Note: I personaggi di Furuba ovviamente non appartengono a me bensì a Natsuki Takaya…io li sfrutto e basta per soddisfare i desideri della mia sori Yu….lei chiede, io eseguo! u__u Spero ti piaccia la ficci sori visto che è la prima volta che gestisco questo pair…farò del mio meglio per creare una cosa decente…intanto….auguriiiiii!!!!!!^**************^
di Miyuki Che noia…oggi è così una splendida giornata ed a me tocca trascorrere due intere ore ad ascoltare questa stupida lezione. Perché deve esistere una materia tanto odiosa come la matematica…mi domando a cosa serviranno mai nella vita tutti questi calcoli e questi numeri. Assurdo. Momiji poi sembra trovarla divertente…ma non credo ci si possa aspettare qualcosa di diverso da lui. Prende la vita con allegria ed ogni cosa sembra renderlo felice…in questo assomiglia un po’ ad Honda, sono due persone davvero eccezionali. Sospiro distogliendo lo sguardo dalla lavagna, dove il professore sta scrivendo formule a me incomprensibili, ed appoggio la penna su questo quaderno che per oggi credo proprio resterà inutilizzato. Tanto non ha senso seguire per me…non sono proprio in vena di scervellarmi. Il mio banco fortunatamente è vicino alla finestra così posso mettermi a spaziare con la mente mentre osservo qualcosa di più interessante…e questa mattina sembra esserci davvero qualcosa di interessante da guardare. La classe di Yuki infatti è giù in cortile in questo momento a tenere la lezione di educazione fisica. Anche da questa distanza e da questa altezza posso distinguere il mio Yuki tra tutti quegli studenti…d’altra parte come potrei non riuscirci? Yuki ha i capelli più lucenti dell’argento ma soffici come la seta e sotto questo sole sembrano brillare proprio come quel materiale prezioso nella sua più totale purezza. La sua pelle poi è fatta di porcellana, di un candore degno delle nevi provenienti dalle vette più alte. Sono un romantico vero? Lo so, non si direbbe dal mio aspetto e di sicuro non andrò mai in giro a dire simili parole ad alta voce. Sarebbe troppo imbarazzante…ma sono questi i pensieri che mi vengono in mente quando penso a lui. La gente è convinta che io scherzi quando dico di amare Yuki ma non è affatto uno scherzo…lo amo sul serio e sarei pronto a fare qualunque cose per lui. Com’è successo non lo so bene neppure io…forse perché è una persona meravigliosa, forse perché la sua apparente fragilità mi porta istintivamente a volerlo proteggere, forse perché vorrei cancellare quello sguardo triste che che ogni tanto compare sul suo volto…non lo so davvero. Credo che sia iniziato tutto con l’odio, il sentimento opposto dell’amore. Io odiavo Yuki, lo odiavo stupidamente per le cattiverie che mi dicevano da bambino a causa della leggenda dello zodiaco. Lo odiavo senza ragione e senza conoscerlo davvero…poi l’ho incontrato e tutto è cambiato. E’ stato il primo ad aprirmi realmente gli occhi…e da quel momento l’ho visto sotto una luce completamente diversa…forse proprio perché prima lo odiavo ora riesco a cogliere tutti i lati positivi di lui. Parti che credo neppure lui conosca o ignori di avere…ma ci sono io a tenerne conto al suo posto. In questo momento vedo chiaramente che sta litigando con Kyo come al solito mentre la povera Toru sta cercando di calmarli. Sorrido alla scena…quei due non cambieranno mai…sono così simili da molti punti di vista e neppure se ne accorgono. Un po’ devo ammetterlo, invidio Kyo…ed anche Toru…loro possono stare vicino a Yuki tutti i giorni, in ogni momento…vivono assieme a casa del maestro in fondo…mentre io abito ancora all’interno della casa principale e lì Yuki non ci verrà mai di propria volontà, solo se costretto…tutto per colpa di Akito. Deve essere successo qualcosa tra quei due, qualcosa che terrorizza a morte Yuki tutte le volte che il nostro capofamiglia è nei paraggi. Non so cosa gli abbia fatto Akito ma deve essere stato qualcosa di terribile. Quindi non potrei mai costringerlo a venire là per me, visto quanto lo fa soffrire…e di certo non posso pretendere di andare a vivere da loro. Così non mi resta che accontentarmi di vederlo a scuola, è stata una vera manna dal cielo questo trasferimento. E’ forse un modo come un altro per cercare di illudersi che la propria vita sia normale…che non ci sia nessuna maledizione a perseguitarci e condannarci…illudersi di essere solo un ragazzo normale. Però, se anche non fossi stato maledetto, non sarei comunque stato un ragazzo normale, in fondo sono innamorato di un altro ragazzo e di certo questa non è la ‘normalità’, per di più non so neppure se ho qualche speranza con Yuki. Yuki si dimostra concretamente gentile solo con Toru, solo con lei esterna i suoi sentimenti…ma posso capirlo, nemmeno io sono immune alla dolcezza e alla pura ingenuità di quella ragazza dal cuore d’oro. So anche che finge di essere così indifferente agli altri, anche se in realtà è affezionato a molti di noi, compreso Kyo…non lo ammetterà mai ma tiene a lui. So molte cose di lui, riesco a capire i suoi stati d’animo, ma non riesco proprio a capire se potrà mai ricambiare il mio amore o no…se anche così non fosse gli rimarrei comunque accanto e lo aiuterei per quel che mi è possibile. Bisogna sapersi accontentare di quello che si può avere senza piangersi addosso. Il mio sguardo segue Yuki, Toru e Kyo che si allontanano assieme agli altri compagni di classe verso il campo di atletica…peccato…ora è davvero troppo lontano perché lo possa ammirare. Arrivederci mia visione…anche se te ne sei andata io continuo a fantasticare su di te, tanto ormai ho perso definitivamente il senso della lezione. Già, la lezione di matematica….chissà se quel vecchiaccio del prof sta ancora parlando a vanvera… Per pura curiosità allontano lo sguardo dalla finestra e lo rivolgo nuovamente alla classe e….oh gioia immensa…indovinate chi ho davanti in questo momento? “Signor Soma…grazie di averci degnato finalmente della sua attenzione” ringhia il proffe trattenendo a stento la rabbia mentre il resto della classe ha gli occhi puntati su di me e mi fissa in un misto di compassione e divertimento. Ma che cavolo…il professore non poteva semplicemente continuare a sparare formule a raffica ed ignorarmi? Ora i pensieri sul mio Yuki sono stati tutti rovinati da questo brutto muso grinzoso. “Mi scusi professore…ero distratto” rispondo in fine con calma, cosa che sembra irritare il vecchio ancora di più. “Oh, l’ho notato Signor Soma…spero solo che qualcuno fuori dalla finestra gli abbia spiegato le disequazioni al posto mio, visto che questo pomeriggio si fermerà qui in classe a svolgere un piccolo test sulla lezione di oggi.” Con questo si volta e torna alla lavagna a finire la sua lezione. Meraviglioso, ora il mio umore è irrimediabilmente guastato e mi tocca pure fare un compito…ah, l’amore è sempre accompagnato dalla sofferenza…e qusto sembra proprio rientrare in quel campo.
