Caleb e lo specchio
di Evil Eye
...e così come ogni sera quell'incubo l'assaliva:
spoglio da ogni riparo, immerso fino al volto in quel nero oceano, bloccato
ogni suo movimento....
li, in balia degli oscuri dei che penetravano il suo corpo,
mentre nemmeno un sospiro, una lacrima appena poteva egli emettere
in gemiti misti a dolore e piacere...
tremante e nudo si svegliava sotto le candide lenzuola di raso blu,
con gli occhi attoniti ed un volto che pareva grottesca maschera.
Caleb, questo il nome di quella poesia fatta a persona,
occhi di cielo su lunghi e morbidi capelli color del grano
risaltavano nel candore della sua pelle d'alabastro,
mentre la rugiada portata da quella notte inquieta
scorreva lenta sui muscoli ancora tesi, che ornavano il suo corpo
statuario.
Con gesto veloce scostò le lenzuola
e nudo si trovò innanzi all'enorme specchio a fronte del suo capezzale...
un enorme specchio rettangolare incastonato in una cornice dorata
e finemente intarsiata che ritraeva due dragoni in un lunghissimo
abbraccio,
avvinghiati mentre si mordevano in un bacio che sapeva di sangue..
Dall'esterno i raggi lunari penetravano attraverso l'immensa vetrata
azzurra...
Allungò lentamente il braccio verso quella che sembrava la porta per
un'altra
dimensione
e appena fu sufficientemente vicino,
come la superficie d'acqua increspata dal cadere d'un sasso,
così si deformò la superficie dello specchio,
dalla quale una nera mano usci con forza trascinando Caleb in un abisso
senza
luce...
Nell'oscurità di quella nuova dimensione Caleb sembrava tranquillo, o
meglio inerte,
forse addirittura eccitato..a ben veder dall'erezione che la cosa gli
aveva
procurato...
sentiva che quello che stava provando non era un sogno
ma una realtà dalla quale non avrebbe potuto fuggire
e forse nemmeno ci avrebbe provato....
Sentì una lingua passargli su tutto il corpo
e poderose mani stringersi prima sulle sue spalle,
per poi scendere e passare al torace a titillare i turgidi capezzoli
ed infine sui fianchi dove la stretta si fece più poderosa e salda
mentre quell'essere che l'aveva rapito penetrava con forza il suo corpo.
Cadde in un torpore senza eguali,
dato dall'estasi del piacere e dallo sfinimento dettato dai sensi
per risvegliarsi all'ombra di un salice in riva ad un placido specchio
d'acqua
cheta.
Strofinandosi leggermente gli occhi e con un accenno di sbadiglio si
accorse di
non essere solo...
attorno a lui splendidi giovani in tunica romana stavano trascorrendo il
tempo
nei modi più disparati
chi suonava, chi componeva poesie e decantava la natura, chi faceva
l'amore,
e gli si fece incontro l'ombra che l'aveva trascinato in quel posto
incantato...
Era un uomo, se uomo si poteva definire,
di bell'aspetto dai tratti fini ma ben marcati,
capelli neri e arruffati, moschetto che decorava il viso e due orecchini
che
risaltavano
uno sull'orecchio sinistro e uno sul sopracciglio destro...ed era nudo..
Si è detto che fosse un uomo...meglio dire che le sembianze più generali
erano
quelle di un uomo
mentre veniva fissato mostrava a poco a poco la sua natura demoniaca,
la pelle nera come la notte sulla quale vermigli tribali lungo tutto il
corpo
prendevano vita illuminandosi come fuochi della passione...
orecchie a punta, una lunga coda nera e superbe corna dorate davano
lustro al
suo essere
e quegli occhi di serpente splendevano come due nuovi soli
mentre con voce possente sussurrava a Caleb:
"tu sei mio...più d'una volta sono venuto a farti visita per possederti
nel
sogno, ed ora sei mio..."
Caleb avrebbe voluto urlare ma, come si voltò per scappare,
i giovani, che attorno a lui trascorrevano con spensieratezza il tempo,
mutarono il loro aspetto e bloccategli braccia e gambe,
attesero che la figura possente di quel demone, probabilmente loro padre
e
padrone,
lo possedesse per godere in seguito della stessa occasione...
Oramai sanguinante e fisicamente stremato Caleb giaceva a terra...
"ti desideravo dall'alba dei tempi..quando nemmeno potevi comprendere di
esistere"
il demone insistette posando il viso lacrimante della vittima designata
sul suo
enorme fallo
"il mio nome è Kudram e sono il signore degli incubi e del regno oscuro,
tutto ciò che la ragione umana nega, non accetta e crede di sognare... è
frutto
del mio seme."
Si fermò un istante per permettere al giovane di respirare..
la sua faccia coperta dal suo afrore lo commosse a tal punto che
sollevatolo con la possente mano per il piccolo mento
portò le sue labbra alla sua bocca e con la lingua biforcuta affondò nella
sua gola
per un interminabile e soffocante bacio
"Chi sono io?" piagnucolò Caleb "perché vieni da me?"
