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Calore

parte IV

di Mel


 

Sakuragi arrivò in ritardo agli allenamenti , era stato trattenuto dopo le lezioni pomeridiane per essere arrivato tardi dopo pranzo, entrò in palestra  cercando con lo sguardo il suo Kaede, lo guardò eseguire un tiro dalla linea dei tre punti e pensò che forse le cose si  sarebbero aggiustate…………………Rukawa si voltò  sentendo su di sé uno sguardo che conosceva e fissò con occhi di ghiaccio il suo ragazzo.

Sakuragi si irrigidì  non capendo il motivo  per il quale  veniva guardato così ……quasi con rabbia……sentì distintamente le sue flebili speranze svanire…………………………………………………………….

Perché..perché ogni volta doveva essere così ?……..appena  trovava un attimo di respiro e l’ indicazione di una strada giusta da seguire …

……qualcosa   era sempre sbagliato………………..la rabbia cominciò a farsi sentire  nel suo animo fra i palleggi e i tiri che doveva eseguire sempre sotto quello sguardo freddo e accusatorio……………………………………………………………………….

 

L’ allenamento di Sakuragi fu un completo disastro, mancava totalmente di concentrazione, aveva commesso  solo nel primo tempo della partita d’ allenamento più falli di quelli consentiti dal regolamento, non riusciva a marcare facendosi soffiare la palla sotto gli occhi e anche quando riusciva  a prenderla sotto canestro, immancabilmente sbagliava ogni tipo di tiro.

Il capitano lo colpì più d’ una volta , ma lui non sentiva quel dolore, ne sentiva uno più familiare, in fondo al cuore mentre ora in quegli occhi che lo fissavano gelidi dall’ altra parte del campo leggeva anche una punta di disprezzo.

 

Per Rukawa l’ allenamento scivolò via, anche se era agitato dai sentimenti più diversi  il suo volto riusciva a nasconderli e il suo gioco, sfruttando la memoria del corpo e gli anni d’ allenamento, continuava perfetto e armonico come sempre…………invece il suo do’ hao

continuava a sbagliare al punto che il capitano decise di  trattenerlo dopo la sessione normale per un’ esercitazione  sui tiri.

 

Mentre gli altri  uscivano dagli spogliatoi per tornare a casa Akagi continuava ad allenare Sakuragi senza risultato e Rukawa solo nell’ altra metà di campo si preparava al suo solito allenamento supplementare.

 

Dopo un’ oretta Akagi comunicò la sua decisione di andarsene, ma non prima di aver assegnato a Sakuragi  una serie  di tiri liberi che lo tenne occupato ancora a lungo, Rukawa  intanto proseguiva per conto proprio.

Sarebbe già potuto andar via  però aveva deciso  di sfruttare quell’ occasione, erano ormai soli in palestra, per  chiarire alcuni punti con il suo do’ hao.

 

Terminati i suoi tiri Sakuragi si diresse agli spogliatoi lanciando uno sguardo al suo ragazzo prima di andare senza dire niente.

Rukawa lo vide sparire dietro la porta e lo seguì rimettendo a posto il  suo pallone.

 

Sakuragi  cercò di sbrigarsi, quello stupido gorilla non solo l’ aveva trattenuto  a lungo ma l’ aveva anche lasciato solo con il volpino, si diede dell’ idiota per non essere riuscito a concentrarsi  almeno un po’ eppure non ce l’ aveva fatta con tutti quei  pensieri che si agitavano nella sua testa……………………………………………..invece quello stupido volpino aveva giocato come se niente fosse………….

…………………improvvisamente si accorse che i rumori in palestra erano  cessati e sentì dei passi  nel corridoio …………………

……..……….Sakuragi  guardò verso la porta con sgomento mentre Rukawa entrava  silenzioso.

 

Sakuragi lo guardò un istante prima di afferrare il suo asciugamano e dirigersi alla docce, Rukawa fece altrettanto………………

……..si era accorto  dell’ agitazione del do’ hao , sapeva che in quel momento avrebbe preferito essere altrove per non doverlo affrontare ………………………………..ma l’ avrebbe dovuto ascoltare ……oh si….sarebbe stato convincente ……………

 

Il ragazzo dai capelli rossi indugiò  sotto l’ acqua calda , sperava che Kaede uscisse prima di lui andandosene, ma sapeva che era un’ attesa vana……………………….infine si decise ad uscire sentendo il suo ragazzo fare altrettanto, sorrise …in fondo era quasi un gioco……..si ricorrevano negli spogliatoi …………..avrebbe anche riso se non si fosse sentito ancora così triste e inquieto………

…..mentre si asciugava decise di parlare per primo per porre fine a quella situazione incerta……….

