Disclamer: Per nostra somma sfortuna… i personaggi appartengono a Eichiro Oda… oltre che sono tutti personaggi creati dalla fantasia e anche la storia è frutto di malata immaginazione… in parole povere… NIENTE è REALE…
Note: Siccome con imouto non abbiamo scritto ancora niente… è arrivato il momento di farlo ndsaya neesan… hai dimenticato insieme ndMaharet ^^;;; e beh… si… ehm… scusate intendevo insieme ndSaya


Burning in this Love

di Saya & Maharet (Creazy Sisters)


Il sole era sul orizzonte, stava per bagnarsi nel mare come un grande biscotto, per poi scomparire tra le sue onde e svanire dietro il confine tra il cielo e il mare, macchiando il cielo azzurro chiaro di un colore rosso, come se qualche divinità si fosse ferita e una goccia di sangue fosse caduta per dargli quella tinta eterea. La Going Mary stava navigando le acque che si stavano calmando sempre di più, anche se ancora un venticello leggero stava soffiando.
Sul bordo c’era un viaggiatore in più, che stava seduto sul pavimento, il mento appoggiato sulla mano, il cui gomito era poggiato sul ginocchio. Capello rosso in testa, torso nudo e sulla schiena un tatuaggio che mostrava che apparteneva alla ciurma di Barba Bianca. I suoi occhi scuri erano puntati sul suo fratellino minore, in parole povere, sul capitano della bagnarola che lo stava ospitando, che si divertiva con il suo vice, conosciuto anche come lo spadaccino più temibile, subito dopo Mihowk. Quello che Ace D. Portgas stava osservando era il modo dei due di amoreggiare, senza in realtà farlo. Ormai si sapeva bene che il capitano e il suo primo uomo avevano una relazione, anche se in molti pensavano più sul platonico… per via della natura ingenua di Monkey D. Luffy. Non gli dava fastidio, sapeva bene che Roronoa Zoro era un ottimo partito per suo fratello oltre che forse era l’unico a riuscire a capirlo… anche se quello non si capiva come… forse era l’amore.
Ace sospirò per l’ennesima volta fissandoli scambiarsi quelle effusioni…
Una bellissima donna intanto si era avvicinata a lui con passo felpato. E all'improvviso Ace sentì due mani afferrargli il cappello.
- Quei due non si stancano mai di stare appiccicati eh?- disse Nico Robin mentre giocava con il cappello dell'altro, la sua calda voce risuonava nel silenzio in cui erano immersi.
Il moro non alzò lo sguardo, conosceva bene la proprietaria di quel potere.
- Non avrei pensato mai di dirlo… in questo momento lo sto invidiando – disse Ace continuando a fissare l’espressione genuina del minore.
Robin lo guardò un po’ sorpresa.
- come mai?
- Guardalo… felice tra le braccia dell’uomo che ama… perché anche se ingenuo, so che Luffy ama veramente Zoro… - concluse con occhi ancora puntati sui due innamorati.
Robin si avvicino al ragazzo e si sedette accanto a lui.
- si, anche io a volte li invidio molto... la loro felicità è totale e si amano profondamente. TU non hai nessuno nel tuo piccolo cuore ardente?- disse la donna.
Ace per un attimo ci pensò, anzi si soffermò a pensarci per più di quanto avrebbe voluto, e alzò lo sguardo verso il cielo limpido macchiato da qualche nuvoletta… sembrava quasi fumo…
- Forse…- fu l’unica cosa che disse, sorprendendo anche se stesso, dopo che nella mente gli si dipinse il viso di Smoker.
Robin sembrò capire perfettamente i pensieri di Ace e sorrise appena osservando anche lei le nuvole.
- quelle nuvole... sembrano quasi degli sbuffi di fumo vero?-
- Cosa vuoi insinuare Robin? – chiese il moro finalmente girandosi a fissare la donna che stava seduta accanto a lui… sfoggiando le sue due gambe perfette mentre il suo corpo era avvolto in uno di quei bellissimi completi viola da cowgirl che era solita indossare.
La donna rise divertita e gli porse il cappello.
- io? Assolutamente nulla. Comunque mi permetti di darti un piccolo consiglio?-
- Mah, anche se dico di no, me lo dirai comunque… oltre che da te mi aspetto qualcosa di sensato… - rispose Ace tornando a fissare il suo adorato fratellino e il suo compagno.
Robin si avvicinò a lui, così vicina che Ace poteva sentire il profumo di fiori della donna.
- Continuare a star qui a rimuginare non ti farà capire nulla... dovresti chiedere al tuo bel taisa cosa sente.. ora ti saluto... devo finire di leggere un libro... - e detto questo si alzò e si diresse verso la cabina.
Il moro continuava a rimanere immobile, ma il suo sguardo era tornato verso il cielo e le nuvolette disperse per esso. Infatti, quelli sembravano proprio spicchi di fumo, come quelli che uscivano dal sigaro di Smoker. Le mani dietro la testa così stava più comodamente appoggiato alla parete di legno, era completamente perso nei pensieri e nella sua mente si ripeteva sempre un pezzo di frase di Robin:
’chiedere al bel taisa cosa sente’
Ma quella donna si rendeva conto che Smoker era un marine, e lui era un pirata e non uno qualsiasi, era il braccio destro di Barba Bianca, come poteva esserci qualcosa tra di loro, beh si, gli piaceva Smoker, sia il suo carattere burbero, la sua onestà in un mondo corrotto come quello che era dei marine e anche fisicamente lo attirava, lo mandava a fuoco, se si poteva usare questo sinonimo. Un leggero sorriso gli si dipinse sul viso, chiedendosi che cavolo gli stava succedendo, non poteva certamente arrendersi così, infondo era curioso anche lui di cosa il bel taisa sentisse per lui. Si alzò con un balzo e con le mani in tasca si diresse verso le stanze della ciurma, dove sapeva ci fosse stata anche quella di Robin ed infatti la trovò e ci busso sopra:
- Robin, dobbiamo parlare. -
La donna chiuse il libro che stava leggendo e si sistemò meglio sulla poltrona.
- cosa desideri Ace?- chiese sorridendo
L’uomo moro la fissava ancora sorridendo.
- Mettiamola così, io voglio chiedere al bel taisa quello che pensa, so che dove andiamo noi, c’è sicuramente la sua nave, ma voglio arrivarci, senza che possa in qualsiasi modo buttarmi giù o arrestarmi… mi serve un piano da cervello femminile. – disse poggiandosi alla parete di legno continuando a puntare i suoi occhi scuri sulla donna.
Robin lo guardò per un po’, sempre sorridendo.
- eh già... sarebbe un bel problema se decidesse di buttarti giù dalla nave... vediamo un po’... ci vorrebbe un modo sicuro...- la donna accavallò le gambe e si mise a riflettere.
- Vedi, è sempre una cosa sensata chiedere una cosa del genere a una donna, sono sicuro che hai già un piano. – rise leggermente Ace.
Robin si scostò appena i capelli da viso.
- il problema è il brutto carattere del tuo capitano... - disse enfatizzando l'aggettivo "tuo".
A quel punto Ace dovette ridacchiare:
- ma quel carattere lo rende ancora più affascinante – rispose vedendosi che era divertito.
Gli occhi di Robin luccicarono appena.
- già... hai proprio ragione. -
- Allora, che mi dici, cosa si potrebbe fare? Come arrivo a lui? -
Chiese ancora con quel sorriso stampato sulle labbra. A quel punto arrivò Nami, senza guardare introno:
- Robin, senti, pensi… - ma poi si bloccò e fissò Ace con un sopraciglio alzato.
- Spero di non aver interrotto niente – disse tornando a guardare Robin.
Robin sorrise e si alzò.
- no Nami, non preoccuparti... ho finito il vestito che mi avevi chiesto. Ora te lo prendo. -disse dirigendosi verso l'armadio.
- Oh l’hai gia finito? Ti devo un favore per questo lo sai? – disse eccitata Nami guardando quasi con cuoricini nei occhi la mora. Ace intanto osservava le due, aspettando che Robin gli rispondesse alla domanda che aveva fatto.
Robin le porse il vestito, era un abito lungo molto elegante e semplice.
- Sanji sarà molto contento di vedertelo addosso ne sono sicura.- disse sorridendo
Nami fece un espressione tra l’imbarazzato e seccato, ma non rispose a quella affermazione.
- Se ti serve qualsiasi cosa Robin, basta chiedermelo, ok? -
Robin rifletté per qualche istante.
- potresti aiutarmi a risolvere i problemi di cuore del piccolo Ace... - disse.
Ace per un momento la guardò male, mentre Nami si girò verso di lui con un sorriso:
- E così hai deciso finalmente di tendere la rete per catturare il grande taisa? – chiese più eccitata che divertita, sembrava stesse aspettando il momento che sarebbe successo.
Robin rise.
- come potrebbe fare il piccolo Ace ad introdursi sulla nave senza rischiare di essere buttato di sotto? -
Il moro in quel momento pensò che forse erano ancora meglio due cervelli femminili di uno e che Nami era molto intelligente. Si rifiutò a rispondere alla domanda che gli aveva posto Nami, la quale si era girata verso Robin, mettendo quell’espressione che aveva sempre quando stava pensando.
- Allora, la cosa migliore sarebbe farlo travestire da marine, ma sarebbe stato facile buttarlo dalla nave o peggio arrestarlo… -
Robin annuì.
- considerando anche il pessimo carattere del nostro bel taisa direi che bisognerebbe trovare un altro sistema... cosa proponi Nami?-
La navigatrice sembrò pensare quando il suo sguardo si soffermò sulle gambe di Ace e continuò a fissarle, fino al punto che il moro curiosò abbassò lo sguardo per vedere cosa c’era su di esse per rendere così interessata Nami.
- hai avuto qualche idea?-chiese Robin
- Dimmi Robin… come ti sembrano le gambe di Ace? – chiese continuando a fissarle con uno strano sorriso che stava preocupando il pirata.
Robin fissò le gambe del pirata, lunge e affusolate proprio come...
- ... quelle di una ragazza... -sussurrò Robin, per poi voltarsi verso la rossa - Nami sei un vero genio!-
La navigatrice la fissò:
- Oh sapevo che mi avresti capito…-
Ace invece sgranò gli occhi e il sorriso morì, si lecco le labbra come per prendere coraggio a chiederlo:
- Non è quello che penso io, non è vero?-
Robin sorrise.
- credo proprio che non ci siano altri modi, dovrai vestirti da donna. - disse Robin come se fosse una cosa normale. Il moro guardò le due vedendo che erano serie è poi cercando di salvarsi dal guaio in cui si era cacciato solo chiese:
- E che cosa ci fa una donna su una nave di marina? -
A quel punto si intromise Nami:
- Ho sentito che si fermano al porto Sanktlu per fare provviste, il giorno prima, da quel porto parte una nave più grande della marina per accompagnare una signora benestante che deve raggiungere il proprio marito alla capitale -
Robin annuì.
- Tu, potresti fingerti una dama di compagnia che ha perso la nave e che deve portare qualcosa alla signora benestante… -
- Voi non state scherzando su questo fatto, ma vi paio un tipo che può vestirsi da donna, guardatemi, ho le braccia troppo muscolose… e poi sia sul braccio che sulla schiena ho due tatuaggi che fanno capire chi sono… - era una vana speranza la sua per scappare alle grinfie di Robin e Nami, che non vedevano l’ora di vestirlo per bene.
- Ace, inutile cercare scuse, tutto si può nascondere e poi, vedrai sarai sexy vestito così, il tuo taisa non potrà resisterti. -
Robin si alzò e si avvicinò al ragazzo.
- già. Ti renderemo così sensuale e provocante che il tuo bel taisa non potrà fare a meno di saltarti addosso. -
- Qual’è il punto se gli piaccio come donna? Io voglio essere io quando succederà – disse leggermente rabbuiato il moro, non era sicuro che voleva vestirsi da donna, eppure sapeva che forse era l’unico modo di stare con Smoker da solo senza problemi.
- beh a questo dovrai pensare tu... noi ti possiamo solo rendere una donna affascinante. -disse Robin.
- Tra quanto arriviamo nei pressi di Sanktlu? – chiese ormai arresosi al suo destino e Nami con un sorriso gli rispose:
- Domani mattina saremo li, la Going Mary la nascondiamo, ma dovremo fare provviste e faremo in modo di arruolarti tra le dame di compagni della madama Curry -
Robin annuì e si avvicinò all'armadio.
- ora ci resta da fare la cosa più importante: farti dei bei vestiti!-
Il moro guardò leggermente sorpreso Robin:
- Quanti intendi farmeli? Non basta uno? -
- No, che non basta uno, e poi dobbiamo anche lavorare sul portamento e sul comportamento, se devi essere una ragazza, devi anche comportarti da tale. -
Disse Nami, continuando a sorridere, ma Ace si girò e finalmente anche lui sorrise:
- Sono un mago di travestimento, il che fa di me anche un ottimo attore, ho osservato abbastanza le donne per capire come ci si deve comportare quando si è nei vostri panni… comunque… come mi presenterò alla gente quando me lo chiedono? -
Robin sembrò pensarci su per qualche istante.
- Aideen Fiamma, credo sia il nome più adatto a te... piccolo Ace. - disse mente tirava fuori la stoffa e il metro.
- bene, è ora di cominciare, Nami!-
- Prendo le misure di Ace, e poi vedrò se il suo osservare gli è servito a qualcosa. -
Disse la rossa mentre fece stendere le braccia del moro e dettando i numeri alla mora.

