Prima di
una triade che ho amato scrivere, anche se è stato un parto
un po' difficile ^^;;
Dedicata a Najka, che per prima l'ha letta e l'ha
corretta; a Ria, che non verrà mai ringraziata abbastanza
per quanto fa per tutti noi; e a quanti vorranno leggerla.
Butterfly
di Alessia
Camminiamo
per le vie deserte nell'aria fredda dell'ultimo giorno
dell'anno verso casa sua, mano nella mano. Beh, forse mano
nella mano è un termine un po' esagerato, in
effetti a Kaede non piace, dice che gli dà fastidio alle
dita. Sono stato settimane a pensare cosa poter fare in
alternativa e alla fine il mio genio sublime ha trovato
la soluzione.
Eravamo in strada proprio come adesso, io un passo dietro
di lui e dopo un profondo respiro per prendere coraggio -
con Rukawa non bisogno mai essere troppo sicuri di nulla
- gli ho preso due dita, anulare e mignolo, stringendole
nella mia mano. Come fanno i bambini piccoli per prendere
la mano di un genitore. Si è fermato e mi ha guardato
come se fossi matto, ma io ho gli ho sgranato gli occhi
con la mia migliore espressione da cucciolo teneroso e
bisognoso d'affetto che ti ama tanto tanto e lui non ha
fatto nulla; si è limitato a scuotere la testa e ha
ripreso a camminare, ma ho sentito le sue dita adattarsi
alla mia stretta.
Ci fermiamo davanti casa sua, una casa in puro stile
giapponese, si gira verso di me toccandomi coi suoi
profondi occhi blu "Ti va di entrare?"
Io guardo lui, poi la casa e alla fine scuoto la testa
"E' meglio se vado, ho promesso a mia madre che non
avrei fatto tardi stasera"
Lui annuisce e mi sfiora le labbra con le sue prima di
lasciarmi ed entrare senza voltarsi neanche una volta. Io
rimango a fissare la porta scorrevole dietro cui è
scomparso da qualche minuto per poi avviarmi lentamente
verso il mio appartamento.
La verità è che oramai non ho quasi più il coraggio di
mettere piede lì dentro. Ogni volta si ripete lo stesso
copione: passiamo del tempo insieme, parliamo (di
basket), guardiamo la TV (partite di basket), studiamo
(poco), ci baciamo. E sta proprio qui il punto. A me
tutto questo basta, i suoi baci sono la cosa più dolce
che potrei mai trovare sulla faccia della Terra, ma Kaede
desidera dell'altro. Lui vorrebbe portare il nostro
rapporto su un piano un po' più... fisico. Così mi
ritrovo ogni volta nella sua stanza, i miei vestiti
lanciati di qua e di là dalle sue mani; mani che
accarezzano il mio corpo ma che devono staccarsi da me
per stendere il futon.
Ed è proprio questa cosa che mi salva in extremis ogni
volta.
Dormire su un futon farà anche tanto bene alla schiena e
tutto il resto, ma ammazza decisamente la passione.
Almeno quella che provo io. Così in fretta e furia mi
rivesto e sfruttando la mia innata velocità mi do alla
fuga.
Certo, ammetto che piacerebbe anche a me fare l'amore con
lui, solo che... è qualcosa, un desiderio, molto lontano
da me. A me basta ciò che abbiamo adesso, mi fa sentire
bene, completamente appagato, non ho bisogno di
null'altro. Ma per lui... temo non sia così, altrimenti
non cercherebbe di portarmi a letto ogni volta. Non che
si dimostri volgare, assatanato o altro, anzi, è molto
dolce, ma in fondo cosa cambierebbe nell'uno o nell'altro
modo? Il fine ultimo sarebbe lo stesso.
Un paio di volte ci ho pensato... accontentarlo, fare
l'amore con lui, ma non sarebbe giusto né per me né per
lui, perché quando accadrà dovremo essere entrambi
sicuri e assolutamente certi della nostra scelta. O
meglio: io lo devo essere, lui lo è già.
Entro in casa sospirando e scopro che mia madre non è
ancora tornata. Speriamo che faccia in fretta e che mi
porti un paio di quei manicaretti che di solito cucina
per i clienti del suo caffè. Non mi dispiacerebbe se
arrivasse con della torta di panna e fragole o con dei
profitteroles...
Intanto che l'aspetto mi faccio la doccia che non ho
potuto fare dopo gli allenamenti. La caldaia si era
guastata e piuttosto che trasformarmi in un pezzo di
ghiaccio ambulante ho preferito rinunciarvi. E tutta la
squadra deve aver avuto il mio stesso pensiero.
Quando esco dalla doccia mi metto l'accappatoio, ma senza
chiuderlo. Pulisco il vetro dal vapore e mi fermo a
studiare la mia immagine sfocata. La pelle naturalmente
dorata è arrossata a causa della doccia, l'acqua mi
scorre ancora addosso e i capelli sono bagnati e
arruffati, un paio di ciocche un po' più lunghe mi danno
fastidio alle ciglia e le tiro indietro con una mano.
Questo è il corpo che Kaede vorrebbe possedere. Chissà
cosa ci troverà di speciale...
Voglio dire, una volta tolta l'altezza e il colore dei
capelli il resto è piuttosto, decisamente, banale. Non
c'è nulla in me che farebbe voltare qualcuno per strada
per continuare a guardarmi.
Stringo la cintura con un nodo bello stretto e spengo la
luce per andare nella mia stanza. Valla a capire quella
volpe, io l'ho sempre detto che deve avere qualche
rotella fuori posto.
Mentre ero sotto l'acqua la mamma deve essere tornata
perché sento un profumino stuzzicante venire dalla
cucina. Mi vesto in un lampo e mentre sto ancora
chiudendo la lampo della felpa che ho addosso entro nella
stanza e la vedo affettare verdure con una velocità tale
che mi chiedo come riesca a non tagliarsi.
Quatto quatto mi avvicino al tavolo per sgraffignare
qualcosa, ma basta la voce soave della mia dolce mammina:
"Tocca qualcosa e diventerai il primo giocatore di
basket con una mano sola" per far sì che il mio
preziosissimo arto si allontani, sprofondando nella tasca
dei pantaloni della tuta.
Mi avvicino e l'abbraccio da dietro. Lei continua a
tagliuzzare, ma allunga un pezzo di carota, dal taglio
julienne, alla mia bocca ed io le stampo un bacio sulla
guancia "Grazie" poi mi allontano e mi siedo su
una sedia iniziando a pulire le fragole per il dolce e a
raccontarle della mia giornata.
La scuola, i professori che si coalizzano contro di me
(perché non mi crede mai?!?), Yohei, gli allenamenti, il
Gorilla e, naturalmente, Rukawa. La mia mamma sa di noi
due, ovviamente non ha fatto i salti di gioia quando le
ho detto che stavo con un ragazzo - lei che già
s'immaginava a giocare coi suoi nipotini - ma quando ha
incontrato Kaede ha deciso che la sua missione sarebbe
stata quella di, testuali parole, non far morire di fame
quel povero ragazzo.
In effetti ho sempre un po' paura quando viene a cena
qui, temo che a forza d'ingozzarlo me lo faccia diventare
un pallone aerostatico; senza contare il modo in cui se
lo coccola, lo abbraccia, lo bacia.
Se non fosse mia madre sarei decisamente geloso!!
"Hana, sul mio letto troverai il mio regalo per
Kaede, domani è il suo compleanno, giusto?"
"Sì" e la kitsune dovrà fare in modo che il
regalo che gli ho fatto gli piaccia, altrimenti la
strangolo! Credo di aver girato ogni singolo negozio di
Kanagawa e Tokyo per trovarlo, ancora un po' e per la
disperazione sarei andato sull'isola di Hokkaido per
cercare una volpe artica da trasformare in un peluche!
