Nota: Naruto è una
serie magica.. In tutta la mia vita sono riuscita a completare una sola
fanfic, su un'altra serie, (a parte i joint project) nell'arco di comodi 5-6
mesi.. ** (ff di 700 parole.. *cough*) E oggi mi son trovata a scrivere 2
one-shot in poche ore... Disturbante...
Comunque.. iniziamo subito con un bella introduzione su dove dovete essere
arrivati x non ricevere spoilers da
questa fic.. Allora, io sono in pari con le uscite settimanali jappo, ma
l'ultimo capitolo a cui questa ff fa riferimento è il 238, anche se in
realtà, per quello che si capisce, diciamo che potrebbe essere spoiler + che
altro per l'arco tra il cap 218 e il 238. Quindi, se seguite le uscite
italiane purtroppo non ci siamo ancora arrivati ^^' Idem se seguite l'anime,
ancora non ci siamo. A dir la verità non è esattamente spoiler, perché senza
conoscere i fatti 218-238 non si capisce molto di cosa si sta parlando, ma a
quel punto non avrebbe neanche senso leggere la fic perché si perderebbe il
significato XD
Pairing: NaruSasuNaru :) (anche se
credo che chi non li vede coppia possa leggere questa ff non trovandola
shounen ai.. XD)
Genere: Umm.. one-shot, abbastanza
angst
Rating: G
Storia: Il titolo riassume il punto
principale della fic.. :) Naruto POV.
Carved
di
Tsuzuki
Naruto sospirò,
asciugandosi il sudore dal viso con una mano. Il sole filtrava tra i rami,
colorando di rosso i ciuffi d'erba e le foglie cadute. Anche oggi
l'allenamento era terminato.
Si sedette per terra, la schiena appoggiata alla base di un albero, e
socchiuse gli occhi, fissando gli spicchi di cielo nascosti dalle fronde.
Con un movimento veloce e quasi automatico sciolse il nodo che reggeva la
fascia coprifronte che portava. Rigirò l'oggetto tra le mani, vagamente,
senza distogliere lo sguardo dal cielo.
Passò le dita sulla stoffa, lentamente, delicatamente. Poteva sentire le
chiazze umide lasciate dal proprio sudore, gli schizzi di terra incrostata.
In tutti questi mesi non l'aveva mai lavata. Certo, gli era capitato di
cadere in un lago o in un ruscello, ma non l'aveva mai pulita di proposito.
Pensava che facendolo avrebbe cancellato il passato che vi era impresso
sopra. Così, invece, poteva credere che su quella stoffa, di un blu ormai
opaco, fosse rimasto qualche minuscolo granello di polvere da quel giorno,
qualche vaga macchia scura di sangue non suo.
Ma c'era un dettaglio che significava per lui più di tutti gli altri, un
particolare che non falliva mai nel ricordargli con precisione quello che
era successo, e il suo obiettivo presente.
Le sue dita scorsero la targa di metallo, tracciando i solchi del simbolo
della Foglia. Abbassò lo sguardo, osservando la luce riflessa sulla
superficie. Le sue labbra si tirarono in un sorriso amaro, mentre la punta
delle dita accarezzava l'incisione più profonda, quella orizzontale che
attraversava la foglia di Konoha. Per colpa di quello sfregio non gli era
consigliabile usare la fascia in pubblico, ma non avrebbe comunque fatto
altrimenti. La metteva soltanto quando era da solo, come fosse qualcosa di
intimo e privato, qualcosa non condivisibile con altri. Eccetto forse la
persona che l'aveva indossata prima di lui.
Chiuse gli occhi, riportando alla mente il primo momento in cui aveva avuto
quell'oggetto tra le mani. Ricordò i muri bianchi della stanza di ospedale,
la sua testa dolorante, e quella fascia che giaceva sul comodino, ancora
umida e sporca. Dalla prima volta in cui l'aveva toccata, rimirandola con
malinconia, aveva deciso che non sarebbe rimasta una reliquia, ma che
sarebbe tornata al suo proprietario, ad ogni costo.
Riaprì gli occhi. La luce rossa aveva ormai lasciato spazio alla penombra, e
il metallo non scintillava più. Ripiegò la fascia con cura e la ripose in
una tasca, poi estrasse da un'altra la propria, lucida e pulita. Prima di
indossarla la strusciò per terra, nella polvere.
Si alzò in piedi velocemente e il suo sorriso amaro si trasformò in uno di
sfida. "Non mi sfuggirai ancora per molto," esclamò al vento. "Sasuke!"
Rimase un attimo in silenzio ad ascoltare l'eco della propria voce che
ripeteva quel nome, poi raccolse gli ultimi kunai sparsi a terra e se ne
andò, con un'espressione soddisfatta sul volto.
L'unico segno rimasto della sua presenza era un'incisione sul tronco
dell'albero presso il quale si era riposato, testo accompagnato da uno
scarabocchio vagamente somigliante al simbolo della Foglia.
"Tanto prima o poi ti trovo! by EX-dobe"
Se Naruto fosse tornato in quello stesso luogo alcuni giorni dopo, avrebbe
notato che la parola "EX" era scomparsa, o meglio, che era stata
accuratamente grattata via.
Nota: dobe =
ultimo della classe/fallito. Uno degli appellativi che Sasuke usa per Naruto
(anche se l'invenzione originale è di Iruka **)
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