Ciao! Ta-daaaaaaaaaa! ecco un'altra storia. l'ho scritta da un pò di tempo, anche questa è a capitoli. spero vi piaccia. vi prego commentate. ciao dalla vostra Viky :P

 



 


 

 

Calore

 

parte I - Una discoteca particolare

 

di Vikysweetgirl

 



 

Il passo deciso, l’espressione che imbronciava il suo bel volto, i nervi a fior di pelle.

Questa volta il professor Brown aveva davvero esagerato! Dargli l’insufficienza nella sua materia perché credeva che lui avesse copiato. Una follia!

La giacca rossa gli dava un’aria da duro che non gli apparteneva e gli occhi azzurri risaltavano sui capelli castani.

Scalciò un sasso di fronte a sé. Ricevette una botta alla spalla. Non amava stare tra la folla, specie se su una strada così stretta, ma adesso non gliene importava niente. Era solo arrabbiato e oltraggiato. Capì all’improvviso di trovarsi in mezzo alla folla più scalmanata che avesse mai visto. Lo intruppavano e gli pestavano i piedi, facendolo stare in balia di quell’insolita corrente. Tentò di uscirne ma venne spinto violentemente e cadde nell’atrio di un locale. Era vuoto fortunatamente. Si rialzò e si guardò intorno. Dove diavolo era? Non riconobbe l’entrata e il corridoio, ma sentiva della musica provenire dall’interno. Forse era una discoteca. Curioso, si avvicinò a passo lento e la musica ritmica diventava sempre più vicina. Alla fine si ritrovò davanti una grande porta. La aprì lentamente e la forte musica lo investì tutto insieme e la luce lo accecò per un attimo. Iniziò ad entrare nell’enorme stanza e vide solo gente confusa intorno a sé, che ballava e guardava un ragazzo ballare sul piccolo palco, che indossava indumenti singolari…c’era qualcosa di strano. Si guardò intorno e quando la luce bianca che aveva negli occhi si spostò da lui, vide, con suo enorme stupore, due uomini che si stavano baciando in modo molto spinto. Ci mancava solo che fossero nudi. Sbarrò gli occhi e agitato saltò all’indietro, e andò a sbattere contro qualcosa. O qualcuno. Si voltò e si trovò di fronte un ragazzo, un uomo alto e prestante, con le spalle larghe e le gambe lunghe. Il sorriso si stagliava sul suo volto dai lineamenti affascinanti e una massa di capelli neri gli ricadevano a tratti sugli occhi di un castano molto scuro, quasi neri. Sorrideva e lo guardava col suo particolare, indecifrabile sguardo.
_Ciao. Sei da solo?_ parlava a voce un po’ alta, per sovrastare quel battito assordante.
_Io, veramente…_ sorride falsamente, tentando di trovare un modo per uscire di lì il più in fretta possibile.

_Prima volta al Blue Heart?

_Si…no! Cioè io…

_Vieni, andiamo a bere qualcosa._ lo prendette per un braccio e lo trascinò fra la folla.

_No, un attimo…

Arrivati al bancone il moro si mise a sedere invitando l’altro a fare lo stesso:
_Due forti. Come ti chiami?_ gli sorrise ancora.

_Mark ma…io non…

_Ma che bel nome! Io sono Junta. Non ti ho mai visto in giro, non frequenti questo genere di posti eh?
_No infatti! Mi trovavo nei dintorni, non avevo programmato di venire qui.

_Capisco._ intanto le ordinazioni sono state servite e Junta porse un bicchiere a Mark_ tieni. Riscalda ed è fantastico!
Mark lo prese e bevette tutto d’un fiato, convinto che l’altro avesse capito la situazione.

_Mh…è forte…

_Gia. Non sei un gran bevitore, eh?

_Mi gira la testa…_ si mise una mano sulla fronte chiudendo gli occhi e si sentì barcollare.

L’altro lo resse da dietro per le spalle, ma sorrise lievemente.
_è tutto a posto?

 

Le immagini si sfocarono vorticando e i rumori si contrisero.