Poi c'è anche quello che ho legato al collo della volpe
bianca. L'ho dovuto far fare da un gioielliere, non
riuscivo a trovare una semplice medaglietta tonda con le
linee di un pallone da basket su cui far incidere al
centro una K e una H intrecciate. Alla fine ho preso
carta e penna, fatto il disegno e l'ho fatta realizzare
su oro bianco insieme ad una catenina dalla maglia
leggerissima.
Quando ho finalmente fatto a pezzi l'ultima fragola mi
lavo le mani e vado a vedere il regalo. Non appena apro
la scatola tutti i miei sospetti trovano fondamento. Mia
madre ha ereditato il suo fantastico gusto estetico dal
sottoscritto. Ha comprato una tuta bianco avorio lucido
con dei motivi tribali azzurro elettrico che occupano
l'intera manica destra e gamba sinistra.
E' proprio vero che i Sakuragi sono una famiglia di geni!
Rimetto tutto a posto e torno in cucina, dove la cena è
pronta ma mia madre continua a cucinare imperterrita.
"Mamma, cosa stai facendo?"
"Nulla tesoro, solo la torta per il compleanno di
Kaede"
Il pensiero che potrebbe averla fatta la signora Rukawa o
che ne abbiano ordinata una in una pasticceria non la
sfiora minimamente. Ma lascio stare, tanto discutere con
lei è inutile, testarda com'è!
Mi siedo a tavola, servo nei piatti il pollo al curry col
riso che ha cucinato e mi preparo alla lunga attesa prima
che anche lei si sieda. Nel frattempo giochicchio col
cibo che ho nel piatto e soprappensiero scrivo con la
punta del cucchiaio l'ideogramma del nome Kaede, poi lo
cancello e scrivo il mio e il suo all'interno di un
cuore. Alla fine cancello tutto. Sto diventando troppo
sdolcinato!
Mia madre, dall'altro lato del tavolo, mi guarda con due
occhi luminosissimi e un'espressione estatica. Giuro che
se dice qualcosa su quello che ho appena fatto la
strangolo!
"Quanto sei teeeeeneeroo!!!"
Ma non è giusto! Non posso far fuori la mia mamma, poi
chi cucina?!?
Metto da parte i miei propositi omicidi e mi limito ad
un'occhiataccia torva che comunque non serve a un bel
niente, visto lei continua a ridacchiare maliziosa.
Uffaaaaaaa!!!!!!!
Ho appena finito di lavare i piatti e mia madre mi dà le
ciotole, le fruste, le spatole e la sacca da pasticcere
che ha usato per comporre quel trionfo di crema,
cioccolato, panna e fragole che troneggia sul tavolo.
Mi metto nuovamente al lavoro e quando ho,
definitivamente, asciugato anche l'ultimo piatto sono
quasi le dieci, ma la cucina è uno specchio. La torta è
al sicuro nel frigo e mia madre si sarà sicuramente
addormentata con in mano un libro di cucina russa, lei ha
la passione per le cucine straniere.
Le tolgo il libro dalle mani e spengo la luce sul
comodino. Facendo attenzione a non fare troppo rumore
esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Devo
mettere almeno un po' di nastro sulla scatola della tuta,
perché au naturel è davvero squallida.
Domani è il suo compleanno... e nonostante sappia che il
mio regalo gli piacerà so anche che avrebbe preferito
ricevere altro da parte mia.
A volte mi chiedo se sia normale non provare il desiderio
di fare l'amore con chi si ama. Però anche questo non è
esatto, perché io lo vorrei, solo... temo di non essere
pronto.
Oddio, sono peggio di una ragazzina alla sua prima
esperienza!!
Il punto è che fra noi due sono io quello che dovrà
stare sotto - il giorno in cui si vedrà Kaede Rukawa
sottomesso sarà quello dell'Apocalisse! - e nonostante
tutta l'attenzione che farà il dolore sarà inevitabile,
e... io e il dolore non andiamo per niente d'accordo.
Uff... forse l'unica soluzione è davvero quella di
accontentarlo, chissà poi che il tutto non piaccia anche
a me e che non sia così male come me lo immagino!
Finito di lavarmi i denti mi spoglio e mi metto il
pigiama per infilarmi sotto il piumone con cui mi copro
sin sopra la testa. Mi rigiro per un po', continuando a
tormentarmi coi miei pensieri... in fondo il primo
gennaio non è male come data, può considerarsi come
l'inizio di una nuova vita... ma alla fine il sonno vince
e io sprofondo nel mondo dei sogni.
Mi sveglio più stanco di quando sono andato a letto, ho
fatto diversi sogni, ma non ne ricordo neanche uno.
Quando mi alzo mia madre è già uscita per andare ad
aprire il locale, nonostante oggi sia un giorno di festa.
Faccio colazione e dopo un'altra rapida doccia mi vesto.
Jeans color ruggine, maglione color crema a collo alto,
cappotto tre quarti di pelle scamosciata e insieme ai
regali e alla torta sono pronto per andare a casa di
Kaede. Abbiamo deciso di andare insieme al tempio.
Lungo la strada vorrei togliermi la giacca, fa
stranamente caldo, ma oramai sono arrivato. Il cancello
è aperto ed io busso direttamente alla porta. Sento dei
borbottii dall'altra parte e quando la porta viene aperta
io rimango senza fiato.
Davanti ai miei occhi c'è una splendida creatura
androgina. Indossa un completo da uomo nero - la cui
giacca viene chiusa da una lampo - ma con una camicia da
donna color acciaio con dei vaghi riflessi violacei. Il
viso è sapientemente truccato; gli occhi blu sono fatti
risaltare da un ombretto argento, del mascara e da un uso
dell'eye-liner quasi egizio, la pelle è coperta da un
leggero velo di cipria bianca e le labbra... in effetti
sono al naturale, segno che l'opera non è ancora
conclusa.
"Non una parola, do'hao, o fra noi è tutto
finito!"
"Ka... Kaede?!" non può essere lui! E'...
cioè, la kitsune è bella di suo, ma ora è qualcosa di
straordinario. Una moderna versione maschile di Elena di
Troia.
Si allontana da me e va verso la sala che da sul giardino
quasi di corsa. Io mi tolgo le scarpe e lo seguo a ruota
troppo curioso di scoprire chi è il fautore di tutto
questo.
"Ciao Hanamichi!! Buon anno!!" la ragazza mi
salta addosso e mi bacia entrambe le guance per poi
tornare a sedersi davanti a Kaede che è inginocchiato,
le schiena dritta e uno sguardo che non promette nulla di
buono a chiunque oserà fare un solo commento.
"Ciao Natsuko, buon anno anche a te" mormoro
sedendomi accanto ai due fratelli vagamente perplesso.
Natsuko ha la passione del trucco, il suo sogno è fare
la truccatrice sin da quando era bambina, e con un
fratello minore come Kaede ha sempre avuto un ottimo
modello su cui esercitarsi, ma ora credevo che avesse
smesso, soprattutto per la sua incolumità "Posso
chiedere come mai..?"
Kaede mi lancia uno sguardo no-non-puoi! e Natsuko mi
porge un fascio di fogli manoscritto "Leggi e avrai
tutte le risposte che vorrai"
Un lieve gemito sfugge dalle mie labbra. Non è
possibile! Ma quanto scrive?! Titubante, e sotto lo
sguardo severo della kitsune che - ne sono sicuro - me la
farà pagare, inizio a leggere l'ennesimo racconto.
Natsuko è una grande fan di yaoi e shonen ai - quasi non
legge altro - e le piace anche scriverne. La prima volta
che ho letto qualcosa di suo per poco non ci sono
rimasto, perché lei non si limita alla storiellina
d'amore semplice semplice, ma la farcisce con scene di
sesso estremo e persino sadomaso. Quando ho finito quel
racconto e mi ha chiesto cosa ne pensassi sono riuscito
appena a balbettare un molto carino, sicuramente rosso
come un peperone; e lei ha cominciato a ringraziarmi e a
lamentarsi di come suo fratello avrebbe dovuto imparare
un po' di buona educazione dal suo ragazzo, perché Kaede
le smonta tutto criticandola ferocemente: qui non si
prova questo; lì quello non si può fare; se due
riuscissero davvero a farlo riceverebbero il premio come
miglior acrobati, etc...
