Disclaimer: i personaggi appartengono al sensei Takehiko Inoue
Note: Hana mi è uscito un po' OOC, ma solo un pochino ^^!!
BUON NATALE!!!
La fic non è molto in tema ma è il pensiero che conta giusto ^_^
...
Cambiamento
di Chikara
La palestra era completamente deserta. Tutti i suoi compagni erano tornati
a casa ma lui aveva deciso di restare ad allenarsi da solo. Era diventato
un mago nei rimbalzi, le sue schiacciate erano spettacolari (quando non si
distraeva), il terzo tempo e il tiro in sospensione erano corretti e
grazie ad Anzai aveva imparato a centrare il canestro da ogni punto
all'interno della campana. Tuttavia, i tiri da tre restavano ancora un
mistero per Hanamichi Sakuragi.
Tutti gli avevano fatto i complimenti per come si era comportato durante
il campionato nazionale e molti non riuscivano a credere che giocasse a
basket da soli quattro mesi, ma lui non era ancora soddisfatto. Con gli
amici continuava a fare lo sbruffone ma dentro di se sapeva perfettamente
di non essere un giocatore completo e la strada per raggiungere il livello
di Rukawa, era ancora terribilmente lunga… Rukawa. Solamente pensando quel
nome il suo corpo fu attraversato da piccoli brividi che si trasformarono
in un continuo fremito.
Hana scosse la testa per liberarsi da quei pensieri assurdi e, attento a
non pestare la linea bianca, provò a tirare a canestro; la palla non colpì
nemmeno il tabellone. Il rossino sbuffò sconsolato chiedendosi dove
diavolo stesse sbagliando, andò lentamente a recuperare la palla ma quando
tornò sui suoi passi non poté trattenere un sussulto. Di fronte a lui
c'era Kaede Rukawa e lo stava osservando con i suoi occhi imperscrutabili,
duri come la pietra ma sconvolgenti per le emozioni del rossino.
"Che ci fai ancora qui?" domandò freddamente la kitsune.
"Stavo provando dei tiri da tre e tu? Credevo che fossi tornato a casa!"
"Volevo allenarmi fuori ma ha iniziato a piovere."
Hanamichi non se n'era nemmeno accorto.
"Ok allora ti lascio il campo, tanto per me è inutile."
Sakuragi si rese conto di quanto fossero compromettenti quelle parole,
solo dopo averle pronunciate e avrebbe voluto prendersi a schiaffi da
solo: lui era il genio, nessuno doveva credere il contrario, soprattutto
quella Kitsune surgelata.
Ma Rukawa lo sorprese a sua volta. "Tò…prova a tirare."
Hana afferrò un po' confuso il pallone che il volpino gli porgeva ed
effettuò il tiro, ovviamente lo sbagliò.
"Do'aho sbagli tutto!" Commentò con uno sbuffo il ragazzo moro.
Qualche minuto dopo, la spiegazione di Kaede fu terminata e a
dimostrazione di quello che aveva spiegato, eseguì un tiro a canestro
perfetto. "Adesso prova tu."
Rukawa però, prima che il rossino potesse tirare, si posizionò alle sue
spalle e parlandogli accanto all'orecchio, lo aiutò ad assumere la giusta
posizione. "Piega di più le ginocchia do'aho, le braccia devono stare meno
rigide…mh così."
Il volpino si spostò, lanciò un'ultima occhiata e diede il consenso al
compagno di tirare, la parabola quasi perfetta andò a colpire il ferro.
Senza aspettare l'ordine di Rukawa, Sakuragi corse a recuperare il pallone
e provò di nuovo, si ricordò delle parole del compagno, impose al suo
corpo di seguire quelle regole e la palla come per magia entrò a canestro.
Il rossino si voltò verso Rukawa con un'espressione d'assoluta sorpresa.
"E' entrata?!"
"Mh…do'aho, basta eseguire i movimenti corretti."
"Allora grazie di avermeli insegnati!"
Kami Sama ma era tutto scemo, voleva che la volpe lo scoprisse e capisse
quello che provava per lui? Che gli era saltato in mente di ringraziarlo e
di essere così gentile!
Quando Hanamichi rialzò lo sguardo dalle sue scarpette, sussultò per la
seconda volta: Rukawa si era spostato con la leggerezza di un fantasma e
adesso si trovava a pochi centimetri dal suo viso, con gli occhi
incatenati ai suoi.
Un velo d'imbarazzo andò ad imporporare le guance del numero dieci e
mentre stava per distogliere lo sguardo, una mano candida ed affusolata si
posò sulla sua guancia dorata, costringendolo a mantenere il contatto fra
i loro occhi. Hanamichi, in preda alla più totale confusione, decise di
agire solo seguendo l'istinto e così piegò la testa, accarezzando con la
sua gota la mano del volpino.
Poi accadde tutto in un attimo.
Rukawa si spostò velocemente spingendo Sakuragi finché la sua schiena non
toccò la struttura in ferro del canestro. Sollevò una mano portandola ad
accarezzare quei capelli di fuoco cortissimi e non riuscì a trattenere un
leggero sorriso, gli sembrava di accarezzare il pelo morbido di un
pulcino. Quando se lo sentì dire Hanamichi arrossì ulteriormente e Kaede
non fu in grado di resistere oltre, piegandosi su di lui unì le labbra con
quelle succose dell'altro. Fu un bacio tanto lungo quanto sconvolgente,
che al momento della separazione, lasciò entrambi senza fiato.
Con gli occhi sempre fissi in quelli del rossino, Rukawa gli cinse
possessivamente la vita.
"Ti desidero."
Sussurrò in un soffio sul suo orecchio e per fargli capire meglio il
concetto, strofinò con impeto il ventre teso contro quello del compagno,
che non riuscì a trattenere un gemito a quella devastante sensazione.
Fu la volta del rossino affondare le mani fra quei morbidi capelli di seta
nera e continuando a gemere senza controllo, invocò più e più volte il
nome del compagno. I suoi occhi scintillavano di malizia ma le gote rosse,
denotavano tutta la purezza e l'innocenza di quella creatura fatta di
luce.
Kaede non parlò più, i richiami di Hanamichi avevano mandato completamente
in black out la sua mente e adesso esistevano solo la sua pelle, le sue
labbra, il suo profumo e i suoi gemiti. La canottiera finì in un secondo
sul pavimento, lasciando libera la bocca del volpino di assaggiare golosa
il petto scolpito del compagno. Un gemito più forte s'infranse nella gola
profumata di Rukawa quando le mani di questi s'impossessarono con impeto
dei glutei modellati nel marmo di Hanamichi.
" Kami Kaede!" Fu il grido strozzato di Sakuragi.
"E' una vita che sognavo di farlo."
Tornarono a baciarsi con passione mentre le mani di Rukawa si spostarono
sul davanti, iniziando a giocare con la virilità tesa del compagno che fu
scaraventato definitivamente verso il punto di non ritorno.
Boxer e pantaloncini scivolarono a terra e Kaede si lasciò cadere in
ginocchio sul parquet per godere a pieno di quella meraviglia pulsante.
Leccò con movimenti ipnotici della lingua l'interno coscia, si soffermò a
lungo sull'inguine, cosparse l'asta di baci leggeri e piccole lappate e
infine mordicchiò i testicoli tornando poi sulla punta.
Le gambe del rossino sembravano fatte di gelatina e i gemiti languidi che
uscivano dalla sua bocca testimoniavano il folle piacere che in quel
momento stava provando. Inarcò violentemente la schiena quando si sentì
avvolgere completamente dalla bocca sapiente del volpino e per non cadere
sollevò le braccia sopra la testa, afferrando saldamente uno dei tralicci
di ferro che componevano l'intelaiatura cui era appoggiato.
Intanto i movimenti di quella bocca si erano fatti più veloci e insistenti
e Hanamichi non si era accorto nemmeno che un dito del volpino si era
intrufolato nella parte più intima del suo corpo. Notò la differenza
quando al primo ne seguirono un secondo e un terzo, ma non provò dolore.
Quelle dita che frugavano e si muovevano delicatamente dentro di lui erano
fonte di un nuovo piacere così, pochi istanti dopo, Sakuragi si svuotò
nella bocca di Kaede che succhiò avidamente ogni stilla che fuoriusciva
dal corpo bollente del suo amante.
Rukawa estrasse lentamente le dita dalla fessura del rossino, riportandosi
in piedi davanti a lui. Accarezzò le braccia ancora tese sopra la sua
testa fino ad arrivare al petto e mentre la bocca era calata di nuovo a
divorare quella dell'altro, il ventre ormai duro come la roccia, andò a
stuzzicare quello di Hanamichi che impiegò una manciata di secondi per
eccitarsi di nuovo.
Le braccia abbronzate si chiusero attorno alle spalle larghe del compagno
che esitò ancora un istante sullo sguardo offuscato del rossino.
I dubbi tuttavia furono dissipati quando con un sorriso da bambino
Hanamichi mormorò: "Ora, prendimi adesso Kaede non ce la faccio più!"
Rukawa rispose al sorriso ingenuo di Sakuragi con un altro carico di
malizia e desiderio poi, con un colpo di reni, sollevò il corpo
dell'amante portandolo sopra la sua virilità.
Le gambe lunghe e affusolate di Hanamichi si cinsero all'istante dietro la
schiena di Kaede mentre le braccia tornarono alla loro posizione
originaria sopra la testa, per non gravare troppo sul volpino.
Un lungo gemito riempì la palestra quando Rukawa penetrò Sakuragi e
procedendo lentamente, non si fermò finché fu entrato completamente.
Allora tempestò il suo volto e il suo collo di baci, salì a stuzzicargli
il lobo dell'orecchio mentre la mano destra prese ad accarezzargli con
decisione il membro fintanto che non lo sentì rilassato.
Il volpino assestò così la prima spinta leggera e Hanamichi mugolò
qualcosa che non era propriamente dolore.
Incoraggiato da quella reazione, baciò la sua fronte e spinse di nuovo,
riuscendo questa volta a distinguere chiaramente una scintillante saetta
di piacere che squarciò il velo di lacrime che offuscava gli occhi del suo
amante.
Finalmente era arrivato il momento di dare libero sfogo alla passione e
godere a pieno delle sensazioni meravigliose che il corpo morbido e
bollente di Hanamichi gli offriva.
Il rossino inarcò violentemente la schiena e si spinse verso la virilità
di Kaede. Voleva che toccasse ancora quel punto dentro di lui, quell'interruttore
magico che aveva propagato per tutto il suo corpo, una scossa di piacere
che mai nella vita aveva provato e che gli faceva gridare forte il nome
del suo compagno, implorandolo di continuare, di prenderlo sempre di più e
più a fondo.
Poi, dopo aver raggiunto l'estasi, venne per la seconda volta nella mano
di Kaede, mugolando piano quando sentì il proprio intestino invaso dal
seme ustionante della kitsune.
Le braccia ormai intorpidite si staccarono dalla loro presa e tornarono ad
abbracciare il collo di Rukawa mentre questi si lasciava cadere per terra,
continuando a tenere stretto al suo petto, il corpo tremante del suo
compagno.
Un rumore assordante interruppe improvvisamente il suo riposo. Hanamichi
sollevò stancamente un braccio e andò a spengere la sveglia che urlava
impietosa sopra il suo comodino. La sera prima si era scordato di
disattivarla, troppo stanco dopo il lungo viaggio che lo aveva ricondotto
a casa dai campionati, ma adesso poteva continuare a riposare un bel po'
visto che era ancora in vacanza.
Si accucciò di nuovo fra le lenzuola e chiuse gli occhi, pronto a
riprendere il suo sonno da dove era stato interretto. Tuttavia, due
secondi dopo aver formulato questo pensiero, i suoi occhi si spalancarono
all'inverosimile e si portò a sedere sul letto scattando come una mola.
POW HANA
Calma Hanamichi, rifletti ti sarai sicuramente sbagliato. Allora
ricapitoliamo: ho sognato che ero in palestra, e fin qui tutto ok. Mi
stavo esercitando sui tiri da tre, dal momento che gli altri li eseguo
correttamente, però non mi riuscivano molto bene. E anche questo non è
molto strano, visto che ancora Anzai non ha voluto insegnarmi la tecnica
giusta.
Dunque, io ero lì che tiravo, tiravo e pensavo, sì pensavo!
Ma a chi?
Ca**o pensavo a quella malefica bestiaccia congelata!
Ma certo, sarò stato furioso perché non mi riuscivano i canestri e non mi
andava giù che al malefico entrassero con tanta naturalezza, sì deve
essere senz'altro così!
Poi vediamo cosa è successo, ah già! La Kitsune è entrata in palestra
facendomi prendere un mezzo infarto ed io…io…non ci posso credere, gli ho
confessato di essere un disastro!
Ma che razza di sogno ho fatto!
Non esiste che il genio si abbassi a simili livelli soprattutto con la
kitsune.
Rukawa però invece di offendermi o prendermi in giro mi ha aiutato con i
tiri e questo è veramente assurdo. Quell'iceberg ambulante pensa solo ed
esclusivamente a se stesso e al suo sogno di gloria, non sprecherebbe un
solo istante dei suoi preziosissimi allenamenti per aiutare un altro.
Comunque io ho imparato come al solito alla velocità della luce e poi alla
fine degli allenamenti…alla fine degli allenamenti…io…io…MA CHE RAZZA DI
DANNATISSIMI SOGNI VADO A FARE!
Io mi sono lasciato sbattere da Rukawa!
Ma come mi è saltato in mente una cosa simili, oh Kami sono malato ho
bisogno di uno psicologo, meglio di una lobotomia!
Non solo sogno di fare sesso con un ragazzo, ma oltretutto sogno pure di
essere…
Oh Kami Sama!
Però aspetta, ieri con l'armata ci siamo messi a parlare di come fanno
l'amore i gay. Molto probabilmente mi sono lasciato sconvolgere dai loro
discorsi, sono un tipo piuttosto impressionabile quando si tratta di sesso
e roba varia…però…però …proprio Rukawa dovevo andare a scegliere e perché
ho sognato d'essere io l'uke?
Accidenti non ci voglio più pensare tanto non mi è nemmeno piaciuto, no,
infatti, è stato…è stato talmente brutto che…mi sono eccitato veramente e
sono venuto nelle mutande!
Basta adesso mi alzo e non ci penso più, è tutta colpa dei miei ormoni
impazziti. In fondo è normale che succedano cose simili a sedici anni no?
Certo, certo deve essere assolutamente così.
########
Convintosi di quella teoria, il rossino si alzò, fece una lunga doccia e
uscì per fare due tiri a canestro, prima di raggiungere i suoi amici sulla
spiaggia.
La giornata con loro trascorse tranquillamente o meglio fu un vero casino
come sempre e il rossino si scordò completamente dell'incidente avvenuto
in sogno quella notte. Dopo un'abbuffata esagerata al chiosco di Yamamoto
e un po' di scorribanda per le vie deserte della città in piena notte, i
ragazzi si salutarono tornado ognuno alle proprie abitazioni.
"Sicuro Hana che non vuoi venire da me, non è un problema!" chiese Yohei
alla fine di quella giornata.
"No, grazie, domani riprendo il lavoro, devo alzarmi presto e non vorrei
disturbarti inutilmente."
"Ok, allora ci vediamo."
"Sì a domani."
Dopo aver salutato il suo migliore amico, Sakuragi entrò in casa, si
spogliò velocemente e andò a dormire.
Qualche minuto dopo i sogni tornarono a fargli visita. Rivide la spiaggia
vicino a casa sua, i propri amici che si divertivano a fare un casino
allucinante e un volpino che, cogliendolo di sorpresa, lo afferrò per un
braccio chiudendosi subito dopo in una delle cabine per il cambio degli
abiti. Poi, il sogno fu molto simile a quello dell'altra notte. L'unica
differenza sussisteva nel fatto che ora erano stesi per terra e Kaede si
muoveva dentro il suo corpo da sopra di lui.
Sakuragi si svegliò subito dopo l'orgasmo in stato di shock per quello che
aveva sognato e in quello stato d'agitazione trascorse il resto della
notte rotolandosi nel letto.
Il pomeriggio dopo in spiaggia.
"Hana ma che ti succede, hai una faccia!" commentò Mito, vedendo il suo
amico con gli occhi cerchiati da un livore preoccupante.
"Sono stanco morto", spiegò il rossino lasciandosi cadere in modo esausto
sulla sdraia, "il capo, anche se era il primo giorno di lavoro, mi ha
fatto consegnare un milione di giornali e questa notte non sono riuscito a
dormire molto bene."
"Ti capisco, con questo caldo!"
"Già si soffocava, adesso mi stendo qui e mi faccio un bel sonnellino, dì
agli altri che se mi svegliano sono uomini morti."
Cinque minuti dopo però, Hanamichi sobbalzò sul lettino in cui era
coricato facendo preoccupare l'amico. "Qualcosa non va?"
"No, no, solo un brutto sogno."
Fortunatamente si era svegliato al primo bacio.
"Effettivamente non è che mi senta molto bene", confessò strofinandosi gli
occhi per riacquistare un po' di lucidità, "sono davvero stanco, io vado a
casa."
"Aspetta ti accompagno" si offrì premurosamente l'amico.
"No dai, non voglio…"
Ma prima che terminasse di parlare, Yohei lo interruppe. "Non è un
problema anzi, oggi quei matti stanno proprio esagerando."
I ragazzi trascorsero il resto del pomeriggio assieme, prepararono una
cenetta veloce e poi si stesero nel divano a guardare un po' di tv.
Il rossino distolse lo sguardo dal televisore e rivolgendosi all'altro:
"Ti fermi a dormire qui vero?"
"Ok."
Mito comprese immediatamente che l'amico era turbato da qualcosa e non si
tirò in dietro.
Nel cuore della notte, infatti, fu svegliato di soprassalto da un grido di
Hanamichi e quando si fu alzato dal suo futon, lo trovò tutto
raggomitolato sul letto che piangeva come un bambino.
Era da quando era morto suo padre, due anni prima, che non lo vedeva
piangere e Hanamichi non lo faceva mai senza un motivo veramente grave.
"Hana" lo chiamò preoccupato Yohei "ehi, che succede, perché piangi?"
"No…non mi toccare."
Il ragazzo moro ritrasse la mano, sorpreso da quella reazione.
"Mi dici che ti sta succedendo?" continuò incalzante " Non ti posso
aiutare se non parli!"
"Io, io sono malato."
Gli occhi di Yohei si spalancarono e il suo corpo cominciò a fremere
impercettibilmente.
"Kami Sama, Hana, è grave, che cosa hai, è il cuore? Ti da gli stessi
problemi di tuo padre? Eppure il medico ci ha assicurati che la sua non
era una malattia genetica anche se…"
Il rossino interruppe quel fiume di parole senza però avere il coraggio di
guardare l'amico negli occhi. "No, non è il cuore, è la mia mente che è
sbagliata, sto cominciando ad impazzire."
"Ma che dici, perché sostieni una cosa simile?"
"Ti è mai capitato di sognare di fare sesso?"
"Una notte sì e l'altra pure, che c'è di strano alla nostra età?"
"Ti è mai capitato di sognare di fare sesso…con un RAGAZZO?" Hanamichi
aveva il viso in fiamme per l'imbarazzo.
"Ehm…eh…no…questo no però…"
"Eco lo vedi! Io lo faccio tutte le notti" esplose disperato "e non ne
posso più, è una cosa orribile, sono stanco morto perché non voglio più
dormire e fare quei sogni perversi, non ce la faccio più, sto diventando
matto."
Yohei rimase un attimo in silenzio, la situazione era seria ma non poté
fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Hana era come un fratello
per lui e il pensiero di perderlo lo soffocava. Adesso dovevano solo
verificare una cosetta.
"Aspettami qui" ordinò in maniera lapidaria Yohei.
"Dove vai?"
"Non ti muovere, non fare niente, non pensare a niente, tra mezzora al
massimo sono di nuovo qui."
Sakuragi fece quello che gli era stato detto dall'amico e meno di venti
minuti dopo Mito era di nuovo con lui.
"Che cosa hai in quella busta?" domandò incuriosito il rossino.
"Videocassette."
"Che…che significa videocassette?"
"Ovviamente, tu non hai nessuna malattia né stai diventando pazzo, devi
semplicemente verificare se sei etero oppure gay" dichiarò l'amico.
"Ma…ma…io non voglio essere gay…io sono innamorato di Haruko!"
"E che fine ha fatto Haruko in queste notti?"
"Non lo so, probabilmente è solo una mia suggestione o un…"
"Andiamo" lo interruppe bruscamente "non dirmi che il grande Tensai
rinnega ciò che è per paura di affrontare qualche piccolo cambiamento e un
po' di difficoltà!"
A quelle parole Hanamichi s'infuriò gridando contro l'amico che non era
affatto un codardo e che avrebbe sempre agito di conseguenza.
"Quindi dammi la busta e andiamo a vedere questa roba" ordinò bruscamente
strappandogli il sacchetto dalle mani.
Giunti in soggiorno, infilarono una cassetta a caso nel videoregistratore
e partì il filmato hard che riguardava una coppia etero. Quando la
riproduzione ebbe fine, Yohei si voltò verso l'altro e lo trovò rosso come
un'aragosta per il turbamento.
"Allora?" Gli domandò in ansia per l'amico.
"Allora che?" Chiese a sua volta il rossino con le gote che gli fumavano.
"Ti è piaciuto?"
"Beh…"
"Devi essere sincero!"
"Come fai a giudicare un porno? Che ti dico, sì la trama era molto curate
e le musiche azzeccate, gli attori poi erano così espressivi…"
Yohei alzò gli occhi al cielo esasperato. "Allora ti faccio una domanda
più facile…ti sei eccitato?"
Il volto del rossino era un tutt'uno con i suoi capelli cremisi e non
riusciva a parlare.
"Questa è facile Hana o sì o no!"
Sakuragi abbassò il capo e con gli occhi puntati sul tappeto sibilò un no
che Yohei riuscì a malapena a sentire.
"Adesso mettiamo l'altra ok!" Propose Mito leggermente preoccupato
dall'espressione confusa del compagno.
Quando anche il video gay terminò, fu Hanamichi a porre quella domanda
all'altro e il moretto gli diede la sua stessa risposta.
Sakuragi si lasciò cadere in dietro sul tappeto buttando fuori tutta
l'aria dai polmoni.
"Kuso… Yohei il tuo migliore amico è finocchio!"
A quelle parole Mito non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una
fragorosa risata.
"Ti fa tanto ridere?" domandò piccato Hanamichi.
"Beh un po' sì, se penso a tutto il tempo che hai sprecato correndo dietro
a quelle ragazze, sono stato uno scemo a non capirlo prima, al
cinquantesimo rifiuto avrei dovuto cominciare a sospettare!"
"Accidenti che casino."
"Andiamo Hana non è poi la fine del mondo, devi solo resettare il cervello
e lasciarti andare. In fondo l'istinto del tensai è sempre infallibile
no!"
Solo allora Sakuragi si rese conto quello che Yohei stava facendo per lui
e di nuovo scoppiò a piangere come un bambino.
Mito scese a sua volta sul tappeto e abbracciò forte quel gigante
casinista che in quel momento sembrava un cucciolo arruffato e sperduto.
"Hana non piangere dai" lo consolò Yohei.
"Non sono… sig… disperato."
"E allora che piangi a fare?"
"Sono… sig… sono felice di avere un amico come te!"
Yohei sorrise e abbracciò forte il rossino.
"Hai capito subito dove era il problema" continuò Sakuragi trattenendo a
stento i singhiozzi "e hai trovato una soluzione, sei pure andato a
noleggiare i video, io sarei morto dalla vergogna!!"
Yohei ridacchiò pensando agli espedienti del tensai per prendere le
cassette senza farsi notare e riconoscere.
"E soprattutto hai accettato la mia natura senza giudicarmi né
allontanarmi. Sei una persona incredibile e sono contento che tu sia il
mio migliore amico."
"Hana non dire così altrimenti…sig…altrimenti mi commuovo."
Ma appena ebbe terminato di parlare anche il moretto si mise a piangere,
felice per quelle dolci parole.
La mattina seguente finalmente Hanamichi si svegliò tranquillo e riposato.
Quella notte in lui era avvenuto un gran cambiamento ma non era
spaventato, dopo tutto era il tensai e avrebbe superato anche quella
situazione nuova.
Lasciò Yohei addormentato in camera sua e si spostò in cucina per
preparare la colazione. Quando ebbe finito di mangiare, lasciò un
messaggio all'amico avvertendolo che era uscito per il lavoro e che si
sarebbero incontrati come sempre più tardi.
Il resto delle vacanze trascorse con serenità ma quando la scuola
ricominciò, la situazione peggiorò notevolmente. Durante il periodo di
pausa, infatti, non aveva più avuto occasione di rivedere i suoi compagni
di squadra quindi nemmeno Rukawa. Quando però il primo giorno di scuola lo
vide percorrere il cortile dello Shohoku con tutta la sua fredda eleganza,
si sentì come se qualcuno lo avesse colpito con tutta la sua forza sullo
stomaco e per un lungo istante gli mancò l'aria.
"Aspetta un po', scommetto che tutto ad un tratto ti è tornato in mente
chi era l'ombra misteriosa nei tuoi sogni a luce rosse?" domandò
sarcasticamente Yohei.
Hanamichi si voltò di scatto verso il moretto con le gote arrossate. "Che
stai dicendo?"
"Sto dicendo che sei stracotto di Rukawa, quando lo hai visto per poco non
ti serviva una rianimazione!"
"Ma che dici lui è la Kitsune malefica te ne sei dimenticato, io odio quel
tipo!"
"Sì, sì come no, pensa se adesso venisse qua, ti trafiggesse con quei suoi
occhi di ghiaccio e ti dicesse: - Hana, sei tutta la mia vita e ti
desidero da impazzire-"
Il rossore soffuso diventò un incendio che divampò fino alle orecchie
dell'amico, facendo scoppiare a ridere Mito.
"Non c'è niente da ridere brutto bastardo" gridò offeso Sakuragi "ti rendi
conto che mi sono innamorato dell'unica persona al mondo che non potrà mai
corrispondere i miei sentimenti!"
L'urlo diventò un lieve sibilo e la risata del ragazzo accanto a lui si
spense immediatamente.
"Hana, no ca**o, credevo che ti piacesse solo fisicamente, non pensavo che
tu, sì insomma, che ti fossi innamorato di lui, mi dispiace."
Hanamichi scosse la testa per rassicurare l'amico e per impedire alle
lacrime di scendere.
"Non ti preoccupare, anche io credevo che la mia fosse solo attrazione
fisica. Mi sono reso conto di quello che provo per lui solo adesso. Non
sto dicendo che è stato un colpo di fulmine, però quando l' ho rivisto ho
compreso che Rukawa è sempre nei miei pensieri."
"Già, altro che odio eterno, eri cotto da un pezzo e non te n'eri nemmeno
accorto!"
Il rossino si appoggiò contro l'albero lasciandosi scivolare a terra.
"Accidenti e adesso come faccio, non riuscirò mai a togliermelo dalla
testa" dichiarò sconsolato.
"E perché dovresti farlo scusa?"
"Rukawa non è interessato a queste cose, pensa solo al basket e
all'America" spiegò tristemente il rossino "molto probabilmente se gli
dichiarassi i miei sentimenti non mi umilierebbe come hanno fatto quelle
ragazzine -lui è superiore a queste cose- si limiterebbe a sbuffare un do'aho
di sufficienza aggiungendo che non ha tempo per simili sciocchezze. E
questo Yo, mi farebbe più male di un pugno o di diecimila rifiuti,
capisci?"
Il moretto fece un cenno affermativo con la testa, effettivamente era
improbabile che Rukawa ricambiasse i suoi sentimenti: primo perché era un
ragazzo, secondo perché quel frigorifero era ossessionato solo dal suo
pallone arancione.
"Io non posso darti un buon consiglio perché sono uno sfigato e non ho
molta esperienza, però promettimi una cosa!" disse improvvisamente serio
Yohei.
"Cosa?"
"Rimani sempre come sei e non cambiare per lui."
Hana sorrise mentre si rialzava con un agile scatto da terra. "Ti prometto
che sarò sempre me stesso però… non so proprio come mi faranno reagire i
sentimenti che provo per lui, quindi molto probabilmente farò delle cose
strane."
Yohei ridacchiò. "Sono sicuro che ci sarà da divertirsi!"
"Stronzo."
"No… solo un po', in ogni caso Hana non ti preoccupare, segui sempre il
tuo istinto."
"Quello del Tensai che non fallisce mai! Ah Ah Ah"
"Che scemo… andiamo, se arriviamo in ritardo il prof ci spenna."
Il resto della giornata trascorse tranquilla e noiosa come sempre poi,
quando la campana avvertì tutti che le lezioni erano terminate, Sakuragi
si alzò dal banco stiracchiandosi e sbadigliando.
"Oggi quello di storia voleva ucciderci ne sono convinto!" dichiarò
Takamiya con tono piagnucolante.
"Già" confermò Hanamichi
"Ma se ti sei dormito tutta quanta la spiegazione" lo smentì prontamente
Noma "per poco non cadevi dalla sedia!"
"Accidenti gli allenamenti se non mi sbrigo faccio tardi!"
"Sì, sì scappa tanto ti riprendiamo dopo!" Lo prese in giro Okuso mentre
l'amico se la dava a gambe.
Quando Hanamichi entrò negli spogliatoi, trovò tutti i suoi compagni e
inevitabilmente riprese a fare il buffone: "Su con la vita ragazzi, il
Tensai è di nuovo fra voi!"
"Non me lo ricordare, deficiente!" mormorò Ryota con ben poco entusiasmo.
"Su, su tappetto, non sei emozionato? Fra poco scoprirai tutti i progressi
del mitico gen…"
La frase non fu terminata perché un poderoso pugno piombò nella testa del
rossino.
"Maledetto gorilla la smetti di darmi pugni in testa senza motivo!"
"C'è sempre un motivo per darti un pugno in testa, adesso muoviti a
cambiarti" gli ordinò Akagi con un tono che non ammetteva repliche.
Il numero dieci continuò a borbottare mentre si toglieva la divisa
scolastica per indossare canottiera e pantaloncini, quando fu pronto
s'incamminò verso la palestra ma sulla porta andò a sbattere contro
qualcuno.
"Sta più…"
Le parole gli morirono in gola.
"Do' aho."
Sakuragi distolse all'istante gli occhi da quelli del volpino e facendo
rimanere di stucco tutti quanti uscì dagli spogliatoi, senza sbraitare
contro le volpi congelate e senza delirare su la superiorità del genio
indiscusso del basket.
"Beh, che gli prende?" domando sorpreso Mitsui.
Ryota guardò l'amico alzando le spalle e scrollando la testa: non n'aveva
la più pallida idea.
Gli allenamenti procedevano tutto sommato bene. Hanamichi aveva fatto un
paio di figuracce e qualche battuta scema, ma i compagni non erano stati
costretti ad interrompersi nemmeno una volta per separare il rossino da
Rukawa. Addirittura non rispondeva neanche alle sue provocazioni ad
eccezione di qualche: -Chiudi il becco baka kitsune-.
La cosa più incredibile, però, accadde quando entrò in palestra Haruko con
le sue amiche: Sakuragi non si accorse nemmeno della sua presenza.
"Ragazzi, mi sapete dire perché gli occhi di Hanamichi non si sono
trasformati in due cuori pulsanti, perché non ha iniziato ad allagare la
palestra e a gridare: - Harukina cara- come un deficiente?" domandò
incredula la manager.
"Io no, è inconcepibile anche per me!" confermò a sua volta Ryota.
"Avrà ricevuto un colpo in testa durante le vacanze." Fu l'improbabile
ipotesi della guardia.
"Di che vi lamentate!" intervenne in fine il capitano "finalmente quell'idiota
ha messo la testa a posto, erano secoli che non facevamo un allenamento
come questo."
"Sì però io sono preoccupata" insisté Ayako "non vorrei che gli sia
successo qualcosa di grave che lo preoccupi."
I ragazzi decisero di saperne di più così si avvicinarono al rossino che
stava svolgendo i suoi esercizi di palleggio.
Sakuragi, intanto, borbottava lamentandosi come sempre dell'inutilità dei
fondamentali e si arrabbiava con gli amici dietro di lui che lo prendevano
in giro.
Il primo a parlare fu Mitsui: "Ehm, Hana senti, non ti sei accorto che è
entrata l'Akagi?"
"Sì certo" rispose l'interessato "non sono mica cieco!"
"E perché non sei corso a salutarla?" continuò l'interrogatorio Ryota.
"Ma l' ho salutata con la mano"
"Lo so però, sì insomma in genere non ti limitavi a questo."
"Ah ho capito a cosa vi riferite. Prima facevo il deficiente con lei
perché mi piaceva."
"E adesso non ti piace più?" chiese esterrefatta la guardia.
"No, mi sono accorto che è solo un'amica non provo niente per lei, anzi
non ho mai provato niente."
"Oh Kami Sama!" Esclamò a quel punto Ryota "è più grave di quello che
credevo."
"Ma che dici?"
"Sei strano Hanamichi, va tutto bene?" lo interrogò preoccupato il
vicecapitano.
"Tutto benissimo ragazzi ve lo giuro sulla testa del tensai!"
Mitsui sbuffò ma continuò con le domande: "E a cosa sarebbe dovuto questo
cambiamento?"
"Dopo i campionati nazionali ho capito che il basket mi piace sul serio e
così ho deciso di lasciar stare il resto per allenarmi seriamente, tutto
qua!"
Akagi, che gironzolava lì intorno facendo finta di non sentire, corse ad
abbracciare il kohai e con i lucciconi agli occhi esclamò: "Bravo
Hanamichi così si parla, il tuo capitano è orgoglioso di te!"
"Ehi Gori che ti prende lasciami immediatamente, lasciami, ti ho detto di
lasciarmi!"
E mentre gli altri se la ridevano a crepapelle, Rukawa dall'altra parte
del campo, continuava a provare le sue micidiali schiacciate
infischiandosene del resto del mondo.
"Bene, venite tutti qui" li richiamò il capitano "orai facciamo una
partita. Allora Rukawa, Kogure, Shiozaki, Yasuda ed io saremo la squadra
gialla; Mitsui, Sakuragi, Ryota, Kakuta e Ishii la rossa. Forza iniziamo!"
Era la prima volta che disputavano una partita d'allenamento dopo il
rientro dalle vacanze e Sakuragi aveva qualche problema a marcare il suo
avversario.
"Maledetto idiota, te lo sei lasciato scappare come un bambino!" gli gridò
dietro Mitsui mentre l'asso dello Shohoku schiacciava la palla a canestro.
Hanamichi non riuscì a ribattere niente, Mitsui aveva ragione, non aveva
nemmeno provato a fermare Rukawa, per paura di un contatto troppo
prolungato.
Ecco uno degli effetti "collaterali" dei suoi sentimenti capricciosi,
aveva paura di toccare la kitsune non sapendo come avrebbe reagito il suo
corpo.
Ryota invece fu più gentile e dandogli una pacca sulla spalla, lo
incoraggiò: "Su Hana che ti prende? Non hai sempre desiderato far vedere a
Rukawa chi è il migliore, questa è la tua occasione!"
Sakuragi scosse la testa sorridendo all'amico. "Sì scusa, la prossima
volta lo blocco."
Per non deludere i suoi compagni e per orgoglio personale, il numero dieci
mise da parte i sentimenti e cercò di concentrarsi solo nella partita.
Rukawa era certamente più veloce ed esperto di lui e nonostante gli sforzi
del rossino riusciva sempre a giocarlo. Tuttavia, la stoppata clamorosa
che il rossino fece ad un'altrettanto spettacolare schiacciata del
volpino, cancellò tutte le precedenti figuracce, lasciando la palestra
interdetta per un lungo istante.
Il grido di Yohei però richiamò subito l'attenzione di tutti: Hana era
saltato molto in alto per fermare Rukawa ma aveva messo un piede in fallo
quando aveva toccato terra, cadendo così nel parquet.
"Hana accidenti ti sei fatto male?" si preoccupò subito la mamma-chioccia
della squadra.
Sakuragi si teneva la caviglia dolorante. "No, solo una distorsione,
riesco a muoverla nonostante il dolore."
"Bene, ma sarà meglio andare a mettere del ghiaccio in quella caviglia."
"Sì."
"Lo accompagno io negli spogliatoi" si offrì immediatamente Mito e Kogure
lo ringraziò.
Quando il moretto s'incamminò verso gli spogliatoi sostenendo l'amico per
la vita Ayako lo seguì a sua volta. "Vengo con te."
Yohei posò il rossino in una panca mentre Ayako, presa la bomboletta
d'azoto liquido, s'inginocchiò ai piedi del compagno per occuparsi della
sua caviglia.
"Hai fatto un'azione incredibile Hana!" affermò esaltata la ragazza
"Rukawa ti ha guardato con certi occhi, non riusciva a capacitarsene
nemmeno lui!"
A quelle parole Hana fu scosso da un tremito che Ayako interpretò in
maniera sbagliata. "Ti ho fatto male scusa!"
"No, no non ti preoccupare." La tranquillizzò il compagno.
"Ti faccio una fasciatura."
"Non ce n'è bisogno grazie, vorrei farmi una doccia e poi adesso non sento
più dolore è stata una botta leggera."
"Ok ma non sforzarti tanto" si raccomandò Ayako mentre stava uscendo dagli
spogliatoi.
"Va bene."
Quando i ragazzi furono soli, Hana soffiò fuori tutta la sua frustrazione.
"Accidenti oggi credevo proprio di non farcela!" dichiarò stancamente il
rossino.
"All'inizio gli stavi lontano come se il suo corpo bruciasse!"
"Hai ragione ma ho sempre paura di perdere il controllo, per questo evito
di toccarlo o semplicemente di guardarlo."
"Però dopo ti sei un po' sciolto e ti sei riscattato con quell'azione da
manuale!"
Gli occhi di Yohei brillavano di soddisfazione mentre pronunciava quelle
parole.
"Beh, non volevo deludere gli altri" spiegò Sakuragi " e poi ho fatto un
sacco di sacrifici e non voglio mandare tutto all'aria per un po'
d'imbarazzo!"
"Giusto!" Mito sorrise soddisfatto dalle parole incoraggianti dell'amico,
poi sentendo le voci degli altri che si avvicinavano: "Devono essere
finiti gli allenamenti, ti aspetto fuori."
Mito uscì dagli spogliatoi mentre gli altri entravano e li salutò con un
cenno del capo.
Ryota, Mitsui e gli altri trovarono il rossino sotto la doccia e lo
aggredirono in massa per complimentarsi con lui. Lo stesso capitano gli
assestò una poderosa pacca sulla spalla elogiandolo e Sakuragi ovviamente
iniziò a proclamare ai quattro venti la sua indiscutibile genialità.
Dopo il suo momento di gloria, Hanamichi tornò ad occuparsi della doccia:
si sentiva molto soddisfatto poiché i suoi amici cominciavano ad
apprezzarlo veramente come giocatore di basket.
Se ne stava così con il volto rivolto verso l'alto per godersi il getto
d'acqua tiepida che gli massaggiava la faccia e il resto del corpo quando
sentì due occhi gelidi piantati sulla sua schiena. Non ebbe il coraggio di
voltarsi né di muovere un muscolo, si limitò a sobbalzare leggermente e a
domandarsi perché Rukawa lo stesse fissando in quel modo; dandosi subito
dopo dello sciocco. Molto probabilmente era ancora sorpreso dalla sua
azione o nel peggiore dei casi era furioso di essere stato fermato da un
idiota sottosviluppato come lo riteneva lui. Quel pensiero gli piombò
sulle spalle come un macigno. Piegò la testa per non mostrare la tristezza
che l'opprimeva, dopo di che chiuse l'acqua e se ne tornò zoppicando verso
gli spogliatoi.
"Bello stop do'aho!"
Fu solo un sussurro così debole che Sakuragi credé di esserselo immaginato
tuttavia, quando vide gli occhi di Rukawa che lo fissavano intensamente,
fu certo di quello che aveva sentito e per un istante lesse ammirazione in
quello sguardo.
Ma fu solo un istante appunto, poi Kaede lo precedette negli spogliatoi,
si vestì velocemente e uscì dalla palestra, lasciando il cuore del rossino
galoppare alla velocità della luce.
La notizia del ritiro fu accolta da tutti con entusiasmo. Un vecchio
allievo d'Anzai fissato con il basket aveva aperto un albergo a *** una
delle località sciistiche più apprezzate del paese e annessa una palestra
per ospitare le squadre di basket in ritiro. Kainan, Ryonan, Shohoku,
Shoyo avrebbero così trascorso parte delle vacanze natalizie ad allenarsi
in vista del torneo invernale e a sciare sulle superbe piste di ***.
I due pullman, con a bordo le quattro squadre, partirono puntuali dal
luogo del ritrovo. Quando l'agitazione iniziale si fu placata, i capitani
delle squadre presero il microfono e iniziarono a dare le loro
disposizioni, per evitare di fare confusione una volta arrivati in
albergo.
Uozumi finì l'assegnazione delle camere della sua squadra e subito dopo
lasciò la parola ad Akagi.
"Allora" prese a parlare leggermente imbarazzato dal microfono, "queste
sono le sistemazioni che ha dato il mister Anzai, quindi non voglio
sentire nessuno fiatare chiaro? Dunque Kakuta, Ishii, e Yasuda; Kuwata,
Shiozaki e Sasaoka; Rukawa e Mitsui; Sakuragi e Kogure -così siamo certi
che quel cretino non combinerà guai- infine Miyagi ed io."
Quando il capitano terminò di parlare Hanamichi tirò un sospiro di
sollievo: se fosse capitato in stanza con Rukawa avrebbe finto un malore
improvviso e si sarebbe fatto rispedire di corsa a casa; come avrebbe
potuto dormire nella solita camera del volpino, sarebbe stata una tortura
troppo crudele per lui!
Quando arrivarono i ragazzi rimasero piacevolmente colpiti, l'hotel era
davvero grazioso e la palestra super attrezzata così, dopo aver sistemato
i loro bagagli, cominciarono con entusiasmo gli allenamenti.
Il ritiro stava procedendo davvero per il meglio: gli allenamenti erano
incredibilmente avvincenti giacché erano presenti i più grandi campioni di
Kanagawa e i pomeriggi passati a sciare tutti assieme erano molto
divertenti.
"Ah ah ah il babbuino del Kainan non sa nemmeno stare in piedi con gli
sci!"
Dopo l'ennesima caduta spettacolare di Kyota, Hanamichi rideva
sguaiatamente in mezzo alla pista.
"Sta zitto scimmia rossa, per essere la prima volta sono anche troppo
bravo!" Dichiarò stizzito l'ala piccola.
"Sciocchezze sei un incapace! Io la prima volta che infilai un paio di sci
scesi immediatamente una pista rossa, tu a malapena riusciresti a tornare
al noleggio, ah, ah!"
"Bene allora ti faccio vedere io chi è l'incapace!"
La morte certa di Kyota fu prontamente scongiurata dal suo capitano mentre
Akagi riempì la povera testa rossa di pugni.
"Uffa che noia" protestò Hanamichi, massaggiandosi la nuca "con voi non si
può mai scherzare, io me ne vado."
"E dove andresti scusa, non dirmi che sei già stanco e torni in albergo?"
chiese incredulo Ryota.
"Non dire sciocchezze! Ho visto che c'è una pista di pattinaggio più a
valle, sono secoli che non lo faccio."
"Ah, ah non dirmi che pratichi quello sport per signorine!"
Sakuragi stava per uccidere il suo sfortunato compagno quando una furia
riccioluta travolse il piccoletto piazzandosi di fronte al rossino.
"Davvero Hana sai pattinare?!" domandò esaltata Ayako.
"Sì perché?" La risposta fu un po' brusca credendo che anche la manager lo
volesse prendere in giro ma lei continuò senza nemmeno accorgersene.
"Sono secoli che vorrei imparare a farlo ma non ho mai trovato l'occasione
giusta, me lo insegneresti tu?"
Sakuragi la guardò un po' sorpreso ma poi si affrettò a rispondere:
"Certo, andiamo!"
"No, ehi un attimo…" ma il play fu completamente ignorato: Ayako era
partita in quarta e aveva già spinto il gigante dai capelli rossi nella
seggiovia mentre Mitsui rideva a crepapelle per la scena a cui aveva
appena assistito.
"Ehi ti va di andare con loro sono stufo di sciare" propose subito dopo
Kogure.
"Ok andiamo. Muoviti Ryota prima che quella signorina ti soffi la
ragazza!"
La situazione, vista da fuori, era alquanto imbarazzante soprattutto per
quei giganti grandi e grossi sempre con il sedere per terra e le gambe
all'aria.
"Oh Kami sto per morire, ma si può essere più imbranati!!" Il numero dieci
dello Shohoku continuava a ridere a crepapelle per l'incapacità dei suoi
compagni.
"Hana, Hana non ti distrarre, sto per cadere" lo richiamò spaventata Ayako.
La manager si aggrappò di nuovo all'avambraccio del rossino mentre il
povero Kogure stava cercando di aiutare Mitsui a tornare in piedi e di
convincere Ryota a staccarsi dalla ringhiera.
"Basta ci rinuncio il pattinaggio non fa proprio per me!" Si arrese Mitsui.
"Ti seguo." Fu l'ovvia risposta di Ryota.
Kogure e Ayako pattinarono ancora un po' poi uscirono dalla pista a loro
volta, lasciando solo il rossino che iniziò così a muoversi più
liberamente.
I ragazzi si spostarono al bar a prendere una cioccolata calda e quando
tornarono a bordo pista rimasero tutti quanti di stucco. Quello scimmione
casinista e sgraziato stava eseguendo piroette con un'incredibile eleganza
assieme ad una graziosa ragazza che nessuno di loro conosceva.
Uno sbuffo e un "do'aho" pronunciato con fastidio li riscosse però dal
loro stupore.
"Che ti prende Rukawa?" domandò perplessa Ayako.
"Quell'idiota non dovrebbe rischiare così, se cadesse con questo freddo si
romperebbe sicuramente qualcosa."
Altro shock che li sorprese non poco: da quando Rukawa si preoccupava così
per gli altri e soprattutto di Sakuragi?
Tuttavia Akagi intervenne da buon capitano.
"Rukawa ha ragione" disse prima di chiamare a gran voce il suo numero
dieci.
Il grido fece fermare immediatamente il rossino che si voltò verso il
gorilla stupito e perplesso.
"Esci immediatamente dalla pista" gli ordinò Akagi.
"Eh! E perché?"
"Perché sì, esci muoviti, altrimenti domani ti costringerò ad allenarti
tutto il giorno!"
I ragazzi restarono a guardare il compagno che salutava la ragazza,
ridendo come matti quando questa si sollevò sulle punte dei pattini per
baciare la guancia del suo cavaliere, che immancabilmente diventò rosso
per l'imbarazzo.
Quando Sakuragi raggiunse i suoi compagni era notevolmente irritato. "Ma
che avete da ridere come iene impazzite?"
"Sei davvero incredibile!!" disse fra le risate Mitsui.
"Se non la pianti di prendermi in giro…" poi però si voltò verso Akagi
interrompendo lì la minaccia: era più curioso di sapere perché il gorilla
lo aveva fatto smettere di pattinare.
"Perché stavi facendo delle cose pericolose" rispose Akagi che continuò a
spiegare: "Se ti fai male perderesti un sacco di partite."
"Capisco, senza il genio in squadra non avete speranza!"
"Do' aho…" l'apostrofò con voce profonda Rukawa.
"E' così baka kitsune, non negare l'evidenza."
Ma prima che il volpino potesse rispondergli, Sakuragi era già scappato a
riconsegnare i pattini al noleggiatore.
La vigilia di Natale, il signor Aoki organizzò una bella festa per i
clienti del suo hotel e gli allenatori consentirono ai loro ragazzi di
divertirsi liberamente fino a notte fonda.
Hana uscì dal bagno sbandando un po', aveva decisamente esagerato con lo
champagne e adesso si sentiva un po' confuso. Non era propriamente
ubriaco, ma i suoi sensi erano appannati e la sua mente avvolta in una
nebbiolina che non lo rendeva particolarmente lucido. Quando stava per
rientrare nel salone dove si stava svolgendo la festa, si accorse della
luce in palestra così decise di andare a curiosare.
Entrando i riflettori accesi gli abbagliarono per un istante la vista,
infastidendolo non poco poi, quando i suoi occhi si furono abituati a
tutta quella luce, scoprì che l'anima solitaria era Akira Sendoh.
"Ehi porcospino, la festa non ti piace?" domandò con un sorriso allegro
stampato in faccia.
Sendoh si voltò sorpreso sorridendo a sua volta quando scoprì a chi
apparteneva quella voce.
"No, non molto, è noiosa e oltretutto sono buddista" rispose Sendoh
particolarmente divertito dalle condizioni di quella testa rossa.
"Ho capito, non ci sono molte ragazze!"
"Beh non proprio, e tu perché sei qui?"
"Ho visto la luce e sono venuto a vedere chi c'era in palestra" rispose
Hanamichi sedendosi accanto a Sendoh.
Il porcospino si avvicinò di più a Sakuragi mangiandoselo letteralmente
con gli occhi. Hana aveva indossato un paio di jeans a vita molto bassa e
una maglia nera che aderiva leggermente al petto e ricadeva morbida sul
suo ventre, lasciandogli completamente scoperto il collo abbronzato e
levigato.
Inaspettatamente Sendoh tirò fuori del nulla una bottiglia di champagne e
continuando a parlare con il rossino iniziò a bere con lui, peggiorando
ulteriormente la sua condizione.
"Ti va una sfida?" propose all'improvviso il moretto.
"Te n'approfitti perché sono sbronzo!"
"Paura?" lo provocò Sendoh per farlo cadere in trappola.
"Nemmeno per sogno, ai venti, la palla a me perché parto in svantaggio!"
Akira rise sinceramente divertito: non si sarebbe mai aspettato una
battuta simile provenire dalla bocca di quello sbruffone.
Sicuramente non sarebbe stato uno scontro tanto impegnativo per Sendoh,
solo molto, molto interessante.
Il porcospino, infatti, con la scusa di marcarlo stretto, era sempre
addosso al povero Hanamichi e senza che questi sospettasse assolutamente
niente gli si strusciava contro in maniera spudorata. Il rossino, infatti,
era talmente sbronzo che non capì le sue intenzioni nemmeno quando cadde a
terra dopo l'ennesimo fallo subito e Akira non accennava minimamente a
spostarsi da sopra di lui.
Tuttavia una voce penetrante e fredda arrivò a sbloccare quella
situazione.
"Credevo fossi un campione, non un vigliacco che si diverte a sfidare un
do'aho ubriaco!"
Rukawa era in piedi davanti a loro.
"Ma la nostra non era una vera sfida" rispose Sendoh mettendosi in piedi
"ci stavamo solo divertendo, prima che tu arrivassi ad interromperci!"
"Che significa che non era una vera sfida, ti stai prendendo gioco di me?"
urlò Hanamichi infervorato.
"Do'aho…non ti sei accorto di nulla?" lo ammonì freddamente il compagno.
"Ma di cosa dovevo accorgermi Kitsune?"
"Di niente."
Il volpino stava per dirgli di andarsene da lì ma non lo fece: quell'idiota
non sarebbe mai riuscito a raggiungere la sua camera da solo.
"Andiamo."
Il volpino gli afferrò il braccio per trascinarlo via ma una mano lo fermò
posandosi sulla sua spalla: "Ehi principe azzurro, cosa ti fa credere che
te lo lasci portare via così?"
Rukawa non disse niente; si limitò a trafiggere il suo rivale con il
peggiore dei suoi sguardi.
"Perché non ce lo giochiamo?" Propose a quel punto Sendoh.
"Mi stai sfidando?"
"Certo, chi arriva prima ai venti, se ne va con il rossino."
"Mh"
Il volpino non poteva di certo rifiutare una sfida e rivolgendosi al
compagno di squadra: "Do'aho mettiti seduto in panchina e aspettami."
Hanamichi fece quello che gli era stato chiesto senza opporre la minima
resistenza e i due assi iniziarono la loro sfida.
Non fu facile per Rukawa riuscire a vincere e l'ultimo canestro gli costò
una fatica immensa, ma non poteva permettersi che quel pervertito
approfittasse così di del do'aho.
"Ehi idiota svegliati!" lo scosse bruscamente il volpino.
Sakuragi si era beatamente addormentato sulla panca. "Mh, voglio dormire
Ru, per favore."
Kaede restò un po' interdetto per quel diminutivo ma poi afferrò Sakuragi
per un braccio e lo costrinse a sollevarsi tirandolo su con la forza.
Hanamichi riusciva a stare in piedi anche da solo quello che non riusciva
proprio a fare era tenere gli occhi aperti.
"Andiamo ti porto in camera" disse bruscamente Rukawa trascinando il do'aho
fuori della palestra.
Hanamichi non si rendeva minimamente conto di quello che gli stava
succedendo, se la sua mente fosse stata un po' più lucida, sarebbe morto
dall'imbarazzo. Invece, tranquillo come un bambino, afferrò Rukawa per il
bordo della camicia lasciandosi guidare con la massima fiducia.
"Questa è la tua camera, buona notte do'aho" gli comunicò lasciandolo
davanti alla porta.
Hanamichi entrò come uno zombie alla ricerca del letto ma dopo nemmeno un
secondo fu di nuovo fuori.
"Che ti prende do'aho?" Domandò irritato il volpino "guarda che io voglio
andare a dormire non ho intenzione di farti da balia per tutta la notte!"
"Non posso andare in camera mia!"
"Perché?"
"Ci sono Mitsui e Kogure che fanno sesso."
"Che cosa?"
"Ci sono Mitsui e…"
"Ho capito idiota" lo interruppe "non sono scemo ero solo sorpreso."
Rukawa rimase a riflettere per qualche istante.
"Kuso!" imprecò poi riavvicinandosi al rossino che lo guardò confuso.
"Dai muoviti! Hai intenzione di dormire in corridoio…vieni in camera mia."
"Ok." Fu la tranquilla risposata di Sakuragi.
Appena entrò nella camera di Rukawa, Hana si lasciò cadere nel letto
"Maledizione do'aho!" esclamò sempre più irritato Rukawa "togliti i
vestiti e infilati sotto le coperte, ti prenderà un accidente così!"
"Uffa lasciami dormire!"
Rukawa sbuffò e sedendosi accanto al compagno di squadra, cominciò a
spogliarlo ma Hanamichi si divincolò iniziando a ridere.
"No, Ru no, così mi fai il solletico aspetta!"
"Allora muoviti fai da solo e sta zitto, vuoi svegliare Akagi!"
"No, il gorilla no"
Sakuragi si sfilò subito la maglietta e vedendo gli occhi dell'altro fissi
su di lui, domandò sorpreso: "Beh che c'è perché mi guardi così?"
Kaede distolse lo sguardo fingendo indifferenza. "Io non ti guardo in
nessun modo. Sbrigati, togliti anche i pantaloni."
Hana ubbidì ma si alzò troppo velocemente per i suoi riflessi annebbiati.
Oscillò pericolosamente un paio di volte ma non cadde grazie
all'intervento di Rukawa che lo sostenne, stringendolo fra le braccia.
Sakuragi sollevò così il capo per guardare il compagno negli occhi e
offrendogli un sorriso dolcissimo mormorò: "Quanto sei bello Kaede!"
Il volpino s'irrigidì e allontanò da se il rossino che perdendo
l'equilibrio si ritrovò con il sedere per terra. "A gentilezza però lasci
un po' a desiderare!"
E ridacchiò sottovoce ricordandosi del capitano.
"Smettila sei ubriaco." La voce del volpino grondava letteralmente gelo ma
Hanamichi sembrò non accorgersene e inarcando sensualmente la schiena per
sfilarsi i pantaloni aderenti, intrappolò di nuovo lo sguardo della
kitsune.
Quando si sollevò indossava solo un paio di boxer neri e aderenti che gli
arrivavano poco sotto il sedere, il resto del suo corpo scolpito e
uniformemente dorato era del tutto scoperto.
Come se le parole di Kaede gli fossero arrivate solo in quel momento,
dichiarò: "Sì ma non c'entra niente, continueresti ad essere bello anche
se io fossi sobrio!"
Il rossino gattonò sopra il letto e scostando leggermente le coperte cercò
di infilarsi sotto ad esse ma Rukawa lo fermò prima: "Giacché hai tanta
voglia di parlare, spiegami perché il fatto che Mitsui e Kogure facciano
sesso in camera tua non ti sconvolga nemmeno un po'."
"Era chiaro che stessero insieme, proprio evidente, evidente e per due
persone che stanno insieme è normale fare sesso, tanto, tanto, sesso."
La mente del rossino era ancora molto annebbiata ma Kaede continuò
imperterrito con le domande. "Come hai fatto a scoprirlo io non mi sono
accorto di niente?
"Ma tu pensi solo al basket, come potevi capirlo!"
"Piantala, scommetto che nemmeno Miyagi se n'è accorto!"
"Allora diciamo che io parto avvantaggiato."
"Perché?"
"Perché sono come loro."
"Cioè?"
"Mi piacciono i ragazzi."
Se Hana fosse stato un "po'" più recettivo, avrebbe assistito ad una scena
incredibile, Kaede che spalancava gli occhi per la sorpresa.
"D… da quando scusa?" balbettò a dir poco sbalordito il volpino.
"Non lo so, me ne sono accorto solo dopo i campionati nazionali, quando tu
mi prendevi ogni notte."
Kaede per poco non si soffocò con l'acqua che stava bevendo da una
bottiglietta.
"Sì insomma quando tu…no, io sognavo che facevamo l'amore" spiegò con un
candore quasi disarmante il rossino.
Quel gioco cominciava a piacere davvero tanto all'ex-algida kitsune e,
nonostante sapesse che non era giusto, decise di approfittare della
momentanea parlantina del rossino. "E sentiamo con chi altri hai sognato
di fare l'amore?"
"Solo con te."
"E perché?"
Il rossino ridacchiò.
"Che domande, perché sono innamorato di te no!!"
Rukawa fece una breve pausa per gustarsi a pieno quelle parole,
riprendendo subito dopo il suo divertente gioco. "E perché sei innamorato
di me?"
Hana sbuffò un po' annoiato. "Sembri un bambino, perché…perché…perché"
Kaede sorrise. "Accontentami."
"Perché sei tanto forte, perché non hai paura di niente, perché non
t'importa se sei sempre solo, perché sei meraviglioso quando giochi o
quando sonnecchi,ì o quando cammini o quando stai fermo, beh adesso che ci
penso sei meraviglioso sempre, anche se più di tutti quando giochi e poi
sei un volpino tanto, tanto sexy e io ti desidero ogni volta che ti sto
vicino…"
Kaede sorrise per la seconda volta in pochi minuti. Ma come poter
resistere alla dichiarazione d'amore più sconclusionata e tenera della
storia!
Quando Rukawa tornò a guardare il ragazzo di cui era innamorato si accorse
che si era già profondamente addormentato. Così si spogliò velocemente e
s'infilò sotto le coperte assieme al rossino e stringendolo forte a sé
bisbigliò: "Non sono così forte do'aho e non è assolutamente vero che non
m'importa se sono sempre solo, ora però non ha più senso parlare di
solitudine, domani mattina faremo un lungo discorso io e te, adesso dormi
tranquillo."
Il volpino sfiorò con un bacio la tempia del compagno e si addormentò a
sua volta.
Hanamichi si svegliò a mattina inoltrata e la prima cosa che sentì fu un
forte mal di testa, la sera prima aveva davvero esagerato con i
festeggiamenti e non si ricordava niente di quello che era accaduto.
Solo diversi minuti dopo si rese conto che c'era qualcosa che non andava
nel suo letto e la consapevolezza che qualcuno stava dormendo abbracciato
a lui, squarciò la sua mente riempiendolo di panico.
Se aveva anche solo sprecato il suo primo bacio con qualcuno che non era
Kaede, solo perché ubriaco, si sarebbe gettato nel vuoto dalla cima più
alta della montagna.
Rimase più di cinque minuti con gli occhi serrati e l'assoluta mancanza di
volontà di voltarsi per scoprire chi fosse l'individuo che lo stringeva
così possessivamente per la vita.
Il suo corpo poi, fu percorso da un tremito quando sentì le labbra dello
sconosciuto premere con dolcezza sulla sua giugulare e baciargli il resto
del collo con trasporto.
Kaede sorrise nel comprendere lo stato d'animo del suo rossino. "Andiamo
do'aho" lo chiamò con un tono notevolmente divertito "so che sei sveglio
non farti prendere dal panico proprio adesso!"
Gli occhi di Sakuragi si spalancarono all'istante, quella voce…quella voce
unica e meravigliosa, non poteva appartenere a nessun altro se non al suo
volpino. Kami Sama stava dormendo abbracciato a Rukawa e lui non si
ricordava nemmeno come c'era finito!
Si voltò lentamente verso di lui e con sua somma gioia, Kaede non accennò
minimamente ad allentare la presa. Hanamichi non sapeva assolutamente cosa
dire o meglio, erano tante le parole e le domande che aveva in mente che
non sapeva assolutamente disporle in ordine logico, così si limitò a
sorridergli con tutta l'anima.
"Do'aho smettila di sorridere così" gli ordinò in maniera seria Rukawa.
Sakuragi sussultò di nuovo spaventato da quell'improvviso cambiamento.
Kaede però continuò: "Non indosso gli occhiali da sole e il tuo sorriso è
più abbagliante del riflesso del sole sulla neve!"
Il rossino riprese a respirare sbottando in una risata soffocata e non si
accorse nemmeno che i suoi occhi si erano velati delle lacrime che aveva
trattenuto fino allora. Il volpino, piegandosi su di lui, fu subito pronto
ad asciugargliele con le sue labbra, cospargendo il volto abbronzato di
Hanamichi con tanti teneri baci.
Prima di arrivare alla sua bocca però, Rukawa si fermò e sussurrò:
"Ti amo"
I suoi occhi, fissi su quelli nocciola del rossino, non erano più così
gelidi e distaccati ma erano terribilmente profondi e le sue iridi color
oceano sembravano screziate di viola.
Hana ipnotizzato da quel gioco di colori portò una mano sulla guancia
candida del suo volpino e non distolse nemmeno per un istante gli occhi
dai suoi.
Kami gli sembrava così incredibile!
"Io non mi ricordo assolutamente niente di quello che è successo questa
notte e se questo è uno dei miei tanti sogni voglio solo morire o non
svegliarmi più" dichiarò incredulo.
Kaede intenerito da quelle parole sorrise.
"Do'aho, non è un sogno, siamo entrambi svegli, sono le dieci e quaranta e
siamo nella mia camera.
"Ti amo anche io" si affretto a confessargli allora Hanamichi.
"Lo so."
"Come fai a saperlo?"
"Diciamo che questa notte eri ancora più loquace del solito."
Hana arrossì all'inverosimile nascondendo il volto nella spalla del
volpino e a quella vista Rukawa scoppiò a ridere completamente vinto dalla
sua ingenuità.
"Do'aho non fare così, la tua sbronza è stata provvidenziale, avremmo
impiegato secoli per trovarci!"
Sakuragi scostò leggermente la testa ma il suo imbarazzo non era per
niente diminuito.
"Io non…si insomma…cosa abbiamo fatto?"
L'espressione di Kaede si addolcì. "Do'aho se è la tua virtù che ti
preoccupa, ti posso garantire che per quanto mi riguarda è ancora
integra."
"Baka kitsune, che significa per quanto mi riguarda? Credi che vada in
giro a damphhh…"
Il volpino impaziente di assaporare il gusto del suo do'aho tacitò il
ragazzo sotto di lui con un bacio che diventò via via più passionale e
profondo.
"Ti sei appena preso il mio primo bacio" dichiarò con innocenza il rossino
quando le loro bocche si separarono e un lampo di malizia attraversò lo
sguardo di Rukawa.
"Bene, vogliamo provvedere anche al resto?"
"Con molto piacere!!"
OWARI
Ancora auguri da Chikara.
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