Ringrazio tutti coloro che leggeranno la mia storia, sperando che possa piacervi.

!



Capodanno ad Eastbourne

di Swan


 

Quella mattina mi ero svegliato con un pessimo presentimento (uno di quelli che sono tanto cari alla professoressa di divinazione) e quando, una volta nella sala grande per la colazione, vidi il gufo di mio padre entrare dalla finestra e dirigersi verso di me capii che mi aspettava qualcosa di estremamente sgradevole; in genere i miei mi scrivevano o per rimproverarmi di qualcosa o per mandarmi indumenti o oggetti scolastici… L’animale planò sulla mia testa, lasciò andare il messaggio e atterrò sul tavolo dove cominciò a beccare del cibo in qua e in là.

- Via Roger, via … vai su alla guferia! – Dissi all’uccello che si girò per un attimo dalla mia parte e continuò con noncuranza a mangiare.

- Sei proprio il gufo di mio padre – dissi stizzito – Non ascoltate gli altri nemmeno morti! –

Ancora una volta Roger non diede segno di volermi dare retta.

 Era il giorno prima dell’inizio delle vacanze di Natale e l’indomani alcuni di noi sarebbero tornati a casa per festeggiare le festività in famiglia se non fosse stato per il grande party di capodanno che era stato organizzato. A parte i ragazzi del primo, secondo e terzo anno, infatti, tutti quanti sarebbero rimasti a Hogwarts per partecipare alla grande festa, che ci si aspettava davvero straordinaria.

 Mi ficcai irritato in bocca una grossa salsiccia mentre leggevo la lettera marchiata dalla inconfondibile grafia di mio padre ….maledizione!

  I miei genitori mi avevano imposto di tornare a casa, anche se avrei tanto voluto rimanere qui con Remus, James e Peter.

Ero decisamente fuori di me dalla rabbia! Avevo detto e ridetto ai miei che quell’anno ci tenevo un sacco a rimanere a Hogwarts, ma loro niente! Nella lettera c’era scritto che eravamo stati invitati tutti quanti a Eastbourne, a casa di un cliente di mio padre, un tizio molto importante e con un sacco di soldi con cui doveva concludere un grosso affare …. Quel despota di mio padre scriveva che se non ci fossi stato anche io, avrei fatto sprofondare per la vergogna tutta la famiglia ….

…Addirittura….

- Sai che palle! – Sbuffai ad alta voce calciando un piede della sedia accanto.

- Che ti prende Paddy? – Disse l’inconfondibile voce di James alle mie spalle.

- Ah! Vi siete decisi a svegliarvi finalmente – Replicai ridacchiando dimenticandomi per un attimo dei miei problemi.

Il giovane bruno si passò una mano tra i capelli ribelli e si sedette a tavola lasciandosi scivolare sulla seggiola con aria stanca

- Uff… davremo cominciare a limitare le uscite notturne – Disse

- … o il numero di burrobirre che ci facciamo fuori? – Lo rimbeccai – …A proposito, sta meglio Peter? Ieri notte era ribaltato! –

- E’ stata solo colpa tua, ti diverti a farlo ubriacare! –

- Questo non è vero –

- Gia, però ti stavi sbellicando dalle risate quando si è gettato nel mio letto e ha cercato di togliermi le mutande! –

Non resistetti al pensiero di Peter che si gettava su James cercando di attentare alle sue grazie e scoppiai a ridere senza freno

- Era troppo buffo, dai…. E poi è stato lui a bere come una spugna …-

- Comunque… - Continuò James – Hai riso in po’ meno quando ha cercato di baciare Moony … -

D’un tratto mi incupii; James aveva toccato un tasto sbagliato, proprio ora che io dovevo andarmene e… lui, Remus, rimaneva.

- Non ti sei ancora deciso a parlargli dei tuoi sentimenti per lui, non è così? –

Guardai il mio amico con un mezzo sorriso

- In effetti no…-

- E che aspetti stupido? Che qualcuno te lo porti via? –

- Eddai James, è una situazione delicata, intanto non so ancora se Remus potrebbe essere interessato a me in QUEL senso e poi…-

- Beh, non ha mai avuto una ragazza! –

- neanche un ragazzo, se è per questo… -

James sospirò rassegnato

- E va bene, non è una situazione facile, di questo ti do ragione, ma non puoi continuare a sbavargli dietro e a rompermi continuamente le scatole con i tuoi Moony di quaaa… Remus di laaa – E detto questo si esibì in una spassosa interpretazione di un Sirius sospirante e con gli occhi sbatecchianti

- Guarda che io non ho mai fatto quella faccia da imbecille! – Lo rimbeccai indispettito

James fece un gesto di noncuranza con la mano, sapeva che stavo cercando di svincolarmi dall’argomento.

- Senti – Esordì - … Prima che perda la pazienza… ti piace Remus? –

- Certo che mi piace! –

- Lo vuoi? –

- Lo voglio eccome –

- Allora lascia che il tuo vecchio Prongie ti dia una mano… sono un asso nelle faccende di cuore, lo sai? La mia bacchetta è specializzata nel far fidanzare gli imbecilli che sono troppo timidi per combinare qualcosa di buono da soli!  –

- Beh, non si direbbe dallo schiaffone che lily ti ha parcheggiato ieri sera sul muso… -

- I rischi del mestiere! – Replicò lui convinto – In ogni caso vedrai che per il party di capodanno riuscirò finalmente a farvi mettere assieme! –

- Seee, altro che bacchetta magica! – Replicai ricordandomi della lettera dei miei – Ho appena ricevuto un messaggio da casa… domani devo prende il treno per londra –

- COOOSAAAA????- Gridò James esterrefatto – Stai scherzando vero? –

- Magari! –

- Ma sarai l’unico sfigato che ritorna a casa insieme a quelli dei primi anni! Snape, Malfoy e gli altri Slytherin ti prenderanno in giro a vita!!! La tua reputazione sarà distrutta per sempre!!! Appena sapranno che non vieni alla festa per andare in gita con mamma e papà ti… –

- Grazie James, è bello avere un amico pronto a confortarti nei momenti tristi… -

- Ehm … scusa, mi sono lasciato trasportare – Replicò arrossendo come un peperone -… comunque è incredibile possibile che i tuoi siano così stro… aehm… -

- Dillo pure – Continuai cupo - … così stronzi! –

- E dov’è che andate? – Chiese James cercando di riparare alla gaffe di prima – Scommetto che sarà un bellissimo posto -

- Andiamo a Eastbourne, sulla costa –

- Beeeelllloooo!!! Potrai fare vita da spiaggia!!! –

- In dicembre? –

- Ehm … ho sentito dire che ci sono un sacco di bei pub! –

- Ah si? E dove l’hai sentito? –

- ……….. –

Mi accasciai sul tavolo con la testa tra le mani

- Sarà la vacanza più noiosa della mia vita! –

- Ma dai Sirius dopotutto cosa credi che faremo qui? Mangeremo dolciumi a raffica, berremo burrobirre a non finire, ci azzufferemo con Snape e Malfoy, balleremo tutta la notte, pomiceremo, ma a parte questo davvero non … -

- James… -

- Siii? –

-  Se non la smetti di consolarmi ti caccio un pugno sul naso! –

- …. Ok …. –

 

*************************

 

Consumata la mia colazione di controvoglia, aspettai finchè anche James non ebbe trangugiato un vassoio intero di pane imburrato ( W il colesterolo nda ) e insieme ci incamminammo verso l’aula di trasfigurazione: Remus e Peter erano già seduti nei loro banchi; Peter era inchiodato sulla sedia e pareva gli avessero tirato due cannonate sotto gli occhi, mentre Moony aveva un’aria molto abbattuta, ma di certo il suo stato d’animo non aveva nulla a che vedere nè con la nottata in bianco che avevano passato, né alla sbronza che si erano presi.

…. Cosa diavolo gli era successo?

Non avemmo il tempo di scambiare con loro due una sola parola, poiché appena dopo di noi entrò l’insegnante, così io e James sgattaiolammo velocemente nei nostri banchi, posti proprio davanti ai loro. Era meglio non fare indispettire la Mc Grannith, avevamo appena scontato una punizione per nulla simpatica: la vecchia arpia ci aveva fatto crescere sulla testa delle penne da gallo…e ci aveva mandato in giro così per tre giorni di fila …. che figura! Quel bastardo di Snape ancora se la rideva…

Guardai di soppiatto Moony mentre cercavo di trasfigurare il mio cucchiaino in una cimice…guardai i suoi bellissimi occhi ambrati, occhi speciali … occhi di lupo.

Remus probabilmente si accorse di essere osservato e sollevò lo sguardo verso di me, indirizzandomi un sorriso triste.

Sentii qualcosa aggrovigliarsi nel mio stomaco, non mi paceva affatto l’espressione del mio Remus…

… Gia… il mio Remus …

Sbirciai nuovamente dietro di me per cercare il suo sguardo, ma lui era tornato al suo esercizio di trasfigurazione.

Moony non era mai stato un tipo particolarmente espansivo, ne era pazzo come me o James, comunque era una persona simpatica, sapeva come divertirsi ed era sempre sorridente… era strano vederlo così abbattuto.

Accidenti! E se fosse così triste perché ha saputo che non sarò presente alla festa? … ma no, che sciocco sono… come può averlo saputo se anche io ne sono venuto a conoscenza non prima di mezzz’ora fa… inoltre l’ho detto solo a James e lui è stato con me fino ad ora. No… Remus non poteva essere triste a causa mia, anche se avrei pagato oro perché le cose stessero così.

Mi misi a lavorare di immaginazione….

 

Immaginai di trovarmi alla stazione di Hogsmeade, scena da film con tanto di tramonto, vento in faccia, valigia in mano e tutto il resto:

Remus, dotato di fazzoletto in mano e lacrima facile:

- Oh Sirius, no, non puoi andartene proprio ora che avevo deciso di svelarti… -

- Cosa Moony, dimmi … -

- Oh no… non me lo chiedere Sirius, te ne prego … -

- Continua Remus, ormai non ha più senso nascondere i nostri sentimenti! –

- Oh Paddy… vuoi dire che anche tu… -

- Si Remus …la verità è che ti amo e ti ho sempre amato … -

- Oh Sirius –

Super limonata finale

 

 

Improvvisamente Sentii James che mi dava degli spintoni sul braccio…

- Black! Insomma Black!!! – Gridò la Mc Grannith indispettita battendo la bacchetta sul mio banco – E’ possibile che ogni volta che c’è lezione alle prime ore ti addormenti sul banco? –

Mi drizzai intontito…. Accidenti!!! Mi ero addormentato!!!! Le mie solite figuracce… James prima aveva ragione: dobbiamo smetterla di fare le ore piccole, specie quando il giorno dopo c’è lezione di trasfigurazione.

- Dieci punti verranno tolti al grifondoro per la sua distrazione signor Black, e per favore, vada a letto prima alla sera! –

- Si professoressa! –

Ignorando lo sguardo di compatimento di James che esprimeva una sola frase:”Quanto sei imbecille “mi guardai alle spalle: Lucius e Severus si stavano sbellicando dalle risate, mentre Remus mi sorrise divertito.

Io ricambiai il sorriso… Beh, se non altro avevo fatto rallegrare il mio Moony.

 

**********************************************

 

Dopo trasfigurazione ci aspettavano due ore di divinazione… evvai! Non c’era materia che fosse più divertente da quando era venuta una nuova professoressa… come si chiamava? Ah! Si, Sibilla Cooman; che doveva essere davvero una portajella a giudicare da come parlava e da come gli altri insegnanti la sfuggivano come la peste.

James mi mise una mano intorno alle spalle mentre riempivo il mio bicchierino di cristallo di una improponibile sostanza giallastra che conteneva strani filamenti bianchi di altrettanta dubbia natura.

- Bleah! – Fece il mio amico mentre mi guardava rigirare la sostanza all’interno del bicchiere come la professoressa aveva ordinato di fare – Cosa sarà quella schifezza? –

- Umhhh! Secondo me è olio estratto dai capelli di Snape … evidentemente ieri hanno fatto la spremitura … -

- Può darsi … piuttosto, perchè non ti fai leggere il futuro da me? –

- Uh? –

James assunse un’aria spiritata e brandì il suo bicchiere in mano facendo roteare gli occhi come un indemoniato.

- Ohhhh ahhhhh –

- Sembra che tu stia godendo … - Gli bisbigliai divertito

- Vuoi una meno Prongs? – Sussurrò Peter alle sue spalle cercando di infilargli una mano sotto il mantello.

- Idioti!!! Non vedete che sono in trance? –

- Ah! Allora vuoi dire che di solito non hai quella faccia da imbecille? –

- Di più … - Sghignazzò Moony con il suo consueto fare garbato.

Lo osservai attentamente e deglutii; Ahhhh… ma come faceva a essere così aggraziato anche mentre scherzava?

Improvvisamente la voce dell’insegnante ci  raggiunse come proveniente da un lontano limbo:

- Ragazziiii mieiiii state interrompendo le energie che regolano il flusso del Karmaaaa –

- Ci scusi professoressa! – Recitammo tornando ai loro lavori.

- Però, bello l’effetto eco… chissà come fa a farlo! – Mi Sussurrò James, che non aveva nessuna voglia di seguire la lezione.

- Allora, mi predici questo maledetto futuro? – Replicai – Tanto non c’è neanche bisogno che tu me lo dica… sicuramente mi suiciderò entro capodanno… e stavolta davvero non per finta! –

- Dai, ancora con questa storia, ti ho detto che ti divertirai di sicuro, poi vedrai che troverò il modo di farti partecipare alla festa in qualche modo! Dammi solo il tempo per escogitare qualcosa, siamo o non siamo i marauders? –

- Si certo! Immagino che mi consiglierai di nascondermi in mezzo alla corrispondenza e di farmi recapitare a Hogwarts via gufo, non è così –

- Però, sai che è un’idea? –

- Vaffanculo James! –

Ma il mio amico ormai non mi ascoltava più, aveva riassunto l’aria spiritata di prima e osservava il bicchiere con lo strano liquido con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, cercando di nascondersi alla vista della Cooman dietro la schiena del compagno davanti.

- Ohhhh…. Vedo una grande sfortuna abbattersi su di te, povero ragazzo…. –

- Sai che novità… - Replicai io sempre più depresso.

- Non solo perderai un’occasione speciale con una persona speciale entro la fine dell’anno, ma verrai piantato da questa stessa persona… -

- … Questo sarà difficile, non stiamo manco insieme! –

- Silenzio uomo di malafede… vedo inoltre che la persona che ti interessa, mentre sarai a Eastbourne a farti delle se… ehm, a divertirti, si lascerà sedurre da un altro! –

- Adesso mi fai incazzare… - Replicai sentendomi davvero agitato; Il mio Moony? Con un altro? Naaaaah!

Ma James parve divertirsi ancora di più

- Anzi… mi pare di scorgene il viso del tuo rivale.. è … Ahh! –

E distogliendo lo sguardo dal bicchiere prese a tenersi l’occhio come se gli dolesse molto

- Ahi Ahia –

- Si può sapere cos’hai fatto? –

- Ah … è che nel bicchiere è comparso il naso di Snape … sai è fuoriuscito dall’immagine e mi si è ficcato nell’occhio – Ridacchiò

- Imbecille – Conclusi sogghignando; prendere in giro Snape era uno dei nostri passatempi preferiti.

Di nuovo la Cooman ci riservò un’occhiata raggelante e come prima fingemmo di tornarcene al lavoro, ma non era facile seguire la professoressa dire fesserie quando noi ne dicevamo di molto più grosse.

- Pssst James … -

- Che c’è? –

- Secondo te Snape sbava dietro a Moony? –

- Ummhh … beh a giudicare da come lo guarda … si! –

Che brutto sronzo di uno Slytherin…

- James … -

- Che altro c’è? –

- E Remus? –

- E Remus cosa? –

- Dai … hai capito! –

- Vuoi sapere se secondo me Remus è attratto dal vampiro? –

- Eh! –

- Beh … - James parve riflettere – Vuoi davvero sapere quello che penso? –

- Si dimmelo –

- Davvero davvero? –

- Davvero davvero! –

Vidi il mio amico sghignazzare tentando di mettersi fuori portata dallo sguardo dell’insegnante

- Penso che Remus apprezzi molto quando uno ce l’ha così lungo… -

- ??????!!! –

- … Il naso… che avevi capito? –

Risi anch’io… Snape … ma dai!

- Che ti ridi? Dicono che sia un asso nei rapporti nasali! –

…. Rapporti nasali …. Solo a James possono venire in mente stronzate simili …

Improvvisamente sentii qualcuno calciare piano la mia sedia e un foglietto atterrò diritto sul mio banco, tra me e James.

Lo aprii … era la scrittura di Moony.

Mi girai a guardarlo e lui mi rivolse lo stesso triste sorriso di poche ore prima, in aula di trasfigurazione e con un cenno del capo indicò me e James; segno che il messaggio era indirizzato a entrambi.

Ufff … per un attimo avevo pensato… avevo sperato … che fosse indirizzato soltanto a me … di leggervi parole d’amore solo e soltanto per me …

James aprì il piccolo pezzo di carta e lo scostò dalla mia parte perché anch’io potessi leggere:

 

“ … Ragazzi, scusate se oggi non mi va molto di scherzare… il fatto è che ho ricevuto un messaggio da casa… non mi danno il permesso di restare per le feste … poi più tardi vi dico … “

 

Io e James ci guardammo …

- Paddy … -

Feci un lungo sospiro

- Beh, sarai contento, se non altro non verrà insidiato da Snape – Replicò James con aria seccata

- Che culo! – Dissi sghignazzando – Adesso non sfotti più eh? –

- Sfido chiunque … al ballo di fine anno dovrò sciropparmi Peter per tutta la sera… proprio stavolta che Lily aveva accettato di fare coppia con me! –

- Beh? Farete coppia lo stesso no? –

- Si, ma Peter mi starà attaccato come una calamita e non riuscirò a concludere niente! –

- Tanto non te la dava lo stesso! –

- ……. –

Freddato James con quella frase ( mamma quanto sono stronzo!) presi la penna e risposi al biglietto di Moony .

 

“ … Perché ti fanno tornare? E’ successo qualcosa? … “

 

Lanciai il biglietto indietro e attesi la risposta mentre James faceva la lista di tutte le ragazze che conosceva … doveva assolutamente trovare un’accompagnatrice per Peter entro la fatidica sera del ballo!

 

Passò qualche minuto e sentii di nuovo calciare la mia Sedia.

Moony scriveva:

 

“ … Mia madre ha perso il lavoro, quindi non possiamo più permetterci di stare a Londra; Ha detto che una sua cugina che ha una locanda in un’altra città le ha offerto un posto come cameriera, con vitto e alloggio. Ci trasferiremo là da domani, mia madre mi aspetterà in stazione e poi partiremo. Uffa! Ci mancava solo questa! … “

 

Ci rimasi male; povero Moony, ma possibile che debba essere così sfortunato?

La sua famiglia era composta solamente da lui e da sua madre, dopo che il padre era morto sbranato dal lupo mannaro che la medesima notte aveva infettato Remus del medesimo terribile morbo: la licantropia.

Da quel giorno il mio povero Moony e sua madre avevano dovuto vivere nell’ombra, cambiando casa e città molto spesso per non dare neanche il tempo ai vicini di chiedersi il perché nelle notti di luna piena, dalla cantina dei Lupin, giungevano grida e gemiti.

Lo stesso Moony, anche se all’epoca era solo un bambino, era sempre stato conscio della sua condanna … e sapeva che era un qualcosa da tenere nascosto a ogni costo. Lui e sua madre si erano quasi rassegnati a quella vita di fughe e stenti, fino a quando a Remus non arrivò la lettera di iscrizione a Hogwarts. Inizialmente sua madre si era opposta… le difficoltà sembravano troppe… e troppo insormontabili da affrontare;avrebbe insegnato lei al suo piccolo tutto cio di cui avrebbe avuto bisogno.

.Fu Dumbledore che la convinse a mandare il figlio a scuola … anche se con titubanza … e fu ancora Dumbledore a trovarle un lavoro e una sistemazione stabili.

…E ora …

Come al solito, la fortuna non era di certo una peculiarità della famiglia Lupin.

 

“ Andrete a stare molto lontano? “ Scrissi …

 

Avevo il terrore che Remus potesse essere costretto a cambiare scuola.

… Maledizione …

 

Aspettai la risposta al mio messaggio con apprensione e i pochi minuti che Moony impiegò per rispondere mi parvero un’eternità.

Quando ebbi il foglio in mano attesi qualche attimo prima di aprirlo … poi finalmente mi feci coraggio.

 

“ Umh è una piccola cittadina sulla costa, si chiama Eastbourne, o qualcosa del genere. Comunque non è molto lontana da qui, non tanto più di quanto non lo sia Londra comunque! …”

 

………..

 

Spintonai Prongs, sempre intento a selezionare una ragazza per Wormy e gli feci leggere i biglietti di Moony. Era estasiato…

 - Ma che culo c’hai??? Questa è la tua occasione amico mio!!! Fai scattare il tuo istinto da conquistatore, stavolta non ti puoi far sfuggire l’occasione! -

- Ma insomma! …Moony si trova in difficoltà e tu pensi a queste stupidaggini! –

James mi guardò come se fossi completamente pazzo

- Ma sei scemo? … Quando ti ricapita? Avrete una marea di tempo per starvene da soli; … non deludermi amico, vai e colpisci! –

 

…. Effettivamente ….

….. Io e Moony da soli in una città sconosciuta ….

….. Col mare poi ….

….. per capodanno ….

….. le Luci …

….. lo champagne…

…...Una camera col caminetto ….

…. Un bel letto morbido….

….. Remus tutto nu… ehm Remus tutto elegante

 

Mica male!!!

 

- Dai dai James, renditi utile… leggi se nel mio futuro vedi il successo in amore –

Tutto emozionato Prongs riprese il bicchiere della solita schifezza giallastra e disse:

- Coraggio dimmi il futuro di Sirius –

Aspettò qualche minuto guardando fisso il bicchiere, ma nulla parve accadere.

- Sei un indovino da poco James, il tuo occhio interiore non ci vede bene –

- Il mio occhio interiore funziona meglio per altre cose – Replicò lui alludendo alle gambe dritte e eleganti di Lily, che sedeva poco distante.

Ridacchiammo entrambi, ma improvvisamente notammo che la sostanza contenuta nel bicchiere aveva preso a girare da sola.

- Ma cosa… -

Quando il liquido smise di vorticare, ci accorgemmo che i filamenti bianchi erano mutati di colore… ora tiravano al marroncino e si stavano agglomerando verso il centro fino a formare …

- Una croce… - Sussurrò James visibilmente impressionato

Ci guardammo a vicenda con aria smarrita.

- Aehm … - Fece Prongs titubante – Ti metterai insieme a Remus … in chiesa … durante la messa di Natale … -

- Non dire stronzate … questo simbolo porta yazzo davvero! –

- … mai quanto la Cooman … -

- E’ un brutta cosa … -

- Sciocchezze … il massimo che ti può capitare è di fare cilecca la prima volta … -

- Smettila ! –

- Non prenderla così, capita anche ai migliori! –

- Prongy, parlo sul serio! –

Fu un attimo: il bicchiere pieno di sostanza divinatoria scoppiò letteralmente e inspiegabilmente, lasciandoci di stucco e inondando James di liquido.

 

- Blaaack e Pootteeerrr …. Cosa succedeee ? –

- Scusi professoressa, ho appena predetto la morte al mio compagno – Intervenne James - … Quando per lo shock ho fatto cadere il bicchiere! –

- Bravo Potter, continua così – Rispose soddisfatta la strega – Ora però credo che sia meglio che tu ti vada a dare una sciacquata … poi puoi riempire un altro bicchiere di plasma di ratto –

 

James obbedì.

- Plasma di ratto? Puagh! Ecco cos’era questo schifo – Disse poi a Sirius una volta tornato al posto – Che gioia rovesciarselo addosso! -

- Così impari a predirmi cose sgradevoli –

- Ma dai, non ti sarai mica fatto impressionare da prima -

- Uhm … -

- Senti, domani tu e Remus partirete, vi incontrerete in quella maledetta cittadina, vi metterete insieme e farete tanto sesso… chi non scopa a capodanno … -

- Si fa seghe tutto l’anno! … Bah … speriamo che tu abbia ragione. –

Decisi di non pensare più alla storia della croce … e sperai che Remus fosse contento almeno la metà di me di potere passare vicini le vacanze di Natale.

 

 

 

 

 

 

Passammo la serata tutti e quattro insieme.

 Con la scusa che avremmo dovuto passare le vacanze separati, James e Peter avevano razziato le cucine di burrobirra per offrirci una degna festa di arrivederci ( così come l’avevano definita ) e come al solito finimmo per ubriacarci.

Mi svegliai la mattina dopo alquanto frastornato, non avevo dormito che poche ore e a dire la verità fui tentato di spegnere la sveglia e rimettermi a dormire. Fissai con un occhio solo la piccola e apparentemente innocua sveglia che mio padre mi aveva mandato il giorno prima, insieme alla splendida notizia della mia partenza verso casa.

Era un oggetto molto semplice, un classico orologio di ottone dall’aria antiquata.

Spensi la suoneria e mi rigirai dall’altra parte … tanto di tempo prima della partenza dell’espresso ne avevo in abbondanza.

 

Che mal di testa … devo smetterla di dare retta a James e gli altri, bei tempi quelli in cui ci facevamo ettolitri di succo di zucca … almeno la mattina dopo non mi ritrovavo conciato come uno zombie!

 

Sbadigliai e sentii le palpebre appesantirsi sempre più … sempre più …sempre …

 

……..zzzzzzzzzzZZZZZZ ….

 

DRIIIIIIIINNNNGGGGG !!!!!!!

 

Balzai  seduto sul letto col cuore in gola

 

 - Maledetto affare! – Gridai rispegnendo l’importuno oggetto con rabbia e facendolo velocemente sparire dentro al cassetto.

 

Non feci in tempo a rimettermi sdraiato  che sentii qualcosa colpirmi violentemente alla testa e realizzai che la sveglia era uscita inspiegabilmente dal comodino mirando deliberatamente la mia fronte.

 

- Ma che diav … - Dissi esasperato pensando a qualche scherzo dei miei amici

 

Inaspettatamente mi ritrovai di fronte una figura evanescente, visibile solo a mezzobusto… la fissai sbalordito: era il fantasma di un uomo sulla settantina che fumava una pipa.

 

- Ciao moccioso! – Fece quello sogghignando - … Allora ti alzi o devo usare le maniere forti? –

 

- Emh … si può sapere chi sei? – Riuscii a dire nonostante la sorpresa

 

Lo spirito mi guardò con molta attenzione, diede una lunga tirata dalla pipa e mi sputò il fumo dritto sul viso facendomi tossire … possibile che anche il fumo emesso dai fantasmi dia fastidio come quello dei vivi???

