Ringrazio tutti coloro che leggeranno la mia
storia, sperando che possa piacervi.
!
Capodanno ad Eastbourne
di Swan
Quella mattina mi ero
svegliato con un pessimo presentimento (uno di quelli che sono tanto cari
alla professoressa di divinazione) e quando, una volta nella sala grande per
la colazione, vidi il gufo di mio padre entrare dalla finestra e dirigersi
verso di me capii che mi aspettava qualcosa di estremamente sgradevole; in
genere i miei mi scrivevano o per rimproverarmi di qualcosa o per mandarmi
indumenti o oggetti scolastici… L’animale planò sulla mia testa, lasciò
andare il messaggio e atterrò sul tavolo dove cominciò a beccare del cibo in
qua e in là.
- Via Roger, via … vai su
alla guferia! – Dissi all’uccello che si girò per un attimo dalla mia parte
e continuò con noncuranza a mangiare.
- Sei proprio il gufo di
mio padre – dissi stizzito – Non ascoltate gli altri nemmeno morti! –
Ancora una volta Roger
non diede segno di volermi dare retta.
Era il giorno prima
dell’inizio delle vacanze di Natale e l’indomani alcuni di noi sarebbero
tornati a casa per festeggiare le festività in famiglia se non fosse stato
per il grande party di capodanno che era stato organizzato. A parte i
ragazzi del primo, secondo e terzo anno, infatti, tutti quanti sarebbero
rimasti a Hogwarts per partecipare alla grande festa, che ci si aspettava
davvero straordinaria.
Mi ficcai irritato in
bocca una grossa salsiccia mentre leggevo la lettera marchiata dalla
inconfondibile grafia di mio padre ….maledizione!
I miei genitori mi
avevano imposto di tornare a casa, anche se avrei tanto voluto rimanere qui
con Remus, James e Peter.
Ero decisamente fuori di
me dalla rabbia! Avevo detto e ridetto ai miei che quell’anno ci tenevo un
sacco a rimanere a Hogwarts, ma loro niente! Nella lettera c’era scritto che
eravamo stati invitati tutti quanti a Eastbourne, a casa di un cliente di
mio padre, un tizio molto importante e con un sacco di soldi con cui doveva
concludere un grosso affare …. Quel despota di mio padre scriveva che se non
ci fossi stato anche io, avrei fatto sprofondare per la vergogna tutta la
famiglia ….
…Addirittura….
- Sai che palle! –
Sbuffai ad alta voce calciando un piede della sedia accanto.
- Che ti prende Paddy? –
Disse l’inconfondibile voce di James alle mie spalle.
- Ah! Vi siete decisi a
svegliarvi finalmente – Replicai ridacchiando dimenticandomi per un attimo
dei miei problemi.
Il giovane bruno si passò
una mano tra i capelli ribelli e si sedette a tavola lasciandosi scivolare
sulla seggiola con aria stanca
- Uff… davremo cominciare
a limitare le uscite notturne – Disse
- … o il numero di
burrobirre che ci facciamo fuori? – Lo rimbeccai – …A proposito, sta meglio
Peter? Ieri notte era ribaltato! –
- E’ stata solo colpa
tua, ti diverti a farlo ubriacare! –
- Questo non è vero –
- Gia, però ti stavi
sbellicando dalle risate quando si è gettato nel mio letto e ha cercato di
togliermi le mutande! –
Non resistetti al
pensiero di Peter che si gettava su James cercando di attentare alle sue
grazie e scoppiai a ridere senza freno
- Era troppo buffo, dai….
E poi è stato lui a bere come una spugna …-
- Comunque… - Continuò
James – Hai riso in po’ meno quando ha cercato di baciare Moony … -
D’un tratto mi incupii;
James aveva toccato un tasto sbagliato, proprio ora che io dovevo andarmene
e… lui, Remus, rimaneva.
- Non ti sei ancora
deciso a parlargli dei tuoi sentimenti per lui, non è così? –
Guardai il mio amico con
un mezzo sorriso
- In effetti no…-
- E che aspetti stupido?
Che qualcuno te lo porti via? –
- Eddai James, è una
situazione delicata, intanto non so ancora se Remus potrebbe essere
interessato a me in QUEL senso e poi…-
- Beh, non ha mai avuto
una ragazza! –
- neanche un ragazzo, se
è per questo… -
James sospirò rassegnato
- E va bene, non è una
situazione facile, di questo ti do ragione, ma non puoi continuare a
sbavargli dietro e a rompermi continuamente le scatole con i tuoi Moony di
quaaa… Remus di laaa – E detto questo si esibì in una spassosa
interpretazione di un Sirius sospirante e con gli occhi sbatecchianti
- Guarda che io non ho
mai fatto quella faccia da imbecille! – Lo rimbeccai indispettito
James fece un gesto di
noncuranza con la mano, sapeva che stavo cercando di svincolarmi
dall’argomento.
- Senti – Esordì - …
Prima che perda la pazienza… ti piace Remus? –
- Certo che mi piace! –
- Lo vuoi? –
- Lo voglio eccome –
- Allora lascia che il
tuo vecchio Prongie ti dia una mano… sono un asso nelle faccende di cuore,
lo sai? La mia bacchetta è specializzata nel far fidanzare gli imbecilli che
sono troppo timidi per combinare qualcosa di buono da soli! –
- Beh, non si direbbe
dallo schiaffone che lily ti ha parcheggiato ieri sera sul muso… -
- I rischi del mestiere!
– Replicò lui convinto – In ogni caso vedrai che per il party di capodanno
riuscirò finalmente a farvi mettere assieme! –
- Seee, altro che
bacchetta magica! – Replicai ricordandomi della lettera dei miei – Ho appena
ricevuto un messaggio da casa… domani devo prende il treno per londra –
- COOOSAAAA????- Gridò
James esterrefatto – Stai scherzando vero? –
- Magari! –
- Ma sarai l’unico
sfigato che ritorna a casa insieme a quelli dei primi anni! Snape, Malfoy e
gli altri Slytherin ti prenderanno in giro a vita!!! La tua reputazione sarà
distrutta per sempre!!! Appena sapranno che non vieni alla festa per andare
in gita con mamma e papà ti… –
- Grazie James, è bello
avere un amico pronto a confortarti nei momenti tristi… -
- Ehm … scusa, mi sono
lasciato trasportare – Replicò arrossendo come un peperone -… comunque è
incredibile possibile che i tuoi siano così stro… aehm… -
- Dillo pure – Continuai
cupo - … così stronzi! –
- E dov’è che andate? –
Chiese James cercando di riparare alla gaffe di prima – Scommetto che sarà
un bellissimo posto -
- Andiamo a Eastbourne,
sulla costa –
- Beeeelllloooo!!! Potrai
fare vita da spiaggia!!! –
- In dicembre? –
- Ehm … ho sentito dire
che ci sono un sacco di bei pub! –
- Ah si? E dove l’hai
sentito? –
- ……….. –
Mi accasciai sul tavolo
con la testa tra le mani
- Sarà la vacanza più
noiosa della mia vita! –
- Ma dai Sirius dopotutto
cosa credi che faremo qui? Mangeremo dolciumi a raffica, berremo burrobirre
a non finire, ci azzufferemo con Snape e Malfoy, balleremo tutta la notte,
pomiceremo, ma a parte questo davvero non … -
- James… -
- Siii? –
- Se non la smetti di
consolarmi ti caccio un pugno sul naso! –
- …. Ok …. –
*************************
Consumata la mia
colazione di controvoglia, aspettai finchè anche James non ebbe trangugiato
un vassoio intero di pane imburrato ( W il colesterolo nda ) e insieme ci
incamminammo verso l’aula di trasfigurazione: Remus e Peter erano già seduti
nei loro banchi; Peter era inchiodato sulla sedia e pareva gli avessero
tirato due cannonate sotto gli occhi, mentre Moony aveva un’aria molto
abbattuta, ma di certo il suo stato d’animo non aveva nulla a che vedere nè
con la nottata in bianco che avevano passato, né alla sbronza che si erano
presi.
…. Cosa diavolo gli era
successo?
Non avemmo il tempo di
scambiare con loro due una sola parola, poiché appena dopo di noi entrò
l’insegnante, così io e James sgattaiolammo velocemente nei nostri banchi,
posti proprio davanti ai loro. Era meglio non fare indispettire la Mc
Grannith, avevamo appena scontato una punizione per nulla simpatica: la
vecchia arpia ci aveva fatto crescere sulla testa delle penne da gallo…e ci
aveva mandato in giro così per tre giorni di fila …. che figura! Quel
bastardo di Snape ancora se la rideva…
Guardai di soppiatto
Moony mentre cercavo di trasfigurare il mio cucchiaino in una cimice…guardai
i suoi bellissimi occhi ambrati, occhi speciali … occhi di lupo.
Remus probabilmente si
accorse di essere osservato e sollevò lo sguardo verso di me, indirizzandomi
un sorriso triste.
Sentii qualcosa
aggrovigliarsi nel mio stomaco, non mi paceva affatto l’espressione del mio
Remus…
… Gia… il mio Remus …
Sbirciai nuovamente
dietro di me per cercare il suo sguardo, ma lui era tornato al suo esercizio
di trasfigurazione.
Moony non era mai stato
un tipo particolarmente espansivo, ne era pazzo come me o James, comunque
era una persona simpatica, sapeva come divertirsi ed era sempre sorridente…
era strano vederlo così abbattuto.
Accidenti! E se fosse
così triste perché ha saputo che non sarò presente alla festa? … ma no, che
sciocco sono… come può averlo saputo se anche io ne sono venuto a conoscenza
non prima di mezzz’ora fa… inoltre l’ho detto solo a James e lui è stato con
me fino ad ora. No… Remus non poteva essere triste a causa mia, anche se
avrei pagato oro perché le cose stessero così.
Mi misi a lavorare di
immaginazione….
Immaginai di trovarmi
alla stazione di Hogsmeade, scena da film con tanto di tramonto, vento in
faccia, valigia in mano e tutto il resto:
Remus, dotato di
fazzoletto in mano e lacrima facile:
- Oh Sirius, no, non puoi
andartene proprio ora che avevo deciso di svelarti… -
- Cosa Moony, dimmi … -
- Oh no… non me lo
chiedere Sirius, te ne prego … -
- Continua Remus, ormai
non ha più senso nascondere i nostri sentimenti! –
- Oh Paddy… vuoi dire che
anche tu… -
- Si Remus …la verità è
che ti amo e ti ho sempre amato … -
- Oh Sirius –
Super limonata finale
Improvvisamente Sentii
James che mi dava degli spintoni sul braccio…
- Black! Insomma Black!!!
– Gridò la Mc Grannith indispettita battendo la bacchetta sul mio banco – E’
possibile che ogni volta che c’è lezione alle prime ore ti addormenti sul
banco? –
Mi drizzai intontito….
Accidenti!!! Mi ero addormentato!!!! Le mie solite figuracce… James prima
aveva ragione: dobbiamo smetterla di fare le ore piccole, specie quando il
giorno dopo c’è lezione di trasfigurazione.
- Dieci punti verranno
tolti al grifondoro per la sua distrazione signor Black, e per favore, vada
a letto prima alla sera! –
- Si professoressa! –
Ignorando lo sguardo di
compatimento di James che esprimeva una sola frase:”Quanto sei imbecille “mi
guardai alle spalle: Lucius e Severus si stavano sbellicando dalle risate,
mentre Remus mi sorrise divertito.
Io ricambiai il sorriso…
Beh, se non altro avevo fatto rallegrare il mio Moony.
**********************************************
Dopo trasfigurazione ci
aspettavano due ore di divinazione… evvai! Non c’era materia che fosse più
divertente da quando era venuta una nuova professoressa… come si chiamava?
Ah! Si, Sibilla Cooman; che doveva essere davvero una portajella a giudicare
da come parlava e da come gli altri insegnanti la sfuggivano come la peste.
James mi mise una mano
intorno alle spalle mentre riempivo il mio bicchierino di cristallo di una
improponibile sostanza giallastra che conteneva strani filamenti bianchi di
altrettanta dubbia natura.
- Bleah! – Fece il mio
amico mentre mi guardava rigirare la sostanza all’interno del bicchiere come
la professoressa aveva ordinato di fare – Cosa sarà quella schifezza? –
- Umhhh! Secondo me è
olio estratto dai capelli di Snape … evidentemente ieri hanno fatto la
spremitura … -
- Può darsi … piuttosto,
perchè non ti fai leggere il futuro da me? –
- Uh? –
James assunse un’aria
spiritata e brandì il suo bicchiere in mano facendo roteare gli occhi come
un indemoniato.
- Ohhhh ahhhhh –
- Sembra che tu stia
godendo … - Gli bisbigliai divertito
- Vuoi una meno Prongs? –
Sussurrò Peter alle sue spalle cercando di infilargli una mano sotto il
mantello.
- Idioti!!! Non vedete
che sono in trance? –
- Ah! Allora vuoi dire
che di solito non hai quella faccia da imbecille? –
- Di più … - Sghignazzò
Moony con il suo consueto fare garbato.
Lo osservai attentamente
e deglutii; Ahhhh… ma come faceva a essere così aggraziato anche mentre
scherzava?
Improvvisamente la voce
dell’insegnante ci raggiunse come proveniente da un lontano limbo:
- Ragazziiii mieiiii
state interrompendo le energie che regolano il flusso del Karmaaaa –
- Ci scusi professoressa!
– Recitammo tornando ai loro lavori.
- Però, bello l’effetto
eco… chissà come fa a farlo! – Mi Sussurrò James, che non aveva nessuna
voglia di seguire la lezione.
- Allora, mi predici
questo maledetto futuro? – Replicai – Tanto non c’è neanche bisogno che tu
me lo dica… sicuramente mi suiciderò entro capodanno… e stavolta davvero non
per finta! –
- Dai, ancora con questa
storia, ti ho detto che ti divertirai di sicuro, poi vedrai che troverò il
modo di farti partecipare alla festa in qualche modo! Dammi solo il tempo
per escogitare qualcosa, siamo o non siamo i marauders? –
- Si certo! Immagino che
mi consiglierai di nascondermi in mezzo alla corrispondenza e di farmi
recapitare a Hogwarts via gufo, non è così –
- Però, sai che è
un’idea? –
- Vaffanculo James! –
Ma il mio amico ormai non
mi ascoltava più, aveva riassunto l’aria spiritata di prima e osservava il
bicchiere con lo strano liquido con gli occhi sbarrati e la bocca aperta,
cercando di nascondersi alla vista della Cooman dietro la schiena del
compagno davanti.
- Ohhhh…. Vedo una grande
sfortuna abbattersi su di te, povero ragazzo…. –
- Sai che novità… -
Replicai io sempre più depresso.
- Non solo perderai
un’occasione speciale con una persona speciale entro la fine dell’anno, ma
verrai piantato da questa stessa persona… -
- … Questo sarà
difficile, non stiamo manco insieme! –
- Silenzio uomo di
malafede… vedo inoltre che la persona che ti interessa, mentre sarai a
Eastbourne a farti delle se… ehm, a divertirti, si lascerà sedurre da un
altro! –
- Adesso mi fai incazzare…
- Replicai sentendomi davvero agitato; Il mio Moony? Con un altro? Naaaaah!
Ma James parve divertirsi
ancora di più
- Anzi… mi pare di
scorgene il viso del tuo rivale.. è … Ahh! –
E distogliendo lo sguardo
dal bicchiere prese a tenersi l’occhio come se gli dolesse molto
- Ahi Ahia –
- Si può sapere cos’hai
fatto? –
- Ah … è che nel
bicchiere è comparso il naso di Snape … sai è fuoriuscito dall’immagine e mi
si è ficcato nell’occhio – Ridacchiò
- Imbecille – Conclusi
sogghignando; prendere in giro Snape era uno dei nostri passatempi
preferiti.
Di nuovo la Cooman ci
riservò un’occhiata raggelante e come prima fingemmo di tornarcene al
lavoro, ma non era facile seguire la professoressa dire fesserie quando noi
ne dicevamo di molto più grosse.
- Pssst James … -
- Che c’è? –
- Secondo te Snape sbava
dietro a Moony? –
- Ummhh … beh a giudicare
da come lo guarda … si! –
Che brutto sronzo di uno
Slytherin…
- James … -
- Che altro c’è? –
- E Remus? –
- E Remus cosa? –
- Dai … hai capito! –
- Vuoi sapere se secondo
me Remus è attratto dal vampiro? –
- Eh! –
- Beh … - James parve
riflettere – Vuoi davvero sapere quello che penso? –
- Si dimmelo –
- Davvero davvero? –
- Davvero davvero! –
Vidi il mio amico
sghignazzare tentando di mettersi fuori portata dallo sguardo
dell’insegnante
- Penso che Remus
apprezzi molto quando uno ce l’ha così lungo… -
- ??????!!! –
- … Il naso… che avevi
capito? –
Risi anch’io… Snape … ma
dai!
- Che ti ridi? Dicono che
sia un asso nei rapporti nasali! –
…. Rapporti nasali ….
Solo a James possono venire in mente stronzate simili …
Improvvisamente sentii
qualcuno calciare piano la mia sedia e un foglietto atterrò diritto sul mio
banco, tra me e James.
Lo aprii … era la
scrittura di Moony.
Mi girai a guardarlo e
lui mi rivolse lo stesso triste sorriso di poche ore prima, in aula di
trasfigurazione e con un cenno del capo indicò me e James; segno che il
messaggio era indirizzato a entrambi.
Ufff … per un attimo
avevo pensato… avevo sperato … che fosse indirizzato soltanto a me … di
leggervi parole d’amore solo e soltanto per me …
James aprì il piccolo
pezzo di carta e lo scostò dalla mia parte perché anch’io potessi leggere:
“ … Ragazzi, scusate se
oggi non mi va molto di scherzare… il fatto è che ho ricevuto un messaggio
da casa… non mi danno il permesso di restare per le feste … poi più tardi vi
dico … “
Io e James ci guardammo …
- Paddy … -
Feci un lungo sospiro
- Beh, sarai contento, se
non altro non verrà insidiato da Snape – Replicò James con aria seccata
- Che culo! – Dissi
sghignazzando – Adesso non sfotti più eh? –
- Sfido chiunque … al
ballo di fine anno dovrò sciropparmi Peter per tutta la sera… proprio
stavolta che Lily aveva accettato di fare coppia con me! –
- Beh? Farete coppia lo
stesso no? –
- Si, ma Peter mi starà
attaccato come una calamita e non riuscirò a concludere niente! –
- Tanto non te la dava lo
stesso! –
- ……. –
Freddato James con quella
frase ( mamma quanto sono stronzo!) presi la penna e risposi al biglietto di
Moony .
“ … Perché ti fanno
tornare? E’ successo qualcosa? … “
Lanciai il biglietto
indietro e attesi la risposta mentre James faceva la lista di tutte le
ragazze che conosceva … doveva assolutamente trovare un’accompagnatrice per
Peter entro la fatidica sera del ballo!
Passò qualche minuto e
sentii di nuovo calciare la mia Sedia.
Moony scriveva:
“ … Mia madre ha perso il
lavoro, quindi non possiamo più permetterci di stare a Londra; Ha detto che
una sua cugina che ha una locanda in un’altra città le ha offerto un posto
come cameriera, con vitto e alloggio. Ci trasferiremo là da domani, mia
madre mi aspetterà in stazione e poi partiremo. Uffa! Ci mancava solo
questa! … “
Ci rimasi male; povero
Moony, ma possibile che debba essere così sfortunato?
La sua famiglia era
composta solamente da lui e da sua madre, dopo che il padre era morto
sbranato dal lupo mannaro che la medesima notte aveva infettato Remus del
medesimo terribile morbo: la licantropia.
Da quel giorno il mio
povero Moony e sua madre avevano dovuto vivere nell’ombra, cambiando casa e
città molto spesso per non dare neanche il tempo ai vicini di chiedersi il
perché nelle notti di luna piena, dalla cantina dei Lupin, giungevano grida
e gemiti.
Lo stesso Moony, anche se
all’epoca era solo un bambino, era sempre stato conscio della sua condanna …
e sapeva che era un qualcosa da tenere nascosto a ogni costo. Lui e sua
madre si erano quasi rassegnati a quella vita di fughe e stenti, fino a
quando a Remus non arrivò la lettera di iscrizione a Hogwarts. Inizialmente
sua madre si era opposta… le difficoltà sembravano troppe… e troppo
insormontabili da affrontare;avrebbe insegnato lei al suo piccolo tutto cio
di cui avrebbe avuto bisogno.
.Fu Dumbledore che la
convinse a mandare il figlio a scuola … anche se con titubanza … e fu ancora
Dumbledore a trovarle un lavoro e una sistemazione stabili.
…E ora …
Come al solito, la
fortuna non era di certo una peculiarità della famiglia Lupin.
“ Andrete a stare molto
lontano? “ Scrissi …
Avevo il terrore che
Remus potesse essere costretto a cambiare scuola.
… Maledizione …
Aspettai la risposta al
mio messaggio con apprensione e i pochi minuti che Moony impiegò per
rispondere mi parvero un’eternità.
Quando ebbi il foglio in
mano attesi qualche attimo prima di aprirlo … poi finalmente mi feci
coraggio.
“ Umh è una piccola
cittadina sulla costa, si chiama Eastbourne, o qualcosa del genere. Comunque
non è molto lontana da qui, non tanto più di quanto non lo sia Londra
comunque! …”
………..
Spintonai Prongs, sempre
intento a selezionare una ragazza per Wormy e gli feci leggere i biglietti
di Moony. Era estasiato…
- Ma che culo c’hai???
Questa è la tua occasione amico mio!!! Fai scattare il tuo istinto da
conquistatore, stavolta non ti puoi far sfuggire l’occasione! -
- Ma insomma! …Moony si
trova in difficoltà e tu pensi a queste stupidaggini! –
James mi guardò come se
fossi completamente pazzo
- Ma sei scemo? … Quando
ti ricapita? Avrete una marea di tempo per starvene da soli; … non deludermi
amico, vai e colpisci! –
…. Effettivamente ….
….. Io e Moony da soli in
una città sconosciuta ….
….. Col mare poi ….
….. per capodanno ….
….. le Luci …
….. lo champagne…
…...Una camera col
caminetto ….
…. Un bel letto morbido….
….. Remus tutto nu… ehm
Remus tutto elegante
Mica male!!!
- Dai dai James, renditi
utile… leggi se nel mio futuro vedi il successo in amore –
Tutto emozionato Prongs
riprese il bicchiere della solita schifezza giallastra e disse:
- Coraggio dimmi il
futuro di Sirius –
Aspettò qualche minuto
guardando fisso il bicchiere, ma nulla parve accadere.
- Sei un indovino da poco
James, il tuo occhio interiore non ci vede bene –
- Il mio occhio interiore
funziona meglio per altre cose – Replicò lui alludendo alle gambe dritte e
eleganti di Lily, che sedeva poco distante.
Ridacchiammo entrambi, ma
improvvisamente notammo che la sostanza contenuta nel bicchiere aveva preso
a girare da sola.
- Ma cosa… -
Quando il liquido smise
di vorticare, ci accorgemmo che i filamenti bianchi erano mutati di colore…
ora tiravano al marroncino e si stavano agglomerando verso il centro fino a
formare …
- Una croce… - Sussurrò
James visibilmente impressionato
Ci guardammo a vicenda
con aria smarrita.
- Aehm … - Fece Prongs
titubante – Ti metterai insieme a Remus … in chiesa … durante la messa di
Natale … -
- Non dire stronzate …
questo simbolo porta yazzo davvero! –
- … mai quanto la Cooman
… -
- E’ un brutta cosa … -
- Sciocchezze … il
massimo che ti può capitare è di fare cilecca la prima volta … -
- Smettila ! –
- Non prenderla così,
capita anche ai migliori! –
- Prongy, parlo sul
serio! –
Fu un attimo: il
bicchiere pieno di sostanza divinatoria scoppiò letteralmente e
inspiegabilmente, lasciandoci di stucco e inondando James di liquido.
- Blaaack e Pootteeerrr
…. Cosa succedeee ? –
- Scusi professoressa, ho
appena predetto la morte al mio compagno – Intervenne James - … Quando per
lo shock ho fatto cadere il bicchiere! –
- Bravo Potter, continua
così – Rispose soddisfatta la strega – Ora però credo che sia meglio che tu
ti vada a dare una sciacquata … poi puoi riempire un altro bicchiere di
plasma di ratto –
James obbedì.
- Plasma di ratto? Puagh!
Ecco cos’era questo schifo – Disse poi a Sirius una volta tornato al posto –
Che gioia rovesciarselo addosso! -
- Così impari a predirmi
cose sgradevoli –
- Ma dai, non ti sarai
mica fatto impressionare da prima -
- Uhm … -
- Senti, domani tu e
Remus partirete, vi incontrerete in quella maledetta cittadina, vi metterete
insieme e farete tanto sesso… chi non scopa a capodanno … -
- Si fa seghe tutto
l’anno! … Bah … speriamo che tu abbia ragione. –
Decisi di non pensare più
alla storia della croce … e sperai che Remus fosse contento almeno la metà
di me di potere passare vicini le vacanze di Natale.
Passammo la serata tutti
e quattro insieme.
Con la scusa che avremmo
dovuto passare le vacanze separati, James e Peter avevano razziato le cucine
di burrobirra per offrirci una degna festa di arrivederci ( così come
l’avevano definita ) e come al solito finimmo per ubriacarci.
Mi svegliai la mattina
dopo alquanto frastornato, non avevo dormito che poche ore e a dire la
verità fui tentato di spegnere la sveglia e rimettermi a dormire. Fissai con
un occhio solo la piccola e apparentemente innocua sveglia che mio padre mi
aveva mandato il giorno prima, insieme alla splendida notizia della mia
partenza verso casa.
Era un oggetto molto
semplice, un classico orologio di ottone dall’aria antiquata.
Spensi la suoneria e mi
rigirai dall’altra parte … tanto di tempo prima della partenza dell’espresso
ne avevo in abbondanza.
Che mal di testa … devo
smetterla di dare retta a James e gli altri, bei tempi quelli in cui ci
facevamo ettolitri di succo di zucca … almeno la mattina dopo non mi
ritrovavo conciato come uno zombie!
Sbadigliai e sentii le
palpebre appesantirsi sempre più … sempre più …sempre …
……..zzzzzzzzzzZZZZZZ ….
DRIIIIIIIINNNNGGGGG
!!!!!!!
Balzai seduto sul letto
col cuore in gola
- Maledetto affare! –
Gridai rispegnendo l’importuno oggetto con rabbia e facendolo velocemente
sparire dentro al cassetto.
Non feci in tempo a
rimettermi sdraiato che sentii qualcosa colpirmi violentemente alla testa e
realizzai che la sveglia era uscita inspiegabilmente dal comodino mirando
deliberatamente la mia fronte.
- Ma che diav … - Dissi
esasperato pensando a qualche scherzo dei miei amici
Inaspettatamente mi
ritrovai di fronte una figura evanescente, visibile solo a mezzobusto… la
fissai sbalordito: era il fantasma di un uomo sulla settantina che fumava
una pipa.
