambù.
Nella pozza di un ruscelletto, un orso bianco fa il bagno.
Animali e piante di ambienti diversi tutti insieme!
Akihito si ricorda la prima volta che era caduto vittima di Asami: aveva davvero pregato disperatamente. Come voto per esserne uscito vivo, si era comprato la sacra Bibbia.
È ancora lì sul comodino, quasi mai aperta. Si è fermato ai primi capitoli sulla creazione del mondo.
Questo posto gli sembra il paradiso terrestre, il giardino dell’eden o qualcosa del genere.
Passa una tigre siberiana seguita da due cuccioli.
Kiyoharu ne prende uno in braccio, lo allunga verso Akihito per farglielo accarezzare.
Toki accarezza la tigre.
I bambini in riva al mare buttano cibo ai delfini,una foca rotola pigramente sulla sabbia calda della spiaggia.
Adamo ed Eva nel paradiso terrestre dovevano essere così.
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Seduti a una tavola apparecchiata sotto un tempietto neoclassico sul quale si arrampicano dei fiori che Akihito non aveva mai visto,gli angeli gli offrono una tazza di tè.
Quella tazza è di porcellana finissima:è tutto così strano.
Il vento muove i capelli lunghissimi di Kiyoharu e le piume delle sue ali: sì, è un angelo, non ci sono dubbi!
Su una poltrona è acciambellato un grosso vecchio gatto.
Uno dei bambini lo accarezza:- Lui è Tama, viene da Los Angeles,era di Kiyoharu.
Akihito è pensieroso:-Perché facevi i cerchi nel grano?
Toki gli mette lo zucchero nel tè:-Siamo angeli: servono per far capire agli uomini che vegliamo su di loro.
Akihito li fissa:-… angeli…
Kiyoharu gli allunga un piattino della stessa porcellana della tazza pieno di biscotti:
-Bè, mezzi angeli, per essere precisi. I nostri figli sono angeli al cento per cento. Io e Toki siamo stati clonati dall’ovulo di una donna e dal sangue degli angeli. I nostri figli hanno completamente il sangue degli angeli, noi solo per metà.
Akihito non deve avere ben capito.
Guarda i bambini seduti a tavola con loro.
È come vedere il viso di Kiyoharu ripetuto tre volte.
La femmina ha due alette bianche con la punta delle piume rosa che spuntano dal vestitino ottocentesco tutto pizzi. Guarda Akihito ridendo e arrossisce abbassando lo sguardo.
Kiyoharu butta un biscotto a una scimmietta impertinente che cerca di saltare sul tavolo.
-Il mondo è sconvolto da guerre, violenza ,indifferenza .Gli uomini si fanno del male perché non sanno più comunicare.
Noi angeli non possiamo cambiare lo stato delle cose, ma vogliamo aiutarli a non essere indifferenti verso i sentimenti che provano.
Quelli che tu chiami semplicemente cerchi nel grano sono in realtà un simbolo magico.
Se lo osservi vedi dentro te stesso. Devi avere coraggio per vedere nel tuo cuore, quel sigillo ti da anche il coraggio.
La gente spesso preferisce fingere di non capire per paura di dover cambiare.
Occorre volontà e forza per spezzare le situazioni e le abitudini sbagliate, i pregiudizi, gli schemi nella mente. La paura fa diventare gli uomini meschini.
Rinnegare i propri sentimenti rende infelici.
Toki rovescia sul tavolo un po’ di zucchero e vi traccia con un dito il simbolo che Kiyoharu tagliava nel campo di grano.
Akihito vede la sua casa. Asami fuori dalla porta.
Si volta di scatto verso Toki.
-Il tuo uomo in tutte le notti che tu eri appostato nel campo di grano è passato a cercarti e non ti ha trovato.
Akihito si scalda:-Non è il mio uomo: è un mafioso, un assassino spietato che mi prende con la forza quando gli viene voglia di possedermi per un po’ e poi sparisce nel nulla dal quale è arrivato!
Akihito tiene gli occhi fissi sul disegno di Toki: scorge sé stesso legato al letto, ai rubinetti della doccia… Asami che si impadronisce di lui con la solita prepotenza… Asami che ha rischiato per liberarlo da Feilong… che ha sparato contro un poliziotto corrotto per difenderlo…
La voce di Toki lo riporta alla realtà:-Ti ha dimostrato quanto gli stai a cuore, no?
Toki si accende una sigaretta.
Guarda Akihito con l’espressione di chi ha capito tutto.
Akihito scorge su quel viso duro la stessa espressione di Asami quando lo guarda come se fosse un bambino che non ha capito niente.
-Non ce l’ha il cuore Asami!
Akihito pensa a Feilong:Asami lo ha tradito, ingannato, ha preso in giro i suoi sentimenti, gli ha calpestato il cuore.
Vede nel simbolo magico il sorriso amaro e malvagio di Feilong che, simile a una belva ferita, gli gridava queste cose in faccia mentre lo violentava. Gli sembra di sentirsi ancora addosso il suo respiro affannoso e il profumo speziato dei suoi capelli.
Gli viene paura.
Chiude gli occhi per non vedere più quelli di Feilong carichi di odio.