 

- Mi chiamo Rubens e sono il fantasma che infesta la sveglia che hai appena sbattuto nel comodino con molta maleducazione direi … guarda che quella è casa mia … -

 

- Che stai dicendo spettro? – Sbottai irritato – Questa sveglia me l’ha regalata mio padre, quindi ora è mia e tu devi sloggiare, vattene a infestare qualche altra cosa … -

 

Per tutta risposta lo spirito schioccò le dita e il mio materasso cominciò a saltare e a fare strane acrobazie in aria con me sopra.

 

- Fammi scendere!!! Fammi scendere !!! – Gridai sentendo lo stomaco salirmi in gola

 

Lo spettro obbedì e con un altro schiocco di dita interruppe la magia.

 

- L’alcool prima o poi ti ucciderà ragazzo!  Guarda che ti ho osservato ieri sera! – Disse gravemente vedendomi diventare di un malsano color cera … fare evoluzioni in aria in sella a un materasso non era di certo il massimo della vita, soprattutto la mattina dopo una sbornia coi fiocchi.

 

- Parla il salutista! Fumi come un turco … senza contare che sei pure morto e porti pure sfi … AHI! – La sveglia era di  nuovo partita da dov’era per parcheggiarmisi di nuovo sulla testa.

 

- Ma insomma!!! – Dissi esasperato – Si può sapere che vuoi da me? –

 

Rubens aspirò profondamente dalla pipa e mi guardò di nuovo con aria indagatrice

 

- Si dà il caso … - Esordì – Che tuo padre abbia acquistato la sveglia perché io ti controllassi e mi prendessi cura di te! Il mio compito è appunto quello di seguire il possessore della sveglia -

 

-  seguire?!? Vorrai dire infestare!….bel modo di prenderti cura di me! Spaccandomi il cranio … -

 

Il fantasma ridacchiò sommessamente

 

- Quando è utile farlo, perché no? … in ogni caso … mi sembra che tu sia ancora sotto le coperte … devo continuare nella mia opera di sollecitazione? –

 

- Mi alzo, mi alzo … - Dissi io con voce strascicata; in effetti non avevo ancora preparato la valigia, al contrario di Remus.

 

- Bravo ragazzo! – Esclamò Rubens con aria di approvazione - … e non scordare di mettere anche i libri per i compiti delle vacanze! –

 

- Ma si, ma si – Risposi sfilandomi la maglia del pigiama mentre lo spirito si dileguava alle mie spalle. – Hey! Dove te ne sei andato adesso? … -

 

Rimasi in ascolto per qualche attimo, ma non ricevetti alcun risposta, chissà, magari se ne era tornato nella sveglia … presi un pettine e cominciai a lisciarmi i capelli davanti allo specchio.

 

- Tsè … cos’altro potevo aspettarmi da mio padre? … una maledetta balia ambulante … dal carattere perfettamente somigliante a quello del mio CARO genitore per giunta! Bacchettone uguale… e anche str…–

 

 

Magicamente il tappeto su cui stavo si sfilò da sotto i miei piedi facendomi rovinare a terra dopo uno splendido volo in aria proprio sul mio didietro.

 

- SOTTOSCRIVO … STRONZO! – Dissi furibondo

 

Dalla sveglia mi parve di sentire provenire una risatina, ma forse fu solo una mia impressione; mi alzai dolorante e presi i miei abiti cominciai a vestirmi.

 

- Paddy … cos’è tutta questa confusione? –

 

Mi girai verso il letto di Remus e lo vidi seduto sul letto, ancora mezzo addormentato, mentre si sfregava gli occhi lucidi.

 

- Scusa Moony, non era mia intenzione svegliarti … è tutta colpa di mio padre! –

 

- Tuo padre? – Fece lui sorpreso – Che c’entra tuo padre? –

 

- Te lo spiegherò … - Risposi seccato; ero così arrabbiato che non avevo per niente voglia di parlare della questione neppure col mio caro Remus. Possibile che mio padre mi considerasse ancora un irresponsabile e un bambino capriccioso a tal punto da scatenarmi una specie di mastino fantasma alle calcagna?

La scarsa considerazione che quell’uomo aveva del proprio figlio era assolutamente intollerabile.

 

- Vado a farmi una doccia … - Dissi rivolto al mio amico con aria cupa

 

- Ma … Paddy … - Disse Remus preoccupato, non era facile vedermi arrabbiato e quando capitava o c’entravano Snape, Malfoy e gli altri, oppure la mia famiglia … un membro di essa in particolare. Sicuramente Remus era tentato di seguirmi e chiedermi perché fossi di umore così nero, ma non lo fece, sapeva che quando ero in quello stato dovevo smaltire l’arrabbiatura da solo.

Mi chiusi la porta della stanza alle spalle, cercando di non sbatterla per non svegliare anche gli altri e mi avviai verso i bagni.

 

 

Il famigliare scroscio dell’acqua nella doccia e la delicata pioggia del liquido tiepido sul mio volto mi fecero sentire decisamente meglio. In teoria avrei dovuto essere al settimo cielo, grazie alla prospettiva di passare il capodanno il più vicino possibile a Remus, e in realtà lo ero, ma le trovate di mio padre avevano in genere il potere di freddare ogni mio entusiasmo.

Chiusi il rubinetto della doccia e dopo essermi avvolto in vita un asciugamano mi avviai di fronte a uno dei grandi specchi che troneggiavano nel bagno di noi ragazzi. Era bello lavarsi una volta tanto senza gli altri studenti che schiamazzavano e litigavano per il turno delle abluzioni, ero decisamente l’unico stupido in piedi il primo giorno di vacanza di primissimo mattino, tutti gli altri ne avevano sicuramente approfittato per dormire a letto. . . e in effetti ci sarei rimasto anche io se un maledetto spettro ( una stramaledetta spia di mio padre, per giunta ) non avesse deciso di perseguitarmi.

* Umpf… *

Alzai lo sguardo verso la mia immagine e presi ad osservarmi con aria critica: la mia figura era alta e snella, ma non avevo uno straccio di muscoli … sarei piaciuto ugualmente a Moony? Improvvisamente nella mia mente cominciarono a prendere forma i più svariati incubi:

 

Scena da romanzo rosa: Io e Remus su una splendida terrazza affacciata sul mare, in un elegantissimo albergo, con tanto di candele rosse accese in ogni angolo; la dolce brezza dell’oceano che accarezza i capelli del mio amato, le coppe di champagne appoggiate sul piccolo tavolo di cristallo posto poco distante da noi …

- Remus io … -  Ho tante cose da dirgli ma …

- Sttt – Fa lui mettendomi un dito sulle labbra per zittirmi – Lascia che stanotte parlino le stelle per noi … -

Io allora non mi trattengo più, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con passione: le sue labbra hanno il sapore del raffinato vino francese che ha appena assaporato; Moony mi cinge la vita con le braccia e scivoliamo sul pavimento della terrazza, tra le luci soffuse delle candele, che disegnano ombre incantate sulla sua pelle straordinariamente candida.

Sento le sue mani scivolarmi sotto la camicia, esplorandomi il petto e improvvisamente mi giunge la sua voce, talmente dolce che pare provenire da una fiaba dire:

- Paddy, quando torniamo ti iscrivi in palestra, ok? –

 

- UUAARRGGHHH!!!! NOOOO!!!! –

Gridai ad alta voce cominciando a mangiarmi le unghie dall’angoscia.

* Maledizione e se questa non fosse una delle mie solite pare? E se a Remus non piacessi? Se rimanesse deluso? *

Preso dal lugubre presupposto di fare la figura dell’imbecille con Moony, quasi non mi accorsi che il nodo che teneva legato l’asciugamano attaccato alla mia cintola, si stava lentamente sciogliendo …

 

- Tadaaaaa … - La voce di James rimbombò acuta tra le altissime pareti della grande stanza da bagno, facendomi trasalire – Ecco Paddy con le chiappe al vento! –

 

- James … mi hai fatto prendere un colpo, è il modo di mettersi a gridare?!? … E poi ridammi subito l’asciugamano! – Così preso dai miei pensieri come ero, non mi ero proprio accorto dell’entrata del mio amico, manco fosse stato nascosto sotto il mantello dell’invisibilità!!!

 

- No!  no! – Disse lui con un ghigno

 

- Prongs, smetti di fare l’idiota e ridammi quell’asciugamano!!! – Insomma … non potevo certo aggirarmi nudo per il bagno!!!

 

Prongie mi guardò senza smettere di ridacchiare:

 

- Vientelo a prendere … - Disse con fare canzonatorio

 

Non me lo feci ripetere due volte e mi fiondai all’inseguimento del mio amico, che continuava a sghignazzare divertito mentre correva da una parte all’altra della stanza.

 

- Dai James … se venisse qualcuno !!! –

 

- E chi vuoi che venga a quest’ora? Ci siamo solo noi due alzati! – Rispose l’impiastro girandosi dalla mia parte, purtroppo per lui però scivolò su una pozzanghera d’acqua e cadde disteso sul pavimento. Io mi gettai prontamente sopra di lui bloccandolo a terra.

 

- Ti ho preso!!! – Dissi ansando … quanto mi aveva fatto correre quell’imbecille!!!

 

James rise forte

 

- Va bene, hai vinto! – Disse porgendomi l’asciugamano

 

In quel momento la porta del bagno si aprì e sotto il nostro sguardo attonito, fece il suo ingresso … MOONY!!! MALEDIZIONE!!!

Rimasi a bocca aperta come un salame, mentre James mi coprì col suo mantello.

 

- Ehm … scusate – Disse Remus abbassando lo sguardo e diventando rosso come un pomodoro - … Non volevo disturbarvi, ero solo venuto a dirvi che io e Peter scendiamo a fare colazione con gli altri compagni –

 

Boccheggiai … avrei voluto gridargli che non era come sembrava, che tra me e James non c’era nulla, che era tutto uno scherzo, che … ma dalla mia bocca non uscì un solo suono, rimasi solo lì a guardarlo come un baccalà.

Per fortuna James prese in mano la situazione:

 

- Si, andate pure, tra un po’ vi raggiungeremo –

 

- Mi dispiace … Paddy, non ti avevo ancora visto tornare nel dormitorio e mi ero preoccupato – Continuò Remus senza smettere di fissare il pavimento

 

- E’ colpa mia Remus, se non gli avessi fatto lo scherzo di fregargli l’asciugamano Sirius sarebbe già pronto! E noi tutti saremmo gia nella sala grande a rimpinzarci! – Si affrettò ad aggiungere James con aria imbarazzata; sicuramente si sentiva in colpa e stava cercando di rimediare alla meglio il danno.

 

- Fate pure … - Concluse Remus con il suo consueto dolce sorriso, anche se nella sua voce mi parve di sentire un leggero tremito… ma forse fu solo una mia impressione.

Guardai il mio Moony uscire mestamente dalla porta e udii i suoi passi allontanarsi di corsa per il corridoio.

 

Io e James rimanemmo in silenzio per qualche attimo fissandoci negli occhi; mi sentivo malissimo …

 

- Paddy … mi dispiace, è tutta colpa mia! – Esordì James all’improvviso con aria estremamente colpevole.

Mi sollevai dal corpo del mio amico, con tutto quello che era successo mi ero quasi scordato di essere ancora nudo come un verme e sdraiato sopra di lui!

 

- Non hai nessuna colpa – Dissi sospirando - … Stavamo giocando, non l’hai certo fatto apposta, poi sono stato io a saltarti addosso, no? –

Mi avvicinai al mio armadietto, estraendo i vestiti e un pettine; era meglio darsi una mossa o Remus avrebbe frainteso oltremodo.

 

- Cacchio Paddy, sono davvero desolato, mi sento troppo in colpa … - Continuò James senza fare caso alle mie parole, poi d’un tratto si illuminò e disse con entusiasmo - … Però hai visto come ci è rimasto male? Mi gioco quello che vuoi se questa non è la reazione di una persona innamorata! –

 

- E se fosse stato semplicemente imbarazzato?- Replicai - … Dopotutto mettiti nei suoi panni, come ci saresti rimasto se avessi trovato … che ne so, io e Peter a rotolarci nel bagno nudi? –

 

- Beh … - Rispose James pensoso – Di sicuro avrei pensato che hai dei pessimi gusti in campo amoroso! –

 

- Prongie, parlo sul serio! –

 

- Senti Sirius, sicuramente anche io mi sarei sorpreso e di certo mi sarei sentito in imbarazzo, ma nei suoi occhi c’era più che imbarazzo! –

 

- Ah si? E che cosa c’era? – Chiesi dubbioso al mio amico

 

- Era ferito, maledetto stupido che non sei altro FE – RI – TO!!! Ma si può sapere dove hai gli occhi??? Si vedeva lontano un miglio che ci stava male! –

 

Fissai James con aria incredula; se era davvero così, allora avrebbe potuto avere qualche chance con il suo Moony.

 

- In effetti … – Dissi piano – …Quando ieri durante il pranzo gli ho detto che avremo passato il capodanno nella stessa cittadina mi era sembrato molto felice… -

 

James annuì sorridendo – Appunto, sicuramente anche lui era entusiasta all’idea di stare insieme a te! -

 

- … O magari era solo contento perché almeno non sarebbe andato in un’altra città completamente solo – Obiettai rivolto più a me stesso che al mio amico di fronte -  lo sai quanto è timido, può avere pensato che grazie a me sarebbe stato più facile fare nuove amicizie! –

 

- Ma insomma!!! – Prongs diede un pugno al muro con rabbia - … Non lo vedi che ti porti Jella da solo??!! Ma ti ci vuole tanto per recepire che anche lui è cotto e stracotto di te? –

 

Chinai il capo e sospirai profondamente, evitando lo sguardo infuocato che il mio migliore amico mi rivolse.

 

- Ascoltami bene Sirius Black … - Continuò James irritato - … Se questa volta ti farai sfuggire di nuovo l’occasione di concludere qualcosa ti prenderò a calci nel sedere tanto che ti si consumeranno le chiappe … e questa è una promessa! –

 

James aveva ragione; perfettamente ragione, ma non poteva capire cosa sentivo dentro. Remus era diventato davvero un chiodo fisso nella mia mente, un pensiero folle e allo stesso momento dolcissimo che non mi abbandonava mai, in nessun momento della giornata.

… Ed era una tortura doverlo vedere tutti i santi giorni a lezione, a pranzo, a cena, durante le nostre festicciole a quattro e dover fingere a tutti i costi di essere nient’altro che un buon amico… sforzandomi di non mostrare né a lui né agli altri il fuoco che mi bruciava dentro ogni volta che i suoi occhi incrociavano i miei.

Il pensiero che un’altra persona potesse avere un così forte ascendente su di me mi eccitava e mi spaventava allo stesso tempo: ero certo che avrei potuto fare qualunque cosa se soltanto quel ragazzino dagli occhi ambrati me lo avesse chiesto.

Dopotutto ero addirittura riuscito a diventare animagus per lui, per non lasciare solo il mio splendido Moony nelle terribili notti di luna piena, in cui si tramutava uno spietato e fatale lupo.

 Non avrei mai potuto lasciargli affrontare tutto quel dolore in solitudine, MAI… Né io, ne gli altri marauders ovviamente: io, Moony, Prongs e Wormtail eravamo davvero una grande squadra.

 

- Vedrò cosa riuscirò a combinare – Risposi finalmente a James sorridendo - … Ma ora sarà meglio avviarsi, non vorrei che Remus pensasse chissà che cosa … dopo quello che è successo avrò un bel da spiegare! –

 

- Non ti preoccupare, conoscendoci non farà fatica a credere che era tutto uno scherzo – Replicò James ridacchiando.

Mi sentii decisamente meglio; parlare con James mi faceva sempre molto bene, non sapevo né come né perché, ma quel ragazzo  aveva il potere di sollevarmi da tutte le ansie, forse per via del suo innato ottimismo. Probabilmente non esisteva nessun altro al mondo che sapesse capirmi quanto lui e sopportare le mie pare!!! Non per nulla era il mio amico più caro.

Annuii sollevato e richiuso l’armadietto,uscii dalla stanza seguito da Prongs. Il mio amico aveva ragione: Moony conosceva bene quanto amavamo farci stupidi e imbarazzanti scherzi tra noi e sicuramente avrebbe creduto del tutto alle mie spiegazioni … magari ci avrebbe anche riso sopra!

 Mi ripromisi di parlargliene durante il tragitto in treno verso Londra; da soli, in una cabina, senza la solita calca di studenti alla ricerca di uno scompartimento libero, avremmo potuto discutere tranquillamente di tutto cio che ci passava per la testa.

 

***********************************************************

 

Velocemente io e James ci precipitammo nella sala grande dove il resto dei nostri amici stava gia pasteggiando con ogni genere di leccornie.

Appena fummo entrati nella sala, i miei occhi si mossero in cerca di Remus: il mio dolce licantropo era seduto al suo solito posto e accanto aveva Peter, che a quanto pareva, si era impuntato sul fatto di mostrare al gruppetto degli altri grifondoro, quanto era diventato bravo a trasformare la spremuta d’arancia in burrobirra.

…. Figurarsi, proprio lui!!! … Neanche Lily Evans ci riusciva, ed era la migliore del corso di incantesimi!

Mi avvicinai al mio Moony, che ora stava ridendo delle imprecazioni lanciate dallo stesso Peter, che proprio non riusciva a capacitarsi di non riuscire nell’ardua impresa di accompagnare le succulenti salsicce presenti sul tavolo a un fresco calice di burrobirra.

 

*  Bene …  * Pensai *   .. Sembra che Moony non l’abbia presa poi così male, sicuramente avrà pensato ad uno scherzo! ..  *

 

Ma stavolta il mio ottimismo parve essere malriposto, perché non appena mi vide arrivare, Remus mutò completamente l’espressione allegra che aveva, fino a pochi attimi prima, dipinta sul volto: i suoi bellissimi occhi ambrati s’ incupirono e

distolse velocemente lo sguardo, tornando a interessarsi degli insuccessi magici di Peter.

 

*  … NOOOOO!!! E’ incazzato nerooooo!!!!! …. * Pensai con il cuore in gola: in genere quando arrivavo in ritardo per i pasti, ma soprattutto a lezione ( molto spesso in verità, specie alla mattina! ), lui si voltava sempre facendomi un piccolo segno di saluto … senza poi risparmiarmi una ramanzina non appena appoggiavo il sedere sulla seggiola; … lo adoravo quando assumeva quell’aria da maestrino! Sigh! … Lui era sempre così preciso, al contrario di tutti noi!

 

Ahhh!!!! Moony … quanto ti amo … Che viso dolce, che pelle sublime, che … ehm, meglio che per il momento non mi occupi di queste smancerie!

 

James mi lanciò uno sguardo d’intesa e si andò a sedere vicino a due suoi compagni della squadra di quiddich; evidentemente voleva che io chiarissi le cose con Moony e non voleva essere d’impiccio; grato per la sensibilità del mio migliore amico, presi posto alla sinistra di Remus, biascicando un:

 

- Siamo arrivati … -  

 

Ma il mio amico parve non sentirmi e continuò a sghignazzare

 

* ……………… Non mi caga proprio …………… * Pensai abbattuto

 

- Hem … Remus … - Dissi esitante; non sapevo proprio come cominciare il discorso:  se gli avessi spiegato che quello che era successo nei bagni poco prima era solo un gioco tra me e James e lui mi avesse risposto con un “ chissenefrega” o peggio con uno sguardo sprezzante, come a volermi dire che io non sono al centro della sua vita e dei suoi pensieri, che sono solo un amico come un altro … dubito che mi sarei più ripreso.

Io desideravo essere speciale per lui … la persona più speciale di questo mondo.

 

Remus si girò finalmente dalla mia parte:

 

- Oh, scusa Paddy – Disse con il suo consueto sorriso  – Non mi ero accorto del tuo arrivo … -

 

Lo fissai dritto negli occhi; volevo notare in quei frammenti d’ambra la presenza di un sentimento, uno qualsiasi: fosse anche risentimento, rimprovero, rabbia … qualcosa che mi potesse confermare che Remus era rimasto toccato da cio che aveva visto, così come aveva sostenuto James… ma nelle iridi del mio amico non vi era altro che il solito cortese distacco.

 

Allora Remus … non provava nulla per me? Era possibile? Ma se le cose stavano davvero così perché era scappato a quel modo non appena aveva visto me e James addossati l’uno all’altro? … Imbarazzo? Disgusto? … No, Remus era una persona discreta, ma non un bigotto, inoltre sapeva benissimo quanto io e Prongie ci divertissimo a prenderci in giro e a farci scherzi scemi a vicenda. James aveva ragione: sicuramente le sue ragioni dovevano essere state ben altre … e io dovevo scoprirle ad ogni costo, nel bene o nel male.

 

- Moony – Iniziai con un’aria talmente decisa che sorprese anche me stesso - … Ho bisogno di parlarti, puoi uscire fuori … nel corridoio? –

 

Remus assunse un’aria sorpresa, ma acconsentì con un semplice cenno del capo. Ci alzammo dunque dai nostri posti lasciandoci alle spalle la folla vociante dei nostri compagni che incitava Peter a portare a termine il suo esercizio di magia; bisognava dire che anche se il nostro amico biondo non era tra i migliori maghi al mondo, di certo aveva costanza e cocciutaggine! … Due qualità che ho sempre apprezzato nelle persone e così anche Moony e James,  per questo Wormy era riuscito ad accattivarsi le nostre simpatie entrando a fare parte della nostra combricola segreta dei Marauders.

 Poteva sembrare un po’ goffo e timido, ma in fondo Peter  era un bravo ragazzo e si era dimostrato un grande amico per il fatto che aveva saputo mantenere il terribile segreto sulla vera natura di Remus. ( Sirius non ti fidareee!!! Nda ).

Uscendo dalla sala lanciai uno sguardo a James, il quale ricambiò con un rapido cenno della mano e mi sorrise ammiccando verso Moony.

 

- Cosa vuoi dirmi Paddy? – chiese il mio amico dai capelli ramati mentre finivamo in un corridoio deserto.

 

- Volevo spiegarti cosa è successo oggi … - Risposi addossandomi al muro retrostante e incrociando le dita affichè la cosa potesse almeno minimamente interessare Remus.

 

Moony parve molto colpito e fissò su di me i grandi e bellissimi occhi: sembrava sorpreso e non soltanto, ma anche in un certo qual modo spiazzato; forse non si aspettava che andassi diritto al sodo in maniera così rapida.

Lo vidi chinare il capo imbarazzato, mentre un lieve rossore gli colorava le guance:

 

- Io … - Azzardò, per poi bloccarsi e rimanere in silenzio, senza smettere di fissare il pavimento; evidentemente eravamo in due a non sapere come affrontare il discorso… questo era consolante e mi diede coraggio, inoltre dalla espressione di attesa che aveva sul volto si capiva che stava attendendo con impazienza cio’ che gli dovevo dire.

 

- Io ero sotto la doccia quando James è arrivato e mi ha preso i vestiti per farmi uno scherzo; l’ha fatto perché credeva che nessuno sarebbe entrato … – Dissi tutto d’un fiato – … Io allora l’ho inseguito finchè non sono scivolato e non gli sono finito addosso … tutto qui –

 

Guardai Remus per appurare l’effetto sortito dalle mie parole e con mio grande sollievo, vidi che aveva sollevato lo sguardo e stava sorridendo apertamente: ma stavolta non più in modo freddo e falso, ora sembrava raggiante.

 

- Bhe, ecco … - disse imbarazzato - … mi dispiace se con il mio comportamento vi ho offeso, non so che mi è preso … davvero! Spero che non siate arrabbiati con me! –

 

Strabuzzai gli occhi guardandolo allibito

 

- … E perché mai dovremmo avercela con te? – Chiesi esterrefatto

 

- Beh … - Tentennò Moony – Vi ho trattati come se steste combinando chissà che cosa e invece … - Remus scosse la testa ridacchiando nervosamente - … Invece com’era ovvio stavate solo scherzando tra di voi –

 

Sorrisi, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso al mio lupacchiotto: era bellissimo, così imbarazzato e con le guance ormai rosse come due prelibate ciliegie.

 Lo scopo del nostro dialogo era stato raggiunto, ma io volevo di più, sentivo che in quel momento avrei anche potuto dichiarargli i miei sentimenti … desideravo ardentemente sentire il suo corpo contro il mio e il suo calore pervadermi completamente, diffondendosi in ogni angolo più remoto del mio essere, come il sole fa con la terra…

Si, Moony era proprio questo per me: il mio caldo e splendente sole.

 

- Posso farti una domanda? – Chiesi al giovane dinnanzi a me, sentendo che il cuore cominciava a battere a mille.

 

Remus si avvicinò di qualche passo: sembrava molto sollevato rispetto a prima. Si, senza dubbio quello era il momento giusto per dirgli di cio che provavo per lui, il problema era approcciarmi al mio amico nella maniera più delicata possibile … quella che stavo per fare era una cosa dannatamente rischiosa, se le cose non fossero andate bene mi sarei ritrovato con il cuore spezzato e con James a prendermi in giro o a consolarmi a seconda dell’umore, ma soprattutto stavo rischiando l’amicizia di Moony; non importava se non avesse ricambiato i miei sentimenti, me ne sarei fatto una ragione prima o poi, ma non avrei assolutamente accettato il fatto di perderlo almeno come amico!

 

- Certo – Disse lui con aria allegra … era tornato il Moony di sempre.

 

Feci un grosso sospiro e mi schiarii la voce

 

- Io … cioè tu … ehm … -  Mi morsi le labbra;Accidenti! Non volevo dare un’immagine di me così insicura!

 

Remus sorrise

 

- Io cosa? – Chiese giovialmente

 

- … Praticamente quello che ti volevo chiedere era se … beh ecco … se … -

 

- Se? … - Fece lui con aria curiosa; chissà cosa si aspettava che io gli dicessi?

 

- … Se ti sarebbe dispiaciuto nel caso io e James …cioè… nel caso tra me e James ci fosse stato … qualcosa –

 

Il volto di Remus mutò completamente espressione: i suoi occhi mi fissarono talmente sgranati che per un folle attimo pensai che gli sarebbero usciti dalle orbite; le sue labbra tremarono un poco mentre assumevano una strana posizione, un misto tra un sorriso forzato e una smorfia di nervosismo; forse non riusciva a capire se il mio era uno scherzo o se stavo parlando seriamente.

 

- … Dico sul serio … - Intervenni fissandolo dritto negli occhi ambrati - … Ti prego, voglio che tu mi risponda sinceramente –

 

Remus rimase muto ancora per qualche attimo, poi le sue labbra finalmente si schiusero

 

- Cosa devo rispondere Paddy? –

 

Mi irrigidii; mi sarei aspettato qualsiasi tipo di risposta o di reazione … ma non questa.