Ora, io so che per lui non sono il primo, però vorrei
tanto sapere come fa a sapere tutte queste cose. Il
pensiero che sotto le coperte la mia tenera volpe si
trasformi in un master sadomaso mi fa venire i brividi.
Finalmente ho finito e questa volta mi è andata bene.
Niente fruste o gogne, solo un bell'omicidio suicidio...
"Piaciuto?" Natsuko mi lancia un'occhiata
mentre con una matita viola sta segnando il contorno
delle labbra di Kaede.
"Ehm, sì, bello" La ragazza sfoggia un sorriso
a trentadue denti e con un pennello comincia a truccare
le labbra del mio ragazzo con un rossetto viola in cui vi
deve essere anche della polvere d'oro a giudicare dai
riflessi.
"Io e Kaede avevamo fatto una sfida. Sai che a me
piace la pallavolo, giusto?" annuisco, presagendo il
resto "Beh, l'idiota qui" e indica suo fratello
col dito "sosteneva che fosse un gioco stupido, dove
segnare punti fosse la cosa più facile del mondo visto
che non c'è uno scontro diretto fra due giocatori come
nel basket" si allontana un secondo dal viso di
Kaede per studiarlo, poi riprende a passare il rossetto
"Così abbiamo fatto una scommessa: su dieci servizi
non sarebbe riuscito a segnare neanche un punto"
ripone il rossetto e prende in mano la cipria con cui
tampona lievemente le labbra "Naturalmente ho vinto
e per penitenza ora dovrà andare al tempio così!"
conclude raggiante posando la cipria, riprendendo
eye-liner e matita nera con cui inizia a disegnare
qualcosa su una guancia.
Non posso parlare, ma Kaede è stato davvero idiota. Sua
sorella era una delle ricevitrici della squadra che vinse
il campionato nazionale di due anni fa, è ovvio che
avrebbe vinto, ma quando si tratta di sfide il cervello
della kitsune va in totale black-out.
Però ho una curiosità "Cosa sarebbe successo se
avesse vinto?"
Natsuko mi rivolge uno sguardo a dir poco terrorizzato
"Non avrei più potuto truccarlo. Mai più" e
con mano tremante torna al suo lavoro.
Quando ha finalmente finito non riesco a credere a ciò
che vedo. Sembra che sul volto di Kaede si sia posata una
farfalla dalle incredibili ali viola lucenti con macchie
che sembrano diamanti sparsi qua e là. I capelli tirati
indietro con la lacca non nascondono nulla e gli occhi
blu, con questo sapiente trucco, risultano ancora più
brillanti.
La sorella della volpe mette tutto quanto in buste e
scatole e si alza "Vi lascio soli il tempo
necessario per mettermi il kimono" ci guarda
seriamente "Ragazzi, niente baci o rovinate tutto il
mio lavoro e non vi converrebbe, lo sapete..." e se
ne va canticchiando un allegro motivetto.
Io sorrido a Kaede, che non sembra propriamente del suo
umore migliore "Buon compleanno, kitsune" gli
metto davanti le due buste e la scatola "Mia madre
ti ha fatto un regalo e una torta" a queste parole
si rilassa e sorride felice come un bambino. Non sembra,
ma Kaede è estremamente goloso.
Scarta la tuta e i suoi occhi brillano. Se non sbaglio, e
un genio non sbaglia mai, direi che gli è decisamente
piaciuta. "Questo è il mio" gli metto davanti
una scatola cubica sormontata da una bella coccarda rosso
vino che prende sfiorando le mie dita e nei suoi occhi
riesco a leggere la gioia che prova in questo momento.
Tira fuori il peluche dalla scatola con mani quasi
tremanti e solo in questo momento - grazie al contrasto
col pelo bianco della volpe artica - noto le lunghe
unghie finte dalla linea quadrata ma arrotondate agli
angoli, laccate di nero con dei piccoli ghirigori
argento.
"Grazie, Hanamichi..." prende il ciondolo e fa
per allacciarselo, ma lo fermo perché voglio
metterglielo io. Quando ho fatto gli sfioro la nuca con
le labbra abbracciandolo da dietro "Ti amo"
Lui poggia la testa contro una spalla e alza una mano per
sfiorarmi una guancia e Natsuko sceglie proprio questo
momento per fare ritorno avvolta in uno splendido kimono
bianco ricamato con mille fiori diversi nelle tonalità
del rosa, dell'azzurro e dell'argento. Ci trascina, o
meglio: trascina Kaede vicino la porta d'ingresso dove lo
aspetta il colpo di grazia. Sua sorella tira fuori un
basco di velluto nero mettendoglielo obliquamente in
testa e poi gli mostra un orecchino, una croce
rovesciata, in filigrana d'argento.
"Io quello non lo metto!!"
Devo aver capito male... mi è appena sembrato che la
kitsune abbia strillato isterica, quasi fosse una delle
sue ammiratrici. Se non sapessi che così rischierei la
morte sarei già sul pavimento a rotolarmi dalle risate.
"Non rompere, fratellino, assumiti le tue
responsabilità e mettitelo. Tanto il buco all'orecchio
non si sarà ancora chiuso"
Cosa, cosa, cosa?!?
"Ehi! Perché non..." ma l'ennesima
occhiataccia mi fa desistere dal finire la domanda. Mi
stringo mentalmente nelle spalle, tanto so che potrò
soddisfare tutta la mia curiosità quando si sarà
calmato. Lo vedo prendere le Nike dal mobile delle scarpe
ma Natsuko gliele toglie dalle mani porgendogliene un
altro paio. Nere, di vernice e... con un tacco di almeno
tre centimetri.
"Queste sono scarpe da flamenco, sbrigati, che siamo
in ritardo"
So che Kaede vorrebbe fossi solidale con lui e che
cercassi di aiutarlo contro la follia di sua sorella,
ma... non posso! E' troppo bello conciato così! Quanto
vorrei potergli fare una foto... ma non posso, se lo
facessi mi prenderebbe a pugni da qui all'eternità.
Per strada tutti si voltano a guardarci e a fissare
imbambolati il mio splendido ragazzo. Eheh... vedo i loro
sguardi trasognati, ma se uno solo di loro prova ad
avvicinarsi saranno guai seri. Il tempio è affollato,
come ogni primo gennaio d'altronde. Noi diamo la nostra
offerta e dopo aver fatto suonare le campanelle
esprimiamo i nostri desideri. Il mio è quello di trovare
presto il coraggio per fare l'amore con Kaede, mentre il
suo scommetto che è qualcosa che suona all'incirca:
liberami da questa pazza di mia sorella
Ci aggiriamo tra le varie bancarelle, Natsuko ha dato a
Kaede il divieto assoluto di bere o mangiare qualsiasi
cosa perché altrimenti rovinerebbe tutta la sua fatica.
Vedo un sacco di cose che mi piacciono, ma nulla che
attiri la mia attenzione in particolar modo.
Tutto d'un tratto ci ritroviamo davanti a due nostri
compagni di squadra e alla nostra manager. Ho come
l'impressione che la mia volpe in questo momento desideri
con tutto sé stesso di trovarsi a svariate migliaia di
chilometri da qui.
"Ehilà, Sakuragi!"
"Ciao ragazzi" Miyagi è appiccicato alla sua
Ayako mentre Mitsui ci sorride con un sguardo un po'
troppo insistente rivolto a Kaede.
"Sakuragi, non fai le presentazioni?"
Che? Presentazioni? Vuol dire che non l'hanno
riconosciuto? Ihih... sto per lanciarmi in una risata di
scherno per farli sentire dei piccoli cretini per non
averlo riconosciuto quando la volpe... la volpe sorride!!
