Questo capitolo è dedicato a Jeky e Sarràh, perché dividiamo lo stesso cervello e perché anche grazie a loro (o per colpa loro) che ho iniziato questa fiction!
parte II - La Profezia di Hanako
[…]Non so come nè quando, no, non erano voci, non erano parole né silenzio, ma da una strada mi chiamava, dai rami della notte, bruscamente fra gli altri, fra violente fiamme o ritornando solo, era lì senza volto e mi toccava. […] P.Neruda
Non appena ebbe concluso il breve incontro con Terry Steeval, Harry entrò nella Sala Grande a passo spedito e si sedette di fianco a Ron nel tavolo dei Grifondoro. Di fronte a lui Hermione stava imburrando metodicamente un toast senza degnare Ron di uno sguardo e solo quando Harry salutò entrambi alzò gli occhi dalla sua fetta di pane, rimanendo comunque nel più religioso silenzio. Stranamente Ron non stava mangiando e anzi rigirava abbattuto tra le mani una tazza da the vuota, fissandola come se stesse aspettando l’ispirazione. Harry alzò gli occhi al cielo; la situazione gli era chiarissima: quei due testoni non si erano minimamente chiariti, ed osservandoli era altamente probabile che non si fossero ancora scambiati neppure una parola. Da sotto il tavolo diede un calcio a Ron e quando questi si girò con l’aria offesa e la bocca aperta pronto a rimproverarlo, gli indicò Hermione con un eloquente gesto del capo e sillabò “Parlale adesso”. L’amico sospirò rassegnato. “Herm…” esordì a voce bassissima, poco più di un sussurro “senti, non so cosa ho detto di così offensivo per farti arrabbiare a quel modo,ma mi dispiace…Sul serio.” le sue parole erano state a malapena udibili a causa del chiacchiericcio di sottofondo, ma dallo sguardo della ragazza si capiva che aveva sentito e ora ci stava riflettendo sopra. Senza quasi rendersene conto Ron incrociò le dita sotto il tavolo. “Va bene Ron. Scuse accettate.” Rispose lei dopo qualche secondo staccando con un morso un piccolo pezzo di pane tostato. La tensione si allentò visibilmente e tra loro tornò subito la consueta atmosfera di sereno cameratismo. “Allora, avete visto l’orario? Che materie avete oggi?” esclamò Ron,che si era evidentemente ripreso,con la bocca semipiena di cibo. Harry diede un’occhiata veloce al pezzo di pergamena su cui erano annotate le sue lezioni di quel primo giorno “Io ho Trasfigurazione alle 9.OO e poi Cura delle Creature Magiche. Voi?” Ron sbuffò “Babbanologia e poi anch’io Cura delle creature Magiche. Spero che quest’anno Babbanologia non sia troppo complicata o tu ed Hermione dovrete aiutarmi ancora una volta… Ora che ho lasciato Divinazione posso evitarmi la Cooman, ma non ci ho certo guadagnato in termini di tempo. Non è che possa inventarmi le cose adesso! Ed è davvero incredibile quanto le abitudini dei Babbani siano contorte! Purtroppo però se voglio entrare al Ministero come papà è necessario che io prenda un buon voto ai MAGO quest’anno…” Nel sentir nominare gli esami Hermione si agitò sulla sedia “Beati voi che avete una giornata così leggera… Io ho Trasfigurazione, Aritmanzia, Antiche Rune ed Erbologia. Per non parlare poi del fatto che alle 6.00 questo pomeriggio mi aspetta l’incontro con il Preside ed il Consiglio dei professori.” “Sei sicura di non strafare Herm? Non vorrei che tutto questo lavoro ti impedisse di divertirti un po’.” “Già…guarda che