 

- Solamente cio che pensi davvero, nient’altro … – Dissi sperando di aver trovato le parole giuste

 

Remus abbassò lo sguardo:

 

- Io … - Cominciò per poi bloccarsi per qualche secondo – Non so … vorrei capire … vorrei capire perché mi hai fatto questa domanda … - Continuò poi in un sussurro.

 

Lo guardai sospirare stringendo i pugni e mi parve di vedere apparire qualcosa di lucido agli angoli dei suoi occhi.

Maledizione … quale era la cosa migliore da dire? Come potevo fargli capire che avrebbe dovuto fidarsi di me? Che non stavo giocando con lui né per scherzo né tantomeno per metterlo in imbarazzo.

 

- Vorrei semplicemente sapere se la cosa ti avrebbe dato fastidio, nient’altro – Esordii con voce calma e pacata

 

Moony si morse le labbra e fremette quasi impercettibilmente; seguì un altro lungo e nervoso silenzio, al termine del quale il mio dolce amico alzò finalmente lo sguardo su di me.

 

- L’unica cosa che mi sento di dire, per il momento, è che tu … mi sei caro … molto caro e … -

 

Un rumore di passi interruppe il discorso di Moony e dal fondo del corridoio spuntarono le inconfondibili figure di Severus Snape e Lucius Malfoy.

 

- EEEccccììììì – Finse di Starnutire Severus – Scusa Lucius, deve essere allergia – Disse scoccando a me e a Moony uno sguardo sprezzante  

 

- Ti capisco Sev, anche a me sembrava di sentire un pizzicorino al naso, forse c’è qualche sporco grifondoro babbanofilo in giro – Gli fece eco Lucius senza neanche degnarsi di guardarci.

 

Mi sentii  montare la rabbia, ma cercai di calmarmi, non volevo di certo rovinare quel bel momento, anche se in effetti ci avevano già pensato quei due impiastri.

 

- Bene, adesso che avete detto le vostre spiritosaggini potete anche togliere il disturbo! – Li rimbeccai

 

I due rompiscatole si guardarono vicendevolmente e mi rivolsero un sorrisetto di superiorità

 

- Certo che ce ne andiamo – Disse Lucius – E di corsa anche … non penserete vorrei che la nostra allergia peggiorasse –

 

- Gia! – Intervenne Snape – Inoltre dobbiamo ancora sistemare un sacco di cose, se non vogliamo perdere il treno …–

 

- Passate le vacanze a casa? – Chiese nervosamente Moony, il quale, dall’aria che aveva, mi sembrò indeciso se ringraziare o maledire i due slatherin per la loro improvvisata –

 

Lucius alzò il capo ostentando superiorità … un  gesto che era solito fare nei confronti di tutti e che a me faceva assolutamente imbestialire!

 

- Tsè … Non crederete che i maghi provenienti da famiglie nobili perdano il loro tempo partecipando alle sciocche feste che si tengono in questa scuola –

 

- Ben detto Lucius, quelle sono per i sempliciotti come voi … - Ridacchiò Snape, mentre Moony mi teneva stetto per impedirmi di gettarmi addosso a quel lurido verme e spaccargli il naso …gli avrei fatto pure un favore: magari era la volta buona che glielo ricostruivano decente!

 

I miei due odiati compagni si allontanarono senza smettere di sghignazzare come iene … ma guarda che stronzi! Chi si credevano di essere???!!!

 

Mi voltai verso Moony, aspettando il seguito del suo discorso, interrotto da quei due importuni, ma questi mi rivolse uno straordinario sorriso e mi prese per mano dicendo:

 

- Torniamo nella sala … gli altri ci staranno aspettando –

 

Annuii ricambiando il sorriso: dalla sua espressione capii che il nostro discorso era soltanto rimandato; avremmo avuto tutto il tempo per discutere durante le vacanze in quella cittadina sconosciuta … in ogni caso potevo ritenermi soddisfatto: ora sapevo che lui teneva a me e questa era la cosa più importante.

 

 

Tornammo a sedere assieme ai nostri compagni nella sala grande: con mia grande sorpresa, vidi Peter annaspare per aria a pochi centimetri dal soffitto, gridando aiuto a  gran voce  in direzione di James, che dal canto suo gli gesticolava improperi dal tavolo in cui era seduto in compagnia di due membri della squadra di quiddich; possibile che tutte le volte che Wormy combinava un guaio ( vale a dire almeno quotidianamente ), toccasse sempre a uno di noi tre rimediare?

Davanti al posto che prima era occupato dal nostro maldestro amico, stava un bicchiere pieno per metà di una sostanza che esteticamente assomigliava in tutto e per tutto a una burrobirra, ma per quanto riguardava la composizione … beh, meglio lasciare perdere, visti i disastrosi risultati.

Al tavolo degli slytherin, Snape e Malfoy, in compagnia di alcuni membri della loro banda di rompiscatole, additavano il povero Peter, scompisciandosi dalle risate. . .

Non appena Wormy vide me e Moony avvicinarsi a Prongs, iniziò a singhiozzare istericamente:

 

- Sirius!!! Remus!!! James!!!….. Aiutatemiiiii –

 

Vidi Remus scuotere la testa in segno di disapprovazione e uno dei compagni di James estrarre la sua scopa dalla custodia per poi porgerla al mio migliore amico.

 

- Vai a prenderlo và … prima che tutta questa confusione non richiami i prof … - Disse il ragazzo ridacchiando e James non se lo fece ripetere  due volte: si alzò in volo agile e veloce come una rondine, dirigendosi verso il nostro piccolo “ topo “, che continuava a galleggiare per aria quasi fosse uno di quei palloncini che si acquistano alle fiere.

Prongs tuttavia non fece in tempo a raggiungerlo, perché davanti a lui si parò quell’impiastro di Snape, guardandolo con la sua solita aria da grand’uomo.

 

- Che ci fai quassù Potter? Sei venuto a giocare con me a “ pallalardo “? – Chiese sogghignando, riferendosi chiaramente alla figura … beh, come dire … non troppo slanciata di Peter, mentre sotto di lui tutti gli slytherin presenti cominciarono a sghignazzare senza ritegno.

 

- Togliti dalle Scatole Snape – Rispose James con decisione - … Ho di meglio da fare che stare a sentire le tue stupidaggini! –

 

Il maledetto però non gli rispose neppure, si limitò a ridergli in faccia e ad ammiccare in direzione dei suoi compagni, che ora lo incitavano: quel bastardo non perdeva occasione per mettersi in mostra davanti agli altri, soprattutto se questo poteva creargli l’occasione per attaccare briga con Prongs … o con me.

In breve anche Malfoy e altri due loro amici; Rosier e Lestrange se non sbaglio, salirono sulle loro scope e presero a svolazzare per tutta la sala grande, dando man forte al loro degno compare, che avvicinatosi all’ancor galleggiante Peter, lo aveva colpito con un gran calcio, spendendolo in direzione di Lucius.

 

- E’ stata davvero una fortuna aver portato con noi le nostre scope per allenarci più tardi in giardino … - Disse quest’ultimo afferrando il povero Wormy e passandolo a un soddisfatissimo Rosier, mentre James cercava di intercettare il nostro amico.

 

- Hai ragione Lucius! – Rispose Lestrange ridendo di gusto - … Stavolta possiamo anche allenarci con una palla gigante! –

 

Vidi Peter fare un’ennesima evoluzione in aria prima di finire con la scarpa di Snape di nuovo stampata sul didietro: il poveretto aveva le lacrime agli occhi, per la rabbia e l’umiliazione.

 

- Smettetela! Siete solo un branco di stupidi!!! – Mi girai verso Moony ( era stato lui a parlare ) : lo vidi estrarre la bacchetta con la rapidità del fulmine  e  puntarla, in uno splendente scintilio dorato,verso Peter il quale si bloccò immediatamente in aria, nel posto in cui si trovava.

I quattro slytherin si lanciarono sguardi stupiti, fino a che Severus  non scese quasi a terra e arrivato davanti a Moony rimase a studiarlo per qualche attimo, evidentemente incerto su come rispondergli e sicuramente sorpreso dal comportamento del mio amato lupo mannaro: era raro che Moony prendesse parte ai nostri continui litigi; diceva di trovarli stupidi, noiosi e senza senso, ma evidentemente quella volta i nostri antagonisti avevano davvero esagerato.

 

- Scusa Lupin … dicevi? – Chiese Severus retoricamente 

 

Remus lo fissò con gli occhi che scintillavano per la rabbia

 

- Avete superato ogni limite … - Rispose - … e poi siete in quattro contro uno, dovreste vergognarvi! –

 

Vidi Severus fremere per l’irritazione: dovuta in parte al fatto di essere stato rimbeccato di fronte a tutti e probabilmente anche perché, evidentemente,  non riusciva a trovare argomentazioni valide per ribattere all’accusa di Moony.

 

- Non permetto che un morto di fame come te mi venga a dire cosa devo o non devo fare – Buttò lì, non trovando niente di meglio da ribattere …

 

Non vidi né Moony irrigidirsi, cercando dal trattenersi di usare la bacchetta per schiantare Snape, né lo stesso Severus abbassare il capo arrossendo imbarazzato ( evidentemente si era accorto di avere detto qualcosa di estremamente sgradevole ), ma accecato dalla rabbia scattai come una molla in avanti, parcheggiando un destro tremendo sull’occhio di quel bastardo.

Nessuno, dico nessuno poteva permettersi di insultare il mio Remus davanti a me, senza pagarne le conseguenze.

 

Il colpo fu talmente tremendo che il mio nemico cadde a terra tramortito, prontamente raggiunto dagli altri slytherin e da Malfoy, che decise di vendicare il suo migliore amico con una battuta ancora più infelice:

 

- Hey Lupin… Sai, mio padre mi ha detto cosa fa tua madre per mantenervi … a quanto pare l’hanno vista passeggiare per le strade di Londra … - Disse  - … a notte fonda … - aggiunse poi malignamente

 

Questo era davvero troppo! Mi alzai per fronteggiare anche lui, ma sentii la voce di James gridare dall’alto:

 

- Te la sei cercata, Malfoy! Ti disintegro!!!! –

 

… Ma il mio amico non fece in tempo a concretizzare la sua minaccia, perché per la seconda volta un fascio di luce dorata scintillò fuori dalla bacchetta di Moony, colpendo in pieno Lucius  e mandandolo a sbattere contro la parete.

Mi voltai a guardare Remus: era pallidissimo e stringeva i pugni con rabbia malrepressa.

 

- Il lavoro di mia madre è più che onesto …– Esordì con voce bassa ma ferma - … E chiunque oserà sostenere il contrario dovrà vedersela con me … -

 

Detto questo si voltò verso il portone d’ingresso della sala e uscì di corsa; io ovviamente feci per rincorrerlo, ma James mi bloccò appoggiandomi una mano sulla spalla.

 

- Lascialo solo per un po’ … - Disse con aria molto seria, prima di restituire la scopa che aveva utilizzato prima, al suo legittimo proprietario.

 

- Ma … Prongy … - Cercai di ribattere; Remus aveva una vera a propria adorazione per sua madre: era l’unica persona oltre noi che fosse veramente importante per lui e chissà cosa stava provando ora, dopo avere sentito quegli idioti parlare male di lei in quella maniera così infame.

Il mio amico dalla chioma ribelle, tuttavia non  mi diede retta: scosse il capo e presa la bacchetta la puntò verso Wormy, facendolo scendere finalmente a terra.

 

- Meglio tagliare la corda prima che arrivi Gazza attirato dalla confusione! … Non vorrei prendermi una punizione proprio il primo giorno di vacanza! – Disse rivolto a me e a un notevolmente sollevato Peter.

 

 In effetti nella sala si era creato un gran tumulto, specie tra i membri dello slytherin che si stavano affollando attorno a un Malfoy ancora svenuto, mentre le ragazzine lanciavano gridolini sul fatto se si fosse ferito seriamente o no … figurarsi! Come dice il proverbio l’erba cattiva non muore mai …

Seguimmo James con riluttanza fuori da una porta secondaria, soltanto pochi attimi prima che la chiara e gracchiante voce del custode risuonasse per la sala:

 

- Che succede qui ???? … -

 

Camminammo in silenzio su per la scala che portava al nostro dormitorio; James sembrava molto teso: evidentemente era preoccupato per Moony almeno quanto me! Chissà dove era fuggito Remus? Probabilmente nella nostra camera.

Quando arrivammo nella stanza che dividevamo però, del mio adorato licantropo non vi era alcuna traccia.

 

- Dove sarà andato? – Chiesi con apprensione guardandomi nervosamente intorno, come se il mio Remus avesse potuto spuntare improvvisamente da sotto i letti.

 

- Smettila di fare quella faccia, Paddy – Mi rimbeccò James guardandomi storto – Neanche si fosse gettato sotto un treno … -

 

- Prongy ha ragione – Disse Peter con aria rassicurante - … Di sicuro voleva starsene un po’ solo! -

 

Mi sedetti sul letto sospirando; Prongs e Wormy avevano ragione! Mi stavo preoccupando troppo!

 

- Vale la pena aspettarlo qui – Intervenne di nuovo James - … tanto prima o poi dovrà tornare per prendere i bagagli! –

 

Annuii alla proposta del mio amico, mentre Peter si sedeva al mio fianco, tirando fuori dalla tasca un mazzo di carte magiche.

 

- Dai, facciamo qualche partita mentre lo aspettiamo – Disse con entusiasmo cominciando a mescolarle

 

- Ma Peter, siamo in tre, in assenza del quarto uomo, uno deve rimanere fuori! –

 

- Beh, pazienza, vorrà dire che giocheremo a turni! –

 

All’improvviso dal mio baule si sentì una botta tremenda, che ci fece sobbalzare tutti e in breve il coperchio dello stesso si spalancò, lasciando uscire una piccola sveglia tra un groviglio di pantaloni e divise che finirono sparse in terra

 

* NOOOO devo rimettere via tutto * Pensai con frustrazione vedendo tutto quel caos: mi ero quasi dimenticato di quel maledetto fantasma chiacchierone che infestava la sveglia regalatami da mio padre.

 

Rubens apparve seduto di fronte a noi con l’inseparabile pipa tra le labbra e un’aria assai esaltata.

 

- Chi l’ha detto che vi manca il quarto uomo? – Disse allegramente fissando Peter e James che lo squadravano sbalorditi.

 

- Chi …chi … chi è questo ? – Riuscì a biascicare Prongs, mentre Peter era ancora a bocca aperta.

 

- Vi presento Rubens: il fantasma della sveglia … fantastico regalo del mio amato paparino– Risposi con rassegnazione mentre Rubens si era alzato e accennando una buffa riverenza aveva aggiunto

 

- … Per servirvi … -

 

- Emh … piacere – Replicarono i miei due amici con aria incerta osservando con sospetto lo spirito, che nel sorridere loro aveva rivelato la sua dentatura a dir poco … agghiacciante.

 

Mentre Peter distribuiva le carte e Rubens si vantava del fatto che al torneo dell’osteria del suo paese, duecento anni prima, avesse vinto una capra e una gallina; giunsi alla drastica decisione di eliminare fisicamente mio padre.

 

 

Giocammo per circa un’ora, quando dopo avere per l’ennesima volta aspirato il pestilenziale fumo proveniente dalla pipa di Rubens, peraltro perennemente accesa ( qualcosa mi fa pensare che sia morto di una malattia non troppo dissimile da un tumore al polmone, dato  che fuma quanto una ciminiera ), mi allontanai dal terzetto composto dal fantasma e dai miei due amici, con la scusa di andare a rubacchiare qualche bibita in cucina.

Certo … rubare si fa per dire, visto che giu nelle cucine gli elfi domestici fanno a gara a chi ti offre più cibo; una volta ci avevano talmente caricato di ogni sorta di ben di Dio, tanto che non riuscendo a tenere tutta la roba sotto al mantello della invisibilità, dovemmo trasportare con la magia il tutto facendolo galleggiare in aria con la magia. Ricordo che in quell’occasione, Gazza quasi si prese un colpo vedendosi svolazzare tutta quella roba davanti e si mise a strillare come un’aquila; ovviamente io e James fummo costretti a scappare lasciando tutto il bottino nelle mani del custode, che per fortuna ricollegò il tutto a uno dei soliti scherzi di Pix, addossandogli tutta la colpa, senza minimamente sospettare di qualche studente.
Uscii dalla torre del grifondoro  e con aria cupa percorsi un primo pezzo di corridoio.

In realtà, nonostante la scusa che avevo trovato con i miei amici e quell’impiastro di Rubens, la vera ragione per la quale mi ero assentato era soltanto quella di trovare Remus …

Sospirando mi affacciai ad un’ampia finestra e con la mano pulii il vetro, leggermente appannato. Aveva smesso di nevicare gia da qualche giorno, ma davanti a me si stendeva una candida distesa di neve, mantenuta intatta dal freddo intenso di quei giorni e più in fondo il lago ghiacciato faceva da confine tra il territorio di Hogwarts e la foresta proibita.

Mi sarebbero mancati quei luoghi, in cui avevo passato oramai cinque anni della mia vita, nonostante si trattasse di stare via solo un paio di settimane.

 In quella scuola passavo la maggior parte dell’anno, avevo vicino tutti i miei migliori amici … e potevo avere accanto la persona che tra tutti mi era più cara: Remus.

 

* Chissà dove si sarà cacciato *

 

Non saprei dire quanto tempo rimasi fermo, appoggiato al davanzale di quella finestra fantasticando di me e Moony insieme, prima che una voce alle mie spalle mi chiamasse, facendomi sobbalzare.

 

- Paddy … -

 

Mi voltai rapidamente, riconoscendo la voce che apparteneva all’oggetto dei miei pensieri e mi si strinse il cuore, trovandomi di fronte un Remus dall’aria triste e addolorata, con gli occhi rossi e lucidi … sicuramente aveva pianto, anche se non lo avrebbe ammesso neppure per tutto l’oro del mondo.

 

- Remus … - Azzardai non sapendo come poterlo confortare - … Ti cercavo … -

 

Il mio amico non rispose, ma chinò lo sguardo rimanendo immobile a pochi passi da me; sembrava nervoso e indeciso …

 

- Remus … - Ripetei, facendo un passo verso di lui. Mi feriva immensamente vederlo in quello stato, avrei voluto dirgli tante cose, fargli sentire quanto gli ero vicino … ma non sapevo come.

 

* Accidenti a me … perché devo essere sempre così indeciso …. *

 

Il mio Moony però mi precedette e con una sorprendente prova di audacia a dispetto della sua solita timidezza, prima che io potessi proferire parola, si gettò tra le mie braccia, affondando il viso tra i miei capelli corvini.

Dio mio … sentii il suo calore … quella dolce sensazione che avevo sempre sognato di provare quando immaginavo di stringerlo forte sul mio petto …

 

* Paddy, non fartelo scappare … non fartelo scappare … *

 

Ripeteva una voce nella mia testa, mentre sentivo esplodermi nelle viscere un calore mai provato prima, una sensazione che mi faceva fremere dalla testa ai piedi.

 

* E’ così vicino … così vicino … *

 

Il profumo dei suoi capelli freschi di shampoo mi invase le narici, un odore così inebriante che mi invitava a sollevare il suo viso verso il mio, accostare le mie labbra alle sue per poi socchiuderle e assaporare finalmente il dolce miele della sua bocca.

Sollevai le braccia che avevo tenute accostate al corpo per la sorpresa e lasciai scivolare una mano tra i suoi capelli ramati, cercando di accarezzarlo quanto più teneramente possibile.

 

* E’ la persona che amo … e ora ha bisogno di me … ha bisogno di sentire  quanto mi è cara …*

 

- Scusa Paddy, non volevo che ti preoccupassi per me – Disse Moony senza guardarmi in viso – Il fatto è che … il fatto è che … -

 

Lo sentii fremere quasi impercettibilmente: sapevo benissimo come si stava sentendo in quel momento, era ovvio che stava soffrendo.

 

- Non ti devi scusare – Risposi continuando ad accarezzargli il capo, cercando di calmare i miei bollenti spiriti; non era il momento nè di perdermi nelle solite fantasie,  nè tantomeno quello di rilasciare qualche rivelazione riguardo ai miei sentimente : Remus era gia abbastanza sconvolto senza che io intervenissi a turbarlo ancora di più.

 

- Snape aveva ragione, noi siamo così diversi … davvero non capisco come possiate essere amici di uno …. Uno come me … -

 

Moony mi si strinse ancora di più addosso;  il contatto così profondo con il suo corpo mi fece battere ancora di più il cuore e … sentii che anche qualcosa d’altro, in parti solitamente poco esposte alla luce, stava cominciando a reagire, così per evitare una terribile figuraccia dovetti a malincuore allontanarmi da lui.

 

- Non devi assolutamente dare credito a cio che dicono quell’idiota e i suoi compari!!! – Gridai afferrandolo per le spalle, obbligandolo così a sollevare il volto; i suoi occhi erano sempre rossi, ma ora ai lati di quelle splendide iridi d’ambra, si poteva notare qualcosa di umido luccicare – Noi tutti ti vogliamo bene perché sei una persona speciale!!! –

 

Scorsi l’ombra di un sorriso spuntare agli angoli della sua bocca

 

- Non potrò mai ringraziare abbastanza te, James e Peter per il modo in cui vi prendete cura di me … - Rispose con la sua solita tonalità di voce bassa e calma - … e invece non faccio che assillarvi con i miei problemi … -

 

- Stupido! – Ribattei, sorridendogli a mia volta

 

Il mio amico sospirò profondamente e chinò lo sguardo

 

- Non mi ha ferito tanto il fatto che Snape mi abbia insultato … - Disse con voce tremante - … ma non ho potuto sopportare quando Malfoy ha detto quelle cose disgustose su mia madre; lei è sempre stata onesta, non ha mai fatto nulla di mele, ha sempre lavorato onestamente e duramente per potermi crescere … lei è una persona meravigliosa e io … io … -

 

Remus emise un piccolo singhiozzo e strinse i denti

 

- Lo so Moony, lo so … - Cercai di confortarlo – Nessuno ha dato credito alla parole di quel maledetto –

 

Vidi il mio amato passarsi una mano sugli occhi, probabilmente per togliere una lacrima dal suo splendido volto.

 

- Remus, ti prego; non posso vederti in questo stato … -  Dissi avvicinandomi e prendendo il suo volto tra le mani, in modo da essere a pochi centimetri dal viso del mio dolce amico.

 

Moony annuì e fissò lo sguardo sul mio, guardandomi con gli occhi animati da uno strano scintillio

 

- Grazie Paddy … - Sussurrò - … Grazie davvero … -

 

Fu in quel momento che accadde qualcosa che non avrei mai creduto possibile: Remus socchiuse gli occhi e molto lentamente lo vidi accostare il suo volto sempre più vicino al mio; il mio cuore ebbe un sussulto quando sentii dapprima il suo caldo respiro scaldarmi la mucosa attorno alla bocca e poi le sue  labbra  posarsi febbricitanti sulle mie.

Non saprei dire quanti secondi passarono durante i quali potei godere di quel contatto sublime … ma ero talmente sorpreso e talmente incredulo, che nonostante avessi voluto abbracciare il mio Remus, approfondire il bacio, così come avevo fatto tante volte nei miei sogni e dirgli finalmente tutto cio che avevo nel cuore, non feci altro che rimanere fermo, imbambolato, totalmente rigido.

 

Il mio amico si staccò da me in un breve attimo, quasi come se il contatto con il mio corpo potesse scottare e si allontanò di qualche passo senza smettere di fissarmi, con gli occhi d’ambra spalancati.

Evidentemente nemmeno lui stesso si capacitava di cio che aveva appena fatto.

 

- S.. scusa Paddy – Balbettò – Scusa, giuro che non succederà mai più … - E detto questo si girò e fece per fuggire via, ma io lo bloccai rapido prendendolo per un braccio.

 

- Remus … - Sussurrai.

 

* Che cosa devo dirgli? *

 

- Ti prego Sirius, lasciami … -

 

Per tutta risposta , strinsi ancora di più le mie dita sulla sua pelle

 

- Paddy, per favore – Pregò lui disperatamente, mentre le sue guance diventavano sempre più rosse.

 

- Adesso calmati – Risposi lentamente e lasciando la presa lo abbracciai da dietro stringendo le mie braccia attorno al suo addome e accostando la mia bocca al suo orecchio.

 

- Ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare –

 

Remus sussultò e si abbandonò tra le mie braccia; restammo così per pochi attimi… muti. Entrambi dovevamo elaborare cio che era accaduto poco prima … sapevo che Remus era una persona controllata e riflessiva; sicuramente voleva riflettere bene su cio che era accaduto; non me la sentivo di forzarlo a sentire una dichiarazione alla quale probabilmente non era ancora del tutto pronto.

 

- Andiamo Paddy, ti prego, o perderemo il treno – Mugolò di nuovo.

 

Si, non era ancora il momento per parlare a fondo dei nostri sentimenti …

 

- Andiamo – Annuii lasciandolo libero dal mio abbraccio – .. Prongie  Wormy e quel dannato spettro si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto tutti e due –

 

Remus sorrise e si avviò senza dire una parola verso il nostro dormitorio; Non gli passò neppure per la testa di chiedermi a chi mi riferissi riguardo al “ dannato spettro “ … aveva ben altri pensieri in questo momento …

 

 

Quando arrivammo alla torre dei grifondoro, seduti sul letto, trovammo soltanto James e Peter; di Rubens non ve ne era neppure l’ombra; evidentemente quel dannato fantasma aveva finalmente deciso di ritornare dentro la sua sveglia.

 

- Ah! Sei tornato finalmente – Disse James voltandosi verso me e Moony - … Pensavo stessi spremendo le zucche per fare il succo … -

 

Io e Moony ridacchiammo di gusto

 

- MI spiace, ma non ho portato nulla, diciamo che sono stato trattenuto … - Dissi indirizzando uno sguardo a Remus, che abbassò il capo arrossendo lievemente.

Il suo gesto imbarazzato non sfuggì agli occhi del mio migliore amico, che dapprima parve sorpreso e successivamente mi guardò fugacemente sorridendomi con aria complice.

 

- Ehm … Moony … va tutto bene adesso? – Chiese Peter che forse aveva interpretato l’inquietudine di Moony come una reazione a cio che era successo giù alla sala grande con Snape, Malfoy e gli altri slytherin.

 

- Si grazie … - Rispose l’interpellato - Non preoccuparti … -

 

- Che domande Peter! – Esclamai sorridendo – Moony è un marauders … ci vuole ben altro per impressionarci; altro che i deliri di quegli imbecilli! –

 

- Infatti … - Rispose James sghignazzando – …Esiste solo una cosa che ci fa davvero impressione … -

 

- E cosa sarebbe? –

 

- Il naso di Snivellus, no? –

 

Ah! ah! ah! Il solito James …mentre ridevo con gli altri mi chiesi come avrei fatto a passare le prossime settimane senza di lui … il mio amico più caro.

Con tutto quel che era successo mi ero completamente scordato del fatto che tra una mezz’ora al massimo io e Remus avremo preso il treno per tornarcene a Londra!