Un sorriso strano però. Non è uno di quei sorrisi dolci
e speciali solo per me, è più un sorriso di
circostanza. Aperto, ma pur sempre di circostanza.
"Lieto di conoscervi, il mio nome è Asada Koori,
sono un vecchio amico di Hana-chan"
Perchéééé?!?! Perché ha dovuto rovinare tutto in
questo modo? Ora, lo so, quel Casanova da quattro soldi
di Mitsui gli starà appiccicato, ma se sapesse chi c'è
veramente sotto tutto quel trucco non proverebbe neanche
ad avvicinarsi!
"Ma... Sakuragi!" e adesso che vuole con quella
faccia finta sconvolta? "Rukawa lo sa che esci con
un altro? Come mai non siete insieme come due bravi
fidanzatini, avete litigato?" ora lo strangolo! Se
spera di mettermi nei guai si sbaglia di grosso. Ora
gliela faccio vedere io, gli dico tutto e allora vedremo!
"Oh, no! Hana-chan per oggi è tutto mio, solo
mio!!!"
Scusate... da dove è uscita questa voce in falsetto? E
come mai il braccio sinistro è così pesan... argh!!
Non... non può essere vero... ditemi che sto sognando!
Quello avvinghiato al mio braccio stile koala, gli occhi
sbrilluccicanti e il labbro inferiore sporgente a mo' di
supplica non può essere il mio Kaede! Non può!
"Rukawa è quel brutto cattivone del suo ragazzo,
vero?" continua a parlare con quella voce in
falsetto e sembra quasi sia sull'orlo delle lacrime dalla
disperazione "Non fa che chiamarlo do'hao, ma
Hana-chan non lo è affatto, lui è il preziosissimo
tensai!" e con un sorrisone da far invidia a Sendoh
mi schiocca, a tradimento, un bacio sulle labbra. Miyagi
e Ayako sono a bocca aperta, mentre Mitsui ci guarda e
scommetto che sta già organizzando un piano per
raccontare alla volpe ciò che sta succedendo! Infame! Ma
lui non sa che io so! E non sa che Koori è Kaede e
quindi... divertiamoci! Anche perché voglio far soffrire
la volpe per avermi impedito di vantarmi di quanto sia
bello!
"Che volete... io e Rukawa non possiamo stare
insieme ogni giorno della nostra vita, no? Sentite, vi va
di andare da qualche parte a berci qualcosa?"
Mitsui accetta subito - figurarsi! - e anche Ayako e
Miyagi, dopo qualche remora, decidono di unirsi. Natsuko,
che durante tutto il tempo se n'è stata in disparte ad
ammirare la scenetta si presenta come la sorella di Koori
e tutti insieme ci dirigiamo verso l'uscita del tempio.
Non abbiamo fatto in tempo a sederci che quella brutta
volpe mi ha tirato un calcio! Ma insomma, se l'è cercata
lui, e adesso deve sbrogliarsela da solo! Scommetto che
non resiste neanche cinque minuti, non riuscirà a
mantenere la parte! Eh? Ma che fa?!
"Allora, Hisashi... posso chiamarti Hisashi,
vero?" sorrisone "Sei un compagno di squadra di
Hana-chan, vero? Tu che cosa fai?"
Ma... ma guardatelo! Quell'idiota di Mitsui non fa che
vanagloriarsi del suo ruolo di giocatore cardine - ma
dove?! - e Kaede lo sta' pure a sentire, il mento
poggiato sulle mani che racchiudono il viso e lo sguardo
adorante! Finalmente quel brutto teppista-rovina-famiglie
si azzittisce per qualche secondo e beve la sua
cioccolata. Eheh... gli è pure rimasto uno sbuffo di
panna a lato della bocca e farà la figura dell'imbranato
se non se ne accorge e lo toglie.
"Oh... hai un ciuffetto di panna qui,
Hisa-chan..." non ci credo! Non può averlo davvero
raccolto con la punta di un'unghia e averla leccata via
con uno sguardo fisso in quello di Mitsui!
Questo è troppo!!!
"Scusate un attimo!" mi alzo facendo tintinnare
le tazze sul nostro tavolo e prendendolo per un polso lo
trascino via. E continua pure a fare ciao ciao con la
manina al teppista!!
"Si può sapere che stai cercando di fare, brutta
baka kitsune?" i miei nervi stanno per cedere, fra
un po' qui ci sarà una strage!
"Sto cercando di porre rimedio ai tuoi casini,
do'hao. Sei stato tu ad invitarli, devo continuare con la
mia recita, ti pare?"
"Se continui così Mitsui ti salterà addosso!"
isterico e geloso, una combinazione davvero perfetta!
Kaede alza un sopracciglio "Non lo farà" e se
ne va lasciandomi da solo nascosto dietro questa palma
tropicale finta e pure impolverata. Brutta volpe
malefica! Torno al tavolo e sto per strozzare il nostro
futuro ex compagno di squadra che ha preso una mano del
mio ragazzo.
"Ahahah, Hisa-chan, che fai?" mi siedo con
relativa calma solo perché Kaede ha spostato la mano,
anche se con fare un po' troppo civettuolo per i miei
gusti "Stai per caso cercando di sedurmi?" e
avvicina la testa, occhi che dicono fallo, ti prego...
ok, ora vado lì e li ammazzo tutti e due! "Ma non
puoi!" tono scandalizzato e praticamente mi salta
addosso, allacciandomi le braccia al collo e sedendomisi
sulle gambe "Io sono solo di Hana-chan" sguardo
triste e labbra tremolanti "Però lui è solo di
quel cattivone di Kaede, uffyyyyy..." mi sfiora un
lato del viso con una di quelle unghie spropositatamente
lunghe, sorridendomi malizioso "Ma potremmo fare una
cosa a tre, vero Hana-chan?" credo di star elencando
sul mio viso tutte le tonalità di rosso esistenti al
mondo... che qualcuno lo fermi!!!
Preferisco la volpe artica a... a qualunque cosa sia
questa che mi ritrovo in braccio!!
Natsuko se potesse si sbellicherebbe dalle risate, Miyagi
e Ayako non sanno che fare: se ridere, piangere o
chiamare la buon costume; mentre Mitsui ci guarda con
un'espressione che non mi piace affatto, da maniaco
sessuale.
"E perché non una cosa a quattro?"
Ma che lo dica! Lo confessi che vuol morire giovane ed io
lo accontenterò! Non appena mi sarò ripreso e tutto il
mio corpo avrà perso questa tonalità
bordeaux-verdognola, lo farò fuori nel modo più
doloroso possibile.
"Oh, no!" Kaede lo guarda facendo un vago gesto
nell'aria con la mano sinistra mentre con le unghie della
destra continua a sfiorarmi i capelli sulla nuca
facendomi rabbrividire "L'ho fatto una volta e non
mi è piaciuto affatto. Alla fine si formano due coppie e
basta" com'era quella cosa per svegliarsi dagli
incubi? "Preferisco i ménage à trois, Hisa-chan,
mi dispiace" e fa pure la faccina triste mandandogli
un bacio!
Io non so più che fare, la mia volpe artica si è
trasformata in un animale dal sangue bollente e pure in
calore. Il mio piano mi si sta decisamente ritorcendo
contro "Ka... Koori..." si volta verso di me ed
io mi perdo. Leggo nei suoi occhi quanto si stia
divertendo, come un bambino innocente che ha appena
scoperto il giocattolo più divertente sulla faccia della
Terra. Ed io non ho cuore di portarglielo via.
"Allora che ne pensi di me, te e il cattivone a
rotolarci fra le lenzuola?" quel... quel verme di
Mitsui, dopo aver parlato lo ha afferrato per una mano e
l'ha tirato a sé facendolo sedere sulle proprie
ginocchia.
D'accordo, ora basta! Quel che è troppo è troppo!
Ma... che faaaaaaa?!?!?!