 

“Kitsune , forse stasera esco con Yohei e gli altri ……… tornerò a dormire a casa mia se facciamo troppo tardi” anche una frase come questa andava per  cominciare.

Silenzio.

“Passate molto tempo insieme”commentò  Rukawa.

Sakuragi alzò la testa dalla sua borsa  guardandolo  di spalle.

“Ma cosa dici kitsune, se lo vedo solo a scuola tra un po’…………..sei geloso per caso?” rispose sorridendo.

Rukawa si  girò a guardarlo mentre Sakuragi sperò che dicesse di si.

Il ragazzo moro si avvicinò e con la sua solita espressione indifferente rispose:

“No, non mi interessano i tuoi amici”

 

Sakuragi si voltò per guardarlo un’ altra volta, ma si sentì sbattere contro gli armadietti mentre  la bocca di Rukawa sulla sua gli impediva  di parlare.

Il ragazzo moro lo  baciò possessivamente intrappolando il quel corpo tra il suo e il ferro degli armadietti, Sakuragi leggermente impaurito da quell’ “assalto” si distese abbandonandosi quasi subito a quelle labbra prepotenti che lo obbligarono a schiudere la proprie  per permettere a quella  lingua  di assaporarlo.

 

 

 

 

Rukawa continuava a baciarlo con violenza quasi , senza dargli modo di riprendere fiato o di parlare, in quel momento non voleva ascoltarlo ma “sentirlo”…………voleva sentirlo, sentirlo suo.

Aveva provato gelosia nel vederli lì sul tetto…..si …era geloso…….geloso del rapporto che legava il suo ragazzo a Mito, anche se erano amici da tanto, anche se erano amici da prima che lui entrasse a far parte  della vita di Sakuragi  voleva essere solo lui la persona più importante per quel ragazzo dai capelli rossi………..almeno quanto per lui era importante Hanamichi ………………………

 si…….lo sapeva da sempre ma non voleva ammetterlo ………………..quel ragazzo , quel casinista, quel do’ hao ……………..

…………………………….era tutto per lui…….lo amava, come mai aveva amato qualcuno prima d’ ora ………

si era scoperto a pensare a lui in ogni momento , ad immaginarlo  , a rivivere con la memoria tutti i loro ricordi, a volerlo……

… a volere la sua felicità , a volerlo sempre accanto a sé ………………………………………….per sempre.

 

Era semplice… lo amava.

 

Eppure quando li aveva visti aveva provato dolore, dopo quei giorni d’ amarezza sperava che Sakuragi si decidesse a fidarsi di lui , a parlargli dei suoi problemi…………e invece non era da lui che il suo ragazzo era andato……

E dopo la rabbia , il dolore e la gelosia Rukawa aveva provato cosa fosse la paura .

Si aveva paura di perderlo, aveva paura che il suo Hanamichi cominciasse a cercare negli altri non solo l’ appoggio , ma tutto quello che sembrava non trovare con lui e quel pensiero lo aveva atterrito così tanto da togliergli il respiro.

 

…………… non voleva, non voleva perderlo ….no ….non lo avrebbe permesso…….voleva parlargli, ma si era scoperto a desiderarlo        e mai come il quel momento aveva bisogno della sua pelle , del suo corpo , di sentirlo suo , di sentirsi dentro di lui e non gli avrebbe permesso di rifiutarsi stavolta.

 

 

Sakuragi si lasciò invadere dalla lingua calda di Rukawa, il metallo dietro la schiena lo faceva rabbrividire, cercò di scostarsene ma il ragazzo moro ce lo spinse nuovamente  contro con forza, quando Sakuragi sentì la mani di Kaede scendere sui fianchi dov’ era legato l’ asciugamano e toglierlo gettandolo in terra capì chiaramente le sue intenzioni, non avrebbe voluto , lì, nello spogliatoio , in quel modo ma qualcosa nelle movenze del suo ragazzo e nell’ irruenza dei suoi baci gli aveva fatto capire che non sarebbero stati accettati rifiuti.

 

Hanamichi sospirò debolmente alzando le braccia , stringendole intorno alle spalle del suo amante, Kaede  si separò finalmente da quella bocca lasciando respirare entrambi e trovato un assenso negli occhi dorati che stava fissando riprese a baciarlo scendendo sul suo corpo nudo premuto contro gli armadietti.

Kaede passò le sue mani su di lui e soffermandosi sulla schiena lo fece voltare, Hanamichi posò la sua fronte contro il ferro gelido mentre lo sentiva accarezzare con le labbra la sua schiena in piccoli baci scivolando sempre più giù, poi lo sentì risalire e  passare la lingua su tutta la sua spina dorsale rabbrividendo.