A quel pensiero il cuore prese a battere dentro al petto come impazzito: questo voleva dire rimanere da solo con Moony … dichiarargli i miei sentimenti …

Nonostante questo fosse esattamente cio che avevo sempre sognato di fare, sentivo il mio animo caricarsi di timore e insicurezza. Certo, dopo quello che era appena successo, avevo per lo meno la certezza di non essergli indifferente, ma un bacio poteva voler dire tutto o nulla; forse Remus si era lasciato trasportare, forse lo aveva fatto perché era ancora sconvolto per le parole di Malfoy; magari ora si era già pentito di avermi baciato …

Cosa dovevo fare? Come avrei dovuto comportarmi?

Lasciai correre il mio sguardo fino ad incontrare quello di Prongs e gli strizzai l’occhio destro due volte di seguito: quello era il nostro segnale per avvertirci a vicenda di quando avevamo bisogno di parlarci in privato. James sicuramente avrebbe saputo come consigliarmi!

Il mio amico, come sempre mi capì al volo e afferrata una delle mie valigie ( poiché saremmo stati via da scuola solo un paio di settimane era superfluo portarci dietro i bauli; bastavano poche borse ) disse:

 

- Ti aiuto a portare di sotto i bagagli Paddy … -

 

Io annuii, seguendolo oltre la porta.

 

- Ci vediamo di sotto, devo ancora sistemare un paio di cose – Concluse Remus

 

- Andate tranquilli, aiuto io Remus! – Squittì Peter allegramente.

 

Una volta fuori dalla stanza, James prese a correre giù dalle scale con una velocità impressionante; quasi faticavo a stargli dietro!

 

- Hey Prongs, aspettami!!! –

 

Il mio amico, per tutta risposta, si mise a ridere infilandosi  in un’aula vuota.

Entrammo nella stanza deserta e gettammo le valigie in una angolo, mentre James ancora rideva a crepapelle.

 

- Si può sapere che hai tanto da sghignazzare? – Gli chiesi indispettito, ansimando per la folle corsa appena conclusa.

Prongie si sedette sulla cattedra e intrecciò le gambe.

 

- Non mi dirai che hai così poco fiato … come farai a soddisfare Moony quando farete … –

 

- Come sarebbe a dire? – Chiesi io con aria beffarda - … Mi stai offendendo sai? Non vorrai mettere in discussione le mie doti amatorie!–

 

- No certo, è solo un consiglio … dopotutto non ti scordare che ti stai per mettere assieme a un lupo mannaro … - ridacchò il mio amico.

 

- E tu non scordarti che io sono un animagus … - Ribattei io strizzandogli un occhio.

 

James annuì sorridendo

 

- Piuttosto … - Esordì accomodandosi bene sul tavolo e tirando fuori dal mantello una lattina di burrobirra  - … Di cosa volevi parlarmi? Il tuo esperto in faccende di cuore è qui per aiutarti! –

 

- E quella da dove sbuca? – Gli chiesi ridendo

 

- Se aspettavamo te, stavamo freschi … - Rispose lui prima di bere un lungo sorso - … Dunque, di che si tratta? -

 

- Beh … ecco … - Esitai; accidenti,era tremendamente imbarazzante, anche se si trattava di parlarne con il mio migliore amico!

 

- Allora? – Fece Prongs con impazienza – Perché prima Moony è diventato rosso come un peperone? … Sei riuscito a parlargli? –

 

- Umh … si e no … non gli ho ancora rivelato nulla, però … è successa una cosa… -

 

- Una cosa? … Che cosa? Vuoi smettere di fare il vago e parlare chiaramente? – Chiese James con impazienza.

 

Sospirai e inghiottii, sentendomi le guance avvampare

 

- Ci siamo baciati! – Dissi di getto

 

James sobbalzò dal tavolo e sputò fuori metà della burrobirra che stava tracannando.

 

- Cheeee????? – Chiese tossendo all’impazzata, mentre io scoppiavo a ridere … era troppo buffo!

James però interpretò male la mia ilarità.

 

- Stupido! – Disse guardandomi male - … Per poco non mi fai affogare per niente … -

 

- Ma guarda che è la verità … -

 

- E’ una balla! Vuoi prendermi in giro … -

 

- James … perché dovrei mentirti? -

 

- Sei troppo imbranato in amore, è impossibile che tu abbia avuto il coraggio di baciarlo!–

 

- Ah! Grazie! – Ribattei, fingendomi profondamente offeso – Comunque non ho detto che sono stato io a prendere l’iniziativa –

 

James sputò per la seconda volta tutta la burrobirra che aveva in bocca

 

- Di questo passo non te ne rimarrà nemmeno un goccio! – Lo canzonai

 

Il mio amico però non mi ascoltò neppure, ma mi fissò sbalordito con gli occhi che parevano fuoriuscire dalle orbite

 

- Vuoi … vuoi dire che Moony … -

 

- Si … -

 

- …Il santerellino … il secchione… il perfettino … - Continuò allibito

 

- Te l’ho detto … non ho preso io l’iniziativa . –

 

- Ahahhhhhh!!!!! Te l’avevo detto che quando sarebbe uscita la sua parte animale, non lo avrebbe fermato più nessuno – Disse James gasatissimo – Paddy! Preparati a essere sbranato dal tuo lupo mannaro! –

 

- Sciocco! – Risposi sogghignando

 

- E poi che vi siete detti? –

 

- beh … Niente … - Dissi imbarazzato; solo ripensandoci ora mi sembrava un’assurdità non avere chiarito subito la situazione con Remus.

 

- Come sarebbe a dire? –

 

Sospirai sedendomi sopra ad un banco retrostante

 

- Non ci siamo chiariti; Moony sembrava molto imbarazzato, così mi sono limitato ad abbracciarlo

 

James parve riflettere

 

- In ogni caso .. – disse – Moony aveva un’aria davvero allegra … stavolta è fatta amico mio! –

 

Sorrisi sollevato; in genere le sensazioni di James erano sempre veritiere

 

- Allora secondo te non è pentito di avermi baciato? – Chiesi al mio amico, dando sfogo alla mia principale paura di quel momento.

 

Prongs rise

 

- Sai che a volte mi stupisci per quanto sai essere cieco? – Chiese squadrandomi con uno strano sguardo indagatore, quasi non capisse se la mia domanda era sincera o se lo stessi prendendo in giro - … Certo che non era pentito! Si vedeva lontano un miglio che viaggiava a un metro da terra! –

 

Tutto il peso della mia insicurezza scivolò via dal mio cuore, facendomi sentire estremamente più leggero.

Moony … mi amava … si, Moony mi amava.

 

- Cosa dovrò dirgli dopo? – Dissi a Prongs fissando il pavimento

 

- E’ semplice – Rispose – Non dovrai fare altro che baciarlo e dirgli che lo ami … nient’altro … ah ! … E un’altra cosa … -

 

- Cosa? – Replicai guardandolo con curiosità

 

- Per una volta lascia le tue solite pare ben chiuse dentro la valigia – Aggiunse James sorridendo

 

Risi in maniera liberatoria; James aveva tutte le ragioni per parlare così … dovevo avere più fiducia in me stesso.

 

- Cercherò – Risposi sorridendo

 

Era davvero molto più rilassato ora; parlare con James era un vero toccasana!

Caricammo di nuovo le valigie sulle spalle, incamminandoci nel cortile dove mi aspettavano le solite carrozze senza cavalli per portarci al treno.

Era oramai ora di partire per Londra.

 

 

Ci avviammo di corsa verso l’area del cortile dove gli allievi in partenza erano attesi per salire sulle  carrozze che portavano alla stazione; com’era prevedibile Remus e Peter ci avevano già anticipato e ora stavano attendendoci appena fuori dall’enorme portale di ingresso.

 

- Ragazzi! – Gridai col fiatone, raggiungendo i nostri due compagni – Siamo qui –

 

Entrambi si girarono dalla nostra parte

 

- Si può sapere dove vi eravate cacciati? – Esordì Peter con aria di rimprovero – E’ da una vita che vi aspettiamo! –

 

Io e James ci scambiammo uno sguardo complice, ridacchiando sotto i baffi; non potevamo certo dire loro della discussione che avevamo avuto pochi minuti prima!

 

- Siamo stati giù nelle cucine a rubacchiare qualcosa da sgranocchiare sul treno – Mentii cercando di assumere un’aria convincente … beh, come scusa non era male, anche se prima o poi Moony si sarebbe accorto che era una bugia, vedendomi a mani vuote una volta sul treno … poco male; se tutto andava secondo i miei piani il mio Remus avrebbe avuto di meglio da fare che sindacare sul fatto che avessi con me il pranzo o lo acquistassi dalla strega portamerende.

In quel momento passarono al nostro fianco quei due bastardi di slytherin: Malfoy e Snape, con tutta la loro banda al seguito; sembravano molto soddisfatti e più superbi del solito, per quanto fosse possibile.

Chissà che avevano da tirarsela a quel modo? Forse dovevano fare una vacanza chissà dove con le loro ricchissime e nobilissime famiglie; magari andavano giù a sud, in Francia o in Italia … Che stronzi!era sempre stato il mio più grande sogno visitare questi due paesi …

Ma ora non importava; ovunque fossero andati, la cosa più importante era che finalmente non li avrei avuti in mezzo alle scatole per almeno un paio di settimane; giusto il tempo che mi occorreva per mettere in chiaro i miei sentimenti per Moony.

Ridendo e scherzando io e i miei amici prendemmo posto in una delle carrozze ( il più distante possibile dalle due serpi ovviamente ); James e Peter avevano deciso di accompagnarci fino alla stazione, in quanto dopo la nostra partenza si sarebbero trattenuti a Hogsmeade per acquistare alcuni scherzi e qualche fuoco d’artificio per la festa di fine anno.

Mentre Prongs raccontava di qualche pettegolezzo su Malfoy che aveva sentito non si sa dove; lasciai cadere il mio sguardo su Moony, fingendo di ascoltare le battute del mio migliore amico.

Remus sembrava molto felice, a dispetto dello spiacevole battibecco che avevamo avuto quella mattina con Malfoy e Snape. Tuttavia, la cosa che mi lasciava maggiormante sorpreso, era che il mio adorato lupo mannaro non appariva minimamente turbato da cio che era accaduto tra noi due.

Ci eravamo baciati maledizione!!! Possibile che l’aver baciato uno dei suoi migliori amici non lo mandasse in crisi?!?

Sospirai; forse Prongs aveva davvero ragione: dovevo smetterla di farmi delle pare assurde! … Ma perché dovevo essere tanto idiota?!?

 

- Che hai Paddy? –Chiese Wormy guardandomi sorpreso – Non mi dirai che ti annoia parlare male delle due serpi! –

 

Io sobbalzai dalla sedia; ero talmente preso dai miei pensieri che non mi ero accorto di avere assunto un atteggiamento strano.

 

- Eh? No … niente, niente … - Dissi pensando a una qualche scusa da riportare al momento – Ecco … il fatto è che non ho nessuna voglia di litigare con mio padre in questi giorni; avrei preferito rimanere con voi e partecipare alla festa –

 

*  NOOOOO CHE DIAVOLO STO DICENDO????? Remus penserà che avrei preferito andare a quella stupida festa piuttosto che stare con lui!!! * Certe volte dovrei davvero tagliarmi la lingua!

 

Peter ridacchiò divertito, mentre vidi James indirizzarmi un’occhiata glaciale che rivelava tutta la sua disapprovazione per il mio sciocco commento. Moony al mio fianco s’incupì improvvisamente e spostò lo sguardo oltre il finestrino.

 

* Porc …!!! Rimedia maledetto idiota! * Mi dissi sentendomi profondamente infuriato con me stesso

 

- Pe .. per fortuna che c’è Moony con me … - Dissi nervosamente sfiorando la mano del mio lupacchiotto.

 

Remus spostò il capo verso di me e fissò i suoi profondi occhi color ambra nei miei con aria indagatrice.

 

- Si, è stata una bella fortuna … almeno così potremo ripiegare; ci terremo compagni a vicenda – Rispose Moony con appena una punta di irritazione nella voce.

 

- Emh … si certo – Dissi automaticamente

 

* MA NOOOO TU NON SEI UN RIPIEGO!!! TU SEI LA PERSONA PIU’ IMPORTATANTE DELLA MIA VITA! * Quanto avrei voluto dirgli queste parole … ma non potevo, non in mezzo agli altri nostri amici.

 

In quell’istante la carrozza si fermò e mentre scendevo James mi si avvicinò sussurrandomi all’orecchio:

 

- Quanto sei imbecille! –

 

Come dargli torto? Nel giro di pochi minuti ero riuscito non solo a fare arrabbiare Moony ( era un’impresa per chiunque, ma scherzo della sorte a me riusciva sempre benissimo -___- ), ma anche a distruggere tutto quello che ero riuscito a ottenere, riguardo alla nostra relazione. Se solo prima di partire Remus aveva una qualche idea di essere importante per me, ora grazie al mio brillante intervento, ogni sua aspettativa era sicuramente stata disillusa.

Avrei dovuto rimediare … e in fretta… prima che fosse troppo tardi, a costo di chiedergli scusa in ginocchio!

 

 

Scesi dalle carrozze, ci avviammo dentro la stazione, verso il binario dove il treno era fermo ad aspettare l’arrivo dei vacanzieri.

James e Peter salirono con noi sulla vettura, aiutandoci a cercare uno scompartimento vuoto, cosa che non si rivelò troppo difficile in quanto erano pochi gli studenti che quell’anno si recavano a casa per Natale.

Riponemmo i bagagli negli appositi spazi, aiutati dai nostri amici , quando purtroppo il capotreno fischiò il segnale di partenza del treno.

 

- Sarà meglio affrettarsi! – Esclamò James rivolto a Peter che annuì in silenzio.

 

I due scesero velocemente dal vagone, appena prima che le porte del convoglio si chiudessero e il treno si mettesse in movimento.

Io e Moony ci precipitammo alla finestra, per rivolgere gli ultimi saluti agli altri due membri dei marauders, che seguendo di corsa il treno, si stavano sbracciando salutandoci con le mani.

Poco prima che ci allontanassimo troppo per udire le loro voci, sentii James gridarmi.

 

- Mi raccomando!!! Non combinare altri guai! – Frase che alludeva ovviamente al mio furbesco commento di prima …

Prongie … come avrei fatto senza di lui? Lui, che mi sa sempre consigliare per il meglio?

Mah … in qualche modo me la sarei cavata anche senza il mio migliore amico; era ora che cominciassi ad affrontare le cose da solo. Era comodo fare il bullo con gli altri studenti, forte della compagnia degli amici! Il difficile era mostrare la medesima forza senza essere spalleggiato dagli altri! Di certo, se volevo crescere e diventare un uomo, dovevo imparare ad agire autonomamente.

Si, d’ora in avanti avrei affrontato ogni problema senza chiedere il consiglio dei miei amici e avrei preso le cose di petto.

Mi scostai dunque dal finestrino, avvicinandomi al mio amico che aveva ormai preso posto in uno dei sedili rivestiti di velluto verde.

 

- Moony … - Esordii fissando lo sguardo sul mio amico; averi messo in chiaro le cose … e l’avrei fatto immediatamente!

 

Remus alzò il capo verso di me e mi sorrise giovialmente; non sembrava più arrabbiato …

 

- Che c’è Paddy? –

 

- Emh … ti va di giocare agli scacchi magici? –

 

- Sicuro! –

 

Maledizione! Meno male che avrei dovuto essere chiaro e sicuro di me!

Mentre tiravo fuori dai bagagli la scacchiera maledissi me stesso per il mio coraggio da lepre!

 

 

 

 

Scartai rabbiosamente un pacchetto di caramelle tuttigusti+1 e feci velocemente sparire uno dei dolciumi in bocca, mentre in cuor mio maledivo me stesso per non essere ancora riuscito a spiaccicare con Remus una parola di tutto il bel discorso che mi ero preparato.

Lui, dal canto suo appariva estremamente tranquillo e giocava a scacchi con la solita flemma.

Mpf … non saprei dire se la cosa mi urtasse o mi sollevasse: da un lato ero felice per il fatto che il mio licantropo non fosse arrabbiato per la mia infelice trovata di poche ore prima … ma dall’altro lo invidiavo un po’ … io non sarei mai riuscito a mantenere la calma e il sangue freddo come solo lui sapeva fare.

Decisamente non ero bravo a mascherare le mie emozioni, nonostante fossi così maldestro nell’aprirmi agli altri riguardo i miei più profondi sentimenti.

 Alcuni, specie le nostre compagne femmine,  mi accusavano di essere troppo superficiale. Chissà, probabilmente, in un certo senso, avevano ragione: in effetti amavo passare le giornate a  fare scherzi stupidi con James e gli altri … senza contare che le discussioni più accese a cui prendevo parte, riguardavano puntualmente il campionato di quiddich o si risolvevano in culturalissime discussioni su chi doveva rubaracchiare dalla cucina le burrobirre o il cibo per le nostre festicciole clandestine al dormitorio.

Si, in effetti agli occhi di chi non mi conosceva a fondo potevo davvero apparire un tipo frivolo, ma dopotutto non facevo altro che comportarmi come la maggior parte dei ragazzi della mia età; la pensassero come volessero quelle pettegole… per lo meno non passavo le giornate come Snape e i suoi compari a giocare a fare il death eaters e a insultare la gente soltanto per  la sua provenienza babbana.

Mi divertii a pensare la faccia che avrebbero fatto Snape e Malfoy se avessero saputo che Remus era un lupo mannaro … tuttavia, ripensandoci, credo che più grande della sorpresa per la scoperta, sarebbe stato lo shock derivante dal fatto che uno dei mostri da loro tanto disprezzati, avesse potuto non solo essere trattato da essere umano, ma anche amato da qualcuno; ah! ah! ah!  Probabilmente non avrebbero retto all’idea e si sarebbero suicidati … con mia grande gioia peraltro.

Il pensiero dei due serpenti a sonagli che tentavano di impiccarsi per la disperazione nella sala comune, tra le solite orde di ragazzine gracchianti, mi divertì non poco e quasi senza accorgermene ridacchiai sommessamente.

Vidi con la coda dell’occhio Remus distrarsi dal gioco e sorridermi sollevando lo sguardo

 

- Che c’è? – Chiese con aria curiosa - … Scommetto che come al solito hai trovato una caramella al gusto di caccola –

 

In effetti avevo preso a masticare rabbiosamente, totalmente preso dai miei pensieri e non avevo prestato la benché minima attenzione a null’altro, neppure al sapore della tuttigusti+1.

Solo in quel momento mi accorsi che una volta tanto ero stato fortunato: in bocca non sentivo  sapori disgustosi, ma un al contrario una dolce frescura alla menta mi stava deliziando le labbra.

 

* Un segno del destino … * Pensai sogghignando; dopotutto non facevano un sacco di pubblicità su tipi che mangiavano chili di mentine e si prendevano tonnellate di baci? Perchè la cosa non poteva essere valida anche per il sottoscritto.

 

- Sbagliato … - Risposi a Remus che ora mi osservava con attenzione, evidentemente cercando di individuare la vera causa della mia ilarità - … Stavolta è al gusto di burrobirra … -

 

Moony trasalì lievemente sbuffando con aria divertita rivolgendo nuovamente lo sguardo sulla scacchiera

 

- Ma và … Sei sempre il solito – Disse ridendo, mentre con una delle sue meravigliose mani affusolate mosse un cavallo che senza tanti preamboli fece in mille pezzi uno dei miei pedoni.

 

Giuro … non so che mi successe in quell’occasione! Fu  come se le labbra si fossero mosse autonomamente … il fatto è che dalla mia bocca uscì una frase talmente audace che sorprese anche me ….

 

- Se non vuoi credermi puoi sempre verificarlo tu stesso … - Dissi con aria maliziosa, ma subito dopo, resomi conto di quanto avevo appena dichiarato, rimasi fermo e muto arrossendo come un semaforo; come avrebbe reagito Remus? Di sicuro l’avrebbe presa come una battuta.

 

Ma quando il mio amico sollevò nuovamente il capo, mi accorsi che al contrario di quanto mi ero aspettato,  aveva assunto un’aria molto seria. Mi  trovai a fronteggiare i suoi meravigliosi occhi color ambra, che ora scintillavano come animati da un fuoco … un fuoco che non avrei potuto lasciare spegnere … non quella volta …

 

No, stavolta non potevo e non dovevo sbagliare.

 

Mi avvicinai guardingo, mentre Remus seguiva con lo sguardo ogni mio spostamento, non sapendo cosa avrebbe dovuto aspettarsi. Lentamente mi sedetti al fianco del mio amico, senza dire una parola … e sempre senza dire nulla gli sfiorai delicatamente la guancia, lasciando poi scivolare l’indice fino al suo mento,sollevandolo … finchè le nostre labbra non si unirono, per una seconda volta in quel giorno, in un meraviglioso ed emozionante bacio.

Aprii gli occhi, che avevo tenuto chiusi e la vista di Moony così vicino a me … così attaccato al mio corpo … fece crescere nel mio animo un’emozione indescrivibile: un calore che dalla gola mi scendeva al cuore e ai visceri … un calore che non dava tregua e che ora mi spingeva a chiedere di più.

Sentendomi fremere, lasciai scivolare la punta della lingua fuori dalla sua usuale collocazione e dolcemente la feci scorrere per il labbro inferiore del mio compagno.

Inizialmente Remus si irrigidì a quel contatto inaspettato, ma poi parve rilassarsi e avvertii chiaramente le sue mani posarmisi leggermente sulle spalle, mentre un dito prendeva  a giocherellare con una ciocca dei miei lunghi capelli.

Bastarono pochi attimi per abituarmi a quel dolce oblio e mi stupii di trovare tutto così semplice e naturale; in fondo cio che mi aveva sempre detto James si stava rivelando giusto:  una volta rotto il ghiaccio, le cose si facevano estremamente semplici.

Lentamente avvertii le labbra di Moony premere delicatamente contro le mie, evidentemente  cercando di approfondire ulteriormente il bacio; io lo lasciai fare, assaporando ogni attimo di quel momento così magico.

Le nostre bocche rimasero a lungo unite, fino  quando il mio adorato lupo mannaro non interruppe il bacio, allontanandosi da me di pochi centimetri. Lo guardai intensamente e fui estremamente felice di constatare che il suo sguardo esprimeva la mia stessa passione e il mio stesso amore …

 

- Hai mentito … - Disse ad un tratto Remus, risvegliandomi dal torpore in cui ero scivolato.

 

- Cosa? – Chiesi senza capire, ancora frastornato dall’appassionato bacio che ci eravamo appena scambiati.

 

Il mio amico ridacchiò fissandomi maliziosamente

 

- Non era alla burrobirra … -

 

- Co … -

 

- La caramella … - Specificò il mio amato sorridendo - … Non era al gusto di burrobirra … -

 

Ah … la caramella … non ci ero arrivato tanto ero frastornato.

 

- Si, hai ragione, ti ho imbrogliato – Risi – Potrai mai perdonarmi per questo Remus Lupin –

 

Moony assunse di nuovo quell’espressione maliziosa che mi faceva impazzire

 

- Certo che ti perdono – Mi sussurrò all’orecchio sfiorandomi volutamente la guancia contro la mia - … Dopotutto era una bugia detta per una giusta causa, non è così? –

 

- Si, è così – Risposi lasciando scivolare le mani sui suoi fianchi e spingendo il mio amico a sdraiarsi lungo il vellutato sedile dello scompartimento.

Mi chinai piano verso il mio meraviglioso licantropo, quasi sdraiandomi completamente su di lui, per poi posargli piccoli delicati baci sul suo collo candido mentre Remus mi circondava il collo con le braccia, stringendomi contro di sé in una doce e inebriante prigionia.

 

Mi sentivo bene … mi sentivo come mai prima di allora. Tutto cio che fino a quel momento avevo soltanto sognato era diventato realtà e la realtà era che il mio Remus … la persona che desideravo da tanto … troppo tempo, era innamorato di me così come io lo ero di lui.

Unii di nuovo le mie labbra a quelle del mio amico, sprofondando le dita tra i suoi capelli ramati, così soffici e profumati … mentre un insolito calore stava facendo capolino dai miei visceri … o più sotto?

 

Tuttavia non ebbi il tempo di riflettere sulle mie sensazioni, perché improvvisamente qualcosa dall’alto mi cadde dritto sulla testa e  con mio grande disappunto, davanti a noi apparve un Rubens decisamente corrucciato.

 

- Ragazzino, dove diavolo hai ficcato casa mia? – Disse stringendo tra le mani un logoro mazzo di carte da gioco.

 

Maledizione! Quel dannato fantasma era sempre tra i piedi!

 

- Accidenti a te! – Sbottai furioso, massaggiandomi energicamente la parte del mio povero capo, dove era finita la valigia cadendo dal portabagagli  - … Ma è possibile che te la devi prendere sempre con la mia testa? -

 

- Non dirmi che ti sei fatto male, tanto dentro non c’è niente … è tutt’osso! – – Ridacchiò quello con la sua solita aria beffarda spostando lo sguardo su Remus che lo fissava esterrefatto; in effetti lui non aveva ancora avuto il DISPIACERE di conoscere lo splendido regalo di mio padre: un fantasma da guardia!

 

- Bhe, non mi presenti al tuo amico? – Replicò il fantasma sorridendo giovialmente verso Moony

 

- Si, hai ragione …Remus , ti presento Rubens … starà con me per un po’ - Dissi con aria seccata

 

- Rubens il mago del Poker ah ah ah … - Disse quello gasatissimo

 

- Pia … piacere, io sono Remus – Rispose il mio amico guardando prima lui e poi me con aria stralunata.

 

- bene! – Esordii – Adesso che abbiamo fatto le presentazioni puoi anche togliere il disturbo GRAZIE! –

 

Il fantasma si sollevò nel vuoto e velocemente mi fu sopra la testa dandomi un pugno in mezzo al cranio.

 

- AIAHHHH!!! Ma che ti piglia? –

 

- I bambini educati non rispondono a questo modo a quelli più vecchi di loro … –

 

- Che io sappia,  non è neppure educato interrompere i discorsi degli altri … e soprattutto è molto scortese gettare valigie sulla testa della gente … - Lo rimbeccai con rabbia

 

- Va bene, va bene … - Disse Rubens ridendo –  Siamo Uno a uno, Ok? … Comunque sono venuto per prendere una cosa dalla mia sveglia … sai, ho pers … ehm … devo saldare un debito di gioco –

 

- Fortuna che eri il mago del poker – Dissi aprendo il mio bagaglio ed estraendo la piccola sveglia sotto gli occhi curiosi di Remus.

 

- Pfui … lo conosco quel tipo … è un baro! –

 

- Se sapevi che era un baro, allora perché ci hai giocato? –

 

- RAGAZZINO! Vogliamo smetterla di polemizzare? –

 

- Ok, scusa, scusa – Risposi sorridendo, mentre il fantasma si rendeva evanescente ed entrava nella sveglia, per poi riuscirne dopo pochi minuti, recando con se una specie di  orribile candelabro.