+++

- Etciù!-
Il capitano di vascello Smoker starnutì all'improvviso con forza, facendo sobbalzare un paio di marinai. Posò i due sigari che come sempre teneva in bocca nel posacenere e si pulì il naso con un fazzolettino, mentre malediva la primavera e i suoi disastrosi effetti di natura allergica.
Tashigi si avvicinò al capitano, continuando a stringere tra le sue mani la sua fedele katana e con un sorriso commento:
- Capitano, qualcuno sta sparlando di lei, mi sa -
Disse bonaria mentre si aggiustava gli occhiali da vista.
Smoker sbuffò fuori il fumo ed emise una specie di roca risata.
- probabilmente qualche schifoso pirata che mi ha rivolto l'ultima maledizione prima di essere impiccato!-commentò acido l'uomo mentre cercava di costruire una nuova piramide di pietre.
- Su via capitano potrebbero anche essere pensieri amorosi, sa. -
Disse Tashigi mentre fissava l’orizzonte sapendo che tra non molto sarebbero giunti al porto.
Smoker sbuffò di nuovo ed emise un'altra risata.
- oh certo! Magari una graziosa ragazza sta pensando a me! Tashigi, non sei un pò grande per le favolette romantiche?- disse l'uomo.
- Capitano, viviamo in un mondo senza restrizioni, potrebbe essere anche un bel ragazzo che pensa a lei… - rispose con un sorrisone da brava fanatica yaoi.
Smoker per poco non si strozzò col fumo e mentre sputacchiava cercando di riprendere fiato.
- Tashigi... la prossima volta che sento dire una cosa del genere ti spedisco a lavare i pavimenti delle prigioni!- disse con astio.
La ragazza continuò a fissarlo senza dire niente, sapendo bene che Smoker era capace di fare una cosa del genere, ma allo stesso momento, la divertiva la reazione del capitano, e decise che qui la gatta ci covava, perciò tornò a fissare l’orizzonte e con un sorriso calmo rispose:
- Beh, come desidera Capitano.-
- e ora torna a lavoro! Non dovresti essere di ronda adesso?-disse mentre batteva il pugno sul tavolo e faceva cadere la pila di pietre.
L'uomo guardò cosa aveva fatto e poi fissò Tashigi con uno sguardo che diceva: "Se non sparisci ti ammazzo".
- Vado capitano! – rispose mentre portò la mano alla fronte in un saluto militare per poi girarsi e correre via.
Il capitano si rilassò contro la poltrona, finalmente solo.
- Tsk! Quella sciocca! Sempre a fantasticare! Figuriamoci se qualcuno potrebbe avere dei sogni erotici su di me!- e detto questo si accese un nuovo sigaro.
E la barca continuava ad andare, mentre Smoker era intento a pensare. Così verso la sera il vascello della marina entrò nel porto di Sanktlu dove dovevano prendere le proviste per continuare il viaggio che ha segnato il loro capitano sulla mappa.
Quello che non sapevano, era che la Going Mary era già ancorata poco lontana dalla città, nascosta dai occhi indiscreti del porto e della marina.
La barca di Smoker entrò nel porto ad ancorarsi per quella notata e per dare uno sfogo ai marinai che c’erano sopra per almeno una serata in birra e ragazze.