- Ciao moccioso! – Fece
quello sogghignando - … Allora ti alzi o devo usare le maniere forti? –
- Emh … si può sapere chi
sei? – Riuscii a dire nonostante la sorpresa
Lo spirito mi guardò con
molta attenzione, diede una lunga tirata dalla pipa e mi sputò il fumo
dritto sul viso facendomi tossire … possibile che anche il fumo emesso dai
fantasmi dia fastidio come quello dei vivi???
- Mi chiamo Rubens e sono
il fantasma che infesta la sveglia che hai appena sbattuto nel comodino con
molta maleducazione direi … guarda che quella è casa mia … -
- Che stai dicendo
spettro? – Sbottai irritato – Questa sveglia me l’ha regalata mio padre,
quindi ora è mia e tu devi sloggiare, vattene a infestare qualche altra cosa
… -
Per tutta risposta lo
spirito schioccò le dita e il mio materasso cominciò a saltare e a fare
strane acrobazie in aria con me sopra.
- Fammi scendere!!! Fammi
scendere !!! – Gridai sentendo lo stomaco salirmi in gola
Lo spettro obbedì e con
un altro schiocco di dita interruppe la magia.
- L’alcool prima o poi ti
ucciderà ragazzo! Guarda che ti ho osservato ieri sera! – Disse gravemente
vedendomi diventare di un malsano color cera … fare evoluzioni in aria in
sella a un materasso non era di certo il massimo della vita, soprattutto la
mattina dopo una sbornia coi fiocchi.
- Parla il salutista!
Fumi come un turco … senza contare che sei pure morto e porti pure sfi …
AHI! – La sveglia era di nuovo partita da dov’era per parcheggiarmisi di
nuovo sulla testa.
- Ma insomma!!! – Dissi
esasperato – Si può sapere che vuoi da me? –
Rubens aspirò
profondamente dalla pipa e mi guardò di nuovo con aria indagatrice
- Si dà il caso … -
Esordì – Che tuo padre abbia acquistato la sveglia perché io ti controllassi
e mi prendessi cura di te! Il mio compito è appunto quello di seguire il
possessore della sveglia -
- seguire?!? Vorrai dire
infestare!….bel modo di prenderti cura di me! Spaccandomi il cranio … -
Il fantasma ridacchiò
sommessamente
- Quando è utile farlo,
perché no? … in ogni caso … mi sembra che tu sia ancora sotto le coperte …
devo continuare nella mia opera di sollecitazione? –
- Mi alzo, mi alzo … -
Dissi io con voce strascicata; in effetti non avevo ancora preparato la
valigia, al contrario di Remus.
- Bravo ragazzo! –
Esclamò Rubens con aria di approvazione - … e non scordare di mettere anche
i libri per i compiti delle vacanze! –
- Ma si, ma si – Risposi
sfilandomi la maglia del pigiama mentre lo spirito si dileguava alle mie
spalle. – Hey! Dove te ne sei andato adesso? … -
Rimasi in ascolto per
qualche attimo, ma non ricevetti alcun risposta, chissà, magari se ne era
tornato nella sveglia … presi un pettine e cominciai a lisciarmi i capelli
davanti allo specchio.
- Tsè … cos’altro potevo
aspettarmi da mio padre? … una maledetta balia ambulante … dal carattere
perfettamente somigliante a quello del mio CARO genitore per giunta!
Bacchettone uguale… e anche str…–
Magicamente il tappeto su
cui stavo si sfilò da sotto i miei piedi facendomi rovinare a terra dopo uno
splendido volo in aria proprio sul mio didietro.
- SOTTOSCRIVO … STRONZO!
– Dissi furibondo
Dalla sveglia mi parve di
sentire provenire una risatina, ma forse fu solo una mia impressione; mi
alzai dolorante e presi i miei abiti cominciai a vestirmi.
- Paddy … cos’è tutta
questa confusione? –
Mi girai verso il letto
di Remus e lo vidi seduto sul letto, ancora mezzo addormentato, mentre si
sfregava gli occhi lucidi.
- Scusa Moony, non era
mia intenzione svegliarti … è tutta colpa di mio padre! –
- Tuo padre? – Fece lui
sorpreso – Che c’entra tuo padre? –
- Te lo spiegherò … -
Risposi seccato; ero così arrabbiato che non avevo per niente voglia di
parlare della questione neppure col mio caro Remus. Possibile che mio padre
mi considerasse ancora un irresponsabile e un bambino capriccioso a tal
punto da scatenarmi una specie di mastino fantasma alle calcagna?
La scarsa considerazione
che quell’uomo aveva del proprio figlio era assolutamente intollerabile.
- Vado a farmi una doccia
… - Dissi rivolto al mio amico con aria cupa
- Ma … Paddy … - Disse
Remus preoccupato, non era facile vedermi arrabbiato e quando capitava o
c’entravano Snape, Malfoy e gli altri, oppure la mia famiglia … un membro di
essa in particolare. Sicuramente Remus era tentato di seguirmi e chiedermi
perché fossi di umore così nero, ma non lo fece, sapeva che quando ero in
quello stato dovevo smaltire l’arrabbiatura da solo.
Mi chiusi la porta della
stanza alle spalle, cercando di non sbatterla per non svegliare anche gli
altri e mi avviai verso i bagni.
Il famigliare scroscio
dell’acqua nella doccia e la delicata pioggia del liquido tiepido sul mio
volto mi fecero sentire decisamente meglio. In teoria avrei dovuto essere al
settimo cielo, grazie alla prospettiva di passare il capodanno il più vicino
possibile a Remus, e in realtà lo ero, ma le trovate di mio padre avevano in
genere il potere di freddare ogni mio entusiasmo.
Chiusi il rubinetto della
doccia e dopo essermi avvolto in vita un asciugamano mi avviai di fronte a
uno dei grandi specchi che troneggiavano nel bagno di noi ragazzi. Era bello
lavarsi una volta tanto senza gli altri studenti che schiamazzavano e
litigavano per il turno delle abluzioni, ero decisamente l’unico stupido in
piedi il primo giorno di vacanza di primissimo mattino, tutti gli altri ne
avevano sicuramente approfittato per dormire a letto. . . e in effetti ci
sarei rimasto anche io se un maledetto spettro ( una stramaledetta spia di
mio padre, per giunta ) non avesse deciso di perseguitarmi.
* Umpf… *
Alzai lo sguardo verso la
mia immagine e presi ad osservarmi con aria critica: la mia figura era alta
e snella, ma non avevo uno straccio di muscoli … sarei piaciuto ugualmente a
Moony? Improvvisamente nella mia mente cominciarono a prendere forma i più
svariati incubi:
Scena da romanzo rosa: Io
e Remus su una splendida terrazza affacciata sul mare, in un elegantissimo
albergo, con tanto di candele rosse accese in ogni angolo; la dolce brezza
dell’oceano che accarezza i capelli del mio amato, le coppe di champagne
appoggiate sul piccolo tavolo di cristallo posto poco distante da noi …
- Remus io … - Ho tante
cose da dirgli ma …
- Sttt – Fa lui
mettendomi un dito sulle labbra per zittirmi – Lascia che stanotte parlino
le stelle per noi … -
Io allora non mi
trattengo più, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con passione: le
sue labbra hanno il sapore del raffinato vino francese che ha appena
assaporato; Moony mi cinge la vita con le braccia e scivoliamo sul pavimento
della terrazza, tra le luci soffuse delle candele, che disegnano ombre
incantate sulla sua pelle straordinariamente candida.
Sento le sue mani
scivolarmi sotto la camicia, esplorandomi il petto e improvvisamente mi
giunge la sua voce, talmente dolce che pare provenire da una fiaba dire:
- Paddy, quando torniamo
ti iscrivi in palestra, ok? –
- UUAARRGGHHH!!!! NOOOO!!!!
–
Gridai ad alta voce
cominciando a mangiarmi le unghie dall’angoscia.
* Maledizione e se questa
non fosse una delle mie solite pare? E se a Remus non piacessi? Se rimanesse
deluso? *
Preso dal lugubre
presupposto di fare la figura dell’imbecille con Moony, quasi non mi accorsi
che il nodo che teneva legato l’asciugamano attaccato alla mia cintola, si
stava lentamente sciogliendo …
- Tadaaaaa … - La voce di
James rimbombò acuta tra le altissime pareti della grande stanza da bagno,
facendomi trasalire – Ecco Paddy con le chiappe al vento! –
- James … mi hai fatto
prendere un colpo, è il modo di mettersi a gridare?!? … E poi ridammi subito
l’asciugamano! – Così preso dai miei pensieri come ero, non mi ero proprio
accorto dell’entrata del mio amico, manco fosse stato nascosto sotto il
mantello dell’invisibilità!!!
- No! no! – Disse lui
con un ghigno
- Prongs, smetti di fare
l’idiota e ridammi quell’asciugamano!!! – Insomma … non potevo certo
aggirarmi nudo per il bagno!!!
Prongie mi guardò senza
smettere di ridacchiare:
- Vientelo a prendere … -
Disse con fare canzonatorio
Non me lo feci ripetere
due volte e mi fiondai all’inseguimento del mio amico, che continuava a
sghignazzare divertito mentre correva da una parte all’altra della stanza.
- Dai James … se venisse
qualcuno !!! –
- E chi vuoi che venga a
quest’ora? Ci siamo solo noi due alzati! – Rispose l’impiastro girandosi
dalla mia parte, purtroppo per lui però scivolò su una pozzanghera d’acqua e
cadde disteso sul pavimento. Io mi gettai prontamente sopra di lui
bloccandolo a terra.
- Ti ho preso!!! – Dissi
ansando … quanto mi aveva fatto correre quell’imbecille!!!
James rise forte
- Va bene, hai vinto! –
Disse porgendomi l’asciugamano
In quel momento la porta
del bagno si aprì e sotto il nostro sguardo attonito, fece il suo ingresso …
MOONY!!! MALEDIZIONE!!!
Rimasi a bocca aperta
come un salame, mentre James mi coprì col suo mantello.
- Ehm … scusate – Disse
Remus abbassando lo sguardo e diventando rosso come un pomodoro - … Non
volevo disturbarvi, ero solo venuto a dirvi che io e Peter scendiamo a fare
colazione con gli altri compagni –
Boccheggiai … avrei
voluto gridargli che non era come sembrava, che tra me e James non c’era
nulla, che era tutto uno scherzo, che … ma dalla mia bocca non uscì un solo
suono, rimasi solo lì a guardarlo come un baccalà.
Per fortuna James prese
in mano la situazione:
- Si, andate pure, tra un
po’ vi raggiungeremo –
- Mi dispiace … Paddy,
non ti avevo ancora visto tornare nel dormitorio e mi ero preoccupato –
Continuò Remus senza smettere di fissare il pavimento
- E’ colpa mia Remus, se
non gli avessi fatto lo scherzo di fregargli l’asciugamano Sirius sarebbe
già pronto! E noi tutti saremmo gia nella sala grande a rimpinzarci! – Si
affrettò ad aggiungere James con aria imbarazzata; sicuramente si sentiva in
colpa e stava cercando di rimediare alla meglio il danno.
- Fate pure … - Concluse
Remus con il suo consueto dolce sorriso, anche se nella sua voce mi parve di
sentire un leggero tremito… ma forse fu solo una mia impressione.
Guardai il mio Moony
uscire mestamente dalla porta e udii i suoi passi allontanarsi di corsa per
il corridoio.
Io e James rimanemmo in
silenzio per qualche attimo fissandoci negli occhi; mi sentivo malissimo …
- Paddy … mi dispiace, è
tutta colpa mia! – Esordì James all’improvviso con aria estremamente
colpevole.
Mi sollevai dal corpo del
mio amico, con tutto quello che era successo mi ero quasi scordato di essere
ancora nudo come un verme e sdraiato sopra di lui!
- Non hai nessuna colpa –
Dissi sospirando - … Stavamo giocando, non l’hai certo fatto apposta, poi
sono stato io a saltarti addosso, no? –
Mi avvicinai al mio
armadietto, estraendo i vestiti e un pettine; era meglio darsi una mossa o
Remus avrebbe frainteso oltremodo.
- Cacchio Paddy, sono
davvero desolato, mi sento troppo in colpa … - Continuò James senza fare
caso alle mie parole, poi d’un tratto si illuminò e disse con entusiasmo - …
Però hai visto come ci è rimasto male? Mi gioco quello che vuoi se questa
non è la reazione di una persona innamorata! –
- E se fosse stato
semplicemente imbarazzato?- Replicai - … Dopotutto mettiti nei suoi panni,
come ci saresti rimasto se avessi trovato … che ne so, io e Peter a
rotolarci nel bagno nudi? –
- Beh … - Rispose James
pensoso – Di sicuro avrei pensato che hai dei pessimi gusti in campo
amoroso! –
- Prongie, parlo sul
serio! –
- Senti Sirius,
sicuramente anche io mi sarei sorpreso e di certo mi sarei sentito in
imbarazzo, ma nei suoi occhi c’era più che imbarazzo! –
- Ah si? E che cosa
c’era? – Chiesi dubbioso al mio amico
- Era ferito, maledetto
stupido che non sei altro FE – RI – TO!!! Ma si può sapere dove hai gli
occhi??? Si vedeva lontano un miglio che ci stava male! –
Fissai James con aria
incredula; se era davvero così, allora avrebbe potuto avere qualche chance
con il suo Moony.
- In effetti … – Dissi
piano – …Quando ieri durante il pranzo gli ho detto che avremo passato il
capodanno nella stessa cittadina mi era sembrato molto felice… -
James annuì sorridendo –
Appunto, sicuramente anche lui era entusiasta all’idea di stare insieme a
te! -
- … O magari era solo
contento perché almeno non sarebbe andato in un’altra città completamente
solo – Obiettai rivolto più a me stesso che al mio amico di fronte - lo sai
quanto è timido, può avere pensato che grazie a me sarebbe stato più facile
fare nuove amicizie! –
- Ma insomma!!! – Prongs
diede un pugno al muro con rabbia - … Non lo vedi che ti porti Jella da
solo??!! Ma ti ci vuole tanto per recepire che anche lui è cotto e stracotto
di te? –
Chinai il capo e sospirai
profondamente, evitando lo sguardo infuocato che il mio migliore amico mi
rivolse.
- Ascoltami bene Sirius
Black … - Continuò James irritato - … Se questa volta ti farai sfuggire di
nuovo l’occasione di concludere qualcosa ti prenderò a calci nel sedere
tanto che ti si consumeranno le chiappe … e questa è una promessa! –
James aveva ragione;
perfettamente ragione, ma non poteva capire cosa sentivo dentro. Remus era
diventato davvero un chiodo fisso nella mia mente, un pensiero folle e allo
stesso momento dolcissimo che non mi abbandonava mai, in nessun momento
della giornata.
… Ed era una tortura
doverlo vedere tutti i santi giorni a lezione, a pranzo, a cena, durante le
nostre festicciole a quattro e dover fingere a tutti i costi di essere
nient’altro che un buon amico… sforzandomi di non mostrare né a lui né agli
altri il fuoco che mi bruciava dentro ogni volta che i suoi occhi
incrociavano i miei.
Il pensiero che un’altra
persona potesse avere un così forte ascendente su di me mi eccitava e mi
spaventava allo stesso tempo: ero certo che avrei potuto fare qualunque cosa
se soltanto quel ragazzino dagli occhi ambrati me lo avesse chiesto.
Dopotutto ero addirittura
riuscito a diventare animagus per lui, per non lasciare solo il mio
splendido Moony nelle terribili notti di luna piena, in cui si tramutava uno
spietato e fatale lupo.
Non avrei mai potuto
lasciargli affrontare tutto quel dolore in solitudine, MAI… Né io, ne gli
altri marauders ovviamente: io, Moony, Prongs e Wormtail eravamo davvero una
grande squadra.
- Vedrò cosa riuscirò a
combinare – Risposi finalmente a James sorridendo - … Ma ora sarà meglio
avviarsi, non vorrei che Remus pensasse chissà che cosa … dopo quello che è
successo avrò un bel da spiegare! –
- Non ti preoccupare,
conoscendoci non farà fatica a credere che era tutto uno scherzo – Replicò
James ridacchiando.
Mi sentii decisamente
meglio; parlare con James mi faceva sempre molto bene, non sapevo né come né
perché, ma quel ragazzo aveva il potere di sollevarmi da tutte le ansie,
forse per via del suo innato ottimismo. Probabilmente non esisteva nessun
altro al mondo che sapesse capirmi quanto lui e sopportare le mie pare!!!
Non per nulla era il mio amico più caro.
Annuii sollevato e
richiuso l’armadietto,uscii dalla stanza seguito da Prongs. Il mio amico
aveva ragione: Moony conosceva bene quanto amavamo farci stupidi e
imbarazzanti scherzi tra noi e sicuramente avrebbe creduto del tutto alle
mie spiegazioni … magari ci avrebbe anche riso sopra!
Mi ripromisi di
parlargliene durante il tragitto in treno verso Londra; da soli, in una
cabina, senza la solita calca di studenti alla ricerca di uno scompartimento
libero, avremmo potuto discutere tranquillamente di tutto cio che ci passava
per la testa.
***********************************************************
Velocemente io e James ci
precipitammo nella sala grande dove il resto dei nostri amici stava gia
pasteggiando con ogni genere di leccornie.
Appena fummo entrati
nella sala, i miei occhi si mossero in cerca di Remus: il mio dolce
licantropo era seduto al suo solito posto e accanto aveva Peter, che a
quanto pareva, si era impuntato sul fatto di mostrare al gruppetto degli
altri grifondoro, quanto era diventato bravo a trasformare la spremuta
d’arancia in burrobirra.
…. Figurarsi, proprio
lui!!! … Neanche Lily Evans ci riusciva, ed era la migliore del corso di
incantesimi!
Mi avvicinai al mio Moony,
che ora stava ridendo delle imprecazioni lanciate dallo stesso Peter, che
proprio non riusciva a capacitarsi di non riuscire nell’ardua impresa di
accompagnare le succulenti salsicce presenti sul tavolo a un fresco calice
di burrobirra.
* Bene … * Pensai *
.. Sembra che Moony non l’abbia presa poi così male, sicuramente avrà
pensato ad uno scherzo! .. *
Ma stavolta il mio
ottimismo parve essere malriposto, perché non appena mi vide arrivare, Remus
mutò completamente l’espressione allegra che aveva, fino a pochi attimi
prima, dipinta sul volto: i suoi bellissimi occhi ambrati s’ incupirono e
distolse velocemente lo
sguardo, tornando a interessarsi degli insuccessi magici di Peter.
* … NOOOOO!!! E’
incazzato nerooooo!!!!! …. * Pensai con il cuore in gola: in genere quando
arrivavo in ritardo per i pasti, ma soprattutto a lezione ( molto spesso in
verità, specie alla mattina! ), lui si voltava sempre facendomi un piccolo
segno di saluto … senza poi risparmiarmi una ramanzina non appena appoggiavo
il sedere sulla seggiola; … lo adoravo quando assumeva quell’aria da
maestrino! Sigh! … Lui era sempre così preciso, al contrario di tutti noi!
Ahhh!!!! Moony … quanto
ti amo … Che viso dolce, che pelle sublime, che … ehm, meglio che per il
momento non mi occupi di queste smancerie!
James mi lanciò uno
sguardo d’intesa e si andò a sedere vicino a due suoi compagni della squadra
di quiddich; evidentemente voleva che io chiarissi le cose con Moony e non
voleva essere d’impiccio; grato per la sensibilità del mio migliore amico,
presi posto alla sinistra di Remus, biascicando un:
- Siamo arrivati … -
Ma il mio amico parve non
sentirmi e continuò a sghignazzare
* ……………… Non mi caga
proprio …………… * Pensai abbattuto
- Hem … Remus … - Dissi
esitante; non sapevo proprio come cominciare il discorso: se gli avessi
spiegato che quello che era successo nei bagni poco prima era solo un gioco
tra me e James e lui mi avesse risposto con un “ chissenefrega” o peggio con
uno sguardo sprezzante, come a volermi dire che io non sono al centro della
sua vita e dei suoi pensieri, che sono solo un amico come un altro … dubito
che mi sarei più ripreso.
Io desideravo essere
speciale per lui … la persona più speciale di questo mondo.
Remus si girò finalmente
dalla mia parte:
- Oh, scusa Paddy – Disse
con il suo consueto sorriso – Non mi ero accorto del tuo arrivo … -
Lo fissai dritto negli
occhi; volevo notare in quei frammenti d’ambra la presenza di un sentimento,
uno qualsiasi: fosse anche risentimento, rimprovero, rabbia … qualcosa che
mi potesse confermare che Remus era rimasto toccato da cio che aveva visto,
così come aveva sostenuto James… ma nelle iridi del mio amico non vi era
altro che il solito cortese distacco.
Allora Remus … non
provava nulla per me? Era possibile? Ma se le cose stavano davvero così
perché era scappato a quel modo non appena aveva visto me e James addossati
l’uno all’altro? … Imbarazzo? Disgusto? … No, Remus era una persona
discreta, ma non un bigotto, inoltre sapeva benissimo quanto io e Prongie ci
divertissimo a prenderci in giro e a farci scherzi scemi a vicenda. James
aveva ragione: sicuramente le sue ragioni dovevano essere state ben altre …
e io dovevo scoprirle ad ogni costo, nel bene o nel male.
- Moony – Iniziai con
un’aria talmente decisa che sorprese anche me stesso - … Ho bisogno di
parlarti, puoi uscire fuori … nel corridoio? –
Remus assunse un’aria
sorpresa, ma acconsentì con un semplice cenno del capo. Ci alzammo dunque
dai nostri posti lasciandoci alle spalle la folla vociante dei nostri
compagni che incitava Peter a portare a termine il suo esercizio di magia;
bisognava dire che anche se il nostro amico biondo non era tra i migliori
maghi al mondo, di certo aveva costanza e cocciutaggine! … Due qualità che
ho sempre apprezzato nelle persone e così anche Moony e James, per questo
Wormy era riuscito ad accattivarsi le nostre simpatie entrando a fare parte
della nostra combricola segreta dei Marauders.
Poteva sembrare un po’
goffo e timido, ma in fondo Peter era un bravo ragazzo e si era dimostrato
un grande amico per il fatto che aveva saputo mantenere il terribile segreto
sulla vera natura di Remus. ( Sirius non ti fidareee!!! Nda ).
Uscendo dalla sala
lanciai uno sguardo a James, il quale ricambiò con un rapido cenno della
mano e mi sorrise ammiccando verso Moony.
- Cosa vuoi dirmi Paddy?
– chiese il mio amico dai capelli ramati mentre finivamo in un corridoio
deserto.
- Volevo spiegarti cosa è
successo oggi … - Risposi addossandomi al muro retrostante e incrociando le
dita affichè la cosa potesse almeno minimamente interessare Remus.
Moony parve molto colpito
e fissò su di me i grandi e bellissimi occhi: sembrava sorpreso e non
soltanto, ma anche in un certo qual modo spiazzato; forse non si aspettava
che andassi diritto al sodo in maniera così rapida.
Lo vidi chinare il capo
imbarazzato, mentre un lieve rossore gli colorava le guance:
- Io … - Azzardò, per poi
bloccarsi e rimanere in silenzio, senza smettere di fissare il pavimento;
evidentemente eravamo in due a non sapere come affrontare il discorso…
questo era consolante e mi diede coraggio, inoltre dalla espressione di
attesa che aveva sul volto si capiva che stava attendendo con impazienza
cio’ che gli dovevo dire.
- Io ero sotto la doccia
quando James è arrivato e mi ha preso i vestiti per farmi uno scherzo; l’ha
fatto perché credeva che nessuno sarebbe entrato … – Dissi tutto d’un fiato
– … Io allora l’ho inseguito finchè non sono scivolato e non gli sono finito
addosso … tutto qui –
Guardai Remus per
appurare l’effetto sortito dalle mie parole e con mio grande sollievo, vidi
che aveva sollevato lo sguardo e stava sorridendo apertamente: ma stavolta
non più in modo freddo e falso, ora sembrava raggiante.
- Bhe, ecco … - disse
imbarazzato - … mi dispiace se con il mio comportamento vi ho offeso, non so
che mi è preso … davvero! Spero che non siate arrabbiati con me! –
Strabuzzai gli occhi
guardandolo allibito
- … E perché mai dovremmo
avercela con te? – Chiesi esterrefatto
- Beh … - Tentennò Moony
– Vi ho trattati come se steste combinando chissà che cosa e invece … -
Remus scosse la testa ridacchiando nervosamente - … Invece com’era ovvio
stavate solo scherzando tra di voi –
Sorrisi, senza riuscire a
togliere gli occhi di dosso al mio lupacchiotto: era bellissimo, così
imbarazzato e con le guance ormai rosse come due prelibate ciliegie.
Lo scopo del nostro
dialogo era stato raggiunto, ma io volevo di più, sentivo che in quel
momento avrei anche potuto dichiarargli i miei sentimenti … desideravo
ardentemente sentire il suo corpo contro il mio e il suo calore pervadermi
completamente, diffondendosi in ogni angolo più remoto del mio essere, come
il sole fa con la terra…
Si, Moony era proprio
questo per me: il mio caldo e splendente sole.
- Posso farti una
domanda? – Chiesi al giovane dinnanzi a me, sentendo che il cuore cominciava
a battere a mille.
Remus si avvicinò di
qualche passo: sembrava molto sollevato rispetto a prima. Si, senza dubbio
quello era il momento giusto per dirgli di cio che provavo per lui, il
problema era approcciarmi al mio amico nella maniera più delicata possibile
… quella che stavo per fare era una cosa dannatamente rischiosa, se le cose
non fossero andate bene mi sarei ritrovato con il cuore spezzato e con James
a prendermi in giro o a consolarmi a seconda dell’umore, ma soprattutto
stavo rischiando l’amicizia di Moony; non importava se non avesse ricambiato
i miei sentimenti, me ne sarei fatto una ragione prima o poi, ma non avrei
assolutamente accettato il fatto di perderlo almeno come amico!
- Certo – Disse lui con
aria allegra … era tornato il Moony di sempre.
Feci un grosso sospiro e
mi schiarii la voce
- Io … cioè tu … ehm … -
Mi morsi le labbra;Accidenti! Non volevo dare un’immagine di me così
insicura!
Remus sorrise
- Io cosa? – Chiese
giovialmente
- … Praticamente quello
che ti volevo chiedere era se … beh ecco … se … -
- Se? … - Fece lui con
aria curiosa; chissà cosa si aspettava che io gli dicessi?
- … Se ti sarebbe
dispiaciuto nel caso io e James …cioè… nel caso tra me e James ci fosse
stato … qualcosa –
Il volto di Remus mutò
completamente espressione: i suoi occhi mi fissarono talmente sgranati che
per un folle attimo pensai che gli sarebbero usciti dalle orbite; le sue
labbra tremarono un poco mentre assumevano una strana posizione, un misto
tra un sorriso forzato e una smorfia di nervosismo; forse non riusciva a
capire se il mio era uno scherzo o se stavo parlando seriamente.
- … Dico sul serio … -
Intervenni fissandolo dritto negli occhi ambrati - … Ti prego, voglio che tu
mi risponda sinceramente –
Remus rimase muto ancora
per qualche attimo, poi le sue labbra finalmente si schiusero
- Cosa devo rispondere
Paddy? –
Mi irrigidii; mi sarei
aspettato qualsiasi tipo di risposta o di reazione … ma non questa.