 

- Oh, me misero … ho perso il mio bellissimo candelabro d’argento – Disse con aria melodrammatica – Beh, ora ti saluto ragazzino, fai il bravo durante la mia assenza, siamo intesi? –

 

- Potrei dire il contrario – Risposi sfacciatamente, mentre Rubens svaniva recandosi a pagare il suo debito di gioco .

 

Il viso di Remus, da sorpreso che era, sembrava ora piuttosto divertito

 

- Più che argento sembrava ferro … - Rise - … e pure un po’ arrugginito –

 

- In effetti … - Commentai sorridendo – Ma ora dimentichiamoci di lui, abbiamo lasciato un discorso in sospeso, se non mi sbaglio

 

- Infatti non sbagli – Confermò Remus tirandomi verso di se - … Ma prima o poi dovrai spiegarmi come sei finito nelle mani di quel tipo –

 

- Non mancherò … - Conclusi attirando Remus in un nuovo, appassionato bacio.

 

Improvvisamente la porta si aprì e facemmo appena in tempo a ricomporci prima di vedere far capolino dalla porta il viso di una delle nostre compagne di classe.

 

- Ciao ragazzi! E’ libero qui? –  Chiese l’importuna con uno straordinario sorriso

 

Io e Moony ci guardammo a vicenda

 

- Emh … -

 

- Veramente … -

 

- Oh, meno male! – Fece quella senza neppure starci a sentire – RAGAZZEEEEEE … QUI E’ LIBEROOOOO!!!!! –

 

E in breve il nostro scompartimento fu invaso da un’orda di ragazzine vocianti di tutte le età.

Vidi Remus prendersi la testa tra le mani, mentre una di quelle piccole intriganti gli stava chiedendo non so che cosa in merito a non so quale incantesimo e io fui attorniato da un paio di tasorosso del secondo anno che continuavano a fissarmi con aria adorante e occhi sbarrati, neanche fossi un pezzo da museo.

Bah … quello sarebbe di sicuro stato un lungo viaggio, ma cio che veramente importava era il fatto che il ghiaccio ormai era stato rotto e ora più nulla avrebbe potuto separarci.

 

 

 

Ormai eravamo quasi giunti a Londra. Quelle pestifere ragazzine non ci avevano mollato un secondo, così io e Moony avevamo dovuto sopportare per tutto il tempo del viaggio i loro schiamazzi e cio che era peggio, eravamo stati obbligati a sorbirci migliaia di pettegolezzi su persone da noi assolutamente sconosciute.

Non appena potemmo vedere dai finestrini la famigliare visuale del binario nove e tre quarti, io e il mio amico scattammo in piedi in fretta e furia, salutando velocemente le importune che avevano disturbato le nostre effusioni.

 MALEDIZIONE! Proprio quando finalmente avevo preso coraggio!!!!

Ma non era importante; avremo avuto molte altre occasioni per stare soli … o almeno era quello che speravo!

Mamma mia!!!! Io e Moony abbracciati a baciarci sui divanetti del treno; quasi non riuscivo a credere che fosse successo tutto davvero!!!

Mentre, ancora sul vagone aspettavamo che il treno si fermasse e gli sportelli venissero aperti, la calda mano di Moony che con delicatezza  sfiorava la mia, mi distolse dai miei pensieri facendomi realizzare che tutti gli avvenimenti di poche ore prima erano accaduti sul serio.

 

- Paddy, tutto bene ? – La voce di Remus risuonò melodiosa e tenera nelle mie orecchie.

 

Sorrisi al mio amato lupo mannaro incrociando con la mia  la mano con cui mi aveva sfiorato pochi attimi prima.

 

* E me lo chiedi? * Pensai …

 

- Mai stato meglio … - Risposi sollevando le sue dita affusolate verso la mia bocca, baciandole teneramente.

 

Remus arrossì e chinò lo sguardo verso il basso, mentre io continuai a mangiarmelo con gli occhi: da quanto tempo sognavo questo momento? Da mesi… anni… forse dal primo momento che lo avevo incontrato. Si … decisamente l’avevo desiderato dall’inizio; anche se a quell’epoca non volevo ammetterlo neppure con me stesso.

Era stato James ad aiutarmi ad aprire gli occhi riguardo ai miei sentimenti … il mio caro vecchio James … chissà che faccia avrebbe fatto non appena avesse saputo che finalmente il ghiaccio tra me e Remus era stato rotto. Di sicuro avrebbe fatto i salti mortali dalla gioia … di non sentire più le mie lamentele ovviamente ^__^’

Mi ripromisi di scrivere al mio migliore amico non appena arrivato in quella benedetta cittadina dimenticata da Dio; dopotutto, aveva il diritto di sapere cio che era successo visto che aveva fatto il tifo per me fin dall’inizio.

 

Finalmente il treno si fermò e in un paio di minuti fummo assediati da una moltitudine di altri studenti, tutti dei primi anni, che si accalcarono di fronte agli sportelli, spingendo e urlando come pazzi.

Fu una vera impresa riuscire a scendere senza che nessuno si frantumasse qualche osso e nella calca persi  Moony, che era rimasto indietro per aiutare una ragazzina del primo anno che, spinta dalle retrovie, aveva rischiato di scivolare dai gradini, facendosi male sul serio.

Una volta raggiunto un punto relativamente meno affollato, mi fermai per attendere il mio amico, che arrivò un paio di minuti dopo, reggendo la borsa sulla testa per occupare meno spazio tra tutta quella calca.

Moony aveva un’aria talmente stravolta che mi cacciai a ridere

 

- Dio mio Moony, dovresti vederti … sembra che tu sia stato inseguito da un troll inferocito –

 

- Faresti meglio a non ridere tanto – Replicò il mio amico con aria risentita – Ti devo forse ricordare quella volta in cui per scendere tu e James siete caduti dal treno a faccia a terra in una pozzanghera? –

 

- Lascia perdere quella volta … - Risposi ripensando agli ululati di mio padre dopo che mi aveva visto conciato come un avvicino delle paludi - … E poi ti rammento che eravamo stati spinti da Malfoy e Snape … che poco dopo hanno fatto la stessa fine –

 

Remus rise di gusto

 

- Si in effetti avete avuto una bella prontezza di spirito a trascinarveli dietro mentre cadevate – Disse divertito – Ma avete anche corso un bel rischio … - Continuò con aria di rimprovero.

 

- Gia – Replicai con orgoglio –  … Sai che storia se Snape si impiantava con il naso nel fango? E chi lo tirava più fuori di là? –

 

Ma questa volta non ci fu il tempo per ridere della battuta, perché la voce della madre di Moony ci raggiunse tra la folla; di sicuro la donna stava cercando il figlio e in mezzo a tutta quella moltitudine di persone non riusciva a vederci.

 

- Mamma!!!! – Gridò il mio amico a gran voce – Sono qui!!! –

 

La donna da lontano gli fece cenno di averlo visto e spintonando e strattonando ci raggiunse abbastanza velocemente, abbracciando calorosamente il figlio e salutando me cordialmente.

 

- Allora ragazzi, avete fatto buon viaggio? – Disse con il suo solito sorriso, che ricordava tanto quello di Moony..

Io e Remus ci guardammo arrossendo vagamente

 

- Beh … si, direi di si – Disse il mio amico cercando di apparire il più naturale possibile

 

- … Anche se ad un certo punto siamo stati … come dire … disturbati – Intervenni ridacchiando, mentre Moony mi fulminava con lo sguardo.

 

- Ah si? E chi vi ha disturbati? – Chiese la donna che ovviamente non poteva immaginare a cosa era rivolta la mia allusione

 

- Emh … mamma – Si affretto Remus a cambiare discorso – Sai che Sirius sarà in vacanza nella stessa città dove andremo ad abitare? –

 

- Davvero? – Replicò la donna con aria felice. Di certo era molto contenta del fatto che il cambio di residenza per il proprio figlio sarebbe stato decisamente meno traumatico se questi avesse avuto un amico al fianco.

 

* Amico … * Pensai sorridendo. Ora quella parola che aveva sempre significato moltissimo per me, sembrava decisamente limitativa se comparata a cio che era nato tra noi due.

Mentre guardavo la strega parlare col figlio, non potei fare a meno di notare per l’ennesima volta l’amore che i due provavano l’uno per l’altra. Nonostante le diverse difficoltà economiche, Moony e sua madre erano davvero molto uniti e questo ai miei occhi faceva di loro le persone più ricche di questo mondo.

Ma ora non era il momento di perdermi in pensieri di questo tipo, dovevo cercare i miei … figurarsi se mio padre si sarebbe scomodato a venirmi incontro!

Mi congedai quindi da Moony e sua madre, facendomi dare l’indirizzo della loro nuova abitazione, con la promessa di farmi vivo non appena arrivato nella cittadina.

Mentre mi perdevo nella folla, alla ricerca dell’uscita, mi resi conto di quanto Remus mi mancava di già nonostante sapessi che molto probabilmente ci saremo visti subito il giorno dopo.

Ma che importanza poteva avere questa certezza, se ora lui non era con me?

In credibilmente, da lontano, vidi la snella figura di mia madre agitare le braccia in mia direzione; incredibile che fosse venuta anche lei, soprattutto prima della partenza per un’avvenimento così esclusivo. Mi ero infatti aspettato di saperla dedita al suo sport preferito: girovagare per i negozi, svaligiando tutte le boutique più esclusive, mentre mio padre mi aspettava di fuori sulla macchina, imprecando contro le mani bucate della moglie.

 

- Tesoruccioooooo – Gridò mia madre avvolta in uno dei suoi preziosi cappotti di cachemire.

 

Le corsi incontro vagamente preoccupato; che fosse accaduto qualcosa di brutto?

 

- Mamma! – Dissi correndole incontro – Che è successo? Dov’è papà? –

 

Lei si gettò su di me abbracciandomi e inondandomi il viso di baci

 

- Oh tesoruccio, sono così contenta di vederti – Disse con la sua consueta aria gettandomi le braccia al collo.

 

- Mamma … ti ho chiesto dov’è papà! – Cercai di replicare, assediato dal suo abbraccio un po’ troppo caloroso.

 

Mia madre finalmente parve starmi a sentire e si staccò da me osservandomi attentamente dai piedi fino alla punta dei capelli.

 

- Oh … tuo padre … - rispose con aria vaga estraendo dalla fine borsetta una bomboletta di dubbia natura - … E’ gia partito per quella cittadina … come ha detto che si chiama? –

 

- Eastbourne … - Risposi con aria seccata guardandola spruzzarmi una manica con quella strana roba che a quanto pareva era una sorta di magico smacchiante istantaneo.

 

- Oh già … ah se non avessi te cucciolino mio!!! – Disse appioppandomi un altro dei suoi formidabili baci al rossetto chanel - … Comunque tuo padre è stato richiamato prima e mi ha detto di raggiungerlo non appena tu fossi arrivato … ha già mandato un’auto a prenderci –

 

- Bene, allora che spettiamo? – Chiesi con aria speranzosa pulendomi la guancia dal rossetto; non avevo nessuna voglia di farmi chiamare con altri assurdi appellativi in mezzo ai miei compagni di scuola.

Mia madre sorrise fregandosi le mani

 

- ma puccino mio … c’è tempooo – Cinguettò – Perché non  approfittiamo dell’assenza di tuo padre e facciamo un salto a vedere qualche negozio, senza che ci sia lui a sbraitare per ogni zellino speso? –

 

- Ma mamma … - E io che non vedevo l’ora di partire per raggiungere Remus il prima possibile

 

- No, no, niente ma … e poi tu hai bisogno di un nuovo abito da cerimonia!!!! – Rispose afferrandomi per il braccio e trascinandomi via, ignorandomi del tutto mentre le dicevo che di abiti da cerimonia ne avrò avuto una quindicina …

 

 

Girammo per i negozi di Londra per almeno due ore, finchè dopo avere razziato parecchie boutiques e di conseguenza, riempito per bene il baule dell’auto ( io stesso ero schiacciato da diversi pacchi stracolmi di abitini e vestagliette ) di ogni sorta di fronzolo, mia madre decise che era giunto il momento cruciale dello shopping: la ricerca di un abito da cerimonia adatto al suo passerotto … ovvero io ( -___- n.d. Paddy ).

 

- Non ti preoccupare pulcinotto mio … ti troveremo un vestito bellissimo – Esordì la mia svitata genitrice ritoccandosi il trucco con un magico spray di make up automatico, mentre col naso incollato al finestrino, passava  in esame ogni vetrina che incrociavamo con l’auto.

 

Sospirai profondamente, rivolgendo distrattamente lo sguardo fuori dall’abitacolo, Cercando di immaginare dove fosse Moony in quel momento; probabilmente lui e sua madre stavano attendendo il treno che li avrebbe portati a Eastbuorne. Di certo loro due non si sarebbero potuti permettere un taxi e magari per arrivare a destinazione avrebbero dovuto cambiare più treni!

Improvvisamente mi prese un gran rimorso: che stupido che ero stato! Visto che sulla nostra vettura eravamo soltanto in due, data l’assenza inaspettata di mio padre;  avrei potuto chiedere a mia madre il permesso di dare un passaggio a Remus …  stringendoci un po’ avremmo potuto starci tutti e quattro! Mannaggia!!! …

Tuttavia le mie riflessioni vennero interrotte dalla voce acuta di mia mamma che gridava all’autista di fermarsi e di parcheggiare davanti a un grandissimo negozio dotato di una immensa vetrina dai vetri lucidi come cristallo.

Sospirai osservando l’elegante profilo della donna che sedeva nel sedile di fronte al mio; di certo lei e la signora Lupin non avevano assolutamente nulla in comune, a parte la indubbia appartenenza al genere femminile. Se mai le avessi fatte incontrare, senza dubbio mia madre avrebbe messo in qualche modo in imbarazzo quella di Moony, a causa della foggia modesta dei suoi abiti e di quelli del figlio … magari del tutto in buona fede ( anche se si rivelava innegabilmente rompiscatole in molte occasioni, mai madre non era assolutamente cattiva e non avrebbe mai ferito qualcuno intenzionalmente ) però, conoscendo la sua fissazione verso abiti e gingilli, di certo non avrebbe risparmiato qualche sguardo di disapprovazione a quelli sciatti della signora Lupin.

Vedendo la questione da questo punto di vista, era stato decisamente meglio così come erano andate le cose. Non avrei potuto sopportare di vedere Remus soffrire nuovamente a causa di un’offesa rivolta alla madre e tantomeno avrei tollerato il fatto di esserne la causa diretta!

 

L’autista accostò l’auto al ciglio della strada per permetterci di scendere e raggiungere la nostra destinazione, mentre presumibilmente lui avrebbe cercato un provvisorio parcheggio nei paraggi, in quanto conoscendo mia madre, sapeva che non saremmo usciti da quell’ennesimo negozio prima di un’ora buona.

Mentre mia madre si raccomandava con l’uomo di non abbandonare la vettura, dato che era stracolma di bagagli e acquisti, un’auto poco lontano partì dal posto in cui era postata . Senza dare minimamente ascolto alla sua cliente, il nostro autista partì in sgommata con lo scopo di raggiungere il posto prima di un’altra auto che stava sopraggiungendo con altrettanta foga dall’altro lato della strada.

Preferimmo non conoscere il vincitore della sfida all’ultimo posteggio, fingendo di ignorare due brusche frenate e la  raffica di improperi che si scambiarono i due; così  con grande disappunto mio e al contrario, con molto entusiasmo da parte di mia madre, entrammo nella enorme boutiques.

 

L’ambiente era elegante, ma fortunatamente molto meno formale di quanto mi fossi immaginato,  infatti al posto della solita commessa dall’aria algida e superba, ci accolse una giovane ragazza, della quale mi colpì piacevolmente il caloroso sorriso.

 

- Buongiorno signori, in cosa posso esservi utile? – Chiese cordialmente avvicinandosi di qualche passo e facendo una piccola riverenza verso mia madre.

 

- Per la verità stiamo cercando un abito da cerimonia per il mio giovanotto – Rispose l’interpellata, mentre io sospiravo di sollievo, per il fatto di non essere stato appellato con altri ridicoli nomignoli. – Tuttavia …. – Continuò guardandosi avidamente intorno - … vedo che avete parecchie cosucce niente male … non è che sarebbe così gentile da occuparsi di mostrare a mio figlio i vostri abiti migliori, mentre io … emh … faccio un giretto? –

 

* Seee un giretto * Ridacchiai tra me e me, conoscendo l’idea che mia madre aveva per “ giretto in un negozio “.

 

- Non si preoccupi signora – Disse prontamente la ragazza – Le chiamo subito una mia collega! –

 

Tuttavia l’altra le rivolse un cenno di noncuranza con la mano

 

- Oh, non si preoccupi … faccio da sola grazie, voglio soltanto curiosare un po’ in giro  – Concluse, salutandomi poi con un cenno della mano e avanzando poi veloce, verso la scala che dava al piano superiore, sede del reparto dedicato all’ abbigliamento femminile.

Rimasto da solo con la simpatica ragazza dal formidabile sorriso, mi feci condurre da lei in un’area deputata alla prova dei capi, dove erano disposti in successione diversi camerini di prova, ognuno dei quali pulito e ben attrezzato, ma dalle dimensioni piuttosto ridotte.

Provai numerosi modelli, di ogni foggia e colore, finchè non mi decisi per una bella tunica di velluto blu scuro; semplice ma molto elegante. Dopo che la commessa mi ebbe accorciato un po’ le maniche e allungato i pantaloni con rapidi tocchi di bacchetta, per adattare il capo alla mia corporatura, le chiesi se gentilmente poteva andare a cercare mia madre: prima di acquistare qualcosa ci tenevo ad avere la sua opinione, o meglio desideravo renderla partecipe della mia scelta, altrimenti, conoscendola ci sarebbe rimasta male e mi avrebbe tenuto il broncio per parecchi giorni. Mentre la ragazza si allontanava velocemente, recando con se gli abiti da me scartati, chiusi la tendina della piccola stanzetta di prova e rimirai la mia immagine allo specchio.

Mmmmh  … che soddisfazione farsi allungare l’orlo dei pantaloni!

 In effetti nell’ultimo anno ero cresciuto di parecchio, ma non ero comunque il solo, anche Remus aveva variato di molto la sua altezza; ora era alto praticamente quanto James.

 Strano … e io che ho sempre pensato che sarebbe rimasto uno scricciolino, come quando ci eravamo incontrati la prima volta.

Sorrisi pensando al mio  amico cinque anni prima, quando era cominciata la nostra grande avventura a Hogwarts;.. ero rimasto subito colpito da quel ragazzino solitario e dagli occhi tristi … si, forse la prima cosa che mi aveva attirato di lui era stato il suo sguardo.

 Ricordo che una volta usciti dal treno, tutti noi del primo anno, eravamo stai portati sulla riva del lago per la tradizionale traversata dello splendido specchio d’acqua, con le piccole imbarcazioni messe a disposizione dalla scuola. Il caso ha voluto che io e Remus ci fossimo trovati sulla stessa barca, assieme ad altri due ragazzi, i quali erano poi finiti tra gli slytherin. Peccato comunque, perché a parte uno di essi, l’altro era molto simpatico e faceva un sacco di battute divertenti! Credo che sarebbe stato un buon amico per me e James. In ogni caso ricordo che io e i due futuri slytherin, non facemmo altro che chiacchierare e rimbeccarci per tutta la traversata ( lo slytherin più antipatico era casualmente Snape … anche durante il nostro primo incontro non si era smentito per niente dando ampio sfoggio della sua indole acida e indisponente ), mentre  Moony rimase zitto e non partecipò mai alla discussione. Forse fu per timidezza … forse per il timore che qualcuno si accorgesse della sua natura di licantropo …

 

 forse ….

 

Tuttavia io credo che semplicemente fosse talmente felice di essere lì, in quel luogo, in quel momento … da non accorgersi quasi che altre persone gli stavano accanto. Ancora mi torna alla mente il suo volto illuminato dalle torce, sul quale danzavano i riflessi di mille ombre e luci… e i suoi occhi … i suoi occhi scintillanti che fissavano il castello quasi rapiti, come se quello fosse il momento più straordinario e meraviglioso che avesse mai vissuto dalla nascita. Io ancora non lo sapevo, ma per lui il fatto di potere frequentare la scuola per maghi più prestigiosa al mondo, nonostante la sua condizione, era un qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile prima di allora: era il realizzarsi di un sogno …

Ammetto che mentre parlavo con gli altri due, fingendo di prestare ascolto alle battute dell’uno e agli acidi commenti dell’altro, non potevo evitare di fare scivolare il mio sguardo su quello strano ragazzo, che non diceva una parola, ma del quale gli occhi esprimevano molto più di quanto un discorso parlato non potesse fare.

Credo fu in quell’occasione che inconsciamente mi innamorai di lui; forse perchè rimasi incuriosito e inquietato dal suo atteggiamento solitario e misterioso, si … questo di sicuro;  ma soprattutto …

 

… soprattutto desiderai ardentemente che un giorno quegli occhi mi guardassero come in quel momento stavano fissando Hogwarts: con la stessa intensità e la stessa passione.

 

E ora finalmente quel giorno era arrivato.

 

Sorrisi alla mia immagine riflessa nello specchio, posando l’indice sulle labbra.

Non potevo quasi credere che proprio in quel punto, soltanto poche ore prima, il mio Moony aveva posato dei meravigliosi e intensi baci.

 

In quel momento un grido proveniente da un camerino poco distante dal mio, seguito da un rapido allontanarsi di passi di corsa, mi fece ritornare velocemente con i piedi per terra.

 

* Che diavolo sarà successo? * Mi chiesi incuriosito, prestandomi a uscire per appurare che la persona che aveva urlato, presumibilmente una donna, non avesse bisogno di aiuto.

 

Tuttavia, spostando la tenda rossa mi ritrovai di fronte con mia grande sorpresa, al faccione incartapecorito del mio stramaledetto fantasma da guardia.

 

- UAAARRGHHHH!!!!!! – Gridai facendo un balzo all’indietro

 

Rubens rimase a fissarmi con un’aria sconvolta, con la solita sigaretta tra le labbra stavolta stranamente spenta.

 

- Dico … pensi di essere tanto meglio la mattina appena sveglio? – Chiese risentito

 

- Ma piantala … - Risposi tirando un sospiro - … Ti sembrano scherzi da fare questi?!? Comparirmi davanti all’improvviso? Mi stava per venire un infarto!!! –

 

- Stai forse cercando di dirmi che non ho un bell’aspetto, moccioso? – Ribattè  lo spettro incrociando le braccia sul petto.

 

Beh … in effetti anche se Rubens, in condizioni normali, non poteva certo essere definito un sex simbol, ora aveva un aspetto davvero orrendo!

 

- Insomma … - Dissi stupito - Ma che hai fatto? Non vedi che faccia hai? … E vieni dentro, non voglio che ti vedano! –

 

Rubens obbedì e sedendosi a gambe incrociate, fluttuando nell’aria, accese finalmente la sua fedele sigaretta con le mani che gli tremavano.

 

- Allora? – Incalzai – Spiegami che ti è successo! –

 

Il fantasma diede una lunga boccata di fumo, aspirandola poi lentamente.

 

- Ah! Non me ne parlare … - Disse con aria depressa – Non c’è più rispetto per i morti!… -

 

- Scommetto che hai perso ancora alle carte e ora devi di nuovo saldare un debito – Dissi guardandolo con aria indagatrice - … Guarda che io non ti faccio prestiti! -

Tsè … Quel maledetto fantasma e il suo stupido vizio del gioco d’azzardo!

 

- Oh no, non è questo - Rispose Rubens - … Il fatto è che me ne stavo tranquillamente tornando alla mia sveglia, quando sono stato assalito da un pazzo che stava litigando con un altro losco figuro … appena mi ha visto andare verso il baule della vostra macchina mi è corso dietro brandendo la bacchetta ed esiliandomi ingiustamente da casa mia! –

 

- Ah! L’autista! – Risi – Sai Rubens, devi perdonarlo, il fatto è che ha avuto una giornata un po’ pesante –

 

Dopotutto era comprensibile … anche io sarei uscito di testa se fossi stato costretto a fare da taxista a mia madre durante i suoi attacchi di shopping acuto!

 

- Si, certo, ma scagliare maledizioni addosso alla gente!!!! Guarda un po’ qui, mi ha paralizzato un braccio! –

 

- Dai non preoccuparti, ti risistemo io come nuovo – Lo rassicurai; mi faceva un po’ di  tenerezza così imbronciato … si, di certo rimaneva un pessimo elemento, ma dopotutto mi era simpatico! - … Ma non gli hai detto che eri un fantasma? –

 

- Massì che gliel’ho detto …- replicò il fantasma scosso – E gli ho detto anche che dentro ai bagagli c’era casa mia! -

 

- E lui? –

 

- Mi ha risposto che se io ero un fantasma, lui era Pinco Pallino .... chi mai sarà questo

 tipo, poi?... Di sicuro deve essere un baro famoso, mi pare di averlo gia sentito nominare … -

 

- Può darsi che tu abbia ragione – Ridacchiai – Ma perché non ti sei smaterializzato? –

 

Rubens fece un gesto di stizza

 

- ma l’ho fatto! Mi sono smaterializzato, fluttuando in aria per metà, ma quello ha detto che noi ladri di magicradio non lo fregavamo più e ha cominciato a gridare, lanciandomi contro ogni sorta di maledizione, gridando come un pazzo… poi è intervenuto anche quello con cui stava litigando e mi è venuto dietro anche lui, poi uno che passava di lì ha preso la bacchetta e … -

 

- Va bene, hai avuto una giornata sfortunata, questo l’abbiamo appurato … - Conclusi sorridendo – Comunque se vuoi che ti rimetta in sesto il braccio, è meglio che lo faccia ora, prima che arrivi mia madre con la commessa! –

 

Presi a frugare tra i miei abiti che avevo tolto per provare la tunica nuova, alla ricerca della bacchetta, ma non ve ne era traccia: accidenti, l’avevo di sicuro nella tasca dei pantaloni, ma sarebbe stato difficoltoso afferrarla con addosso quell’ingombrante abito senza prima toglierlo.

 

- Rubens, fammi un favore – Dissi – Prendimi la bacchetta dalla tasca dietro … io cerco di alzare la tunica e tu ti infili sotto! –

 

- Ok! – Acconsentì il fantasma, cercando di intrufolarsi tra il velluto del vestito, che terminava ampio, ma che verso i fianchi si restringeva rendendo difficoltosa la risalita.

 

- Stai attento a non prendere l’asta sbagliata – Gli dissi ridendo, guardandolo frugare tra i miei abiti, mentre io sollevavo come potevo l’orlo della veste.

 

Rubens mugugnò qualcosa in risposta con aria seccata, ma non riuscii a capire nulla da quanto era sepolto da quella cortina di stoffa blu!