rischi di diventare come mio fratello Percy…”aggiunse Ron preoccupato. “Non temete….so come cavarmela!E’ tutta questione di organizzazione!!” Ron la guardò poco convinto, ma non disse niente; era meglio non rischiare di farla di nuovo infuriare. Si rivolse quindi ad Harry. “Com’è andata con Steeval?” “Bene… non è che mi abbia detto molto. Credo avesse fretta di andare a fare colazione anche lui!” “Beh, comprensibile.” Harry rimase soprappensiero per un attimo. “Ho incontrato Malfoy in uno dei corridoi. Stava terrorizzando due Tassorosso del primo anno insieme a Tiger e Goyle e l’ho fermato. Hermione credo che dovrai fare attenzione a lui… è capacissimo di iniziare a togliere punti inventandosi delle scuse. Dopotutto gli brucia ancora la sconfitta dell’anno scorso e questo non fa che renderlo ancora più insopportabile.” “Mi sono sempre detto che dato il livello di bastardaggine fosse impossibile per lui peggiorare ancora, ma evidentemente è come Piton: non conosce limiti!”esclamò Ron concitato, le orecchie rosse dalla rabbia e dal nervosismo. Non era certo un segreto che tra Weasley e Malfoy non fosse mai corso buon sangue. “Non hai infranto nessuna regola, vero Harry?” lo interruppe Hermione preoccupata. Alla sua solita scrupolosità per l’osservanza delle regole si era ora aggiunta anche la consapevolezza di essere la Caposcuola e di dover impedire che i Prefetti combinassero più guai degli alunni che dovevano controllare. “No, non preoccuparti” Improvvisamente Ron sembrò meno allegro “Beh, una lezione potevi anche dargliela… Se non c’era nessuno in giro soprattutto! Se la sarebbe meritata” Hermione gli lanciò l’ennesima occhiataccia “Smettila di istigare Harry! Lo sai benissimo anche tu che le regole in questa scuola sono state create proprio per impedire a tipi come Malfoy di fare il bello ed il cattivo tempo… se proprio i Prefetti iniziano ad infrangerle tutti si sentiranno liberi di farlo a loro volta e succederanno dei disastri!” “Anche Malfoy è un Prefetto” “Se lo è ci sarà pure un motivo” commentò lei semplicemente, come se il fatto di essere stato scelto potesse giustificare il suo comportamento in qualche modo. “Ma di tutti i Sempreverde perché proprio lui? Cosa ci avrà trovato in lui Silente per assegnargli un compito del genere? Tanto vale far fare il Preside a Tu-Sai-Chi…” Harry rimase un attimo interdetto E’ vero…chissà perché Silente l’ha fatto… “Forse ha fiducia in lui dopotutto, o spera che cambi e non segua le orme di suo padre” disse Hermione, come riflettendo tra sé, parlando a voce bassissima tanto che Ron non ci fece neppure caso continuando imperterrito a fare congetture insensate, anche se nessuno in effetti lo stava ascoltando, borbottando accigliato tra un boccone e l’altro di uova in camicia, “Ehi, potrebbe anche succedere…. Se perfino uno come Piton è diventato insegnante non ci sarebbe da stupirsi in fondo…Dovremmo parlarne a Silente…” Forse l’unico a sentire la frase di Hermione fu Harry, ma non la commentò né ebbe una qualche reazione in proposito. Si impose semplicemente di ignorare la cosa: dopotutto non gli importava poi molto di Draco Malfoy o della sua famiglia o del fatto che era Prefetto, a meno che una di queste tre cose non finisse per interferire nella sua vita; il che purtroppo, Harry ne era sicuro, sarebbe successo presto.
