WARNING: non è mia intenzione istigare a condotte immorali o simili;
pensieri e azioni che attribuisco ai personaggi sono dovute ad esigenze di copione.(!!!)
NOTE: si alternano i POV di Hanamichi e Rukawa.  I personaggi probabilmente sono molto OOC, ma come ho sempre sostenuto, è una questione di punti di vista!
DISCLAIMER: i personaggi di slam dunk non mi appartengono.
DEDICHE: dedico questa cosa alla bravissima Nausicaa che mi ha fatto innamorare delle HanaRu (e prima o poi lo saprà anche lei...)e a Naika che con le sue bellissime fic mi ricorda costantemente che in ogni caso io sono prima di tutto una RuHana fan (nonostante non mi riesca di scriverne... o forse proprio per questo!).


Gioventù bruciata - Bad boys  

parte II

di Simos


 

Parte 1 - Kaede POV
Sono ridotto proprio male.
Ho una vaga percezione di quello che sta succedendo, sento le mie gambe muoversi, un passo dopo l'altro seguendo una linea non propriamente retta nonostante ogni mia cellula mi gridi
disperatamente di fermarmi, di cedere all'oblio e all'incoscienza.
Ma non posso assecondare questo impulso perché non sono le mie forze a guidarmi, ma quelle di qualcun altro... qualcuno che mi sorregge e mi trascina non so dove, qualcuno che non accetterebbe proteste.
Hanamichi Sakuragi.
Il calore del suo corpo, la sua presa ferrea su di me sono quasi confortevoli ma non riesco a razionalizzare, non capisco quello che sta succedendo, l'istinto mi da segnali contrastanti e non capisco se dovrei sentirmi al sicuro o in pericolo...
Non riesco nemmeno ad avere una chiara percezione della strada che stiamo percorrendo, la vista è offuscata, i rumori ovattati... e poi ho lo stomaco tutto sottosopra e la gamba... merda, mi fa male.
A volte ho la sensazione che Sakuragi mi parli ma non ne sono veramente sicuro... non so neppure da quanto tempo stiamo camminando, mi sembra un'eternità.
Ad un certo punto la nebbia si dirada e distrattamente mi chiedo se fosse dentro o fuori di me... ora posso vedere dove sono e quello che vedo non mi piace per niente.
Un precipizio.
Acre odore di terra bruciata, viscidi rettili e ragni pelosi sembrano contendersi il predominio di questo pozzo infinito dalle pareti scoscese...
E mentre sento il mio accompagnatore spingermi giù e dirmi
"Questa è la fine che meritano i falliti come te"
mentre cado nel vuoto come risucchiato da un vortice e mi rendo conto di non avere nemmeno la forza per spaventarmi,
sento un solo pensiero farsi avanti con prepotenza nella mia mente:
*No, forse meritavo qualcosa di più*  
*****
"Nooooo!"
Mi tiro a sedere sul letto completamente sudato, stringo con forza il lenzuolo fra le mani cercando di calmare i battiti del cuore e regolarizzare il respiro.
Ancora quel maledetto incubo.
Lascio correre lo sguardo sulla piccola e spoglia stanza in cui sono sistemato... sono ormai due settimane che vivo in questa casa eppure continuo a rivivere in sogno, distorcendolo, il giorno in cui sono arrivato qui.
Oddio... non che la realtà sia stata molto più piacevole, ma niente può ricreare la sgradevole ed inquietante sensazione che sa costruire il proprio inconscio in un sogno.
Come posso dimenticare quel giorno...
FLASHBACK
A volte ho la sensazione che Sakuragi mi parli ma non ne sono veramente sicuro... non so neppure da quanto tempo stiamo camminando, mi sembra un'eternità.
