Ola a tutti! Ecco a voi un’altra fic!! Naturalmente sul mitico Slam Dunk…come saprete i personaggi non sono miei ma del grandissimo INOUE (inchino…profondo!) e li prendo solo in prestito temporaneamente (se gli chiedo Sendoh me lo regala?) il dubbio è…HanaRu o RuHana? Boh… ammetto che non ci ho mai capito un tubo…per il resto spero che vi piaccia! Un bacione a tutti, e ola by Kuji13! Naturalmente alla prox.!

 


Candele

di Kuji13


La luce mancò all’improvviso.

 

Haruko e Ayako si misero ad urlare, soprattutto la Akagi (ma quanto la odio…NdK) mentre fuori imperversava la bufera e la neve turbinava davanti alla finestra, un lampo ogni tanto squarciava il cielo e in lontananza si sentiva il rombo sordo di un tuono.

 

Miyagi si avvicinò alla bruna manager che si stringeva nelle spalle e la abbracciò piano, cullandola lentamente e cercando di farla calmare.

 

“Aya-chan…ci sono qui io, adesso calmati…su, da brava…calma, così…” la ragazza si rifugiò subito tra le braccia del playmaker.

 

“Ryota, grazie…grazie!”

 

Akagi faceva calmare sua sorella che singhiozzava incontrollatamente, scuotendosi tutta, Sakuragi si passò una mano tra i corti capelli rossi e rimase fermo, non disse nessun “Harukina cara!” non fece niente per consolare quella che fino al giorno prima chiamava “l’amore della sua vita” anzi sbuffò, seccato da tanti piagnistei.

 

/Non facevo Haruko così fifona…sapevo che era dolce, gentile e fragile…ma dannazione è solo uno stupido temporale!/

 

“Ehi gori pensavo…hai delle candele?” Akagi pensò un attimo poi annuì nel buio.

 

“In cucina, primo cassetto a destra, fa attenzione, non si vede nulla ah, ci dovrebbero essere anche dei fiammiferi”

 

“Va bene, aspettatemi qui” lentamente cominciò a muoversi nell’oscurità sperando di non urtare nulla di fragile, trovato il cassetto cominciò a frugarci dentro, trovò tutto quello che gli serviva.

 

Quando tornò di la camminava sicuro, guidato dalla luce tremolante di una candela, dalle ombre si capì che ne aveva messe alcune anche in cucina.

 

“Ce ne sono tantissime, potremo metterle per tutta la casa” suggerì.

 

/Il do’hao ha avuto un’ottima idea…/ pensò Rukawa.

 

“Ehi testa rossa, per una volta hai avuto un’idea intelligente” ridacchiò Mitsui, Sakuragi lo fulminò con gli occhi e gli lanciò una candela che colpì l’ex-teppista in testa “ahi! Sei il solito demente!”

 

“Smettila Mitsui, facciamo come dice Sakuragi” intervenne Kogure sorridendo pacato al suo ragazzo, si divise le candele con il rosso e si trascinò via Mitsui che seguitava a brontolare per la botta “io e lui pensiamo al piano terra…tu e Rukawa andate di sopra”

 

Sakuragi sbuffò mentre Rukawa non disse nulla.

 

Illuminati dalla candela, Sakuragi e Rukawa salivano lentamente le scale, uno vicino all’altro, il rossino tremò dal freddo.

 

“Che hai?” chiese il volpino, e alzando la candela per vederlo in faccia notò che era parecchio impallidito, tuttavia non rispose e ricominciò a salire.

 

Arrivati però sul pianerottolo non era messo meglio, oltre ad essere saltata la luce sembrava che anche il riscaldamento fosse andato in tilt.

 

“Tienimi questa” disse Rukawa, passò la candela all’altro, si tolse la felpa e gliela porse “avanti, mettila”

 

“Ah…beh, grazie” rispose Sakuragi anche se era decisamente sorpreso da quel gesto, da Rukawa si sarebbe aspettato un commentino del tipo “dovevi pensarci prima” o roba del genere, non certo l’appena manifestata generosità.

 

Misero una candela per stanza e qualcuna in più lungo le scale, passando poi per la camera dei coniugi Akagi cercarono qualche coperta per scaldarsi e infine scesero.

 

“Ehi guardate qua!” disse Sakuragi “il tensai è un vero mito!” c’erano esattamente quattro coperte, il che significava che avrebbero dovuto dividerle, Miyagi e Akagi vi avvolsero rispettivamente Ayako e Haruko che già sonnecchiavano ormai tranquille.

 

Mitsui si accoccolò sul divano con Kogure e i due rimasti si scambiarono un’occhiata omicida.

 

“Guarda cosa mi tocca fare” mugugnò Rukawa, contrariato, afferrò l’ultima coperta e si sedette sul divano.

 

“Baka kitsune!” sbottò Sakuragi irritato, possibile che dovesse sempre essere così…così gelido?

 

 

 

Sakuragi aprì gli occhi, era ancora buio pesto, illuminò il quadrante blu dell’orologio e controllò l’ora: le due, e non aveva più sonno, oltretutto Rukawa si era preso tutta la coperta e non aveva cenato.

 

Si strinse nella felpa nera, aveva lo stesso odore dolce-amaro del compagno di squadra, sbadigliò e lentamente si diresse in cucina guidato dalle candele, li prese una sedia e si sedette a guardare fuori, la neve scendeva veloce depositandosi senza far rumore per terra.

 

/Ehi, ma io sono qui per mangiare!/ scattò in piedi e si fiondò sul frigorifero, ma ahimè era semi vuoto /ma il gori non mangia mai?/  richiuse sconsolato il frigo e aprì uno ad uno gli sportelli di legno finché non trovò una tavoletta di cioccolato, non era un granché come cena ma sempre meglio di niente, poi tornò alla sedia.

 

/La neve… com’è romantica…ho sempre sognato un momento così dolce…magari con…Haruko?/ però non ne era più troppo sicuro, in un attimo l’aveva vista per quello che era: una ragazzina piccola e immatura (finalmente…NdK) /prima non ho sentito il bisogno di consolarla… mi ha dato fastidio…e poi, prima…no, non devo nemmeno pensarci…eppure stavo così bene su quel divano…e stare vicino alla volpe…non mi ha fatto schifo! Anzi…/ un rumore di passi lo fece voltare, forse sperava in Haruko?

 

Non lo sapeva neppure lui, ma li, in piedi i capelli arruffati e avvolto nella coperta, c’era Rukawa (ma ve lo immaginate? Assonnato, con i capelli sconvolti, avvolto in una coperta…che carino! NdK SMILE! Mi hai già dimenticato? NdSendoh eh? Sendoh? Che figo…sbav, sbav, sbav…NdK in contemplazione ^^;;;;;;;)

 

“Ehi kitsune”

 

“Do’hao…cosa fai qui?”

 

“Non ho sonno….e avevo fame” Rukawa notò subito lo scintillio della carta argentata della cioccolata, prese una sedia e si piazzò di fianco al rossino, Sakuragi alzò le spalle e tese la mano “toh, mangia…”


“Grazie” in tre secondi era finita, Sakuragi era tornato a fissare la neve ma c’era qualcosa che non andava, decisamente la neve faceva uno strano effetto al volpino, gli aveva prestato la felpa e lo aveva persino ringraziato! Roba dell’altro mondo…

 

“Adoro la neve…a te non piace?” chiese Sakuragi dopo un lungo silenzio.

 

“Non particolarmente…perché a te si?”

 

“Perché…no, niente” abbassò lo sguardo, e in un attimo, Rukawa intravide una piccola lacrima brillare scendere sulla guancia del ragazzo e andare ad infrangersi sulle sue mani.

 

Ciò scosse parecchio il glaciale volpino anche se naturalmente non lo diede a vedere, non aveva mai visto Sakuragi piangere seriamente, escludendo la partita con Kainan, quella gli sembrava tutt’altra espressione, come di un dolore nascosto a fatica.

 

“La neve rende tutto triste”  disse infine il moretto.

 

“A me piace…perché copre tutto e cancella ogni cosa…sa di rinascita”

 

“Ed è fredda” aggiunse Rukawa.

 

“Mi sorprendi kitsune! Sei tu il primo ghiacciolo! E comunque l’estate può essere più fredda quando…quando perdi qualcuno” mormorò e non sapeva se l’aveva detto a se stesso o all’altro.

 

/Ora comincio a capire…/

 

“Chi hai perso?”

 

“Mia madre” quella risposta gelò Rukawa, Sakuragi in quel momento era tutto tranne che se stesso, l’espressione era triste, gli occhi di solito allegri erano spenti.

 

“Scusami” in un attimo il rosso riprese la solita aria, inconsciamente sorrise radioso al compagno di squadra.

 

“Oh, è passato molto tempo…adesso oltre a Yohei sei l’unico che lo sa”

 

Non sapeva il perché, ma Rukawa sentì che in qualche modo doveva ricambiare la sincerità del rossino, respirò a fondo.

 

“I miei non ci sono mai, li vedo due volte all’anno”

 

“Ehi volpe, vivi da solo? Pazzesco…sai cucinare e tutto il resto? Sai…non ti ci vedo a fare il bucato e a stirare!” ridacchiò Sakuragi che si immaginava il volpino con il grembiule e il ferro da stiro in mano.

 

“Idiota!” sbottò Rukawa, eppure non era arrabbiato, aveva capito che era il modo di Sakuragi per sdrammatizzare “che ore sono?”

 

“Le due e mezza quasi…ehi volpe! Sei da record stanotte! Mezz’ora senza addormentarti! E non ci siamo ancora picchiati! Ah, ah, ah! Sono sempre più un tensai!” si erano parlati, parlati sul serio, come due amici, per mezz’ora e senza picchiarsi, arrabbiarsi e cose del genere…niente “comunque mi spiace per i tuoi”

 

“Io da qualche parte…però li ho” rispose Rukawa, Sakuragi era da solo.

 

 

 

Rimasero ancora un po’ senza dire nulla poi Sakuragi saltò in piedi.

 

“Mi è venuto sonno!” annunciò stiracchiandosi, Rukawa lo imitò.

 

“Anche a me”

 

“E quando mai, mi stupisco di stasera!”

 

“Smettila!” nonostante tutto però Rukawa si lasciò sfuggire un sorriso, Sakuragi restò di sale.

 

“Hai…hai sorriso! Dovresti farlo più spesso!” aggiunse poi con noncuranza /E’ ancora più bello quando sorrise…ehi, ma sono impazzito? Però è vero…è bellissimo…ok, basta! Hanamichi spegni il cervello!/

 

“Perché?” chiese Rukawa mentre si dirigevano sul divano.

 

“Perché cosa?”

 

“Dovrei sorridere più spesso” quella domanda spiazzò Sakuragi che arrossì vistosamente e Rukawa vedendolo non poté fare a meno di provare uno strano piacere nel vederlo così confuso, gli faceva quasi…tenerezza…

 

“Ehm…ecco…n-non lo so…”  disse Sakuragi, Rukawa si avvicinò a lui, fissandolo intensamente negli occhi, dapprima il rosso fece di tutto per evitare il suo sguardo, poi cominciò a ricambiare.

 

Il tempo pareva si fosse fermato, gli occhi dell’uno persi in quello dell’altro, non si staccavano quasi fossero incatenati, tutto ciò che c’era intorno era sparito in una nuvola.

 

“Ti farebbe piacere?” chiese il volpino a bassa voce e con una mano, sfiorò quella di Sakuragi che arrossì ancora più di prima, era come imprigionato in quello sguardo solitamente freddo, ma che solo in quel momento si rendeva conto di come invece fosse profondo e intenso; afferrò deciso la mano di Rukawa.

 

“Si, molto” e intrecciò le dita con le sue, il volpino sorrise di nuovo.

 

Nessuno dei due accennava a muoversi finché la coperta scivolò via dalle spalle di Rukawa, entrambi si chinarono per raccoglierla, Sakuragi ci riavvolse il moretto , i visi vicinissimi e arrossati, i respiri fusi in un unico sospiro.

 

Preso il coraggio a due mani Sakuragi alzò la mano libera e sfiorò il volto di Rukawa e disegnò il contorno delle labbra del volpino con le dita prima di avvicinarsi e depositarci un bacio leggero.

 

Appena il rossino si fu allontanato fu Rukawa a prendere l’iniziativa, lo abbracciò e chiuse di nuovo quella bocca con la sua, aggrappandosi alla felpa.

 

 

Dopo quel bacio lunghissimo e altrettanto dolce, si risistemarono sul divano, e Rukawa si accoccolò contro Sakuragi, appoggiando la testa sulla sua spalla, il respiro che s’infrangeva sul suo collo, lunghi brividi percorsero la schiena del rosso che gli accarezzava piano i capelli scuri.

 

“Kaede ascolta, io…” ma Rukawa gli chiuse subito le labbra con un bacio.

 

“Non dire niente” sussurrò “Hanamichi…non adesso” era un momento troppo magico per rovinarlo con le parole, Sakuragi sembrò capire ciò che intendeva il compagno di squadra e non disse più nulla, limitandosi a coccolarlo un po’ e lentamente entrambi scivolarono nel sonno, mentre fuori la neve scendeva silenziosa.

 

OWARI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Ah, ah, ah! Finita! Sono un genio!  Spero vi sia piaciuta, a me scriverla tanto, spero di aver creato una bella atmosfera!!

 

THANKS TO: (in ordine sparso)

 

 

@Frency@ una delle migliori amiche che abbia!

 

Marco che legge i mie lavori in anticipo!

 



 



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