Catene

parte V

di Naika



Hanamichi emerse dal suo sonno esausto guardandosi attorno confuso.
I caldi raggi solari illuminavano il letto e il suo corpo disegnando ombre dorate sulla sua pelle abbronzata.
Sorrise imbarazzato eppure stranamente sereno, salutando il nuovo giorno.
Si sentiva spossato però allo stesso tempo...
Aveva la consapevolezza che quanto era avvenuto tra lui e Rukawa non era stato semplice sesso.
La volpe lo aveva trattato con gentilezza, con rispetto.
Sorrise nuovamente, un sorriso solare, dolcissimo, mentre si voltava verso il punto in cui il volpino si era addormentato, immaginandoselo rilassato tra le lenzuola, i capelli scuri sparsi sulla federa bianca.
Magari avrebbe potuto guardarlo per un po', chissà com'era bello quando i suoi lineamenti erano addolciti dal sonno.
Avrebbe potuto chinarsi e sfiorare le sue labbra con le proprie.
E poi scostargli la frangia nera in modo di potersi specchiare in quegli abissi blu che si sarebbero socchiusi a fissarlo.
E allora si sarebbe chinato di nuovo a baciarlo ancora e avrebbero fatto di nuovo l'amore.
In quella maniera totale e perfetta.
Arrossì mentre immaginava se stesso e il volpino a scambiarsi carezze sul grande letto sfatto, i raggi solari a lambire i loro corpi allacciati con il loro dorato calore.
Il sorriso tuttavia scomparve immediatamente quando si accorse che l'unico occupante del letto era lui.
Allungò una mano lentamente e si accorse con un fremito che la parte che pensava occupata dal suo amante era fredda.
Strinse la mascella alzandosi e avvolgendosi il lenzuolo attorno ai fianchi prima di avvicinarsi al bagno.
Ma anche la sua ultima speranza scomparve quando lo trovò vuoto.
La stanza era deserta.
E a giudicare dalle lenzuola fredde, lo era da un po'.
Il dolore gli trapassò il petto con la violenza di una pugnalata mentre stringeva gli occhi per impedire alle lacrime di solcare le sue guance.
Aveva già pianto per lui una volta.
Non l'avrebbe fatto di nuovo!
"Stupido!" si rimproverò ad alta voce.
Stupido, mille volte stupido, si ripetè.
Rispetto?
Quale rispetto?
Rukawa era venuto a divertirsi un paio d'ore e poi se n'era andato lasciandolo solo.
Lui era un giocattolo no?
Solo un giocattolino consenziente.
Si morse le labbra con rabbia, la felicità che l'aveva avvolto quel mattino infranta dalla cruda realtà che gli presentava quel letto vuoto.
Perchè lo aveva lasciato fare?
Perchè si era fidato di lui?
Eppure lo sapeva che ne avrebbe tratto solo sofferenza!
E ora... ora si sentiva ancora peggio di quel giorno in cui era stato violentato.
Perchè quel giorno Rukawa si era portato via la sua verginità e il suo orgoglio mentre la sera precedente...

Anche se aveva giurato...
Anche se aveva detto che MAI lui gliel'avrebbe concesso...

Rukawa si era portato via il suo cuore.

Hanamichi prese a passeggiare nervosamente avanti e indietro mentre la mente e il cuore combattevano una guerra senza esclusione di colpi.
Se la prima gli diceva fredda e spietata che lui, per il volpino, non era che un trastullo temporaneo, che l'aveva usato e poi lasciato come si fa con un oggetto, il secondo gli ricordava la passione dei loro baci, la gentilezza delle loro mani sussurrando che esse non potevano contenere bugie.
Hanamichi imprecò incapace di decidere a chi dei due credere.

La mente aveva dalla sua il fatto che lui si trovava lì, solo.
Il cuore gli ricordava del dono di Rukawa, della dolcezza con cui l'aveva trattato.

Babele sollevò il capo sbadigliando prima di fissare gli occhi scuri sul rossino.
Lo fissò curioso passeggiare nervosamente avanti e indietro intermezzando imprecazioni e domande ad alta voce a cui non sapeva dare risposta.

"A chi devo credere?" sbottò esasperato lasciandosi cadere sul letto sfatto.