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“Beh, Harry, ci si vede più tardi a Cura delle Creature Magiche. Noi invece ci vediamo a pranzo Herm…” Detto questo Ron si voltò corse giù lungo le scale che conducevano all’ala Nord dell’edificio dove si trovava l’aula di Babbanologia, lasciando Hermione ed Harry da soli. Mentre camminavano in silenzio verso l’aula, che a differenza di quella dove si sarebbe tenuta la lezione di Ron era a pochi passi dalla Sala Grande, Hermione sfogliava il nuovo libro di testo Monografia Ultima di Trasfigurazione Avanzata di Alice Allsop che per comodità tutti abbreviavano semplicemente in M.U.T.A. “Credo che oggi inizieremo a trattare gli Incantesimi Ingannevoli o forse passeremo subito alla Trasfigurazione Avanzata dei Metalli… Spero che non ci faccia trasfigurare l’argento già dalla prima lezione. Ci ho già provato a casa ma non mi è riuscito troppo bene secondo me: la mia colomba mandava ancora strani bagliori alla luce del sole…” Harry annuì poco convinto. Era assolutamente certo che la colomba di Hermione non avesse avuto nessuna imperfezione e che in verità l’unico problema fosse che lei era troppo critica con se stessa. Sapeva benissimo che se ci avesse provato lui probabilmente la sua colomba sarebbe stata talmente pesante da non potersi neppure alzare in volo o quantomeno sarebbe stata argentata. “Verosimilmente ai MAGO quest’anno richiederanno proprio la Trasfigurazione dei Metalli o quella degli Elementi, che è probabilmente la più difficile. Una delle domande più frequenti è il giusto modo per trasfigurare il fuoco in acqua” Quando arrivarono davanti alla classe Harry notò con disappunto che allo stipite della porta era appoggiata proprio la persona che aveva sperato di non vedere più per il resto della giornata: Draco Malfoy. Il Serpeverde era impegnato in una conversazione con Pansy Parkinson, che sembrava non riuscire a smettere di trotterellargli attorno come un’oca lanciando di quando in quando un urletto estatico, tanto per sottolineare il fatto che pendeva dalle sue labbra. Ad un tratto la ragazza si girò ridacchiando, lanciando ad Hermione un’occhiata maligna mentre si riavviava una ciocca di capelli con fare snob, per poi voltarsi di nuovo verso Draco e scambiare con lui un’occhiata d’intesa. Quando Harry passò loro accanto per entrare in classe sentì la sua vocetta insinuante esclamare con tono melodrammatico “Oh Draco! Hai perfettamente ragione! Non so proprio come abbiano potuto nominare Caposcuola una Mezzosangue! Continuando di questo passo presto potrebbero far fare il Ministro della Magia ad un Babbano! Manderò un gufo a casa… sai, mio nonno Erbewoulf è amico personale del Ministro, sono sicura che protesterà. D'altronde la mia famiglia ha conoscenze influenti quasi quanto la tua Draco…” Se non ci fosse stata Hermione a trattenerlo per la manica della tunica era certo che si sarebbe precipitato fuori dall’aula ad insultarli. “Hermione, lascia che…” “No”lo interruppe lei “non mi interessa quello che dicono di me, e poi non voglio che tu ti metta nei guai! Se reagiamo alle provocazioni in questo modo gli daremo solo soddisfazione. Non vedi che non aspettano altro che un nostro passo falso che dia credito alle loro calunnie?” Harry sospirò “Hai ragione tu, ma queste cose mi fanno davvero rabbia “le mani gli tremavano leggermente “In questo momento vorrei andare di là e urlargli in faccia che tu sei mille volte migliore di loro… che ci sono Babbani che sono mille di volte migliori di loro, perché, anche se non sanno usare la magia, almeno non si considerano migliori del resto del mondo solo per il fatto di essere nati in una famiglia invece che in un’altra!” La mano che stringeva la sua tunica si allentò “Lascia perdere. Un giorno capiranno che si sbagliano. O almeno spero.”sorrise l’amica tristemente. “Tenendo conto che la maggior parte delle conoscenze influenti di Malfoy si riducono a Voldemort e ai suoi Mangiamorte dubito che i loro discorsi abbiano qualche valore. Sempre che ora la loro politica non sia cambiata…” “Intendi dire che al posto di <Facciamo Scoppiare una Guerra e Conquistiamo il Mondo> hanno deciso di provare con <Ascoltiamo i Capricci di Malfoy e Parkinson >?” suggerì lei. Si misero