Kaede si è circondato i fianchi con le braccia di
Mitsui, le cui mani sono un po' troppo in basso se ci
tiene alla vita, e gli ha intrecciato le proprie dita
dietro la nuca, facendo un bel sorrisone e guardandolo
con occhi pensierosi "Non so... l'idea sembra
carina, ma lui sarà d'accordo?"
Una mano di Hisashi scorre lentamente lungo la sua
schiena e gli sorride malizioso "Non preoccuparti,
conosco Kaede... sono sicuro che accetterà..." e
gli sussurra qualcosa in un orecchio facendolo ridere.
No, dico, ma io chi sono? L'uomo invisibile??? E poi...
Kaede? Conosco Kaede?! Cosa diamine è tutta questa
confidenza?! Lui non conosce proprio nessuno! Non sa
nulla di Kaede! Oppure... sono io a non sapere nulla di
lui? In fondo... quando mai lui mi ha parlato di sé,
della sua vita sentimentale prima di me? E se... se
Mitsui fosse uno dei suoi ex amanti? Come cavolo potrei
competere io? Scuoto la testa con forza. Questi non sono
pensieri degni del Tensai. Io sono all'altezza di
qualsiasi situazione "Kaede non accetterà mai"
lo dico con tranquillità, come se ciò che ho detto
fosse un fatto assodato e vedo un sopracciglio del mio
ragazzo sollevarsi interrogativamente.
"Davvero, Hana-chan? E come fai a saperlo?" mi
sta per caso sfidando? Comunque devo ammetterlo... questa
frase mi ha fatto un po' male...
"Lo so. Mi è bastato guardarlo negli occhi la prima
volta che mi ha detto che mi amava per capire che era
sincero e che non mi avrebbe mai fatto del male. E se mi
tradisse..." abbasso gli occhi, rendendomi conto che
sto per dirgli qualcosa che non ripeterò mai più, poi
rialzo lo sguardo guardandolo seriamente "...sa che
me ne farebbe, e soprattutto... che tra di noi sarebbe
tutto finito. Per sempre"
Sento gli sguardi degli altri fissarmi senza capire
nulla.
Non capiscono come io passa dire una cosa simile, con
così tanto trasporto, ad una persona che non è qui. Ma
in realtà c'è e abbandonando Mitsui si siede sulla
sedia accanto alla mia, prendendomi una mano e
sfiorandomi il volto con l'altra "Kaede si
ucciderebbe piuttosto che farti soffrire" e lo dice
serio, con occhi così pieni di determinazione da farmi
quasi paura.
"Lo so" forse è brutto dirlo, ma io so che si
ucciderebbe sul serio se mi facesse del male.
"E ti ama, non potrà mai tradirti" annuisco
perso nei suoi occhi. Non mi tradirà mai, ed è forse
proprio questo che la mia anima cercava, questa assoluta
certezza che sarebbe pronto ad aspettarmi sino alla fine
dell'eternità. Si avvicina e mi bacia con dolcezza, le
sue labbra sulle mie sono morbide come la carezza di un
angelo.
Questo momento magico si spezza quando da qualche parte
nel locale cade una tazza e al nostro tavolo il tempo
riprende lentamente a scorrere. Ayako e Ryota ci guardano
sempre più confusi - anche se secondo me qualcosa Ayako
l'ha capita, Natsuko ha un'espressione a dir poco
estatica (lei e mia madre andrebbero decisamente
d'accordo...) mentre Mitsui ci fissa con in faccia un
enorme punto interrogativo.
Kaede si alza e prendendomi per una manica del maglione
mi trascina fuori dal locale. Io lo seguo docilmente sino
a quando non si ferma nella semi oscurità creatasi fra
due lampioni. Si gira verso di me, ma non posso vedere il
suo viso.
"Ti ha dato fastidio?"
Mi stringo nelle spalle "Un po'" non posso
certo dirgli che ero pronto a privare la squadra del suo
realizzatore da tre punti. Mi avvicino a lui e nascondo
il volto nell'incavo tra spalla e collo, le braccia lungo
i fianchi mentre sento il suo respiro sfiorarmi la nuca e
le sue mani posarsi sulla mia schiena "Ti
amo..." il mio è solo un sussurro e prima che
riesca a finire la frase lui risponde "Anch'io"
Faccio un profondo respiro afferrando con le mani lembi
di stoffa del mio cappotto che indossa lui, senza però
avere il coraggio di guardarlo negli occhi "...e
voglio fare l'amore con te"
Eheheh... per la prima volta so di aver davvero stupito
la mia volpe. Il respiro gli si è fermato in gola e le
sue mani hanno interrotto il loro lento muoversi sulla
mia schiena. Mi costringe a scostarmi da sé per
guardarmi negli occhi, incredulo "Sei sicuro? Non
devi dimostrarmi nulla, io posso aspettare"
Annuisco "Lo so. E' per questo che voglio
farlo" sembra non capire il significato di queste
mie parole, ma ora non ho voglia di spiegarglielo, gli
sfioro le labbra e gli sorrido "Vuoi fare l'amore
con me?"
I suoi occhi si fanno ancora più grandi e liquidi, pieni
di desiderio. Mi prende la mano e intreccia le nostre
dita mentre inizia a camminare, ma non lo seguo, facendo
sciogliere la nostra stretta. Si volta confuso, chissà,
forse pensa addirittura che io abbia cambiato idea... ma
sorrido e gli prendo due dita "Preferisco
così" Kaede mi sorride a sua volta e riprendiamo a
camminare verso casa sua.
La casa è immersa nel buio, Kaede mi ha spiegato che i
suoi genitori sono dovuti uscire di corsa questa mattina
a causa di alcune emergenze in ospedale, sono entrambi
chirurghi e credo che solo il pensiero che grazie a loro
tante persone sono ancora vive renda a Natsuko e Kaede
più sopportabili le loro assenze.
Dopo essermi tolto le scarpe rimango al centro
dell'ingresso senza sapere cosa fare. Dirigermi nella sua
camera? Nella stanza di questa mattina? E poi, una volta
arrivati? Spogliarmi? O aspettare che lo faccia lui? E se
poi non gli piacessi? Se mi considerasse un tale
imbranato e scoppiasse a ridere? Oddio...
No, no, no!!! Andiamo Hanamichi, sei il Tensai! Già... e
poi con tutti i racconti di Natsuko qualcosa dovrò pur
averla imparata, giusto? Oh mamma... ora ho toccato
davvero il fondo... trovare ispirazione da dei racconti a
dir poco assurdi! Oh, insomma! Cosa sono tutte queste
paranoie? Io sono il Tensai, e mi rivelerò tale anche a
letto, alla fine Kaede mi chiederà d'insegnargli tutto
ciò che so, eheheh... ma a chi voglio darla a bere?
Sigh!
Durante queste profondissime elucubrazioni mentali non
devo essere stato molto presente, perché mi risveglio in
cucina con la mia volpe che mi dà le spalle. Ma... che
intenzioni ha? Voglio dire... non vorrà mica farlo sul
tavolo, vero? Cioè, io non mi tiro di certo indietro,
però, non so, pensavo che magari, visto che è il suo
compleanno volesse farlo in un posto un po' più...
romantico...
Si volta sedendosi al tavolo davanti a me e posa due
piattini con sopra una porzione decisamente generosa
della torta che ha fatto mia madre. Ma... ma tu guarda
questa volpe golosa! E' più importante questo
stupidissimo dolce o io che ho deciso di donargli la mia
ver...
"Perché sei arrossito, do'hao?"
Abbasso lo sguardo afferrando quasi con violenza la
forchetta, attaccando il dolce come fosse un mortale
nemico. Che cavolo stavo pensando!? Ancora un po' e mi
esprimerò come i personaggi di Natsuko!
Mangiamo in silenzio, un silenzio pieno di una strana
corrente, fatta di attesa ed eccitazione. I miei piedi
sotto il tavolo credo che abbiano consumato il pavimento
per il nervosismo. Oh, ma insomma! Sto solo per fare
l'amore col ragazzo che amo, non sto per partire per
andare a fare la guerra! E' una cosa normalissima, sana e
bellissima (per l'ultima parte devo ancora credere sulla
parola). L'uomo lo fa da quando è comparso sulla Terra e
non mi pare di aver mai letto contro indicazioni, no?