+++

La città di Sanktlu era famosa per il semplice motivo perché era una delle poche città in quel pezzo di mare e chiunque voleva proseguire il viaggio in barca doveva fare rifornimento li, essendo marina o pirati era uguale. Così la città era cresciuta diventando di uno splendore unico.
La Going Mary si era ancorata li vicino, sapevano che in città c’erano quelli della marina e non volevano rischiare mentre la ciurma si era infiltrata in città, ognuno a cercare quello che gli serviva per continuare il viaggio, mentre Ace, dopo essere stato vestito per bene dalle ragazze si era deciso che doveva vedere se si poteva abboccare alla sua femminilità. Cosi deciso si era diretto verso il mercato passando per i vicoli stretti e bui come era solito fare.
Era vestito di rosso, stivaletti da cowgirl rossi che gli arrivavano alle ginocchia delle gambe snelle, scoperte, perché portava una gonna rossa dello stesso tono degli stivaletti. Una camicetta bianca a maniche lunghe e una giacchetta rossa, completo perfetto. La ciliegina sulla torta invece faceva il capellino colore in stile.
Il make up era leggero, un po’ di ombretto bianco sui occhi e un rossetto senza colore che faceva risplendere le labbra era tutto quello che le ragazze gli avevano messo.
Mentre il tocco d’innocenza gli davano le lentiggini che mai erano scomparse, anche se quando era piccolo erano di più.
Si era reso conto di essere inseguito, ma come sempre non ci dava troppo peso, sapeva difendersi da solo.
Infatti dopo non poco fu circondato da tre tipi loschi che lo guardavano con una strana luce negli occhi.
Ace alzò un sopraciglio cercando di capire cosa volevano mentre gli diceva:
- Sentite, lasciatemi passare se non volete finire male.- non era proprio in vena di rovinare il vestito.
- Ma tu guarda, la bellezza pensa di poterci fare male… non hai capito,… signorina… vogliamo qualcosa da te, lo sai… o i soldi o qualche favorino in natura… - rispose uno dei tre, il quale forse doveva essere il capo.
Ace continuò a fissarlo e incrociò le braccia sul petto:
- Sentiamo, cosa mi fate se non accetto la vostra proposta? -
Era divertito, e uno dei tre rispose:
- Naturalmente lo prendiamo a forza…-
- Oddio… sto tremando di paura… - rispose sarcastico il giovane ormai pronto per entrare in azione.

Il capitano Smoker odiava le città come quella, erano tutte uguali, tutte piene della stessa feccia: pirati ovunque, che si sentivano liberi di comportarsi come se fossero i padroni del mondo!
Li avrebbe volentieri sbattuti tutti in galera, ma aveva poco tempo, il log pose si era già posizionato verso la direzione della prossima isola e Smoker voleva solo andarsene di lì al più presto.
Nonostante ciò non rinunciò al suo solito giretto nei bassifondi, alla ricerca di qualche bar in cui bere del buon rum. Aveva lasciato Tashigi a guarda della nave, cosa che non lo faceva stare del tutto tranquillo, ma che gli garantiva un po’ di svago.
Fu allora che vide tre uomini che stavano disturbando una ragazza.
La ragazza era davvero uno schianto, i suoi vestiti rossi erano molto appariscenti! Doveva essere pazza, andare in giro in simili posto vestita così!
- Hei voi tre! Che credete di fare?!- chiese con la sua solita voce rude.
Ace ormai era già pronto a richiamare la fiamma ma si fermò non appena udì quella voce che conosceva fin troppo bene e si girò per guardare nei occhi scuri del bel taisa.
I tre in questione guardarono l’uomo ma quando notarono che era un marine e che sembrava anche piuttosto tosto… oltre che quei due sigari erano come una firma, che lo precedeva.
- cazzo… ma è smoker… andiamocene…-
E i tre briganti scapparono a gambe levate. Ace invece continuava a fissarlo non sapendo realmente cosa dire…
Smoker non si preoccupò neanche di inseguirli, tanto li avrebbe presi lo stesso più tardi.
Si avvicinò invece a Ace.
- hey ragazzina! Tutto bene? Quei tre ti hanno fatto qualcosa?-chiese con la sua solita espressione dura che tradiva il suo animo buono.
Ace si leccò le labbra, perché erano secche e sapeva che doveva rispondere, ma non si rese nemmeno conto della sensualità in quel gesto.
- Sto bene, la ringrazio capitano Smoker…- rispose con un leggero sorriso mentre si aggiustò il giubottino che quando era pronto per usare il suo potere si era distorto un po’.
Smoker lo fissò intensamente per qualche istante... quel viso gli ricordava qualcuno, ma non sapeva chi. Decise così di non pensarci.
- bene, bene, ma non mi meraviglia che quei tre ti abbiamo fermato! Visto come vai in giro! La prossima volta mettiti qualcosa di meno appariscente.... ok?-
Ace si aggiustò il capellino e lo fissò:
- Non pensa che due gambe del genere è un peccato nasconderle? E poi, credeteci o no ho imparato qualcosa di autodifesa… - rispose come se fosse una ragazza leggermente offesa dal comportamento troppo da uomo vissuto nei suoi confronti.
Smoker si limitò a sbuffare.
- tsk! Tutti così i giovano d'oggi!-e detto questo se ne andò.
Quando l’uomo gli girò le spalle Ace sorrise in modo al quanto pericoloso, se taisa l’aveva adocchiato adesso, perché non poterlo sedurre in questo modo per poi mostrargli la sorpresa.
- Hey, mi hai salvato, e adesso ti sono debitrice, ti porto da una parte dove vendono del ottimo rum!-
Gridò Ace dietro Smoker.
Smoker si voltò di nuovo verso di lui.
- si, un bicchiere di rum lo accetterei volentieri ragazzina. -disse avvicinandosi di nuovo a lui.
Il giovane sorrise mentalmente, adesso avrebbe avuto un po’ chiacchierato con il bel capitano. Lo portò tra le viuzze strette in un bar molto malandato, ma li vendevano il miglior rum esistente in Sanktlu.
I due presero posto in un angolo e Ace sbatte le ciglia.
-Allora, come mai nei vicoli bui capitano? – chiese sorridendo.
Smoker gustò appieno il sapore forte del rum e si sentì subito meglio.
- non è ovvio? Salvo giovani fanciulle indifese, ma vestite come prostitute da tipacci loschi. -disse ironicamente; quella ragazza era strana davvero, erano rari tipi come lei.
- Anche se la giovane fanciulla indifesa ma vestita come prostituta in questione non aveva bisogno di aiuto, sono una ragazza cresciuta nei bassi fondi mio bel capitano… - mentre anche lui sorseggio il rum come fosse una ragazza vera.
Smoker non gli rispose, ma si limitò a guardarlo bere: aveva un modo sensuale e provocante di fare anche quel gesto così semplice...
Scosse la testa per allontanare quei pensieri e ordinò un altro bicchiere.
- le ragazzine non dovrebbero bere rum. – disse facendo sorridere il giovane dai capelli scuri.
- Ma gliel’ho detto capitano, io non sono una ragazza qualsiasi… e poi bere rum tempera il carattere… - rispose continuando a sorseggiare elegantemente dal bicchiere.
Smoker la ignorò e bevve il suo secondo bicchiere di rum, per poi accendersi due sigari e mettersi a fumare tranquillamente.
Ace intanto se lo studiava e decise di indagare un po’ sul fatto della vita amorosa del bel capitano:
- La sua fidanzata non si arrabbia per il fatto che fuma cosi tanto, eh taisa? -
Il capitano si voltò verso Ace.
- e il tuo fidanzato non si arrabbia vedendoti uscire di casa vestita così?-
Il giovane si portò la mano alle labbra ridacchiando, mentre i suoi occhi si illuminarono un po’:
- Sa taisa, io sono come il fuoco… imprendibile, solo un uomo forse potrebbe catturarmi… - mentre continuava a ridacchiare – in parole povere niente fidanzato per me… che mi rompesse come mi vesto…-
Smoker si limitò a sbuffare un pò di fumo, senza rispondere alla provocazione del pirata travestito da ragazza.
- è ora che me ne vada, ragazzina. Grazie per il rum. - disse prendendo la jitte (scusate, questo è il termine che ho trovato nella varie ff, nn so in italiano cosa sia nd. Maharet) e avviandosi verso la porta. Ace fu subito in piedi e lo inseguì:
- Capitano vi siete scordato una cosa… - sorrise amicando e quando gli fu abbastanza vicino si mise di fronte a lui. Smoker lo guardò per qualche secondo.
- cosa avrei dimenticato?-
- Questo! – rispose il moro alzandosi sulla punta dei piedi, dando un leggero bacio sulle labbra del capitano e poi gli sorrise:
- E’ la ricompensa per avermi salvato… - dicendo questo si girò e corse via scomparendo tra i vicoli bui della città.
Smoker rimase paralizzato per qualche istante: lo aveva... baciato????!!!!! Il suo cervello faticò a registrare l'informazione, erano passato anni dall'ultima volta che qualcuna l'aveva baciato.
Le labbra della ragazza erano calde, pensò Smoker, calde... come il fuoco.
L'immagine di Portgas D. Ace apparve per un attimo nella sua mente, subito scacciata dalla sua parte razionale; perchè adesso si sentiva quasi... in colpa? Cosa gli importava di quel pidocchioso pirata!?
Riacquistato il suo autocontrollo uscì in fretta dal locale e si rimise a vagare per i vicoli, cercando di non pensare a quello stupido piratucolo.
Ace intanto correva più lentamente perché non aveva proprio voglia che qualcuno gli guardasse il sedere. Era stato piacevole poggiare le proprie labbra su quelle del capitano tanto desiderato, ma se voleva sedurlo il miglior modo era intrappolarlo sulla nave in mar aperto.