a ridere nel momento esatto in cui la professoressa Mc Granitt entrò in classe e subito cercano di ricomporsi al meglio, estraendo dalla cartella il calamaio, la penna e la bacchetta. Gli studenti quell’anno, notò Harry, erano circa una dozzina, principalmente Grifondoro e Corvonero. I Serpeverde erano quattro: Tiger, Goyle, Malfoy e Pansy Parkinson, che si erano seduti il più lontano possibile dalla cattedra. Nell’istante esatto in cui la professoressa aprì bocca per parlare la porta della stanza si aprì e Seamus Finnigan entrò trafelato scusandosi ripetutamente e andandosi a sedere in uno dei banchi liberi accanto ad Hermione ed Harry. La Mc Granitt sembrò decisamente irritata sia per il ritardo, sia per l’interruzione. “Spero che cose del genere non accadano più. Voglio farvi presente che questo è l’ultimo anno, ormai siete sufficientemente maturi per capire che la puntualità è prima di tutto segno di rispetto nei confronti dell’insegnante. Per oggi non toglierò punti, è il primo giorno e posso capire che abbiate avuto qualche problema ad organizzarvi con gli orari, ma da domani sappiate che non transigerò. Ho intenzione di far sì che tutti voi superiate il vostro MAGO con almeno Eccellente” lanciò un’ultima significativa occhiata in direzione di Seamus e cominciò la lezione. “Quest’anno inizieremo con gli Incantesimi Ingannevoli, che, come sapranno coloro che quest’estate hanno letto il libro che avevo consigliato, non sono propriamente Incantesimi di Trasfigurazione. Qualcuno di voi sa dirmi cosa sono esattamente?” L’unica mano che scattò in aria fu quella di Hermione e la professoressa le fece cenno di parlare. “Secondo la definizione del libro Illusioni Inganni e Disinganni nella Trasfigurazione si dicono Incantesimi Ingannevoli quegli Incantesimi che consentono di trasfigurare un oggetto solo in apparenza. L’oggetto in questione conserva le proprie caratteristiche peculiari ma muta la sua forma o il suo colore. Non si tratta di vera e propria Trafigurazione, quindi, ma di illusione.” “Benissimo. Cinque punti a Grifondoro. Come ha detto la Signorina Granger questi incantesimi sono più o meno l’equivalente della Pozione Polisucco, che credo abbiate trattato durante il V anno con il professor Piton e che tutti dovreste quindi conoscere. Se noi trasfiguriamo una palla in una teiera, una volta trasfigurata questa avrà le caratteristiche di una teiera in tutto e per tutto. Gli Incantesimi Ingannevoli invece cambieranno solo la forma della palla ed il suo colore. Otterremo quindi una teiera in grado di rimbalzare e del tutto inadatta a far bollire l’acqua.” Detto questo fece apparire una pallina gialla sulla cattedra. “Trasformo”disse tracciando in aria un otto con la punta della bacchetta La pallina divenne subito una teiera, con la sola differenza che quando la Mc Granitt la fece cadere per terra invece di rompersi in mille pezzi questa rimbalzò un paio di volte fino a fermarsi. “Qualcuno sa dirmi un’altra importante caratteristica di questi Incantesimi Ingannevoli?” Di nuovo fu la mano di Hermione la sola ad alzarsi. “Granger” “Possono essere utilizzati solo su oggetti inanimati; l’utilizzo su esseri viventi fu vietato nel 1856 in seguito ad un incidente in cui una Strega, tale Odetta Knive, fu casualmente trasformata in un coltello da cucina. Anche se fu usato un contro incantesimo, la poverina per tutta la vita fu convinta che gli altri la volessero usare per affettare delle verdure.” “Molto bene. Altri cinque punti a Grifondoro. Ora sapete che non si tratta di incantesimi come gli altri: non dimenticatelo mai, mi raccomando! – il tono era perentorio - Ora credo sia opportuno che facciate un po’ di pratica” mosse la bacchetta e su ogni banco apparve una pallina. Harry cominciò subito ad esercitarsi, ma alla fine della lezione tutto quello che era riuscito ad ottenere era che la pallina avesse cambiato colore passando da un verde acceso ad un bianco porcellana. L’unica cosa che lo rincuorò un po’ fu che Malfoy invece di una teiera che rimbalzava aveva ottenuto una pallina fragilissima, che si era sbriciolata rotolando giù dal banco. Come aveva fatto notare anche la professoressa Mc Granitt, questo probabilmente era accaduto perché non aveva ascoltato