Quindi, basta con queste paranoie e diamoci da fare!
"Io vado a togliermi questa roba dalla faccia, torno
sub..."
"NO!" mi alzo di scatto facendo rovesciare la
sedia, Kaede mi guarda stupito "Non farlo" non
voglio che si tolga questo trucco, voglio che rimanga
così "Per favore..." mi sono avvicinato e gli
ho posato una mano sul collo, sfiorandogli col pollice la
linea della mandibola. Non capisce, lo vedo nei suoi
occhi, però annuisce e allungando una mano spegne
l'interruttore della luce. Ora siamo immersi nella più
completa oscurità ma posso ancora distinguere i
lineamenti del suo viso e le lucenti ali della farfalla.
I nostri respiri si mischiano mentre continuiamo a
fissarci, persi l'uno negli occhi dell'altro, con amore,
gioia, attesa... in pratica come due perfetti imbecilli!
Fa un paio di passi indietro verso la porta tenendo il
braccio destro teso, la mano dalle lunghe dita affusolate
è l'unica cosa che riesca a individuare con assoluta
chiarezza. Poso la mia mano sinistra sul suo palmo e
questo lieve, quasi impalpabile contatto è tutto ciò
che esiste tra di noi mentre camminiamo per i corridoi
che non mi sono mai sembrati così lugubri ed infiniti
come questa notte. Richiudo alle mie spalle la porta
scorrevole della stanza di Kaede. Qui la luce di un
lampione dalla strada illumina debolmente con la sua luce
giallastra, quasi arancione, la camera e riesco a
percepire vagamente forme e colori.
Fa scivolare via la sua mano da sotto la mia,
allontanandosi, abbandonandomi in questa semi oscurità
"Ka...Kaede?" la mia voce trema, dove si è
nascosta la baka kitsune?! Mi guardo intorno ma non
riesco a trovarlo; faccio alcuni piccoli, quasi timorosi,
passi in avanti e all'improvviso qualcosa mi afferra per
un polso attirandomi nel suo abbraccio. Per fortuna il
mio genio ha subito riconosciuto il tocco del mio
ragazzo, altrimenti una testata non gliela toglieva
nessuno. Sfiora le mie labbra con le sue e i suoi occhi
si chiudono mentre gli lascio libero accesso alla mia
bocca per dirigere questo bacio che è diverso da
qualsiasi altro ci siamo mai scambiati.
Sento le sue mani sfiorarmi il collo e poi scendere sul
petto, lentamente, sino a raggiungere il bordo del
maglione; vi s'intrufola sotto con le sue dita gelide. Lo
sento giocare col mio ombelico e poi risalire disegnando
i contorni dei miei addominali. La pelle d'oca si è
impossessata del mio corpo insieme ai brividi.
Delicatamente mi guida per farmi poggiare la schiena
contro il muro senza mai smettere di baciarmi.
Mi rendo conto di essere una semplice bambola di pezza
nelle sue mani, di non star facendo nulla; le mie braccia
sono abbandonate lungo i fianchi, ma non ho la forza di
muovermi, e così lo lascio fare. Ora i suoi palmi sono
entrambi a contatto con la mia pelle e lentamente mi
stanno sfilando il maglione; interrompe il bacio e me lo
leva gettandolo ai nostri piedi. Le sue labbra fresche,
umide, si posano alla base del mio collo iniziando a
mordere dolcemente, scendendo sulla clavicola per poi
risalire leccando sino ad incontrare nuovamente le mie
labbra cui dona però solo un semplice bacio; sento che
si sta per allontanare, ma io voglio di più, voglio un
bacio vero. Le mie mani circondano il suo collo mentre le
mie labbra stanno ottenendo ciò che desideravano. Lo
sento sorridere e si avvicina nuovamente a me, una mano
su un fianco e l'altra che lentamente si avvicina ad un
capezzolo.
Piano piano Kaede inizia un gioco al massacro: il mio.
Stringe delicatamente un capezzolo e mi morde un labbro
sino a farmi male; mi bacia dolcemente e stringe
violentemente il capezzolo; tutto questo mentre una sua
gamba si è infilata tra le mie e con il ginocchio sfiora
il mio inguine facendomi gemere di piacere e di dolore. A
questo punto non voglio più essere solo una vittima
condiscendente tra le sue mani ed inizio ad aprire la
lampo della sua giacca, unico rumore insieme ai nostri
sospiri e gemiti. Non riesco a sfilargliela perché non
vuole lasciarmi andare, ma non mi arrendo ed uno ad uno
apro i bottoni della camicia sfilandogliela dai
pantaloni.
Poggio i palmi delle mani sul suo petto. Caldo e gelo. Se
provo a pensarci razionalmente non ho la più pallida
idea di cosa fare e mi rendo conto di dover fare solo
ciò che faccio tutti i giorni: farmi guidare
dall'istinto. Senza che la mia mente impartisca alcun
ordine le mie mani si muovo di loro volontà. Una,
passando lievemente sullo stomaco e sul fianco si posa
sulla schiena, con la punta delle dita gioco con la sua
spina dorsale e do qualche piccolo pizzico; l'altra
invece non ha fatto altro che posarsi a palmo aperto
sulla spalla, alla base del collo, e con il pollice
sfiora la pelle morbida.
All'improvviso si stacca da me e per un momento sono
terrorizzato dall'idea che ciò che ho fatto non gli sia
piaciuto, che non voglia più saperne di me. Fa un paio
di passi indietro e riesco a vedere i suoi occhi
brillanti e un sorriso malizioso sulle labbra. Con un
semplice gesto delle spalle si sfila la giacca e la
camicia che cadono silenziosamente sui tatami. Mi fissa
negli occhi per alcuni secondi prima di voltarsi e
dirigersi verso l'armadio a muro. Ecco, questo è il
momento in cui l'ho sempre abbandonato fuggendo, senza
più riuscire a parlargli per i successivi due giorni.
Chissà se anche lui ci sta pensando? Ma questo volta non
accadrà nulla di simile. Questa volta voglio andare sino
in fondo, provare quell'unione di anima, corpo e mente di
cui tutti parlano. Voglio fare l'amore con Kaede. Voglio
sapere cosa si prova nel sentirsi legati ad una persona
per il resto della vita.
Ha steso il futon sui tatami e vi è inginocchiato
accanto, credo si stia per rialzare ma glielo impedisco
avvicinandomi e inginocchiandomi alle sue spalle. Poso la
testa sulla sua schiena e sotto il mio orecchio sento il
battito accelerato del suo cuore, credo sia veloce quasi
quanto il mio. Lo circondo con le braccia e le mani
s'intrecciano all'altezza del suo cuore "Sembra
quasi che tu abbia corso, kitsune"
Le sue dita sciolgono le mie per poi unirsi nuovamente,
ognuna con una delle sue, sempre sopra il suo cuore
"Sono solo nervoso" sussurra girando la testa e
sfiorandomi il mento con le labbra. Io sono senza parole,
qui quello nervoso posso essere solo io, non lui che ha
abbastanza esperienza per almeno dieci persone!
"Perché proprio oggi?"
Lo fisso negli occhi e non so dargli una risposta. Non
una risposta soddisfacente. Potrei dirgli che è perché
sono finalmente pronto, perché è il più bel regalo che
potrà mai ricevere, perché voglio sentirmi totalmente
suo, perché questo giorno oltre all'inizio di un nuovo
anno rappresenterà per noi l'inizio di una nuova vita
insieme, perché so che saprebbe aspettarmi e perché una
parte di me ha paura che se non lo facessi alla fine si
stancherebbe e mi lascerebbe per trovarsi qualcuno con
meno problemi. E alla fine il motivo sono tutte queste
ragioni e nessuna di esse. Insomma: un gran casino!