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“Signor Hatsuharu….come mi dispiace….non deve essere per nulla piacevole subire una simile punizione…” disse Toru dispiaciuta, seduta sul prato del giardino scolastico assieme al gruppo di amici al completo. “Già…solo uno stupido come lui poteva beccarsi un test supplementare per essersi imbambolato a fissare il panorama!” disse Kyo con un ghigno derisorio sulle labbra. “Il più idiota resti sempre tu Kyo…” osservò Yuki con fare indifferente. “Come osi maledetto topo!!” inveì il rossino dando così inizio ad un animato dibattito. Hatsuharu intanto se ne stava con espressione cupa e depressa a giocare con i fili d’erba…quel maledetto proffe di matematica aveva rovinato tutti i suoi piani del pomeriggio. Non poteva più tornare a casa con Yuki, non poteva fare un giro per negozi con lui….non poteva far finta di essere ad un appuntamento con lui….ma tu guarda che sfiga! “Quindi non possiamo tornare a casa insieme…dovevamo anche fare un giro e passare in quella nuova pasticceria che hanno appena aperto” aggiunse la ragazza rigirando inconsapevolmente il coltello nella piaga “E’ un vero peccato.” “Già…” mormorò il ragazzo dai capelli bicolore. In quell’istante Momiji gli si aggrappò al collo con la sua solita iperattività e cercò di tirarlo su di morale. “Dai Haru!! Non essere triste!! Ti comprerò una bella fetta di torta e te la porterò a casa al mio ritorno ok? Così è come se fossi venuto con noi no?” Hatsuharu abbozzò un sorriso in direzione del biondino, era impossibile rimanere indifferenti davanti ad un tipetto così allegro e solare. Gli passò affettuosamente una mano tra i capelli e glieli scompigliò un po’, ottenendo una lieve protesta al gesto. “Grazie Momiji….accetto volentieri la tua proposta e ricordati che voglio quella alle mele e mirtilli.” “Ok contaci!!” Il ragazzino si allontanò dall’amico tutto contento per essere riuscito a farlo sorridere ed andò a sedersi vicino a Toru, in cerca di complimenti su ‘quanto era stato bravo’. Hatsuharu scosse la testa e sospirò. Quel giorno il destino era proprio contro di lui. Pazienza….il suo bel programmino era saltato, si sarebbe rifatto un’altra volta….in fondo non poteva farci nulla ormai. Così, con la mente più libera ed il cuore in pace, iniziò a godersi a fondo la presenza di Yuki…ogni volta che lo aveva vicino il suo animo gioiva e sembrava scoppiare. Il suo Yuki era così bello fu ciò che pensò mentre lo fissava gongolante….soprattutto quando litigava con Kyo. In quei momenti emanava un’energia del tutto particolare, sembrava più ‘vivo’ che mai…e vederlo così lo faceva stare bene, anche se gli dispiaceva di non essere lui a generare simili reazioni nel ragazzo. D’altra parte non si sarebbe mai messo a litigare con lui solo per avere quella reazione….forse la sua parte Black avrebbe potuto farlo ma non lui. Comunque quel giorno c’era qualcosa che stonava nell’atteggiamento di Yuki…solo ora che lo fissava con attenzione se n’era accorto…non sapeva bene dire cosa però sembrava quasi irrequieto. In ogni caso i dubbi di Hatsuharu non durarono a lungo, perché fu proprio Yuki a rispondere alle sue domande, una volta messo definitivamente al tappeto Kyo. “Ragazzi…anche io non posso venire con voi questo pomeriggio.” disse ad un tratto Yuki, cogliendo tutti di sorpresa. “Ma come? Perché?” chiese Toru che non si aspettava una simile notizia. “Devo recarmi alla tenuta.” disse con voce calma ed indifferente ma Hatsuharu, che si era messo subito in allarme a quelle parole, sapeva che era tutta apparenza. Aveva notato l’impercettibile tremolio della voce alla parola ‘tenuta’…quasi fosse una parola tabù che non doveva mai essere pronunciata…ed aveva notato anche le ombre scure che velavano il suo sguardo, rendendolo di un viola ancora più cupo. Per Yuki andare alla casa principale era come per un condannato a morte recarsi al patibolo….e la verità non andava molto lontana da quel paragone, lo sapeva. “Cosa ci vai a fare in quel posto?” chiese Kyo sospettoso, mettendosi a sedere e massaggiandosi le parti lese…anche lui conosceva bene il compagno e come lui non si sarebbe recato là per tutto l’oro del mondo. “Ho delle commissioni da fare per Shigure, che come ben sapete è incatenato alla sua scrivania dalla sua redattrice, ed Hatori ha detto che avrebbe colto l’occasione per farmi quella visita che non gli ho permesso di fare tempo fa.” “In poche parole quello scrittore maniaco di Shigure ti ha incastrato non è così?” “Già….” “Così restiamo soltanto noi tre...” disse Toru indicando sé stessa, Kyo e Momiji “E’ un peccato….forse sarebbe il caso di rimandare la nostra uscita…” “No, voi andate…non fatevi problemi per me. Sarà per un'altra volta.” disse Yuki abbozzando un sorriso tranquillo per rassicurare la ragazza. “Ma….siete sicuri?” chiese fissando anche Hatsuharu che fece un cenno affermativo col capo, degnando, in verità, di poca attenzione Toru visto che era intento a studiare Yuki e le sue reazioni. “Ah…allora va bene….penso che comprerò anche a te una fetta di torta come farà Momiji per il signor Hatsuharu…” “Si esatto!! Consoliamoli con un bel dolce!!” esultò il biondino. In quel momento suonò la campana per avvisarli che le lezioni pomeridiane sarebbero cominciate da lì a pochi minuti, così il gruppetto si alzò dal prato e cominciò a dirigersi verso l’entrata della scuola. Hatsuharu colse l’attimo per afferrare Yuki per un braccio e trattenerlo, lasciando che i loro amici proseguissero senza di loro e li lasciassero soli. Il ragazzo dai capelli argentei lo fissò tra il perplesso ed il sorpreso mentre il compagno lo guardava con serietà. “Yuki….sei sicuro di stare bene?” Il ragazzo continuò a fissarlo con espressione sorpresa per alcuni istanti ma poi sulle sue labbra comparve un sorriso dolce….uno di quei rari sorrisi sinceri che facevano sciogliere Hatsuharu ogni volta che li vedeva, rischiando di farlo rimanere incantato a fissarlo…ma quel giorno l’argomento era troppo serio per lasciarsi distrarre, anche se quel sorriso gli riscaldava il cuore. “Non ti si può proprio nascondere nulla vero?” Yuki, da quando lo conosceva, non era mai riuscito a capire come facesse Hatsuharu a comprendere ogni suo stato d’animo, a sapere come si sentiva ancora prima che riuscisse a capirlo lui….era davvero incredibile quel ragazzo…sempre gentile e premuroso nei suoi confronti (anche nella sua parte Black nonostante fosse meno controllabile)….sempre pronto ad aiutarlo e sostenerlo, qualcosa a cui non era abituato visto che era solito cavarsela solo con le sue forze. Era un’atteggiamento che però apprezzava, proprio perché era Hatsuharu a compierlo…proprio come in quel momento. “No….ti conosco troppo bene…” rispose il ragazzo dai capelli bicolore “Allora, come ti senti realmente?” “Bene no di certo….ma sopravviverò. Dirò ad Hatori di rendere la visita il più breve possibile, sperando di non…sperando che mi dia retta.” sospirò….ma Hatsuharu poteva quasi percepire nell’aria le parole che Yuki avrebbe voluto pronunciare, prima di fermarsi e correggersi. ‘sperando di non incontrare Akito’ Ecco cosa voleva dire in realtà, lo sapeva. “Ti accompagnerei io se solo non fossi trattenuto qui a scuola…” Yuki gli regalò un altro sorriso dolce e scosse la testa. “Non ce n’è bisogno credimi…sono in grado di cavarmela da solo.” Hatsuharu non ne era convinto e lo stesso Yuki non credeva alle sue stesse parole ma che poteva fare? Mettersi a frignare come un bambino e puntare i piedi perché qualcuno andasse con lui alla tenuta, allo scopo di evitare spiacevoli incontri?….sarebbe stato decisamente infantile e così poco da lui. “Lo so…ma sarei venuto con te volentieri, in fondo ci abito ancora in quel posto…per me non sarebbe stato un fastidio.” “Grazie…” Hatsuharu aveva l’irrefrenabile impulso di abbracciare Yuki e baciarlo in quel momento…sembrava così fragile che la tentazione era fortissima. A placare i suoi ‘bollenti’ spiriti ci pensò Kyo, che comparve sulla porta d’entrata della scuola e si mise ad urlare nella loro direzione. “Allora lumaconi! Volete darvi una mossa o avete intenzione di piantare le radici in quel posto?” Yuki sbuffò irritato e tornò ad assumere la solita espressione calma e controllata di sempre ed Hatsuharu se ne dispiaque parecchio…a lui piaceva il Yuki dolce di poco fa. “Andiamo Haru…tra poco iniziano le lezioni.” disse il ragazzo dai capelli argento avviandosi verso l’edificio scolastico…non prima, però, di aver dato una leggera pacca sulla spalla al compagno, che si ritrovò subito a sorridere. In fondo amava entrambi gli Yuki.
La scuola terminò più in fretta del previsto e presto tutti i ragazzi lasciarono l’edificio per tornarsene a casa o partecipare alle varie attività dei club. Hatsuharu rimase in classe e come promesso si ritrovò a svolgere un test supplementare sotto lo sguardo d’arpia del proffe di matematica. Gli altri intanto si erano incamminati per le vie del centro chiacchierando allegramente ed a metà strada Yuki si era separato dai suoi amici per andare in un'altra direzione…verso la tenuta. Ormai solo, il ragazzo dai capelli argento lasciò cadere la sua maschera di compostezza per rivelare l’ansia e la preoccupazione che lo attanagliavano fino nelle viscere. Avanzava con passi pesanti, quasi trascinandosi…desiderava essere da qualsiasi altra parte, non lì a dirigersi nella tana dei lupi…di un unico e terribile lupo. “Maledetto Shigure…” mormorò “Questa è l’ultima volta che mi faccio incantare da lui…” Quando fosse tornato a casa avrebbe fatto patire le pene dell’inferno a quell’idiota…era una promessa. Sperava solamente che Hatori avesse mantenuto la sua promessa, ovvero di mantenere segreto il suo arrivo, anche se riteneva impossibile che ci potessero essere segreti in quella casa che Akito non conoscesse. Un brivido gli attraversò la schiena….il solo pensare quel nome aveva la capacità di gelargli il sangue nelle vene. Non voleva incontrarlo, tanto meno ora che era da solo. Con qualcuno attorno Akito non avrebbe mai potuto fargli nulla ma incontrarlo adesso sarebbe stata la sua rovina, lo sentiva. Aveva paura di Akito. Se c’era una persona che lo spaventava a morte quella era Akito. Quando lo aveva attorno si sentiva come paralizzato. Non riusciva ad agire come avrebbe voluto e neppure a parlare, ad insultarlo per cacciarlo via….le parole continuavano a ronzargli nella testa ma non riuscivano a raggiungere le sue labbra. Più si avvicinava alla tenuta più desiderava ardentemente che Hatsuharu fosse venuto davvero con lui. Sorrise inconsapevolmente pensando al ragazzo dai capelli bicolore. Si sentiva bene con lui, era in grado di trasmettergli calma e serenità con tutte le sue premure nei suoi confronti. Hatsuharu era il più buono tra tutti loro (a parte nei suoi momenti Black), si preoccupava sempre per gli altri, come nell’incidente di Kisa. Ma allo stesso tempo dimostrava una forza tutta particolare. Non era forte come lui o Kyo nelle arti marziali….era forte ad un livello superiore alla mera forza fisica, era qualcosa che Hastuharu aveva dentro di sé, nell’anima. Non era in grado di esprimere quella sensazione a parole ma era per quello che si sentiva protetto quando il compagno gli era vicino. Perso nei suoi pensieri com’era non si era accorto di essersi avvicinato alla tenuta e quando si ritrovò davanti l’enorme portone in legno che ne segnava l’entrata, fu colto da un attimo di panico. In quel momento Yuki avrebbe voluto fare marcia in dietro ed andarsene il più lontano possibile da lì…però non poteva farlo. Continuava a ripetersi nella sua mente che nonostante tutto non era un codardo e che poteva farcela….alla fine fece due profondi respiri per calmarsi e varcò quell’entrata. Si incamminò con passo lento ma deciso per i vialetti che separavano le varie case dei membri della faglia Soma, tutte così uguali ed in apparenza perfette, fino a giungere all’ambulatorio medico di Hatori. Ancora prima di avere il tempo di bussare per rendere nota la sua presenza, la porta si aprì e sulla soglia comparve il giovane medico nel suo camice bianco. “Ben arrivato Yuki…entra.” disse Hatori spostandosi di lato per lasciare passare il ragazzo. “Ciao Hatori.” I due entrarono nell’edificio fino a raggiungere il suo studio. Hatori si chiuse la porta alle spalle e si voltò a fissare il ragazzo. “Come ti senti Yuki? Tutto bene?” “Non c’è male Hatori….ma preferirei togliermi questo peso di torno il prima possibile.” rispose senza mezzi termini. “Come vuoi.” disse tranquillamente il moro “Sarei venuto io da voi per visitarti se avessi avuto il tempo per farlo ma purtroppo sono bloccato qui alla tenuta…e dopo la ricaduta che hai avuto tempo fa preferisco che tu non salti più le nostre visite.Comunque non ti preoccupare…Akito non sa che sei qui.” Yuki si sentì un po’ più sollevato a quelle parole. “Grazie Hatori.” “Di nulla….ora però spogliati, non volevi andartene in fretta da qui?” Yuki fece un cenno d’assenso col capo ed iniziò a togliersi la divisa scolastica, gettando