Così uscì nel porto camminando elegante, aveva recuperato il borsone che gli avevano preparato Nami e Nico per il viaggio di piacere che stava per fare. Si avvicinò alla nave di marina guardandosi introno in modo del tutto innocente e con un espressione triste e leggermente preoccupata (che attore =O= ndSaya).
Il tenente Tashigi stava parlando con alcuni dei suoi marinai, quando notò la ragazza che li guardava, preoccupata e triste.
- mi scusi signorina, ha bisogno di aiuto?-chiese con il suo solito tono educato.
Ace sorrise educatamente stringendo il borsone come se avesse paura:
- Volevo chiedere se sa di qualche nave che salpi per Saha prima di domani, devo per forza arrivare in quella città il prima possibile, ma tutte le navi a cui sono andata a chiedere mi hanno risposto che rimangono a Sanktlu per almeno altri tre giorni… e non so cosa fare, sono disperata… - disse con un sospiro.
Tashigi vedendo la ragazza così sconsolata, decise senza riflettere.
- la nostra nave sta per partire per Saha... ma... oh il taisa non le permetterà mai di salire a bordo!- disse triste.
- Non è che si potrebbe convincere il vostro taisa di lasciarmi salire… non sarò di peso, aiuterò… sono brava in tutto… potrei anche cantare e ballare o qualcosa di simile… la prego, mi aiuti, ho veramente bisogno di arrivare a Saha il prima possibile. – aggiunse un altro pizzico di disperazione nella voce, quasi a volersi mettere a piangere, sapendo bene che Tashigi aveva il cuore veramente tenero. Tashigi per poco non scoppiò in lacrime per la commozione.
- oh al diavolo il taisa! Prego salga a bordo, ma resti nascosta! non deve farsi vedere da lui! Comunque il mio nome è Tashigi!-disse porgendole la mano.
Ace corse a bordo e al posto di prendere la mano, lasciò il borsone cadere e abbracciò la mora:
- La ringrazio Tashigi lei si che è una salvatrice… io sono… Aideen Fiamma, piacere di conoscerla… - sorrise radioso come fosse seriamente una ragazzina. Tashigi la picchiettò la schiena con le mani.
- piacere di conoscerla signorina Aideen.-
- Oh mi chiami Aideen, senza signorina, e poi le sono debitrice… -
Finalmente Ace lasciò libera Tashigi e prese il borsone.
- Mi dica dove devo nascondermi…-
Tashigi la guidò sottocoperta e le indicò la propria cabina e Ace si guardò introno:
- Ma non posso prendere il vostro posto, mi andrà bene anche la stiva, sul serio, non si deve preoccupare… - sembrò che ad Ace non piacesse l’idea di togliere il posto da dormire a colei che era stata così gentile nei suoi confronti.
Tashigi sorrise mentre si sistemava gli occhiali.
- Stia tranquilla nessun problema!-
- TASHIGI! DOVE TI SEI CACCIATA!?-una voce rude la fece sobbalzare, il taisa era tornato.
- devo andare! a dopo signorina!-e detto questo corse sul ponte. Ace invece sorrise, non aveva considerato l’eventuale di essere così facile salire sul bordo della nave, aveva già fatto in modo che il suo mezzo di trasporto che normalmente usava per viaggiare per il mare fosse caricato sulla nave senza che nessuno se ne fosse accorto… poi sapendo bene che per un po’ non poteva uscire cercò il vestito con il quale avrebbe sorpreso il suo bel taisa…
Intanto Tashigi era arrivata sul ponte di corsa mettendosi di fronte a Smoker, portando la mano in saluto militare alla fronte. Smoker la guardò come se volesse fulminarla.
- Dove diavolo ti eri cacciata?! Non ti avevo detto di rimanere sempre sul ponte?!-era davvero incazzato nero.
- Scusi capitano, ma siccome mi ero bagnata il pantalone perché sono inciampata nel secchio con l’acqua con la quale il mozzo lavava il ponte sono dovuta scendere a cambiarmi. -
Rispose senza prendere fiato e ancora nella posizione da soldato.
Smoker sospirò, quella ragazza era una tragedia.
- su avanti, salpiamo! Non perdiamo altro tempo.- disse l'uomo.

