Diclaimers: i personaggi di questa fic appartengono agli aventi diritto, io non ci guadagno niente se non un po’ di divertimento.
Caro diario di Kary-chan
Pow
Ru Caro
diario, oggi
ho compiuto 6 anni. Oggi la mamma è morta. Così mi hanno detto. “Kaede……la
mamma è andata in cielo. Non la rivedrai mai più”. Non
la rivedrò più. Non so cos’è la morte….ma non rivedere più la
mamma mi rende triste. Lei è così dolce e buona con me. Papà ha pianto
a lungo ma non mi ha mai guardato. Mi ha detto quella frase e basta. Mi ha
lasciato solo. Perché? Perché non mi guardi papà?
************************** Caro
diario, sono
passati 5 anni dall’ultima volta che ti ho scritto. Oggi compio 11 anni.
Indovina? Oggi Kenji è tornato dall’america per visitare la tomba della
mamma, come tutti gli anni da quando lei è morta. Da quel giorno nefasto
di 5 anni fa non mi ha mai rivolto la parola…..mai. Non mi aspetto che
mi faccia gli auguri. In fondo pure io faccio fatica a gioire per il mio
compleanno. E’ lo stesso giorno in cui la mamma è morta. In cui la mia
vita è cambiata. Ho
scoperto il motivo per cui Kenji non sopporta la mia presenza, il motivo
per cui il giorno dopo la morte della mamma è partito lasciandomi solo. Tornando
dalla tomba della mamma l’ho trovato in casa. Mi ha fissato a lungo. Poi
ad un tratto si è messo a piangere e mi si è inginocchiato davanti. “Perdonami
Kaede” borbottava come un mantra. Io l’ho guardato gelido e mi sono
diretto verso le scale per andare in camera mia. “Aspetta.
Lo so che mi sono comportato male. Io……io ti ho odiato…..ti ho
odiato con tutto me stesso per avermi portato via Noriko.” Ts…..questa
poi. Mi sono voltato….L’ho guardato con sfida. Lui ha abbassato lo
sguardo e ha continuato con la sua stupida spiegazione. “Tu
non sei mio figlio” A
quelle parole ho sentito un secchio di acqua gelida venirmi addosso. “Sei
il figlio di mio fratello…………..sei mio nipote” Mi
ha spiegato tutto. La mamma era rimasta incinta di papà, stavano per
sposarsi ma poi papà ebbe un incidente e morì. Kenji, innamorato della
mamma, le disse che si sarebbe preso cura di lei e del figlio che portava
in grembo, cioè io. Quando la mamma è morta ha incolpato me perché ero
con lei…….è morta per me. Per salvare me. Ero talmente piccolo
all’epoca dei fatti che non lo ricordavo. La mamma è morta perché io
stavo per essere investito da un pazzo ubriacone. Kenji non mi ha parlato
perché era convinto che lei lo avesse abbandonato per andare dal papà.
Che idea assurda. E a come mi sono sentito io non pensa? E non si è
nemmeno reso conto che sono sbiancato quando mi ha detto dell’incidente.
La mamma è morta per salvarmi la vita e io l’ho scoperto in questo modo
crudele. Come dicevo lui non si è nemmeno accorto che io stavo quasi per
svenire per la notizia ed è andato avanti con la sua spiegazione. “Stamattina
ho trovato un diario nel cassetto di Noriko, un cassetto che non aprivo
dal giorno della sua morte. L’ho letto” Per
molti minuti non ha parlato….poi “In
quel diario erano racchiusi i suoi sentimenti più profondi. Parlava
dell’amore che aveva provato per mio fratello, dell’amore per te
e………dell’amore per me. Leggendo il suo diario ho capito che anche
lei mi amava, non ero un semplice sostituto di mio fratello. Amava me. In
quel momento mi sono reso conto del male che ti ho fatto…….e di quanto
sono stato stupido. Abbiamo perso cinque anni della nostra vita per la mia
stupidità. Kaede…..proviamo ad essere una famiglia, vuoi?” Shok!
Sono rimasto come una statua di sale. Kenji mi ha chiesto scusa e mi ha
proposto di tornare ad essere una famiglia…….tornare a essere felici. “E’
tardi Kenji.” gli ho detto…..e me ne sono andato. Sai…..non
so cosa fare. Ho sofferto molto…..sono stato solo per cinque lunghi
anni…..però è l’unica persona che mi resta. Quando
sono sceso per la cena Kenji aveva cucinato. Ci credi? La persona che per
cinque anni non mi aveva rivolto la parola, che non mi aveva guardato in
faccia, che mi aveva lasciato solo………aveva cucinato per me, per noi.