poi i vari indumenti su una delle sedie dello studio, per poi sedersi solamente in boxer sul lettino in attesa che Hatori iniziasse a visitarlo. Con questo il giovane medico prese tutti i suoi strumenti e diede inizio alla visita, che non durò più di quindici/venti minuti. Durante tutto quel tempo Yuki cominciò lentamente a rilassarsi ed a vedere la situazione con un po’ più di positivismo visto che fino ad allora era filato tutto liscio. Forse sarebbe riuscito ad andarsene senza troppi problemi. “Bene Yuki…con te ho finito.” disse Hatori riponendo via il suo stetoscopio. “Perfetto…grazie.” rispose il ragazzo saltando giù dal lettino ed incominciando a vestirsi. “Vedi di riguardarti ok? Specialmente nei cambi di stagione dove sei più sensibile a malesseri.” “Non ti preoccupare….starò bene.” Hatori si andò a sedere dietro la sua scrivania ed appoggiò i suoi occhiali su di essa, Yuki invece si stava abbottonando la camicia della divisa. “Starai anche bene ma verrai comunque a farti visitare.” disse con voce intransigente. Yuki non rispose, tanto Hatori sapeva benissimo come la pensava…se voleva visitarlo avrebbe dovuto scomodarsi lui ad andare da loro, quella era l’ultima volta che metteva piede alla tenuta per quel motivo. “Posso andare adesso?” chiese una volta completamente vestito. “Certo…vai pure…e porta i miei saluti a Shigure e gli altri.” “Lo farò senz’altro…a presto Hatori.” Con questo Yuki prese la sua cartella, fece un cenno col capo al moretto ed uscì dall’ambulatorio medico. Una volta fuori gli sembrò che un grosso peso gli fosse scivolato di dosso e si sentì molto più leggero e sollevato. Così avviò sereno verso l’uscita della tenuta. Ce l’aveva fatta….quasi non poteva crederci….era riuscito a resistere fino a quel momento e per di più non era successo nulla. Ora se ne sarebbe tornato a casa ed avrebbe dimenticato quella terribile giornata….era stata stressante oltre ogni limite. Chissà se Toru e Kyo erano già tornati….ma soprattutto se Hatsuharu aveva finito la sua punizione. Forse lo avrebbe incontrato per strada visto che ne dovevano per forza percorrere un pezzo in comune…gli avrebbe fatto piacere rivedere quel viso dolce e gentile dopo una prova come quella…lo avrebbe tranquillizzato. Purtroppo sembrava che la fortuna che lo aveva accompagnato fino a quel momento avesse perso d’efficacia. “Ma guarda un po’ cosa abbiamo qui….un piccolo topolino vagabondo.” Yuki a quelle parole….a quella voce…si gelò sul posto come paralizzato. Tutti i sentimenti positivi che fino a quel momento lo avevano invaso erano drenati completamente dal suo corpo. Non osò voltarsi, non osò muovere un muscolo…neppure quando una mano gelida gli toccò una spalla ed un respiro caldo gli sfiorò l’orecchio. Si limitò a rabbrividire, tremare, mentre il terrore si faceva strada lentamente dentro di lui. “Non sapevo che fossi qui Yuki….sei venuto a trovarmi?” sussurrò a pochi centimetri dal suo orecchio. “A…Akito…” mormorò con un filo di voce. Il capofamiglia dei Soma scivolò sinuosamente davanti al ragazzo mentre la mano che prima teneva sulla spalla scorse sul suo collo fino a fermarsi su una candida guancia. Akito aveva sulle labbra uno dei suoi soliti sorrisi tanto innocenti quanto freddi e vuoti mentre i suoi occhi sembravano perforare la carne di Yuki fino a raggiungere la sua anima. “Pensavo ti fossi dimenticato di me Yuki…è da tanto che non ti fai vedere….cominciavo a sentire la tua mancanza…la mancanza dei nostri giochi…” Yuki sgranò maggiormente gli occhi se possibile. No…non doveva succedere….non voleva ricordare….non voleva ricordare quel luogo buio e freddo….non voleva provare di nuovo quella paura senza confini….no…doveva liberarsi di Akito, doveva agire ed andarsene da quel posto prima che fosse troppo tardi. Ma se lo desiderava così tanto perché non riusciva a farlo!? Akito lo controllava. Quando c’era lui il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, era come una bambola nelle sue mani pronta ad eseguire i suoi ordini…perché aveva imparato a sue spese quanto poteva essere doloroso, terribilmente doloroso non ubbidirgli. “Yuki….Yuki….che ne dici di farmi compagnia per un po’? Solo noi due da soli, come ai vecchi tempi….sono convinto che ci divertiremo, non è vero Yuki?” il sorriso di Akito assunse una sfumatura che il ragazzo dai capelli argento aveva imparato a temere in particolar modo. No…non ancora…non di nuovo…ti prego…pensò, ma la sua volontà era nulla contro quella di Akito e non provò minimamente a dibattersi quando il giovane capofamiglia lo afferrò per un braccio sorridendo ed iniziò a trascinarlo verso la sua abitazione. Yuki non voleva seguirlo, voleva andarsene ma allo stesso tempo non riusciva a fuggire. Mentalmente implorava il suo corpo di fermarsi, pregava che qualcuno venisse ad aiutarlo…ma nessuno sarebbe arrivato, lo sapeva, nessuno era mai comparso a salvarlo. Così non potè far altro che seguire Akito, vestito nel suo yukata dai colori sgargianti, verso la sua casa mentre ad ogni passo si sentiva sprofondare nell’abisso più nero. Lo seguì per i corridoi di quell’abitazione che ancora adesso lo perseguitava nei suoi incubi…ed alla fine comparve la porta. La porta che lo avrebbe condotto all’Inferno. Vedendola qualcosa di scosse dentro Yuki…forse la paura di dover entrare di nuovo in quella stanza riuscì a scuoterlo leggermente dal controllo che Akito aveva su di lui, tanto da riuscire a parlare. “No…ti prego…non portarmi di nuovo là dentro…” mormorò con sguardo disperato mentre fissava la semi-oscurità della stanza dalla porta che Akito aveva appena aperto. Il capofamiglia si voltò nella sua direzione con espressione tra lo stupito ed il divertito, la presa sul braccio del ragazzo si fece leggermente più forte. “No? Perché no? Pensavo ti piacesse quel posto….non ci siamo divertiti tanto in quella stanza assieme?” disse sorridendo in modo enigmatico. “No…non voglio…” “Oh povero piccolo Yuki….non ti preoccupare…vedrai che ti piacerà di nuovo, non appena ti avrò rinfrescato la memoria sulle regole del gioco…” e senza dare il tempo a Yuki di ribellarsi, lo trascinò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle. La stanza era priva di qualsiasi fornitura, le finestre erano sbarrate con delle assi di legno leggermente separate le une dalle altre per far filtrare quel poco di luce che serviva a creare un’atmosfera ancora più agghiacciante. Akito condusse Yuki al centro della stanza prima di lasciargli andare la mano e voltarsi a fissarlo. Lo scrutò da capo a piedi, attingendo con soddisfazione alla paura ed al terrore che erano presenti sul volto del suo giocattolo. Sorrise