Ciao gente! So che non vi interessa, ma ho scritto questa cosa e sono  le tre del mattino, per cui se a vostro rischio e pericolo volete leggerla fate pure…Cosa ho detto? Boh, si insomma fate voi…

Disclaimers: E’ tutto di Inoue…etc...etc...etc…

Ps: vi avviso che il titolo non c’entra nulla, ma non sapevo cosa mettere… Alla fine vi spiego. 

Lo so che fa schifo…

Hana-chan: te ne sei accorta finalmente!

Hem…comunque la dedico a mami^^ria, perché é tanto buona e brava  (peccato che io non sia babbo natale;b)

Bene, finito.

Ru fa un po’ di posto che vengo a dormire!

Ru: Zzzzzz…

Mi sa che dovrò dormire in salotto -.-…Ma li fa freddo, per cui ora lo sposto.

Bé buona notte e sogni d’oro^^ e un sacco di bacioni (della buona notte ovviamente)

 


Buio

di Yu

Mi avvicino alla scuola, mano a mano rallentando… Mantengo la mia aria assonnata, ma sono sveglissimo. La bici si ferma.

Che cos’è quest’inquietudine che sento in me?

Questo mondo non mi piace.

Non posso essere chi voglio, non posso essere come vogliono gli altri. 

Non posso essere chi sono. 

Non so chi sono.

Non so come sono.

Ho paura di questo mondo.

Dov’è? Non lo vedo…

Sono arrivato, ma non c’é.

Lui, non c’è,  perché…perché mi preoccupo così tanto?

Che cos’è quest’ansia che mi sento crescere dentro?

Questo mondo non mi piace.

Mi sento pesante. Tremendamente pesante.

Ho voglia di lasciarmi andare.

Voglio cadere.

Non sono come sono, non sono come voglio.

Mi guardò intorno cauto, mantenendo la mia solita espressione impassibile e addormentata. Non lo trovo.

Perché senza di lui non riesco più a vivere…

Mi basta vederlo, non c’é…

Forse sta male.

Il mio cervello formula inutilmente questo giudizio evasivo.

Non è sufficiente a farmi desistere.

Chiudo la bici.

Mi dirigo verso la scuola.

Apparente assente, in realtà attento a tutto.

Mi guardo ancora intorno con finta indifferenza.

Sto camminando verso la scuola.

E’ tutto così grigio e cupo. Così insensato.

Che cos’è quest’oscurità densa che mi attanaglia, che mi avvolge e mi soffoca?

Questo mondo non mi piace.

Perché non capisce.

Non capisce come vorrei essere.

Sono solo l’aborto di me stesso, una via di mezzo tra qualcosa che non conosco e qualcosa che non potrò mai raggiungere.

La mia precaria calma se n’è andata…

Se questa assurda maschera non fosse insita fin nelle mie viscere, non riuscirei a mantenerla, fa parte di me a tal punto che nemmeno io riesco più a distinguere come sono realmente…

Quando  sono io ad agire, - che cosa penso, che cosa voglio… - quando è lei.

Sono una marionetta.

Dei fili sottili, taglienti e freddi come lame di ghiaccio, sono stretti ai miei polsi,  al mio cuore. 

Mi faccio manovrare.

Questa ragnatela invisibile, che io stesso ho tessuto, non  si può disfare.

Se tento di liberarmi lei si stringe…

I miei polsi sanguinano, il mio cuore sanguina…

Non voglio più soffrire.

Non posso evitarlo…per lui…

 

       Che cos’è questa tetra disperazione che mi assale?

Questo mondo non mi piace.

Sono davvero così pesante? Eppure non riesco a sostenermi.

C’è un baratro sotto ai miei piedi. C’è un vortice nero nella mia testa.

E’ così pesante.

Cadrò? Non riesco più a respirare.

L’oscurità sempre più densa ormai ha raggiunto la mia testa.

       Non capisco, non capisco più nulla.

       Dov’è? Lui.

       Chi sono io?

       Perché sto così male? Mi lascio manovrare da quei fili…allora perché il mio cuore sanguina comunque?

       Non voglio più soffrire.

       E’ tutto così buio, non mi piace, ma lo conosco…

       La mia espressione è sempre uguale.

       Le ore passano, lente, dolorose.

       Allenamento. Basket. Lui non c’é.

       Forse davvero sta male…

       Ma arriverà, sono sicuro che arriverà

       Quando? Lo sto aspettando… perché non lo capisce?

       Perché non arriva?

       Che cos’è questa forza che mi obbliga a continuare?