+++

Il capitano Smoker era sdraiato sul letto, il petto nudo e solo un paio di pantaloni neri addosso. Gli occhi erano chiusi, mentre si rilassava ascoltando il rumore delle onde. Aveva lasciato la finestra aperta e Ace dalla stanza di Tashigi decise che era giunto il momento, aveva aspettato più di ventiquattro ore, aveva aspettato il vero mare aperto… si aggiusto la gonnellina nera, controllò le calze a rete e si guardò nello specchio, fissando una camerierina perfetta. Poi si assicurò che Tashigi fosse sul ponte e infine tramite la finestra si spostò nella camera del taisa.
Silenziosamente si avvicinò al letto e lo fissò… per lui era bellissimo, così rilassato non lo aveva mai visto, e si ritrovo desideroso di baciare di nuovo il capitano.
Smoker sentì uno strano profumo nell'aria, un profumo dolce, che lo lasciava piacevolmente stordito; aprì appena gli occhi e si trovò di fronte una ragazza vestita da cameriera.
Aprì e chiuse gli occhi un pò di volte prima di saltare a sedere sul letto.
- E TU CHI DIAVOLO SEI!?-
Ace sembrò pensarci per un secondo e poi sorrise seducente:
- Il tuo sogno proibito che prende forma… vecchio… - leccandosi le labbra e amicando.
Smoker ci mise qualche secondo per registrare, ma la parola "vecchio" mosse qualcosa nella sua memoria.
Un'espressione rabbiosa gli si dipinse sul viso mentre afferrava la jitte e tentava di colpire "la ragazza"
- PORTGAS! MALEDEETTO BASTARDO!-
-E che cavolo – schivando i colpi di Smoker – ma ti sembra il modo… io vengo qui, vestito in questo modo, per esaudire il tuo desiderio represso e tu mi tratti in questo modo… che razza di persona che sei. -
Intanto cercava di non rovinarsi il vestito, gli piaceva troppo come gli donava…
Smoker però non lo ascoltava e sfruttando un momento di distrazione del ragazzo, lo bloccò contro il muro con la jitte conficcata nella spalla.
- adesso fai ancora lo spiritoso?-chiese rabbioso, ma non poteva non notare che il ragazzo era davvero sexy vestito in quel modo.
- Ma quale spiritoso vecchio, io non faccio mai lo spiritoso… faccio solo quello che io desidero… e quello che in questo momento desideri anche tu… - rispose mentre sul viso si fece notare l’espressione di leggero dolore, sicuramente gli faceva più male di quanto voleva fare vedere, ma Ace non si arrese e alzò leggermente la gamba per fargliela vedere meglio, mentre la gonnellina scivolava indietro, mostrando la pelle coperta dalle calze retate, che la rendeva ancora più bella e pallida…
Smoker conficcò con più forza la jitte nella carne del ragazzo, facendogli male.
- SMETTILA DI GIOCARE CON ME! Che diavolo ci fai sulla mia nave?!-chiese.
Questa volta il dolore si fece sentire di più e Ace pensò che forse l’unico modo di salvarsi sarebbe svenire, ma non gli faceva così male poi, per svenire, ne ha vissute di peggio… si lecco le labbra e non rispose, l’unica cosa che fece e far cadere le braccia ai suoi fianchi e la gamba scivolare di nuovo verso terra… diventando pesante… gli occhi chiusi… e tutto diede a pensare che il grande Ace D. Portgas era svenuto.
Smoker lo guardò per qualche istante, e vide che il ragazzo non si muoveva più. Per un attimo lo guardo un pò spaventato.
- OHI! Che ti prende stupido ragazzino?-mollò la presa e il ragazzo gli cadde tra le braccia, il viso premuto contro la sua spalla.
La pazienza non gli mancava quando la preda era così ambita, Ace rimase in silenzio senza muoversi minimamente, accasciato a peso morto su Smoker.
Il capitano, conosciuto per la sua fermezza e la sua poca gentilezza in quel momento si dimostrò tutt'altro che rude! Non sapendo assolutamente cosa fare sollevò appena Ace, prendendolo in braccio.
Era leggero come una ragazza e la gonna tutti pizzi e merletti era davvero invadente.
Lo posò sul letto e lo guardò
- ohy! Sei vivo?-chiese,
Ace sapeva che doveva continuare a fare finta di essere svenuto, ma per rassicurarlo mosse leggermente una mano e si lasciò scappare un leggero lamento dalle labbra.
Smoker sospirò sollevato e si avvicinò alla finestra aspettando che il ragazzo si riprendesse, accendendosi due sigari.
- Mi aspettavo almeno del sale profumato, non del puzzolente fumo di sigari – commentò debolmente Ace mentre cercava di alzarsi, intanto la gonna si alzò mostrando la coscia dove si vedevano perfettamente le calze a rete che erano tenute in su da un bel reggicalze.
L'uomo si voltò e ignorò il suo commento.
- che diavolo ci fai qui?!-disse cercando di non guardare la sua coscia provocante. Ace lo fisso con gli occhi scuri:
- Sono qui per te… per avere un paio di risposte e per dirti un paio di cose… - scosse leggermente la testa cercando di sembrare più dolorante di quanto non era…
- che risposte?- chiese in modo poco gentile.
Si sedette, incrociando sensualmente le gambe e continuò a fissarlo:
- Se io non fossi quello che sono e tu non fossi quello che sei, se non fosse tutto così impossibile, saresti capace di vedermi in un’altra luce? – chiese a mo di trabocchetto, sperando che la risposta fosse positiva. Smoker emise una specie di risata.
- neanche tra un milione di anni ragazzino!-
Ace non lo fece vedere, conosceva bene la risposta ancora prima di sentirla, era impossibile che Smoker… potesse essere attratto da lui.
- Sai alle ragazze non piace il fumo del sigaro… - fu l’unica cosa che era capace di dire, mentre aveva abbassato i suoi occhi scuri verso il pavimento.
Smoker lo guardò in modo strano.
- tu non sei una ragazza, quindi non parlare come se lo fossi- disse sempre più irritato.
-In questo momento sono una ragazza… un fiorellino fragile che anche con le parole puoi comodamente ferire… - disse sbattendo le ciglia mentre lo guardava.
Smoker sospirò.
- facciamo così ragazzino, io per questa volta non ti arresto a patto che tu sparisca di qui entro 2 secondi -
Ace si alzò avvicinandosi sensualmente:
- Non credo proprio, non puoi arrestarmi adesso, e non prima che io abbia fatto una cosa… poi, puoi fare di me ciò che vuoi… - sembrava quasi un predatore e Smoker era la sua vittima…
Smoker lo afferrò con forza per il colletto del vestito.
- Smettila razza di stupido! Ora mi hai davvero stancato! Porta il tuo schifoso culo da pirata fuori dalla mia stanza e dalla mia nave o giuro che ti chiuderò in una cella così piccola che ti sarà difficile anche respirare!-il suo sguardo diceva che ne era assolutamente capace. Ma quello che Ace adorava erano le sfide e con Smoker era sempre una sfida, sorrise e si sporse quel poco che poteva, baciando le labbra del capitano in modo casto ma sensuale.
Smoker lo allontanò da se con forza facendolo cadere a terra, per poi girarsi dall'altra parte.
- il conto alla rovescia è iniziato. Portgas D. Ace!-
Il punto in cui le labbra del ragazzino avevano toccato le sue bruciava, sembrava vhe si fosse avvicinato troppo al fuoco e che si fosse scottato.
Ace rimase seduto per terra divertito, più la preda tentava di scappare più diventava divertente la cosa e poi lui voleva Smoker, e voleva che lo prendesse, buttasse sul letto e facesse di tutto con lui, così al posto di andarsene via alzò leggermente la gamba per rimettere apposto il reggicalze che si era aperto alla spinta.
- se credi di sedurmi con questi trucchetti da puttana hai sbagliato tutto, ragazzina!-disse alludendo in quel modo a ciò che era successo il giorno prima.
- e dimmi dovrei spogliarmi nudo qui di fronte a te, funzionerebbe meglio? E poi abbiamo notato che hai un cuore tenero quando si tratta di ragazzine vestite da putanelle… - si alzò aggiustandosi tutto quando finalmente presentabile di nuovo.
- Senti, io sono adesso la tua cameriera, tutti i capitani della marina sulle navi hanno la loro cameriera personale… tra ne te vecchio… e adesso hai me. -
Smoker gli si avvicinò.
- non ho bisogno di una puttana tutto fare! Va a fare qualche servizietto del genere al tuo capitano!-
Ace non spostò lo sguardo:
- Guarda vecchio per quanto io sia fedele al mio capitano, mi viene il voltastomaco solo a pensare che io possa andarci a letto… e per seconda cosa, c’è solo un uomo che potrebbe portarmici a letto e quello, stanne certo non è lui… - rispose a tono, con un sorrisetto.
- non ti voglio qui, non voglio avere niente a che fare con te. Vattene. -disse in un tono che non ammetteva repliche
- Non mi vuoi perché sono un pirata o perché sono un maschio? Non ti rendi conto che noi due siamo fatti l’uno per l’altro?- chiese senza muoversi di un millimetro.
Smoker emise di nuovo una risata.
- non ti voglio per entrambe le ragioni. Non dire assurdità, io non potrei mai stare con uno come te. - disse guardandolo negli occhi.
A questo punto il pirata rimase colpito veramente, sgranò gli occhi, e si morse leggermente il labbro, ma non voleva mollare, di certo non sarebbe stato lui a distogliere lo sguardo, anche se sapeva bene che ormai nei suoi occhi si poteva leggere tutta la disperazione e … non l’avrebbe mai detto… amore per quell’uomo di fronte a lui.
- Capisco… -
Il capitano rimase colpito dal suo sguardo, così carico di disperazione e d'amore, un amore che forse lui non meritava: non era un uomo cattivo, non riusciva ad esserlo, ma non era neanche capace di mostrare la propria dolcezza.
Distrattamente, come se in realtà non volesse, accarezzò i capelli di Ace, un tocco gentile, che valeva più di tante parole.
Ace non capiva cosa stava succedendo, era confuso, e si lecco le labbra non sapendo cosa dire, l’unica cosa che fece senza rendersene conto era muovere leggermente la testa verso quella mano e socchiudere gli occhi, beandosi di quel tocco.
- Su ora alzati e vatti a cambiare. -disse l'uomo, mentre continuava ad accarezzare i capelli del giovane pirata.
Ace sorrise dolcemente fissandolo:
- Che tipo di vestito vuoi che mi metta, non posso mica andare in giro come Ace, ti rovinerebbe la reputazione, sai taisa… -