Mi stringo nelle spalle e sorrido "Ho pensato che se
tu potevi sopportare di andare in giro in quel modo
allora io potevo fare la faticaccia di venire a letto con
te"
Si gira un po' di più nel mio abbraccio e solleva un
sopracciglio - lo adoro quando assume quest'espressione!
- "Do'hao"
Annuisco "Di proporzioni bibliche visto che mi sono
innamorato di un eschimese travestito da giapponese"
E' un attimo. All'improvviso mi trovo inchiodato sul
materasso sotto il corpo di Kaede, i polsi stretti ai
lati della testa e i suoi occhi un fuoco gelido puntato
nei miei. Scuote la testa con fare rassegnato "Cosa
devo fare con te..?"
Il mio corpo si rilassa sotto il suo "Pensavo lo
sapessi, kitsune, ma se sei a corto di idee possiamo
ispirarci a qualche racconto di tua sorella..."
qualcosa nel suo sguardo mi dice che ho sbagliato
provocazione... perché non me ne va mai bene una?!?
"Non tentarmi, do'hao..." si abbassa sul mio
viso, ma invece di baciarmi si sposta verso destra e
cattura fra i denti il lobo del mio orecchio mordendolo
piano.
Lentamente continua il suo peregrinare sul mio corpo,
scendendo lungo il collo, le spalle, i pettorali;
baciando, leccando e mordendo ogni centimetro di pelle
che incontra. Quando arriva all'ombelico inizia a
giocarci con la lingua: leccando intorno, passandovi
sopra, ma senza mai penetrarlo. Le mani che erano intorno
ai miei polsi allentano la loro stretta e scivolano lungo
gli avambracci sino ai gomiti e da qui si posano sui miei
fianchi con tocco leggero, accarezzando la stoffa dei
jeans, scendendo sulle cosce per poi risalire ai bottoni
che li chiudono. Li apre uno alla volta, esasperatamente
lento "Ka... Kaede... ti prego..." lui si ferma
e striscia sul mio corpo come un sinuoso serpente per
portare il proprio sguardo, pieno di quella che credo sia
lussuria, nel mio che deve star esprimendo tutta la
propria frustrazione.
"Shh..." mi posa un dito sulle labbra ed io
istintivamente gliene lecco il polpastrello, i suoi occhi
diventano più grandi le voce ancora più roca
"...abbiamo tutto il tempo che vogliamo..." ma
un tremito nella sua voce mi fa capire quanto vorrebbe
poter accelerare i tempi e che non lo fa solo per me, per
rendere questa notte davvero indimenticabile. Ed io sento
di amarlo ancora più di prima per quanto sembri
impossibile.
Ripercorrendo la strada al contrario torna alla sua
occupazione e quando ha aperto tutti i bottoni prende i
jeans insieme ai boxer per spogliarmi completamente. Lo
aiuto con alcuni movimenti del bacino, ma non posso fare
a meno di arrossire quando lo vedo fissarmi, studiarmi,
quasi fossi la cosa più bella che abbia mai visto. Non
riesco a sopportare quello sguardo e così chiudo gli
occhi spostando il viso da una parte; ma Kaede se ne
accorge e lo sento sdraiarsi al mio fianco, le dita di
una mano fra i miei capelli come a voler navigare in un
mare di fuoco.
Socchiudo gli occhi e lo vedo sorridermi dolcemente, la
testa poggiata su una mano, il gomito piantato nel
materasso "Sei bellissimo..." sussurra così
lieve che faccio quasi fatica a sentirlo.
Io scuoto la testa e mi avvicino affondando il mio viso
nel suo petto "Non è vero... non sono nulla di
speciale..." lui può dire quello che vuole, ma io
credo che non la smetterò mai di pensarla così. Kaede
si scosta da me, afferrandomi per il mento e guardandomi
seriamente negli occhi "Sei speciale per me... non
basta questo..?" giuro che in questo momento potrei
scoppiare a piangere come una fontana, ma non voglio
rovinare questa notte con delle stupide lacrime e così
mi sporgo per baciarlo. Mi passa una mano dietro la
schiena, fra le due scapole, e mi fa nuovamente sdraiare.
Quando abbandona la mia bocca è solo per coprire di baci
tutto il mio corpo, scendendo verso il basso, senza che
riesca a capire dove si poseranno le sue labbra la
prossima volta. Una sua gamba fra le mie, sento la sua
lingua leccare la pelle delle cosce, morderla e poi
baciare i segni che mi ha lasciato. Vorrei urlare per la
frustrazione, questa di Kaede è solo un'inutile tortura
per farmi capitolare senza sapere che mi ha vinto sin dal
primo giorno in cui ha posato i suoi occhi su di me.
Quando posa le labbra sulla mia erezione in un casto
bacio non riesco a trattenere un gemito di piacere e a
spingere il bacino contro la sua bocca. Mi lecca come
fossi un gustoso gelato, ed io vorrei prenderlo a pugni,
gridargli di non prendersi gioco di me, ma non riesco a
fare nulla che non sia muovere spasmodicamente le mani
sulle lenzuola stringendole nei miei pugni, supplicandolo
con i miei gemiti. In lontananza sento il suono di una
campana e mi chiedo da quanto tempo Kaede mi stia
torturando in questo modo.
Lentamente lo sento far scivolare il mio membro nella sua
bocca calda e umida. Non riesco ad emettere neanche un
suono ma una mano si posa sulla sua testa, tra i suoi
capelli ad impedirgli di allontanarsi, mentre mi mordo
due dita dell'altra per non permettermi di urlargli di
muoversi, di non divertirsi a farmi soffrire.
I movimenti di Kaede si fanno più veloci per poi
rallentare sin quasi a fermarsi, un'atroce altalena di
piacere e dolore cui non so dar voce se non con singulti,
gemiti e proteste inarticolate. I suoi occhi mi scrutano
e la sua bocca finalmente mi dà ciò di cui ho bisogno;
i suoi movimenti sono aritmici, le sue mani sul mio corpo
continuano ad esplorarmi, a sfiorare, pizzicare e
graffiare. Sento il mio corpo tendersi, qualcosa mai
provato prima farsi strada in me, e vorrei sottrarmi alla
bocca di Kaede, non voglio... ma è tutto inutile: con le
mani blocca i miei movimenti e arrendendomi ai suoi
voleri vengo nella sua bocca.
Davanti a me non vedo altro che una luce calda e
avvolgente e quando finalmente riesco a riaprire gli
occhi quelli di Kaede sono fissi nei miei, mi sorride e
si sporge a baciarmi. E' strano ora il suo sapore,
mischiato a quello del mio seme. Quando ci separiamo gli
poso una mano al centro del petto facendola scivolare
sino all'orlo dei pantaloni "Perché sei ancora
vestito?"
Mi bacia l'angolo della bocca, sorridendomi "Ero
occupato in altro, ricordi?" la sua voce così
maliziosa mi fa arrossire, ma non voglio fare la figura
dell'ingenuo ed inesperto (per quanto io sia entrambe le
cose...).
Le mie dita giocano con l'unico bottone, senza che mi
decida a sfilarlo dalla sua asola "Allora sarà bene
che si provveda a questa mancanza, non credi?" ed
ora che il bottone è finalmente aperto faccio scendere
lentamente la chiusura lampo e capisco che sotto di essi
non indossa nulla. Lo fisso aprendo la bocca per dire
qualcosa ma non ci riesco, devo sembrare un pesce.
Kaede si stringe nelle spalle mormorando "Mia
sorella" ed io scuoto la testa perché avrei dovuto
immaginarlo. Lo faccio sdraiare e inginocchiandomi fra le
sue gambe lievemente piegate gli sfilo i pantaloni come
lui ha fatto con me, gettandoli in un angolo della
stanza. Quando i miei occhi si posano nuovamente sul suo
corpo rimango senza fiato. La pelle di porcellana, le
mani con unghie nere che accarezzano i propri capezzoli;
i denti bianchi che mordono un angolo del labbro
inferiore il cui colore è lievemente sbiadito, e le
farfalla che in questa luce così particolare sembra
pronta a spiccare il volo. Ma non è questo a lasciarmi
allibito: sono le calze autoreggenti di seta nere con la
banda elastica in pizzo che gli fasciano le gambe a farmi
rimanere a bocca aperta.