Non voleva...
Non poteva permettere a Rukawa di spezzargli il cuore.

Ci potevano essere mille ragioni per cui lui non era lì quella mattina.

<Certo...> mormorò suadente la sua mente <...ma la verità è che tu sei soltanto un oggetto per lui!!>

"Magari aveva degli impegni urgenti.." mormorò ad alta voce.
Si maledì per il tono speranzoso che la sue parole contenevano.
Rukawa gli era già entrato tanto nel sangue che aveva bisogno di giustificarlo?

<Oh sì giusto...> gli rispose la perfida vocina della ragione <...doveva cercarsi un altro animale da domare dato che tu sei diventato un micetto che fa le fusa>

Hanamichi arrossì violentemente a quel suo stesso pensiero.
D'altronde non poteva negare.

Dopo quella notte...
Non sarebbe più stato in grado di dirgli di no, lo sapeva.

Si era offerto a lui senza ritegno.
Lo aveva desiderato.
Cercato.

Babele si arrampicò faticosamente sul letto raggiungendo il viso del suo padrone e cominciando a disseminargli il volto di piccole, dolci, lappate.
Hanamichi lo prese tra le braccia e prese ad accarezzargli la testolina, lentamente.
Fissò il cagnolino negli occhi e sospirò "Che cosa devo fare?" gli chiese sconfortato.
Il botolo lo fissò per un momento e poi scodinzolò con forza cercando di mordicchiargli le dita.
Hanamichi sorrise suo malgrado ma depose il cucciolo.
"Non ho voglia di giocare oggi Babele" mormorò passandosi una mano tra i capelli rossi con un sospiro prima di alzarsi e dirigersi in bagno.
Aveva bisogno di un lungo bagno caldo, magari l'avrebbe aiutato a rilassarsi e a mettere chiarezza nei suoi pensieri.

"Spero per voi che sia più che importante!" ringhiò Rukawa al suo interlocutore dall'altra parte del sottile monitor del comunicatore.
Il segretario ai viaggi intercoloniali rabbrividì sotto lo sguardo incandescente dell'imperatore mentre ringraziava mentalmente di trovarsi a diversi anni luce di distanza dal pianeta su cui il suo interlocutore viveva.
Rockard Harry era un personaggio rispettato in tutto il cosmo data l'importanza della sua carica e la sua influenza sulla federazione stellare però...
Bhe il ragazzo che aveva dinanzi era pur sempre il proprietario di una delle più floride fortune dell'universo e farlo alterare era una di quelle cose che potevano rivelarsi molto, ma molto, spiacevoli.
Solitamente a quell'ora del mattino l'imperatore si trovava già nel suo studio quindi il segretario non aveva esitato a chiamarlo, ordinando boriosamente alla donna che gli aveva risposto, di farlo parlare immediatamente con Rukawa, in quanto si trattava di una questione molto importante.
Aveva dovuto aspettare parecchio prima di trovarsi di fronte un, eufemisticamente parlando, furioso, Rukawa e ora si trovava a ponderare di aver commesso un piccolo errore che gli sarebbe stato fatale per la carriera, se non addirittura per la vita a giudicare dai lampi assassini che attraversavano quegli occhi blu.
Rukawa ascoltava scocciato e nervoso la voce fastidiosa di quell'uomo che tuttavia non poteva permettersi di mandare al diavolo mentre i suoi pensieri volavano altrove.
Ormai era giorno inoltrato e temeva che da un momento all'altro Hanamichi si sarebbe svegliato.
E lui voleva farsi trovare lì al suo fianco!!
Non certo a discutere di permessi per i salti intergalattici!!
Lanciò un'occhiata nervosa al quadrante che indicava l'ora imprecando tra se, aveva già perso venti minuti con quell'uomo, sicuramente ormai il suo rossino doveva essere sveglio.
E chissà quali pensieri passavano per la testa di quel do'hao.