- Solamente cio che pensi
davvero, nient’altro … – Dissi sperando di aver trovato le parole giuste
Remus abbassò lo sguardo:
- Io … - Cominciò per poi
bloccarsi per qualche secondo – Non so … vorrei capire … vorrei capire
perché mi hai fatto questa domanda … - Continuò poi in un sussurro.
Lo guardai sospirare
stringendo i pugni e mi parve di vedere apparire qualcosa di lucido agli
angoli dei suoi occhi.
Maledizione … quale era
la cosa migliore da dire? Come potevo fargli capire che avrebbe dovuto
fidarsi di me? Che non stavo giocando con lui né per scherzo né tantomeno
per metterlo in imbarazzo.
- Vorrei semplicemente
sapere se la cosa ti avrebbe dato fastidio, nient’altro – Esordii con voce
calma e pacata
Moony si morse le labbra
e fremette quasi impercettibilmente; seguì un altro lungo e nervoso
silenzio, al termine del quale il mio dolce amico alzò finalmente lo sguardo
su di me.
- L’unica cosa che mi
sento di dire, per il momento, è che tu … mi sei caro … molto caro e … -
Un rumore di passi
interruppe il discorso di Moony e dal fondo del corridoio spuntarono le
inconfondibili figure di Severus Snape e Lucius Malfoy.
- EEEccccììììì – Finse di
Starnutire Severus – Scusa Lucius, deve essere allergia – Disse scoccando a
me e a Moony uno sguardo sprezzante
- Ti capisco Sev, anche a
me sembrava di sentire un pizzicorino al naso, forse c’è qualche sporco
grifondoro babbanofilo in giro – Gli fece eco Lucius senza neanche degnarsi
di guardarci.
Mi sentii montare la
rabbia, ma cercai di calmarmi, non volevo di certo rovinare quel bel
momento, anche se in effetti ci avevano già pensato quei due impiastri.
- Bene, adesso che avete
detto le vostre spiritosaggini potete anche togliere il disturbo! – Li
rimbeccai
I due rompiscatole si
guardarono vicendevolmente e mi rivolsero un sorrisetto di superiorità
- Certo che ce ne andiamo
– Disse Lucius – E di corsa anche … non penserete vorrei che la nostra
allergia peggiorasse –
- Gia! – Intervenne Snape
– Inoltre dobbiamo ancora sistemare un sacco di cose, se non vogliamo
perdere il treno …–
- Passate le vacanze a
casa? – Chiese nervosamente Moony, il quale, dall’aria che aveva, mi sembrò
indeciso se ringraziare o maledire i due slatherin per la loro improvvisata
–
Lucius alzò il capo
ostentando superiorità … un gesto che era solito fare nei confronti di
tutti e che a me faceva assolutamente imbestialire!
- Tsè … Non crederete che
i maghi provenienti da famiglie nobili perdano il loro tempo partecipando
alle sciocche feste che si tengono in questa scuola –
- Ben detto Lucius,
quelle sono per i sempliciotti come voi … - Ridacchiò Snape, mentre Moony mi
teneva stetto per impedirmi di gettarmi addosso a quel lurido verme e
spaccargli il naso …gli avrei fatto pure un favore: magari era la volta
buona che glielo ricostruivano decente!
I miei due odiati
compagni si allontanarono senza smettere di sghignazzare come iene … ma
guarda che stronzi! Chi si credevano di essere???!!!
Mi voltai verso Moony,
aspettando il seguito del suo discorso, interrotto da quei due importuni, ma
questi mi rivolse uno straordinario sorriso e mi prese per mano dicendo:
- Torniamo nella sala …
gli altri ci staranno aspettando –
Annuii ricambiando il
sorriso: dalla sua espressione capii che il nostro discorso era soltanto
rimandato; avremmo avuto tutto il tempo per discutere durante le vacanze in
quella cittadina sconosciuta … in ogni caso potevo ritenermi soddisfatto:
ora sapevo che lui teneva a me e questa era la cosa più importante.
Tornammo a sedere assieme
ai nostri compagni nella sala grande: con mia grande sorpresa, vidi Peter
annaspare per aria a pochi centimetri dal soffitto, gridando aiuto a gran
voce in direzione di James, che dal canto suo gli gesticolava improperi dal
tavolo in cui era seduto in compagnia di due membri della squadra di
quiddich; possibile che tutte le volte che Wormy combinava un guaio ( vale a
dire almeno quotidianamente ), toccasse sempre a uno di noi tre rimediare?
Davanti al posto che
prima era occupato dal nostro maldestro amico, stava un bicchiere pieno per
metà di una sostanza che esteticamente assomigliava in tutto e per tutto a
una burrobirra, ma per quanto riguardava la composizione … beh, meglio
lasciare perdere, visti i disastrosi risultati.
Al tavolo degli slytherin,
Snape e Malfoy, in compagnia di alcuni membri della loro banda di
rompiscatole, additavano il povero Peter, scompisciandosi dalle risate. . .
Non appena Wormy vide me
e Moony avvicinarsi a Prongs, iniziò a singhiozzare istericamente:
- Sirius!!! Remus!!!
James!!!….. Aiutatemiiiii –
Vidi Remus scuotere la
testa in segno di disapprovazione e uno dei compagni di James estrarre la
sua scopa dalla custodia per poi porgerla al mio migliore amico.
- Vai a prenderlo và …
prima che tutta questa confusione non richiami i prof … - Disse il ragazzo
ridacchiando e James non se lo fece ripetere due volte: si alzò in volo
agile e veloce come una rondine, dirigendosi verso il nostro piccolo “ topo
“, che continuava a galleggiare per aria quasi fosse uno di quei palloncini
che si acquistano alle fiere.
Prongs tuttavia non fece
in tempo a raggiungerlo, perché davanti a lui si parò quell’impiastro di
Snape, guardandolo con la sua solita aria da grand’uomo.
- Che ci fai quassù
Potter? Sei venuto a giocare con me a “ pallalardo “? – Chiese sogghignando,
riferendosi chiaramente alla figura … beh, come dire … non troppo slanciata
di Peter, mentre sotto di lui tutti gli slytherin presenti cominciarono a
sghignazzare senza ritegno.
- Togliti dalle Scatole
Snape – Rispose James con decisione - … Ho di meglio da fare che stare a
sentire le tue stupidaggini! –
Il maledetto però non gli
rispose neppure, si limitò a ridergli in faccia e ad ammiccare in direzione
dei suoi compagni, che ora lo incitavano: quel bastardo non perdeva
occasione per mettersi in mostra davanti agli altri, soprattutto se questo
poteva creargli l’occasione per attaccare briga con Prongs … o con me.
In breve anche Malfoy e
altri due loro amici; Rosier e Lestrange se non sbaglio, salirono sulle loro
scope e presero a svolazzare per tutta la sala grande, dando man forte al
loro degno compare, che avvicinatosi all’ancor galleggiante Peter, lo aveva
colpito con un gran calcio, spendendolo in direzione di Lucius.
- E’ stata davvero una
fortuna aver portato con noi le nostre scope per allenarci più tardi in
giardino … - Disse quest’ultimo afferrando il povero Wormy e passandolo a un
soddisfatissimo Rosier, mentre James cercava di intercettare il nostro
amico.
- Hai ragione Lucius! –
Rispose Lestrange ridendo di gusto - … Stavolta possiamo anche allenarci con
una palla gigante! –
Vidi Peter fare
un’ennesima evoluzione in aria prima di finire con la scarpa di Snape di
nuovo stampata sul didietro: il poveretto aveva le lacrime agli occhi, per
la rabbia e l’umiliazione.
- Smettetela! Siete solo
un branco di stupidi!!! – Mi girai verso Moony ( era stato lui a parlare ) :
lo vidi estrarre la bacchetta con la rapidità del fulmine e puntarla, in
uno splendente scintilio dorato,verso Peter il quale si bloccò
immediatamente in aria, nel posto in cui si trovava.
I quattro slytherin si
lanciarono sguardi stupiti, fino a che Severus non scese quasi a terra e
arrivato davanti a Moony rimase a studiarlo per qualche attimo,
evidentemente incerto su come rispondergli e sicuramente sorpreso dal
comportamento del mio amato lupo mannaro: era raro che Moony prendesse parte
ai nostri continui litigi; diceva di trovarli stupidi, noiosi e senza senso,
ma evidentemente quella volta i nostri antagonisti avevano davvero
esagerato.
- Scusa Lupin … dicevi? –
Chiese Severus retoricamente
Remus lo fissò con gli
occhi che scintillavano per la rabbia
- Avete superato ogni
limite … - Rispose - … e poi siete in quattro contro uno, dovreste
vergognarvi! –
Vidi Severus fremere per
l’irritazione: dovuta in parte al fatto di essere stato rimbeccato di fronte
a tutti e probabilmente anche perché, evidentemente, non riusciva a trovare
argomentazioni valide per ribattere all’accusa di Moony.
- Non permetto che un
morto di fame come te mi venga a dire cosa devo o non devo fare – Buttò lì,
non trovando niente di meglio da ribattere …
Non vidi né Moony
irrigidirsi, cercando dal trattenersi di usare la bacchetta per schiantare
Snape, né lo stesso Severus abbassare il capo arrossendo imbarazzato (
evidentemente si era accorto di avere detto qualcosa di estremamente
sgradevole ), ma accecato dalla rabbia scattai come una molla in avanti,
parcheggiando un destro tremendo sull’occhio di quel bastardo.
Nessuno, dico nessuno
poteva permettersi di insultare il mio Remus davanti a me, senza pagarne le
conseguenze.
Il colpo fu talmente
tremendo che il mio nemico cadde a terra tramortito, prontamente raggiunto
dagli altri slytherin e da Malfoy, che decise di vendicare il suo migliore
amico con una battuta ancora più infelice:
- Hey Lupin… Sai, mio
padre mi ha detto cosa fa tua madre per mantenervi … a quanto pare l’hanno
vista passeggiare per le strade di Londra … - Disse - … a notte fonda … -
aggiunse poi malignamente
Questo era davvero
troppo! Mi alzai per fronteggiare anche lui, ma sentii la voce di James
gridare dall’alto:
- Te la sei cercata,
Malfoy! Ti disintegro!!!! –
… Ma il mio amico non
fece in tempo a concretizzare la sua minaccia, perché per la seconda volta
un fascio di luce dorata scintillò fuori dalla bacchetta di Moony, colpendo
in pieno Lucius e mandandolo a sbattere contro la parete.
Mi voltai a guardare
Remus: era pallidissimo e stringeva i pugni con rabbia malrepressa.
- Il lavoro di mia madre
è più che onesto …– Esordì con voce bassa ma ferma - … E chiunque oserà
sostenere il contrario dovrà vedersela con me … -
Detto questo si voltò
verso il portone d’ingresso della sala e uscì di corsa; io ovviamente feci
per rincorrerlo, ma James mi bloccò appoggiandomi una mano sulla spalla.
- Lascialo solo per un
po’ … - Disse con aria molto seria, prima di restituire la scopa che aveva
utilizzato prima, al suo legittimo proprietario.
- Ma … Prongy … - Cercai
di ribattere; Remus aveva una vera a propria adorazione per sua madre: era
l’unica persona oltre noi che fosse veramente importante per lui e chissà
cosa stava provando ora, dopo avere sentito quegli idioti parlare male di
lei in quella maniera così infame.
Il mio amico dalla chioma
ribelle, tuttavia non mi diede retta: scosse il capo e presa la bacchetta
la puntò verso Wormy, facendolo scendere finalmente a terra.
- Meglio tagliare la
corda prima che arrivi Gazza attirato dalla confusione! … Non vorrei
prendermi una punizione proprio il primo giorno di vacanza! – Disse rivolto
a me e a un notevolmente sollevato Peter.
In effetti nella sala si
era creato un gran tumulto, specie tra i membri dello slytherin che si
stavano affollando attorno a un Malfoy ancora svenuto, mentre le ragazzine
lanciavano gridolini sul fatto se si fosse ferito seriamente o no …
figurarsi! Come dice il proverbio l’erba cattiva non muore mai …
Seguimmo James con
riluttanza fuori da una porta secondaria, soltanto pochi attimi prima che la
chiara e gracchiante voce del custode risuonasse per la sala:
- Che succede qui ???? …
-
Camminammo in silenzio su
per la scala che portava al nostro dormitorio; James sembrava molto teso:
evidentemente era preoccupato per Moony almeno quanto me! Chissà dove era
fuggito Remus? Probabilmente nella nostra camera.
Quando arrivammo nella
stanza che dividevamo però, del mio adorato licantropo non vi era alcuna
traccia.
- Dove sarà andato? –
Chiesi con apprensione guardandomi nervosamente intorno, come se il mio
Remus avesse potuto spuntare improvvisamente da sotto i letti.
- Smettila di fare quella
faccia, Paddy – Mi rimbeccò James guardandomi storto – Neanche si fosse
gettato sotto un treno … -
- Prongy ha ragione –
Disse Peter con aria rassicurante - … Di sicuro voleva starsene un po’ solo!
-
Mi sedetti sul letto
sospirando; Prongs e Wormy avevano ragione! Mi stavo preoccupando troppo!
- Vale la pena aspettarlo
qui – Intervenne di nuovo James - … tanto prima o poi dovrà tornare per
prendere i bagagli! –
Annuii alla proposta del
mio amico, mentre Peter si sedeva al mio fianco, tirando fuori dalla tasca
un mazzo di carte magiche.
- Dai, facciamo qualche
partita mentre lo aspettiamo – Disse con entusiasmo cominciando a mescolarle
- Ma Peter, siamo in tre,
in assenza del quarto uomo, uno deve rimanere fuori! –
- Beh, pazienza, vorrà
dire che giocheremo a turni! –
All’improvviso dal mio
baule si sentì una botta tremenda, che ci fece sobbalzare tutti e in breve
il coperchio dello stesso si spalancò, lasciando uscire una piccola sveglia
tra un groviglio di pantaloni e divise che finirono sparse in terra
* NOOOO devo rimettere
via tutto * Pensai con frustrazione vedendo tutto quel caos: mi ero quasi
dimenticato di quel maledetto fantasma chiacchierone che infestava la
sveglia regalatami da mio padre.
Rubens apparve seduto di
fronte a noi con l’inseparabile pipa tra le labbra e un’aria assai esaltata.
- Chi l’ha detto che vi
manca il quarto uomo? – Disse allegramente fissando Peter e James che lo
squadravano sbalorditi.
- Chi …chi … chi è questo
? – Riuscì a biascicare Prongs, mentre Peter era ancora a bocca aperta.
- Vi presento Rubens: il
fantasma della sveglia … fantastico regalo del mio amato paparino– Risposi
con rassegnazione mentre Rubens si era alzato e accennando una buffa
riverenza aveva aggiunto
- … Per servirvi … -
- Emh … piacere –
Replicarono i miei due amici con aria incerta osservando con sospetto lo
spirito, che nel sorridere loro aveva rivelato la sua dentatura a dir poco …
agghiacciante.
Mentre Peter distribuiva
le carte e Rubens si vantava del fatto che al torneo dell’osteria del suo
paese, duecento anni prima, avesse vinto una capra e una gallina; giunsi
alla drastica decisione di eliminare fisicamente mio padre.
Giocammo per circa
un’ora, quando dopo avere per l’ennesima volta aspirato il pestilenziale
fumo proveniente dalla pipa di Rubens, peraltro perennemente accesa (
qualcosa mi fa pensare che sia morto di una malattia non troppo dissimile da
un tumore al polmone, dato che fuma quanto una ciminiera ), mi allontanai
dal terzetto composto dal fantasma e dai miei due amici, con la scusa di
andare a rubacchiare qualche bibita in cucina.
Certo … rubare si fa per
dire, visto che giu nelle cucine gli elfi domestici fanno a gara a chi ti
offre più cibo; una volta ci avevano talmente caricato di ogni sorta di ben
di Dio, tanto che non riuscendo a tenere tutta la roba sotto al mantello
della invisibilità, dovemmo trasportare con la magia il tutto facendolo
galleggiare in aria con la magia. Ricordo che in quell’occasione, Gazza
quasi si prese un colpo vedendosi svolazzare tutta quella roba davanti e si
mise a strillare come un’aquila; ovviamente io e James fummo costretti a
scappare lasciando tutto il bottino nelle mani del custode, che per fortuna
ricollegò il tutto a uno dei soliti scherzi di Pix, addossandogli tutta la
colpa, senza minimamente sospettare di qualche studente.
Uscii dalla torre del grifondoro e con aria cupa percorsi un primo pezzo di
corridoio.
In realtà, nonostante la
scusa che avevo trovato con i miei amici e quell’impiastro di Rubens, la
vera ragione per la quale mi ero assentato era soltanto quella di trovare
Remus …
Sospirando mi affacciai
ad un’ampia finestra e con la mano pulii il vetro, leggermente appannato.
Aveva smesso di nevicare gia da qualche giorno, ma davanti a me si stendeva
una candida distesa di neve, mantenuta intatta dal freddo intenso di quei
giorni e più in fondo il lago ghiacciato faceva da confine tra il territorio
di Hogwarts e la foresta proibita.
Mi sarebbero mancati quei
luoghi, in cui avevo passato oramai cinque anni della mia vita, nonostante
si trattasse di stare via solo un paio di settimane.
In quella scuola passavo
la maggior parte dell’anno, avevo vicino tutti i miei migliori amici … e
potevo avere accanto la persona che tra tutti mi era più cara: Remus.
* Chissà dove si sarà
cacciato *
Non saprei dire quanto
tempo rimasi fermo, appoggiato al davanzale di quella finestra fantasticando
di me e Moony insieme, prima che una voce alle mie spalle mi chiamasse,
facendomi sobbalzare.
- Paddy … -
Mi voltai rapidamente,
riconoscendo la voce che apparteneva all’oggetto dei miei pensieri e mi si
strinse il cuore, trovandomi di fronte un Remus dall’aria triste e
addolorata, con gli occhi rossi e lucidi … sicuramente aveva pianto, anche
se non lo avrebbe ammesso neppure per tutto l’oro del mondo.
- Remus … - Azzardai non
sapendo come poterlo confortare - … Ti cercavo … -
Il mio amico non rispose,
ma chinò lo sguardo rimanendo immobile a pochi passi da me; sembrava nervoso
e indeciso …
- Remus … - Ripetei,
facendo un passo verso di lui. Mi feriva immensamente vederlo in quello
stato, avrei voluto dirgli tante cose, fargli sentire quanto gli ero vicino
… ma non sapevo come.
* Accidenti a me … perché
devo essere sempre così indeciso …. *
Il mio Moony però mi
precedette e con una sorprendente prova di audacia a dispetto della sua
solita timidezza, prima che io potessi proferire parola, si gettò tra le mie
braccia, affondando il viso tra i miei capelli corvini.
Dio mio … sentii il suo
calore … quella dolce sensazione che avevo sempre sognato di provare quando
immaginavo di stringerlo forte sul mio petto …
* Paddy, non fartelo
scappare … non fartelo scappare … *
Ripeteva una voce nella
mia testa, mentre sentivo esplodermi nelle viscere un calore mai provato
prima, una sensazione che mi faceva fremere dalla testa ai piedi.
* E’ così vicino … così
vicino … *
Il profumo dei suoi
capelli freschi di shampoo mi invase le narici, un odore così inebriante che
mi invitava a sollevare il suo viso verso il mio, accostare le mie labbra
alle sue per poi socchiuderle e assaporare finalmente il dolce miele della
sua bocca.
Sollevai le braccia che
avevo tenute accostate al corpo per la sorpresa e lasciai scivolare una mano
tra i suoi capelli ramati, cercando di accarezzarlo quanto più teneramente
possibile.
* E’ la persona che amo …
e ora ha bisogno di me … ha bisogno di sentire quanto mi è cara …*
- Scusa Paddy, non volevo
che ti preoccupassi per me – Disse Moony senza guardarmi in viso – Il fatto
è che … il fatto è che … -
Lo sentii fremere quasi
impercettibilmente: sapevo benissimo come si stava sentendo in quel momento,
era ovvio che stava soffrendo.
- Non ti devi scusare –
Risposi continuando ad accarezzargli il capo, cercando di calmare i miei
bollenti spiriti; non era il momento nè di perdermi nelle solite fantasie,
nè tantomeno quello di rilasciare qualche rivelazione riguardo ai miei
sentimente : Remus era gia abbastanza sconvolto senza che io intervenissi a
turbarlo ancora di più.
- Snape aveva ragione,
noi siamo così diversi … davvero non capisco come possiate essere amici di
uno …. Uno come me … -
Moony mi si strinse
ancora di più addosso; il contatto così profondo con il suo corpo mi fece
battere ancora di più il cuore e … sentii che anche qualcosa d’altro, in
parti solitamente poco esposte alla luce, stava cominciando a reagire, così
per evitare una terribile figuraccia dovetti a malincuore allontanarmi da
lui.
- Non devi assolutamente
dare credito a cio che dicono quell’idiota e i suoi compari!!! – Gridai
afferrandolo per le spalle, obbligandolo così a sollevare il volto; i suoi
occhi erano sempre rossi, ma ora ai lati di quelle splendide iridi d’ambra,
si poteva notare qualcosa di umido luccicare – Noi tutti ti vogliamo bene
perché sei una persona speciale!!! –
Scorsi l’ombra di un
sorriso spuntare agli angoli della sua bocca
- Non potrò mai
ringraziare abbastanza te, James e Peter per il modo in cui vi prendete cura
di me … - Rispose con la sua solita tonalità di voce bassa e calma - … e
invece non faccio che assillarvi con i miei problemi … -
- Stupido! – Ribattei,
sorridendogli a mia volta
Il mio amico sospirò
profondamente e chinò lo sguardo
- Non mi ha ferito tanto
il fatto che Snape mi abbia insultato … - Disse con voce tremante - … ma non
ho potuto sopportare quando Malfoy ha detto quelle cose disgustose su mia
madre; lei è sempre stata onesta, non ha mai fatto nulla di mele, ha sempre
lavorato onestamente e duramente per potermi crescere … lei è una persona
meravigliosa e io … io … -
Remus emise un piccolo
singhiozzo e strinse i denti
- Lo so Moony, lo so … -
Cercai di confortarlo – Nessuno ha dato credito alla parole di quel
maledetto –
Vidi il mio amato
passarsi una mano sugli occhi, probabilmente per togliere una lacrima dal
suo splendido volto.
- Remus, ti prego; non
posso vederti in questo stato … - Dissi avvicinandomi e prendendo il suo
volto tra le mani, in modo da essere a pochi centimetri dal viso del mio
dolce amico.
Moony annuì e fissò lo
sguardo sul mio, guardandomi con gli occhi animati da uno strano scintillio
- Grazie Paddy … -
Sussurrò - … Grazie davvero … -
Fu in quel momento che
accadde qualcosa che non avrei mai creduto possibile: Remus socchiuse gli
occhi e molto lentamente lo vidi accostare il suo volto sempre più vicino al
mio; il mio cuore ebbe un sussulto quando sentii dapprima il suo caldo
respiro scaldarmi la mucosa attorno alla bocca e poi le sue labbra posarsi
febbricitanti sulle mie.
Non saprei dire quanti
secondi passarono durante i quali potei godere di quel contatto sublime … ma
ero talmente sorpreso e talmente incredulo, che nonostante avessi voluto
abbracciare il mio Remus, approfondire il bacio, così come avevo fatto tante
volte nei miei sogni e dirgli finalmente tutto cio che avevo nel cuore, non
feci altro che rimanere fermo, imbambolato, totalmente rigido.
Il mio amico si staccò da
me in un breve attimo, quasi come se il contatto con il mio corpo potesse
scottare e si allontanò di qualche passo senza smettere di fissarmi, con gli
occhi d’ambra spalancati.
Evidentemente nemmeno lui
stesso si capacitava di cio che aveva appena fatto.
- S.. scusa Paddy –
Balbettò – Scusa, giuro che non succederà mai più … - E detto questo si girò
e fece per fuggire via, ma io lo bloccai rapido prendendolo per un braccio.
- Remus … - Sussurrai.
* Che cosa devo dirgli? *
- Ti prego Sirius,
lasciami … -
Per tutta risposta ,
strinsi ancora di più le mie dita sulla sua pelle
- Paddy, per favore –
Pregò lui disperatamente, mentre le sue guance diventavano sempre più rosse.
- Adesso calmati –
Risposi lentamente e lasciando la presa lo abbracciai da dietro stringendo
le mie braccia attorno al suo addome e accostando la mia bocca al suo
orecchio.
- Ci sono tante cose di
cui dobbiamo parlare –
Remus sussultò e si
abbandonò tra le mie braccia; restammo così per pochi attimi… muti. Entrambi
dovevamo elaborare cio che era accaduto poco prima … sapevo che Remus era
una persona controllata e riflessiva; sicuramente voleva riflettere bene su
cio che era accaduto; non me la sentivo di forzarlo a sentire una
dichiarazione alla quale probabilmente non era ancora del tutto pronto.
- Andiamo Paddy, ti
prego, o perderemo il treno – Mugolò di nuovo.
Si, non era ancora il
momento per parlare a fondo dei nostri sentimenti …
- Andiamo – Annuii
lasciandolo libero dal mio abbraccio – .. Prongie Wormy e quel dannato
spettro si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto tutti e due –
Remus sorrise e si avviò
senza dire una parola verso il nostro dormitorio; Non gli passò neppure per
la testa di chiedermi a chi mi riferissi riguardo al “ dannato spettro “ …
aveva ben altri pensieri in questo momento …
Quando arrivammo alla
torre dei grifondoro, seduti sul letto, trovammo soltanto James e Peter; di
Rubens non ve ne era neppure l’ombra; evidentemente quel dannato fantasma
aveva finalmente deciso di ritornare dentro la sua sveglia.
- Ah! Sei tornato
finalmente – Disse James voltandosi verso me e Moony - … Pensavo stessi
spremendo le zucche per fare il succo … -
Io e Moony ridacchiammo
di gusto
- MI spiace, ma non ho
portato nulla, diciamo che sono stato trattenuto … - Dissi indirizzando uno
sguardo a Remus, che abbassò il capo arrossendo lievemente.
Il suo gesto imbarazzato
non sfuggì agli occhi del mio migliore amico, che dapprima parve sorpreso e
successivamente mi guardò fugacemente sorridendomi con aria complice.
- Ehm … Moony … va tutto
bene adesso? – Chiese Peter che forse aveva interpretato l’inquietudine di
Moony come una reazione a cio che era successo giù alla sala grande con
Snape, Malfoy e gli altri slytherin.
- Si grazie … - Rispose
l’interpellato - Non preoccuparti … -
- Che domande Peter! –
Esclamai sorridendo – Moony è un marauders … ci vuole ben altro per
impressionarci; altro che i deliri di quegli imbecilli! –
- Infatti … - Rispose
James sghignazzando – …Esiste solo una cosa che ci fa davvero impressione …
-
- E cosa sarebbe? –
- Il naso di Snivellus,
no? –
Ah! ah! ah! Il solito
James …mentre ridevo con gli altri mi chiesi come avrei fatto a passare le
prossime settimane senza di lui … il mio amico più caro.