attentamente la spiegazione, e ad Harry infatti non era sfuggito che la maggior parte della lezione Draco l’aveva passata a scimmiottare Hermione ogniqualvolta la ragazza aveva alzato la mano. Lei al contrario era riuscita ad ottenere un risultato pressoché perfetto, anche se sembrava piuttosto preoccupata della forma eccessivamente tondeggiante della sua teiera. “Troverete una spiegazione dettagliata dell’uso nei secoli di questi Incantesimi da pagina 7 a pagina 10 del Manuale, mentre mi aspetto per la prossima lezione una ricerca su: La differenza tra i termini Trasformare e Trasfigurare e le conseguenti differenze tra Trasfigurazione e Trasformazione; che sia di almeno 15 righe per favore. Potete andare!” Harry si alzò riponendo le sue cose nella borsa e decise di accompagnare Hermione per un tratto, dato che dopotutto l’aula di Aritmanzia si trovava poco lontano dalla Biblioteca, dove aveva intenzione di passare l’ora libera che aveva prima di Cura delle Creature Magiche. Si pentì quasi subito della sua decisione quando vide che anche Malfoy si stava dirigendo nella medesima direzione. “Anche tu ad Aritmanzia Potter? Sei forse pazzo? Non lo sai che è una materia per persone con un certo grado di intelligenza?” Alzò gli occhi al cielo: stavolta Malfoy se l’era cercata. “E allora si può sapere come mai tu la frequenti Malfoy? Non autoescluderti così!” “Non parlare di cose che non conosci Sfregiato. Credo che a Divinazione vi abbiano insegnato a guardare nelle sfere di cristallo… prova magari a prevedere di quanti punti perderete contro di noi a Quidditch o quale dei tuoi amici ci lascerà quest’anno. Negli ultimi tempi non è ancora morto nessuno, ma credo che presto il fenomeno ricomincerà…A partire dai tuoi genitori quelli che ti stanno vicino hanno la pessima abitudine di morire prima del tempo!” La risata cattiva di Malfoy e le sue parole fecero venir voglia ad Harry di schiantarlo in quello stesso istante, ma la presenza di Hermione lo trattenne ed optò per un gelido “Se continui a girarmi intorno mi assicurerò che sia proprio tu il prossimo” Draco sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale, ma si riprese subito e con un ghigno antipatico si girò allontanandosi a grandi passi. “Sono fiera di te.” gli disse allora Hermione Un lungo momento di silenzio “Forse ha ragione.” “ma...” Harry rimase per qualche minuto immobile nel lungo corridoio vuoto. Ad un certo punto il ritratto di un vecchio signore panciuto che fumava un sigaro gli chiese curioso se andasse tutto bene. E’ solo che a volte mi sembra che le persone che ho salvato non siano state abbastanza rispetto a quelle che sono morte a causa mia pensò, ma al quadro sorrise dicendo che andava tutto a meraviglia. Il vecchio signore tornò ad appoggiarsi alla cornice soffiando dalle narici una nuvoletta di fumo bianco e Harry riprese a camminare con la cartella sottobraccio come se niente fosse successo.
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“Non hai idea di cosa mi abbia raccontato Luna prima!!!” Ginny esclamò esaltata, sporgendosi un po’ verso il fratello Ron attraverso il tavolo e rischiando di far rovesciare il calice di Hermione, che le sedeva vicino. Il ragazzo la guardò annoiato “Immagino ti abbia parlato di una delle interessanti scoperte del padre oppure ti avrà raccontato uno dei soliti pettegolezzi da ragazze…” Hermione e Ginny lo guardarono storto “Come se voi maschi non spettegolaste come e più di noi” “Non è vero!” disse allora Ron, e sarebbe anche suonato convincente se Seamus non avesse scelto proprio quell’esatto istante per far sapere a Dean, in via del tutto confidenziale, che Stephan Rouge durante l’estate si era fidanzato nientemeno che con una Serpeverde del 2^ anno di nome Sarràh. La cosa fece diventare la faccia di Ron dello stesso colore dei suoi capelli e quando Ginny riprese a parlare stava ancora ridacchiando. “Comunque, niente di tutto questo. E’ una cosa che le è successa a Divinazione. La professoressa Cooman stava per annunciare quale degli studenti sarebbe morto quest’anno quando nella stanza è entrato Draco Malfoy…” Ron non riuscì a trattenersi “Dio ti prego fa che sia lui che deve morire!” “Lo sai che non è mai successo davvero” commentò secca