Il bagno caldo non l'aveva aiutato.
La mente continuava a dirgli che si era fatto usare e il cuore a pregarlo di fidarsi.
Fidarsi...
Aveva imparato a non farlo mai sulla colonia però in quel nuovo pianeta, in quella nuova stanza, lì aveva pensato che forse poteva ricominciare...
Si asciugò alla belle e meglio i capelli passandovi sopra un panno di morbida spugna aprendo l'armadio e prendendo una veste a caso da indossare.
Solo allora si accorse di una cosa... Babele era scomparso.
Lo cercò sotto il letto, dietro lo scrittoio persino tra i vestiti ma niente, del botolo, nessuna traccia.
Cominciava già a preoccuparsi seriamente quando avvertì un uggiolio provenire da dietro la porta che separava la sua stanza dal corridoio.
Si avvicinò all'uscio sorpreso sollevando una mano, ma non ebbe modo di posarcela sopra che la fotocellula registrò il suo movimento e l'uscio si aprì con un fruscio, rivelando il cucciolo seduto sulle zampine posteriori.
Babele gli saltò allegramente intorno mentre Hanamichi fissava basito il corridoio.

La porta...
...non era chiusa a chiave.

Rukawa non l'aveva chiuso dentro.
Era libero di uscire.

Perchè?

<Semplice...> fu la rapida, sibilante, risposta <...perchè sa di averti ormai domato>

Hanamichi strinse la mascella mentre l'orgoglio ruggiva nel suo sangue a quell'affermazione.

<Ormai non sie nient'altro che un'obbediente giocattolino.> rincarrò la dose la vocina malefica.
<Lui lo sa! Gli basterà schioccare le dita e tu gli concederai il tuo corpo da bravo schiavo>

Hanamichi fece un passo indietro ferito e furente.
Non poteva essere quello il motivo.
Possibile?
Possibile che fosse stato così sciocco da aver confuso il significato delle carezze, dei baci, della notte precedente?
Era davvero solo quello per Rukawa?
Un giocattolo?
Uno schiavo?

<Ti sei lasciato addomesticare peggio di questo cagnolino>

Babele abbaiò confuso osservando il suo padrone lasciarsi cadere sul letto e prendersi la testa tra le mani.
Era la verità?
Era davvero già succube di quell'uomo?

<Ma guardati! Che fine hanno fatto tutti i tuoi MAI eh?>

Lo sfottè la ragione consapevole che ormai il rossino non avvertiva più le deboli grida del suo cuore.
"Io..." sussurrò rispondendo a quella voce che non poteva fare a meno di udire.
A quel dubbio che si insinuava nei suoi pensieri senza scampo.

<Che ne è stata delle tua dignità!>

Lo istigò la voce.

<Sono bastate un paio di ore di sesso e ti sei ridotto ad una donniciola innamorata!!>

Innamorato...
Lui era innamorato della volpe?
Dell'uomo che l'aveva comprato?
Imprigionato?
Violentato?
Come poteva amarlo?

<Continuerà a sbatterti finchè ne avrà voglia e poi se ne troverà un'altro di più adatto!!!>

Quel pensiero gli fece male.
Infondo Rukawa aveva anche altri due schiavi no?
Che cosa gli impediva di prendersene un terzo, una volta stancatosi di lui?

<Ma dai ti sei guardato allo specchio? Pensi davvero che qualcuno potrebbe desiderarti?>

Gli sussurrò quella vocina dolorosa.

<Tu non hai la bellezza e l'eleganza di Akira, non hai la classe e il fascino di Ayako.>

Hanamichi strinse la mascella passandosi una mano tra i capelli rossi.
Un ciocca scura gli scivolò sugli occhi e lui la fissò in silenzio mentre la sua bocca si piegava in una smorfia di triste ironia.
Certo, che cosa poteva avere lui da offrire a Rukawa?
Perchè mai una creatura affascinante e potente come la sua volpe avrebbe dovuto desiderarlo?
La sua volpe?
Rise.
Una bassa risata che si spense, ancor prima di essere terminata, in un triste singhiozzo.
Scosse il capo con forza balzando in piedi.
No, non avrebbe pianto di nuovo!
Doveva esserci abituato ormai, no?
Quante volte era stato cacciato?
Allontanato.
Insultato.
Come poteva solo credere che qualcuno potesse amarlo.
Lui che, persino dalla madre, da quella donna che l'aveva messo al mondo, era stato rifiutato?

Eppure Rukawa aveva pagato per averlo!