Con tutto quel che era
successo mi ero completamente scordato del fatto che tra una mezz’ora al
massimo io e Remus avremo preso il treno per tornarcene a Londra!
A quel pensiero il cuore
prese a battere dentro al petto come impazzito: questo voleva dire rimanere
da solo con Moony … dichiarargli i miei sentimenti …
Nonostante questo fosse
esattamente cio che avevo sempre sognato di fare, sentivo il mio animo
caricarsi di timore e insicurezza. Certo, dopo quello che era appena
successo, avevo per lo meno la certezza di non essergli indifferente, ma un
bacio poteva voler dire tutto o nulla; forse Remus si era lasciato
trasportare, forse lo aveva fatto perché era ancora sconvolto per le parole
di Malfoy; magari ora si era già pentito di avermi baciato …
Cosa dovevo fare? Come
avrei dovuto comportarmi?
Lasciai correre il mio
sguardo fino ad incontrare quello di Prongs e gli strizzai l’occhio destro
due volte di seguito: quello era il nostro segnale per avvertirci a vicenda
di quando avevamo bisogno di parlarci in privato. James sicuramente avrebbe
saputo come consigliarmi!
Il mio amico, come sempre
mi capì al volo e afferrata una delle mie valigie ( poiché saremmo stati via
da scuola solo un paio di settimane era superfluo portarci dietro i bauli;
bastavano poche borse ) disse:
- Ti aiuto a portare di
sotto i bagagli Paddy … -
Io annuii, seguendolo
oltre la porta.
- Ci vediamo di sotto,
devo ancora sistemare un paio di cose – Concluse Remus
- Andate tranquilli,
aiuto io Remus! – Squittì Peter allegramente.
Una volta fuori dalla
stanza, James prese a correre giù dalle scale con una velocità
impressionante; quasi faticavo a stargli dietro!
- Hey Prongs,
aspettami!!! –
Il mio amico, per tutta
risposta, si mise a ridere infilandosi in un’aula vuota.
Entrammo nella stanza
deserta e gettammo le valigie in una angolo, mentre James ancora rideva a
crepapelle.
- Si può sapere che hai
tanto da sghignazzare? – Gli chiesi indispettito, ansimando per la folle
corsa appena conclusa.
Prongie si sedette sulla
cattedra e intrecciò le gambe.
- Non mi dirai che hai
così poco fiato … come farai a soddisfare Moony quando farete … –
- Come sarebbe a dire? –
Chiesi io con aria beffarda - … Mi stai offendendo sai? Non vorrai mettere
in discussione le mie doti amatorie!–
- No certo, è solo un
consiglio … dopotutto non ti scordare che ti stai per mettere assieme a un
lupo mannaro … - ridacchò il mio amico.
- E tu non scordarti che
io sono un animagus … - Ribattei io strizzandogli un occhio.
James annuì sorridendo
- Piuttosto … - Esordì
accomodandosi bene sul tavolo e tirando fuori dal mantello una lattina di
burrobirra - … Di cosa volevi parlarmi? Il tuo esperto in faccende di cuore
è qui per aiutarti! –
- E quella da dove sbuca?
– Gli chiesi ridendo
- Se aspettavamo te,
stavamo freschi … - Rispose lui prima di bere un lungo sorso - … Dunque, di
che si tratta? -
- Beh … ecco … - Esitai;
accidenti,era tremendamente imbarazzante, anche se si trattava di parlarne
con il mio migliore amico!
- Allora? – Fece Prongs
con impazienza – Perché prima Moony è diventato rosso come un peperone? …
Sei riuscito a parlargli? –
- Umh … si e no … non gli
ho ancora rivelato nulla, però … è successa una cosa… -
- Una cosa? … Che cosa?
Vuoi smettere di fare il vago e parlare chiaramente? – Chiese James con
impazienza.
Sospirai e inghiottii,
sentendomi le guance avvampare
- Ci siamo baciati! –
Dissi di getto
James sobbalzò dal tavolo
e sputò fuori metà della burrobirra che stava tracannando.
- Cheeee????? – Chiese
tossendo all’impazzata, mentre io scoppiavo a ridere … era troppo buffo!
James però interpretò
male la mia ilarità.
- Stupido! – Disse
guardandomi male - … Per poco non mi fai affogare per niente … -
- Ma guarda che è la
verità … -
- E’ una balla! Vuoi
prendermi in giro … -
- James … perché dovrei
mentirti? -
- Sei troppo imbranato in
amore, è impossibile che tu abbia avuto il coraggio di baciarlo!–
- Ah! Grazie! – Ribattei,
fingendomi profondamente offeso – Comunque non ho detto che sono stato io a
prendere l’iniziativa –
James sputò per la
seconda volta tutta la burrobirra che aveva in bocca
- Di questo passo non te
ne rimarrà nemmeno un goccio! – Lo canzonai
Il mio amico però non mi
ascoltò neppure, ma mi fissò sbalordito con gli occhi che parevano
fuoriuscire dalle orbite
- Vuoi … vuoi dire che
Moony … -
- Si … -
- …Il santerellino … il
secchione… il perfettino … - Continuò allibito
- Te l’ho detto … non ho
preso io l’iniziativa . –
- Ahahhhhhh!!!!! Te
l’avevo detto che quando sarebbe uscita la sua parte animale, non lo avrebbe
fermato più nessuno – Disse James gasatissimo – Paddy! Preparati a essere
sbranato dal tuo lupo mannaro! –
- Sciocco! – Risposi
sogghignando
- E poi che vi siete
detti? –
- beh … Niente … - Dissi
imbarazzato; solo ripensandoci ora mi sembrava un’assurdità non avere
chiarito subito la situazione con Remus.
- Come sarebbe a dire? –
Sospirai sedendomi sopra
ad un banco retrostante
- Non ci siamo chiariti;
Moony sembrava molto imbarazzato, così mi sono limitato ad abbracciarlo
James parve riflettere
- In ogni caso .. – disse
– Moony aveva un’aria davvero allegra … stavolta è fatta amico mio! –
Sorrisi sollevato; in
genere le sensazioni di James erano sempre veritiere
- Allora secondo te non è
pentito di avermi baciato? – Chiesi al mio amico, dando sfogo alla mia
principale paura di quel momento.
Prongs rise
- Sai che a volte mi
stupisci per quanto sai essere cieco? – Chiese squadrandomi con uno strano
sguardo indagatore, quasi non capisse se la mia domanda era sincera o se lo
stessi prendendo in giro - … Certo che non era pentito! Si vedeva lontano un
miglio che viaggiava a un metro da terra! –
Tutto il peso della mia
insicurezza scivolò via dal mio cuore, facendomi sentire estremamente più
leggero.
Moony … mi amava … si,
Moony mi amava.
- Cosa dovrò dirgli dopo?
– Dissi a Prongs fissando il pavimento
- E’ semplice – Rispose –
Non dovrai fare altro che baciarlo e dirgli che lo ami … nient’altro … ah !
… E un’altra cosa … -
- Cosa? – Replicai
guardandolo con curiosità
- Per una volta lascia le
tue solite pare ben chiuse dentro la valigia – Aggiunse James sorridendo
Risi in maniera
liberatoria; James aveva tutte le ragioni per parlare così … dovevo avere
più fiducia in me stesso.
- Cercherò – Risposi
sorridendo
Era davvero molto più
rilassato ora; parlare con James era un vero toccasana!
Caricammo di nuovo le
valigie sulle spalle, incamminandoci nel cortile dove mi aspettavano le
solite carrozze senza cavalli per portarci al treno.
Era oramai ora di partire
per Londra.
Ci avviammo di corsa
verso l’area del cortile dove gli allievi in partenza erano attesi per
salire sulle carrozze che portavano alla stazione; com’era prevedibile
Remus e Peter ci avevano già anticipato e ora stavano attendendoci appena
fuori dall’enorme portale di ingresso.
- Ragazzi! – Gridai col
fiatone, raggiungendo i nostri due compagni – Siamo qui –
Entrambi si girarono
dalla nostra parte
- Si può sapere dove vi
eravate cacciati? – Esordì Peter con aria di rimprovero – E’ da una vita che
vi aspettiamo! –
Io e James ci scambiammo
uno sguardo complice, ridacchiando sotto i baffi; non potevamo certo dire
loro della discussione che avevamo avuto pochi minuti prima!
- Siamo stati giù nelle
cucine a rubacchiare qualcosa da sgranocchiare sul treno – Mentii cercando
di assumere un’aria convincente … beh, come scusa non era male, anche se
prima o poi Moony si sarebbe accorto che era una bugia, vedendomi a mani
vuote una volta sul treno … poco male; se tutto andava secondo i miei piani
il mio Remus avrebbe avuto di meglio da fare che sindacare sul fatto che
avessi con me il pranzo o lo acquistassi dalla strega portamerende.
In quel momento passarono
al nostro fianco quei due bastardi di slytherin: Malfoy e Snape, con tutta
la loro banda al seguito; sembravano molto soddisfatti e più superbi del
solito, per quanto fosse possibile.
Chissà che avevano da
tirarsela a quel modo? Forse dovevano fare una vacanza chissà dove con le
loro ricchissime e nobilissime famiglie; magari andavano giù a sud, in
Francia o in Italia … Che stronzi!era sempre stato il mio più grande sogno
visitare questi due paesi …
Ma ora non importava;
ovunque fossero andati, la cosa più importante era che finalmente non li
avrei avuti in mezzo alle scatole per almeno un paio di settimane; giusto il
tempo che mi occorreva per mettere in chiaro i miei sentimenti per Moony.
Ridendo e scherzando io e
i miei amici prendemmo posto in una delle carrozze ( il più distante
possibile dalle due serpi ovviamente ); James e Peter avevano deciso di
accompagnarci fino alla stazione, in quanto dopo la nostra partenza si
sarebbero trattenuti a Hogsmeade per acquistare alcuni scherzi e qualche
fuoco d’artificio per la festa di fine anno.
Mentre Prongs raccontava
di qualche pettegolezzo su Malfoy che aveva sentito non si sa dove; lasciai
cadere il mio sguardo su Moony, fingendo di ascoltare le battute del mio
migliore amico.
Remus sembrava molto
felice, a dispetto dello spiacevole battibecco che avevamo avuto quella
mattina con Malfoy e Snape. Tuttavia, la cosa che mi lasciava maggiormante
sorpreso, era che il mio adorato lupo mannaro non appariva minimamente
turbato da cio che era accaduto tra noi due.
Ci eravamo baciati
maledizione!!! Possibile che l’aver baciato uno dei suoi migliori amici non
lo mandasse in crisi?!?
Sospirai; forse Prongs
aveva davvero ragione: dovevo smetterla di farmi delle pare assurde! … Ma
perché dovevo essere tanto idiota?!?
- Che hai Paddy? –Chiese
Wormy guardandomi sorpreso – Non mi dirai che ti annoia parlare male delle
due serpi! –
Io sobbalzai dalla sedia;
ero talmente preso dai miei pensieri che non mi ero accorto di avere assunto
un atteggiamento strano.
- Eh? No … niente, niente
… - Dissi pensando a una qualche scusa da riportare al momento – Ecco … il
fatto è che non ho nessuna voglia di litigare con mio padre in questi
giorni; avrei preferito rimanere con voi e partecipare alla festa –
* NOOOOO CHE DIAVOLO STO
DICENDO????? Remus penserà che avrei preferito andare a quella stupida festa
piuttosto che stare con lui!!! * Certe volte dovrei davvero tagliarmi la
lingua!
Peter ridacchiò
divertito, mentre vidi James indirizzarmi un’occhiata glaciale che rivelava
tutta la sua disapprovazione per il mio sciocco commento. Moony al mio
fianco s’incupì improvvisamente e spostò lo sguardo oltre il finestrino.
* Porc …!!! Rimedia
maledetto idiota! * Mi dissi sentendomi profondamente infuriato con me
stesso
- Pe .. per fortuna che
c’è Moony con me … - Dissi nervosamente sfiorando la mano del mio
lupacchiotto.
Remus spostò il capo
verso di me e fissò i suoi profondi occhi color ambra nei miei con aria
indagatrice.
- Si, è stata una bella
fortuna … almeno così potremo ripiegare; ci terremo compagni a vicenda –
Rispose Moony con appena una punta di irritazione nella voce.
- Emh … si certo – Dissi
automaticamente
* MA NOOOO TU NON SEI UN
RIPIEGO!!! TU SEI LA PERSONA PIU’ IMPORTATANTE DELLA MIA VITA! * Quanto
avrei voluto dirgli queste parole … ma non potevo, non in mezzo agli altri
nostri amici.
In quell’istante la
carrozza si fermò e mentre scendevo James mi si avvicinò sussurrandomi
all’orecchio:
- Quanto sei imbecille! –
Come dargli torto? Nel
giro di pochi minuti ero riuscito non solo a fare arrabbiare Moony ( era
un’impresa per chiunque, ma scherzo della sorte a me riusciva sempre
benissimo -___- ), ma anche a distruggere tutto quello che ero riuscito a
ottenere, riguardo alla nostra relazione. Se solo prima di partire Remus
aveva una qualche idea di essere importante per me, ora grazie al mio
brillante intervento, ogni sua aspettativa era sicuramente stata disillusa.
Avrei dovuto rimediare …
e in fretta… prima che fosse troppo tardi, a costo di chiedergli scusa in
ginocchio!
Scesi dalle carrozze, ci
avviammo dentro la stazione, verso il binario dove il treno era fermo ad
aspettare l’arrivo dei vacanzieri.
James e Peter salirono
con noi sulla vettura, aiutandoci a cercare uno scompartimento vuoto, cosa
che non si rivelò troppo difficile in quanto erano pochi gli studenti che
quell’anno si recavano a casa per Natale.
Riponemmo i bagagli negli
appositi spazi, aiutati dai nostri amici , quando purtroppo il capotreno
fischiò il segnale di partenza del treno.
- Sarà meglio
affrettarsi! – Esclamò James rivolto a Peter che annuì in silenzio.
I due scesero velocemente
dal vagone, appena prima che le porte del convoglio si chiudessero e il
treno si mettesse in movimento.
Io e Moony ci
precipitammo alla finestra, per rivolgere gli ultimi saluti agli altri due
membri dei marauders, che seguendo di corsa il treno, si stavano sbracciando
salutandoci con le mani.
Poco prima che ci
allontanassimo troppo per udire le loro voci, sentii James gridarmi.
- Mi raccomando!!! Non
combinare altri guai! – Frase che alludeva ovviamente al mio furbesco
commento di prima …
Prongie … come avrei
fatto senza di lui? Lui, che mi sa sempre consigliare per il meglio?
Mah … in qualche modo me
la sarei cavata anche senza il mio migliore amico; era ora che cominciassi
ad affrontare le cose da solo. Era comodo fare il bullo con gli altri
studenti, forte della compagnia degli amici! Il difficile era mostrare la
medesima forza senza essere spalleggiato dagli altri! Di certo, se volevo
crescere e diventare un uomo, dovevo imparare ad agire autonomamente.
Si, d’ora in avanti avrei
affrontato ogni problema senza chiedere il consiglio dei miei amici e avrei
preso le cose di petto.
Mi scostai dunque dal
finestrino, avvicinandomi al mio amico che aveva ormai preso posto in uno
dei sedili rivestiti di velluto verde.
- Moony … - Esordii
fissando lo sguardo sul mio amico; averi messo in chiaro le cose … e l’avrei
fatto immediatamente!
Remus alzò il capo verso
di me e mi sorrise giovialmente; non sembrava più arrabbiato …
- Che c’è Paddy? –
- Emh … ti va di giocare
agli scacchi magici? –
- Sicuro! –
Maledizione! Meno male
che avrei dovuto essere chiaro e sicuro di me!
Mentre tiravo fuori dai
bagagli la scacchiera maledissi me stesso per il mio coraggio da lepre!
Scartai rabbiosamente un
pacchetto di caramelle tuttigusti+1 e feci velocemente sparire uno dei
dolciumi in bocca, mentre in cuor mio maledivo me stesso per non essere
ancora riuscito a spiaccicare con Remus una parola di tutto il bel discorso
che mi ero preparato.
Lui, dal canto suo
appariva estremamente tranquillo e giocava a scacchi con la solita flemma.
Mpf … non saprei dire se
la cosa mi urtasse o mi sollevasse: da un lato ero felice per il fatto che
il mio licantropo non fosse arrabbiato per la mia infelice trovata di poche
ore prima … ma dall’altro lo invidiavo un po’ … io non sarei mai riuscito a
mantenere la calma e il sangue freddo come solo lui sapeva fare.
Decisamente non ero bravo
a mascherare le mie emozioni, nonostante fossi così maldestro nell’aprirmi
agli altri riguardo i miei più profondi sentimenti.
Alcuni, specie le nostre
compagne femmine, mi accusavano di essere troppo superficiale. Chissà,
probabilmente, in un certo senso, avevano ragione: in effetti amavo passare
le giornate a fare scherzi stupidi con James e gli altri … senza contare
che le discussioni più accese a cui prendevo parte, riguardavano
puntualmente il campionato di quiddich o si risolvevano in culturalissime
discussioni su chi doveva rubaracchiare dalla cucina le burrobirre o il cibo
per le nostre festicciole clandestine al dormitorio.
Si, in effetti agli occhi
di chi non mi conosceva a fondo potevo davvero apparire un tipo frivolo, ma
dopotutto non facevo altro che comportarmi come la maggior parte dei ragazzi
della mia età; la pensassero come volessero quelle pettegole… per lo meno
non passavo le giornate come Snape e i suoi compari a giocare a fare il
death eaters e a insultare la gente soltanto per la sua provenienza
babbana.
Mi divertii a pensare la
faccia che avrebbero fatto Snape e Malfoy se avessero saputo che Remus era
un lupo mannaro … tuttavia, ripensandoci, credo che più grande della
sorpresa per la scoperta, sarebbe stato lo shock derivante dal fatto che uno
dei mostri da loro tanto disprezzati, avesse potuto non solo essere trattato
da essere umano, ma anche amato da qualcuno; ah! ah! ah! Probabilmente non
avrebbero retto all’idea e si sarebbero suicidati … con mia grande gioia
peraltro.
Il pensiero dei due
serpenti a sonagli che tentavano di impiccarsi per la disperazione nella
sala comune, tra le solite orde di ragazzine gracchianti, mi divertì non
poco e quasi senza accorgermene ridacchiai sommessamente.
Vidi con la coda
dell’occhio Remus distrarsi dal gioco e sorridermi sollevando lo sguardo
- Che c’è? – Chiese con
aria curiosa - … Scommetto che come al solito hai trovato una caramella al
gusto di caccola –
In effetti avevo preso a
masticare rabbiosamente, totalmente preso dai miei pensieri e non avevo
prestato la benché minima attenzione a null’altro, neppure al sapore della
tuttigusti+1.
Solo in quel momento mi
accorsi che una volta tanto ero stato fortunato: in bocca non sentivo
sapori disgustosi, ma un al contrario una dolce frescura alla menta mi stava
deliziando le labbra.
* Un segno del destino …
* Pensai sogghignando; dopotutto non facevano un sacco di pubblicità su tipi
che mangiavano chili di mentine e si prendevano tonnellate di baci? Perchè
la cosa non poteva essere valida anche per il sottoscritto.
- Sbagliato … - Risposi a
Remus che ora mi osservava con attenzione, evidentemente cercando di
individuare la vera causa della mia ilarità - … Stavolta è al gusto di
burrobirra … -
Moony trasalì lievemente
sbuffando con aria divertita rivolgendo nuovamente lo sguardo sulla
scacchiera
- Ma và … Sei sempre il
solito – Disse ridendo, mentre con una delle sue meravigliose mani
affusolate mosse un cavallo che senza tanti preamboli fece in mille pezzi
uno dei miei pedoni.
Giuro … non so che mi
successe in quell’occasione! Fu come se le labbra si fossero mosse
autonomamente … il fatto è che dalla mia bocca uscì una frase talmente
audace che sorprese anche me ….
- Se non vuoi credermi
puoi sempre verificarlo tu stesso … - Dissi con aria maliziosa, ma subito
dopo, resomi conto di quanto avevo appena dichiarato, rimasi fermo e muto
arrossendo come un semaforo; come avrebbe reagito Remus? Di sicuro l’avrebbe
presa come una battuta.
Ma quando il mio amico
sollevò nuovamente il capo, mi accorsi che al contrario di quanto mi ero
aspettato, aveva assunto un’aria molto seria. Mi trovai a fronteggiare i
suoi meravigliosi occhi color ambra, che ora scintillavano come animati da
un fuoco … un fuoco che non avrei potuto lasciare spegnere … non quella
volta …
No, stavolta non potevo e
non dovevo sbagliare.
Mi avvicinai guardingo,
mentre Remus seguiva con lo sguardo ogni mio spostamento, non sapendo cosa
avrebbe dovuto aspettarsi. Lentamente mi sedetti al fianco del mio amico,
senza dire una parola … e sempre senza dire nulla gli sfiorai delicatamente
la guancia, lasciando poi scivolare l’indice fino al suo mento,sollevandolo
… finchè le nostre labbra non si unirono, per una seconda volta in quel
giorno, in un meraviglioso ed emozionante bacio.
Aprii gli occhi, che
avevo tenuto chiusi e la vista di Moony così vicino a me … così attaccato al
mio corpo … fece crescere nel mio animo un’emozione indescrivibile: un
calore che dalla gola mi scendeva al cuore e ai visceri … un calore che non
dava tregua e che ora mi spingeva a chiedere di più.
Sentendomi fremere,
lasciai scivolare la punta della lingua fuori dalla sua usuale collocazione
e dolcemente la feci scorrere per il labbro inferiore del mio compagno.
Inizialmente Remus si
irrigidì a quel contatto inaspettato, ma poi parve rilassarsi e avvertii
chiaramente le sue mani posarmisi leggermente sulle spalle, mentre un dito
prendeva a giocherellare con una ciocca dei miei lunghi capelli.
Bastarono pochi attimi
per abituarmi a quel dolce oblio e mi stupii di trovare tutto così semplice
e naturale; in fondo cio che mi aveva sempre detto James si stava rivelando
giusto: una volta rotto il ghiaccio, le cose si facevano estremamente
semplici.
Lentamente avvertii le
labbra di Moony premere delicatamente contro le mie, evidentemente cercando
di approfondire ulteriormente il bacio; io lo lasciai fare, assaporando ogni
attimo di quel momento così magico.
Le nostre bocche rimasero
a lungo unite, fino quando il mio adorato lupo mannaro non interruppe il
bacio, allontanandosi da me di pochi centimetri. Lo guardai intensamente e
fui estremamente felice di constatare che il suo sguardo esprimeva la mia
stessa passione e il mio stesso amore …
- Hai mentito … - Disse
ad un tratto Remus, risvegliandomi dal torpore in cui ero scivolato.
- Cosa? – Chiesi senza
capire, ancora frastornato dall’appassionato bacio che ci eravamo appena
scambiati.
Il mio amico ridacchiò
fissandomi maliziosamente
- Non era alla burrobirra
… -
- Co … -
- La caramella … -
Specificò il mio amato sorridendo - … Non era al gusto di burrobirra … -
Ah … la caramella … non
ci ero arrivato tanto ero frastornato.
- Si, hai ragione, ti ho
imbrogliato – Risi – Potrai mai perdonarmi per questo Remus Lupin –
Moony assunse di nuovo
quell’espressione maliziosa che mi faceva impazzire
- Certo che ti perdono –
Mi sussurrò all’orecchio sfiorandomi volutamente la guancia contro la mia -
… Dopotutto era una bugia detta per una giusta causa, non è così? –
- Si, è così – Risposi
lasciando scivolare le mani sui suoi fianchi e spingendo il mio amico a
sdraiarsi lungo il vellutato sedile dello scompartimento.
Mi chinai piano verso il
mio meraviglioso licantropo, quasi sdraiandomi completamente su di lui, per
poi posargli piccoli delicati baci sul suo collo candido mentre Remus mi
circondava il collo con le braccia, stringendomi contro di sé in una doce e
inebriante prigionia.
Mi sentivo bene … mi
sentivo come mai prima di allora. Tutto cio che fino a quel momento avevo
soltanto sognato era diventato realtà e la realtà era che il mio Remus … la
persona che desideravo da tanto … troppo tempo, era innamorato di me così
come io lo ero di lui.
Unii di nuovo le mie
labbra a quelle del mio amico, sprofondando le dita tra i suoi capelli
ramati, così soffici e profumati … mentre un insolito calore stava facendo
capolino dai miei visceri … o più sotto?
Tuttavia non ebbi il
tempo di riflettere sulle mie sensazioni, perché improvvisamente qualcosa
dall’alto mi cadde dritto sulla testa e con mio grande disappunto, davanti
a noi apparve un Rubens decisamente corrucciato.
- Ragazzino, dove diavolo
hai ficcato casa mia? – Disse stringendo tra le mani un logoro mazzo di
carte da gioco.
Maledizione! Quel dannato
fantasma era sempre tra i piedi!
- Accidenti a te! –
Sbottai furioso, massaggiandomi energicamente la parte del mio povero capo,
dove era finita la valigia cadendo dal portabagagli - … Ma è possibile che
te la devi prendere sempre con la mia testa? -
- Non dirmi che ti sei
fatto male, tanto dentro non c’è niente … è tutt’osso! – – Ridacchiò quello
con la sua solita aria beffarda spostando lo sguardo su Remus che lo fissava
esterrefatto; in effetti lui non aveva ancora avuto il DISPIACERE di
conoscere lo splendido regalo di mio padre: un fantasma da guardia!
- Bhe, non mi presenti al
tuo amico? – Replicò il fantasma sorridendo giovialmente verso Moony
- Si, hai ragione …Remus
, ti presento Rubens … starà con me per un po’ - Dissi con aria seccata
- Rubens il mago del
Poker ah ah ah … - Disse quello gasatissimo
- Pia … piacere, io sono
Remus – Rispose il mio amico guardando prima lui e poi me con aria
stralunata.
- bene! – Esordii –
Adesso che abbiamo fatto le presentazioni puoi anche togliere il disturbo
GRAZIE! –
Il fantasma si sollevò
nel vuoto e velocemente mi fu sopra la testa dandomi un pugno in mezzo al
cranio.
- AIAHHHH!!! Ma che ti
piglia? –
- I bambini educati non
rispondono a questo modo a quelli più vecchi di loro … –
- Che io sappia, non è
neppure educato interrompere i discorsi degli altri … e soprattutto è molto
scortese gettare valigie sulla testa della gente … - Lo rimbeccai con rabbia
- Va bene, va bene … -
Disse Rubens ridendo – Siamo Uno a uno, Ok? … Comunque sono venuto per
prendere una cosa dalla mia sveglia … sai, ho pers … ehm … devo saldare un
debito di gioco –
- Fortuna che eri il mago
del poker – Dissi aprendo il mio bagaglio ed estraendo la piccola sveglia
sotto gli occhi curiosi di Remus.