 

Poi buio.

 

Venne gettato di schiena su un letto rifatto malamente e si portò un braccio sulla fronte. La luce del lampadario gli rendeva impossibile vedere il resto della stanza.

Respirava faticosamente e sentiva caldo.

La luce giallo-bianca che proveniva dal soffitto venne oscurata da una figura in controluce. Un uomo, che Mark riconobbe solo dopo qualche altro battito di ciglia come il tizio incontrato prima nel locale.

Sussultò non appena sentì il peso di quella persona su di sé e le sue labbra sulle sue.

Sbarrò gli occhi.

_EHI! Ma cosa?!...

_Stt…fai il bravo. Lo sai che eri il più carino di là?_ disse il ragazzo con voce roca.

Mark tentò di mettersi a sedere a fatica. L’alcol ancora era in circolo nel suo corpo e gli ottenebrava i sensi, ma non abbastanza da permettergli di ignorare ciò che l’altro gli stava facendo.

_Smettila!...Non toccarmi!!

_Non cercavi questo quando sei entrato nel locale? Non agitarti.

_Basta!!...non mi toccare ti ho detto…_ non riusciva nemmeno a parlare_ IO NON SONO GAY!!

L’altro si fermò dal toccarlo famelico e alzò il viso per guardarlo.

_No? E cosa ci farebbe un etero dentro un locale che è proprio per gay allora?

_Io…te lo avevo gia detto…ero li per caso…mi-mi…mi ci hanno spinto dentro…la folla…poi mi sono avvicinato, non sapevo…non mi piacciono gli uomini!...per niente!!
Il moro rimase a guardarlo per un attimo, l’altro con l’espressione impaurita e sconvolta, imbarazzato, poi gli si levò di dosso e si mise in piedi sistemandosi la camicia.

_Hai rischiato entrando qui. Non puoi pretendere che uno riesca a fermarsi dopo che si è acceso così…

_Mi…mi dispiace…_ Mark si alzò per andare verso la porta ma la trovò chiusa a chiave e guardò Junta che gli sorrise malizioso.

Non poté fare a meno di arrossire.

_Mi…mi daresti la chiave?
Il moro dopo un attimo gli si avvicinò a passo lento, facendo rumore coi suoi stivali scuri ed estraendo dalla tasca dei jeans neri una chiave di ottone. Per metterla nella toppa si chinò sulla spalla di Mark, sfiorandogli il viso, in modo talmente calcolato che questo credette che l’avrebbe baciato.

Girò la chiave nella serratura ma lui non accennava a spostarsi, allora il brunetto aprì la porta, che fortunatamente si priva verso l’esterno, e si allontanò alla velocità della luce.

Il moro rimase fermo, sorridendo maliziosamente e divertito dell’espressione imbarazzata del ragazzo con la giacca rossa. Sembrava dover scuotere il mondo intero, ma era completamente indifeso e innocente in molte cose…

Uscì da quella stanza e tornò nella sala piena di musica. Si guardò intorno e scorse un giovane più o meno della sua età, con i capelli un po’ più lunghi della media e gli si avvicinò. Era abituale cliente in quella discoteca e aveva l’aria maliziosa ed esperta.

Altro che ragazzini lì per caso!

Gli fece semplicemente un cenno con la testa e questo, sorridendogli, lo seguì fino alla stesa stanza di poco prima.

 

Mark si fermò soltanto finché la musica non fu lontana dalle sue orecchie. Poi si fermò e chiuse gli occhi prendendo fiato.

L’aveva davvero fatta grossa stavolta! Aveva davvero rischiato di…di…

Oh, inutile pensarci ora! Per fortuna era andata bene. Quello si era fermato e lui ora era lontano e lo sarebbe sempre stato da quel locale. Ora che ci pensava la sua curiosità l’aveva sempre fatto trovare nei guai, ma stavolta aveva superato il limite!

Decise di dimenticare tutto e di tornarsene a casa. Ormai era notte e suo padre non era un uomo comprensivo.

 

 

CAPITOLO 1 CONTINUA...