<In te aveva visto il fascino della sfida....> lo giustificò la solita vocetta nella sua testa prima di riecheggiare nella sua anima con una bassa, sprezzante, risatina <Bella sfida, davvero?> lo prese in giro.
<Ha schioccato le dita un paio di volte e tu ti sei prostrato ai suoi piedi!!!>

"No!" ansimò Hanamichi coprendosi le orecchie con le mani, come se così non potesse più udire quelle cattiverie.

<Vuoi ancora negare? Guarda ha lasciato la porta aperta e lo sai perchè? Perchè SA che tu non fuggiresti mai!>

"No..." mormorò il rossino seppure con minor convinzione.

<Ti ha in pugno!!!>

Sakuragi sollevò il capo di scattò gli occhi scintillanti di rabbia.
No!
Non l'avrebbe permesso!
Non si era arreso.
Mai.
Aveva continuato a vivere in quel pianeta ostile in cui era stato abbandonato.
Aveva camminato a testa alta nonostante tutti lo additassero per i suoi capelli.
Non si era dato per vinto.
Non si era lasciato morire.
Si era trovato un lavoro, una casa.
Non si sarebbe arreso nemmeno questa volta.
Avrebbe continuato la sua vita anche con il cuore in pezzi.
E non gliel'avrebbe data vinta!!
Credeva davvero di averlo domato solamente perchè gli si era concesso volontariamente, una volta?
NO!!

"Ti dimostrerò quanto ti sbagli!!" ringhiò furioso raccogliendo in fretta e furia alcuni abiti, gettandoli sul letto prima di usare i lembi del lenzuolo per farne un fagotto.
Prese Babele tra le braccia e gli pose un piccolo bacio sulla fronte "Non posso portati con me piccolo" sussurrò deponendo il cucciolo a terra.
Il cagnolino inclinò il capo di lato senza capire e Hanamichi gli sorrise dolcemente.
"Mi mancherai piccolino" sussurrò tristemente prima di dirigersi alla porta.
Il cucciolo gli trotterellò dietro fino all'uscio e il rossino lo fissò dolcemente.
"Addio casinista" sussurrò oltrepassando la soglia che dava in corridoio.
Babele uggiolò cercando di seguirlo ma Hanamichi lo rispinse all'interno della stanza chiudendo la porta di fronte al musetto del cucciolo che lo fissava ferito.
Sakuragi sospirò prima di guardarsi attorno.
"Una direzione vale l'altra" mormorò tra se rendendosi conto che non sapeva dove fosse l'hangar con le astronavi.
Se ne sarebbe andato.
A qualunque costo.
E avrebbe dimostrato così a Rukawa di che pasta era fatto!
Credeva davvero di averlo battuto?
Hanamichi scivolò silenzioso allontanandosi dalla sua stanza e dai ricordi che essa custodiva mentre l'uggiolio triste del cagnolino tentava di richiamarlo indietro.

Rukawa chiuse la comunicazione con uno sbuffo seccato.
Quell'uomo gli aveva fatto perdere fin troppo tempo prezioso.
Solo l'orgoglio gli impedì di correre lungo il corridoio che conduceva alle stanze del rossino.
Aveva un brutto presentimento.
Era ormai quasi giunto a quella camera da letto che era stato teatro della caduta del suo cuore, quando avverti il guaito del cagnolino che aveva donato al rossino.
Il botolo gli corse incontro fermandosi a pochi passi da lui fissandolo in attesa.
Rukawa si chinò a prenderlo in braccio facendo i pochi passi che lo separavano dalla porta della camera del rossino.
Babele doveva essere in qualche modo riuscito ad aprirla, pensò il volpino avvicinandosi all'uscio.
Però perchè allora Hanamichi non aveva recuperato il suo piccolo amico?
Possibile che stesse ancora dormendo?
C'era qualcosa che non andava.
Uno sguardo alla camera gli confermò che questa era vuota.
Non dovette nemmeno andare a controllare nel bagno.
L'armadio era spalancato ed era evidente che ne mancavano degli abiti.
"Do'hao" ringhiò con tono pericolosamente basso mentre si avvicinava allo scrittoio e sollevava il comunicatore.
Non lo avrebbe lasciato scappare.
Lui era suo!!