"Tu sei la stella primordiale...tu servo del sole che cammini sotto la
luce di
dio, sai che dio adori?"
e mentre gli parlava gli afferrò con forza i genitali
"tu... sei nulla per il mondo e per me ..."
non ultimò la frase, e lacrimante lo scagliò lontano ...
il corpo freddo di Caleb cadde a peso morto nel lago
e mentre si lasciava andare immaginava il demone piangere senza capirne il
motivo
...finche prima di perder i sensi un sorriso si staglio sul suo volto...
Si svegliò nuovamente nel suo letto..stavolta non era un sogno..i segni
sul suo
corpo ed il sangue sotto le lenzuola ne erano la prova..
veloce afferrò una vestaglia ed uscì dalla stanza.
Incredulo ed ancor sognante vagò tra i labirinti dell'enorme palazzo in
cerca
d'aiuto,
ma ad ogni superficie riflettente
non poteva far a meno fermarsi, per poi fuggire per averne visto
attraverso
scorgendovi sempre il volto d'uno dei fanciulli o meglio dei demoni che
l'avevano posseduto...
il palazzo si rivelò vuoto.
Corse fuori nel giardino della reggia ma, appena arrivato senza fiato
alla
fontana per abbeverarsi e rinfrescare le confuse idee, quale sorpresa!
Dall'acqua emerse Kudram maestoso e fiero, a braccia conserte seduto a
gambe
incrociate sul getto più alto della fontana...
"quale gradevole sensazione" ironizzò mentre il suo membro veniva
accarezzato da
quel freddo getto...
"dove vuoi scappare? tu sei mio... tu per il mondo sei nulla, sei un sogno
che è
già terminato.. un ricordo che è appena stato dimenticato,
tu mi appartieni"
Detto ciò balzò alle sue spalle e l'abbracciò con forza, mordendo e
baciando
alternativamente il candido collo...
"piccola stella che più non splende perché vuoi fuggire.."
Caleb si stava lasciando andare all'oblio dei sensi, ma con sforzo estremo
si
divincolò dal possente abbraccio e cominciò a correre...
"fermati!" gridò il demone... e non potendo far altro che obbedire Caleb
arrestò la sua corsa.
Pochi metri di fronte il terreno si squarciò in due aprendo nel mezzo
un'enorme
voragine
e lì sul ciglio nella paura Caleb si lanciò all'abbraccio della caduta..
Kudram sorrise...
Caleb si ritrovò nuovamente nel suo letto ed al suo fianco il nero demone
che
accarezzava i suoi capelli.
"Non mi puoi sfuggire... e nemmeno lo desideri... perché non ti abbandoni a
me,
tu... piccolo principe senza regno né futuro?"
Caleb gli si butto braccia al collo e lo baciò...
forse gli incubi di cui soffriva fin dalla tenera età dell'innocenza
sarebbero
spariti
tra le braccia di quell'oscura forza,
e così si lasciò andare in un lunghissimo bacio...
afferrò il suo sesso con le mani per poi posarci sopra le labbra, come
già in
passato aveva dovuto fare, coprì il suo corpo di baci... e lento si voltò,
mentre
con forza, ma al contempo estrema dolcezza, il demone entrò dentro di
lui, cingendogli il petto con le possenti braccia
lo strinse a sè e steso su quel notturno oceano di raso affondò con forza
i
denti nella sua carne... mentre tutto il suo vigore esplodeva dentro il
corpo di
Caleb...
Sereno il giovane si addormentò....
Svegliato dai delicati raggi del sole e dal vociare allegro dei giovani
paggi
che entravano nella stanza per vestirlo e prepararlo per il mattino,
il principe s'alzo lentamente dal suo giaciglio...
e mentre superbi tessuti ricoprivano il suo corpo,
si gongolò di fronte alla sua immagine nello specchio,
vantandosi dell'adonica bellezza e beffandosi di quello specchio
che poche ore prima era stato sorgente di un fiume in piena di emozioni e
sentimenti
e che ora appariva come un lugubre soprammobile..
al centro del quale appariva un piccola scheggiatura.
A passo lento ma costante si diresse verso le stanze del trono per dare il
lieto
buongiorno ai regnanti... ma, mentre passava tra le varie stanze, un
prurito
insolito, quasi fastidioso,
gli si stava sviluppando al centro del petto all'altezza del cuore.
Entrato nelle stanze del trono si avvicinò lentamente alla regina sua
madre
e le baciò delicatamente la fronte
poi si gettò ai piedi del padre il quale inaspettatamente si alzò dal
trono
e chinandosi verso il figlio strappò dalla sua pelle le vesti di cui era
adorno.
Caleb si ritrovò nudo e tutt'attorno nemmeno uno sguardo che si posasse su
di lui.
Al centro del suo petto brillava luminoso un frammento di vetro
e attorno ad esso si accese un cerchio vermiglio composto dalle parole
'tuo per sempre'
Mentre sempre più stupito e attonito Caleb si guardava intorno,
forse cercando un solo paio d'occhi di conferma,
il padre mutò sguardo e
con un'espressione ora più intima che familiare
mentre si protendeva in un abbraccio gli sussurrò all'orecchio:
"tu mi appartieni!"
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