A quello il capitano non aveva pensato! Non poteva certo fa vedere ai suoi uomini che teneva sulla nave un pirata come Portgas D. Ace!
- hem.... non fa niente resta così!-disse mentre si sedeva sul letto.
-Ho altri vestiti nella cabina qui accanto, se vuoi, qualcos’altro, qualcosa di più sobrio, cercherò di trovarlo… - intanto però si sedette accanto a lui sul letto, prendendolo per mano.
Smoker fissò le loro mani unite.
- non prenderti troppe confidenze però!-
Ma Ace solo sorrise radioso rispondendo con un sussurrato grazie.
Smoker si voltò verso il ragazzino e gli accarezzò appena la guancia, ma subito allontanò la mano.
- non devi ringraziarmi. non ho fatto nulla. - disse.
- Invece hai fatto molto più di quello che speravo di potermi aspettare… quando decisi di fare questa pazzia, per invidia quando vidi qualcuno amare e essere amato… - rispose ancora quella sua espressione senza maschera sul viso.
Senza pensarci il capitano appoggiò le proprie labbra su quelle del ragazzo, impedendogli di continuare il suo discorso.
Questa volta fu un bacio appassionato, lungo, umido, le loro bocche unite sembravano avere vita propria, fu come se tutto il mondo attorno a loro fosse svanito.
Il giovane pirata si lasciò cullare da quel bacio alzando il braccio libero avvolgendolo introno al collo del capitano, completamente perdendo il senso del tempo e del luogo.
Nessuno dei due sentì il bussare sulla porta e nemmeno notarono in un primo momento Tashigi entrare è iniziare:
- Taisa… - per bloccarsi e fissare i due sul letto, cercando di capire come cavolo Aideen era riuscita ad arrivare al capitano e ancora peggio, come cavolo fosse riuscita a sedurlo.
Smoker si voltò di scatto verso la porta.
- Tashigi, qualunque cosa sia può aspettare! (frase presa da una delle mia ff smoker/ace preferite XD nd Maha)- disse il capitano.
Tashigi si mise in posizione di saluto militare:
- Certo taisa, me ne vado taisa…-
Disse uscendo dalla cabina del capitano, mentre Ace cercava di trattenere la risata per il viso shockato della tenente.
Smoker sbuffò contrariato, mentre si accendeva un nuovo sigaro.
- quella stupida!- mormorò.
- Su, devo dire che ti è leale come nessuno, e peggio di me nei confronti di barbabianca, oltre che… sicuramente adesso si saprà che hai una fidanzatina, sai? – disse Ace alzandosi e mettendosi di fronte a lui:
- Che non odia il tuo fumo… perché lei è di fuoco…-
Smoker soffiò un pò di fumo verso Ace e lo guardò intensamente.
- mi farai invecchiare precocemente, ragazzino!-sussurrò.
- Non puoi invecchiare… devo ancora raggiungerti – rispose con lo stesso tono il pirata, mentre allungò la mano verso i capelli del capitano, lasciando le dita gioccherelale con i fili argentei. Smoker afferrò quella mano e la strattonò facendo finire il ragazzo su di se.
- chi diavolo ti ha vestito così?!- chiese.
Ace gli si sedette sulle ginocchia, prendendo come un invito. Gli accarezzò la guancia è sorrise:
- Due cervelletti femminile che hanno commentato, che con le gambe che ho, potrei comodamente indossare le minigonne… -
(AVVISO AI LETTORI: Maharet si dissocia completamente da qualunque comportamento irrazionale che potrebbe avere smoker, compresi stupri e simili ._. Grazie x l'attenzione. *Saya intanto prende i pop corn e si siede fissando la scena di fronte a lei con un sorriso stupido sulle labbra)
Smoker infilò una mano sotto la gonna del ragazzo e gli accarezzò le lunghe gambe affusolate e provocanti.
- si concordo in pieno. -
- Ne sono contento – rispose il giovane mentre si sporse cercando le labbra di Smoker, lasciandosi accarezzare nei posti intimi. Le loro labbra si unirono di nuovo in un bagno affamato e bagnato, le loro lingua duellavano e si accarezzavano sensualmente.
Le mani di Smoker intanto vagavano tra le gambe di Ace accarezzandole. (senti imouto, vuoi pop corn? ndSaya) Intanto il moro si strinse di più al capitano perdendosi nel bacio, mentre allargava leggermente le gambe per dargli più spazio per la sua esplorazione del suo corpo. (*_* arigatou saya neesan! *mangia* nd Maha) Le mani di Smoker avevano raggiunto le mutandine di Ace e accarezzavano senza pudore la pelle sensibile. Il pirata non c’è la fece a trattenere l’ansito che si perse tra le loro bocche, mentre l’aria introno a loro iniziava a sentirsi calda, fin troppo calda anche per Ace che era di fuoco. Le mani del taisa abbandonarono per un attimo le zone calde del suo corpo, per cercare di aprire il vestito da cameriera, ma senza riuscirci.
- questo stupido vestito non si apre!- sbottò.
- taisa… ti faccio vedere io come si apre il vestito… - si alzò per un momento mostrandogli la schiena portò le mani alla zip e lentamente la aprì mostrando il tatuaggio che portava sulla schiena, e poi le mutandine di pizzo. Quando il vestito fu per terra, Ace si girò verso il capitano con un sorriso sensuale, addosso aveva ancora quelle mutandine così sexy, il reggicalze e naturalmente le calze a rete e scarpe nere col tacco. A Smoker il pantalone che portava cominciò ad apparire terribilmente stretto: Ace era... non c'erano parole per definirlo! Era così bello e sensuale che nessuno poteva resistergli.
- vieni qui. - disse il capitano con voce roca. Il giovane dai capelli scuri gli si avvicinò poggiando le mani sulle sue spalle guardandolo nei occhi con sorriso leggero ma sincero sulle labbra. Smoker si leccò le labbra e poi le posò sul collo si Ace, inalando a fondo il suo profumo penetrante e gustando il sapore della sua pelle; cominciò a posare piccoli baci su tutta la pelle del collo, mentre lo stringeva di più a se. Il pirata intanto aveva chiuso gli occhi lasciandosi dondolare dalle sensazioni che gli faceva provare in quel momento, ogni piccola parte di pelle che toccava, faceva scendere come scariche elettrice per la sua spina dorsale e non riuscì a trattenere i silenziosi gemiti. Le labbra e la lingua di Smoker scesero silenziose lungo lo sterno del pirata, leccando e baciando la sua pelle senza mai fermarsi, prima di trovare pace su uno dei suoi capezzoli.
Succhiò appena e lo sentì quasi subito indurirsi sotto le sue cure.
- A..ah Smoker… - gemette il moro, stringendo leggermente tra le dita i capelli argentei del capitano che lo stava torturando piacevolmente. Ormai era eccitato al inverosimile e nemmeno le mutandine di pizzo potevano più contenere la sua virilità eretta.
Smoker scostò appena la bocca dalla sua pelle.
- sei bellissimo. -mormorò eccitato prima di baciarlo di nuovo con passione, mentre lo attirava ancora di più a se.
- mi rendi tu tale – ansimo di nuovo, non riuscendo a capire come mai non riusciva a tenere il controllo di se, era una cosa che lo spaventava ed eccitava allo stesso tempo, sapere che esisteva qualcuno che poteva avere un potere del genere su di lui. Si mosse strusciandosi di più sul corpo del capitano cercando ancora più contatto. Una mano di Smoker si insinuò tra le gambe del ragazzino, abbassandogli le mutandine e accarezzando la sua virilità eccitata.
L'altra invece gli accarezzava i capelli, facendolo avvicinare di nuovo a se per un lungo bacio pieno di passione.
Ace era contento che Smoker lo stesse baciando, così il gemito forte, al tocco, si perse tra le loro bocche, eppure ancora si sentiva rimbombare nella cabina. Si strinse con più forza a lui, continuando a far duellare le loro lingue, come sempre facevano loro due, le sue mani scivolarono sul petto, cercando di togliere quella giacca da marine sulla quali spalle c’era scritto in grosso e rosso giustizia, e per Ace, l’unico vero e giusto marine era proprio Smoker.
Smoker si tolse in fretta la giacca e con un movimento improvviso fece sdraiare Ace sul letto, mentre si sistemava meglio su di lui.
- ti voglio ragazzino. -sussurrò con la voce piena di desiderio.
Ace sensuale sdraiato sotto di lui, così vulnerabile al momento non fece altro che sorridere:
- Allora prendimi vecchio – sussurrò sensuale fissandolo con gli occhi scuri pieni di passione e amore.
Smoker gli sfilò le mutandine e riprese ad accarezzare la sua virilità eccitata con le mani mentre la sua bocca tornava sul petto del ragazzo e vi posava baci e leccate. Intanto il pirata affondò le dita nelle spalle del compagno, cercando di trattenersi, di certo non sarebbe stato carino venire solo per un paio di baci e carezze.
- Ah… Smoker… sbrigati – ansimò di nuovo.
Smoker sorrise appena
- che c'è ragazzino? Non ce la fai più?-chiese.
- Non sono mai stato una persona paziente, lo sai bene… - ansimo, inarcandosi sotto il corpo del compagno per colpa del piacere che questo gli stava dando. Il capitano allora decise di dare soddisfazione al suo gattino in calore, spostò la mano dalla sua virilità alla sua apertura e lo penetrò con due dita. Ace gemette più forte, allargando di più le gambe, non sapendo come reagire esattamente a quella intrusione, una cosa era certa, era piacevole nel dolore senza preparazione. Il capitano mosse lentamente le dita nel suo corpo, mentre leccava distrattamente uno dei suoi capezzoli. Il moro aveva gli occhi chiusi, al ritmo delle dita si muoveva anche lui, sembrava cercare sempre più piacere, ormai completamente intossicato da quello che gli porgeva il taisa. Smoker fece entrare un terzo dito in lui e cominciò a muoverle sempre più velocemente.
- Ti prego Smoker… così vengo! – riuscì a gemere Ace, anche se non capiva come era riuscito a dirglielo completamente… una cosa era sicura voleva venire con il suo compagno dentro di lui, insieme.
Smoker sorrise appena e avvicinò il suo viso all'orecchio dell'altro.
- non preoccuparti, vieni. -gli disse mentre muoveva le dita sempre più velocemente.
Ace aprì leggermente gli occhi continuando a trattenersi e tra i denti sibilò:
- No… ah… con te… - e gemette di nuovo cercando di non lasciarsi andare, il suo desiderio era un altro. Ma Smoker non si fermò, continuò a muovere le dita, mentre accarezzava la sua virilità con l'altra mano.