Kaede si spostò un attimo scostando con una mano i pantaloni che si era infilato prima e si riavvicinò a lui spingendolo ancora di più contro quella parete di metallo e premendo con urgenza  su di lui , portò le sue mani sui suoi glutei lambendoli con il suo membro

e tenendoli separati con le dita entrò in lui con un’ unica spinta profonda.

 

Hanamichi si tese disperatamente mentre il dolore attraversava il suo corpo raggiungendo la sua gola, ma lui non gli permise di uscire e mordendosi le labbra  trattenne il fiato con le lacrime agli occhi.

Un solo ansito sfuggì al suo controllo mentre premuto contro quegli armadietti appoggiava la sua guancia  a quel freddo metallo ,chiuse gli occhi cercando di non pensare alle spinte violente di Kaede che lo stavano dilaniando e al dolore atroce che ne seguiva nel suo corpo.

Sperò solo che  non se ne accorgesse che non vedesse il sangue che già Hanamichi sentiva scendere lentamente, e ancora quel poco piacere , sapeva che presto sarebbe finito , ancora qualche spinta ………………

“……Ka….e…dee” Hanamichi lo chiamò, una supplica più che il richiamo di un amante al momento del piacere.

E Kaede non rispose perso nelle sensazioni e nel vorticare di una parola  nella sua testa una parola che lo rendeva felice …….mio……

………….in quel momento Hanamichi era solo suo , quello che stavano condividendo  era solo loro e nessuno avrebbe potuto fare altrettanto con uno dei due e nemmeno il suo migliore amico avrebbe potuto portarglielo via……………………………si..ed era …….felice…..si come solo quel ragazzo che stringeva  contro il suo corpo poteva renderlo e …semplicemente perché lo amava  così tanto da non saperglielo nemmeno dire ………………

Lo strinse ancora più forte  mentre con un ultimo movimento affondò in lui inondandolo con il suo seme…………era suo davvero ….

Hanamichi  lo raggiunse a fatica ………………..

Silenzio.

Il loro respiro tornò regolare , Kaede si mosse uscendo da lui , Hanamichi si morse ancora le labbra ma sempre in silenzio asciugandosi una lacrima che era scesa senza controllo, con un movimento improvviso Kaede lo fece voltare  e stringendolo lo baciò dolcemente accarezzando le sue labbra e la sua lingua a lungo.

Hanamichi chiuse gli occhi……..voleva perdersi in quel singolo momento…….

 

Nessuno dei due ragazzi  avvertì il leggerissimo cigolare della porta e quei passi felpati allontanarsi………………..

 

Per Kaede  quel bacio era un ringraziamento per il suo ragazzo, un chiedere scusa per la sua violenza ed un altro momento in cui lo sentiva suo ….si perché  sapeva che quello che Hanamichi gli  aveva concesso  quella sera lo aveva fatto solo per lui, perché voleva essere suo…………………….

Per Hanamichi quel bacio era un sogno……e accarezzando quei capelli setosi intorno a quel viso unito al suo  pensò che se anche avesse dovuto soffrire per l’ eternità per un attimo come quello …..l’ avrebbe fatto……………………..solo per un attimo come quello….solo per l’ attimo in cui incontrandolo con le sue labbra Kaede sembrava dirgli “ti amo”.

 

 

Entrambi senza fiato si separarono , Rukawa si voltò sistemandosi e Hanamichi, senza farsi vedere, coprì le macchie scure sul suo corpo con il telo prima di dirigersi a fatica nuovamente sotto la doccia.

 

  

Continua……..

 

  

Un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno anche  questo capitolo………in particolare grazie a Naika per i suoi complimenti e ad Ila per il sostegno morale……………tutta la storia è dedicata a loro…………..

Un saluto a tutto il sito.

 

 

M: Beh Ru si può sapere quali erano poi i punti che hai chiarito col tuo Hana?

R:Certo!Punto numero 1: Hana è mio

M: A-ah ! Eppoi?

R: Punto numero due : Hana è mio

M: Si ho l’ ho capito eppoi?

R:Punto numero 3: Hana è mio

M: ^___________^’’’’’’’’’’ D’ accordo , credo di avere capito, non hai proprio nulla di diverso da aggiungere, che ne so , un commentino per le lettrici ?

R: Si …..una cosa …

M: Bene ^_________^

R: Hana è mio, capito?

M:…………………………………………………………………..

 

 

Saluti, Mel

 

 



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