compiaciuto alla vista ed appoggiò una mano sul petto del ragazzo che gli stava di fronte, sogghignando mentalmente al tremito che attraversò il suo corpo a quel tocco. Iniziò a muovere languidamente la mano sul suo torace, accarezzandone i lineamenti dolci ma che nascondevano muscoli invidiabili. “Allora Yuki….non ti sembra di essere tornato ai vecchi tempi…non sei felice di essere tornato da me?” chiese sorridendo maggiormente ed avvicinandosi al ragazzo “Dimmi Yuki…prima di iniziare i nostri giochi ho bisogno di sapere se devo legarti, sai come ai nostri primi incontri? Tendevi a dibatterti e pignucolare troppo….devo farlo allora? Oppure te ne starai buono come hai imparato a fare?” Mentre parlava Akito aveva iniziato a sbottonare lentamente con una mano la camicia di Yuki…il ragazzo lo fissava con occhi sgranati e terrorizzati. Il suo incubo stava per ricominciare e lui non voleva…non voleva. “No…non farlo…” sussurrò, trovando anche la forza di fare due passi in dietro per allontanarsi dal suo aguzzino. L’espressione sul volto di Akito si indurì leggermente ma solo per qualche istante, poi tornò a sorridere. “Bene….credo di aver ottenuto la mia risposta alla fine.” disse avvicinandosi a Yuki, che ovviamente continuò ad indietreggiare fino a quando non si ritrovò con le spalle al muro, intrappolato. “Non puoi sfuggirmi Yuki, lo sai…” le sue mani afferrarono le braccia del ragazzo sollevandole sopra la sua testa e bloccandole alla parete “Rendi solo le cose più dolorose per te quando invece ti potresti divertire.” Qualche istante dopo Yuki si ritrovò con i polsi legati sopra la testa da un laccio in cuoio mentre il suo corpo iniziava a tremare. Le mani di Akito ripresero a sbottonargli la camicia fino a quando non fu completamente aperta. “Sai Yuki…mi è sempre piaciuta la tua pelle, così candida e morbida” disse Akito iniziando ad accarezzarla con le sue dita “Mi viene voglia di rovinarla…” “No…no…” sussurrò con disperazione il ragazzo. “No? Io invece dico di si.” Akito si chinò su di lui posando le labbra contro il suo collo, disseminandolo di piccoli baci fino a scivolare sulla sua spalla scoperta, dove si fermò ed affondò i denti con forza, facendolo gemere di dolore. Poi si allontanò leggermente per fissare la sua opera…sulla pelle candida di Yuki ora stava il segno del suo morso, rosso e leggermente sanguinante. “Mmhh….si, così va decisamente meglio non trovi?” Yuki fissò Akito con occhi lucidi e spaventati. Perché doveva ricominciare tutto di nuovo? Lo sapeva, sapeva che non sarebbe mai dovuto venire lì…non da solo….ed adesso era in trappola….nessuno sarebbe venuto a liberarlo. I suoi pensieri volarono inconsapevolmente ad Hatsuharu. Avrebbe voluto essere con lui in questo momento…Hatsuharu lo faceva sentire bene, al sicuro e protetto….perché non veniva a salvarlo? Ovviamente una piccola parte del suo cervello sapeva che il compagno non avrebbe potuto aiutarlo in nessun modo perché non sapeva dove fosse e cosa stava succedendo. Era solo ormai…..ma in qualche modo non voleva lasciare andare la speranza, seppure sottile ed effimera. Le mani di Akito intanto avevano ripreso ad accarezzare la pelle di Yuki, sfiorandogli i capezzoli e scendendo lentamente verso il basso, sul suo ventre, fino a sfiorare il bordo dei pantaloni. La sua bocca aveva lasciato altri morsi su quella superficie candida. Quando poi sentì i suoi pantaloni venire un po’ alla volta slacciati, Yuki si fece prendere sul serio dal panico e cominciò a dimenarsi. “Lasciami…non toccarmi….non voglio più farlo…ti prego…Akito…” Akito si allontanò da Yuki con espressione irritata e lo fissò con sguardo duro e severo. Come osava il suo giocattolo ribellarsi a lui! Era inammissibile! Il periodo di lontananza lo aveva reso nuovamente insubordinato…ma lui sapeva come renderlo di nuovo mansueto. Bastava rieducarlo un po’ ed il suo corpo poi avrebbe fatto il resto, in fondo, per quanto obiettasse non poteva negare che il suo corpo ricordasse tutti i loro giochi e tutte le sue punizioni….si sarebbe arreso in fretta, ne era sicuro. “Se è questo quello che desideri, mi comporterò di conseguenza.” disse sorridendo nuovamente con una vena di sadico divertimento “Poi non ti lamentare mio piccolo topolino…sei stato tu a volerlo.” Con questo il moretto si allontanò da Yuki e si diresse in un angolo della stanza, estraendo dall’ombra che la celava una lunga ma sottile canna di bambù, robusta ma allo stesso tempo flessibile e difficile da rompere. Yuki spalancò gli occhi riconoscendo quell’attrezzo mentre Akito fece schioccare il frustino su una mano e gli si avvicinò con movimenti da predatore. “Non è un suono meraviglioso Yuki? Te lo ricordi?” chiese sorridendo con un’innocenza che stonava su quel volto “O forse te lo ricordi meglio in questo modo?” e l’attimo dopo la canna di bambù partì ed andò a scontrarsi sul petto del ragazzo in due rapidi colpi che lo fecero quasi urlare di dolore. “Allora, che mi dici?” “A-Akito….smettila…basta…” mormorò Yuki disperato. “Perché dovrei smettere, abbiamo appena cominciato.” disse colpendolo nuovamente con quel frustino, che iniziò a lasciare segni rossi su quella pelle di porcellana. Akito godeva della sofferenza di Yuki, godeva del potere assoluto ed esclusivo che aveva su di lui….era suo, qualsiasi cosa dicesse la gente Yuki era suo. Poteva scappare tutte le volte che voleva ma alla fine sarebbe sempre tornato tra le sue mani. “Non ti piace quello che ti sto facendo?” chiese sentendolo gemere per l’ennesima volta di dolore ad una frustata “Eppure sei stato tu a chiedermelo…..ma se mi implorerai come sai fare posso anche decidere di fare qualcosa di molto più piacevole per entrambi.” “No…basta…Akito…non voglio…” singhiozzò Yuki mentre una lacrima era scesa a rigargli il volto. “Basta…non voglio….non sai dire altro Yuki!! Sei un ingrato dopo tutto quello che ho fatto per te!!” urlò accalorandosi in volto “Ti sei montato la testa ad abitare da Shigure ma ti farò ricordare a chi appartieni!” Con questo Akito sollevò il braccio con la canna di bambù pronto a colpire nuovamente il ragazzo, questa volta con forza decisamente maggiore. Yuki strinse gli occhi preparandosi al colpo quando vide il braccio del suo aguzzino abbassarsi velocemente su di lui. Lo schiocco che contrassegnava lo scontro del frustino contro qualcosa ci fu ma Yuki non provò alcuno dolore…il legno non lo aveva colpito. Lentamente aprì gli occhi per vedere cos’era successo e li spalancò rimanendo a bocca aperta quando vide l’alta figura di Hatsuharu davanti a lui con il braccio alzato. Gli aveva fatto da scudo e si era preso la frustata al posto