Grazie ad un insperato colpo di fortuna Hanamichi era infine giunto fino alle cucine.
Aveva raccolto qualche cibaria dal locale praticamente deserto, data l'ora, e poi si era guardato intorno indeciso.
Sapeva di dover fare in fretta se non voleva che la sua fuga fallisse ancora prima di cominciare.
Stava gironzolando cercando di riflettere sul da farsi quando alcune voci lo spinsero a nascondersi.
Due cameriere, a giudicare dalle uniformi, entrarono in cucina e si avvicinarono a quello che sembrava un grande sportello di metallo.
Una delle due digitò un paio di cifre e lo sportello si aprì rivelando un lungo tunnel scuro.
Hanamichi le vide gettarci dentro i vari resti delle colazioni prima di borbottare qualcosa sul fatto che avevano fatto giusto in tempo prima che passassero a ritirare la spazzatura.
Gli occhi del rossino s'illuminarono mentre tornava a fissare lo sportello metallico nuovamente chiuso.
Aveva trovato la sua via d'uscita!!

"Allora?" chiese impaziente Rukawa.
Nella sala di controllo Koshino digitava velocemente sui tasti del grande pc.
Bastarono alcuni minuti e una piccola spia rossa si accese sul monitor rivelando loro la posizione del rossino.
Il volpino trattenne a malapena un'imprecazione quando si rese conto che il suo schiavo era riuscito ad arrivare fino all'hangar delle astronavi.
"Non deve lasciare il pianeta!" tuonò alle guardie che partirono di corsa per catturare il ragazzo mentre Rukawa osservava quel puntino rosso muoversi sul monitor.
Perchè?
Perchè scappava?
Eppure credeva di avergli fatto capire.
Quella notte non era stato solo sesso.
Non c'era stata violenza, Hanamichi si era concesso a lui di sua volontà.
E c'era di più.. molto di più nei baci e nelle carezze che si erano scambiati.

Possibile che solo lui avesse avvertito quella sensazione?

Maledì per la centesima volta il ministro che l'aveva obbligato a lasciare solo il compagno quella mattina.
Se non fosse stato per lui ora poteva essere ancora a letto con il suo rossino invece che preoccuparsi di riacciuffarlo.
Stupido, stupido, stupido!
Si rimproverò.
Avrebbe dovuto chiudere la porta della camera!!
Ma dopo quanto c'era stato aveva creduto che quel gesto sarebbe stato interpretato come una prova di fiducia e invece...
Bel modo aveva di ringraziarlo Hanamichi!
Appena si era distratto cercava di fuggire!!
Ma non lo avrebbe lasciato andare!
Per nessuna ragione al mondo.
"Merda!" imprecò Koshino fissando il monitor distraendolo bruscamente dai suoi pensieri.
L'immagine s'ingrandì e Rukawa notò il suo schiavo arrampicarsi sulla scaletta che portava all'abitacolo di uno dei piccoli shuttle da viaggio.
Il rossino si tolse quello che aveva tutta l'aria di essere un tovagliolino di carta dal vestito prima di chiudersi lo sportello alle spalle.

Hanamichi fissava la consolle piena di pulsanti senza sapere che fare.
Il condotto l'aveva scaricato senza troppe cure dentro un grosso cassone per i rifiuti.
Uscirne non era stato facile ma la vista che si era presentata ai suoi occhi aveva valso lo sforzo: era riuscito ad arrivare nell'hangar!
Aveva scelto un piccolo shuttle poco lontano dal portello d'uscita e ci era salito.
Ora aveva solo un piccolo problema.
Non aveva idea di come si guidava uno di quegli affari!!
Si lanciò un'occhiata attorno, nella vana speranza di trovare un manuale, quando vide una delle tante porte che davano sull'ampio salone in cui erano parcheggiati i veivoli, spalancarsi.
Non ebbe difficoltà a riconoscere la corporatura enorme dell'uomo che aveva sorvegliato la sua stanza.
L'avevano già trovato!
Girò la chiave dell'accensione e poi, pregando che la piccola astronave funzionasse come i carrelli trasportatori che utilizzava in miniera, cominciò a premere i tasti e a sollevare le leve per farla partire.

Continua....



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