Mi sono seduto al tavolo senza guardarlo in faccia, senza parlargli e ho
cominciato a mangiare. Era tutto buonissimo, o forse lo era perché
c’era affetto in quel cibo….o forse perché ero io che ci vedevo
affetto, l’affetto che non avevo più sentito in quei cinque anni. “Kaede”
quando mi ha chiamato con dolcezza non ho potuto far altro che guardarlo. “Auguri” In
mano aveva un regalo. Un regalo! Sono sicuro che la mia espressione rimase
sempre la stessa, in questi anni di solitudine più totale ho dimenticato
come si fa a sorridere, ad arrabbiarsi, a gioire, a ringraziare,…ad
essere felice. A volte guardandomi allo specchio mi chiedo chi sia il
ragazzo che mi guarda dall’altra parte, con quell’espressione apatica,
velata di tristezza. Ho
aperto il regalo senza parlare. All’interno c’erano una palla
arancione e una cassetta. Kenji mi ha preso per un braccio e trascinato in
salotto. Ha messo la cassetta nel videoregistratore ed è venuto a sedersi
accanto a me. Sullo schermo scorrevano delle immagini che mi incantarono
subito. Il basket. Ne avevo solo sentito parlare. In questi anni ho
passato i miei giorni chiuso in camera, non avevo mai avuto un
interesse…ma…..ho capito subito che il basket era speciale. “Domani
mattina andiamo al campetto a fare due tiri” mi ha detto con un sorriso. “Okay”
gli ho risposto. Lui
mi ha sorriso ancora. Ho
letto da qualche parte che il perdono è la cura dell’anima. Non so se
sia vero o no, però ho deciso di provare ad essere una famiglia. Ho
sofferto molto, sempre solo con una domestica scorbutica come unica figura
accanto.
******************************* Caro
diario, sono
felice. Anche se a guardarmi non si direbbe. Kenji mi ha portato davvero
al campetto a fare due tiri. Mi ha insegnato i primi passi per imparare a
giocare, le prime regole. È stato divertente. Amo già il basket con
tutto me stesso. Voglio diventare bravo, anzi no, il migliore. Kenji è
stato sempre molto gentile, ho quasi dimenticato quegli anni infernali.
QUASI. Un giorno non cancella cinque anni. Però è un inizio.
**************************************** Caro
diario, oggi
ho compiuto 15 anni. Papà è stato con me tutto il giorno per
festeggiare. Già, adesso è papà, non Kenji. Col tempo mi sono
affezionato a lui, e siamo una famiglia, anche se non è mai a casa per
impegni di lavoro. La sua lontananza non mi pesa perché so che mi vuole
bene, me lo dimostra in mille modi, però so che il mio carattere chiuso e
taciturno lo lascia sempre un po’ interdetto. In fondo quegli anni di
solitudine hanno lasciato il segno. Sono diventato molto bravo nel basket.
Tutte le mie energie sono per il basket. Sono il migliore della squadra.
Voglio essere il migliore del Giappone. Devo diventare il migliore e
poi……poi andrò in america.
******************************************* Caro
diario, questo
è il mio primo anno alle superiori. Mi sono iscritto allo Shohoku. La
squadra di basket è buona e avrò l’occasione di scontrarmi contro
altri campioni per dimostrare di essere il migliore. Nella
mia squadra c’è una testa rossa insopportabile. È sempre allegro,
chiassoso, è una schiappa nel basket e si atteggia a divo. Il solo averlo
attorno mi innervosisce e mi deconcentra. Per fortuna l’odio è
reciproco. Quel Sakuragi non fa che urlare al mondo il suo odio per me. ………………………….. Ma
chi voglio prendere in giro…..Non è assolutamente vero che lo odio.
Anzi. Mi ha subito colpito la sua vitalità, la sua allegria, il suo amore
alla vita, il modo in cui parla con gli altri, il modo in cui ride. Lui è………..tutto
ciò che io non sono. Lui è …………… la prima ed unica persona che
credo di amare. L’unica persona da cui vorrei essere amato. Ed è anche
l’unica che non mi amerà mai. Lui mi odia. Con tutto se stesso. Perché
una stupida oca che lui dice di amare è innamorata di me. Oggi
c’è stata l’ennesima lite tra noi. Sono
stufo……….del suo odio……..e del mio amore. Papà
mi ha chiesto di trasferirmi a *** con lui. Il suo lavoro è là ormai.