Posa la pianta di un piede al centro del mio petto,
guardandomi sconsolato "Tu non vuoi credermi quando
ti dico che è pazza..."
Credo di aver assunto la migliore faccia da ebete di
tutta la mia vita, ma gli sorrido scuotendo la testa
"Tua sorella è un genio ed io l'adoro..." non
mi azzardo a dirglielo, ma spero vivamente che Natsuko
abbia presto un'altra idea come questa. Poso i palmi
sulla banda elastica e la faccio scivolare, arrotolando
così la calza su sé stessa. Quando arrivo al tallone,
con una mano prendo la caviglia di Kaede e sfilo
completamente la calza baciando la pianta del piede.
Compio la stessa operazione sull'altra gamba e infine lo
osservo sedersi sul materasso, mettermi le mani sulle
spalle e farsi più vicino.
I suoi occhi sono gemme brillanti, annunciatrici di ciò
che tra poco ci sarà fra noi. Si alza lasciandomi da
solo per alcuni minuti, mi sdraio sullo stomaco, le
braccia sotto il cuscino, aspettando il suo ritorno. Il
pensiero di ciò che farà mi fa un po' paura, ma non
riesco a non eccitarmi. Piano, inizio a muovere il bacino
contro le lenzuola, sfregando il mio membro contro la
stoffa.
Il percorso di dita gelide sulla mia schiena mi blocca e
un sussurro arriva alle mie orecchie: "Volevi
divertirti senza di me?" a queste parole sorrido e
scuoto la testa. Si sdraia su di me, la sua erezione che
preme contro il mio fondo schiena ed io non posso fare a
meno d'irrigidirmi, ma lui se ne accorge e mormora
dolcemente "Non preoccuparti... non farò nulla che
tu non voglia..." e so quanto sincere siano queste
parole, nonostante gli pesino molto... una specie di
rinuncia a qualcosa di così vicino e che desidera da
così tanto tempo.
Mi volto trovandomi faccia a faccia con lui. Allargo le
gambe in modo che vi si possa sistemare e con una mano
gli scosto una ciocca di capelli che gli è caduta
davanti gli occhi "Io voglio tutto... il servizio
completo..." gli sorrido e lui si abbassa per
catturare le mie labbra in un bacio che sembra senza
fine.
Le dita di una mano si avvicinano al mio ano, qualcosa di
viscido su di esse, immagino sia vaselina. Un primo dito
entra in me senza io che provi una particolare
sensazione, solo un lieve fastidio. Quando al primo si
aggiunge il secondo allora il fastidio si fa più
presente, ma è solo quando introduce il terzo che il
dolore si fa acuto. Le muove piano, delicatamente, e il
dolore nel giro di pochi istanti scompare per fare strada
a qualcosa di diverso: strano ma estremamente piacevole.
In questi minuti i nostri occhi non si sono staccati per
un momento, lui poteva leggere tutto ciò che provavo nei
miei occhi e io lo stesso nei suoi. Quando sfila le dita
dal mio corpo mi sento abbandonato e un gemito di
protesta risuona come un'eco nella stanza. Kaede mi piega
le gambe facendomele avvolgere intorno alla sua vita. Il
più delicatamente possibile inizia a penetrarmi ed io mi
irrigidisco perché questa volta il dolore lo sento sin
dal primo istante "Cerca di rilassarti..." la
sua voce morbida nelle mie orecchie e tento di seguire il
suo consiglio, respirando profondamente e rilassando
tutti i muscoli del mio corpo.
Lo sento entrare ancora un po' dentro di me, ma io non ci
riesco, non riesco a sopportare questo dolore lancinante.
Tento di fermarlo: "No... Kaede... fe...
fermati..." di togliere le mie gambe dalla vita, ma
lui mi ignora; anzi, mi afferra per i fianchi,
artigliandomi con le unghie e mi penetra con un'unica
spinta, arrivando completamente dentro di me dopo avermi
squarciato l'anima e il corpo.
Mi stringe a sé, asciugando le lacrime che mi inondano
il viso con le sue labbra, la mia bocca ancora spalancata
in un urlo di muto dolore. Mormora parole che mi sembra
giungano da molto lontano, da un altro tempo e un altro
spazio "Mi dispiace... perdonami... non volevo...
perdonami... sono un bastardo..." e mentre lo dice
non posso fare altro che trovarmi d'accordo con lui,
anche se non ho la forza di dirglielo perché nonostante
le sue parole continua a muoversi dentro di me, ed io mi
sento bruciare.
La sua mano s'infila tra i nostri corpi ed inizia a
masturbarmi, continuando a baciare il mio viso mentre io
continuo a rimanere immobile. All'improvviso Kaede fa
qualcosa che mi fa inarcare, una scossa di piacere ha
percorso tutto il mio corpo "Di... di nuovo..."
è il mio unico sussurro mentre le mie mani si posano
sulla sua schiena e le gambe si stringono più saldamente
intorno alla sua vita. Mi guarda negli occhi, ora non
più vuoti, e cercando la seppur minima smorfia di dolore
sul mio volto si muove toccando un punto in particolare
dentro di me e tutto ciò che vede è un volto
trasfigurato dal piacere.
Rassicurato da questo riprende a muoversi con dolcezza e
passione, come sarebbe dovuto essere sin dall'inizio e
finalmente i nostri corpi possono compiere insieme quella
danza antica e primordiale che ha fatto muovere il mondo
sin dai suoi albori. Sento il suo seme inondare il mio
corpo e anch'io vengo con un gemito strozzato sopra i
nostri addomi.
Quando i respiri si fanno un poco più regolari Kaede
esce da dentro di me sedendosi sul bordo del futon e di
nuovo vengo posseduto da quell'orribile sensazione di
abbandono "Mi dispiace... sono un vero bastardo...
ti giuro che non ti farò mai più qualcosa di
simile..."
Io lo guardo stupito, chiedendomi se per caso alla
kitsune non sia evaporato il cervello "Vuoi dire che
dovrò rivolgermi a qualcun altro se vorrò fare di nuovo
l'amore?"
Si volta di scatto, sembra arrabbiato, ma quando vede il
mio volto sorridente si limita a sollevare un
sopracciglio "E chi avresti in mente..?"
Mi stringo nelle spalle e faccio finta di pensarci un
attimo "Fujima è carino..."
Kaede sembra davvero molto stupito da questa scelta
"Fujima attivo è una contraddizione in termini, te
ne rendi conto?"
Socchiudo gli occhi "Forse hai ragione..." mi
giro su un fianco, passando un braccio sotto il cuscino
"...forse è meglio che lo chieda a Mitsui... o a
Sendoh... o Maki..." non ho fatto in tempo a finire
la frase che Kaede mi è saltato addosso bloccandomi
contro il materasso.
"Non te lo consiglio se ci tieni alla vita,
do'hao..." la sua espressione è talmente seria che
io non posso fare a meno di scoppiare a ridere e poco
dopo anche la kitsune si unisce alla mia risata. Quando
finalmente l'ilarità abbandona i nostri corpi Kaede si
sdraia al mio fianco ed io poggio la testa sul suo petto,
nelle orecchie il battito del suo cuore e il suono del
suo respiro.
Intrecciamo le nostre dita sopra il suo stomaco
"Buon compleanno, kitsune..." il mio è un
mormorio assonnato prima di sprofondare nel mondo dei
sogni, anche se mi è sembrato di sentire Kaede mormorare
un altro stupido "Mi dispiace..." prima di
baciarmi la fronte e venirmi a fare compagnia anche nel
sonno.
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