- voglio vederti venire, Portgas. -sussurrò.
Bastò quello che Ace si lasciò completamente andare, il suo corpo si tese come la corda di un violino perfetto, mentre dalla sua gola uscì un gemito ancora più forte e venne con forza. Il capitano ovvero il suo viso contorcersi dal piacere sorridendo appena, mentre baciava di nuovo il ragazzo sotto di se.
Ace cercava di tornare in se mentre si lasciò trasportare di nuovo dal bacio, sentiva che il suo fuoco rispondeva al fumo del compagno sopra di lui, mai in vita sua aveva sentito una cosa del genere, era quasi irrazionale il bisogno che sentiva… doveva unirsi a lui unico corpo unica anima…
Le dita di Smoker intanto continuavano a entrare e uscire dal corpo del compagno.
- mi vuoi?-chiese mentre succhiava appena il lobo dell'orecchio dell'altro.
Ace socchiuse gli occhi fissandolo con sguardo pieno di passione:
- Da quando il mio fuoco ha toccato il tuo fumo ad Alabasta, da allora tutto il mio io ha bisogno di te… - sorrise lasciandosi completamente alla merce del marine. Smoker allora tolse, le dita dal corpo del compagno e si posizionò meglio tra le sua gambe; poi lo penetrò con una sola spinta.
Sentì il fuoco avvampare nel suo corpo, chiuse gli occhi e gemette il nome del capitano, una sensazione unica stava provando eppure non era vergine. Ad Ace piaceva il sesso, ma dopo questa esperienza si rendeva conto che nessuno oltre al capitano Smoker poteva più placare il suo desiderio. Affondò le dita di fuoco nelle spalle del amante, mentre avvolse le gambe introno alla sua vita per dargli più spazio così che potesse raggiungere anche gli spazi più remoti del suo corpo.
Senza aspettare, il capitano cominciò a spingere con forza dentro di lui, mentre le sue mani di fumo accarezzavano ogni angolo della pelle del ragazzino.
Era una sensazione così strana, non era mai stato con un uomo e questa "prima volta" si stava rivelando molto più piacevole di tante notti passate con compagne occasionali.
Il pirata continuava a gemere il suo nome come fosse un mantra, le sensazioni che provava erano uniche, quando il suo fuoco e il fumo del compagno si toccavano, raggiungeva un piacere talmente grande che stentava a crederci e l’unica cosa che riusciva a fare era gemere come una ragazzina.
Smoker sentiva di aver perso il controllo, spingeva nel corpo del compagno senza freni, non riusciva più a capire nulla se non il piaceva che gli provocava la sensazione di essere stretto in quel corpo così caldo.
Le sua mani di fumo intanto andarono ad accarezzare la virilità del pirata.
Ci era voluto poco che Ace tornasse eretto di nuovo, bastavano le spinte poderose del capitano sopra di lui e le carezze non tanto gentili sul suo sesso.
- oddio… così vengo… - ansimo di nuovo, non era possibile che introno a Smoker riusciva perdere il controllo a tal punto da non riuscire nemmeno a trattenersi di nuovo.
Smoker ghignò sentendo quelle parole, mentre strizzava leggermente più forte il suo sesso.
- sei proprio una puttana. -
Ace riuscì a ghignare guardandolo e rispondendogli a tono:
- Se fossi una puttana niente ormai potrebbe farmi reagire cos…- ma la ultima parola si perse in un altro gemito provocato dal fatto che con la nuova forte spinta Smoker aveva toccato il punto magico dentro il suo corpo, mandandolo di nuovo a fuoco. Smoker continuò a spingere sempre più veloce dentro di lui, sentendosi sempre più vicino al limite, mentre le sue mani accarezzavano il corpo dell'altro, frementi. Non c’è la faceva più, chiuse gli occhi stringendosi al uomo che lo stava possedendo con passione e forza, mentre per la seconda volta venne, macchiando i loro ventri con il seme bianco, lasciandosi scappare un urlo di puro piacere. Anche il capitano non riusciva più a trattenersi e venne dentro di lui gemendo il suo nome.
Ace cercò di riprendere fiato il prima possibile ma era stata una cosa allucinante, non aveva mai provato un piacere così enorme, un piacere che gli aveva sfiorato l’anime, nessuno era mai riuscito in tale impresa, si… era leale a Barbabianca, ma lo vedeva solo come un grande uomo che poteva fare molte cose utili, mentre con Smoker… forse se l’avesse incontrato prima di Barbabianca, avrebbe seguito ciecamente il cacciatore bianco come un cucciolo… perché il fumo del capitano Smoker lo attirava come il miele le falene. Si leccò le labbra mentre accarezzava la schiena del uomo sopra di lui e gli sussurrò:
- Forse non c’è un futuro per noi, ma… da sempre amo vivere il presente, senza pensare a quello che succederà… -
Il capitano, non rispose, si limitò ad alzarsi in silenzio, si rivestì e si accese altri due sigari.
- non farti strane idee ragazzino. Solo perchè ti ho scopato una volta non vuol dire nulla. -detto questo uscì dalla stanza e si diresse verso il ponte, perso nei propri pensieri.
Ace lo guardò divertito, sapeva che sicuramente Smoker non avrebbe mai mostrato sentimenti nei suoi confronti e poi era troppo un marine per ammettere che gli piaceva stare con un pirata.
Si vestì velocemente e andò in cabina di Tashigi a prendere la sua roba, la ragazza non era presente, così senza troppi intoppi si trasferì dal capitano. Di certo non poteva vestirsi da Ace se voleva rimanere ancora un po’ sulla nave, così opto sul completo cowgirl viola scuro che gli donava veramente bene. Appena riuscì a vestirsi corse fuori dalla cabina a raggiungere il capitano sul ponte.
- Taisa, potevi almeno aspettarmi… - disse non appena gli fu vicino. Sorridendogli con un sorriso strano ma ragazzinesco. Il capitano cercò di ignorare il completino sexy che il pirata indossava e si limitò a fingere di non vederlo.
Ma Ace sembrò non darci peso si guardò un po’ introno, mentre un brivido gli percorse la schiena, maledicendo il fatto che non poteva usare il proprio potere per stare caldo, rischiava che i vestiti andassero a fuoco, come erano andare le calze a rete e il reggicalze durante il fare l’amore, perché per lui quello era fare l’amore. Si portò le braccia introno alla vita continuando a sorridendo come fosse niente.
Smoker continuò ad ignorarlo, mentre fumava i propri sigari in silenzio e osservava la distesa d'acqua che si estendeva davanti a loro.
Gli dava un senso di tranquillità.
Il ragazzo si era poggiato ormai sulla balaustra fissando anche lui il mare cercando di non dare peso al fatto che aveva freddo e al fatto che aveva iniziato a nevicare, tremò di nuovo ma non disse niente.
- hai freddo?-chiese il capitano osservando i fiocchi di neve che scendevano giù dal cielo scuro e minaccioso. Ace alzò lo sguardo sorridendogli:
- Sai com’è questi vestitini non sono come i miei pantaloni… prenderebbero fuoco… - rispose tranquillo, anche se continuava a tremare.
Smoker sospirò e si tolse la giacca, posandola sulle spalle del ragazzo.
- bruciamela e ti ammazzo. -disse col suo solito fare burbero.
- Oh Smoker-tan, - lo fissò con occhi falsamente sbrilucicosi. .- anche io ti voglio bene, veramente tanto – disse in farsetto il giovane mentre si avvolgeva introno al corpo la calda giacca del capitano, inalando il profumo dei sigari e del fumo che adorava.
Smoker lo guardò con un sguardo truce.
- parlami di nuovo così e ti butto in mare. -disse con rabbia, odiava il modo in cui il pirata lo prendeva in giro.
Ma Ace si sedette sulla balaustra fissandolo e sorrise, un sorriso strano, ma si vedeva che quello che stava per dire era la verità:
- Guarda ce ne sono veramente pochi di quelli a cui voglio bene… ritieniti fortunato… - disse per poi saltare giù da dove era seduto e sculettando entrò di nuovo sottocoperta facendo girare dietro parecchi mariani che commentavano sul fatto che la fidanzata del capitano era veramente uno schianto. Smoker sospirò sconsolato, prendendosi il viso tra le mani.
- prima o poi lo ammazzo!-disse prima di seguirlo sottocoperta.
Lo trovò sul proprio letto, intento a tirare fuori dalla propria borsa un peluche a forma di orsetto.
- che c'è? non riesci a dormire senza il tuo orsetto?-disse cercando di non scoppiare a ridere.
- E’ un orsetto speciale… non può infiammarsi… come te… - rispose mentre lo poggiava sul letto sorridendo sapendo che quello era qualcosa più vicino ad un sorriso a cui Smoker poteva arrivare.
Smoker entrò nella stanza e si sedette sul letto accanto a lui.
- sei proprio un bambino. -
- Bambini si è fino a quando si può, e ogni tanto a me piace farlo, avere quell’innocenza che persi da piccolo… per questo a volte invidio l’innocenza di Luffy. – rispose e poi lo guardò:
- Ma ricordati io ho 20 anni, non sono poi così piccolo, sai…-
Smoker lo ignorò a si appoggiò al muro della cabina.
- ti decidi a lasciarmi dormire?-chiese.
- Solo se mi fai accoccolare accanto a te, sai ho anche un bel completino da notte di seta, pensi che ti piacerà? – chiese divertito mentre si sporse su di lui.
- neanche per sogno! TU ora esci di qui e mi lasci dormire!-gridò il capitano esasperato
- Non ti dispiace allora se dormo con Tashigi? – chiese divertito fissandolo ancora, aspettandosi una qualsiasi reazione.
- assolutamente no! Fila!-disse mentre lo spingeva via, sdraiandosi sul letto.
- Non hai paura che io come pirata posso violentarla o qualcosa di simile? – sorrise ancora mentre entrava anche lui nel letto ignorando le proteste del capitano.
- tsk! un ragazzino come te? figuriamoci! TI HO DETTO DI ANDARTENE NON MI SENTI??-disse ormai al limite.
- Su non rompere e dormi – rispose parecchio assonnato il giovane pirata, mentre sospirò e si agganciò al braccio del marine.
Smoker si rassegnò e si mise a dormire, promettendosi che il giorno dopo avrebbe preso a calci del sedere il piccolo intruso.
Ace invece sospirò contento dormendo già beatamente stretto alla persona che lo faceva sentire più vivo che mai.