       Questo mondo…

Non mi capisce, non mi accetta.

Quelli che sono normali pensano che io sia diverso.

Quelli che sono diversi pensano che sia normale.

Nessuno dei due mi accetta, i primi perché non capiscono quello che penso o faccio, i secondi perché non capiscono cosa centro con loro.

Dei primi non sono affatto sorpreso.

Dei secondi sono deluso.

 

B – a – s – k – e – t.

Ora c’é il basket… Mi terrà occupato.

Basket sono qui per questo, no?

Fisso i miei pensieri solo su questo.

Adesso la maschera non mi pesa, non sento più quei fili…

Va bene, va tutto bene.

Il basket…la mia vita. La mia vita…il basket.

Sono in palestra, già cambiato.

Prendo una palla – palleggio – salto – canestro.

Liscio come l’olio, nessun problema, fin troppo facile.

Perfetto.

La mia scelta: facile,  il basket.

Non fa male, non richiede coraggio, non va contro i fili.

Non ho bisogno di essere me stesso.

La maschera è perfetta.

Non importa chi gioca, importa come.

      Qualunque cosa fosse ad opprimermi si è allontanata un po’.

In questo mondo ci vivo.

Non può essere solo per paura della morte, la vita fa molta più paura.

Questo mondo mi piace.

Altrimenti che ci vivrei a fare?

Lui vive qui.

Non so se per me sia più un bene o un male…

Ma lui è bene.

Non so come spiegarlo…

Anche se io non esistessi, lui sarebbe così com’é.

Perfetto.

Non so…E‘ unico.

Perché penso queste cose?

Lui non è arrivato.

Sta male, sicuramente, altrimenti sarebbe venuto…

L’ allenamento è finito, devo cambiarmi.

Non devo più pensarci. B – a – s – k – e – t. Non funziona…

    

      Buio generato dal mio cuore allontanati dalla mia testa, ritorna ad immergerti nella più remote e nascoste profondità della mia anima.

Tu che hai intrappolato e soffocato la mia mente, annebbiando il mio giudizio, liberami da questo peso opprimente ritornando al tuo posto.

Ritorna laggiù e chiuditi alle spalle quel baratro, che hai aperto sotto di me, nella speranza di farmi svegliare da questo lunghissimo sogno, che è la realtà. Da questa breve parentesi che è la mia vita. Da  questo lieve abbraccio di libertà apparente.

Vattene e lascia che io mi immerga di nuovo in quel sogno.

E’ così bello sognare…Finché non ti svegli.

Forse dovrei andare a casa sua, vedere come sta…

Chiedergli perché non è venuto.

E’ ancora notte, voglio dormire ancora un po’.

Il mattino presto arriverà e allora sarà veramente buio.

Quando…quando sarà il momento mi sveglierò.

Tutto il mio dolore scomparirà.

La mia maschera, la ragnatela che mi intrappola.

Tutto scomparirà.

Tutto finirà.

Ogni possibilità, ogni desiderio.

Ogni sogno.

Torna da me domani per svegliarmi.

Ora lasciami sognare in pace, é ancora presto.

Lasciami dormire mamma, è così buio e freddo fuori dal mio letto.

E’ così buio e freddo fuori da questo mondo, fuori da questa vita.

E’ così buio e freddo questo mondo, questa vita.

Non cambierà nulla.

Lui non ci sarà, come non c’è ora.

      Perché non vuoi richiuderti alle spalle quella voragine?

Lo so, per poter tornare in ogni momento, perché io vi possa cadere sempre.

E allora lasciami dormire, il mattino arriva in fretta.

Troppo.

Mi piace sognare, perciò mi piace questo mondo.

Non è vero.

Lui arriverà.

No…

Mi piace dormire, perciò mi piace questa vita.

Non é vero.

Io lo aspetto.

No…

Notte.

Non voglio più soffrire.

Sono stanco.

So che qualcuno mi ascolta.

Ho seguito il mio sogno, ma era davvero il mio sogno?

Mi fa male.

Sono stanco.

Non so chi tu sia.

Non so perché tu stia ascoltando ciò che dico.

Ma non percepisci questa paura che io provo?

Riesci a sentire ciò che voglio trasmetterti?

Forse sei solo me stesso… non puoi fare nulla per scacciare l’oscurità che mi assale?

No, non puoi.

Finalmente esco dalla palestra, l’aria gelida investe violentemente il mio volto Impassibile.

- E’ ora, apri gli occhi. – sembra dire, fredda.