Hermione. “Lasciatemi finire!”sbottò Ginny irritata dalle continue interruzioni “Dicevo, è entrato Malfoy che doveva portarle una comunicazione da parte dell’insegnate di Aritmanzia. Lei ovviamente ha detto che l’Occhio glielo aveva già rivelato in precedenza, al che Malfoy ha fatto per andarsene commentando sarcastico che allora aveva già esaurito il suo compito. La Cooman si è molto arrabbiata, da quel che dice Luna sembrava sul punto di perdere la calma e la sua voce è diventata molto strana e dura. Poi ha detto” Ginny estrasse un pezzetto di pergamena scritto fittissimo con inchiostro nero, leggendo con aria solenne “ Attraverso lo Specchio si compirà il Fato. Il futuro si apre davanti, non restare legato al passato. Rimpianto e Rimorso di ciò che non è stato ti aspettano come è stato destinato. Iscariota attento, anche ciò che non sai di possedere ti può essere rubato. Secondo voi ha senso? Ho paura che la professoressa sia impazzita o quantomeno che abbia voluto strafare quest’anno!Invece della solita profezia di morte se n’è inventata una in rima.” “Che voglia far concorrenza al Cappello Parlante?” suggerì Ron Harry fu l’unico a non ridere. Forse perché era l’unico a sapere che in effetti Sibilla Cooman era in grado di fare delle anche delle vere profezie e, Harry ne era convinto, proprio oggi Luna Lovegood e gli altri studenti di Divinazione avevano avuto la fortuna di ascoltarne una. Se Albus Silente l’avesse saputo forse avrebbe meditato su un aumento di stipendio: tre profezie in 17 anni non erano dopotutto un cattivo risultato. Ginny e gli altri stavano continuando a discutere la questione, ma lui non ci fece caso. Gli arrivavano alle orecchie solo stralci di conversazione. “…non ricordava niente” ... “Sarà a causa di tutti quei vapori nella stanza, o magari il troppo the! Voi che ne…” … “…Draco Malfoy a quando mi ha detto Luna non sembrava affatto impressionato anzi semb…” … “…vedere quel foglietto per favore …” … L’unica cosa che in quel momento gli riempiva la testa era il ricordo dello specchio nel sogno di quella notte mentre in sottofondo la voce di Ginny ripeteva quella frase : <Attraverso lo Specchio si compirà il Fato> Una strana coincidenza… Devo ricordarmi di parlarne a Ron ed Hermione più tardi.
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L’angolo di Biblioteca che avevano scelto per studiare era silenzioso e nascosto alla vista dagli alti scaffali ricolmi di ogni genere di libri. Mentre aspettavano l’arrivo di Hermione, Harry ne approfittava per scrivere la sua relazione di Trasfigurazione che era ferma da qualche minuto all’ottava riga e non voleva saperne di diventare quantomeno un paio di righe più lunga. Solitamente Harry non si trovava mai così in difficoltà, ma in quel momento non poteva certo dire di essere concentrato. Si girò verso Ron e vide che stava ancora fissando con l’aria smarrita la sua pergamena. L’unica cosa che era cambiata in venti minuti era che ora sul foglio c’era scritto: Ron Weasley, Relazione sulle innovazioni portate da Intarnet nelle vite dei non-maghi. “Si scrive internet Ron, non intarnet.” Il ragazzo si riscosse sbattendo un paio di volte le palpebre e subito corresse l’errore. “Non è che puoi aiutarmi vero Harry? Insomma, tu coi Babbani ci vivi!” Harry scosse la testa “Io non ho nemmeno mai usato un computer. I miei zii ovviamente ne hanno comprato uno a Dudley ma di certo a me non è permesso usarlo. Questa volta mi spiace non saprei che dirti, aspetta che arrivi Herm e chiedi a lei.” “Ah ha…”disse Ron senza troppo entusiasmo “Farò come dici, anche se mi farà la solita ramanzina sul fatto di studiare di più eccetera eccetera. Beh, dato che finché non arriva non ho speranza di scrivere niente nel frattempo posso mandare un gufo a Fred e George.” Harry annuì sfogliando pigramente il MUTA alla ricerca di qualche spunto, ma non trovò niente di interessante e quindi decise di leggere semplicemente pagina 7 come aveva detto la Mc Granitt. Erano passate le cinque quando Hermione finalmente arrivò in Biblioteca, appoggiando sul tavolo di legno una pila di libri ed accasciandosi sulla sedia evidentemente stanchissima. Quando si accorse del suo arrivo Ron sorrise come se avesse appena avuto un’esperienza mistica