Lentamente la nebbia si dirada e distrattamente mi chiedo se fosse dentro o fuori di me... mi rendo conto che sto riacquistando un po' di lucidità, probabilmente questa camminata forzata mi ha aiutato, ma lo sforzo che mi servirebbe a chiarirmi la situazione va al di la delle mie attuali condizioni, così mi limito a lasciarmi trascinare da Sakuragi.
Dire che sono completamente nelle sue mani è poco, ma non riesco comunque a preoccuparmi, non c'è niente che io non
abbia già perso.
 Ed è inutile peggiorare questa maledetta emicrania per farmi seghe mentali su qualcosa che in ogni caso scoprirò a breve.
Eccoci davanti ad una casa che intuisco essere la nostra destinazione, poiché la mia "guida" si ferma proprio davanti alla porta, solo alcuni secondi prima di spingermi su per i gradini ed aprire la porta che, chissà perché noto, non era chiusa a chiave.
La mia mente registra vagamente la presenza di altre due persone nella stanza... mi sembra di conoscerli, sicuramente li ho già visti da qualche parte... ah sì: uno è Yohei Mito, la spalla di Sakuragi e l'altro fa sempre parte della sua armata, quello alto e moro... come si chiamava? Noma, mi pare...
La loro reazione al nostro ingresso è molto contenuta, smettono di parlare e si alzano in piedi, volgendo uno sguardo interrogativo al loro capo.
"Abbiamo ospiti" mormora lui con voce secca mentre mi spinge violentemente contro un muro: picchio la schiena sullo spigolo della parate e mi accascio a terra con un gemito di dolore mal trattenuto.
So che è stato un gesto del tutto gratuito per mettere ben in chiaro la gerarchia e la mia posizione... ma io non ho nessuna intenzione di piantar grane o anche solo di proferir parola... sto qui e aspetto con la testa appoggiata alle ginocchia.
"Noma prepara un po' di quella tisana per le sbronze, e falla bella forte, tu Yoehi tienilo d'occhio mentre io vado sopra a
cambiarmi"
Si rivolge ai suoi compagni ma percepisco chiaramente che la nota di disprezzo nel suo tono è tutta per me. Sento i suoi passi allontanarsi e mi accorgo di scivolare in uno stato di dormiveglia.
Deve essere durato pochi minuti perché mi sento improvvisamente tirato su per le braccia, sono ancora molto stordito e per di più intontito dal sonno ma mi accorgo che mi stanno facendo sedere su una sedia vicino al tavolo e mi ritrovo con una tazza fra le mani.
"Bevi"
Non credo di avere molta scelta. Cerco di avvicinare la tazza alla bocca ma mi tremano le mani e quel liquido scuro ondeggia pericolosamente. Allora la mano di qualcun altro si impossessa della tazza e mi ritrovo ad ingurgitare un sorso di quella bevanda.
Disgustoso.
Disgustoso, ma non nel senso di "non mi piace" o "ha un cattivo sapore", etc... dico disgustoso nel senso che è qualcosa di imbevibile, devo fare forza su me stesso per non risputare tutto fuori.
Come posso bere tutta quella roba? Purtroppo non ho scelta in quanto vista la mia titubanza vengo afferrato per i capelli, la testa tirata indietro e il liquido somministrato a forza senza possibilità di pausa.
Il lato positivo è che così finisce tutto nel giro di pochi secondi, ma ora mi sembra di avere il maremoto nello stomaco.
Mi fanno alzare e mi spingono fino al bagno, mi muovo come un automa ma arrivo giusto in tempo per mettere la testa sul cesso e vomitare il mondo. Vi basti sapere che il secondo conato mi viene causato semplicemente dalla vista e dall'odore nefasto di quella schifezza verde-blu che ho riversato. Alla fine mi sento vuotato, ho male allo stomaco, alla trachea e ho un sapore acido in bocca e la sensazione di avere lo stesso odore su tutto il corpo...
Merda, quasi stavo meglio prima.