 

Improvvisamente sentii vicinissima la voce della commessa e quella di mia madre.

 

* MALEDIZIONE!!!!!!!! *

 

- Avanti Rubens, vieni fuori!!!! – Dissi agitato

 

- Aspetta, l’ho quasi presa! –

 

- Dai porca miseria, c’è mia madre! –

 

- Siriuccioooo … con chi stai parlando? – cinguettò mia madre con aria gioviale – Vediamo come ti sta l’abito nuovo! –

 

- No!!!! Asp… -

 

- Oh! Le assicuro che ha un aspetto divino signora – Intervenne la commessa scostando velocemente la tenda.

 

Pochi attimi dopo mi ritrovai a fissare le due donne negli occhi che guardavano impietrite la scena di Rubens che s’inotrava tra le pieghe della tunica, dicendo

 

- Si!!! ECCCOOO!!!! CI SONO QUASIIII!!!! –

 

A mia madre caddero le buste che portava in mano e spalancò la bocca talmente tanto che per un attimo, pensai che le si sarebbe slogata la mascella. La commessa  invece si portò una mano all’altezza del cuore, come se stesse per avere un infarto da un momento all’altro.

 

In quel momento Rubens riuscì a liberarsi e uscendo da sotto il vestito disse felice:

 

- Ce l’ho fatta, ecco … -

 

Ma non fu in grado di finire la frase, in quanto mia madre e l’altra donna emisero un grido acuto, quasi del tutto simile alla sirena di un’ambulanza.

 

- AAAAAAAAARRRRRGGHGHGHGHGHGHGH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! UN PEDOFILOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! –

 

 E per l’ennesima volta in quel giorno Rubens fu rincorso da qualcuno con la bacchetta sguainata che voleva la sua testa.

 

 

Mi stravaccai sul sedile posteriore dell’auto cercando di sistemarmi alla meglio tra i numerosi pacchi, frutto dello shopping selvaggio di mia madre, ripensando col sorriso sulle labbra a cio che era accaduto un paio d’ore prima: il povero Rubens era dovuto fuggire dalle grinfie delle commesse inferocite, accusato ingiustamente e con infamia di essere una specie di pervertito!

Ad essere del tutto sincero, un po’ mi era dispiaciuto per lui, però dopo tutti i casini che quel dannato spettro mi aveva combinato fino a quel momento, una strapazzata come quella in fondo se l’era proprio meritata! Inoltre se era riuscito a scomparire misteriosamente dalla circolazione era soltanto merito mio: avevo sudato sette camicie per riuscire a recuperare la sua sveglia perché ci si nascondesse dentro!

 

- Sirius tesoro!!! – Mia madre mi chiamò dal sedile anteriore, girandosi verso di me e io chiusi immediatamente gli occhi abbandonando la testa su una spalla, fingendomi profondamente addormentato.

 Non avevo nessuna voglia di sorbirmi un altro interrogatorio su come fosse entrato quel maniaco, sul mio stato di salute e altre amenità simili … tanto più che per le cinquanta volte che mia madre mi aveva rivolto le stesse domande, io le avevo fornito almeno una ventina di versioni diverse; segno che o mia madre mi reputava talmente sconvolto da non essere in grado di ricordare in maniera giusta i fatti, o semplicemente era lei stessa troppo sotto shock per recepire quello che le dicevo. Preferii non conoscere la risposta …

Una cosa però era certa: tutta quella confusione non aveva fatto altro che giocare a mio vantaggio, in quanto aveva distolto mia madre dal fare altri acquisti, convincendola finalmente a dirigersi verso Eastbourne … dove mi aspettava, o almeno era ciò che speravo, un meraviglioso party di fine anno con il mio dolce Remus.

Inevitabilmente mi ritrovai a ripensare al nostro bacio sul treno, alle emozioni che avevo provato, allo stupore di James quando gli avevo raccontato del primo bacio tra me e Remus … alla intraprendenza di Moony quando aveva inaspettatamente unito le sue labbra alle mie, facendomi finalmente capire che i miei sentimenti nei suoi confronti erano pienamente ricambiati.

Lasciandomi culla re dal dolce ricordo del mio Remus, spostai lentamente lo sguardo fuori dal finestrino: il cielo si era annuvolato, ma ancora si potevano notare squarci assolati illuminare la campagna circostante. I grandi palazzi di Londra e le villette eleganti non facevano ormai più parte del paesaggio: ora si estendevano sconfinati campi, imbiancati dalla brina di Dicembre.

Mi addormentai chiedendomi come sarebbe stato baciare il mio amore, tra i cupi colori del mare in inverno.

 

************************************************

 

- Sirius … Sirius!! –

 

La voce di mia madre mi giunse alle orecchie come proveniente da un limbo e pian piano mi ridestai, stiracchiandomi pigramente.

 

- Oh, il mio tesoruccio!! – Strillò afferrandomi un ginocchio – Hai dormito fino ad ora? –

 

Mi accorsi che l’auto non era più in movimento e che l’autista non era più al suo posto, ma stava aprendo il bagagliaio sul retro.

 

- Siamo già arrivati? – Le chiesi stropicciandomi gli occhi

 

- Certo – Cinguettò lei prendendo uno specchio dalla borsetta e guardandosi il volto con minuziosa attenzione, pronta a ritoccare eventuali segni di cedimento del trucco.

Non le domandai altro, sapendo che la sua attività di restauro sarebbe durata per almeno altri cinque minuti e mi affrettai ad uscire dalla macchina: non ne potevo più di stare seduto, avevo le gambe tremendamente intorpidite e di conseguenza una gran voglia di sgranchirle.

Non appena aprii la portiera e misi i piedi per terra, mi accorsi finalmente del luogo in cui ci eravamo fermati e restai letteralmente a bocca aperta: la dimora del cliente di mio padre non era altro che un meraviglioso castello arroccato su un monte che dominava la baia circostante. Doveva essere molto antico, così a prima vista … direi di epoca medievale, ma in condizioni di conservazioni ottime, di certo al padrone del castello non mancava il denaro per mantenerlo perfettamente restaurato.

Velocemente rientrai con la testa nel retro dell’auto e afferrai il mio fedele zaino, dove ero solito mettere i miei oggetti personali, ossia gli scherzi che con gli altri marauders compravo da Zonko e altre cosucce molto utili. Poi, ignorando i richiami dell’autista che indispettito mi intimava di non allontanarmi e di corsa mi inoltrai nel fitto giardino, che incredibilmente, nonostante la stagione, era piano zeppo di meravigliose rose bianche … chissà che incantesimo avevano usato per poterle fare fiorire anche in inverno?

Appena fui abbastanza lontano dall’ingresso, profondamente inoltrato nell’immenso giardino, smisi di correre e presi a camminare lentamente, gustandomi le bellezze del paesaggio: era veramente impressionante camminare lungo al sentiero sul quale era disteso un interminabile manto di soffice neve, mentre attorno troneggiavano rigogliose piante impreziosite dalle profumatissime rose candide.

Arrivai fino a un punto dal quale era visibile la baia sottostante e mi sedetti sul basso muretto che fungeva da parapetto. Spostando lo sguardo giù dalla scarpata rabbrividii sommessamente: il mare era in tempesta: alte onde si scagliavano con violenza contro gli scogli,  lanciando in aria spruzzi d’acqua e schiuma, mentre l’altezza che separava il fondo della rupe dal punto in cui mi trovavo era veramente impressionante, da fare venire i brividi!

Più a sinistra, sulla costa, si estendeva la cittadina di Eastbourne, minuscola ma graziosa. Chissà se Remus e sua madre erano gia arrivati?

Mentre mi chiedevo come avrei potuto mettermi in contatto con Moony il prima possibile, improvvisamente mi ricordai del povero Rubens.

 

- Ehy, guarda che adesso puoi uscire! – Gridai estraendo la sveglia e scuotendola energicamente.

 

Con una nuvoletta di fumo Rubens uscì dalla sua minuscola dimora e mi apparve davanti, sempre con la sua immancabile pipa in bocca.

 

- Sei sicuro che non ci siano più quelle pazze di prima? – Chiese guardandosi attorno con aria circospetta

 

- Ti ricordo che stai parlando anche di mia madre … - Dissi fingendomi profondamente offeso – E poi non le puoi biasimare, tu che avresti fatto se avessi trovato tuo figlio chiuso in uno spogliatoio con un vecchio con la faccia da maniaco –

 

- Chi è che ha la faccia da maniaco? – Ribattè il mio fantasma da guardia, estraendo dalle tasche un mazzo di vecchie carte da gioco molto consunte. – Che ne dici marmocchio? Credi che in un posto come questo ci saranno degli spettri simpatici con cui fare qualche partitella? Ho proprio idea di andare a svuotare la borsa di qualcuno eh eh eh –

 

Istintivamente mi venne da rispondere che in realtà era sempre lui il primo a essere spennato al gioco, ma d’improvviso mi si era accesa una lampadina nella testa … Ma come avevo fatto a non pensarci prima?

 

- Senti Rubens … -  Cominciai osservandolo sorridendo – Non è che potresti farmi un favore? –

 

Il fantasma mi guardò curiosamente

 

- Che tipo di favore? Ti ricordo che tuo padre mi ha assunto per sorvegliarti e se mi becca lontano dal castello … e da te … mi licenzierà in tronco! … Ho dei debiti da pagare io sai? Non posso permettermi di perdere il mio lavoro! –

 

- ma se te ne vai sempre a zonzo!!! Quando mai mi stai vicino se non per crearmi dei casini? –

 

- Stai forse insinuando che sono inadempiente nel mio lavoro? –

 

- Beh …si! –

 

- Che moccioso ingrato! – Rispose Rubens con aria offesa – Dopo tutto quello che ho fatto per te! –

 

Preferii non soffermarmi sul COSA avesse fatto per me quel dannato fantasma, ma preferii andare diritto al punto.

 

- Senti Rubens, il problema è questo: Remus è in questa cittadina, ma al momento non posso andarlo a cercare; sicuramente appena avremo sistemato tutti i bagagli dovremo andarci a presentare al padrone di casa e fare mille moine, mio padre ci tiene a fare bella figura … se sparisco ora mi ucciderà … anzi, sicuramente si sarà gia accorto che mi sono allontanato senza premesso e me ne starà dicendo di tutti i colori –

 

- Così vuoi che mi metta in contatto con il tuo amico per te, non è così? – Chiese Rubens sedendosi a mezzaria a gambe incrociate.

 

- Ti prego … - Dissi con aria supplichevole – Sei la mia sola speranza! –

 

Ruben riflettè qualche attimo

 

- Ok – Disse aspirando il fumo dalla bocca – Ma non dirlo a tuo padre va bene? Inventa una scusa per giustificare la mia assenza! –

 

- Grazie Rubens!!!! – Gridai saltandogli al collo, dimenticandomi che i fantasmi non hanno la consistenza della materia. Andai così  a sbattere contro la corteccia di un albero che era alle spalle del fantasma, il quale rise di gusto.

 

- Beh, ragazzo mio, farai meglio a rimetterti in sesto prima che tua madre ti riempia di fondotinta il viso per non fare brutta figura – Ridacchiò lo spettro prima di sparire nel nulla.

 

- Maledizione! – Imprecai sottovoce ; ma perché dovevo essere sempre così distratto? Rubens non aveva tutti i torti, se mi fossi ritrovato con un livido sul muso mia mamma mi avrebbe costretto a impiastricciarmi la faccia di uno dei suoi prodotti di bellezza … bleah!

Mentre continuavo a massaggiarmi il viso, reimboccando il sentiero per tornare indietro, sentii una voce femminile alle mie spalle …

 

- Ti sei fatto molto male? –

 

Mi girai verso la sorgente del suono e fui molto sorpreso di vedere la figura di una ragazzina dall’apparente età di dodici o tredici anni, avanzare lentamente verso di me. Era molto magra e pallida, tanto pallida da fare invidia al più candido fiocco di neve … la sua pelle avrebbe potuto confondersi tra i boccioli di rose bianche che le erano attorno. I folti capelli neri e lucenti che le incorniciavano il viso, le scivolavano elegantemente sulle spalle, creando un innaturale contrasto con il profondo pallore del volto.

 

- No, sto bene … - Risposi semplicemente continuando a fissarla incuriosito

 

- Ma perchè ti sei buttato contro quell’albero? –

 

- E’ una lunga storia, non farci caso … - Risposi imbarazzato; per fortuna da lontano non aveva visto Rubens!

 

La ragazzina ridacchiò e mi si parò di fronte; camminava in maniera innaturalmente lenta, come se ogni passo dovesse procurarle dolore.

 

- Non si direbbe dal livido che hai sulla fronte – Disse sorridendo, introducendo una mano tra le pieghe del fine mantello di velluto blu ed estraendone una bacchetta di più o meno sette o otto pollici, di un legno chiaro.

 

- Reduco – Recitò ruotando la bacchetta in aria e puntandola verso la mia fronte. Improvvisamente mi sentii molto meglio …

 

- Ecco, ora sei a posto –

 

- Grazie – Replicai semplicemente; non sapevo davvero che altro dire e in verità avevo molta fretta di raggiungere i miei per evitare ritorsioni di qualunque tipo, da parte di mio padre: sarebbe stata una tragedia se mi avesse impedito di andare in paese tenendomi segregato in quel castello per i prossimi giorni;  in ogni caso mi parve educato chiedere almeno il nome a quella ragazza, dopotutto mi aveva salvato da una sicura incipriata di fronte da parte di mia madre! – Come ti chiami? – Continuai dunque massaggiandomi il punto appena curato.

 

- Io sono Amber Ann, ma tutti mi chiamano semplicemente Ann – Si presentò la ragazzina – E tu? Scommetto che sei uno degli invitati di mio zio per la festa di capodanno –

 

- Vuoi dire che il proprietario di tutto questo è tuo zio? – Chiesi guardandola come un’aliena

 

Lei rise

 

- Si, in effetti è il fratello di mio padre … -

 

Fischiai colpito, certo che non doveva passarsela affatto male neppure lei!

 

- Scommetto che ti sei perso nel giardino … - Continuò lei prendendomi per mano e cominciando ad avanzare lungo il sentiero delle rose.

 

- No, veramente io … -

 

- Non sei certo il primo e non sarai neppure l’ultimo – Disse lei con convinzione senza prestarmi la benchè minima attenzione - … Qui è molto vasto … ma io ci vengo molto spesso con i miei e conosco bene ogni angolo sia del parco che del castello! … Ma non mi hai ancora detto come ti chiami … -

 

- Sirius – risposi sommessamente - .. mi chiamo Sirius –

 

- Sirius hai detto? – Ripetè con aria assorta - … il tuo nome mi dice qualcosa … ma non ricordo dove l’ho sentito –

 

- E’ il nome di una stella … l’avrai letto su qualche libro – replicai io

 

- Oh, no … deve avermene parlato qualcuno, ma non ricordo chi … mah, me lo sarò sognato…- Concluse - … Ora andiamo, o mi prenderò una sgridata, i miei non vogliono che esca quando fa così freddo; sai, io sono fragile di salute e mi ammalo molto spesso… però  mi annoio a starmene tutto il santo giorno chiusa in casa! Così ogni tanto gli disubbidisco – Continuò strizzandomi un occhio e ridacchiando.

 

- Ti capisco – Risposi con comprensione - …Sapessi i miei quanto rompono …-

 

Percorremmo tutto il sentiero chiacchierando e ridendo; Amber Ann era una ragazza davvero simpatica … anche se, in effetti si notava parecchio il fatto che fosse cagionevole di salute. Quando l’avevo vista per la prima volta, così pallida e magra, mi aveva ricordato tantissimo come era Moony dopo le notti di luna piena. Per un attimo avevo addirittura pensato che fosse anche lei un licantropo femmina … se ne esistevano … ma poi mi ero ricordato che non era il periodo del mese adatto alla trasformazione dei lupi mannari e inconsciamente, avevo riso di me stesso per la sciocchezza a cui avevo pensato.

Notai però che man mano che la quantità di strada percorsa aumentava, lei sembrava sempre più affaticata, addirittura ansante … eppure avevamo percorso, ne ero certo, non più di duecento metri o poco più.

Quando arrivammo all’ingresso del castello,i bagagli e la nostra auto non c’erano ormai più, ma c’era piuttosto mio padre con le braccia conserte che lanciava occhiate furiose tutto intorno, in compagnia di un uomo alto dai capelli neri. Di sicuro mi aspettava una sfuriata senza precedenti per essere sparito a quel modo.

 

- Zio! – Chiamò Amber Ann con voce tremante

 

L’uomo e mio padre si voltarono immediatamente verso di noi e ci raggiunsero di corsa.

 

- Ann! – Gridò lo sconosciuto - … Benedetta ragazza, lo sai che non è indicato per te stare all’aperto con questo freddo! Finchè non arrivano i tuoi genitori ho io la responsabilità della tua salute, se hai voglia di uscire voglio esserne prima informato! –

 

- Scusa … - Rispose lei

 

- Sirius!!! Disse mio padre arrabbiato – Sei sempre il solito irresponsabile, è mai possibile che … -

 

- Ah! Allora è questo tuo figlio – Lo interruppe l’altro uomo sorridendo

 

Mi padre annuì, guardandolo solo vagamente indispettito; non poteva sopportare che qualcuno lo interrompesse mentre parlava, sia che si trattasse di me o di chiunque altro, quindi immaginai che non fosse facile per lui mascherare il suo disappunto per non contrariare un cliente così importante.

 

- Si, è mio figlio … che a quanto pare non ha ancora imparato le regole della buona educazione! Come ti sei permesso di andartene a zonzo senza prima degnarti di presentarti alle persone che ti ospitano? Ti informo che sei al cospetto del Barone Leonard Lewis Ingerman – Disse rivolgendosi a me con aria molto severa.

 

- Ah ah ah Non preoccuparti Julian – Disse lo zio di Amber Ann con un sorriso – Non ha importanza … inoltre il ragazzo ha riportato a casa la mia nipotina … -

 

- Si zio, Se non ci fosse stato Sirius ad aiutarmi avrei faticato a tornare indietro! - Intervenne la mia nuova amica sorridendo –  Se lui è in ritardo è soltanto per colpa mia! - Aggiunse poi rivolta verso mio padre, che parve rilassarsi.

 

- Davvero? Sei proprio un bravo ragazzo Sirius! – Disse il barone stringendomi la mano

 

- Emh … grazie signore, piacere di conoscerla! – Mi affrettai a borbottare, cercando di essere il più educato possibile, soprattutto per tranquillizzare ulteriormente mio padre.

Vidi che il tutto aveva sortito un meraviglioso effetto sul mio burbero genitore che fissava me e il nobiluomo con aria molto soddisfatta…beh, se non altro per una volta ero riuscito a farlo contento e tutto era merito del felice intervento di Amber Ann!

Nel frattempo lei era stata presa per mano da suo zio, che ora la stava trascinando in casa, dicendole di non arrischiarsi più ad uscire senza prima avvertire qualcuno … Ann ubbidì e rientrò nel castello senza fare storie, voltandosi appena per rivolgermi un cenno di saluto, che ricambiai calorosamente.

 

Io e mio padre rimanemmo soli davanti alla porta. Non mi aspettavo abbracci o baci da lui, nonostante non ci vedessimo da mesi; sapevo che certi gesti d’affetto non facevano parte del suo carattere. Si limitò a battermi sulla spalla e a guardarmi con i profondi occhi scuri, dicendomi:

 

- …  ben arrivato ragazzo mio –

 

E questo mi bastò …

 

*******************************

 

Fui accompagnato nella stanza che mi era stata assegnata da una orribile elfa domestica che indossava un buffo straccio dallo stravagante color fucsia, la quale mi informò che la cena sarebbe stata servita nel salone da pranzo alle otto in punto.

Annuii congedandola alla svelta, avevo un sacco da fare prima di cena: prima di tutto dovevo sistemare le mie cose, poi scrivere a James … ma soprattutto ero ansiosissimo di sapere notiziole di Moony … chissà se Rubens lo aveva trovato, ormai era passato parecchio tempo da quando gli avevo chiesto il favore di mettersi in contatto con Remus; eppure l’indirizzo glielo avevo dato e doveva essere quello giusto, visto che me lo aveva dato la mamma del mio amico!

Mi avvicinai al baule col mio bagaglio, che era stato sistemato ai piedi del letto e notai che era vuoto: evidentemente gli elfi domestici avevano gia riordinato tutte le mie cose in vece mia, infatti aprendo il vasto armadio, lo trovai colmo dei miei abiti ben distesi e piegati a puntino. Ottimo! Così non mi restava altro che scrivere a James e aspettare il ritorno di Rubens.

Mi sedetti alla scrivania e tirai fuori dal mio zaino una pergamena e una speciale piuma regalatami dallo stesso Prongs due anni prima che scriveva senza inchiostro, ma solo se a impugnarla ne era il proprietario.

Mentre riflettevo su che cosa scrivere al mio migliore amico, sentii battere alla finestra e mi accorsi che oltre il vetro vi era in mio intrepido spettro da guardia.

Mi precipitai ad aprirgli, ansioso di ricevere notizie sul mio Moony

 

- Allora? – Gli chiesi fremente – L’hai trovato? –

 

Rubens annuì sorridendo

 

- Certo – Disse allegramente – Ti aspetta questa sera … ha detto che non vede l’ora di vederti –

 

************************************************************************

 

Il tempo che mi separava dalla cena, passò relativamente in fretta e quando l’elfa domestica passò a chiamarmi per accompagnarmi nella sala da pranzo, non avevo ancora finito di prepararmi.

Mi infilai in fretta e furia il primo abito che mi capitò tra le mani, che per fortuna, me ne accorsi solo dopo, era anche uno dei preferiti di mia madre … meno male, altrimenti avrei rischiato di vere addosso i suoi sguardi di disapprovazione per tutta la serata!

Appena uscii dalla porta, l’elfa mi lanciò uno sguardo di sbieco, ma non disse nulla … di sicuro le avevo fatto perdere un sacco di tempo prezioso e dentro di lei mi stava lanciando chissà quali imprecazioni, anche se da brava elfa domestica non avrebbe mai osato esprimere i suoi pensieri.

Passamo velocemente al piano di sotto, arrivando lungo un corridoio il cui pavimento era impreziosito da un bel tappeto rosa antico dall’elegante foggia; alle pareti numerose appliques*

 ( lampade a muro N.D.Swan )  d’oro si accendevano al nostro passaggio.

Mentre mi guardavo intorno entusiasta, sentii una port chiudersi alle mie spalle e una voce nota chiamare il mio nome con sorpresa.

 

- Sirius! –

 

Mi voltai trovandomi a fronteggiare Amber Ann, la ragazzina che avevo conosciuto il pomeriggio scorso. Portava un grazioso abito azzurro un po’ scollato.

 

- Amber Ann! – Dissi muovendo un passo verso di lei – Come ti senti ora? – Chiesi poi, ricordandomi di quanto era apparsa affaticata nel parco. –

 

Prima che potesse rispondere, l’elfa si precipitò verso di lei riprendendola con voce disperata

 

- Padroncina non esce … padroncina avuto febbre alta … - Gracchiò afferrando un lembo della veste di Amber Ann e cercando di trascinarla via,con scarso successo.

 

- Ohhhh smettila Nelly! Possibile che mi stiate tutti addosso a questo modo? – Rispose Ann con aria seccata – Sto benissimo adesso! Una volta che abbiamo ospiti, non vorrai che me ne stia rintanata in camera  mia a cenare da sola?–

 

- No no no!!! – Ripetè l’elfa– Padrone ha ordinato che padroncina non muoversi dalla propria stanza e Nelly fare in modo che … -

 

Con un’agilità che non mi sarei mai aspettato da una ragazza dall’aria così debole, Amber Ann si svincolò dalla presa di Nelly e correndo verso le scale mi fece cenno di seguirla

 

- Vieni Sirius! Ti accompagno io !!! – Disse con voce argentina e io non me lo feci ripetere due volte; non mi erano mai stati simpatici gli elfi domestici, con la loro ossessione dell’obbedienza, ma quella Nelly,  quanto ad antipatia, li batteva veramente tutti quanti!

Corremmo velocemente lungo le scale, inseguiti da una Nelly strillante e piagnucolosa che supplicava la sua padroncina di tornare indietro, ma grazie alle nostre gambe molto più lunghe, seminammo l’elfa dopo poche rampe.

Arrivati all’ingesso di una grande porta, la mia amica si fermò ansimante

 

- Sia .. siamo arrivati – Disse con il fiato in gola, indicando il grande portone – Qui dietro si cena –

 

- Bene! - Affermai  facendo per aprire la porta, ma Amber Ann mi afferrò per un avambraccio.

 

- Aspetta … un attimo … - Replicò –

 

- Amber Ann, sei sicura di sentirti bene? – Le chiesi incerto; nonostante la corsa, era più pallida che mai

 

- Si … ora mi passa … - Rispose - … E’ che non sono abituata a correre … - Ridacchiò poi e senza togliermi la mano dal braccio mi condusse verso la porta e l’aprì.

 

Quello che vidi mi ricordò immensamente Hogwarts: davanti a noi apparve un’enorme salone, addobbato a festa in occasione del Natale; l’unica differenza era che al posto delle tre enormi tavolate, una per ogni casa, ve ne era una unica, già occupata da parecchie persone.

La mia attenzione fu attirata dalla enorme vetrata in fondo alla sala, da cui si poteva godere la vista del mare sottostante; davanti ad essa troneggiava un grande albero di Natale, adornato con con palline di cristallo finissimo, nei colori del blu e dell’argento. Anche tutto il resto della sala era dopotutto addobbato con gli stessi colori; anche la grande tavolata era impreziosita da una tovaglia di un fine tessuto blu notte e da piatti, stoviglie e zuppiere del più scintillante argento massiccio.

Cercai con lo sguardo i miei genitori e li trovai dal lato opposto alla grande vetrata, in compagnia dello zio di Amber Ann che sedeva capotavola.

Io e la mia amica andammo loro incontro e dopo le lamentele e una breve ramanzina dallo zio, Amber Ann ebbe il permesso di rimanere, a patto che dopo cena fosse filata diritto nella sua camera.

Ci sedemmo vicini, non distante dai miei genitori e discorremmo per tutta la serata, finchè per Amber Ann non fu l’ora di ritirarsi. Mi offrii volentieri di accompagnarla, specie per risparmiarle la presenza dell’elfa Nelly, la quale da mezz’ora non faceva altro che rivolgere inchini e scuse al Barone ( lo zio della mia amica ), cercando piagnucolando di scusarsi per avere lasciato fuggire Amber Ann dalla sua stanza.

Ma c’era anche anche un altro motivo per il quale desideravo rimanere solo con la mia nuova amica: se quella notte dovevo uscire dal castello per incontrarmi con Remus, dovevo assolutamente trovare il modo per potere uscire e rientrare dal castello senza essere scoperto; pena la mia certa decapitazione per opera di mio padre … e Amber Ann era di sicura la persona più indicata per avere questo tipo di informazione, dato che come lei stessa aveva affermato, conosceva alla perfezione ogni angolo del maniero e dell’immenso parco sottostante.