- Pfui … lo conosco quel
tipo … è un baro! –
- Se sapevi che era un
baro, allora perché ci hai giocato? –
- RAGAZZINO! Vogliamo
smetterla di polemizzare? –
- Ok, scusa, scusa –
Risposi sorridendo, mentre il fantasma si rendeva evanescente ed entrava
nella sveglia, per poi riuscirne dopo pochi minuti, recando con se una
specie di orribile candelabro.
- Oh, me misero … ho
perso il mio bellissimo candelabro d’argento – Disse con aria melodrammatica
– Beh, ora ti saluto ragazzino, fai il bravo durante la mia assenza, siamo
intesi? –
- Potrei dire il
contrario – Risposi sfacciatamente, mentre Rubens svaniva recandosi a pagare
il suo debito di gioco .
Il viso di Remus, da
sorpreso che era, sembrava ora piuttosto divertito
- Più che argento
sembrava ferro … - Rise - … e pure un po’ arrugginito –
- In effetti … -
Commentai sorridendo – Ma ora dimentichiamoci di lui, abbiamo lasciato un
discorso in sospeso, se non mi sbaglio
- Infatti non sbagli –
Confermò Remus tirandomi verso di se - … Ma prima o poi dovrai spiegarmi
come sei finito nelle mani di quel tipo –
- Non mancherò … -
Conclusi attirando Remus in un nuovo, appassionato bacio.
Improvvisamente la porta
si aprì e facemmo appena in tempo a ricomporci prima di vedere far capolino
dalla porta il viso di una delle nostre compagne di classe.
- Ciao ragazzi! E’ libero
qui? – Chiese l’importuna con uno straordinario sorriso
Io e Moony ci guardammo a
vicenda
- Emh … -
- Veramente … -
- Oh, meno male! – Fece
quella senza neppure starci a sentire – RAGAZZEEEEEE … QUI E’
LIBEROOOOO!!!!! –
E in breve il nostro
scompartimento fu invaso da un’orda di ragazzine vocianti di tutte le età.
Vidi Remus prendersi la
testa tra le mani, mentre una di quelle piccole intriganti gli stava
chiedendo non so che cosa in merito a non so quale incantesimo e io fui
attorniato da un paio di tasorosso del secondo anno che continuavano a
fissarmi con aria adorante e occhi sbarrati, neanche fossi un pezzo da
museo.
Bah … quello sarebbe di
sicuro stato un lungo viaggio, ma cio che veramente importava era il fatto
che il ghiaccio ormai era stato rotto e ora più nulla avrebbe potuto
separarci.
Ormai eravamo quasi
giunti a Londra. Quelle pestifere ragazzine non ci avevano mollato un
secondo, così io e Moony avevamo dovuto sopportare per tutto il tempo del
viaggio i loro schiamazzi e cio che era peggio, eravamo stati obbligati a
sorbirci migliaia di pettegolezzi su persone da noi assolutamente
sconosciute.
Non appena potemmo vedere
dai finestrini la famigliare visuale del binario nove e tre quarti, io e il
mio amico scattammo in piedi in fretta e furia, salutando velocemente le
importune che avevano disturbato le nostre effusioni.
MALEDIZIONE! Proprio
quando finalmente avevo preso coraggio!!!!
Ma non era importante;
avremo avuto molte altre occasioni per stare soli … o almeno era quello che
speravo!
Mamma mia!!!! Io e Moony
abbracciati a baciarci sui divanetti del treno; quasi non riuscivo a credere
che fosse successo tutto davvero!!!
Mentre, ancora sul vagone
aspettavamo che il treno si fermasse e gli sportelli venissero aperti, la
calda mano di Moony che con delicatezza sfiorava la mia, mi distolse dai
miei pensieri facendomi realizzare che tutti gli avvenimenti di poche ore
prima erano accaduti sul serio.
- Paddy, tutto bene ? –
La voce di Remus risuonò melodiosa e tenera nelle mie orecchie.
Sorrisi al mio amato lupo
mannaro incrociando con la mia la mano con cui mi aveva sfiorato pochi
attimi prima.
* E me lo chiedi? *
Pensai …
- Mai stato meglio … -
Risposi sollevando le sue dita affusolate verso la mia bocca, baciandole
teneramente.
Remus arrossì e chinò lo
sguardo verso il basso, mentre io continuai a mangiarmelo con gli occhi: da
quanto tempo sognavo questo momento? Da mesi… anni… forse dal primo momento
che lo avevo incontrato. Si … decisamente l’avevo desiderato dall’inizio;
anche se a quell’epoca non volevo ammetterlo neppure con me stesso.
Era stato James ad
aiutarmi ad aprire gli occhi riguardo ai miei sentimenti … il mio caro
vecchio James … chissà che faccia avrebbe fatto non appena avesse saputo che
finalmente il ghiaccio tra me e Remus era stato rotto. Di sicuro avrebbe
fatto i salti mortali dalla gioia … di non sentire più le mie lamentele
ovviamente ^__^’
Mi ripromisi di scrivere
al mio migliore amico non appena arrivato in quella benedetta cittadina
dimenticata da Dio; dopotutto, aveva il diritto di sapere cio che era
successo visto che aveva fatto il tifo per me fin dall’inizio.
Finalmente il treno si
fermò e in un paio di minuti fummo assediati da una moltitudine di altri
studenti, tutti dei primi anni, che si accalcarono di fronte agli sportelli,
spingendo e urlando come pazzi.
Fu una vera impresa
riuscire a scendere senza che nessuno si frantumasse qualche osso e nella
calca persi Moony, che era rimasto indietro per aiutare una ragazzina del
primo anno che, spinta dalle retrovie, aveva rischiato di scivolare dai
gradini, facendosi male sul serio.
Una volta raggiunto un
punto relativamente meno affollato, mi fermai per attendere il mio amico,
che arrivò un paio di minuti dopo, reggendo la borsa sulla testa per
occupare meno spazio tra tutta quella calca.
Moony aveva un’aria
talmente stravolta che mi cacciai a ridere
- Dio mio Moony, dovresti
vederti … sembra che tu sia stato inseguito da un troll inferocito –
- Faresti meglio a non
ridere tanto – Replicò il mio amico con aria risentita – Ti devo forse
ricordare quella volta in cui per scendere tu e James siete caduti dal treno
a faccia a terra in una pozzanghera? –
- Lascia perdere quella
volta … - Risposi ripensando agli ululati di mio padre dopo che mi aveva
visto conciato come un avvicino delle paludi - … E poi ti rammento che
eravamo stati spinti da Malfoy e Snape … che poco dopo hanno fatto la stessa
fine –
Remus rise di gusto
- Si in effetti avete
avuto una bella prontezza di spirito a trascinarveli dietro mentre cadevate
– Disse divertito – Ma avete anche corso un bel rischio … - Continuò con
aria di rimprovero.
- Gia – Replicai con
orgoglio – … Sai che storia se Snape si impiantava con il naso nel fango? E
chi lo tirava più fuori di là? –
Ma questa volta non ci fu
il tempo per ridere della battuta, perché la voce della madre di Moony ci
raggiunse tra la folla; di sicuro la donna stava cercando il figlio e in
mezzo a tutta quella moltitudine di persone non riusciva a vederci.
- Mamma!!!! – Gridò il
mio amico a gran voce – Sono qui!!! –
La donna da lontano gli
fece cenno di averlo visto e spintonando e strattonando ci raggiunse
abbastanza velocemente, abbracciando calorosamente il figlio e salutando me
cordialmente.
- Allora ragazzi, avete
fatto buon viaggio? – Disse con il suo solito sorriso, che ricordava tanto
quello di Moony..
Io e Remus ci guardammo
arrossendo vagamente
- Beh … si, direi di si –
Disse il mio amico cercando di apparire il più naturale possibile
- … Anche se ad un certo
punto siamo stati … come dire … disturbati – Intervenni ridacchiando, mentre
Moony mi fulminava con lo sguardo.
- Ah si? E chi vi ha
disturbati? – Chiese la donna che ovviamente non poteva immaginare a cosa
era rivolta la mia allusione
- Emh … mamma – Si
affretto Remus a cambiare discorso – Sai che Sirius sarà in vacanza nella
stessa città dove andremo ad abitare? –
- Davvero? – Replicò la
donna con aria felice. Di certo era molto contenta del fatto che il cambio
di residenza per il proprio figlio sarebbe stato decisamente meno traumatico
se questi avesse avuto un amico al fianco.
* Amico … * Pensai
sorridendo. Ora quella parola che aveva sempre significato moltissimo per
me, sembrava decisamente limitativa se comparata a cio che era nato tra noi
due.
Mentre guardavo la strega
parlare col figlio, non potei fare a meno di notare per l’ennesima volta
l’amore che i due provavano l’uno per l’altra. Nonostante le diverse
difficoltà economiche, Moony e sua madre erano davvero molto uniti e questo
ai miei occhi faceva di loro le persone più ricche di questo mondo.
Ma ora non era il momento
di perdermi in pensieri di questo tipo, dovevo cercare i miei … figurarsi se
mio padre si sarebbe scomodato a venirmi incontro!
Mi congedai quindi da
Moony e sua madre, facendomi dare l’indirizzo della loro nuova abitazione,
con la promessa di farmi vivo non appena arrivato nella cittadina.
Mentre mi perdevo nella
folla, alla ricerca dell’uscita, mi resi conto di quanto Remus mi mancava di
già nonostante sapessi che molto probabilmente ci saremo visti subito il
giorno dopo.
Ma che importanza poteva
avere questa certezza, se ora lui non era con me?
In credibilmente, da
lontano, vidi la snella figura di mia madre agitare le braccia in mia
direzione; incredibile che fosse venuta anche lei, soprattutto prima della
partenza per un’avvenimento così esclusivo. Mi ero infatti aspettato di
saperla dedita al suo sport preferito: girovagare per i negozi, svaligiando
tutte le boutique più esclusive, mentre mio padre mi aspettava di fuori
sulla macchina, imprecando contro le mani bucate della moglie.
- Tesoruccioooooo – Gridò
mia madre avvolta in uno dei suoi preziosi cappotti di cachemire.
Le corsi incontro
vagamente preoccupato; che fosse accaduto qualcosa di brutto?
- Mamma! – Dissi
correndole incontro – Che è successo? Dov’è papà? –
Lei si gettò su di me
abbracciandomi e inondandomi il viso di baci
- Oh tesoruccio, sono
così contenta di vederti – Disse con la sua consueta aria gettandomi le
braccia al collo.
- Mamma … ti ho chiesto
dov’è papà! – Cercai di replicare, assediato dal suo abbraccio un po’ troppo
caloroso.
Mia madre finalmente
parve starmi a sentire e si staccò da me osservandomi attentamente dai piedi
fino alla punta dei capelli.
- Oh … tuo padre … -
rispose con aria vaga estraendo dalla fine borsetta una bomboletta di dubbia
natura - … E’ gia partito per quella cittadina … come ha detto che si
chiama? –
- Eastbourne … - Risposi
con aria seccata guardandola spruzzarmi una manica con quella strana roba
che a quanto pareva era una sorta di magico smacchiante istantaneo.
- Oh già … ah se non
avessi te cucciolino mio!!! – Disse appioppandomi un altro dei suoi
formidabili baci al rossetto chanel - … Comunque tuo padre è stato
richiamato prima e mi ha detto di raggiungerlo non appena tu fossi arrivato
… ha già mandato un’auto a prenderci –
- Bene, allora che
spettiamo? – Chiesi con aria speranzosa pulendomi la guancia dal rossetto;
non avevo nessuna voglia di farmi chiamare con altri assurdi appellativi in
mezzo ai miei compagni di scuola.
Mia madre sorrise
fregandosi le mani
- ma puccino mio … c’è
tempooo – Cinguettò – Perché non approfittiamo dell’assenza di tuo padre e
facciamo un salto a vedere qualche negozio, senza che ci sia lui a sbraitare
per ogni zellino speso? –
- Ma mamma … - E io che
non vedevo l’ora di partire per raggiungere Remus il prima possibile
- No, no, niente ma … e
poi tu hai bisogno di un nuovo abito da cerimonia!!!! – Rispose afferrandomi
per il braccio e trascinandomi via, ignorandomi del tutto mentre le dicevo
che di abiti da cerimonia ne avrò avuto una quindicina …
Girammo per i negozi di
Londra per almeno due ore, finchè dopo avere razziato parecchie boutiques e
di conseguenza, riempito per bene il baule dell’auto ( io stesso ero
schiacciato da diversi pacchi stracolmi di abitini e vestagliette ) di ogni
sorta di fronzolo, mia madre decise che era giunto il momento cruciale dello
shopping: la ricerca di un abito da cerimonia adatto al suo passerotto …
ovvero io ( -___- n.d. Paddy ).
- Non ti preoccupare
pulcinotto mio … ti troveremo un vestito bellissimo – Esordì la mia svitata
genitrice ritoccandosi il trucco con un magico spray di make up automatico,
mentre col naso incollato al finestrino, passava in esame ogni vetrina che
incrociavamo con l’auto.
Sospirai profondamente,
rivolgendo distrattamente lo sguardo fuori dall’abitacolo, Cercando di
immaginare dove fosse Moony in quel momento; probabilmente lui e sua madre
stavano attendendo il treno che li avrebbe portati a Eastbuorne. Di certo
loro due non si sarebbero potuti permettere un taxi e magari per arrivare a
destinazione avrebbero dovuto cambiare più treni!
Improvvisamente mi prese
un gran rimorso: che stupido che ero stato! Visto che sulla nostra vettura
eravamo soltanto in due, data l’assenza inaspettata di mio padre; avrei
potuto chiedere a mia madre il permesso di dare un passaggio a Remus …
stringendoci un po’ avremmo potuto starci tutti e quattro! Mannaggia!!! …
Tuttavia le mie
riflessioni vennero interrotte dalla voce acuta di mia mamma che gridava
all’autista di fermarsi e di parcheggiare davanti a un grandissimo negozio
dotato di una immensa vetrina dai vetri lucidi come cristallo.
Sospirai osservando
l’elegante profilo della donna che sedeva nel sedile di fronte al mio; di
certo lei e la signora Lupin non avevano assolutamente nulla in comune, a
parte la indubbia appartenenza al genere femminile. Se mai le avessi fatte
incontrare, senza dubbio mia madre avrebbe messo in qualche modo in
imbarazzo quella di Moony, a causa della foggia modesta dei suoi abiti e di
quelli del figlio … magari del tutto in buona fede ( anche se si rivelava
innegabilmente rompiscatole in molte occasioni, mai madre non era
assolutamente cattiva e non avrebbe mai ferito qualcuno intenzionalmente )
però, conoscendo la sua fissazione verso abiti e gingilli, di certo non
avrebbe risparmiato qualche sguardo di disapprovazione a quelli sciatti
della signora Lupin.
Vedendo la questione da
questo punto di vista, era stato decisamente meglio così come erano andate
le cose. Non avrei potuto sopportare di vedere Remus soffrire nuovamente a
causa di un’offesa rivolta alla madre e tantomeno avrei tollerato il fatto
di esserne la causa diretta!
L’autista accostò l’auto
al ciglio della strada per permetterci di scendere e raggiungere la nostra
destinazione, mentre presumibilmente lui avrebbe cercato un provvisorio
parcheggio nei paraggi, in quanto conoscendo mia madre, sapeva che non
saremmo usciti da quell’ennesimo negozio prima di un’ora buona.
Mentre mia madre si
raccomandava con l’uomo di non abbandonare la vettura, dato che era
stracolma di bagagli e acquisti, un’auto poco lontano partì dal posto in cui
era postata . Senza dare minimamente ascolto alla sua cliente, il nostro
autista partì in sgommata con lo scopo di raggiungere il posto prima di
un’altra auto che stava sopraggiungendo con altrettanta foga dall’altro lato
della strada.
Preferimmo non conoscere
il vincitore della sfida all’ultimo posteggio, fingendo di ignorare due
brusche frenate e la raffica di improperi che si scambiarono i due; così
con grande disappunto mio e al contrario, con molto entusiasmo da parte di
mia madre, entrammo nella enorme boutiques.
L’ambiente era elegante,
ma fortunatamente molto meno formale di quanto mi fossi immaginato, infatti
al posto della solita commessa dall’aria algida e superba, ci accolse una
giovane ragazza, della quale mi colpì piacevolmente il caloroso sorriso.
- Buongiorno signori, in
cosa posso esservi utile? – Chiese cordialmente avvicinandosi di qualche
passo e facendo una piccola riverenza verso mia madre.
- Per la verità stiamo
cercando un abito da cerimonia per il mio giovanotto – Rispose
l’interpellata, mentre io sospiravo di sollievo, per il fatto di non essere
stato appellato con altri ridicoli nomignoli. – Tuttavia …. – Continuò
guardandosi avidamente intorno - … vedo che avete parecchie cosucce niente
male … non è che sarebbe così gentile da occuparsi di mostrare a mio figlio
i vostri abiti migliori, mentre io … emh … faccio un giretto? –
* Seee un giretto *
Ridacchiai tra me e me, conoscendo l’idea che mia madre aveva per “ giretto
in un negozio “.
- Non si preoccupi
signora – Disse prontamente la ragazza – Le chiamo subito una mia collega! –
Tuttavia l’altra le
rivolse un cenno di noncuranza con la mano
- Oh, non si preoccupi …
faccio da sola grazie, voglio soltanto curiosare un po’ in giro – Concluse,
salutandomi poi con un cenno della mano e avanzando poi veloce, verso la
scala che dava al piano superiore, sede del reparto dedicato all’
abbigliamento femminile.
Rimasto da solo con la
simpatica ragazza dal formidabile sorriso, mi feci condurre da lei in
un’area deputata alla prova dei capi, dove erano disposti in successione
diversi camerini di prova, ognuno dei quali pulito e ben attrezzato, ma
dalle dimensioni piuttosto ridotte.
Provai numerosi modelli,
di ogni foggia e colore, finchè non mi decisi per una bella tunica di
velluto blu scuro; semplice ma molto elegante. Dopo che la commessa mi ebbe
accorciato un po’ le maniche e allungato i pantaloni con rapidi tocchi di
bacchetta, per adattare il capo alla mia corporatura, le chiesi se
gentilmente poteva andare a cercare mia madre: prima di acquistare qualcosa
ci tenevo ad avere la sua opinione, o meglio desideravo renderla partecipe
della mia scelta, altrimenti, conoscendola ci sarebbe rimasta male e mi
avrebbe tenuto il broncio per parecchi giorni. Mentre la ragazza si
allontanava velocemente, recando con se gli abiti da me scartati, chiusi la
tendina della piccola stanzetta di prova e rimirai la mia immagine allo
specchio.
Mmmmh … che
soddisfazione farsi allungare l’orlo dei pantaloni!
In effetti nell’ultimo
anno ero cresciuto di parecchio, ma non ero comunque il solo, anche Remus
aveva variato di molto la sua altezza; ora era alto praticamente quanto
James.
Strano … e io che ho
sempre pensato che sarebbe rimasto uno scricciolino, come quando ci eravamo
incontrati la prima volta.
Sorrisi pensando al mio
amico cinque anni prima, quando era cominciata la nostra grande avventura a
Hogwarts;.. ero rimasto subito colpito da quel ragazzino solitario e dagli
occhi tristi … si, forse la prima cosa che mi aveva attirato di lui era
stato il suo sguardo.
Ricordo che una volta
usciti dal treno, tutti noi del primo anno, eravamo stai portati sulla riva
del lago per la tradizionale traversata dello splendido specchio d’acqua,
con le piccole imbarcazioni messe a disposizione dalla scuola. Il caso ha
voluto che io e Remus ci fossimo trovati sulla stessa barca, assieme ad
altri due ragazzi, i quali erano poi finiti tra gli slytherin. Peccato
comunque, perché a parte uno di essi, l’altro era molto simpatico e faceva
un sacco di battute divertenti! Credo che sarebbe stato un buon amico per me
e James. In ogni caso ricordo che io e i due futuri slytherin, non facemmo
altro che chiacchierare e rimbeccarci per tutta la traversata ( lo slytherin
più antipatico era casualmente Snape … anche durante il nostro primo
incontro non si era smentito per niente dando ampio sfoggio della sua indole
acida e indisponente ), mentre Moony rimase zitto e non partecipò mai alla
discussione. Forse fu per timidezza … forse per il timore che qualcuno si
accorgesse della sua natura di licantropo …
forse ….
Tuttavia io credo che
semplicemente fosse talmente felice di essere lì, in quel luogo, in quel
momento … da non accorgersi quasi che altre persone gli stavano accanto.
Ancora mi torna alla mente il suo volto illuminato dalle torce, sul quale
danzavano i riflessi di mille ombre e luci… e i suoi occhi … i suoi occhi
scintillanti che fissavano il castello quasi rapiti, come se quello fosse il
momento più straordinario e meraviglioso che avesse mai vissuto dalla
nascita. Io ancora non lo sapevo, ma per lui il fatto di potere frequentare
la scuola per maghi più prestigiosa al mondo, nonostante la sua condizione,
era un qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile prima di allora: era
il realizzarsi di un sogno …
Ammetto che mentre
parlavo con gli altri due, fingendo di prestare ascolto alle battute
dell’uno e agli acidi commenti dell’altro, non potevo evitare di fare
scivolare il mio sguardo su quello strano ragazzo, che non diceva una
parola, ma del quale gli occhi esprimevano molto più di quanto un discorso
parlato non potesse fare.
Credo fu in
quell’occasione che inconsciamente mi innamorai di lui; forse perchè rimasi
incuriosito e inquietato dal suo atteggiamento solitario e misterioso, si …
questo di sicuro; ma soprattutto …
… soprattutto desiderai
ardentemente che un giorno quegli occhi mi guardassero come in quel momento
stavano fissando Hogwarts: con la stessa intensità e la stessa passione.
E ora finalmente quel
giorno era arrivato.
Sorrisi alla mia immagine
riflessa nello specchio, posando l’indice sulle labbra.
Non potevo quasi credere
che proprio in quel punto, soltanto poche ore prima, il mio Moony aveva
posato dei meravigliosi e intensi baci.
In quel momento un grido
proveniente da un camerino poco distante dal mio, seguito da un rapido
allontanarsi di passi di corsa, mi fece ritornare velocemente con i piedi
per terra.
* Che diavolo sarà
successo? * Mi chiesi incuriosito, prestandomi a uscire per appurare che la
persona che aveva urlato, presumibilmente una donna, non avesse bisogno di
aiuto.
Tuttavia, spostando la
tenda rossa mi ritrovai di fronte con mia grande sorpresa, al faccione
incartapecorito del mio stramaledetto fantasma da guardia.
- UAAARRGHHHH!!!!!! –
Gridai facendo un balzo all’indietro
Rubens rimase a fissarmi
con un’aria sconvolta, con la solita sigaretta tra le labbra stavolta
stranamente spenta.
- Dico … pensi di essere
tanto meglio la mattina appena sveglio? – Chiese risentito
- Ma piantala … - Risposi
tirando un sospiro - … Ti sembrano scherzi da fare questi?!? Comparirmi
davanti all’improvviso? Mi stava per venire un infarto!!! –
- Stai forse cercando di
dirmi che non ho un bell’aspetto, moccioso? – Ribattè lo spettro
incrociando le braccia sul petto.
Beh … in effetti anche se
Rubens, in condizioni normali, non poteva certo essere definito un sex
simbol, ora aveva un aspetto davvero orrendo!
- Insomma … - Dissi
stupito - Ma che hai fatto? Non vedi che faccia hai? … E vieni dentro, non
voglio che ti vedano! –
Rubens obbedì e sedendosi
a gambe incrociate, fluttuando nell’aria, accese finalmente la sua fedele
sigaretta con le mani che gli tremavano.
- Allora? – Incalzai –
Spiegami che ti è successo! –
Il fantasma diede una
lunga boccata di fumo, aspirandola poi lentamente.
- Ah! Non me ne parlare …
- Disse con aria depressa – Non c’è più rispetto per i morti!… -
- Scommetto che hai perso
ancora alle carte e ora devi di nuovo saldare un debito – Dissi guardandolo
con aria indagatrice - … Guarda che io non ti faccio prestiti! -
Tsè … Quel maledetto
fantasma e il suo stupido vizio del gioco d’azzardo!
- Oh no, non è questo -
Rispose Rubens - … Il fatto è che me ne stavo tranquillamente tornando alla
mia sveglia, quando sono stato assalito da un pazzo che stava litigando con
un altro losco figuro … appena mi ha visto andare verso il baule della
vostra macchina mi è corso dietro brandendo la bacchetta ed esiliandomi
ingiustamente da casa mia! –
- Ah! L’autista! – Risi –
Sai Rubens, devi perdonarlo, il fatto è che ha avuto una giornata un po’
pesante –
Dopotutto era
comprensibile … anche io sarei uscito di testa se fossi stato costretto a
fare da taxista a mia madre durante i suoi attacchi di shopping acuto!
- Si, certo, ma scagliare
maledizioni addosso alla gente!!!! Guarda un po’ qui, mi ha paralizzato un
braccio! –
- Dai non preoccuparti,
ti risistemo io come nuovo – Lo rassicurai; mi faceva un po’ di tenerezza
così imbronciato … si, di certo rimaneva un pessimo elemento, ma dopotutto
mi era simpatico! - … Ma non gli hai detto che eri un fantasma? –
- Massì che gliel’ho
detto …- replicò il fantasma scosso – E gli ho detto anche che dentro ai
bagagli c’era casa mia! -
- E lui? –
- Mi ha risposto che se
io ero un fantasma, lui era Pinco Pallino .... chi mai sarà questo
tipo, poi?... Di sicuro
deve essere un baro famoso, mi pare di averlo gia sentito nominare … -
- Può darsi che tu abbia
ragione – Ridacchiai – Ma perché non ti sei smaterializzato? –
Rubens fece un gesto di
stizza
- ma l’ho fatto! Mi sono
smaterializzato, fluttuando in aria per metà, ma quello ha detto che noi
ladri di magicradio non lo fregavamo più e ha cominciato a gridare,
lanciandomi contro ogni sorta di maledizione, gridando come un pazzo… poi è
intervenuto anche quello con cui stava litigando e mi è venuto dietro anche
lui, poi uno che passava di lì ha preso la bacchetta e … -
- Va bene, hai avuto una
giornata sfortunata, questo l’abbiamo appurato … - Conclusi sorridendo –
Comunque se vuoi che ti rimetta in sesto il braccio, è meglio che lo faccia
ora, prima che arrivi mia madre con la commessa! –
Presi a frugare tra i
miei abiti che avevo tolto per provare la tunica nuova, alla ricerca della
bacchetta, ma non ve ne era traccia: accidenti, l’avevo di sicuro nella
tasca dei pantaloni, ma sarebbe stato difficoltoso afferrarla con addosso
quell’ingombrante abito senza prima toglierlo.
- Rubens, fammi un favore
– Dissi – Prendimi la bacchetta dalla tasca dietro … io cerco di alzare la
tunica e tu ti infili sotto! –
- Ok! – Acconsentì il
fantasma, cercando di intrufolarsi tra il velluto del vestito, che terminava
ampio, ma che verso i fianchi si restringeva rendendo difficoltosa la
risalita.
- Stai attento a non
prendere l’asta sbagliata – Gli dissi ridendo, guardandolo frugare tra i
miei abiti, mentre io sollevavo come potevo l’orlo della veste.
Rubens mugugnò qualcosa
in risposta con aria seccata, ma non riuscii a capire nulla da quanto era
sepolto da quella cortina di stoffa blu!
Improvvisamente sentii
vicinissima la voce della commessa e quella di mia madre.
* MALEDIZIONE!!!!!!!! *
- Avanti Rubens, vieni
fuori!!!! – Dissi agitato
- Aspetta, l’ho quasi
presa! –
- Dai porca miseria, c’è
mia madre! –
- Siriuccioooo … con chi
stai parlando? – cinguettò mia madre con aria gioviale – Vediamo come ti sta
l’abito nuovo! –
- No!!!! Asp… -
- Oh! Le assicuro che ha
un aspetto divino signora – Intervenne la commessa scostando velocemente la
tenda.
Pochi attimi dopo mi
ritrovai a fissare le due donne negli occhi che guardavano impietrite la
scena di Rubens che s’inotrava tra le pieghe della tunica, dicendo
- Si!!! ECCCOOO!!!! CI
SONO QUASIIII!!!! –
A mia madre caddero le
buste che portava in mano e spalancò la bocca talmente tanto che per un
attimo, pensai che le si sarebbe slogata la mascella. La commessa invece si
portò una mano all’altezza del cuore, come se stesse per avere un infarto da
un momento all’altro.
In quel momento Rubens
riuscì a liberarsi e uscendo da sotto il vestito disse felice:
- Ce l’ho fatta, ecco … -
Ma non fu in grado di
finire la frase, in quanto mia madre e l’altra donna emisero un grido acuto,
quasi del tutto simile alla sirena di un’ambulanza.
-
AAAAAAAAARRRRRGGHGHGHGHGHGHGH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! UN
PEDOFILOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! –
E per l’ennesima volta
in quel giorno Rubens fu rincorso da qualcuno con la bacchetta sguainata che
voleva la sua testa.
Mi stravaccai sul sedile
posteriore dell’auto cercando di sistemarmi alla meglio tra i numerosi
pacchi, frutto dello shopping selvaggio di mia madre, ripensando col sorriso
sulle labbra a cio che era accaduto un paio d’ore prima: il povero Rubens
era dovuto fuggire dalle grinfie delle commesse inferocite, accusato
ingiustamente e con infamia di essere una specie di pervertito!
Ad essere del tutto
sincero, un po’ mi era dispiaciuto per lui, però dopo tutti i casini che
quel dannato spettro mi aveva combinato fino a quel momento, una strapazzata
come quella in fondo se l’era proprio meritata! Inoltre se era riuscito a
scomparire misteriosamente dalla circolazione era soltanto merito mio: avevo
sudato sette camicie per riuscire a recuperare la sua sveglia perché ci si
nascondesse dentro!
- Sirius tesoro!!! – Mia
madre mi chiamò dal sedile anteriore, girandosi verso di me e io chiusi
immediatamente gli occhi abbandonando la testa su una spalla, fingendomi
profondamente addormentato.
Non avevo nessuna voglia
di sorbirmi un altro interrogatorio su come fosse entrato quel maniaco, sul
mio stato di salute e altre amenità simili … tanto più che per le cinquanta
volte che mia madre mi aveva rivolto le stesse domande, io le avevo fornito
almeno una ventina di versioni diverse; segno che o mia madre mi reputava
talmente sconvolto da non essere in grado di ricordare in maniera giusta i
fatti, o semplicemente era lei stessa troppo sotto shock per recepire quello
che le dicevo. Preferii non conoscere la risposta …
Una cosa però era certa:
tutta quella confusione non aveva fatto altro che giocare a mio vantaggio,
in quanto aveva distolto mia madre dal fare altri acquisti, convincendola
finalmente a dirigersi verso Eastbourne … dove mi aspettava, o almeno era
ciò che speravo, un meraviglioso party di fine anno con il mio dolce Remus.
Inevitabilmente mi
ritrovai a ripensare al nostro bacio sul treno, alle emozioni che avevo
provato, allo stupore di James quando gli avevo raccontato del primo bacio
tra me e Remus … alla intraprendenza di Moony quando aveva inaspettatamente
unito le sue labbra alle mie, facendomi finalmente capire che i miei
sentimenti nei suoi confronti erano pienamente ricambiati.
Lasciandomi culla re dal
dolce ricordo del mio Remus, spostai lentamente lo sguardo fuori dal
finestrino: il cielo si era annuvolato, ma ancora si potevano notare squarci
assolati illuminare la campagna circostante. I grandi palazzi di Londra e le
villette eleganti non facevano ormai più parte del paesaggio: ora si
estendevano sconfinati campi, imbiancati dalla brina di Dicembre.
Mi addormentai
chiedendomi come sarebbe stato baciare il mio amore, tra i cupi colori del
mare in inverno.
************************************************
- Sirius … Sirius!! –
La voce di mia madre mi
giunse alle orecchie come proveniente da un limbo e pian piano mi ridestai,
stiracchiandomi pigramente.
- Oh, il mio tesoruccio!!
– Strillò afferrandomi un ginocchio – Hai dormito fino ad ora? –
Mi accorsi che l’auto non
era più in movimento e che l’autista non era più al suo posto, ma stava
aprendo il bagagliaio sul retro.
- Siamo già arrivati? –
Le chiesi stropicciandomi gli occhi
- Certo – Cinguettò lei
prendendo uno specchio dalla borsetta e guardandosi il volto con minuziosa
attenzione, pronta a ritoccare eventuali segni di cedimento del trucco.
Non le domandai altro,
sapendo che la sua attività di restauro sarebbe durata per almeno altri
cinque minuti e mi affrettai ad uscire dalla macchina: non ne potevo più di
stare seduto, avevo le gambe tremendamente intorpidite e di conseguenza una
gran voglia di sgranchirle.
Non appena aprii la
portiera e misi i piedi per terra, mi accorsi finalmente del luogo in cui ci
eravamo fermati e restai letteralmente a bocca aperta: la dimora del cliente
di mio padre non era altro che un meraviglioso castello arroccato su un
monte che dominava la baia circostante. Doveva essere molto antico, così a
prima vista … direi di epoca medievale, ma in condizioni di conservazioni
ottime, di certo al padrone del castello non mancava il denaro per
mantenerlo perfettamente restaurato.
Velocemente rientrai con
la testa nel retro dell’auto e afferrai il mio fedele zaino, dove ero solito
mettere i miei oggetti personali, ossia gli scherzi che con gli altri
marauders compravo da Zonko e altre cosucce molto utili. Poi, ignorando i
richiami dell’autista che indispettito mi intimava di non allontanarmi e di
corsa mi inoltrai nel fitto giardino, che incredibilmente, nonostante la
stagione, era piano zeppo di meravigliose rose bianche … chissà che
incantesimo avevano usato per poterle fare fiorire anche in inverno?
Appena fui abbastanza
lontano dall’ingresso, profondamente inoltrato nell’immenso giardino, smisi
di correre e presi a camminare lentamente, gustandomi le bellezze del
paesaggio: era veramente impressionante camminare lungo al sentiero sul
quale era disteso un interminabile manto di soffice neve, mentre attorno
troneggiavano rigogliose piante impreziosite dalle profumatissime rose
candide.
Arrivai fino a un punto
dal quale era visibile la baia sottostante e mi sedetti sul basso muretto
che fungeva da parapetto. Spostando lo sguardo giù dalla scarpata
rabbrividii sommessamente: il mare era in tempesta: alte onde si scagliavano
con violenza contro gli scogli, lanciando in aria spruzzi d’acqua e
schiuma, mentre l’altezza che separava il fondo della rupe dal punto in cui
mi trovavo era veramente impressionante, da fare venire i brividi!
Più a sinistra, sulla
costa, si estendeva la cittadina di Eastbourne, minuscola ma graziosa.
Chissà se Remus e sua madre erano gia arrivati?
Mentre mi chiedevo come
avrei potuto mettermi in contatto con Moony il prima possibile,
improvvisamente mi ricordai del povero Rubens.
- Ehy, guarda che adesso
puoi uscire! – Gridai estraendo la sveglia e scuotendola energicamente.
Con una nuvoletta di fumo
Rubens uscì dalla sua minuscola dimora e mi apparve davanti, sempre con la
sua immancabile pipa in bocca.
- Sei sicuro che non ci
siano più quelle pazze di prima? – Chiese guardandosi attorno con aria
circospetta
- Ti ricordo che stai
parlando anche di mia madre … - Dissi fingendomi profondamente offeso – E
poi non le puoi biasimare, tu che avresti fatto se avessi trovato tuo figlio
chiuso in uno spogliatoio con un vecchio con la faccia da maniaco –
- Chi è che ha la faccia
da maniaco? – Ribattè il mio fantasma da guardia, estraendo dalle tasche un
mazzo di vecchie carte da gioco molto consunte. – Che ne dici marmocchio?
Credi che in un posto come questo ci saranno degli spettri simpatici con cui
fare qualche partitella? Ho proprio idea di andare a svuotare la borsa di
qualcuno eh eh eh –
Istintivamente mi venne
da rispondere che in realtà era sempre lui il primo a essere spennato al
gioco, ma d’improvviso mi si era accesa una lampadina nella testa … Ma come
avevo fatto a non pensarci prima?
- Senti Rubens … -
Cominciai osservandolo sorridendo – Non è che potresti farmi un favore? –
Il fantasma mi guardò
curiosamente
- Che tipo di favore? Ti
ricordo che tuo padre mi ha assunto per sorvegliarti e se mi becca lontano
dal castello … e da te … mi licenzierà in tronco! … Ho dei debiti da pagare
io sai? Non posso permettermi di perdere il mio lavoro! –
- ma se te ne vai sempre
a zonzo!!! Quando mai mi stai vicino se non per crearmi dei casini? –
- Stai forse insinuando
che sono inadempiente nel mio lavoro? –
- Beh …si! –
- Che moccioso ingrato! –
Rispose Rubens con aria offesa – Dopo tutto quello che ho fatto per te! –
Preferii non soffermarmi
sul COSA avesse fatto per me quel dannato fantasma, ma preferii andare
diritto al punto.
- Senti Rubens, il
problema è questo: Remus è in questa cittadina, ma al momento non posso
andarlo a cercare; sicuramente appena avremo sistemato tutti i bagagli
dovremo andarci a presentare al padrone di casa e fare mille moine, mio
padre ci tiene a fare bella figura … se sparisco ora mi ucciderà … anzi,
sicuramente si sarà gia accorto che mi sono allontanato senza premesso e me
ne starà dicendo di tutti i colori –
- Così vuoi che mi metta
in contatto con il tuo amico per te, non è così? – Chiese Rubens sedendosi a
mezzaria a gambe incrociate.
- Ti prego … - Dissi con
aria supplichevole – Sei la mia sola speranza! –
Ruben riflettè qualche
attimo
- Ok – Disse aspirando il
fumo dalla bocca – Ma non dirlo a tuo padre va bene? Inventa una scusa per
giustificare la mia assenza! –
- Grazie Rubens!!!! –
Gridai saltandogli al collo, dimenticandomi che i fantasmi non hanno la
consistenza della materia. Andai così a sbattere contro la corteccia di un
albero che era alle spalle del fantasma, il quale rise di gusto.
- Beh, ragazzo mio, farai
meglio a rimetterti in sesto prima che tua madre ti riempia di fondotinta il
viso per non fare brutta figura – Ridacchiò lo spettro prima di sparire nel
nulla.
- Maledizione! – Imprecai
sottovoce ; ma perché dovevo essere sempre così distratto? Rubens non aveva
tutti i torti, se mi fossi ritrovato con un livido sul muso mia mamma mi
avrebbe costretto a impiastricciarmi la faccia di uno dei suoi prodotti di
bellezza … bleah!
Mentre continuavo a
massaggiarmi il viso, reimboccando il sentiero per tornare indietro, sentii
una voce femminile alle mie spalle …
- Ti sei fatto molto
male? –
Mi girai verso la
sorgente del suono e fui molto sorpreso di vedere la figura di una ragazzina
dall’apparente età di dodici o tredici anni, avanzare lentamente verso di
me. Era molto magra e pallida, tanto pallida da fare invidia al più candido
fiocco di neve … la sua pelle avrebbe potuto confondersi tra i boccioli di
rose bianche che le erano attorno. I folti capelli neri e lucenti che le
incorniciavano il viso, le scivolavano elegantemente sulle spalle, creando
un innaturale contrasto con il profondo pallore del volto.
- No, sto bene … -
Risposi semplicemente continuando a fissarla incuriosito
- Ma perchè ti sei
buttato contro quell’albero? –
- E’ una lunga storia,
non farci caso … - Risposi imbarazzato; per fortuna da lontano non aveva
visto Rubens!
La ragazzina ridacchiò e
mi si parò di fronte; camminava in maniera innaturalmente lenta, come se
ogni passo dovesse procurarle dolore.
- Non si direbbe dal
livido che hai sulla fronte – Disse sorridendo, introducendo una mano tra le
pieghe del fine mantello di velluto blu ed estraendone una bacchetta di più
o meno sette o otto pollici, di un legno chiaro.
- Reduco – Recitò
ruotando la bacchetta in aria e puntandola verso la mia fronte.
Improvvisamente mi sentii molto meglio …
- Ecco, ora sei a posto –
- Grazie – Replicai
semplicemente; non sapevo davvero che altro dire e in verità avevo molta
fretta di raggiungere i miei per evitare ritorsioni di qualunque tipo, da
parte di mio padre: sarebbe stata una tragedia se mi avesse impedito di
andare in paese tenendomi segregato in quel castello per i prossimi giorni;
in ogni caso mi parve educato chiedere almeno il nome a quella ragazza,
dopotutto mi aveva salvato da una sicura incipriata di fronte da parte di
mia madre! – Come ti chiami? – Continuai dunque massaggiandomi il punto
appena curato.
- Io sono Amber Ann, ma
tutti mi chiamano semplicemente Ann – Si presentò la ragazzina – E tu?
Scommetto che sei uno degli invitati di mio zio per la festa di capodanno –
- Vuoi dire che il
proprietario di tutto questo è tuo zio? – Chiesi guardandola come un’aliena
Lei rise
- Si, in effetti è il
fratello di mio padre … -
Fischiai colpito, certo
che non doveva passarsela affatto male neppure lei!
- Scommetto che ti sei
perso nel giardino … - Continuò lei prendendomi per mano e cominciando ad
avanzare lungo il sentiero delle rose.
- No, veramente io … -
- Non sei certo il primo
e non sarai neppure l’ultimo – Disse lei con convinzione senza prestarmi la
benchè minima attenzione - … Qui è molto vasto … ma io ci vengo molto spesso
con i miei e conosco bene ogni angolo sia del parco che del castello! … Ma
non mi hai ancora detto come ti chiami … -
- Sirius – risposi
sommessamente - .. mi chiamo Sirius –
- Sirius hai detto? –
Ripetè con aria assorta - … il tuo nome mi dice qualcosa … ma non ricordo
dove l’ho sentito –
- E’ il nome di una
stella … l’avrai letto su qualche libro – replicai io
- Oh, no … deve avermene
parlato qualcuno, ma non ricordo chi … mah, me lo sarò sognato…- Concluse -
… Ora andiamo, o mi prenderò una sgridata, i miei non vogliono che esca
quando fa così freddo; sai, io sono fragile di salute e mi ammalo molto
spesso… però mi annoio a starmene tutto il santo giorno chiusa in casa!
Così ogni tanto gli disubbidisco – Continuò strizzandomi un occhio e
ridacchiando.
- Ti capisco – Risposi
con comprensione - …Sapessi i miei quanto rompono …-
Percorremmo tutto il
sentiero chiacchierando e ridendo; Amber Ann era una ragazza davvero
simpatica … anche se, in effetti si notava parecchio il fatto che fosse
cagionevole di salute. Quando l’avevo vista per la prima volta, così pallida
e magra, mi aveva ricordato tantissimo come era Moony dopo le notti di luna
piena. Per un attimo avevo addirittura pensato che fosse anche lei un
licantropo femmina … se ne esistevano … ma poi mi ero ricordato che non era
il periodo del mese adatto alla trasformazione dei lupi mannari e
inconsciamente, avevo riso di me stesso per la sciocchezza a cui avevo
pensato.
Notai però che man mano
che la quantità di strada percorsa aumentava, lei sembrava sempre più
affaticata, addirittura ansante … eppure avevamo percorso, ne ero certo, non
più di duecento metri o poco più.
Quando arrivammo
all’ingresso del castello,i bagagli e la nostra auto non c’erano ormai più,
ma c’era piuttosto mio padre con le braccia conserte che lanciava occhiate
furiose tutto intorno, in compagnia di un uomo alto dai capelli neri. Di
sicuro mi aspettava una sfuriata senza precedenti per essere sparito a quel
modo.
- Zio! – Chiamò Amber Ann
con voce tremante
L’uomo e mio padre si
voltarono immediatamente verso di noi e ci raggiunsero di corsa.
- Ann! – Gridò lo
sconosciuto - … Benedetta ragazza, lo sai che non è indicato per te stare
all’aperto con questo freddo! Finchè non arrivano i tuoi genitori ho io la
responsabilità della tua salute, se hai voglia di uscire voglio esserne
prima informato! –
- Scusa … - Rispose lei
- Sirius!!! Disse mio
padre arrabbiato – Sei sempre il solito irresponsabile, è mai possibile che
… -
- Ah! Allora è questo tuo
figlio – Lo interruppe l’altro uomo sorridendo
Mi padre annuì,
guardandolo solo vagamente indispettito; non poteva sopportare che qualcuno
lo interrompesse mentre parlava, sia che si trattasse di me o di chiunque
altro, quindi immaginai che non fosse facile per lui mascherare il suo
disappunto per non contrariare un cliente così importante.
- Si, è mio figlio … che
a quanto pare non ha ancora imparato le regole della buona educazione! Come
ti sei permesso di andartene a zonzo senza prima degnarti di presentarti
alle persone che ti ospitano? Ti informo che sei al cospetto del Barone
Leonard Lewis Ingerman – Disse rivolgendosi a me con aria molto severa.
- Ah ah ah Non
preoccuparti Julian – Disse lo zio di Amber Ann con un sorriso – Non ha
importanza … inoltre il ragazzo ha riportato a casa la mia nipotina … -
- Si zio, Se non ci fosse
stato Sirius ad aiutarmi avrei faticato a tornare indietro! - Intervenne la
mia nuova amica sorridendo – Se lui è in ritardo è soltanto per colpa mia!
- Aggiunse poi rivolta verso mio padre, che parve rilassarsi.
- Davvero? Sei proprio un
bravo ragazzo Sirius! – Disse il barone stringendomi la mano
- Emh … grazie signore,
piacere di conoscerla! – Mi affrettai a borbottare, cercando di essere il
più educato possibile, soprattutto per tranquillizzare ulteriormente mio
padre.
Vidi che il tutto aveva
sortito un meraviglioso effetto sul mio burbero genitore che fissava me e il
nobiluomo con aria molto soddisfatta…beh, se non altro per una volta ero
riuscito a farlo contento e tutto era merito del felice intervento di Amber
Ann!
Nel frattempo lei era
stata presa per mano da suo zio, che ora la stava trascinando in casa,
dicendole di non arrischiarsi più ad uscire senza prima avvertire qualcuno …
Ann ubbidì e rientrò nel castello senza fare storie, voltandosi appena per
rivolgermi un cenno di saluto, che ricambiai calorosamente.
Io e mio padre rimanemmo
soli davanti alla porta. Non mi aspettavo abbracci o baci da lui, nonostante
non ci vedessimo da mesi; sapevo che certi gesti d’affetto non facevano
parte del suo carattere. Si limitò a battermi sulla spalla e a guardarmi con
i profondi occhi scuri, dicendomi:
- … ben arrivato ragazzo
mio –
E questo mi bastò …
*******************************
Fui accompagnato nella
stanza che mi era stata assegnata da una orribile elfa domestica che
indossava un buffo straccio dallo stravagante color fucsia, la quale mi
informò che la cena sarebbe stata servita nel salone da pranzo alle otto in
punto.
Annuii congedandola alla
svelta, avevo un sacco da fare prima di cena: prima di tutto dovevo
sistemare le mie cose, poi scrivere a James … ma soprattutto ero
ansiosissimo di sapere notiziole di Moony … chissà se Rubens lo aveva
trovato, ormai era passato parecchio tempo da quando gli avevo chiesto il
favore di mettersi in contatto con Remus; eppure l’indirizzo glielo avevo
dato e doveva essere quello giusto, visto che me lo aveva dato la mamma del
mio amico!
Mi avvicinai al baule col
mio bagaglio, che era stato sistemato ai piedi del letto e notai che era
vuoto: evidentemente gli elfi domestici avevano gia riordinato tutte le mie
cose in vece mia, infatti aprendo il vasto armadio, lo trovai colmo dei miei
abiti ben distesi e piegati a puntino. Ottimo! Così non mi restava altro che
scrivere a James e aspettare il ritorno di Rubens.
Mi sedetti alla scrivania
e tirai fuori dal mio zaino una pergamena e una speciale piuma regalatami
dallo stesso Prongs due anni prima che scriveva senza inchiostro, ma solo se
a impugnarla ne era il proprietario.
Mentre riflettevo su che
cosa scrivere al mio migliore amico, sentii battere alla finestra e mi
accorsi che oltre il vetro vi era in mio intrepido spettro da guardia.
Mi precipitai ad
aprirgli, ansioso di ricevere notizie sul mio Moony
- Allora? – Gli chiesi
fremente – L’hai trovato? –
Rubens annuì sorridendo
- Certo – Disse
allegramente – Ti aspetta questa sera … ha detto che non vede l’ora di
vederti –
************************************************************************
Il tempo che mi separava
dalla cena, passò relativamente in fretta e quando l’elfa domestica passò a
chiamarmi per accompagnarmi nella sala da pranzo, non avevo ancora finito di
prepararmi.
Mi infilai in fretta e
furia il primo abito che mi capitò tra le mani, che per fortuna, me ne
accorsi solo dopo, era anche uno dei preferiti di mia madre … meno male,
altrimenti avrei rischiato di vere addosso i suoi sguardi di disapprovazione
per tutta la serata!
Appena uscii dalla porta,
l’elfa mi lanciò uno sguardo di sbieco, ma non disse nulla … di sicuro le
avevo fatto perdere un sacco di tempo prezioso e dentro di lei mi stava
lanciando chissà quali imprecazioni, anche se da brava elfa domestica non
avrebbe mai osato esprimere i suoi pensieri.
Passamo velocemente al
piano di sotto, arrivando lungo un corridoio il cui pavimento era
impreziosito da un bel tappeto rosa antico dall’elegante foggia; alle pareti
numerose appliques*
( lampade a muro
N.D.Swan ) d’oro si accendevano al nostro passaggio.
Mentre mi guardavo
intorno entusiasta, sentii una port chiudersi alle mie spalle e una voce
nota chiamare il mio nome con sorpresa.
- Sirius! –
Mi voltai trovandomi a
fronteggiare Amber Ann, la ragazzina che avevo conosciuto il pomeriggio
scorso. Portava un grazioso abito azzurro un po’ scollato.
- Amber Ann! – Dissi
muovendo un passo verso di lei – Come ti senti ora? – Chiesi poi,
ricordandomi di quanto era apparsa affaticata nel parco. –
Prima che potesse
rispondere, l’elfa si precipitò verso di lei riprendendola con voce
disperata
- Padroncina non esce …
padroncina avuto febbre alta … - Gracchiò afferrando un lembo della veste di
Amber Ann e cercando di trascinarla via,con scarso successo.
- Ohhhh smettila Nelly!
Possibile che mi stiate tutti addosso a questo modo? – Rispose Ann con aria
seccata – Sto benissimo adesso! Una volta che abbiamo ospiti, non vorrai che
me ne stia rintanata in camera mia a cenare da sola?–
- No no no!!! – Ripetè
l’elfa– Padrone ha ordinato che padroncina non muoversi dalla propria stanza
e Nelly fare in modo che … -
Con un’agilità che non mi
sarei mai aspettato da una ragazza dall’aria così debole, Amber Ann si
svincolò dalla presa di Nelly e correndo verso le scale mi fece cenno di
seguirla
- Vieni Sirius! Ti
accompagno io !!! – Disse con voce argentina e io non me lo feci ripetere
due volte; non mi erano mai stati simpatici gli elfi domestici, con la loro
ossessione dell’obbedienza, ma quella Nelly, quanto ad antipatia, li
batteva veramente tutti quanti!
Corremmo velocemente
lungo le scale, inseguiti da una Nelly strillante e piagnucolosa che
supplicava la sua padroncina di tornare indietro, ma grazie alle nostre
gambe molto più lunghe, seminammo l’elfa dopo poche rampe.
Arrivati all’ingesso di
una grande porta, la mia amica si fermò ansimante
- Sia .. siamo arrivati –
Disse con il fiato in gola, indicando il grande portone – Qui dietro si cena
–
- Bene! - Affermai
facendo per aprire la porta, ma Amber Ann mi afferrò per un avambraccio.
- Aspetta … un attimo … -
Replicò –
- Amber Ann, sei sicura
di sentirti bene? – Le chiesi incerto; nonostante la corsa, era più pallida
che mai
- Si … ora mi passa … -
Rispose - … E’ che non sono abituata a correre … - Ridacchiò poi e senza
togliermi la mano dal braccio mi condusse verso la porta e l’aprì.
Quello che vidi mi
ricordò immensamente Hogwarts: davanti a noi apparve un’enorme salone,
addobbato a festa in occasione del Natale; l’unica differenza era che al
posto delle tre enormi tavolate, una per ogni casa, ve ne era una unica, già
occupata da parecchie persone.
La mia attenzione fu
attirata dalla enorme vetrata in fondo alla sala, da cui si poteva godere la
vista del mare sottostante; davanti ad essa troneggiava un grande albero di
Natale, adornato con con palline di cristallo finissimo, nei colori del blu
e dell’argento. Anche tutto il resto della sala era dopotutto addobbato con
gli stessi colori; anche la grande tavolata era impreziosita da una tovaglia
di un fine tessuto blu notte e da piatti, stoviglie e zuppiere del più
scintillante argento massiccio.
Cercai con lo sguardo i
miei genitori e li trovai dal lato opposto alla grande vetrata, in compagnia
dello zio di Amber Ann che sedeva capotavola.
Io e la mia amica andammo
loro incontro e dopo le lamentele e una breve ramanzina dallo zio, Amber Ann
ebbe il permesso di rimanere, a patto che dopo cena fosse filata diritto
nella sua camera.
Ci sedemmo vicini, non
distante dai miei genitori e discorremmo per tutta la serata, finchè per
Amber Ann non fu l’ora di ritirarsi. Mi offrii volentieri di accompagnarla,
specie per risparmiarle la presenza dell’elfa Nelly, la quale da mezz’ora
non faceva altro che rivolgere inchini e scuse al Barone ( lo zio della mia
amica ), cercando piagnucolando di scusarsi per avere lasciato fuggire Amber
Ann dalla sua stanza.
Ma c’era anche anche un
altro motivo per il quale desideravo rimanere solo con la mia nuova amica:
se quella notte dovevo uscire dal castello per incontrarmi con Remus, dovevo
assolutamente trovare il modo per potere uscire e rientrare dal castello
senza essere scoperto; pena la mia certa decapitazione per opera di mio
padre … e Amber Ann era di sicura la persona più indicata per avere questo
tipo di informazione, dato che come lei stessa aveva affermato, conosceva
alla perfezione ogni angolo del maniero e dell’immenso parco sottostante.
Percorremmo in fretta il
percorso che ci separava dal salone alla stanza della ragazza e arrivati
davanti alla soglia Amber Ann mi invitò ad entrare …
- Ti va di tenermi
compagnia per altri cinque minuti? – Chiese allegramente – Prometto che poi
per stasera non ti seccherò più … -
- Scherzi? – Risposi
sorridendo – Se non ci fossi tu, qui sarebbe una noia mortale –
Amber Ann parve molto
felice del mio commento; sorridendo aprì la porta della sua stanza e con un
inchino mi fece segno di entrare
- Prego … - Disse
Con una punta di
eccitazione obbedii; era la prima volta che entravo nella stanza di una
ragazza! Certo, io e James eravamo andati varie volte nei dormitori delle
femmine con indosso il mantello dell’invisibilità, chiaramente, più per
vedere le ragazze ( e in particolare Lily ) in biancheria intima che per
altro, quindi più che nelle stanze da letto ci infilavamo negli spogliatoi
dove tenevano il guardaroba eh eh eh …; una volta ci avevano pure beccato e
per poco la Mac Grannith non ci toglieva cento punti a testa! … vecchia
befana!
Quella volta però era
diverso … ero molto curioso di sapere se era vero che le ragazze erano
veramente così ordinate e perfettine come amavano descriversi!
Appena varcai la soglia
mi guardai quindi intorno con grande curiosità; in effetti l’ambiente non
era poi tanto diverso da come me l’ero immaginato: le pareti erano coperte
da una bella carta da parati rosa pastello, che si intonavano perfettamente
sia con i colori delle tende che con le fini lenzuola del piccolo letto. Non
vi erano però pupazzi o altri giocattoli in giro, se non una bellissima
bambola, di quelle in porcellana, posta sul comodino accanto al lume da
notte.
Su una cassettiera dalla
parte opposta al letto vi erano però diverse boccette bianche, che non
avevano l’aria di essere unguenti o profumi; Immaginai fossero medicinali,
dato che Amber Ann aveva detto di non stare bene.
- Che fai lì in piedi?
Vieni a sederti - Disse la mia amica entusiasta sedendosi a gambe incrociate
sul letto; nonostante avesse detto non era molto abituata ad avere visite di
estranei, non mi sembrava per nulla imbarazzata dal fatto di avere un
ragazzo nella sua camera!
Estrasse da un cassetto
del comodino un mazzo di carte da gioco e le posò sulla coperta.
- Ti piace giocare a
carte? – Mi chiese
- Si, certo! – Risposi;
non mi sembrava carino chiedere il suo aiuto senza almeno accontentarla:
sembrava che la mia presenza la rendesse molto felice e io mi trovavo molto
bene con lei! Poi c’era ancora tempo prima che Rubens mi venisse a chiamare
…
Giocammo e ridemmo per
un’ora buona, finchè non mi feci coraggio e decisi di chiederle cio che
volevo sapere.
- Sai Ann … - Cominciai
incerto – C’è una cosa che ti voglio chiedere … -
- Dimmi … - Ripose lei
tutta intenta a scegliere la carta da gocare
- Tu hai detto di
conoscere il castello alla perfezione vero? –
Amber Ann sollevò lo
sguardo dalle carte, fissandolo su di me con aria interrogativa
- Si … infatti – Ribattè
- Vedi, io … dovrei
assolutamente uscire dal castello … c’è una persona che mi aspetta … -
Mi sentii il cuore in
gola e uno strano calore avvamparmi al viso; maledizione! Possibile che non
riuscissi a pensare a Moony senza avere sempre queste sgradevoli reazioni?
Dovevo cercare di controllare maggiormente le mie emozioni!
La mia amica parve
sorpresa
- Conosci qualcuno qui a
Eastbourne? – Chiese
- Beh, per la verità è un
mio carissimo amico che frequenta la mia scuola e si è appena trasferito
qui . Così .. beh … sapendo che io avrei passato il natale in questa città,
ci siamo dati un appuntamento! –
- Ah! – Esclamò Amber
Ann Ridendo – dalla faccia che avevi fatto credevo si trattasse … che ne so
… della tua fidanzata! –
- Eh?????!!!! – Esclamai
cercando di apparire il più sopreso possibile … Bhe, in effetti Amber Ann
aveva centrato in pieno la questione, solo che invece di una fidanzata di
trattava di … un fidanzato! Pensai divertito.
Ad ogni modo mi ripromisi
di tenere maggiormente sotto controllo i miei sentimenti, anche se dato il
mio carattere impulsivo, sapevo già in partenza che non sarebbe stata una
facile impresa!
- Comunque non ti devi
preoccupare! - Continuò Amber Ann – Conosco giusto un passaggio che va dal
giardino a un piccolo parchetto nel centro della cittadina! … Io non l’ho
mai utilizzato, ma mio fratello lo ha adoperato parecchie volte con il suo
migliore amico.
- Hai un fratello? –
Chiesi; ecco perché le sembrava naturale invitare un ragazzo a giocare a
carte sul suo letto! … La maggior parte delle ragazze che conoscevo
barricavano le loro stanze con degli antipatici incantesimi, in modo che
nessuno entrasse! Specie mia cugina Bellatrix! … Quella diventava davvero
una belva anche se vedeva soltanto qualcuno razzolare nei paraggi! Manco ce
l’avesse solo lei!!!
Amber Ann ridacchiò di
nuovo:
- Si, è un tipo un po’
particolare – Disse raccogliendo le carte e riponendole sul comodino - … A
volte sa essere più antipatico di Nelly quando ci si mette, però non è
cattivo! Eh eh eh … lo conoscerai domani, quando arriverà con i miei
genitori! … Sai, è molto bravo a scuola, frequenta . …. –
Ma Amber Ann non finì il
discorso perché si sentì un forte schiocco e alle nostre spalle apparve
Rubens. Pareva piuttosto soddisfatto e portava la solita pipa tra le labbra,
stranamente spenta.
- Allora moccioso, sei
pronto? – Esordì allegro - … Ho appena vinto una partita con un fantasma del
castello e … Ah! Ma anche questa graziosa signorina è appassionata di gioco?
– Disse entusiasta posando lo sguardo prima su Amber Ann e successivamente
sul mazzo di carte sul comodino.
- Emh … adoro giocare a
carte – Rispose lei
- Sei davvero un
impiastro, spettro invadente e maleducato! Ti sembra il modo di piombare
nella stanza di una signora senza nemmeno presentarti? – Gli dissi con
arroganza
- Però … vedo che ti sei
dato una svegliata in fretta marmocchio! …Adesso ti trovo steso sul letto di
una donna, mentre qualche ora fa, sul treno … eh eh eh pensi che non ti
abbia visto ih ih ih ? – Mi rimbeccò il fantasma con fare allusivo.
- Piantala! – Lo stoppai
bruscamente; accipicchia! Allora stamattina aveva visto me e Remus fare …
accidenti a lui! – Amber Ann … ti presento Rubens, il mio fantasma da
guardia! –
- Ah ah ah!!!!! fantasma
da guardia??? – Rise lei – Ti prego, non parlarene con i miei o ne
assumeranno uno anche per me … -
- Nelly basta e avanza –
Ribattei strizzandole un occhio con complicità
- A proposito di Nelly …
- Disse Ann – Sarà meglio che ti porti subito dal passaggio , prima che
l’elfa venga a fare il suo solito giro i sorveglianza; … e se non mi trova
in camera sono guai! –
Annuii, così io e Rubens,
con alla testa Amber Ann. Uscimmo di soppiatto dalla stanza, fino ad
arrivare davanti a un bell’arazzo, situato in una elegante saletta poco
distante.
- Qui dentro non ci viene
mai nessuno! – Puntualizzò la mia amica sorridendo – Mio fratello ha sparso
in giro la voce che la stanza è infestata da uno spirito violento e
intrattatabile, che lancia maledizioni a chiunque entri! In questo modo lui
può utilizzare il passaggio indisturbato!
- Dovrò ringraziare tuo
fratello allora … - Dissi soddisfatto - … Ma dov’è il passaggio segreto? –
Amber Ann indicò il
grande arazzo davanti a noi, che rappresentava un parco con diverse
panchine in pietra, illuminato dalla luna.
- Questo è una passaporta
– Disse – Basta toccare il lato destro della cornice e pronunciare la
parola “ violante “ per apparire proprio nel centro del parco di cui ti ho
parlato … che è poi lo steso rappresentato dalla tela! .. per tornare
indietro non dovrai fare altro che sederti sulla panchina dove capiterai e
ripetere la stessa frase. –
Sentii la bocca dello
stomaco contorcersi: di lì a poco avrei rivisto il mio Remus!!!!
- Grazie mille Ann! –
Esclamai stringendole la mano
- Figuarati! – Replicò
lei - … ora và, io devo tornare di corsa nella mia camera! … Domani mi
racconterai tutto ok? –
- Eh eh eh puoi
scommetterci! – Dissi fuori di me dalla gioia, mentre lei usciva guardinga
dalla sala.
- Con o senza i
particolari piccanti? – Sussurrò Rubens al mio orecchio pochi attimi dopo.
- Sta zitto imbecille!!!!
– lo rimbeccai, rimediando un colpo in testa ben assestato … che fantasma
permaloso!!!
Ma era giunta l’ora di
andare: non volevo perdere un solo minuto in più, dato che non stavo più
nella pelle all’idea di rivedere il mio Moony!
Toccai dunque il lato
destro della cornice e recitai:
- Violante ! –
In un primo momento non
successe nulla, poi mi sentii solleticare il viso da un vento freddo che
turbinò intorno a me, finchè non mi sentii trascinare dentro al quandro, con
una stranissima sensazione come di caduta nel vuoto.
Chiusi gli occhi pregando
che il viaggio fosse di breve durata.
*******************************************************************
Quando riaprii gli occhi,
pochi attimi dopo, mi ritrovai seduto su una panchina di marmo bianco; come
aveva detto Amber Ann, io e Rubens eravamo finiti in un parco del tutto
simile a quello rappresentato nell’arazzo: gli alberi, le panchine … persino
i lampioni erano esattamente posti nella stessa maniera. L’unica differenza
consisteva nel fatto che la luna non era piena, ma era al suo primo quarto …
eh eh eh potevo stare certo di non essere azzannato dal mio affascinante
lupo mannaro mentre ci scambiavamo baci appassionati!
- Hey Rubens! Dove ci
aspetta Remus ? – Chiesi con impazienza al mio fantasma da guardia
- Hey moccioso! Con calma
e per favore! – mi rimbeccò lo spettro estraendo dalla giacca una specie di
bussola arrugginita - … dunque, se non sbaglio … il nord è di là vero,
quindi … -
Mi sentii mancare dallo
sdegno
- … mi stai dicendo … MI
STAI DICENDO CHE NON SAI DOVE CI STA ASPETTANDO REMUS???? –
- Abbassa la voce piccolo
maleducato! – Disse Ruben indispettito; il fatto è che questo parco non
l’avevo ancora visto e … beh basta che troviamo la strada principale del
paese e siamo a cavallo! –
- Te lo do io il
cavallo!!! – Lo rimbeccai irritato – Sei sempre il solito, non ci si può
minimamente fidare di te! –
- Bella riconoscenza
bamboccio! Dopo che mi sono preso la briga di farti tutti questi favori … a
rischio di venire licenziato oltretutto! Se tuo padre scopre che ti aiuto ad
andartene in giro di notte mi fa un cu … -
- PADDY! –
Una inconfondibile voce
mi chiamò da pochi metri di distanza … no, non poteva essere … Mi voltai e
davanti a me apparve il bellissimo volto del mio adorato Moony.
- REMUS! Allora … -Moony
corse al mio fianco e mi prese le mani tra le sue, mentre un brivido mi
percorse tutto il corpo, dal collo fino alla punta della spina dorsale, non
appena avvertii il contatto tra la mia e la sua pelle vellutata
- Vi aspettavo gia da un
po’ e non vedendovi arrivare ho fatto un giro nei paraggi per cercarvi –
- Siamo molto lontani da
casa tua? – Gli chiesi curiosamente
- Al contrario! – Rise
Remus, - la locanda di mia zia è proprio dietro al parco, a cento metri da
qui! –
Lanciai un’occhiataccia
verso Rubens, che nascosta la bussola, si schiarì la voce e disse:
- Eh eh eh stavamo giusto
per arrivare! –
Guardai rapito il mio
licantropo ridere: era più bello che mai! E così senza quasi accorgermene mi
ritrovai tra le sue braccia, intento ad assaggiare le sue labbra, mentre
Rubens, imbarazzato mi raccomandava di non fare troppo tardi e spariva nella
solita nuvoletta di nebbia.
*****************************************************************
Ci crogiolammo ancora per
qualche minuto nella calda certezza del nostro abbraccio; era una sensazione
incredibile essere lì, in quel parco deserto ricoperto di neve e sentirmi
avvolto nel tepore del corpo di Moony. Baciandolo, tenevo le mie mani
adese al suo volto, con possessività, deliziato di notare il modo in cui il
mio amato lupo mannaro stava rispondendo ai miei appassionati baci.
Finalmente, potevo avvertire la sua pelle, liscia e vellutata, scorrermi tra
le dita, mentre esploravo il suo volto e il suo collo, accarezzandolo
dolcemente.
Non avrei mai immaginato
che il mio mio sogno più grande e più proibito si sarebbe realizzato; in
nessuno dei desideri più proibiti, avevo mai preso in considerazione che
tutto cio al quale anelavo di più, ossia amare Remus, si fosse
concretizzato. Invece ora lui era qui, fra le mie braccia, mentre io mi
perdevo nel suo profumo …
Si, lui era qui …
Mi divertii a
accarezzarlo lentamente, lasciando scorrere la mano sempre più in basso …
sempre più in basso …
Quando però posai le mie
dita sul suo sedere … e che sedere! Moony le allontanò da sé ridacchiando:
- Dai Paddy … siamo in un
luogo pubblico, non mi va che ci vedano! –
- Ma se sei rimasto
incollato alla mia bocca per un quarto d’ora buono! Mi sembrava di avere una
ventosa attaccata alle labbra! – Lo presi in giro, mentre il mio cuore
sobbalzò alla occhiata maliziosa che lui mi indirizzò …
- Dai – Sussurrò
prendendomi una mano nella sua. – Voglio farti vedere la mia nuova casa! –
Potevo non accontentare
una creatura così bella? Dico io!!! Poi, in effetti, avevo una gran voglia
di vedere come si erano sistemati lui e sua madre; dopo tante tragedie e
difficoltà economiche, entrambi avevano trovato finalmente un equilibrio e
gli ultimi anni passati ad Hogwarts, erano stati per Remus i più sereni
della sua intera vita. Nell’arco di poche settimane però questa tranquillità
era stata rotta dal licenziamento della madre e i due avevano dovuto
trasferirsi in quella cittadina, su invito di una lontana parente, che aveva
offerto lavoro e alloggio alla madre di Remus. Dentro di me speravo
ardentemente che le cose per loro si sistemassero al più presto e nel
migliore dei modi; già diverse volte avevo visto il mio adorato Moony
soffrire e tutte quante mi avevano ferito in un modo tale che le ricordavo
tutte ad una ad una: all’inizio della scuola, in cui ero rimasto rapito dai
suoi occhi così malinconici eppure ardenti come il fuoco, quando se ne stava
silenzioso senza dare confidenza a nessuno; quando io Peter e James avevamo
scoperto il segreto riguardo alla sua natura di lupo mannaro … oh, quanto
aveva pianto Remus in quell’occasione; per paura di perdere noi, gli unici
veri amici che avesse mai avuto. E per ultima due giorni prima, dopo
l’annuncio riguardante il licenziamento della madre. Tante, troppe volte
avevo visto Remus disperato e altrettante volte lo avevo confortato come
potevo: come qualsiasi buon amico avrebbe fatto. Ora però, avevo la
possibilità di stargli accanto Concretamente e giurai a me stesso che il mio
Remus avrebbe sempre trovato in me un rifugio e un aiuto.
Sarei stato la sua forza
e la sua salvezza … sempre.
Il freddo era intenso,
mentre percorrevamo il piccolo parco, ma io non sentivo altro che il calore
della mano di Remus nella mia; il mio compagno sembrava veramente eccitato e
felice, mentre mi conduceva in quella che sarebbe stata la sua nuova casa.
Giungemmo infine
all’alta cancellata di metallo che circondava i giardini, per poi entrare in
un bel viale di discreta ampiezza, illuminato da diversi giochi di luce,
posti come ornamento per il Natale. Le case che ci circondavano erano in
pietravista e costituite da pochi piani, la strada era stata
coscienziosamente liberata dalla neve, che ora giaceva accumulata in
numerosi mucchi ai lati dei marciapiedi. Rimasi veramente colpito da quanto
quella cittadina sembrasse pulita e perfettamente ordinata; se James fosse
stato presente, di sicuro avrebbe trovato il tutto a “ misura di Remus “. Eh
eh eh … il mio migliore amico aveva sempre preso in giro Moony a causa della
sua mania per l’ordine! Pur volendo molto bene al nostro adorabile lupo
mannaro, James lo considerava troppo corretto e perfettino, anche se spesso
aveva ammesso che la coscienziosità di Moony ci aveva tenuto lontani da non
pochi guai in svariate occasioni!
- Eccoci … Siamo arrivati
– Disse improvvisamente Remus risvegliandomi dai miei pensieri.
Di fronte a noi vi era
una piccola palazzina a tre piani, sempre in pietravista; l’entrata era
costituita da una porta verde, non molto grande, ai cui lati erano poste
delle lanterne e al centro, in alto, troneggiava l’insegna “ Locanda della
luna nuova “. Tuttavia cio che mi colpì di più fu vedere che sul davanzale
di ogni finestra, era stata posta una candela, che dava all’intera struttura
un aspetto davvero romantico.
- Che insolito scherzo
del destino, eh? – Disse Moony alludendo al nome della locanda di sua zia,
mentre un’ombra di tristezza oscurò per un attimo il suo volto.
- Si … - Dissi io
sorridendogli - … Ma perché alle finestre ci sono tutte quelle candele? –
Remus sospirò
- Paddy … è la vigila di
Natale! – Esclamò il mio compagno alzando gli occhi al cielo – In molti
paesi è tradizione porre una candela accesa sul davanzale della finestra
come buon augurio … -
- Ah! – Commentai - …
Buona a sapersi … secondo me è tutta una scusa, chissà che staranno
combinando nelle camere … eh eh eh … -
- Ma dai … - Ribattè
Remus – Piuttosto, entriamo! Voglio farti vedere la mia nuova camera! –
Entrammo nella taverna
della locanda e ai miei occhi apparve una grande sala, arredata interamente
di mobilio in legno; In fondo ad essa, si ergeva una bella scalinata
illuminata a festa per il natale: sicuramente portava alle camere dei
clienti che desideravano pernottare nella cittadina. I diversi tavoli,
disposti ordinatamente a occupare tutto lo spazio del salone, erano occupati
da maghi che bevevano e giocavano a carte ( mi immaginai quanto Rubens
avesse apprezzato quel posto, quando era venuto a cercare Remus! ), mentre
al banco una signora rotondetta, dall’aria simpatica, stava versando diverse
burrobirre nei rispettivi bicchieri.
- Angela! Cinque
burrobirre al tavolo cinque! – Gridò rivolgendosi a una strega che con fare
affaccendato si avvicinò al banco per caricare il vassoio delle bibite: la
madre di Moony!
La donna si accorse di
noi quasi subito e rivolgendomi un caloroso saluto con la mano e uno
straordinario sorriso, continuò il suo lavoro.
- Remus! – Chiamò la
donna al banco facendoci segno di avvicinarci – E’ l’amico di cui mi hai
parlato questo? –
Remus mi condusse verso
la simpatica e paffuta strega
- Si zia! – Rispose - …
Zia Avelin, ti presento Sirius … Sirius, zia Avelin … -
- Ma che bel ragazzo!!! –
Disse la donna stringendomi giovialmente la mano
- Emh, piacere signora! –
Risposi imbarazzato; mi sentivo un po’ come uno che viene presentato per la
prima volta ai famigliari della propria fidanzata …
- Porto Sirius in camera
mia zia, prometto che non combineremo guai! – Disse Remus ridendo
- Purchè non mi tiriate
giù il palazzo … - Rispose la donna sorridendo, poi rovistando sotto il
bancone, ne estrasse due fresche bottiglie di burrobirra. – Queste le offre
la casa! – Continuò porgendole a me e Moony.
Ringraziai e seguii Moony
oltre una porticina in legno, trovandomi poi in un minuscolo corridoio, alla
cui destra sorgevano pochi gradini, che portavano di sotto, verso le cucine
e alla sinistra vi erano le scale che conducevano alle stanze del personale.
- Io sto al terzo piano –
mi informò Remus percorrendo di corsa la scalinata – Avati seguimi, che
aspetti?! –
Obbedii con gioia; la
felicità del mio amato era davvero contagiosa e ora che avevo visto con i
miei occhi di quanto quel luogo fosse positivo per Moony, ero decisamente
più tranquillo.
Percorremmo di volata la
strada che ci separava dalla camera del mio lupo mannaro, finchè il mio
amico non si fermò dinnanzi a una porta ed estratta la bacchetta recitò
- Aloho mora –
La porta si aprì
consentendoci di entrare. La stanzetta era piccola, ma ben arredata; alle
pareti erano poste due mensole, che Moony aveva gia provveduto a riempire di
libri e sopra al letto troneggiava un poster della squadra di quiddich del
Grifondoro al gran completo. Dall’immagine tutti i nostri compagni ci
salutavano a braccia aperte, mentre James, mi indirizzava boccacce e
gestacci con una mano, mentre con l’altra attorniava affettuosamente il
collo al me stesso della foto, che tirava le trecce a una delle nostre
battitrici: Janet Johnson, Una tizia che mi veniva dietro dal primo anno.
Moony intercettò il mio
sguardo verso il poster e sorrise:
- Ti sta davvero sempre
appresso quella Janet, non è vero? – Chiese cercando di mascherare una punta
di gelosia.
- Ma và – Risposi con un
gesto di noncuranza – Piuttosto, sono ammirato! … in camera tua pensavo di
trovare il poster di qualche famoso Auror, o .. che ne so? Di un
ricercatore di magia, non certo quello della nostra squadra di quiddich … -
Scherzai.
Con mia grande sorpresa,
Moony non rise, nè rispose alla provocazione; in genere si arrabbiava
moltissimo quando io e James gli davamo del secchione. Era davvero
insolito questo suo comportamento, ma divenne chiaro non appena egli mi si
avvicinò e posandomi delicatamente le mani sulle spalle avvicinò il volto al
mio, sfiorandomi le labbra con le sue.
- Non immagini il perché?
– Replicò guardandomi intensamente - … E bello svegliarsi con il volto della
persona che ami … -
Era per me che Moony
teneva quel poster in camera; per me soltanto … mi sentivo scoppiare il
cuore nel petto per la felicità.
Remus era mio … era tanto
perso per me quanto lo ero io per lui; dunque …
Mentre lo baciavo, posai
le mani sul suo bacino e premetti leggermente contro di lui, fino a
spingerlo contro il bordo del letto.
- Remus … – Sussurrai
staccandomi per un breve attimo da quelle labbra soffici
- Ssstttt – Rispose
Moony, socchiudendo gli occhi che fino ad allora aveva tenuto chiusi .
Estrasse di nuovo la bacchetta e con un rapido tocco spense la luce,
lasciandoci nella tenue illuminazione della candela posta sul davanzale, la
cui fiammella danzava ritmicamente nella fredda notte che avvolgeva
l’esterno del nostro piccolo paradiso.
Mi lasciai travolgere
dalla calda emozione che stavo provando, gettando letteralmente Moony sul
piccolo lettuccio alle sue spalle per poi sdraiarmi lentamente sopra di lui,
affondando il mio viso tra i suoi capelli, in modo tale che la sua bocca fu
appena a qualche centimetro dal mio collo. Il suo respiro, che oramai aveva
perso la normale ritmicità, scaldava il tratto di pelle che avevo esposta,
rendendo ancora più intensa la sensazione di profondo eccitamento in cui ero
rapidamente scivolato. Sentivo tutto il mio corpo fremere e gridare perché
rispondessi all’estenuante richiamo che la mia natura umana mi stava
rivolgendo.
Con mani tremanti
cominciai a sbottonare la camicia del mio compagno, esponendone il petto,
non muscoloso, ma dalla eccitante solidità. La risposta di Moony non si fece
aspettare: il dolce lupo mi tolse febbricitante il maglione, per poi passare
a sbottonare anche la mia camicia; a quel punto, il suo modo di fare si fece
molto lento e sensuale. Le sue candide mani sganciarono dapprima due
bottoni, poi si introdussero tra le stoffa per accarezzare ogni centimetro
di pelle che trovavano sulla loro strada; questa operazione durò a lungo,
finchè Remus non mi ebbe privato del tutto del capo d’abbigliamento … Così
dolce … così sensuale … Era tutto incredibilmente eccitante …
Guardai Moony : il suo
volto e il suo petto ormai nudo, erano percorsi dagli innumerevoli giochi di
luce e ombra che provenivano dalla candela portafortuna, posta sul davanzale
della finestra.
Sorrisi, pensando alla
possibile origine della tradizione di porre candele accese sui davanzali
delle finestre la notte di natale; magari l’aveva ideata qualcuno che la
notte della vigila, chissà quanti secoli prima, era dedito alla stessa
nostra attività.
- A che stai pensando? –
Chiese Moony con voce appena percettibile
- … Penso a quanto mi
piaci – Risposi, baciandogli il collo con foga.
Remus soffiò
graziosamente di piacere, mentre sempre più eccitato, lasciai scorrere una
mano ad esplorare parti decisamente intime e poco solite a visite di
esterni. Accarezzai delicatamente il cavallo dei suoi pantaloni, constatando
con soddisfazione che anche il mio compagno stava gradendo non poco le mie
effusioni.
Senza smettere di
assaporare la pelle della sua gola, lottai con la cerniera dei jeans del mio
amato: volevo rimirarlo in tutta la sua interezza, desideravo togliere gli
abiti che ora mi separavano dalla celestiale visione della persona che amavo
completamente nuda. Le mani di Moony, giunsero in mio aiuto, sfilando
parzialmente i pantaloni dal proprio corpo e calando i boxer.
- Paddy … toccami … -
Fece lui, ansante e io lo accontentai, toccandolo prima con imbarazzata
indecisione, poi con maggiore fermezza … dopotutto Remus era come me … non
dovevo fare altro che lasciarmi andare e fare tutto cio che sapeva dare
piacere anche a me.
Moony sembrava totalmente
abbandonato nelle mie mani: si stava donando a me con tutto l’amore e la
passione che aveva: non avrei potuto desiderare da lui maggiore
coinvolgimento.