Kiyoharu gli mette una mano sulla spalla guardandolo dolcemente con i suoi occhi blu:
-Ti ha fatto del male, ma i sentimenti degli esseri umani hanno un’evoluzione come quella delle piante e delle specie animali.
Niente è immutabile sulla terra.-
Il simbolo magico mostra una via del centro di Hong Kong, tra i passanti Feilong vestito con jeans e t-shirt come un ragazzo qualsiasi, capelli legati a coda di cavallo. La visiera di un cappello nasconde i suoi occhi, ma non il sorriso che fa al ragazzino che sta accompagnando in un fast-food.
Akihito non parla più.
Si sta rendendo conto dei suoi sentimenti per Asami e di quelli di Asami per lui.
Ora gli appare tutto così ovvio!
Un vortice profumato di petali di fiori lo avvolge.
Kiyoharu gli mostra un ciondolo d’argento a forma di piuma dicendo delle parole che Akihito non riesce a capire.
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Akihito non sente più il rumore del mare;al posto del cinguettio degli uccelli rari e le risate dei bambini c’è il canto noioso delle cicale.
Davanti a lui è sparito il mondo incantato degli angeli per lasciare posto allo sconfinato campo di grano con gli enormi cerchi perfettamente tagliati.
Non c’è nessuno.
Un cane abbaia in lontananza.
Attaccato alla sua macchina fotografica il ciondolo a forma di piuma che gli ha dato Kiyoharu luccica al sole.
Peccato non aver potuto fotografare niente
Le cicale cantano monotone e il sole brucia,sembra che voglia schiacciare Akihito, che si sente confuso e si passa una mano tra i capelli sudati.
-Andiamo, dai!
Asami si affaccia al finestrino dell’auto.
Akihito fa un salto:cosa ci fa Asami qui?
Sente le gocce di sudore scorrergli sulla fronte,sul collo,sulla schiena.
-Sbrigati, sali in macchina, se viene il contadino e vede il casino che hai combinato,come minimo ti spara!
-Ma sei scemo davvero! Come fai a pensare che sono stato io?- Akihito è tornato in sé.
Asami lo guarda ridendo:-Saresti capace di tutto.
Akihito lo osserva.
Asami è diverso: è arrivato con una macchina piccola, solo, senza autista. Indossa un paio di jeans, una camicia nera senza cravatta.
Asami che fa paura a tutti, che ottiene quello che vuole con qualsiasi mezzo, ora è venuto a prenderlo.
Sembra stonato vestito così semplicemente e in mezzo alla campagna.
Akihito raccoglie la sua macchina fotografica e il suo zainetto, il suo cappello lo ha regalato alla bambina di Kiyoharu e Toki:-…per questa volta!- mentre sale in macchina pensa che Asami lo legherà ai sedili e chissà cosa gli farà… non c’è nessuno: un brivido di paura gli percorre la schiena.
Asami si accende una sigaretta. Lo guarda come se non capisse niente.
Annusa verso di lui: -Sei profumato, a vederti così, mi aspettavo che puzzassi come un capretto.
Akihito lo guarda storto e apre il finestrino.
Allontanandosi dalla campagna il sole brucia meno.
Gli occhi di Akihito si posano sulle chiavi della macchina di Asami: c’è attaccato lo stesso ciondolo che Kiyoharu ha dato a lui.
-Dove lo hai preso quello?
-…non lo so.Questa macchina non la prendo spesso… e il tuo dove lo hai trovato?
Agli occhi attenti di Asami non è sfuggito il portachiavi uguale al sua attaccato alla macchina fotografica di Akihito.
-Come sapevi che ero qui?
-Non lo sapevo. Avevo voglia di un po’ di contatto con la natura…
Akihito capisce che dice una bugia: è stata una forza misteriosa a condurlo lì, la magia di quel simbolo, una “cosa “che si può chiamare amore?
Akihito sente di nuovo un brivido nella schiena, ma diverso dal precedente:questo lo sente anche nel cuore.
Guarda il paesaggio fuori dal finestrino,è pensieroso.
Si gratta: le zanzare lo hanno punto dappertutto, mentre stava appostato non le ha sentite, ora si accorge di essere pieno di bolle.
Non parlano più.
Asami ferma la macchina davanti alla casa di Akihito, un qualsiasi condominio grigio e anonimo in un quartiere popolare. I muri scrostati sono pasticciati con scritte e dipinti tipo graffiti.
Ai balconi è steso il bucato.
Ragazze truccate pesantemente parlano sedute su una panchina tutta scritta.
Un gruppetto di ragazzi sfaccendati ascolta musica a tutto volume da una radio.
-Non pensare che io ti ringrazi, o che ti inviti a bere qualcosa!
Akihito scende in fretta, sbatte la portiera con forza facendo voltare i ragazzi e vorrebbe correre via, ma Asami lo trattiene per un braccio:
-Che degrado in queste periferie! Takaba, perché non vieni a vivere in centro con me?-
Lo guarda con quell’aria di sapere tutto, anche la risposta che gli darà.
L’ultima frase ha colpito il cervello di Akihito come un fulmine. Gli servirà del tempo per realizzarla.
Asami lo lascia andare e lo osserva infilarsi dentro il portone nello specchietto retrovisore.
Si accende un’altra sigaretta: -Vengo stanotte, Akihito!

FINE