suo. Akito fu altrettanto sorpreso dall’intromissione del ragazzo dai capelli bicolore e lo fissò momentaneamente spaesato. Hatsuharu al contrario era a dir poco furibondo, non ci vedeva più dalla rabbia. Non appena tornato alla tenuta si era diretto subito da Hatori per vedere se Yuki era ancora da lui ma quando il medico gli riferì che se n’era andato già da un pò la cosa lo lasciò assai perplesso. In teoria avrebbe dovuto incontrarlo per strada se così fosse stato, invece non lo aveva proprio visto. Non si seppe spiegare come o perché ma una bruttissima sensazione lo invase, sapeva che qualcosa era andato storto e che Yuki era in pericolo….ed in quella situazione solo una persona gli venne in mente che poteva arrecare un qualche danno ad il suo amato: Akito. Quindi si ritrovò a correre a perdifiato verso l’abitazione del loro capofamiglia, entrandovi e mettendosi a vagare disperatamente per i corridoi della casa fino a quando, da una stanza, non sentì provenire le urla adirate di Akito…quello che vide aprendo la porta lo fece gelare ed infuriare allo stesso tempo. Fortunatamente la sua prontezza di spirito fu superiore allo shock e lo spinse ad agire all’istante, frapponendosi fra Yuki e l’oggetto che lo voleva colpire. Ora Hatsuharu era lì…a fissare Akito con due profondi occhi neri simili a carboni ardenti che sembravano sul punto di incenerirlo all’istante. “Tocca nuovamente Yuki con quel coso e te ne faccio pentire amaramente.” sibilò Hatsuharu, o forse sarebbe più corretto dire la sua parte Black. Akito a quelle parole si riprese e fissò il ragazzo con espressione indignata ed adirata. “Hatsuharu!! Come osi tu entrare in casa mia ed avere il coraggio di ordinarmi quello che devo e non devo fare!! Esci immediatamente da qui!!” “Certo, uscirò da qui…ma Yuki verrà con me….non ho nessuna intenzione di lasciarlo nelle mani di un pazzo come te!” “Pazzo? Pazzo io? Sei tu il pazzo se credi che lascerò che Yuki venga via con te….a nessuno permetto di intromettersi tra me e Yuki….lui appartiene a me!!” “Yuki non appartiene a nessuno, tanto me a te!!” Akito cercò di colpire Hastuharu al volto con la canna di bambù ma anche questa volta il ragazzo parò il colpo con un braccio senza battere ciglio. Yuki intanto fissava il compagno ad occhi aperti, incredulo che lo stesse davvero proteggendo ma soprattutto che i suoi desideri per una volta fossero stati ascoltati. Aveva pregato ardentemente che Hatsuharu venisse a salvarlo, i suoi pensieri in qualche modo erano volati subito a lui…ed ora eccolo qui per davvero. “Hatsuharu…” mormorò con voce flebile il ragazzo dai capelli argento. Il compagno si voltò leggermente a fissarlo e la sua espressione si addolcì un po’. “Non temere Yuki…ora ci sono io con te.” disse prima di voltarsi nuovamente verso Akito…i due si stavano fissando con rabbia e furia reciproca ed entrambi avevano la forza di volontà necessaria per reggere lo sguardo dell’altro. Sembravano due tigri fameliche che si studiavano pronte ad attaccarsi da un momento all’altro per stabilire il possesso di una preda. “Maledetto….come osi ostacolarmi!! Io sono il capofamiglia dei Soma e tu mi devi portare rispetto!!” “Puoi anche essere l’imperatore del Giappone Akito e sinceramente non me ne potrebbe fregare di meno dei tuoi ordini….Yuki viene via con me e questo è quanto!” detto questo si voltò verso il compagno legato e cominciò a liberargli i polsi dai lacci in cuoio, ignorando completamente Akito e le sue urla. Akito in quel momento non ci vide più dalla rabbia….come osava quel moccioso ribellarsi a lui, era inammissibile!! Così sollevò nuovamente il frustino e lo scagliò con tutta la forza che aveva in corpo contro il ragazzo voltato di spalle. Il legno del bambù andò a colpire la sua spalla destra e a discapito di ogni previsione, il bastone si spezzò all’impatto. Il colpo era stato inferto con tale forza da romperlo ma Hatsuharu sembrò non sentire minimamente il dolore che avrebbe dovuto provare. Una volta liberato Yuki, che si accasciò stanco e tremante contro di lui, con i vestiti aperti e scomposti, lo prese in braccio ed uscì dalla stanza, senza degnare di uno sguardo Akito. Il ragazzo rimase saldamente aggrappato al collo di Hatsuharu con le braccia, con il volto nascosto contro la spalla. Non gli interessava dove lo stesse portando, bastava che fosse il più lontano possibile da quell’orribile stanza…ma soprattutto non voleva che lo lasciasse ancora solo. I due arrivarono in breve tempo ad un’altra abitazione all’interno della tenuta Soma. Hatsuharu vi entrò e si diresse a passo sicuro per i corridoi fino ad entrare in una stanza che si scoprì essere la sua camera da letto. L’arredamento era moderno ed essenziale, ogni cosa sembrava essere al proprio posto secondo un preciso ordine. Il letto era appoggiato contro una delle pareti e si andò a sedere su di esso, tenendosi Yuki sulle ginocchia. Le sue mani iniziarono a vagare sulla sua schiena cercando di tranquillizzarlo mentre allo stesso tempo lo teneva stretto a sé per infondergli sicurezza. “Ora non hai più nulla da temere Yuki….Akito non ti farà più del male…” sussurrò con il volto affondato tra i suoi morbidi capelli. “Haru….come hai fatto a sapere che ero lì?” “Non lo so….Hatori mi ha detto che eri già andato via ma non avendoti incontrato per strada mi sono insospettito….poi ho avuto la sensazione che fossi in pericolo e mi è venuto in mente Akito…sapevo quanto lui ti spaventasse…ed adesso ho capito perché…” mormorò con chiaro veleno nella voce indirizzato al loro sadico capifamiglia. Come aveva potuto far del male ad una creatura meravigliosa come Yuki…..non lo avrebbe mai perdonato. “Grazie…” rispose il compagno….lentamente stava cominciando a rilassarsi, il calore del corpo di Hatsuharu lo stava confortando e rassicurando…non avrebbe mai pensato di potersi sentire così bene tra le sue braccia….era una sensazione strana per lui ma molto piacevole. “Non devi ringraziarmi….per te farei qualunque cosa…” “Perché…” chiese Yuki scostando il volto dalla sua spalla per fissarlo dritto negli occhi “Perché sei così buono con me?