 Alzo lo sguardo da terra, stringo gli occhi.

“ Sono sveglio ”  rispondo.

Mi guardo innanzi.

Capisco.

New York.

E’ colpa mia.

Non potrò andare a trovarlo, sapere come sta…

Perché non è venuto…? E’ colpa mia.

Ho seguito il mio sogno, ho abbandonato quello che volevo, sto vivendo un incubo.

Spero che tu stia bene.

Solo questo, non posso sperare nient’altro.

Da quanti anni non ti vedo?

Da quando ti facesti male, da quando entrai in nazionale.

Da quando non ebbi il coraggio di parlarti…

Mi ricorderò sempre di te.

Tu non arriverai. Perché dovresti poi?

“ Non puoi arrivare… “

Ora capisco. Ho sbagliato.

“ Ti amo. “ Spero che tu possa sentirmi, anche se è inutile.

Volgo lo sguardo al tramonto e mi dirigo verso casa.

Il futuro è futuro,

il passato è passato,

il presente è presente.

     

 

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Sapete ho letto la songfic di La-chan mi è piaciuta tanto e ho pianto mezz’ora, così ho voluto provare a fare una ff triste. Ho scoperto che non ne sono in grado. Hanno ragione quelli che dicono che sono una falsa pessimista, fondamentalmente ottimista… Probabilmente voglio troppo bene ad Hana e a Ru per farli soffrire^^ - in questo caso Ru… -

Quindi, al fatto che non è affatto triste, ho aggiunto pure sto pezzo. 

Insomma se volete una bella fine guardate sotto.

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        “ Mi scusi… “ la frase si interrompe in attesa.

Una voce famigliare, mi volto.

Un ragazzo che sembra della mia età, con in mano una borsone, mi fissa a bocca aperta.

Resto impassibile, è come se non lo vedessi.

Non riesco a mettere a fuoco il suo volto

“ Ci conosciamo? “

Si avvicina mi fissa negli occhi…

Riesco a distinguere i suoi occhi castani, languidi, così calmi.

Tranquillizzanti.

Il mio cuore comincia a battere sempre più forte, martellandomi nelle orecchie.

…sorride e si leva il berretto della nike, portato rigorosamente rivolto  all’indietro.

Finalmente tutto è a fuoco…

Spalanco gli occhi sbalordito.

Il tuo sorriso si amplia…

Il rombo nelle mie orecchie aumenta.

Assumi la tua aria da finto spaccone…

“ Sono appena arrivato! Non dirmi che avevi già dimenticato che io devo  batterti! “

Sorridi di nuovo

“ Te l’avevo promesso no? Un giorno arriverò. “

Continuo a fissarti sbalordito, c’è una crepa sulla mia maschera, non riesco più a ripristinarla. I fili non mi fanno più nessun effetto.

“ Non è che hai un letto in più? Sai non ho un posto in cui andare… ”

Ridacchi con la tua risata più grossolana.

Riacquisto finalmente la mia razionalità…

“ No. “

Mi osservi tra il sorpreso e il ferito.

Sorrido. Ti sorrido.

C – o – r – a – g – g – i – o

 Assumo il mio tono autoritario e il sorriso diventa poco rassicurante

“ Dovrai dormire con me. “

Mi scruti sospettoso, poi ti rilassi  e sorridi rumorosamente.

“ Bé, se non c’è niente di meglio…! “

Inarco un sopracciglio

“ Andiamo, do’aho! “ ordino

 Sorridi dolcemente alle mie spalle seguendomi tranquillo.

Allora davvero qualcuno mi ascolta…*

F – I – D – U – C – I – A.

Era questa la parola che cercavo.

Tu sei il mio sogno.

        Io ho fiducia in te.

 

OWARI  

- definitivo, se non mi viene qualche altro rimorso…^^

Spero che vi sia piaciuta anche se ne dubito, visto che non succede una mazza…

E spero che ci abbiate capito qualcosa.

PS: Le parti separate dai pensieri  e dalle azioni di Ru (per intenderci quelle che sono scritte in corsivo o in grassetto, da cui sono partita per scrivere la ff, ma che alla fine non c’entrano un tubo…) fanno parte di una specie di poesia che ho scritto quando ero un attimino depressa (ma ooottimista^^) che si intitola

Buio.

    * In onore a Sakuya, il mio angelo custode, (si chiamerebbe Menadel, ma volete mettere…^^) perché anche se è l’angelo del lavoro e lo offendo sempre, lui mi ascolta e io gli voglio sempre bene. Vero, Saku? ;b



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