Mi pulisco la bocca con della carta che mi passano e mi accorgo che qualcuno ha aperto l'acqua della doccia... appena ho le forze mi raddrizzo aggrappandomi al lavandino e per la prima volta guardo in faccia Sakuragi che è qui accanto a me. Lo sguardo è freddo e neutro, di quelli che non dispensa in giro quando recita la sua parte da buffone, preferirei affrontare quello ora.
"Ce la fai a farti una doccia da solo?" mi chiede.
Faccio solo un cenno della testa, non mi fido della mia voce. E comunque non mi passa neanche per la testa di farmi aiutare a lavarmi! Tutta questa situazione è già abbastanza umiliante di suo!
"Torno fra 15 minuti. Questo è l'asciugamano e questi sono i vestiti."
Meno male che sto troppo male, perché mi verrebbe voglia di mettermi sarcasticamente sull'attenti... e non voglio pensare a quali sarebbero le conseguenze.
Faccio veloce la doccia che riesce a liberarmi almeno in parte da quell'odore nauseante e mi riscalda un po...: solo adesso mi sono reso conto che, in effetti, la temperatura è bassa.
Sakuragi rientra proprio quando ho finito di rivestirmi con quello che deve essere un suo pigiama, dato che mi è leggermente grande.
Mi dice di seguirlo e così faccio, cercando di non perdere l'equilibrio su per le scale. Mi fa entrare in una stanzetta
rettangolare, piuttosto stretta, il cui arredamento si limita a letto, comodino, ed un piccolo armadio.
E poi, finalmente, parla.
"Questa è la tua stanza. Dei dettagli e delle regole ne parleremo domani quando sarai più lucido"
Non aspetta una mia risposta e fa per uscire, ma poi sembra ripensarci, si volta e per un attimo il suo sguardo sembra addolcirsi mentre mi dice "Benvenuto nella mia armata", quindi chiude la porta e mi lascia da solo con la mia confusione.
*La"mia" stanza? "benvenuto" nella mia armata? Mi manca qualche pezzo, non riesco a capire cosa diavolo è successo...
ma... adesso non riesco... ci penserò domani...*
Così mi metto a letto, ma è difficile addormentarsi quando tutto il tuo corpo ti urla quanto sei deficiente. La testa mi scoppia, la gola mi brucia, lo stomaco è in subbuglio, la gamba fa male, l'ho sforzata troppo. E poi ho freddo... brividi mi scuotono mentre cerco di affondare ancora di più sotto la coperta.
E infine continua ad apparirmi nella mente quello sguardo freddo, carico di disprezzo che osserva e giudica ciò che è rimasto di Kaede Rukawa. E mi sento annientato perché mi vedo, attraverso quegli occhi, un bambino viziato che cerca nell'autodistruzione la scusa per non affrontare la propria vigliaccheria.
Come ho potuto cadere così in basso, visto da fuori devo essere davvero patetico.
Giuro che...
Lo so che è ridicolo dirlo adesso.
Lo so che è quello che dicono tutti.
Lo so che non ha senso però...
Giuro che non lo faccio più.
/FINE FLASHBACK
Così, senza nemmeno capire bene come sia successo, sono diventato un membro della famigerata Armata Sakuragi.
Membro non volontario e non attivo, pensavo ironicamente dentro di me i primi giorni, quando mi avevano praticamente segregato qui dentro: non potevo uscire, ne solo ne con loro, non potevo ascoltare le loro conversazioni top secret, non potevo fare domande... finche non fossi stato considerato degno di fiducia.
Onestamente non so se ho fatto qualcosa di particolare, inibito com'ero mi sembra molto difficile, non mi è chiaro il
momento in cui le cose sono cambiate, ma pian piano hanno cominciato a coinvolgermi nella pianificazione delle loro azioni, a spiegarmi come funzionano le cose in questo mondo, a raccontarmi delle loro spedizioni.
Nonostante tutto non ho ancora preso parte a nessuna delle loro uscite. Loro dicono che non sono ancora pronto, ma presumo che la non completa guarigione della mia gamba, cosa che non ho potuto nascondere, abbia un ruolo decisivo in questa esclusione.
Solo in questi ultimi giorni, come se fossi uscito da uno stato di sospensione, mi sono chiesto come mai mi trovo ancora qui.
Perché mai quella mattina, quando mi sono svegliato, non me ne sono andato sbattendo la porta e chiudendo il tutto come uno strano sogno?
E cosa mi ha trattenuto nei giorni a seguire, quando quasi non venivo considerato, di tornarmene a casa mia, ai luoghi a me più famigliari?
Non che io abbia niente di importante per cui tornare a casa... ora che non ho più il basket nulla ha più senso per me... però perché restare qui, dove sono stato portato senza il mio consenso? Perché adattarmi a regole, abitudini che non sono mie? Perché accettare di ricevere ordini da qualcuno? Proprio io? Rukawa Kaede?
E purtroppo la risposta a queste domande la conosco.
Hanamichi Sakuragi.
Non posso sopportare il misto di pietà e disprezzo con cui mi guarda, e mi tratta, da quando mi ha portato qui.
So bene di avergli mostrato la parte peggiore di me: mi sono abbandonato alla disperazione senza combattere, come un debole.
E lo so che è irrazionale, qualcosa del tutto inspiegabile ed incomprensibile, ma io ho un disperato bisogno della sua approvazione.
E non me ne andrò di qui finche non l'avrò ottenuta.
 
Parte 2 - Hanamichi POV
E così l' ho fatto.
Forse per la prima volta ho assecondato un istinto che non riesco a giustificare con la ragione, di cui non comprendo ne le ragioni ne le finalità.
Ho raccolto per strada l'ombra di Kaede Rukawa, l' ho portato nel mio covo, nella mia casa, e ne ho fatto un membro della mia squadra. L' ho rimesso in sesto e gli  ho assegnato una stanza, l' ho affidato alle cure di Mito e Noma perché lo istruissero a dovere, dopodiché...
... ho fatto in modo di evitarlo il più possibile.
Perché...
Sto spesso in giro, come facevo prima del resto. Vago per la città con un senso di inquietudine che non mi è consono, che non conosco, che mi spaventa.
Questo non sono io.
Niente deve smuovermi, non posso avere incertezze, non avrò mai debolezze.
Sono uno tutto d'un pezzo.
Sono un Genio. Sono un capo.
Amo i miei amici ma non glielo posso dimostrare.
So di essere da loro amato e rispettato ma non gli permetto di avvicinarsi a me più di tanto... il rischio di rendermi
vulnerabile è troppo grande.
Eppure succede troppo spesso che me li ritrovo tra i piedi quando invece pensavo di essere solo. Soprattutto Mito, zitto zitto, trova sempre il modo di essere lì anche quando è  palese il fatto che VOGLIO stare da solo... imperterrito ma discreto è sempre nei paraggi quando cerco di isolarmi dal mondo... una presenza alla quale sto rischiando di abituarmi e a cui ogni tanto cerco di sfuggire con queste mie "sparizioni".
E ora anche Rukawa. Intendiamoci, lui non fa ne ha mai fatto niente per invadere il mio spazio, anzi, si può dire che sono stato io l' "invasore".
Il suo modo di "intromettersi" nella mia vita, nei miei spazi privati, è ben diverso dalla presenza fisica e consapevole di Mito.
No, questo Rukawa ha fatto di peggio.
Mi è entrato nella testa.
E' sempre lì a provocarmi, mi spinge a cercarlo, a confrontarmi con lui. Come se mi sfidasse a liberarmi della sua presenza. E mi ritrovo ad agire inconsapevolmente, come inconsapevoli, lo so, sono le sue provocazioni.
Perché? Voglio sapere perché invece di allontanare una tale minaccia ho finito per portarlo nella mia tana...
Anche in casa me ne sto spesso in disparte e lo ignoro perché ho bisogno di pensare, di capire il mio comportamento di solito calcolato e meditato ma questa volta sfuggente ad una spiegazione.
Ho bisogno di sapere il perché.
Perché l' ho raccolto come un gatto randagio invece di lasciarlo al suo destino?
Perché lo andavo a cercare per fare a pugni quando potevo farlo con chiunque, come se fosse una necessità primaria confrontarmi con lui?
Perché pensavo di disprezzarlo quando in realtà lo ammiravo per la sua forza, la sua capacità di tenermi testa in combattimento come nessun altro.E perché ora che potrei disprezzarlo davvero per come si è ridotto non faccio altro che spiarlo di nascosto per trovare in lui qualche segno di ripresa, di vita?
Perché mi faccio tutte queste domande e non ignoro semplicemente la cosa catalogandola come"non degna del mio interesse"?
I ragazzi non si sono scomposti più di tanto quando l' ho portato con me quel giorno. Era come se se lo aspettassero, come se fosse qualcosa che prima o poi sarebbe dovuto succedere. In fondo è così che ho reclutato ognuno di loro e
forse, nel mio comportamento, hanno letto i segnali di ciò che loro stessi hanno vissuto in passato.
Mi conoscono più di quanto io cerchi di negare.
Con mio grande orrore so che Mito sa leggermi dentro molto bene, e che anche gli altri sono molto meno tonti di quanto danno a vedere... e di quanto io mi sforzi di pensare.
Forse loro hanno capito, forse a loro sembra tutto naturale ma per me è solo un gran casino! Non è possibile che IO non riesca a capire le mie stesse azioni.
Le altre volte ero stato sempre ben consapevole di quello che volevo fare, di CHI volevo arruolare e perché. A volte sono stati motivi semplicissimi, altre volte dettati dalle circostanze, ma in genere ho sempre agito in seguito ad un lento avvicinamento.
Invece ora ho seguito un impulso, lo stesso che mi spingeva quotidianamente in quella palestra a sfogare rabbia e amarezza... e ho la sicurezza che la risposta ai miei perché possa mettere in pericolo le mie difese.
Basta! Per oggi basta così.
Decido di tornare a casa, la casa che da due anni condivido con Yohei e Noma. Okuso e Takamiya e gli altri invece vivono ancora nelle rispettive abitazioni perché, almeno loro, hanno ancora una famiglia su cui contare. È vero che noi siamo diventati quasi una famiglia, e contiamo gli uni sugli altri più che su chiunque altro, ma non voglio che chi ha ancora dei legami con una vita più normale li perda del tutto.
Proprio così, torno a casa e non ci penso più.
Perché tanto è inutile che io continui a mentire a me stesso quando conosco benissimo la risposta alle mie domande...
Mi piace.
Come combattente. Per questo l' ho voluto nella mia armata.
Come uomo. Per questo lo voglio nella mia vita.
Mi sento attratto da lui come l'ape lo è dal miele...
Ma io non sono una stupida ape: anche se sento che avvicinarmi a lui potrebbe permettermi di vivere veramente, di dare un senso alla mia vita so che l'unico modo per sopravvivere è stargli lontano, non cedere alla tentazione di... assaggiarlo.
E di rimanere invischiato senza possibilità di ritorno.
A quanto pare però questa volta i miei sensi hanno avuto il sopravvento, e invece di tenere le distanze non ho fatto altro che girargli intorno... fin dal primo incontro, se ci penso bene.
Dire che ora non so cosa fare è poco... certo non ho intenzione di rinunciare a lui, ho bisogno di trovare quella promessa che vedo dietro i suoi occhi, di sperimentarla, di viverla.
Ma devo trovare anche il modo di... di non farmi coinvolgere troppo.
Hanamichi Sakuragi non avrà mai debolezze.

FINE SECONDO CAPITOLO
 





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