e quando esclamò “Herm, finalmente sei qui!” lei arrossì impercettibilmente. La pietra di Ron, che gli era scivolata fuori dalla camicia, si tinse di un rosa acceso, ma lui non ci fece caso. “Dovresti aiutarmi con la relazione di Babbanologia!” L’espressione della ragazza si incupì ed il rosa acceso divenne viola scuro striato di blu oltremare. “Come al solito Ron!Quando ti deciderai a studiare un po’?” “Dai, ti preeeeego….” L’espressione da cane bastonato gli riuscì perfettamente. “Ok, ma solo quando avrò finito i miei compiti.” L’esclamazione di gioia di Ron coprì in parte le parole che Harry stava pronunciando proprio in quell’istante. “Cosa hai detto Harry?” chiese Hermione girandosi verso di lui “Stanotte ho sognato Sirius” I due amici rimasero in silenzio lasciandolo continuare. “Mi ha parlato, mi ha detto di reagire al dolore, di andare avanti. Ed è quello che sto facendo. La cosa che non riesco a spiegarmi però è cosa fosse quello specchio di pietra dietro di lui… e poi proprio oggi la Cooman ha fatto una profezia riguardante uno specchio. “-li guardò entrambi negli occhi, prima l’uno e poi l’altra. “cosa ne pensate?” “Non potrebbe essere un altro trucco di Tu-sai-chi?”suggerì Ron “La cicatrice non mi faceva male e poi sono sicuro di essere in grado di riconoscere il vero Sirius da una creazione di Voldemort!” Hermione rimase in silenzio un attimo. “Descrivimi lo specchio.” “Era uno specchio molto grande, alto come una persona in piedi, con una cornice di pietra scolpita. Se non sbaglio c’erano delle incisioni e sulla parte alta dello specchio si congiungevano due mani con le dita intrecciate.” Harry si stupì di riuscire a ricordare così bene tutti i particolari che stava descrivendo e preso un pezzo di carta e intinta la penna nel calamaio, cominciò a schizzare i contorni della figura. Una volta finito consegnò il disegno ad Hermione, che appoggiatolo sul tavolo lo scrutò con attenzione insieme a Ron. “Ho già visto una figura come questa da qualche parte…Proverò a cercare tra i libri qui in biblioteca.” “Grazie Hermione.” “Di niente, sai che lo faccio volentieri. E poi potrebbe essere importante!” Harry annuì aggiustandosi gli occhiali tondi sul naso. “Mi raccomando non dite niente a nessuno…” “Sai che ti puoi sempre fidare di noi!” disse Ron a voce piuttosto alta, tanto che Hermione temette di veder sbucare Madama Pince da dietro uno scaffale per intimare loro di fare silenzio. “Herm, ora io e Ron abbiamo gli allenamenti di Quidditch, ci vediamo più tardi nella sala comune.” Hermione annuì, già concentrata su uno dei libri e non si mosse nemmeno quando i due amici, messi i libri in cartella, se ne andarono chiacchierando a bassa voce su chi secondo loro sarebbe stato scelto quell’anno come capitano. Ron ovviamente dava per scontata la nomina di Harry. Erano passati pochi minuti quando un rumore strano alle sue spalle, come di un libro che cadeva, la fece sussultare. Si alzò dalla sedia e controllò se c’era qualcuno nascosto dietro il pesante scaffale di legno, ma l’unica cosa che vide fu un libro aperto caduto per terra. Lo raccolse pensierosa rimettendolo sullo scaffale e tornando al suo lavoro. Se c’era stato qualcuno nascosto a spiarli ormai era lontano.
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Draco si fermò all’ingresso della Biblioteca riprendendo fiato. C’era davvero mancato pochissimo, la Mezzosangue l’aveva quasi colto in flagrante. Si maledisse per essere stato tanto maldestro da far cadere quello stupidissimo libro, cosa assolutamente degna di quel babbeo imbranato di Paciok, ma di certo non di un Malfoy. Si era fatto prendere dall’eccitazione; aveva appena scoperto che Potter ed i suoi amichetti stavano tramando qualcosa e quindi, ne era certo, avrebbero finito per infrangere qualcuna delle regole della scuola. Gli sarebbe stato addosso, pronto a correre da Piton alla prima occasione per denunciarli e toglierseli di torno una volta per tutte. Un sorriso cattivo gli si dipinse involontariamente sulle labbra. E poi sono sicuro che anche mio padre troverà questa storia interessante…MOLTO interessante…
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(fine secondo capitolo )
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