+++

Nella cabina accanto, sottovoce una ragazza parlava nel lumacofono:
- Pronto, capo-editrice di All Red and Pink, la rivista per donne che amano cose eccitanti, sono la giornalista della sezione marine… ho materiale scottante… - sussurrò Tashigi sapendo di dover usare solo codici per non essere scoperta.
- parla pure cara!-rispose Nami dall'altro capo del telefono pregustando già il bel gruzzoletto che avrebbe intascato.
-certo, in questo momento capo-editrice le sto mandando le immagini che sono riuscita a prendere, le garantisco che è una notizia bomba… e per adesso, so che dormono insieme nel letto nella sua cabina,… guardi pure le foto che le ho mandato – sussurrò la giovane vice di Smoker, felice che poteva anche lei finalmente fare la spia per una rivista così rinomata… il mese prima su di essa c’era tutto su Zoro e Luffy, prima di essa si discuteva se Shanks preferisse Ben o Mihowk, oppure era un menage a trois…
Nami osservò le foto e lanciò un urlo deliziato.
- sei stata bravissima mia cara! adesso ci penseremo noi a questi due piccioncini. -disse mentre Robin se la rideva tranquillamente.
- E stato un piacere capo-editrice, appena ho novità, vi contatto… a presto – rispose Tashigi nel lumacofono e si mise comoda, tanto quella rivista era rinomata tra tutte le donne, gli uomini stavano lontani da essa.

Fine

Saya: oddio imouto, c’è ‘abbiamo fatta… ed è pure lunga *_*
Maharet: *________________________________________________*
Smoker: non ci voglio credere =O=
Ace: =O= mi avete vestito come donna
Robin: ^O^
Saya: *estasi*


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