Percorremmo in fretta il percorso che ci separava dal salone alla stanza della ragazza e arrivati davanti alla soglia Amber Ann mi invitò ad entrare …

 

- Ti va di tenermi compagnia per altri cinque minuti? – Chiese allegramente – Prometto che poi per stasera non ti seccherò più … -

 

- Scherzi? – Risposi sorridendo – Se non ci fossi tu, qui sarebbe una noia mortale –

 

Amber Ann parve molto felice del mio commento;  sorridendo aprì la porta della sua stanza e con un inchino mi fece segno di entrare

 

- Prego … - Disse

 

Con una punta di eccitazione obbedii; era la prima volta che entravo nella stanza di una ragazza!  Certo, io e James eravamo andati varie volte nei dormitori delle femmine con indosso il mantello dell’invisibilità, chiaramente, più per vedere le ragazze ( e in particolare Lily )  in biancheria intima che per altro, quindi più che nelle stanze da letto ci infilavamo negli spogliatoi dove tenevano il guardaroba eh eh eh …; una volta ci avevano pure beccato  e per poco la Mac Grannith non ci toglieva cento punti a testa! … vecchia befana!

Quella volta però era diverso … ero molto curioso di sapere se era vero che le ragazze erano veramente così ordinate e perfettine come amavano descriversi!

Appena varcai la soglia mi guardai quindi intorno con grande curiosità; in effetti l’ambiente non era poi tanto diverso da come me l’ero immaginato: le pareti erano coperte da una bella carta da parati rosa pastello, che si intonavano perfettamente sia con i colori delle tende che con le fini lenzuola del piccolo letto. Non vi erano però pupazzi o altri giocattoli in giro, se non una bellissima bambola, di quelle in porcellana, posta sul comodino accanto al lume da notte.

Su una cassettiera dalla parte opposta al letto vi erano però diverse boccette bianche, che non avevano l’aria di essere unguenti o profumi;  Immaginai fossero medicinali, dato che Amber Ann aveva detto di non stare bene.

 

- Che fai lì in piedi? Vieni a sederti - Disse la mia amica entusiasta sedendosi a gambe incrociate sul letto; nonostante avesse detto non era molto abituata ad avere visite di estranei, non mi sembrava per nulla imbarazzata dal fatto di avere un ragazzo nella sua camera!

Estrasse da un cassetto del comodino un mazzo di carte da gioco e le posò sulla coperta.

 

- Ti piace giocare a carte? – Mi chiese

 

- Si, certo! – Risposi; non mi sembrava carino chiedere il suo aiuto senza almeno accontentarla: sembrava che la mia presenza la rendesse molto felice e io mi trovavo molto bene con lei! Poi c’era ancora tempo prima che Rubens mi venisse a chiamare …

 

Giocammo e ridemmo per un’ora buona, finchè non mi feci coraggio e decisi di chiederle cio che volevo sapere.

 

- Sai Ann … - Cominciai incerto – C’è una cosa che ti voglio chiedere … -

 

- Dimmi … - Ripose lei tutta intenta a scegliere la carta da gocare

 

- Tu hai detto di conoscere il castello alla perfezione vero? –

 

Amber Ann sollevò lo sguardo dalle carte, fissandolo su di me con aria interrogativa

 

- Si … infatti – Ribattè

 

- Vedi, io … dovrei assolutamente uscire dal castello … c’è una persona che mi aspetta … -

Mi sentii il cuore in gola e uno strano calore avvamparmi al viso; maledizione! Possibile che non riuscissi a pensare a Moony senza avere sempre queste sgradevoli reazioni? Dovevo cercare di controllare maggiormente le mie emozioni!

 

La mia amica parve sorpresa

 

- Conosci qualcuno qui a Eastbourne? – Chiese

 

- Beh, per la verità è un mio carissimo amico che  frequenta la mia scuola e si è appena trasferito qui . Così .. beh … sapendo che io avrei passato il natale in questa città, ci siamo dati un appuntamento! –

 

- Ah! – Esclamò Amber Ann  Ridendo – dalla faccia che avevi fatto credevo si trattasse … che ne so … della tua fidanzata! –

 

- Eh?????!!!! – Esclamai cercando di apparire il più sopreso possibile … Bhe, in effetti Amber Ann aveva centrato in pieno la questione, solo che invece di una fidanzata di trattava di … un fidanzato! Pensai divertito.

Ad ogni modo mi ripromisi di tenere maggiormente sotto controllo i miei sentimenti, anche se dato il mio carattere impulsivo, sapevo già in partenza che non sarebbe stata una facile impresa!

 

- Comunque non ti devi preoccupare! - Continuò Amber Ann – Conosco giusto un passaggio che va dal giardino a un piccolo parchetto nel centro della cittadina! … Io non l’ho mai utilizzato, ma mio fratello lo ha adoperato parecchie volte con il suo migliore amico.

 

- Hai un fratello? – Chiesi; ecco perché le sembrava naturale invitare un ragazzo a giocare a carte sul suo letto! … La maggior parte delle ragazze che conoscevo barricavano le loro stanze con degli antipatici incantesimi, in modo che nessuno entrasse! Specie mia cugina Bellatrix! … Quella diventava davvero una belva anche se vedeva soltanto qualcuno razzolare nei paraggi! Manco ce l’avesse solo lei!!!

Amber Ann ridacchiò di nuovo:

 

- Si, è un tipo un po’ particolare – Disse raccogliendo le carte e riponendole sul comodino - … A volte sa essere più antipatico di Nelly quando ci si mette, però non è cattivo! Eh eh eh … lo conoscerai domani, quando arriverà con i miei genitori! … Sai, è molto bravo a scuola, frequenta . …. –

 

Ma Amber Ann non finì il discorso perché si sentì un forte schiocco e alle nostre spalle apparve Rubens. Pareva piuttosto soddisfatto e portava la solita pipa tra le labbra, stranamente spenta.

 

- Allora moccioso, sei pronto? – Esordì allegro - … Ho appena vinto una partita con un fantasma del castello e … Ah! Ma anche questa graziosa signorina è appassionata di gioco? – Disse entusiasta posando lo sguardo prima su Amber Ann e successivamente sul mazzo di carte sul comodino.

 

- Emh … adoro giocare a carte – Rispose lei

 

- Sei davvero un impiastro, spettro invadente e maleducato! Ti sembra il modo di piombare nella stanza di una signora senza nemmeno presentarti? – Gli dissi con arroganza

 

- Però … vedo che ti sei dato una svegliata in fretta marmocchio! …Adesso ti trovo steso sul letto di una donna, mentre qualche ora fa, sul treno  … eh eh eh pensi che non ti abbia visto ih ih ih ? – Mi rimbeccò il fantasma con fare allusivo.

 

- Piantala! – Lo stoppai bruscamente; accipicchia! Allora stamattina aveva visto me e Remus fare … accidenti a lui! – Amber Ann … ti presento Rubens, il mio fantasma da guardia! –

 

- Ah ah ah!!!!! fantasma da guardia??? – Rise lei – Ti prego, non parlarene con i miei o ne assumeranno uno anche per me … -

 

- Nelly basta e avanza – Ribattei strizzandole un occhio con complicità

 

- A proposito di Nelly … - Disse Ann – Sarà meglio che ti porti subito dal passaggio , prima che l’elfa venga a fare il suo solito giro i sorveglianza; … e se non mi trova in camera sono guai! –

 

Annuii, così io e Rubens, con alla testa Amber Ann. Uscimmo di soppiatto dalla stanza, fino ad arrivare davanti a un bell’arazzo, situato in una elegante saletta poco distante.

 

- Qui dentro non ci viene mai nessuno! – Puntualizzò la mia amica sorridendo – Mio fratello ha sparso in giro la voce che la stanza è infestata da uno spirito violento e intrattatabile, che lancia maledizioni a chiunque entri! In questo modo lui può utilizzare il passaggio indisturbato!

 

- Dovrò ringraziare tuo fratello allora … - Dissi soddisfatto - … Ma dov’è il passaggio segreto? –

 

Amber Ann indicò il grande arazzo davanti a noi, che  rappresentava un parco con diverse panchine in pietra, illuminato dalla luna.

 

- Questo è una passaporta – Disse –  Basta toccare il lato destro della cornice e pronunciare la parola “ violante “ per apparire proprio nel centro del parco di cui ti ho parlato … che è poi lo steso rappresentato dalla tela! .. per tornare indietro non dovrai fare altro che sederti sulla panchina dove capiterai e ripetere la stessa frase. –

 

Sentii la bocca dello stomaco contorcersi: di lì a poco avrei rivisto il mio Remus!!!!

 

- Grazie mille Ann! – Esclamai stringendole la mano

 

- Figuarati! – Replicò lei - … ora và, io devo tornare di corsa nella mia camera! … Domani mi racconterai tutto ok? –

 

- Eh eh eh puoi scommetterci! – Dissi fuori di me dalla gioia, mentre lei usciva guardinga dalla sala.

 

- Con o senza i particolari piccanti? – Sussurrò Rubens al mio orecchio pochi attimi dopo.

 

- Sta zitto imbecille!!!! – lo rimbeccai, rimediando un colpo in testa ben assestato … che fantasma permaloso!!!

 

Ma era giunta l’ora di andare: non volevo perdere un solo minuto in più, dato che non stavo più nella pelle all’idea di rivedere il mio Moony!

 

Toccai dunque il lato destro della cornice e recitai:

 

- Violante ! –

 

In un primo momento non successe nulla, poi mi sentii solleticare il viso da un vento freddo che turbinò intorno a me, finchè non mi sentii trascinare dentro al quandro, con una stranissima sensazione come di caduta nel vuoto.

Chiusi gli occhi pregando che il viaggio fosse di breve durata.

 

 

*******************************************************************

 

Quando riaprii gli occhi, pochi attimi dopo,  mi ritrovai seduto su una panchina di marmo bianco; come aveva detto Amber Ann, io e Rubens  eravamo finiti in un parco del tutto simile a quello rappresentato nell’arazzo: gli alberi, le panchine … persino i lampioni erano esattamente posti nella stessa maniera. L’unica differenza consisteva nel fatto che la luna non era piena, ma era al suo primo quarto … eh eh eh potevo stare certo di non essere azzannato dal mio affascinante lupo mannaro mentre ci scambiavamo baci appassionati!

 

- Hey Rubens! Dove ci aspetta Remus ? – Chiesi con impazienza al mio fantasma da guardia

 

- Hey moccioso! Con calma e per favore! – mi rimbeccò lo spettro estraendo dalla giacca una specie di bussola arrugginita - … dunque, se non sbaglio … il nord è di là vero, quindi … -

 

Mi sentii mancare dallo sdegno

 

- … mi stai dicendo … MI STAI DICENDO CHE NON SAI DOVE CI STA ASPETTANDO REMUS???? –

 

- Abbassa la voce piccolo maleducato! – Disse Ruben indispettito; il fatto è che questo parco non l’avevo ancora visto e … beh  basta che troviamo la strada principale del paese e siamo a cavallo! –

 

- Te lo do io il cavallo!!! – Lo rimbeccai irritato – Sei sempre il solito, non ci si può minimamente fidare di te! –

 

- Bella riconoscenza bamboccio! Dopo che mi sono preso la briga di farti tutti questi favori … a rischio di venire licenziato oltretutto! Se tuo padre scopre che ti aiuto ad andartene in giro di notte mi fa un cu … -

 

- PADDY! –

 

Una inconfondibile voce mi chiamò da pochi metri di distanza … no, non poteva essere … Mi voltai e davanti a me apparve il bellissimo volto del mio adorato Moony.

 

- REMUS! Allora … -Moony corse al mio fianco e mi prese le mani tra le sue, mentre un brivido mi percorse tutto il corpo, dal collo fino alla punta della spina dorsale, non appena avvertii il contatto tra la mia e la sua pelle vellutata

 

- Vi aspettavo gia da un po’ e non vedendovi arrivare ho fatto un giro nei paraggi per cercarvi –

 

- Siamo molto lontani da casa tua? – Gli chiesi curiosamente

 

- Al contrario! –  Rise Remus, -  la locanda  di mia zia è proprio dietro al parco, a cento metri da qui! –

 

Lanciai un’occhiataccia verso Rubens, che nascosta la bussola, si schiarì la voce e disse:

 

- Eh eh eh stavamo giusto per arrivare! –

 

Guardai rapito il mio licantropo ridere: era più bello che mai! E così senza quasi accorgermene mi ritrovai tra le sue braccia, intento ad assaggiare le sue labbra, mentre Rubens, imbarazzato mi raccomandava di non fare troppo tardi e spariva nella solita nuvoletta di nebbia.

 

*****************************************************************

 

Ci crogiolammo ancora per qualche minuto nella calda certezza del nostro abbraccio; era una sensazione incredibile essere lì, in quel parco deserto ricoperto di neve e sentirmi avvolto nel tepore del  corpo di Moony.  Baciandolo, tenevo le mie mani adese al suo volto, con possessività, deliziato di notare il modo in cui il mio amato lupo mannaro stava rispondendo ai miei appassionati baci. Finalmente, potevo avvertire la sua pelle, liscia e vellutata, scorrermi tra le dita, mentre esploravo il suo volto e il suo collo, accarezzandolo dolcemente.

Non avrei  mai immaginato che il mio mio sogno più grande e più proibito si sarebbe realizzato; in nessuno dei desideri più proibiti, avevo mai preso in considerazione che tutto cio al quale anelavo di più, ossia amare Remus,  si fosse concretizzato. Invece ora lui era qui, fra le mie braccia, mentre io mi perdevo nel suo profumo …

 

Si, lui era qui …

 

Mi divertii a accarezzarlo lentamente, lasciando scorrere la mano sempre più in basso … sempre più in basso …

Quando però posai le mie dita sul suo sedere … e che sedere!  Moony le allontanò da sé ridacchiando:

 

- Dai Paddy … siamo in un luogo pubblico, non mi va che ci vedano! –

 

- Ma se sei rimasto incollato alla mia bocca per un quarto d’ora buono! Mi sembrava di avere una ventosa attaccata alle labbra! – Lo presi in giro, mentre il mio cuore sobbalzò alla occhiata maliziosa che lui mi indirizzò …

 

- Dai – Sussurrò prendendomi una mano nella sua. – Voglio farti vedere la mia nuova casa! –

 

Potevo non accontentare una creatura così bella? Dico io!!! Poi, in effetti,  avevo una gran voglia di vedere come si erano sistemati lui e sua madre; dopo tante tragedie e difficoltà economiche, entrambi avevano trovato  finalmente un equilibrio e gli ultimi anni passati ad Hogwarts, erano stati per  Remus i più sereni della sua intera vita. Nell’arco di poche settimane però questa tranquillità era stata rotta dal licenziamento della madre e i due avevano dovuto trasferirsi in quella cittadina, su invito di una lontana parente, che aveva offerto lavoro e alloggio alla madre di Remus. Dentro di me speravo ardentemente che le cose per loro si sistemassero al più presto e nel migliore dei modi; già diverse volte avevo visto il mio adorato Moony soffrire e tutte quante mi avevano ferito in un modo tale che le ricordavo tutte ad una ad una: all’inizio della scuola, in cui ero rimasto rapito dai suoi occhi così malinconici eppure ardenti come il fuoco, quando se ne stava silenzioso senza dare confidenza a nessuno;  quando io Peter e James avevamo scoperto il segreto riguardo alla sua natura di lupo mannaro … oh, quanto aveva pianto Remus in quell’occasione; per paura di perdere noi, gli unici veri amici che avesse mai avuto. E per ultima due giorni prima, dopo l’annuncio riguardante il licenziamento della madre. Tante, troppe volte avevo visto Remus disperato e altrettante volte lo avevo confortato come potevo: come qualsiasi buon amico avrebbe fatto. Ora però,  avevo la possibilità di stargli accanto Concretamente e giurai a me stesso che il mio Remus avrebbe sempre trovato in me un rifugio e un aiuto.

 

Sarei stato la sua forza e la sua salvezza … sempre.

 

Il freddo era intenso, mentre percorrevamo il piccolo parco, ma io non sentivo altro che il calore della mano di Remus nella mia; il mio compagno sembrava veramente eccitato e felice, mentre mi conduceva in quella che sarebbe stata la sua nuova casa.

 Giungemmo infine all’alta cancellata di metallo che circondava i giardini, per poi entrare in un bel viale di discreta ampiezza, illuminato da diversi giochi di luce, posti come ornamento per il Natale. Le case che ci circondavano erano in pietravista e costituite da pochi piani, la strada era stata coscienziosamente liberata dalla neve, che ora giaceva accumulata in numerosi mucchi ai lati dei marciapiedi. Rimasi veramente colpito da quanto quella cittadina sembrasse pulita e perfettamente ordinata; se James fosse stato presente, di sicuro avrebbe trovato il tutto a “ misura di Remus “. Eh eh eh … il mio migliore amico aveva sempre preso in giro Moony a causa della sua mania per l’ordine! Pur volendo molto bene al nostro adorabile lupo mannaro, James lo considerava troppo corretto e perfettino, anche se spesso aveva ammesso che la coscienziosità di Moony ci aveva tenuto lontani da non pochi guai in svariate occasioni!

 

- Eccoci … Siamo arrivati – Disse improvvisamente Remus risvegliandomi dai miei pensieri.

Di fronte a noi vi era una piccola palazzina a tre piani, sempre in pietravista; l’entrata era costituita da una porta verde, non molto grande, ai cui lati erano poste delle lanterne e al centro, in alto, troneggiava l’insegna “ Locanda della luna nuova “. Tuttavia cio che mi colpì di più fu vedere che sul davanzale di ogni finestra, era stata posta una candela, che dava all’intera struttura un aspetto davvero romantico.

 

- Che insolito scherzo del destino, eh? – Disse Moony alludendo al nome della locanda di sua zia, mentre un’ombra di tristezza oscurò per un attimo il suo volto.

 

- Si … - Dissi io sorridendogli - … Ma perché alle finestre ci sono tutte quelle candele? –

 

Remus sospirò

 

- Paddy … è la vigila di Natale! – Esclamò il mio compagno alzando gli occhi al cielo – In molti paesi è tradizione porre una candela accesa sul davanzale della finestra come buon augurio … -

 

- Ah! – Commentai - … Buona a sapersi … secondo me è tutta una scusa, chissà che staranno combinando nelle camere … eh eh eh … -

 

- Ma dai … - Ribattè Remus – Piuttosto, entriamo! Voglio farti vedere la mia nuova camera! –

 

Entrammo nella taverna della locanda e ai miei occhi apparve una grande sala, arredata interamente di mobilio in legno; In fondo ad essa, si ergeva una bella scalinata illuminata a festa per il natale: sicuramente portava alle camere dei clienti che desideravano pernottare nella cittadina. I diversi tavoli, disposti ordinatamente a occupare tutto lo spazio del salone, erano occupati da maghi che bevevano  e giocavano a carte ( mi immaginai quanto Rubens avesse apprezzato quel posto, quando era venuto a cercare Remus! ), mentre al banco una signora rotondetta, dall’aria simpatica, stava versando diverse burrobirre nei rispettivi bicchieri.

 

- Angela! Cinque burrobirre al tavolo cinque! – Gridò rivolgendosi a una strega che con fare affaccendato si avvicinò al banco per caricare il vassoio delle bibite: la madre di Moony!

 

La donna si accorse di noi quasi subito e rivolgendomi un caloroso saluto con la mano e uno straordinario sorriso, continuò il suo lavoro.

 

- Remus! – Chiamò la donna al banco facendoci segno di avvicinarci – E’ l’amico di cui mi hai parlato questo? –

 

Remus mi condusse verso la simpatica e paffuta strega

 

- Si zia! – Rispose - … Zia Avelin, ti presento Sirius … Sirius, zia Avelin … -

 

- Ma che bel ragazzo!!! – Disse la donna stringendomi giovialmente la mano

 

- Emh, piacere signora! – Risposi imbarazzato; mi sentivo un po’ come uno che viene presentato per la prima volta ai famigliari della propria fidanzata  …

 

- Porto Sirius in camera mia zia, prometto che non combineremo guai! – Disse Remus ridendo

 

- Purchè non mi tiriate giù il palazzo … - Rispose la donna sorridendo, poi rovistando sotto il bancone, ne estrasse due fresche bottiglie di burrobirra. – Queste le offre la casa! – Continuò porgendole a me e Moony.

 

Ringraziai e seguii Moony oltre una porticina in legno, trovandomi poi in un minuscolo corridoio, alla cui destra sorgevano pochi gradini, che portavano di sotto, verso le cucine e alla sinistra vi erano le scale che conducevano alle stanze del personale.

 

- Io sto al terzo piano – mi informò Remus percorrendo di corsa la scalinata – Avati seguimi, che aspetti?! –

 

Obbedii con gioia; la felicità del mio amato era davvero contagiosa e ora che avevo visto con i miei occhi di quanto quel luogo fosse positivo per Moony, ero decisamente più tranquillo.

Percorremmo di volata la strada che ci separava dalla camera del mio lupo mannaro, finchè il mio amico non si fermò dinnanzi a una porta ed estratta la bacchetta recitò

 

- Aloho mora –

 

La porta si aprì consentendoci di entrare. La stanzetta era piccola, ma ben arredata; alle pareti erano poste due mensole, che Moony aveva gia provveduto a riempire di libri e sopra al letto troneggiava un poster della squadra di quiddich del Grifondoro al gran completo. Dall’immagine tutti i nostri compagni ci salutavano a braccia aperte, mentre James, mi indirizzava boccacce e gestacci con una mano, mentre con l’altra  attorniava  affettuosamente il collo al me stesso della foto, che tirava le trecce a una delle nostre battitrici: Janet Johnson, Una tizia che mi veniva dietro dal primo anno.

Moony intercettò il mio sguardo verso il poster e sorrise:

 

- Ti sta davvero sempre appresso quella Janet, non è vero? – Chiese cercando di mascherare una punta di gelosia.

 

- Ma và – Risposi con un gesto di noncuranza – Piuttosto, sono ammirato! … in camera tua pensavo di trovare  il poster di qualche famoso Auror, o .. che ne so? Di un ricercatore di magia, non certo quello della nostra squadra di quiddich … - Scherzai.

 

Con mia grande sorpresa, Moony non rise, nè rispose alla provocazione; in genere si arrabbiava moltissimo  quando io e James gli davamo  del secchione. Era davvero insolito questo suo comportamento, ma divenne chiaro non appena egli mi si avvicinò e posandomi delicatamente le mani sulle spalle avvicinò il volto al mio, sfiorandomi le labbra con le sue.

 

- Non immagini il perché? – Replicò guardandomi intensamente - … E bello svegliarsi con il volto della persona che ami … -

 

Era per me che Moony teneva quel poster in camera; per me soltanto … mi sentivo scoppiare il cuore nel petto per la felicità.

Remus era mio … era tanto perso per me quanto lo ero io per lui; dunque …

Mentre lo baciavo, posai le mani sul suo bacino e premetti leggermente contro di lui, fino a spingerlo contro il bordo del letto.

 

- Remus … – Sussurrai staccandomi per un breve attimo da quelle labbra soffici

 

- Ssstttt – Rispose Moony, socchiudendo gli occhi che fino ad allora aveva tenuto chiusi . Estrasse di nuovo la bacchetta e con un rapido tocco spense la luce, lasciandoci nella tenue illuminazione della candela posta sul davanzale, la cui fiammella danzava ritmicamente nella fredda notte che avvolgeva l’esterno del nostro piccolo paradiso.

Mi lasciai travolgere dalla calda emozione che stavo provando, gettando letteralmente Moony sul piccolo lettuccio alle sue spalle per poi sdraiarmi lentamente sopra di lui, affondando il mio viso tra i suoi capelli, in modo tale che la sua bocca fu appena a qualche centimetro dal mio collo.  Il suo respiro, che oramai aveva perso la normale ritmicità, scaldava il tratto di pelle che avevo esposta, rendendo ancora più intensa la sensazione di profondo eccitamento in cui ero rapidamente scivolato. Sentivo tutto il mio corpo fremere e gridare perché rispondessi all’estenuante richiamo che la mia natura umana mi stava rivolgendo.

Con mani tremanti cominciai a sbottonare la camicia del mio compagno, esponendone il petto, non muscoloso, ma dalla eccitante solidità. La risposta di Moony non si fece aspettare: il dolce lupo mi tolse febbricitante il maglione, per poi passare a sbottonare anche la mia camicia; a quel punto, il suo modo di fare si fece molto lento e sensuale. Le sue candide mani sganciarono dapprima due bottoni, poi si introdussero tra le stoffa per accarezzare ogni centimetro di pelle che trovavano sulla loro strada; questa operazione durò a lungo, finchè Remus non mi ebbe privato del tutto del capo d’abbigliamento … Così dolce … così sensuale …  Era tutto incredibilmente eccitante …

Guardai Moony : il suo volto e il suo petto ormai nudo, erano percorsi dagli innumerevoli giochi di luce e ombra che provenivano dalla candela portafortuna, posta sul davanzale della finestra.

Sorrisi, pensando alla possibile origine della tradizione di porre candele accese sui davanzali delle finestre la notte di natale; magari l’aveva ideata qualcuno che la notte della vigila, chissà quanti secoli prima, era dedito alla stessa nostra attività.

 

- A che stai pensando? – Chiese Moony con voce appena percettibile

 

- … Penso a quanto mi piaci – Risposi, baciandogli il collo con foga.

 

Remus soffiò graziosamente di piacere, mentre sempre più eccitato,  lasciai scorrere una mano ad esplorare parti decisamente intime e poco solite a visite di esterni. Accarezzai delicatamente il cavallo dei suoi pantaloni, constatando con soddisfazione che anche il mio compagno stava gradendo non poco le mie effusioni.

Senza smettere di assaporare la pelle della sua gola, lottai con la cerniera dei jeans del mio amato: volevo rimirarlo in tutta la sua interezza, desideravo togliere gli abiti che ora mi separavano dalla celestiale visione della persona che amavo completamente nuda. Le mani di Moony, giunsero in mio aiuto, sfilando parzialmente i pantaloni dal proprio corpo e calando i boxer.

 

- Paddy … toccami … - Fece lui, ansante e io lo accontentai, toccandolo prima con imbarazzata indecisione,  poi  con maggiore fermezza … dopotutto Remus era come me … non dovevo fare altro che lasciarmi andare e fare tutto cio che sapeva dare piacere anche a me.

Moony sembrava totalmente abbandonato nelle mie mani: si stava donando a me con tutto l’amore e la passione che aveva: non avrei potuto desiderare da lui maggiore coinvolgimento.