Pian piano anche la mano
del mio amante cominciò a farsi strada tra la stoffa dei miei pantaloni,
fino a che, anche Moony riuscì ad accarezzare me nello stesso modo con cui
io mi stavo prendendo cura del suo sesso.
La sensazione di intenso
piacere che mi provocò il solo tocco del mio amato, fu talmente profonda che
non riuscii a trattene un grido
- Paddy … - Sussurrò
Remus diventando improvvisamente teso; eh eh eh in effetti aveva ragione,
qualcuno avrebbe potuto sentirci.
- Scusa amore … - Risposi
baciandogli di nuovo la bocca, mentre le nostre mani continuavano a darci
vicendevolmente piacere.
Quel calore …
quell’eccitazione … mai avrei potuto immaginare che essere in intimità con
la persona amata potesse dare una così forte eccitazione. Era qualcosa di
straordinario e di sconosciuto; qualcosa che a ogni carezza, a ogni tocco,
mi spingeva a chiedere sempre maggiore intimità … sempre maggiore piacere …
volevo possedere Remus e farlo mio …
…. totalmente e
irrimediabilmente mio.
Lentamente mi mossi fino
a sedermi tra le sue gambe divaricate, mentre lasciai scivolare un dito in
prossimità della inesplorata apertura nascosta tra le natiche del mio amore.
Questa volta però Moony
si irrigidì, interrompendo il bacio e bloccandomi il braccio.
- Paddy … io … -
Nonostante vedessi poco
il suo volto, potendo scorgere soltanto cio che i giochi di luce della
candela mi concedevano, lo percepii arrossire furiosamente.
- Io … io – Continuò - …
Lo vorrei tanto, davvero … però ecco … ti prego, non te la prendere … -
Era buffo vedere il mio
Remus, solitamente così calmo e riflessivo, diventare così agitato e
spaurito quando si trattava di questioni così intime.
In effetti non aveva
torto; praticamente stavamo insieme soltanto da due giorni e non sarebbe
stato giusto da parte mia forzarlo in alcun modo … e in ogni casomai mi
sarei sognato di costringerlo a fare qualcosa di cui non era convinto.
- Paddy – Disse con una
nota d’inquietudine; sembrava avere davvero paura che mi arrabbiassi a causa
del suo rifiuto.
- Va tutto bene Moony –
Risposi baciandolo sulla fronte - … Va tutto bene … -
Il mio amato lupo mannaro
parve tranquillizzarsi e timidamente riprese ad accarezzarmi nella stessa
maniera di prima, annebbiandomi ancora una volta i sensi e facendomi perdere
completamente la testa.
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Non so per quanto tempo
rimanemmo lì, in quel piccolo angolo di paradiso, donando l’uno all’altro
cio che di meglio avevamo da offrire; forse due ore o forse più …
So che mi ritrovai
disteso nel letto del mio Remus, a deliziarmi del contatto della sua pelle
contro la mia. Dopo l’esplosione di passione che aveva seguito le nostre
intime carezze, ci eravamo infilati sotto al caldo piumone che avvolgeva il
letto di Moony e ora stavamo abbracciati l’uno all’altro, a raccontarci
sciocchezze e a sussurrarci dolci parole.
Era molto, molto di più
di quanto avessi potuto desiderare; anche se non eravamo arrivati fino in
fondo, non avevo mai abbandonato me stesso in un’estasi simile; non mi ero
mai regalato a qualcun altro con tanta passione e senza falsi pudori … tutto
cio che era successo quella notte, era in definitiva la cosa più magnifica
che mi fosse mai capitata fino a quel momento in quindici anni di vita.
- Forse è meglio
rivestirsi – Disse Remus ridendo a una mia sciocca battuta; una
stupidaggine che avevo sentito dire da un compagno agli allenamenti di
quiddich una settimana prima. – Credo che tra poco mia madre salirà a
dormire e di sicuro passerà a salutarti … non credo che si aspetti di
trovare NOI stesi a letto … - Continuò poi con un sorrisetto malizioso.
- Eh eh eh , hai ragione
– Risposi gettando la coperta verso i piedi del letto – Sarà meglio
ricomporsi … -
Ci rivestimmo in fretta,
cercando di renderci il più presentabili possibile, cosa che a dire la
verità non fu del tutto facile: i nostri visi erano rossi come papaveri e
gli abiti alquanto stropicciati; senza contare che a me ancora tremavano le
mani … Fu una vera letizia potermi bere la burrobirra che ci aveva regalato
la zia di Moony!
Dopo pochi minuti, giusto
il tempo che impiegammo per riabbigliarci e sederci sul letto di fronte agli
scacchi magici, qualcuno bussò energicamente alla porta: Remus aveva visto
giusto, di sicuro sua madre era salita per salutarmi, dato che non l’aveva
fatto prima, durante il lavoro.
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- Ragazzi! – Esclamò la
madre di Remus da oltre la porta, bussando sommessamente.
Il mio amato lupo mannaro
mi indirizzò uno sguardo divertito e alzatosi, si diresse verso l’ingresso,
dove la donna attendeva di entrare, ignara di tutto.
- Ragazzi, guardate cosa
vi ho portato! – Disse una volta fatto capolino dall’uscio; tra le mani
recava una sorta di paniere contenente degli ottimi dolcetti alla crema, che
posò sul letto a fianco degli scacchi magici, con i quali stavamo fingendo
di giocare.
- Spero ti piacciano
Sirius! – Disse allegramente – Li ha fatti zia Avelin questo pomeriggio … -
- Grazie mille signora! –
Dissi arraffandone prontamente uno … eh eh !!! tutta l’attività di prima
mi aveva mosso un certo appetito …
- Sono contenta che ci
sia anche tu in questa cittadina - Continuò – Spero rimarrai qui per tutto
il tempo delle vacanze … così sarà più facile per Remus ambientarsi di nuovo
… -
- Non so per quanto tempo
io e i miei genitori ci tratterremo – Risposi continuando a divorare un
dolce dietro l’altro, imitato da Moony che a quanto pareva, aveva tutta
l’intenzione di recuperare le energie perdute …
Rimanemmo a chiacchierare
per una decina di minuti, finchè, con un profondo sbadiglio, la donna si
congedò da noi, ritirandosi nella sua stanza.
Rimasti di nuovo soli, io
e Moony continuammo placidamente a mangiare le focaccine alla crema, in
religioso silenzio, finchè Remus non prese la parola.
- Sono contento di
essermi trasferito qui … - Disse lentamente - … Il posto è bello, gli zii
sono meravigliosi e … beh, la mamma sembra molto più serena … -
Diedi un sorso di
burrobirra dalla mia bottiglia, senza staccare lo sguardo dal mio amico. Mi
sentii improvvisamente in colpa, vedendo Moony intristirsi: ero stato
talmente felice ed eccitato all’idea di trovarmi a passare una vacanza
vicino a lui e mi ero lasciato trasportare così tanto dagli eventi degli
ultimi giorni, che quasi mi ero dimenticato dei problemi personali del mio
amato. Ero stato veramente insensibile! Dopotutto se Moony si trovava in
quella cittadina era perché sua madre era stata licenziata dal vecchio
lavoro ed entrambi era stati obbligati a cambiare città.
Mi mossi verso di lui
circondandolo con le braccia e facendo aderire una della mie guance alla
sua, in modo che potesse sentire il mio calore irradiarlo per tutta la metà
del volto.
- Hey, che ti prende
adesso? – Gli chiesi dolcemente - … Siamo qui, siamo insieme e qualunque
cosa possa accaderti, mi avrai sempre al tuo fianco, sono stato chiaro? –
Gli dissi strusciando le mie labbra contro il lobo dell’ orecchio.
Avvertii il suo polso
aumentare di frequenza, mentre si stringeva ancora di più a me, quasi
volesse tenermi legato a lui per non farmi mai più andare via …
Remus lasciò su di me una
scia di piccoli baci, partendo dal collo, fino ad arrivare all’apice del
mento, per poi risalire lentamente e inesorabilmente verso la mia bocca,
dove le sue dolci labbra si posarono sulle mie prima timidamente, per poi
approfondire il bacio in maniera sempre più appassionata.
Ricambiai con tutto me
stesso, lasciando che le nostre lingue giocassero tra loro in un muto e
caloroso turbinio, approfittandone per accarezzare ancora per i pochi attimi
che ci rimanevano, il volto meraviglioso del mio lupo mannaro.
Mentre ero nuovamente
perso nella stessa estasi di prima e nella mia mente stavano cominciando a
prendere di nuovo piede, pensieri assai poco platonici, Sentti Remus
sollevare lievemente il volto e sussurrarmi
- Paddy … Ti prego solo
di una cosa; non giocare con me … per favore … -
Mi venne quasi da ridere;
IO prendere in giro il MIO Moony? … Dopo tutte le notti che l’avevo sognato;
dopo tutte le estati che avevo passato a pensare a lui, dopo tutti i momenti
che trovatomi accanto al suo corpo, avevo desiderato di avvinghiarmici
contro, di prenderlo tra le braccia e baciarlo … di fare l’amore con lui.
- Sciocco … - Gli risposi
sorridendo - … Lo sai benissimo che ti amo … -
Remus annuì felice, per
poi abbandonarsi in un’altra serie di appassionati baci.
Rimanemmo lì distesi a
scambiarci effusioni d’amore per qualche attimo ancora, finchè il mio amato
lupo mannaro non si mise a sedere a cavalcioni sulle mie cosce,
interrompendo il quieto e rilassante massaggio che stava effettuando ai miei
capelli, prese a massaggiarmi il petto, soffermando di tanto in tanto le
dita sui miei capezzoli, gia turgidi, costringendomi a sussultare e a
controllare ogni possibile gemito …
- Si è fatto tardi … devi
andare … - Disse Moony all’improvviso, proprio mentre io avevo gia preso la
decisione di afferrarlo e gettarmi nuovamente sopra di lui, spogliandolo di
tutto cio che aveva indosso.
- Stai scherzando –
Risposi sollevandomi col busto, fino ad arrivare a sfiorare le sue labbra
con le mie - … Non vorrai mica farmi uno scherzo simile … -
Remus mi prese il volto
tra le mani accostando la fronte alla mia
- Voglio portarti in un
posto … - Disse sorridendo
Guardai i suoi occhi
luccicare di mille meravigliosi riflessi dorati, dandomi l’impressione di
osservare due veri frammenti d’ambra … Come potevo negare qualcosa a una
creatura così bella?
- Mhfff… - Sbuffai,
riallacciandomi la mia camicia - … Ok, ti accontento, ma la prossima volta
non mi scappi ok? –
Remus annuì divertito,
cercando il suo maglione tra le lenzuola increspate e rialzandosi
definitivamente.
- Vedrai, ti piacerà … -
Concluse riallacciandosi la cintura dei pantaloni e facendomi l’occhiolino.
Chissà che aveva in
mente?
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Pochi minuti dopo uscimmo
nuovamente in strada, imbacuccati nei nostri caldi mantelli. Il freddo
intenso della notte mi raggiunse le ossa, facendomi rimpiangere il dolce
tepore in cui mi ero abbandonato soltanto fino a pochi attimi prima, disteso
sul letto del mio compagno. Istintivamente cercai la mano di Remus:
- Hai freddo? – Mi chiese
lui sorridendo, accogliendo la mia mano nella sua e infilando entrambe
nell’ampia tasca del suo mantello.
- Non ti preoccupare –
Gli risposi; in realtà stavo gelando, ma mi bastava ricordare cio che era
successo quella notte tra noi due, perché un bizzarro calore mi raggiungesse
partendo dai visceri, fino a riscaldarmi tutto il corpo.
Percorremmo le stradine
imbiancate dalla neve, chiacchierando del più e del meno. Avrei voluto
chiedere a Moony che cosa aveva provato durante quella serata trascorsa
insieme. Per la prima volta eravamo stati più uniti e intimi che mai …
desideravo mi dicesse che era stato bene, che era stata la notte più
fantastica della sua vita, ma sapevo perfettamente che il mio Moony era
molto timido e riservato; forse tutte quelle cose le stava pensando, a
giudicare dal dolce sorriso che gli incorniciava il volto, però non avrebbe
mai avuto il coraggio di dirmele in faccia … non ora in ogni caso.
Sorrisi … che tipo
complesso era Remus Lupin .. Così misterioso, così riservato …e
terribilmente affascinante.
- Eccoci, siamo quasi
arrivati! – Disse Remus prendendomi sotto braccio.
Eravamo arrivati in fondo
alla strada, e una folata di vento gelato mi raggiunse al volto, facendomi
battere i denti; davanti a noi si estendeva il mare: un’ombra scura
nell’oscurità della notte.
- Guarda … - Disse Remus
cingendomi i fianchi con le sue braccia, avvinghiandosi strettamente a me. –
Non è impressionante? –
In effetti, guardandomi
alla destra, mi accorsi che ci trovavamo giusto sotto l’immenso dirupo che
avevo avuto modo di ammirare quel pomeriggio, in compagnia di Amber Ann. La
notte rendeva però tutto ancora più grottesco, facendo apparire la grande
montagna, sede della villa del cliente di mio padre, come un immenso gigante
scuro, battuto da altissime onde.
Sotto di noi il mare
batteva violentemente sugli scogli, spruzzandoci di tanto in tanto di fredda
acqua salmastra.
- Vieni – Disse Remus
prendendomi nuovamente per mano – Più in là si scende fino a una piccola
spiaggia … -
Lo seguii col fiato in
gola, chiedendomi perché il mio amore aveva insistito per trascinarmi li in
piena notte.
Proseguendo, notai che la
piccola strada costeggiante il mare si restringeva sempre più divenendo via,
via sempre più stretta e ripida, per poi terminare in una specie di scala in
pietra dall’aria scoscesa e scivolosa, tanto che per proseguire, dovemmo
disporci in fila indiana.
- Fai attenzione … - Mi
informò Moony passando davanti a me – Qui è molto facile scivolare e … -
Ridacchiò, facendomi l’occhiolino - … Un bagno in mare a quest’ora non
sarebbe un’avventura molto eccitante neppure per noi marauders -
- Penso anch’io … -
Risi dentro di me,
vedendomi davanti l’immagine di James che mi rinfacciava di quanto ero
cretino a starmene su di un sentiero scosceso, col rischio di farmi un bagno
gelato in mare, invece di darmi da fare a letto con Moony.
Finalmente arrivammo alla
nostra meta: la ripida scala in pietra finì in una minuscola ma graziosa
spiaggetta, molto intima in verità … si sarebbe detto un posto da coppiette
se non fosse stato per il clima rigido.
Remus mi trascinò in riva
al mare e mi abbracciò. Io cercai istintivamente le sue labbra accostandomi
ancora di più al suo corpo e prendendogli il viso tra le mani.
- Sei gelato … - Gli
dissi con aria di rimprovero – Ti prenderai un malanno … -
Remus mi guardò con uno
strano sguardo: sembrava molto turbato.
- Baciami … - Disse –
Baciami e stringimi, te ne prego. –
Come non acconsentire
alla sua invitante richiesta? Senza pensarci un solo attimo, posai la mia
bocca sulla sua, e socchiudendola , feci scorrere la mia lingua sulla mucosa
interna delle sue labbra, eccitandomi enormemente, sentendo il suo corpo
vibrare tra le mie braccia.
Continuai a tormentarlo
con quella dolce tortura per qualche altro attimo, finchè Remus, impaziente
di approfondire il bacio, non aprì la bocca, forzandola contro la mia,
spezzandomi il fiato e rendendo ancora più roventi i miei sensi.
Per l’ennesima volta
quella sera, qualcosa, nelle parti più intime del mio essere, reclamò
l’urgenza di afferrare Moony, di stendermi sopra di lui e di farlo mio in
tutte le maniere possibili …
Ma non era né la
situazione né il luogo adatto per mettere in pratica le mie intenzioni;
Moony mi aveva fatto capire che non era ancora del tutto pronto e forse
aveva ragione, dopotutto era passato troppo poco tempo, dovevamo conoscerci
ancora più a fondo … il mio dolce e coscienzioso Moony doveva essere ben
certo dei miei e dei suoi sentimenti prima di affrontare un passo tanto
importante.
Improvvisamente, Remus
stacco il suo volto dal mio, fissandomi intensamente.
- A che pensi? – Mi
domandò con una sottile vena di nervosismo.
Risi sommessamente,
baciandolo sul collo e lasciando una via di piccoli e teneri baci, fino ad
addentare con tenerezza e passione il lobo del suo orecchio destro
- Stavo pensando a quanta
voglia ho di fare l’amore con te … - Sussurrai, in maniera appena
percettibile – E mi chiedevo se anche tu desideravi la stessa cosa. –
Moony tremò e clinò
leggermente il capo dall’altro lato, in visibile imbarazzo.
- Paddy … io … - Disse
piano, in un tono quasi di scusa.
Il suo riscontrabile
nervosismo mi fece tenerezza; non volevo assolutamente che lui stesse male
per causa mia e sentii l’esigenza di dargli sicurezza
- Non ti preoccupare – Mi
affrettai a dire accarezzandogli il pallido viso – Lo so che è giusto non
bruciare le tappe … ci siamo appena rivelati i nostri sentimenti e ci sono
ancora tante cose da dire … -
Remus chiuse gli occhi e
tremò visibilmente, appoggiando la fronte contro il mio petto.
- Hai freddo? – Gli
chiesi, cercando di avvinghiarlo alla meglio nel mio mantello
- No … - Sussurrò mentre
un singhiozzo lo scosse da capo a piedi - … Non è quello … -
Mi sentii gelare dentro,
maledicendo la mia boccaccia! non avrei mai voluto rovinare quella notte
così speciale … dovevo essere stato veramente insensibile …
- Mi dispiace amore,
scusami volevo solo… - Gli dissi quanto più dolcemente mi riuscì; che
cretino ero stato! Non era giusto forzare Moony a fare o a parlare di
qualcosa di cui al momento non si sentiva.
- Paddy … - Mi interruppe
il mio amato sollevando lo sguardo: i suoi meravigliosi occhi d’ambra erano
arrossati dal pianto - … Non ti sei chiesto perché ti ho portato in questo
posto? –
Lo strinsi ancora più a
me.
- Che c’entra questo? –
Dissi con calma, senza capire.
* Moony … perché stai
soffrendo in questa maniera? *
Il mio Remus chiuse di
nuovo i suoi meravigliosi frammenti d’ambra, ora resi ancor più scintillanti
dalle lacrime, e reclinò nuovamente il capo sul mio petto; sembrava un
cucciolo in cerca di protezione…
- Non è la prima volta
che vengo in questa cittadina. – Sussurrò Moony - In verità ci ho trascorso
gran parte della mia infanzia … -
Lo guardai sorpreso… Dove
voleva arrivare?
- Qui è dove è successo …
- Disse con voce strozzata – E’ stato qui … -
Nella mia mente prese
forma un’unica terribile ipotesi : che quel luogo fosse …ma no, non poteva
essere!
Moony esitò per qualche
attimo ancora, respirando affannosamente, come se parlare gli dovesse
costare un’enorme fatica, poi infine socchiuse le labbra e ciò che ne uscì
mi lasciò senza fiato:
- Mio padre è morto
proprio qui … dove siamo fermi in questo momento … -
Sentii il mio cuore fare
uno strano sobbalzo; allora era come per un folle attimo avevo pensato poco
prima: se qui Remus aveva assistito alla morte di suo padre, allora voleva
dire che quello era anche il luogo in cui aveva ricevuto il morso del lupo
mannaro che gli aveva trasmesso la sua stessa maledizione.
- Hai capito cosa voglio
dire, adesso? – Chiese Remus, sollevando il volto, ma evitando accuratamente
il mio sguardo.
- Si – Risposi
cautamente; avevo capito benissimo che cosa era successo lì tanti anni
prima, ma mi sfuggiva il motivo per il quale Remus aveva voluto
trascinarmici. Perché rivivere nuovamente quegli attimi così dolorosi? -
Perché mi hai portato qui? – Chiesi tristemente, immaginando il dolore che
doveva provare il mio amato.
Remus si morse le labbra
ricacciando indietro un singhiozzo e cercando di frenare le lacrime
- Non sarei mai riuscito
a tornare qui da solo … - Disse mantenendo lo sguardo fisso sulla scura
sabbia - …Quando ho saputo che dovevamo tornare qui in questa città dopo
tanti anni, mi sono sentito morire … avrei voluto urlare e rompere tutto
quello che c’era nella stanza … capisci? – Disse Remus con voce tremante,
sussultando in maniera innaturale - … Ma quando ho saputo che per un
miracolo del destino tu mi avresti raggiunto, allora tutto dentro di me è
cambiato … Ho sentito che accanto a te avrei potuto affrontare ogni cosa …
tutto e tutti … anche questo luogo maledetto! – Esclamò forzando le ultime
due parole.
Un’onda più potente delle
altre si abbattè sulla spiaggia con maggiore forza, bagnando assieme a gran
parte della battigia, anche le mie scarpe e l’orlo dei pantaloni.
Ma né io né Moony ce ne
accorgemmo; niente avrebbe potuto distogliere la mia attenzione dal volto
sofferente del mio compagno.
* La sua forza e la sua
salvezza … la sua forza e la sua salvezza … * Questo avevo giurato a me
stesso di essere per lui … e avevo tutta l’intenzione di portare fino in
fondo la mia intima promessa.
- Insieme affronteremo
ogni cosa, Remus – Sussurrai prendendogli il volto tra le mani e
asciugandogli le lacrime dagli occhi col palmo. – Insieme … io e te … per
sempre … -
Mi avvicinai per cercare
di nuovo le sue labbra con la bocca e mi stupii quando, per la prima volta,
Moony scostò il suo volto, rifuggendo il bacio.
Sorpreso lo fissai con
aria interrogativa …
- Cosa? … -
- Paddy … Io ti amo … ti
amo da morire … - Disse abbandonandosi ad un pianto disperato e lsciandosi
cadere in ginocchio – E per questo non posso chiederti di starmi accanto … -
Mi inginocchiai davanti
lui, mentre un’altra onda ci raggiunse velocemente, inzuppando anche i
nostri mantelli
- Ma che stai dicendo? –
Gli chiesi disorientato
- Ma come puoi non
capire? – Gridò lui guardandomi con occhi gonfi di pianto – Lo vuoi sapere
perché non ho voluto fare l’amore con te? –
Istintivamente lo presi
per le spalle attirandolo contro di me; Remus cercò di opporre una debole
resistenza, ma poi si abbandonò morbidamente tra le mie braccia, come se
tutta la pena che stava provando lo avesse prostrato profondamente.
- Perché? – Sussurrai
sentendo lo stomaco contorcersi dall’ansia
- Quando eravamo stesi
sul mio letto, ho provato delle emozioni incredibili, davvero … ero così
felice… più di quanto avessi mai sperato di esserlo in tutta la vita … -
Disse con aria stanca - … E in quel momento mi sono venute in mente tante
cose … -
- Quali cose? –
Intervenni baciandolo dolcemente sul capo, intuendo improvvisamente dove
voleva arrivare.
Remus esitò un attimo
prima di parlare:
- Non credere che sia
stato tanto facile per me trattenermi – Affermò – Anche io ero preso da
impazzire … in quel senso. Se ho voluto fermarmi non è stato certo perché
non mi reputassi sicuro dei tuoi sentimenti per me, nè tantomeno perché non
fossi sicuro dei miei nei tuoi confronti … Il fatto è che mi sono chiesto se
mi stavo comportando nella maniera giusta con te. Mi sono sentito egoista …
egoista e ingiusto. –
Mi venne quasi da ridere,
ma mi trattenni per timore che Moony si potesse sentire preso in giro da me.
- Ingiusto? … verso di
me? – Ripetei al colmo della sorpresa
- Paddy! – Esclamò Remus
con fermezza – Io sono un licantropo e tu lo sai … non posso chiederti di
amarmi, addossandoti la mia maledizione! … Questo è il MIO destino, è la MIA
condanna e io non sopporterei di vederti soffrire per causa mia … -
Sorrisi silenziosamente;
avrei dovuto immaginarmelo … il mio dolce, altruista e nobile Moony avrebe
sacrificato anche la sua felicità per chi amava; fosse il suo amato o anche
un semplice amico. Come fargli capire che ero pronto ad affrontare le prove
a cui la vita ci avrebbe messo di fronte?
- Remus … io ti amo …
sono diventato un animagus per te … solo per starti accanto, come puoi
pensare che per me, la tua condizione possa essere un peso? Se ho condiviso
la tua maledizione da amico, posso farlo benissimo anche come … il tuo amore
–
Remus deglutì, e tirò un
lungo respiro
- Paddy, questo non è un
gioco … non è una delle nostre avventure … qui si parla del nostro futuro –
Fece una breve pausa di pochi secondi … ma che a me parvero eterni - Paddy,
io non potrei sopportare se un giorno tu mi dovessi dare la colpa per averti
condannato a portare assieme a me … il peso di tutto questo dolore… .
Lo afferrai saldamente
per le braccia, sollevandolo verso di me e fissando i suoi occhi con rabbia
- Mi credi tanto debole?
… - Dissi furioso – Se credi che io sia tanto immaturo e smidollato da non
potere sopportare tutte le difficoltà a cui ti riferisci … allora è davvero
meglio che ci lasciamo! –
Remus sgranò gli occhi, e
socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun
suono; sembrava spaventato … aveva paura di perdermi?
- Dimmi che pensi! … -
Gli chiesi piano, alzandomi – Hai ancora un minimo di fiducia in me o devo
andarmene? –
- No! – Gridò Moony
disperatamente precipitandosi verso di me – Sirius! –
Lo accolsi in un caldo
abbraccio, mentre si gettava verso di me, chiedendomi se avessi mai avuto
veramente il coraggio di interrompere la nostra relazione … e chiaramente la
risposta fu negativa.
- Io non volevo dire
questo … non è vero che non ho fiducia in te! E’ che io voglio difenderti …
DEVO proteggerti da me, capisci? –
- Tu non devi proteggermi
da nulla - Sussurrai al suo orecchio - … Se proprio devi proteggere
qualcosa, allora difendi il nostro amore … -
Remus mi guardò; nel suo
sguardo lessi tutto l’amore che il mio ragazzo provava per me e tutta la
gioia che gli avevano donato le mie parole … mi avvicinai a lui per
assaggiare le sue splendide labbra e quella volta Remus ricambiò con tutto
il cuore; ora sapeva che sarei andato contro tutto e contro tutti per la
nostra storia.
- Promettimi che
affronteremo ogni cosa insieme e non ci terremo mai nulla nascosto … - Disse
lui con dolcezza
- Te lo prometto … -
Dissi e abbracciati ci dirigemmo verso la ripida scalinata di pietra, per
tornare in paese.
Di certo quella parte
della serata era stata molto penosa e dolorosa per entrambi, tuttavia ero
felice e mentre salivo la fredda pietra, gioivo di una nuova, soddisfacente
consapevolezza: Se grazie al mio aiuto, Remus era riuscito ad affrontare il
dolore di trovarsi nel luogo che era stato teatro della sua condanna, allora
di certo avevo raggiunto il mio scopo.
Ero stato e sarei stato
davvero anche in futuro … la sua forza e la sua salvezza.
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