Credo che accetterò.
*************************************** Caro
diario, ho
detto a papà che accetto di trasferirmi. Così passeremo più tempo
assieme…..e magari scorderò la mia testa rossa. Domani sarà il mio
ultimo giorno allo shohoku. Nessuno sa che me ne vado. In fondo non
importa a nessuno. Tranne a quelle pazze scatenate del mio fan club,
forse.
****************************************** Caro
diario, l’ho
baciato! Come chi? Il do’aho! La mia testa rossa! Il mio amore
impossibile. Come? Bhe,
ecco…… Era
l’ultimo giorno allo Shohoku, l’ultima occasione per vederlo. Ho
pensato che non avevo niente da perdere, tanto sto per partire. Ho
aspettato che tutti se ne andassero. Siamo rimasti solo io e il do’aho.
Io per i miei allenamenti supplementari, lui per allenarsi sui
fondamentali per ordine di Akagi. “Kitsune,
fai la muffa se rimani ancora sotto l’acqua. Bhe, dormi?” “Do’hao”
rispondo chiudendo l’acqua e dirigendomi al mio borsone “Teme!”
mi urla venendomi incontro per darmi un pugno. Io
gli ho afferrato il polso con la mano e ho visto la sua faccia, così
espressiva, assumere un’aria ancora più irritata. Blocco con facilità
anche l’altro pugno. Il mio do’aho aveva un’espressione stupita. Gli
ho stretto di più i polsi con le mani e l’ho spinto contro la parete
fredda del bagno. “Baka
kitsune! Che vuoi fare. Ti gonfio di botte!” “Che
aspetti?” gli ho chiesto premendo il mio corpo contro il suo per tenerlo
ancora più fermo. Kami quanto amo la sua espressività! I suoi occhi
hanno preso una luce furente e mentre stava per urlare qualche altro
insulto mi sono avvicinato alle sue labbra e gliel’ho chiuse con le mie.
Il paradiso. Quello era davvero il paradiso. Se mi concentro posso ancora
sentire il calore del suo corpo e il sapore della sua bocca, della sua
lingua. Kami. L’ho baciato finchè non sono stato obbligato a lasciarlo.
Kogure aveva dimenticato la maglia negli spogliatoi ed è tornato a
riprenderla svegliandomi dal mio bellissimo sogno. Ho lasciato Hana e mi
sono voltato senza guardarlo. Probabilmente in quell’istante la mia
espressione non era impassibile come al solito. Hana mi ha afferrato una
spalla, mi ha fatto voltare con violenza e mi ha rifilato un bel pugno. “Bastardo!”
mi ha urlato. Me
l’aspettavo. Me lo meritavo. Però almeno per un istante ho potuto
toccarlo, baciarlo. La mia testa rossa si è vestita alla velocità della
luce ed è sparita dalla mia vista.
******************************************* Caro
diario, mi
sono svegliato stamattina convinto di prendere il treno per *** ma ho
avuto una sorpresa, una piacevole sorpresa. ^__^
ma andiamo con ordine. Le borse erano già tutte preparate. Lo
stretto necessario per il momento. Avrei preso il resto più tardi, con
calma. Mi sono alzato, pensando come tutte le mattine alla mia testa
rossa. Al fatto che finalmente l’avevo baciato, anche se non era molto
consenziente. E pensavo che era l’ultima volta che l’avrei rivisto. Ad
un tratto suona il campanello. Non avrei mai e poi immaginato, neanche nei
miei sogni, di trovarmelo di fronte. Bagnato fradicio, con i capelli
arruffati, la divisa scolastica strappata su un lato e un sorriso
splendido, tutto per me. Non sapevo cosa dire, non che di solito io parli
ma…… La
mia testa rossa si è avvicinata……mi aspettavo un altro pugno. Invece
mi ha spinto dolcemente il casa, poi si è chiusa la porta alle spalle e
sempre senza dire una parola mi ha allacciato le braccia attorno al collo
e mi ha dato una bacio che mi ha lasciato senza fiato. Poi è svenuto tra
le mie braccia. Poveretto aveva un febbrone da cavallo. Credo sia stato
fuori sotto la pioggia per tutta la notte. L’ho
portato in camera mia, gli ho tolto i vestiti bagnati e l’ho messo nel
mio letto. Sono stato tentato di coricarmi con lui ma non l’ho fatto.
Un’ora dopo stava già meglio, gli ho dato la medicina e lui mi ha
chiesto col volto tutto arrossato se l’avevo svestito io. “Do’aho,
vedi altri qui? E poi ti ho già visto nudo” gli dico con un mezzo
sorriso. Si, si, un mezzo sorriso. Lui è diventato ancora più rosso ed
ha borbottato un “Baka kitsune, non burlarti del tensai” e io ho riso.
Come non facevo da molti anni. Lui ha questo potere su di me. Il potere di
farmi vivere delle emozioni forti che credevo di non poter provare più.
Vedendomi ridere mi ha sorriso, un sorriso stupendo. Mi ha detto che ero
bellissimo e ha riso anche lui con me. Una risata argentina, musica per le
mie orecchie. L’ho baciato sulla punta del naso e poi gli ho detto di
stare al caldo. Lui mi ha guardato con un’espressione un po’
imbarazzata e mi ha detto “Tienimi
caldo tu” con l’aria più innocente del mondo. Le mie parti basse
hanno cominciato ad esultare ma le ho subito redarguite. Mi sono spogliato
languidamente davanti a lui che mi guardava rapito. Poi mi sono coricato
nel letto con lui e l’ho stretto a me in un caldo abbraccio. Poco dopo
si è riaddormentato. Io invece no. Moooooooolto stranamente sono rimasto
sveglio. L’ho guardato dormire, ho ammirato il suo viso rilassato, il
suo torace che si alzava e si abbassava. Non mi sono neanche reso conto
del tempo che passava. Ad un tratto ho desiderato fortemente di baciarlo,
di stringerlo più forte, di toccarlo ovunque per sincerarmi che non fosse
un sogno. E l’ho fatto. Ho posato le mie labbra sulle sue con dolcezza e
il mio Hana si è svegliato. Ha ricambiato il mio bacio rendendolo più
passionale. Lui è così, mette tutto se stesso in qualunque cosa faccia.
E’ uno dei motivi per cui lo amo. La
mia testolina rossa dorme beatamente mentre sto scrivendo. Abbiamo fatto
l’amore ed è stato magnifico. Non mi sono mai sentito così felice. Non
so cosa sia cambiato in lui da ieri a oggi. Lui non mi ha dato spiegazioni
e io non ne ho chieste. Il modo in cui si è concesso a me, il modo in cui
mi guardava, il modo in cui invocava il mio nome mentre lo possedevo mi
dicono chiaramente quello che prova per me. Mi ama, come io amo lui. E
questo mi basta.
*********************************** Caro
diario, sono
passati tre mesi da quel giorno. I tre mesi più belli della mia vita.
Ieri però l’ho visto allenarsi con Sendo. Lo so che sono amici, Hana me
l’ha detto più volte, eppure non posso fare a meno di chiedermi se il
mio do’aho non preferisca la compagnia di Sendo. In fondo io sono un
tipo solitario a cui piace poco parlare, forse il mio amore sarebbe più
felice con un ragazzo più solare come Sendo. Non ho detto niente di tutto
ciò ad Hana, non me la sento di fargli notare la mia gelosia, la mia
insicurezza. Però il solo fatto pensiero di poterlo perdere mi fa star
male come mai in vita mia.
****************************************** Caro
diario, questa
è l’ultima volte che ti scrivo. Ieri
uscendo dal bagno ho trovato Hana sul letto con te in mano. Ho sentito la
rabbia salire, stavo per dirgliene quattro quando lui si è accorto della
mia presenza. Ha alzato lo sguardo e l’ha fissato dritto nei miei occhi.
Ho visto le sue guance rigate dalle lacrime. Le parole mi sono morte sulla
punta della lingua. “Kitsune!”
erano mesi che non lo dicevo con quel tono astioso. “Perché?”
l’ho guardato con aria interrogativa “Perché
non mi hai mai detto niente? Perché ti confidi con un diario e non con
me? Dici di amarmi ma poi ti
tieni dentro tutto ciò che pensi. Sei geloso di Sendo. Hai paura che ti
possa lasciare per lui?” Mi
ha guardato a lungo. Aspettava una risposta. “Si”
dico con un soffio di voce “Kitsune
no baka. Perché non me l’hai mai detto? Kaede io ti amo, amo tutto di
te, anche i tuoi silenzi. Però……il fatto che tu non mi abbia detto
quello che sentivi mi ha ferito.” A
quelle parole ho sentito una fitta al cuore. L’ho fatto soffrire, senza
averne l’intenzione. Sono stato un idiota. “Kaede,
promettimi che d’ora in avanti ti aprirai con me. Io ti amo, voglio
sapere tutto di te. Le cose belle, quelle brutte, anche quelle senza
importanza. Tutto. Prometti?” “Lo
prometto Hana.” E
così sarà. Hana mi ha aperto gli occhi. Non mi sono mai confidato con
lui, e questo l’ha fatto soffrire. D’ora in avanti sarà lui il mio
diario. Non voglio commettere l’errore di mia madre. Non ha mai detto a
papà Kenji di amarlo e lui era convinto che lei amasse ancora papà. E
quel sue errore l’ho scontato io. Abbiamo
fatto l’amore con passione e poi, mentre eravamo accoccolati sul letto
gli ho chiesto “Hana
perché mi ami?” lui mi ha guardato con una espressione molto dolce e un
sorriso da infarto. “Non
lo so” mi ha detto. La vena sulla tempia ha cominciato a pulsarmi per la
rabbia e ho alzato un sopracciglio in segno di irritazione. Poi il do’aho
ha cominciato a ridere “Kitsune
dovresti vedere la tua faccia!” Grrrrrrr…………..mi
stava prendendo in giro. “Kaede,
non so spiegarti perché, ma posso raccontarti come mi sono accorto di
amarti” “Hn”
“Ti
ricordi il giorno in cui mi hai baciato in palestra?” Ho
annuito. Come potrei dimenticare quel giorno, il nostro primo bacio. “Quando
sono uscito dalla palestra ho incontrato RU, KA e WA. Ho sentito che
stavano parlando del tuo trasferimento. Non so come l’avessero scoperto,
non lo sapeva nessuno a parte il preside. Fatto sta che ho sentito una
fitta al cuore quando ho saputo che non ti avrei più rivisto. Non
riuscivo a capire il motivo visto che avrei dovuto essere contento. Haruko
ti avrebbe probabilmente dimenticato e avrebbe finalmente visto me. La
squadra si sarebbe resa conto del mio genio hahaha” comincia a ridere ma
lo fulmino con un’occhiataccia. So benissimo che sta scherzando. Chi più
di me può dirlo con certezza. Quel suo modo di dichiararsi un genio del
basket, di pavoneggiarsi, di ridere è in netto contrasto col suo stato
d’animo. L’ho capito frequentandolo, notando l’impegno che mette per
imparare ogni minimo dettaglio sul basket. Si dichiara un genio per
caricarsi. E’ buffo ma è così, più si pavoneggia, più si impegna. “Ma
mi resi conto che non pensavo davvero quelle cose. Vedi Kaede, ho capito
che credevo di odiarti non perché Haruko ti amava, ma perché eri
perfetto nel basket, perfetto nell’aspetto, eri ciò che io avrei voluto
essere. Invidiavo il tuo talento, la tua passione per il basket, invidiavo
il tuo successo con le ragazze. In realtà ero solo geloso di loro, perché
potevano gridare al mondo il loro amore per te. Per capire tutto questo ho
dovuto scoprire che te ne andavi e passare una notte insonne sotto la
pioggia, rischiando di essere sbranato da un cane” conclude ridendo
allegramente. “Do’aho”
gli dico. E lo bacio. Poi comincio a slacciargli la camicia e a
toccare la pelle bollente sotto il tessuto fine. “A…..aspetta”
il mio do’aho mi blocca. “Ti
ho detto come ho capito di amarti. Ma…..bhe…..ecco….quella mattina
che sono venuto da te. Non sapevo cosa dirti. E non sapevo perché mi
avevi baciato. Non sapevo se mi amavi o no. Ma quando quella mattina ti ho
guardato negli occhi ho capito………ho capito che per te ero
importante. Non chiedermi come perché non lo so, però i tuoi occhi me
l’hanno detto. Quei tuoi adorabili e saccenti occhi blu notte” Ok,
non erano più necessarie altre parole. Così ho ripreso da dove mi aveva
interrotto: dal suo torace glabro. L’ho cosparso di piccoli baci,
beandomi dei suoi sospiri. E
poi…………poi…… Bhe? Mica ti aspetti che ti descriva i miei
momenti intimi con Hana, no? Oh, te lo aspettavi. Mi spiace deluderti.
L’ultima cosa che scriverò è: Hanamichi
Sakuragi TI AMO. *owari*
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