Pian piano anche la mano del mio amante cominciò a farsi strada tra la stoffa dei miei pantaloni, fino a che, anche Moony riuscì ad accarezzare me nello stesso modo con cui io mi stavo prendendo cura del suo sesso.

La sensazione di intenso piacere che mi provocò il solo tocco del mio amato, fu talmente profonda che non riuscii a trattene un grido

 

- Paddy … - Sussurrò Remus diventando improvvisamente teso; eh eh eh in effetti aveva ragione, qualcuno avrebbe potuto sentirci.

 

- Scusa amore … - Risposi baciandogli di nuovo la bocca, mentre le nostre mani continuavano a darci vicendevolmente piacere.

 

Quel calore … quell’eccitazione … mai avrei potuto immaginare che essere in intimità con la persona amata potesse dare una così forte eccitazione. Era qualcosa di straordinario e di sconosciuto; qualcosa che a ogni carezza, a ogni tocco, mi spingeva a chiedere sempre maggiore intimità … sempre maggiore piacere … volevo possedere Remus e farlo mio …

…. totalmente e irrimediabilmente mio.

 

Lentamente mi mossi fino a sedermi tra le sue gambe divaricate, mentre lasciai scivolare un dito in prossimità della inesplorata apertura nascosta tra le natiche del mio amore.

Questa volta però Moony si irrigidì, interrompendo il bacio e bloccandomi il braccio.

 

- Paddy … io … -

 

Nonostante vedessi poco il suo volto, potendo scorgere soltanto cio che i giochi di luce della candela mi concedevano, lo percepii arrossire furiosamente.

 

- Io … io – Continuò - … Lo vorrei tanto, davvero … però ecco … ti prego, non te la prendere … -

 

Era buffo vedere il mio Remus, solitamente così calmo e riflessivo, diventare così agitato e spaurito quando si trattava di questioni così intime.

In effetti non aveva torto;  praticamente stavamo insieme soltanto da due giorni e non sarebbe stato giusto da parte mia forzarlo in alcun modo … e in ogni casomai mi sarei sognato di costringerlo a fare qualcosa di cui non era convinto.

 

- Paddy – Disse con una nota d’inquietudine; sembrava avere davvero paura che mi arrabbiassi a causa del suo rifiuto.

 

- Va tutto bene Moony  – Risposi baciandolo sulla fronte - … Va tutto bene … -

 

Il mio amato lupo mannaro parve tranquillizzarsi e timidamente riprese ad accarezzarmi nella stessa maniera di prima, annebbiandomi ancora una volta i sensi e facendomi perdere completamente la testa.

 

*******************************************

 

Non so per quanto tempo rimanemmo lì, in quel piccolo angolo di paradiso, donando l’uno all’altro cio che di meglio avevamo da offrire; forse due ore o forse più …

So che mi ritrovai disteso nel letto del mio Remus, a deliziarmi del contatto della sua pelle contro la mia. Dopo l’esplosione di passione che aveva seguito le nostre intime carezze, ci eravamo infilati sotto al caldo piumone che avvolgeva il letto di Moony e ora stavamo abbracciati l’uno all’altro, a raccontarci sciocchezze e a sussurrarci dolci parole.

 

Era molto, molto di più di quanto avessi potuto desiderare; anche se non eravamo arrivati fino in fondo, non avevo mai abbandonato me stesso in un’estasi simile; non mi ero mai regalato a qualcun altro con tanta passione e senza falsi pudori … tutto cio che era successo quella notte, era in definitiva la cosa più magnifica che mi fosse mai capitata fino a quel momento in quindici anni di vita.

 

- Forse è meglio rivestirsi – Disse Remus ridendo a una mia  sciocca battuta; una stupidaggine che avevo sentito dire da un compagno agli allenamenti di quiddich una settimana prima. – Credo che tra poco mia madre salirà a dormire e di sicuro passerà a salutarti … non credo che si aspetti di trovare NOI  stesi a letto … - Continuò poi con un sorrisetto malizioso.

 

- Eh eh eh , hai ragione – Risposi gettando la coperta verso i piedi del letto – Sarà meglio ricomporsi … -

 

Ci rivestimmo in fretta, cercando di renderci il più presentabili possibile, cosa che a dire la verità non fu del tutto facile: i nostri visi erano rossi come papaveri e gli abiti alquanto stropicciati; senza contare che a me ancora tremavano le mani … Fu una vera letizia potermi bere la burrobirra che ci aveva regalato la zia di Moony!

Dopo pochi minuti, giusto il tempo che impiegammo per riabbigliarci e sederci sul letto di fronte agli scacchi magici, qualcuno bussò energicamente alla porta: Remus aveva visto giusto, di sicuro sua madre era salita per salutarmi, dato che non l’aveva fatto prima, durante il lavoro.

 

**********************************************************************

 

- Ragazzi! – Esclamò la madre di Remus da oltre la porta, bussando sommessamente.

 

Il mio amato lupo mannaro mi indirizzò uno sguardo divertito e alzatosi, si diresse verso l’ingresso, dove la donna attendeva di entrare, ignara di tutto.

 

- Ragazzi, guardate cosa vi ho portato! – Disse una volta fatto capolino dall’uscio; tra le mani recava una sorta di paniere contenente degli ottimi dolcetti alla crema, che posò sul letto a fianco degli scacchi magici, con i quali stavamo fingendo di giocare.

 

- Spero ti piacciano Sirius! – Disse allegramente – Li ha fatti zia Avelin questo pomeriggio … -

 

- Grazie mille signora! – Dissi  arraffandone prontamente uno … eh eh !!!  tutta l’attività di prima mi aveva mosso un certo appetito …

 

- Sono contenta che ci sia anche tu in questa cittadina - Continuò –  Spero rimarrai qui per tutto il tempo delle vacanze … così sarà più facile per Remus ambientarsi di nuovo … -

 

- Non so per quanto tempo io e i miei genitori ci tratterremo – Risposi continuando a divorare un dolce dietro l’altro, imitato da Moony che a quanto pareva, aveva tutta l’intenzione di recuperare le energie perdute …

 

Rimanemmo a chiacchierare per una decina di minuti, finchè, con un profondo sbadiglio, la donna si congedò da noi, ritirandosi nella sua stanza.

Rimasti di nuovo soli, io e Moony continuammo placidamente a mangiare le focaccine alla crema, in religioso silenzio, finchè Remus non prese la parola.

 

- Sono contento di essermi trasferito qui … - Disse lentamente - … Il posto è bello, gli zii sono meravigliosi e … beh, la mamma sembra molto più serena … -

 

Diedi un sorso di burrobirra dalla mia bottiglia, senza staccare lo sguardo dal mio amico. Mi sentii improvvisamente in colpa, vedendo Moony intristirsi: ero stato talmente felice ed eccitato all’idea di trovarmi a passare una vacanza vicino a lui e mi ero lasciato trasportare così tanto dagli eventi degli ultimi giorni, che quasi mi ero dimenticato dei problemi personali del mio amato. Ero stato veramente insensibile! Dopotutto se Moony si trovava in quella cittadina era perché sua madre era stata licenziata dal vecchio lavoro ed entrambi era stati obbligati a cambiare città.

Mi mossi verso di lui circondandolo con le braccia e facendo aderire una della mie guance alla sua, in modo che potesse sentire il mio calore irradiarlo per tutta la metà del volto.

 

- Hey, che ti prende adesso? – Gli chiesi dolcemente - … Siamo qui, siamo insieme e qualunque cosa possa accaderti, mi avrai sempre al tuo fianco, sono stato chiaro? – Gli dissi strusciando le mie labbra contro il lobo dell’ orecchio.

Avvertii il suo polso aumentare di frequenza, mentre si stringeva ancora di più a me, quasi volesse tenermi legato a lui per non farmi mai più andare via …

Remus lasciò su di me una scia di piccoli baci, partendo dal collo, fino ad arrivare all’apice del mento, per poi risalire lentamente e inesorabilmente verso la mia bocca, dove le sue dolci labbra si posarono sulle mie prima timidamente, per poi approfondire il bacio in maniera sempre più appassionata.

Ricambiai con tutto me stesso, lasciando che le nostre lingue giocassero tra loro in un muto e caloroso turbinio, approfittandone per accarezzare ancora per i pochi attimi che ci rimanevano, il volto meraviglioso del mio lupo mannaro.

Mentre ero nuovamente perso nella stessa estasi di prima e nella mia mente stavano cominciando a prendere di nuovo piede, pensieri assai poco platonici, Sentti Remus sollevare lievemente il volto e sussurrarmi

 

- Paddy … Ti prego solo di una cosa; non giocare con me … per favore … -

 

Mi venne quasi da ridere; IO prendere in giro il MIO Moony? … Dopo tutte le notti che l’avevo sognato; dopo tutte le estati che avevo passato a pensare a lui, dopo tutti i momenti che trovatomi accanto al suo corpo, avevo desiderato di avvinghiarmici contro, di prenderlo tra le braccia e baciarlo … di fare l’amore con lui.

 

- Sciocco … - Gli risposi sorridendo - … Lo sai benissimo che ti amo … -

 

Remus annuì felice, per poi abbandonarsi in un’altra serie di appassionati baci.

Rimanemmo lì distesi a scambiarci effusioni d’amore per qualche attimo ancora, finchè il mio amato lupo mannaro non si mise a sedere a cavalcioni sulle mie cosce, interrompendo il quieto e rilassante massaggio che stava effettuando ai miei capelli, prese a massaggiarmi il petto, soffermando di tanto in tanto le dita sui miei capezzoli, gia turgidi, costringendomi a sussultare e a controllare ogni possibile gemito …

 

- Si è fatto tardi … devi andare … - Disse Moony all’improvviso, proprio mentre io avevo gia preso la decisione di afferrarlo e gettarmi nuovamente sopra di lui, spogliandolo di tutto cio che aveva indosso.

 

- Stai scherzando – Risposi sollevandomi col busto, fino ad arrivare a sfiorare le sue labbra con le mie - … Non vorrai mica farmi uno scherzo simile … -

 

Remus mi prese il volto tra le mani accostando la fronte alla mia

 

- Voglio portarti in un posto … - Disse sorridendo

 

Guardai i suoi occhi luccicare di mille meravigliosi riflessi dorati, dandomi l’impressione di osservare due veri frammenti d’ambra … Come potevo negare qualcosa a una creatura così bella?

 

- Mhfff… - Sbuffai, riallacciandomi la mia camicia - … Ok, ti accontento, ma la prossima volta non mi scappi ok? –

Remus annuì divertito, cercando il suo maglione tra le lenzuola increspate e rialzandosi definitivamente.

 

- Vedrai, ti piacerà … - Concluse riallacciandosi la cintura dei pantaloni e facendomi l’occhiolino.

 

Chissà che aveva in mente?

 

***************************************************************

 

Pochi minuti dopo uscimmo nuovamente in strada, imbacuccati nei nostri caldi mantelli. Il freddo intenso della notte mi raggiunse le ossa, facendomi rimpiangere il dolce tepore in cui mi ero abbandonato soltanto fino a pochi attimi prima, disteso sul letto del mio compagno. Istintivamente cercai la mano di Remus:

 

- Hai freddo? – Mi chiese lui sorridendo, accogliendo la mia mano nella sua e infilando entrambe nell’ampia tasca del suo mantello.

 

- Non ti preoccupare – Gli risposi; in realtà stavo gelando, ma mi bastava ricordare cio che era successo quella notte tra noi due, perché un bizzarro calore mi raggiungesse partendo dai visceri, fino a riscaldarmi tutto il corpo.

 

Percorremmo le stradine imbiancate dalla neve, chiacchierando del più e del meno. Avrei voluto chiedere a Moony che cosa aveva provato durante quella serata trascorsa insieme. Per la prima volta eravamo stati più uniti e intimi che mai … desideravo mi dicesse che era stato bene, che era stata la notte più fantastica della sua vita, ma sapevo perfettamente che il mio Moony era molto timido e riservato; forse tutte quelle cose le stava pensando, a giudicare dal dolce sorriso che gli incorniciava il volto, però non avrebbe mai avuto il coraggio di dirmele in faccia … non ora in ogni caso.

Sorrisi … che tipo complesso era Remus Lupin .. Così misterioso, così riservato …e terribilmente affascinante.

 

- Eccoci, siamo quasi arrivati! – Disse Remus prendendomi sotto braccio.

Eravamo arrivati in fondo alla strada, e una folata di vento gelato mi raggiunse al volto, facendomi battere i denti; davanti a noi si estendeva il mare: un’ombra scura nell’oscurità della notte.

 

- Guarda … - Disse Remus cingendomi i fianchi con le sue braccia, avvinghiandosi strettamente a me. – Non è impressionante? –

 

In effetti, guardandomi alla destra, mi accorsi che ci trovavamo giusto sotto l’immenso dirupo che avevo avuto modo di ammirare quel pomeriggio, in compagnia di Amber Ann. La notte rendeva però tutto ancora più grottesco, facendo apparire la grande montagna, sede della villa del cliente di mio padre, come un immenso gigante scuro, battuto da altissime onde.

Sotto di noi il mare batteva violentemente sugli scogli, spruzzandoci di tanto in tanto di fredda acqua salmastra.

 

- Vieni – Disse Remus prendendomi nuovamente per mano – Più in là si scende fino a una piccola spiaggia … -

 

Lo seguii col fiato in gola, chiedendomi perché il mio amore aveva insistito per trascinarmi li in piena notte.

Proseguendo, notai che la piccola strada costeggiante il mare si restringeva sempre più divenendo via, via sempre più stretta e ripida, per poi terminare in una specie di scala in pietra dall’aria scoscesa e scivolosa, tanto che per proseguire, dovemmo disporci in fila indiana.

 

- Fai attenzione … - Mi informò Moony passando davanti a me – Qui è molto facile scivolare e … - Ridacchiò, facendomi l’occhiolino - … Un bagno in mare a quest’ora non sarebbe un’avventura molto eccitante neppure per noi marauders -

 

- Penso anch’io … -

 

Risi dentro di me, vedendomi davanti l’immagine di James che mi rinfacciava di quanto ero cretino a starmene su di un sentiero scosceso, col rischio di farmi un bagno gelato in mare, invece di darmi da fare a letto con Moony.

 

Finalmente arrivammo alla nostra meta: la ripida scala in pietra finì in una minuscola ma graziosa spiaggetta, molto intima in verità … si sarebbe detto un posto da coppiette se non fosse stato per il clima rigido.

Remus mi trascinò in riva al mare e mi abbracciò. Io cercai istintivamente le sue labbra accostandomi ancora di più al suo corpo e prendendogli il viso tra le mani.

 

- Sei gelato … - Gli dissi con aria di rimprovero – Ti prenderai un malanno … -

 

Remus mi guardò con uno strano sguardo: sembrava molto turbato.

 

- Baciami … - Disse – Baciami e stringimi, te ne prego. –

 

Come non acconsentire alla sua invitante richiesta? Senza pensarci un solo attimo, posai la mia bocca sulla sua, e socchiudendola , feci scorrere la mia lingua sulla mucosa interna delle sue labbra, eccitandomi enormemente, sentendo il suo corpo vibrare tra le mie braccia.

Continuai a tormentarlo con quella dolce tortura per qualche altro attimo, finchè Remus, impaziente di approfondire il bacio, non aprì la bocca, forzandola contro la mia, spezzandomi il fiato e rendendo ancora più roventi i miei sensi.

Per l’ennesima volta quella sera, qualcosa, nelle parti più intime del mio essere, reclamò l’urgenza di afferrare Moony, di stendermi sopra di lui e di farlo mio in tutte le maniere possibili …

Ma non era né la situazione né il luogo adatto per mettere in pratica le mie intenzioni; Moony mi aveva fatto capire che non era ancora del tutto pronto e forse aveva ragione, dopotutto era passato troppo poco tempo, dovevamo conoscerci ancora più a fondo … il mio dolce e coscienzioso Moony doveva essere ben certo dei miei e dei suoi sentimenti prima di affrontare un passo tanto importante.

Improvvisamente, Remus stacco il suo volto dal mio, fissandomi intensamente.

 

- A che pensi? – Mi domandò con una sottile vena di nervosismo.

 

Risi sommessamente, baciandolo sul collo e lasciando una via di piccoli e teneri baci, fino ad addentare con tenerezza e passione il lobo del suo orecchio destro

 

- Stavo pensando a quanta voglia ho di fare l’amore con te … - Sussurrai, in maniera appena percettibile – E mi chiedevo se anche tu desideravi la stessa cosa. –

 

Moony tremò e clinò leggermente il capo dall’altro lato, in visibile imbarazzo.

 

- Paddy … io … - Disse piano, in un tono quasi di scusa.

Il suo riscontrabile nervosismo mi fece tenerezza; non volevo assolutamente che lui stesse male per causa mia e sentii l’esigenza di dargli sicurezza

 

- Non ti preoccupare – Mi affrettai a dire accarezzandogli il pallido viso – Lo so che è giusto non bruciare le tappe … ci siamo appena rivelati i nostri sentimenti e ci sono ancora tante cose da dire … -

 

Remus chiuse gli occhi e tremò visibilmente, appoggiando la fronte contro il mio petto.

 

- Hai freddo? – Gli chiesi, cercando di avvinghiarlo alla meglio nel mio mantello

 

- No … - Sussurrò mentre un singhiozzo lo scosse da capo a piedi - … Non è quello … -

 

Mi sentii gelare dentro, maledicendo la mia boccaccia! non avrei mai voluto rovinare quella notte così speciale … dovevo essere stato veramente insensibile …

 

- Mi dispiace amore, scusami volevo solo… - Gli dissi quanto più dolcemente mi riuscì; che cretino ero stato! Non era giusto forzare Moony a fare o a parlare di qualcosa di cui al momento non si sentiva.

 

- Paddy … - Mi interruppe il mio amato sollevando lo sguardo: i suoi meravigliosi occhi d’ambra erano arrossati dal pianto - … Non ti sei chiesto perché ti ho portato in questo posto? –

 

Lo strinsi ancora più a me.

 

- Che c’entra questo? – Dissi con calma, senza capire.

 

* Moony … perché stai soffrendo in questa maniera? *

 

Il mio Remus chiuse di nuovo i suoi meravigliosi frammenti d’ambra, ora resi ancor più scintillanti dalle lacrime, e reclinò nuovamente il capo sul mio petto; sembrava un cucciolo in cerca di protezione…

 

- Non è la prima volta che vengo in questa cittadina. – Sussurrò Moony  - In verità ci ho trascorso gran parte della mia infanzia … -

 

Lo guardai sorpreso… Dove voleva arrivare?

 

- Qui è dove è successo … - Disse con voce strozzata – E’ stato qui … -

 

Nella mia mente prese forma un’unica terribile ipotesi : che quel luogo fosse …ma no, non poteva essere!

Moony esitò per qualche attimo ancora, respirando affannosamente, come se parlare gli dovesse costare un’enorme fatica, poi infine socchiuse le labbra e ciò che ne uscì mi lasciò senza fiato:

 

- Mio padre è morto proprio qui … dove siamo fermi in questo momento … -

 

Sentii il mio cuore fare uno strano sobbalzo; allora era come per un folle attimo avevo pensato poco prima: se qui Remus aveva assistito alla morte di suo padre, allora voleva dire che quello era anche il luogo in cui aveva ricevuto il morso del lupo mannaro che gli aveva trasmesso la sua stessa maledizione.

 

- Hai capito cosa voglio dire, adesso? – Chiese Remus, sollevando il volto, ma evitando accuratamente il mio sguardo.

 

- Si – Risposi cautamente; avevo capito benissimo che cosa era successo lì tanti anni prima, ma mi sfuggiva il motivo per il quale Remus aveva voluto trascinarmici. Perché rivivere nuovamente quegli attimi così dolorosi? - Perché mi hai portato qui? – Chiesi tristemente, immaginando il dolore che doveva provare il mio amato.

 

Remus si morse le labbra ricacciando indietro un singhiozzo e cercando di frenare le lacrime

 

- Non sarei mai riuscito a tornare qui da solo … - Disse mantenendo lo sguardo fisso sulla scura sabbia - …Quando ho saputo che dovevamo tornare qui in questa città dopo tanti anni, mi sono sentito morire … avrei voluto urlare e rompere tutto quello che c’era nella stanza … capisci? – Disse Remus con voce tremante, sussultando in maniera innaturale - … Ma quando ho saputo che per un miracolo  del destino tu mi avresti raggiunto, allora tutto dentro di me è cambiato  … Ho sentito che accanto a te avrei potuto affrontare ogni cosa … tutto e tutti … anche questo luogo maledetto! – Esclamò forzando le ultime due parole.

 

Un’onda più potente delle altre si abbattè sulla spiaggia con maggiore forza, bagnando assieme a gran parte della battigia, anche le mie scarpe e l’orlo dei pantaloni.

Ma né io né Moony ce ne accorgemmo; niente avrebbe potuto distogliere la mia attenzione dal volto sofferente del mio compagno.

 

* La sua forza e la sua salvezza … la sua forza e la sua salvezza … * Questo avevo giurato a me stesso di essere per lui … e avevo tutta l’intenzione di portare fino in fondo la mia intima promessa.

 

- Insieme affronteremo ogni cosa, Remus – Sussurrai prendendogli il volto tra le mani e asciugandogli le lacrime dagli occhi col palmo. – Insieme … io e te … per sempre … -

Mi avvicinai per cercare di nuovo le sue labbra con la bocca e mi stupii quando, per la prima volta, Moony scostò il suo volto, rifuggendo il bacio.

Sorpreso lo fissai con aria interrogativa …

 

- Cosa? … -

 

- Paddy … Io ti amo … ti amo da morire … - Disse abbandonandosi ad un pianto disperato e lsciandosi cadere in ginocchio – E per questo non posso chiederti di starmi accanto … -

 

Mi inginocchiai davanti  lui, mentre un’altra onda ci raggiunse velocemente, inzuppando anche i nostri mantelli

 

- Ma che stai dicendo? – Gli chiesi disorientato

 

- Ma come puoi non capire? – Gridò lui guardandomi con occhi gonfi di pianto  – Lo vuoi sapere perché non ho voluto fare l’amore con te? –

 

 Istintivamente lo presi per le spalle attirandolo contro di me; Remus cercò di opporre una debole resistenza, ma poi si abbandonò morbidamente tra le mie braccia, come se tutta la pena che stava provando lo avesse prostrato profondamente.

 

- Perché? – Sussurrai sentendo lo stomaco contorcersi dall’ansia

 

- Quando eravamo stesi sul mio letto, ho provato delle emozioni incredibili, davvero … ero così felice… più di quanto avessi mai sperato di esserlo in tutta la  vita … - Disse con aria stanca - … E in quel momento mi sono venute in mente tante cose … -

 

- Quali cose? – Intervenni baciandolo dolcemente sul capo, intuendo improvvisamente dove voleva arrivare.

 

Remus esitò un attimo prima di parlare:

 

- Non credere che sia stato tanto facile per me trattenermi – Affermò – Anche io ero preso da impazzire … in quel senso. Se ho voluto fermarmi non è stato certo perché non mi reputassi sicuro dei tuoi sentimenti per me, nè tantomeno perché non fossi sicuro dei miei nei tuoi confronti … Il fatto è che mi sono chiesto se mi stavo comportando nella maniera giusta con te. Mi sono sentito egoista … egoista e ingiusto. –

 

Mi venne quasi da ridere, ma mi trattenni per timore che Moony si potesse sentire preso in giro da me.

 

- Ingiusto? … verso di me? – Ripetei al colmo della sorpresa

 

- Paddy! – Esclamò Remus con fermezza – Io sono un licantropo e tu lo sai … non posso chiederti di amarmi, addossandoti la mia maledizione! … Questo è il MIO destino, è la MIA condanna e io non sopporterei di vederti soffrire per causa mia … -

 

Sorrisi silenziosamente; avrei dovuto immaginarmelo … il mio dolce, altruista e nobile Moony avrebe sacrificato anche la sua felicità per chi amava; fosse il suo amato o  anche un semplice amico. Come fargli capire che ero pronto ad affrontare le prove a cui la vita ci avrebbe messo di fronte?

 

- Remus … io ti amo … sono diventato un animagus per te … solo per starti accanto, come puoi pensare che per me, la tua condizione possa essere un peso? Se ho condiviso la tua maledizione da amico, posso farlo benissimo anche come … il tuo amore –

 

Remus deglutì, e tirò un lungo respiro

 

- Paddy, questo non è un gioco … non è una delle nostre avventure … qui si parla del nostro futuro – Fece una breve pausa di pochi secondi … ma che a me parvero eterni - Paddy, io non potrei sopportare se un giorno tu mi dovessi dare la colpa per averti condannato a portare assieme a me … il peso di tutto questo dolore…  .

 

Lo afferrai saldamente per le braccia, sollevandolo verso di me e fissando i suoi occhi con rabbia

 

- Mi credi tanto debole? … - Dissi furioso – Se credi che io sia tanto immaturo e smidollato da non potere sopportare tutte le difficoltà a cui ti riferisci … allora è davvero meglio che ci lasciamo! –

 

Remus sgranò gli occhi, e socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono; sembrava spaventato … aveva paura di perdermi?

 

- Dimmi che pensi! … - Gli chiesi piano, alzandomi  – Hai ancora un minimo di fiducia in me o devo andarmene? –

 

- No! – Gridò Moony disperatamente precipitandosi verso di me – Sirius! –

 

Lo accolsi in un caldo abbraccio, mentre si gettava verso di me, chiedendomi se avessi mai avuto veramente il coraggio di interrompere la nostra relazione … e chiaramente la risposta fu negativa.

 

- Io non volevo dire questo …  non è vero che non ho fiducia in te! E’ che io voglio difenderti … DEVO proteggerti da me, capisci? –

 

- Tu non devi proteggermi da nulla - Sussurrai al suo orecchio - … Se proprio devi proteggere qualcosa, allora difendi il nostro amore … -

 

Remus mi guardò; nel suo sguardo lessi tutto l’amore che il mio ragazzo provava per me e tutta la gioia che gli avevano donato le mie parole … mi avvicinai a lui per assaggiare le sue splendide labbra e quella volta Remus ricambiò con tutto il cuore; ora sapeva che sarei andato contro tutto e contro tutti per la nostra storia.

 

- Promettimi che affronteremo ogni cosa insieme e non ci terremo mai nulla nascosto … - Disse lui con dolcezza

 

- Te lo prometto … - Dissi e abbracciati ci dirigemmo verso la ripida scalinata di pietra, per tornare in paese.

Di certo quella parte della serata era stata molto penosa e dolorosa per entrambi, tuttavia ero felice e mentre salivo la fredda pietra, gioivo di una nuova, soddisfacente consapevolezza: Se grazie al mio aiuto, Remus era riuscito ad affrontare il dolore di trovarsi nel luogo che era stato teatro della sua condanna, allora di certo avevo raggiunto il mio scopo.

 

Ero stato e sarei stato davvero anche in futuro … la sua forza e la sua salvezza.

 




 

Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions