salve! ecco un altro capitolo di Calore.
chissà se vi piace...non ho ricevuto ancora nessun commento su questa storia
uffa...^^ vi lascio alla lettura un bacio a chi mi segue.
Calore
parte IV - Una donna... un uomo
di Vikysweetgirl
Non sapeva nemmeno come aveva fatto a tornare a casa. Era notte ormai e le stelle spuntavano pian piano timidamente dal cielo, fino ad illuminarsi ulteriormente e a trapuntare quel cielo di diamanti naturali. La casa era deserta come al solito. Suo padre sarà stato a divertirsi con qualche donna. Questo pensiero lo disgustò un po’. Andare a letto con una donna solo per il piacere di un breve orgasmo…sapeva che anche a lui sarebbe dovuto piacere, ma non riusciva a non trovarlo demente e triste. Dopo aver riempito la vasca da bagno ci si immerse, facendosi avvolgere dal tepore susseguito al gelo dell’essere nudo. Chiuse gli occhi e si portò le mani alla faccia. Ora che era solo e al sicuro, riusciva a vedere tutto chiaro piazzato davanti agli occhi. Si era lasciato avvicinare a tal punto da un ragazzo. Era stato toccato così intimamente da un maschio! Non riusciva ancora a crederci.
Aveva avuto un orgasmo grazie alle mani di un uomo.
Questa era la cosa che lo spaventava di più. Un ragazzo può venire con un altro ragazzo? Anche se era stato dovuto al suo tocco forzato, lui aveva comunque provato piacere. Non riusciva a capacitarsene. Doveva pensare che era stato perché l’altro l’aveva toccato a quel modo, ma questo non alleggeriva di molto la sua coscienza. Dopotutto aveva avuto quella reazione quando non avrebbe dovuto, non era normale. Era…strano e tremendamente imbarazzante! A ripensarci diventava ancora rosso e doveva nascondere il viso tra le mani. Non voleva più incontrare quella persona, era arrivato ad esserne suggestionato. Doveva solo dimenticare l’accaduto. Dimenticare, si. E anche la vergogna e l’umiliazione sarebbero sparite come quel giorno.
Quella mattina Mark ripensò inevitabilmente all’accaduto. Era qualcosa di troppo strano da poterlo dimenticare solo con una notte. Quella mattina, poco dopo che aveva aperto gli occhi, suo padre aprì la porta della sua stanza, ovviamente senza bussare. _Alzati, c’è un tuo amico che ti aspetta fuori per andare a scuola. _Si…aspetta un attimo: un amico? _Si, non hai sentito? Sbrigati, ha detto che ti aspetta…Mark, questa stanza è un pandemonio. Io alla tua età ci tenevo solo i poster delle attrici nude e i cd di Vasco.
Suo padre uscì di nuovo dalla stanza e il
ragazzo si affacciò alla finestra. Non vide nessuno. Un amico che era passato
a prenderlo? Lui non aveva amici. Forse qualche compagno di classe aveva solo
voluto fargli uno scherzo, ma quei tipi non avrebbero di certo perso tempo a
scoprire dove abitava “l’alieno Mark” per svegliarsi all’alba e fargli uno
stupido scherzo…ma allora? _Che domande, non hai sentito tuo padre? Ti aspettavo. _Come ti sei permesso?…vattene immediatamente! Chiamo qualcuno… _No, non so quanto ti convenga. Cosa diresti? Che questo ragazzo così disponibile ti ha fatto avere un orgasmo? _Smettila!!_ arrossito, imbarazzato all’inverosimile, arrabbiato, confuso. L’altro allargò il suo sorriso, guardandolo nella maniera più maliziosa che Mark avesse mai visto. _Vieni, ho qui la macchina. Devi andare a scuola? Ti do un passaggio io. _Come hai fatto a sapere dove abito?_ sembrava non ascoltarlo. _è semplice. Quando sei andato via dalla pensione ieri, ti ho seguito a debita distanza. Poi ho visto la casa in cui sei entrato e ho dormito in albergo. È stato molto facile direi… _Perche?!_ _Non lo immagini? _Non avvicinarti mai più a me! Vattene, devo andare. L’altro gli bloccò la strada con un braccio appoggiato al muro. _Vieni con me.
_non mi fido di certo di te!
_No! _Tu mi dai gia la nausea! _Perchè mi piacciono gli uomini? Perché mi piaci tu?_ Mark diventò tutto rosso e Junta rise_ avanti, non farò niente. O vuoi che ti baci? Mark sussultò ed entrò nell’auto blu notte dell’altro. Che sciocco, farsi abbindolare così. Ma non avrebbe potuto sopportare di essere baciato ancora da lui. Però pensò solo ora che lì l’altro poteva fargli ben altro. Tentò di aprire la portiera ma il moro l’aveva bloccata. Lo guardò, gli sorrise e mise in moto. Durante la corsa verso la scuola, Junta mantenne la promessa, non alzò un dito su Mark, ma questo era terrorizzato che potesse farlo e attendeva con impazienza il momento di scendere. _Non parli più?_ gli chiese sorridendo tranquillo il moro. _Non ho niente da dire. _Davvero? Non ci credo, tutti hanno qualcosa da dire. Specie qualcuno con quegli occhi._ Mark arrossì nuovamente. L’altro allargò il sorriso. Arrivarono davanti la scuola, ma Junta non accennava ad aprirgli la portiera. _Dovrei scendere ora. Il moro si girò di lato per guardarlo meglio. _E un bacio non me lo dai?
_va all’inferno! Mark pensò che Junta si riferisse al fatto che lui era gay. _P-perché…ti-ti piacciono i maschi? L’aveva detto così, senza pensarci su ma ora si pentì di averlo domandato.
L’altro semplicemente guardò altrove senza
smettere di sorridere e iniziò a parlare: Mark, nuovamente arrossito, lo guardò con gli occhi sbarrati. Deglutì. Junta gli sbloccò la portiera e il moretto si affrettò ad uscire dall’auto per incamminarsi verso la scuola e voltarsi solo una attimo prima di sparire fra la folla. Junta sorride fra sé e sé e rimette in moto per andarsene. Ha iniziato una partita davvero divertente...
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