….anche quando sei Black nonostante il caratteraccio nutri sempre un interesse per me…perché?” Il ragazzo dai capelli bicolore lo fissò un po’ sorpreso. Che poteva dirgli…poteva davvero dirgli la verità, cioè che si preoccupava per lui perché lo amava? Yuki sembrava così indifeso e bisognoso di affetto in quel momento…ma poteva davvero rischiare la sua amicizia per una dichiarazione che potrebbe essere semplicemente gettata al vento? Anche se, a dire la verità, lui conosceva Yuki…e sapeva che non avrebbe mai pensato male di lui se anche gli avesse confessato quello che provava….poteva non ricambiarlo ma non lo avrebbe mai deriso o evitato….era troppo dolce per un comportamento del genere. Quindi poteva arrischiarsi? Il suo cuore diceva di si….almeno si sarebbe tolto quel pesante segreto dal petto. “Vedi…io lo faccio perché tengo molto a te…e non solo come un amico ma come qualcosa di più…io…” si interruppe un attimo e prese un profondo respiro “Io ti amo Yuki….tu sei la persona più importante per me e ti proteggerò sempre…” Hatsuharu aveva parlato con sincerità e senza mai staccare i suoi occhi neri da quelli viola come l’opale di Yuki. Quest’ultimo sembrava essere rimasto molto colpito dalle parole del compagno, nessuno aveva mai detto di amarlo e quasi non credeva possibile che fosse stato proprio Haru a pronunciare quelle parole. Lo fissò con espressione confusa ed un po’ incerta….sapeva che Hatsuharu non gli avrebbe mai mentito, non su qualcosa di così serio, ma in qualche modo voleva accertarsi che fosse tutto reale. “Dici sul serio?” “Certo….ti amo con tutto me stesso…non sei costretto a ricambiarmi per forza se non provi qualcosa per me, non te lo permetterei…voglio solo che tu sappia che sarò sempre al tuo fianco…” rispose accarezzando con una mano il volto del suo amato. Yuki rimase rapito fissare Hatsuharu. Quelle parole gli avevano scaldato il petto…ed un po’ alla volta tutte le sensazioni che aveva sempre provato in presenza di quel ragazzo dall’animo gentile presero un senso ed andarono al loro posto. Com’era stato stupido a non accorgersene prima….eppure era tutto così evidente. Ma sapeva come porre rimedio ad ogni cosa adesso. Lentamente, senza dare il tempo ad Hatsuharu di comprendere le sue intenzioni, avvicinò il volto a quello del compagno e posò le sue labbra su quelle dell’altro in un casto bacio. Il ragazzo dai capelli bicolore rimase gelato sul posto dalla sorpresa per qualche istante, non sapendo bene come reagire ad un’azione così inaspettata da parte di Yuki…ma alla fine il suo corpo prese il sopravvento ed agì di propria volontà, rispondendo con uguale dolcezza al bacio. I due mantennero unite le loro bocche per minuti che sembravano interminabili ma si dovettero per forza separare per riprendere fiato. Hatsuharu fissò Yuki dritto negli occhi mentre passava una mano sul suo volto. “Perché lo hai fatto?” chiese semplicemente in cerca di una risposta. “Haru io….non sono certo che quello che provo per te sia amore….però sì, credo di essermi innamorato di te…” disse abbozzando un vago sorriso “Tu sei l’unico che mi fa sentire bene, al sicuro…ed anche prima mentre…Akito…beh…anche prima insomma i miei pensieri sono voltati a te…volevo fossi tu a salvarmi e…” Yuki non riuscì a finire quello che stava dicendo perché Hatsuharu si era fiondato a baciare le sue labbra con passione, facendo ribaltare entrambi sul letto. Le parole del compagno gli avevano riempito il cuore di gioia, una gioia immensa che non avrebbe mai creduto di provare. Yuki lo amava…beh….lo ricambiava per lo meno….ed anche se lo amava un decimo di come lo amava lui a lui andava bene…era felice. “Grazie Yuki…grazie….” disse in fine separandosi, la sua espressione era radiosa “Non sai quanto mi hai reso felice in questo momento. Non permetterò più a nessuno di toccarti, penserò io a te.” Il ragazzo sotto di lui sorrise ed afferrando Haru per il collo lo attirò nuovamente a sé per un bacio più passionale. La sua lingua sfiorò le labbra del compagno in una silenziosa richiesta d’accesso ed esse si schiusero all’istante per lasciarla passare. Da quel momento fu Hatsuharu a gestire l’andamento del bacio, giocando con la lingua di Yuki e divorandosi la sua bocca. Le sue mani intanto, un po’ alla volta, presero a vagare sul suo petto, accarezzandone la morbida pelle di porcellana, rigata crudelmente di rosso dai segni delle frustate. Quando le sue dita sfiorarono casualmente i suoi capezzoli, Yuki si lasciò sfuggire un mugolio che si perse nel bacio. Quel gemito, però, bastò ad Hatsuharu per accorgersi di quello che stava facendo e riprendere in mano le redini del suo autocontrollo, separandosi così da Yuki. “Perdonami Yuki…non volevo…” mormorò fissandolo con espressione dispiaciuta e colpevole. Il ragazzo dai capelli argento aprì lentamente gli occhi e lo fissò confuso e spaesato. “Haru…per cosa ti scusi?” “Per aver approfittato di te in questo momento….non volevo farti pressioni….” Yuki continuò a fissarlo per alcuni istanti e poi rise lievemente. “Sciocco….non farti tutti questi problemi…non mi stavi mettendo alcuna fretta anzi, mi piaceva quello che stavi facendo.” “Ne sei sicuro?…guarda che possiamo anche fermarci qui non…” Yuki lo zittì posando due dita sulle sue labbra. “Zitto e continua.” ordinò con un sussurrò e Hatsuharu, ormai persuaso, non se lo fece ripetere due volte e tornò a baciarlo ed accarezzarlo. Il ragazzo sotto di lui sospirò contento di quelle attenzioni mentre una delle sue mani vagava sul petto del compagno nel tentativo di liberarlo da quella fastidiosa camicia, l’altra era occupata a giocare con le sue morbide ciocche bicolore. Alla fine, dopo vari tentativi, riuscì a far scivolare giù dalle spalle la camicia di Hatsuharu, così da poter accarezzare liberamente la sua schiena pelle contro pelle. Hatsuharu lasciò andare le sue labbra e fece scivolare la sua bocca lungo la mandibola dell’amato fino a giungere al collo, dove iniziò a disseminare piccoli baci scendendo verso la spalla. Lì incontrò il segno del morso di Akito e spinto da un moto di rabbia mista a gelosia cominciò a leccare la piccola ferita e a baciarla per far dimenticare a Yuki tutte le sensazioni spiacevoli che aveva provato. Fece la stessa cosa anche per gli altri due morsi, ovvero quello alla base del collo, dall’altro lato, e quello attorno ad uno dei capezzoli. Yuki gemette e si inarcò leggermente con la schiena quando le labbra di Hatsuharu sfiorarono quel punto particolarmente sensibile del suo corpo. Intanto le sue mani avevano preso a vagare verso il basso, raggiungendo i pantaloni già slacciati ed iniziando ad accarezzare la pelle del basso ventre, incerto se andare oltre o fermarsi. Il ragazzo sotto di lui sembrò intuire la sua indecisione e gli sussurrò di continuare, muovendo il bacino verso l’alto. Hatsuharu allora introdusse con lentezza la mano oltre l’elastico degli slip ed andò a stuzzicare la virilità ormai eretta del suo compagno, che gemette e si inarcò contro di lui stringendosi al suo corpo. Haru sorrise contro il petto di Yuki sentendo quei dolci suoni provenire dalla sua gola per le scariche di piacere che gli faceva provare. Decise così di passare ad un livello superiore e mentre scendeva con la bocca lungo i suoi muscoli tesi e ben scolpiti, fece scivolare sia i pantaloni che gli slip lungo le sue gambe snelle, facendoli poi cadere a terra. Una volta giunto all’altezza dell’erezione di Yuki, Hatsuharu si sollevò sui gomiti per fissare il corpo nudo e seducente del suo compagno. Il ragazzo dai capelli argento aveva gli occhi chiusi, la bocca semi-aperta per lasciar uscire gemiti e sospiri ed il volto leggermente arrossato dal piacere….era un vero spettacolo. Hatsuharu abbassò lo sguardo sul sesso dell’amato e ne sfiorò la punta con la sua lingua per osservare la reazione di Yuki. “Ahh!…H-Haru….” ansimò questo spalancando gli occhi e stringendo con le mani le lenzuola sotto di lui. Il ragazzo dai capelli bicolore sembrò soddisfatto di quella reazione e lentamente prese in bocca tutta la sua erezione accarezzandola con la lingua, per poi iniziare a succhiare con movimenti precisi e calcolati. Yuki iniziò a muoversi inquieto sotto di lui cercando di approfondire quel contatto per avere maggiore soddisfazione, visto che Haru lo stava tormentando un po’ troppo. Quest’ultimo decise allora di dargli un diverso tipo di soddisfazione e con le mani prese ad accarezzargli le gambe e l’interno coscia fino a risalire verso i glutei ed andare con le dita a stuzzicare il piccolo orifizio che vi stava nascosto. Yuki gemette e si inarcò, muovendo il bacino verso quelle dita provocatrici…ed alla fine Hatsuharu lo accontentò introducendo un primo dito dentro la sua apertura. Il ragazzo fu distratto a sufficienza dal trattamente sul suo sesso che non provò alcun fastidio a quella prima penetrazione. Haru iniziò a muovere con delicatezza il dito nel suo corpo e dopo un po’ di tempo ne introdusse un secondo ed un terzo. Alla terza intrusione Yuki si irrigidì ed allora il compagno iniziò a pompare con maggior decisione sulla sua erezione per fargli dimenticare tutto il resto. Quella duplice stimolazione continuò per parecchio tempo tra alti e bassi, conducendo Yuki quasi al limite della sopportazione per poi rallentare il ritmo e mantenerlo insoddisfatto. Alla fine Haru decise di accontentarlo ed andò a sfiorare con le dita quel punto magico dentro il suo corpo che lo fece urlare di piacere e dopo poco tempo riversare la sua essenza dentro la sua bocca. Il ragazzo bevette con avidà senza lasciarsi sfuggire neppure una goccia di quel nettare afrodisiaco. Yuki si accasciò sfinito sul materasso, con il respiro affannato ed il viso madido di sudore. Hatsuharu salì lentamente verso le sue labbra e le baciò dolcemente, adagiandosi sopra di lui ma senza opprimerlo con il suo peso. “Yuki….non sei tenuto ad andare fino in fondo se non vuoi…io non ho fretta….” sussurrò dolcemente. Il compagno aprì gli occhi e gli sorrise. “Ma io voglio che tu lo faccia….” “Ne sei sicuro?” “Si…” con un cenno del capo a marcare ulteriormente la sua decisione. “D’accordo….se è questo che vuoi….” e lo baciò di nuovo “Dimmi però….è la prima volta per te?” A quella domanda l’espressione sul volto di Yuki si incupì terribilmente e scostò lo sguardo da Hatsuharu, puntandolo in un punto imprecisato della stanza. L’altro ragazzo capì al volo quello che stava cercando di non dirgli ed il suo corpo fu attraversato da una rabbia ancora maggiore di quella che aveva provato prima……quel maledetto Akito….avrebbe dovuto ucciderlo prima quando ne aveva avuto l’occasione! In qualche modo però riuscì a controllare la sua furia e cercò di rassicurare l’amato. “Yuki….non ci pensare ok? Ora ci sono io qui con te…e ti amo…” sussurrò afferrando il ragazzo per il mento con le dita e costringendolo a fissarlo. L’espressione cupa che aveva sul volto lentamente si sciolse a contatto con quei due profondi pozzi neri che lo fissavano così carichi di affetto ed alla fine protese le braccia verso l’alto e lo abbracciò forte. “Allora amami….” Hatsuharu sorrise dolcemente e lo baciò sulle labbra per poi sfilarsi anche gli ultimi indumenti che aveva addosso. Una volta nudo afferrò le gambe di Yuki e se le avvolse attorno alla vita, posizionando la sua virilità contro la sua apertura. Lanciò un ultimo sguardo al compagno, che gli fece un cenno d’assenso col capo, e poi lo penetrò con un'unica ma lenta spinta. Yuki si morse leggermente un labbro per trattenere un gemito di dolore ed una volta che Haru fu entrato totalmente nel suo corpo si fermò per dargli il tempo di abituarsi, cospargendo intanto il suo volto di piccoli baci. Quando si fu abituato iniziò nuovamente a muoversi, dapprima con calma ma poi con forza sempre maggiore, affondando in profondità dentro quel corpo caldo ed accogliente. Yuki aveva preso a gemere ed ansimare di piacere, andando incontro alle sue spinte con il suo bacino. Hatsuharu portò una mano tra i loro corpi ed andò a stuzzicare anche l’erezione del compagno, cercando di appagarlo nel miglior modo possibile, mentre con le sue spinte andava a toccare ogni volta quel punto particolare dentro il suo corpo. Dopo alcuni minuti di quella stimolazione il ragazzo non resistette oltre e si svuotò sui loro ventri. Haru lo seguì di lì a poco, sentendo i muscoli che avvolgevano la sua erezione stringersi con forza attorno ad esso. I due ragazzi si accasciarono sul letto stremati ma appagati. Hatsuharu uscì delicatamente dal suo corpo e si sdraiò di fianco attirando Yuki a sé, che si andò subito ad accoccolare contro di lui, utilizzando la sua spalla come un cuscino. “Stai bene Yuki?” chiese accarezzandogli la schiena con una mano. “Non sono mai stato meglio…” mormorò l’altro in risposta, facendo sorridere il compagno. “Ne sono felice…” Entrambi rimasero in silenzio alcuni istanti e poi fu Yuki a parlare. “Finirai nei guai con Akito per quello che hai fatto…” “Non mi importa. Non ho paura di lui…da oggi in avanti non ti toccherà più, te l’ho promesso no? Che urli e strepiti quanto gli pare, adesso sei mio.” rispose abbracciandolo con fare dolce e possessivo. Yuki sorrise e si strinse a lui con espressione contenta. “Solo non provocarlo troppo ok? Non vorrei che ti facesse del male.” “D’accordo…te lo prometto..” “Ti amo Hatsuharu…..grazie di avermi liberato…” e non si stava riferendo solo a quello che era successo quel pomeriggio….ed il compagno lo comprese. “Non devi ringraziarmi…l’ho fatto perché ti amo…” sussurrò baciandolo tra i capelli “Ora riposati….tra un po’ dovrai tornare a casa oppure Toru e Shigure si preoccuperanno.” In risposta ottenne solamente un mormorio assonnato, segno che Yuki era già mezzo sprofondato tra le braccia di Morfeo.
*Fine*
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